RADOSLAV NESTEROVIC

(Radoslav Nesterovič)

Rasho sfrutta le lunghe leve per tirare da sotto

nato a: Lubiana (SLO)

il: 30/05/1976

altezza: 214

ruolo: centro

numero di maglia: 8

Stagioni alla Virtus: 1997/98 - 1998/99

statistiche individuali del sito di Legabasket

biografia su wikipedia

palmares individuale in Virtus: 1 scudetto, 1 Coppa Italia, 1 Euroleague, 1 SuperCoppa europea non ufficiale

 

NESTEROVIC È IN ARRIVO

tratto  da  Il Resto del Carlino - 03/06/1997

 

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La Kinder ha messo al suo posto anche il tassello Nesterovic, 212 centimetri di speranza (ha 20 anni), sul quale stava anche la Scavolini. L'accordo è annuale in attesa che Bradislav regolarizzi la sua posizione, o greco, se rinnoverà il passaporto ellenico, o comunitario se la Slovenia, tra un anno, si aggiungerà all'Europa dei quindici.

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"O VADO FORTE O RESTO IN PANCHINA"

"Rascio" Nesterovic non si illude, la Kinder è piena di campioni. "La Nba per adesso resta un sogno. Sono a Bologna per crescere e per vincere tutto"

di Alessandro Gallo -  Il Resto del Carlino - 11/10/1997

 

Ha un feeling particolare soprattutto con i play. Ravaglia è ormai l'amico del cuore, quello che gli insegna l'italiano e il giocatore - hanno la stessa età - con il quale trascorre pure qualche ora in compagnia. Rigaudeau (mica uno qualunque) giura sulle sue straordinarie qualità. Rascio diventa così l'uomo del giorno: una sorta di scudo spaziale in grado di respingere con le sue smisurate braccia, qualsiasi conclusione avversaria.

Da promessa, Radoslav Nesterovic, che da qualche mese di cognome fa Makris - in omaggio al nuovo passaporto greco - si sta trasformando in realtà. Una realtà che un giorno, lui stesso non ne fa mistero,  potrebbe finire a giocare tutte le sue carte in mezzo ai professionisti americano. Si è già allenato, a Portland, in compagnia dei Blazers, che vinsero un titolo vent'anni fa con il leggendario Bill Walton. Intanto Rascio si gode questo momento di gloria e spiega perché, senza ricorrere a tanti giri di parole, la sua crescita deve essere veloce.

"Siamo in tanti - dice abbozzando un sorriso -, Ma soprattutto qui ci sono tanti campioni, per cui non ci sono molte alternative. O cresco e gioco, oppure rimango in panchina, e rischio di rimanerci a lungo".

È contento di questa sistemazione, Rascio, contento perché nelle ultime uscite ha avuto la possibilità di giocare nel quintetto di partenza. "Mi dà molta tranquillità - prosegue Makris -. Un aspetto piuttosto importante, perché qui, comunque, mi trovo bene". Sta cominciando a prendere le misure - grazie anche ai suggerimenti dell'amico Chicco, che aveva avuto come avversario agli europei juniores di qualche anno fa, in Turchia -, Makris, e apprezza la nuova sistemazione.

"Bologna - sottolinea - mi piace. E mi piace ancora di più in questi momenti, perché sto cominciando a comprendere molte cose".

Una, a giudicare dalle risposte che ha fornito, è legata agli obiettivi della Kinder. Una Virtus, quella targata Ettore Messina, che punta in alto. Sia in campionato, dove intende riprendersi quel titolo che era stato suo per tre anni consecutivi, che in Eurolega, dove la V nera non è mai stata, per un motivo o per l'altro, brillante.

"Mi interessa crescere e migliorare - continua il lunghissimo sloveno dal passaporto ellenico - però davanti a tutto metto gli interessi della squadra. E so bene dove intende arrivare la Kinder. Anzi dove vogliamo arrivare. Ci interessa solo una cosa: la vittoria, tanto in campionato quanto in Eurolega".

Poi verrà la Nba, come ammette lui stesso: "La Nba? Sicuro che ci voglio arrivare, ma non ora. Gli Stati Uniti non sono nei miei pensieri, perché in questo momento c'è solo l'Italia. Anzi, solo la Kinder. Dei professionisti e di quel campionato non vorrei più parlarne in futuro".

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"OLIMPIA, SEI SOLO UN BEL RICORDO"

Nesterovic ritrova i vecchi compagni: li ha lasciati per poter giocare. "Emozionato? Forse. Ma a Lubiana non potevo restare dopo una stagione vissuta fuori squadra. Sfida dura, la vittoria col Barcellona li ha caricati"

di Alessandro Gallo -  Il Resto del Carlino - 15/01/1998

 

Gli amici di "Rascio". Già, perché l'Olimpia è la squadra nella quale Nesterovic ha giocato le ultime stagioni, prima di abbandonare la Slovenia per questioni contrattuali. A Lubiana "l'uomo mascherato" l'avrebbero trattenuto volentieri ma lui, "Rascio", si sentiva pronto per il grande salto. Per piazze nelle quali maturare più rapidamente e dove ottenere qualche "soldino" in più rispetto a quelli che potevano offrire gli sloveni.

Nesterovic, diciamo Olimpia e lei risponde...

"Che sono rimasto a Lubiana per due stagioni".

Prima dov'era, invece?

"Sono cresciuto nello Slovan. Ho giocato là da quando avevo otto anni, poi mi notarono i dirigenti dell'Olimpia".

Dove l'avrebbero "trattenuta" volentieri, vero?

"Sì. Volevano obbligarmi a firmare un contratto lunghissimo, di almeno quattro stagioni. Non ero d'accordo, non volevo legarmi troppo. Così si sono create le premesse per quella spiacevole situazione e sono rimasto da parte".

Una sofferenza per un giovane come lei.

"Sì, proprio così. Vedevo i miei amici farsi largo in Eurolega. Addirittura conquistare le "final four" a spese di un'incredula Stefanel, e io ai margini. Fuori dalla mischia, senza la possibilità di giocare".

È una squadra che può puntare ancora alle "final four"?

"Non lo so, perché l'Olimpia ha perso Milic, e lui era uno che contava parecchio nel gruppo. È stata una perdita grave per Lubiana, però...

Però?

"Anche se sono costretti a fare a meno di un giocatore dal calibro di Milic rappresentano un complesso tosto, veloce, agile. In grado di fare risultato su qualsiasi campo. Non possiamo mollare proprio ora".

L'Olimpia ormai è alle sue spalle, ma gli amici?

"Ne ho ancora tanti da quelle parti. Ricordo i compagni di squadra, li ricordo con piacere".

Ci sono tutti i presupposto perché si lasci emozionare da questo confronto, non trova?

"dite? Francamente non lo so. Probabilmente me ne accorgerò qualche istante prima della palla a due. Vediamo".

Ma che partita si aspetta?

"Una sfida particolarmente dura: questo è fuori discussione. Perché sono bravi. Ma lo sono non solo dal punto di vista fisico ma anche da quello tattico. E poi sono carichi. Anzi, sono sicuro che saranno ancora più carichi".

Perché questa sicurezza?

"Perché hanno vinto l'ultimo turno con il Barcellona. E lo hanno fatto con uno scarto incredibile. Giocava in casa, l'Olimpia, ma trentadue punti di vantaggio sui vice campioni d'Europa sono un divario tutt'altro che trascurabile".

Poi il suo confronto - diretto o a distanza - con Stepanja, altri 212 centimetri da prendere con le molle.

"Lui è bravo. Ma riparliamone a fine partita".

Intanto lei è sempre l'uomo mascherato.

"Già, spero che prima o poi mi diano la possibilità di toglierla, perché un po' dà fastidio".

La limita?

"Sì. Perché non ho un campo visivo normale. Poi ogni tanto si appanna e allora mi crea qualche problema".

E proprio la mascherina è coincisa con un suo calo di rendimento.

"Capita. Lo sport è fatto così. Ma parliamo d'altro".

La sconfitta di Varese, la prima dopo tre mesi e mezzo di vittorie, può creare qualche contraccolpo?

"Non credo, perché la legge dello sport è questa: puoi vincere o perdere. Non potevamo sempre vincere. Adesso pensiamo all'Olimpia che ha diversi buoni elementi".

Che vi possono infastidire, vero?

"Ma la Kinder non scherza: noi vogliamo vincere".

 

UN AIRONE CHE SOGNA L'NBA

di Francesco Forni - Bianconero n. 8/anno 2 - aprile 1998

 

È il mulino a vento della Kinder e quando muove le sue pale è molo probabile che l'attacco avversario ci vada a sbattere contro. Rascio Nesterovic non è il centrone dal girovita enorme, la calamita dei rimbalzi, ma rimane un 2,14 con una mobilità buona, caratteristica difficile da trovare nei lunghi bianconeri degli ultimi due lustri. "È vero, nel mio ruolo di solito gli avversari che devo affrontare sono più pesanti di me, ma anche più lenti". Molto spesso anche più bassi, vero? "Certo, ma non c'è poi tutta questa differenza. Sono longilineo, ma peso circa 108 chili, non sono quindi leggerissimo. E cerco di tenere botta e di farmi valere".

All'inizio ci sono state molte occasioni per Rascio, due mesi di tanta panchina, normale apprendistato. "Anche perché da agosto ho subito cominciato a lavorare sul piano fisico e tecnico. Sono il primo a riconoscere di non sapere quanto valgo ancora davvero. L'obiettivo è di stare in palestra per scoprirlo. Ma senza tanti giri di parole partire in quintetto è stata una situazione che mi ha dato molta fiducia, responsabilizzandomi. Mi ha facilitato le cose, senza dubbio". Col tempo sono stati limati i primi, vistosi difetti, come la propensione a fare molti falli in pochi minuti, dovuti alla foga di affibbiare stoppate a chiunque. Rimane comunque lui il bimbo del gruppo: ventun anni, all'inizio sempre sotto l'ombrello protettivo di Danilovic e Savic. Adesso è cresciuto (non di statura...) e la sua Kinder lo soddisfa assai. "Questa squadra si è dimostrata competitiva su tutti i fronti, come da pronostico. Ci siamo fatti trovare pronti anche in situazioni di emergenza, dimostrando che c'èe vera sostanza, non solo talento. E con le nostre più dirette avversarie, Fortitudo e Benetton abbiamo sempre retto il confronto e siamo in vantaggio negli scontri diretti stagionali 3-2 e 2-1". Idee chiare sul potenziale di squadra. Nesterovic è, con la bandiera Binelli, l'unica vera torre, non solo difensiva. A parte le schiacciate volanti sulle palombelle dei compagni (con il preparatore Grandi si allena a schiacciare con la palla medica da 5 chili, nessuno lo batte...), Rascio sta mettendo a punto anche il tiro dalla media distanza, un'arma già mostrata in qualche occasione, che lo renderebbe bidimensionale, non solo uomo d'area ma pure più ambito: un sette piedi (oltre i 2,10 ndr) che sa cosa fare quando ha la palla in mano è merce rara anche dall'altra parte dell'Atlantico. "Io per adesso rimango qui, almeno un'altra stagione oltre a questa. Difficile trovare un ambiente tecnico e umano migliore per sviluppare il mio potenziale. Certo, l'NBA rimane un sogno ad occhi aperti. E infatti potrei accettare le loro offerte, ma solo nel '99, quando forse mi sceglieranno e il mio contratto me lo permetterà. Ma da qui a 15 mesi chissà quante cose potrebbero cambiare. La prospettiva di vincere è sempre molto stimolante".

Finirà come finirà, ma intanto Rascio è stato forse la sorpresa dell'anno, pivot titolare della squadra che ha dominato i primi sei mesi della stagione. Per uno che fino a maggio '97 aveva giocato solo una partita, alle Final Four di Eurolega a Roma (era in disaccordo con Lubiana, la sua società) è stato un bel salto. E un bel colpo per Messina. Sloveno, con passaporto greco, ottenuto già da minorenne nel Paok, gioca in Italia ,a vorrebbe fare l'americano. Nesterovic è un giramondo della palla a spicchi. Ha però un marchio di fabbrica, che non tradisce. "L'esperienza che mi ha fatto fare il vero salto è stata nel '93, quando ho giocato nelle giovanili del Partizan Belgrado". Ecco perché Danilovic lo segue, senza risparmiargli qualche urlaccio, come se fosse un nipotino.

 

Tratto da "Euro Virtus" di Emanuela Negretti

 

È la grande sorpresa di questa stagione. Rascio, nato a Lubiana il 30 maggio 1976, è stato sotto osservazione da parte dello staff della Virtus per parecchio tempo. Mala società di via Milazzo è riuscita ad arrivare prima rispetto alla Nba, che lo vorrebbe a tutti i costi. "Sono troppo giovane per tuffarmi così presto in un campionato come quello. Ho bisogno di fare esperienze, di vincere qualcosa qui in Europa e di irrobustirmi fisicamente". Idee chiare per un ragazzo di 22 anni, no? Arrivato a Bologna, è stato preso sotto la protezione di Savic e Danilovic, che lo hanno soprannominato Mali, che in slavo significa cucciolo. Quante volte in partita abbiamo visto Sasha mangiargli la faccia per un tiro facile sbagliato, o per non aver capito lo schema, o per non essersi fatto trovare smarcato? Rascio ascolta e abbassa lo sguardo, ma poi Danilovic, nell'azione successiva, gli passa immediatamente la palla e si va a congratulare con il giovane compagno se il tutto è riuscito bene. Rascio doveva partire dalla panchina, perché si diceva che fosse ancora troppo giovane e inesperto per le ambizioni della Virtus, ma è riuscito a conquistarsi un posto da titolare.

La sua altezza è veramente invidiabile, con i suoi 2,14 metri guarda tutti dall'alto in basso, con le sue lunghe braccia riesce a sporcare qualsiasi pallone, costringendo i suoi avversari a tentare tiri impossibili, con parabole fuori dal comune. Nonostante l'altezza è molto coordinato, tanto da riuscire spessissimo a stoppare gli avversari prendendo loro il tempo giusto. Radoslav ha iniziato a giocare nello Slovan Lubjana dove è tornato dopo una velocissima parentesi nel Partizan ('92-'93) e due mesi a Salonicco nel Paok. Poi ha trascorso 2 anni nello Slovan e altri 2 nell'Olimpia, sempre a Lubiana, vincendo due campionati e una coppa slovena. La sua ultima stagione è stata alquanto tormentata: non avendo voluto firmare un contratto lungo, era stato praticamente lasciato da parte. Non veniva quasi mai fatto scendere in campo e Rascio si limitava quasi a vedere giocare i compagni. Ma da ragazzo intelligente, non ha mai risparmiato una goccia di sudore, sia in allenamento che nei piccoli scampoli di partita che ogni tanto gli permettevano di giocare. Nelle Final Four di Eurolega a Roma, però, l'Olimpia ha avuto bisogno di lui. A quella bella prova (terzo posto per la sua squadra) è seguito un europeo alquanto disastroso per la sua nazionale, ma positivo per lui, risultando il migliore della Slovenia.

Da quel punto la storia è nota: chiama la Virtus e Rascio dice presente. Quest'anno questo ragazzone dalla faccia da bambino, ma dal vocione baritonale, è risultato determinante in più di un'occasione. Crescerà ancora, eccome se crescerà, tanta è la voglia di Rascio di migliorarsi per realizzare il suo sogno americano. Ah, mi raccomando, non chiamatelo Makris, si potrebbe alterare.

 

"MALI" È CRESCIUTO

di Luca Villani - Bianconero numero speciale giugno 1998

 

"Mali" è il soprannome affibbiato a Nesterovic dagli slavi più vecchi: Savic e Danilovic. "Mali" significa piccolo, cucciolo, insomma, come un bambino da proteggere. GLi hanno fatto da mamma, papà e parenti vari. Lo hanno aiutato a crescere, non solo come uomo, ma soprattutto come giocatore. Quando Messina quest'estate lo ha voluto fortemente alla Virtus, per tutti era poco più che un'incognita. Ma giorno dopo giorno, mese dopo mese, ha saputo imporre il proprio gioco, il proprio fisico, la propria bravura sotto i tabelloni avversari. Con le sue lunghe braccia arriva dove osano le aquile, spazza via con enorme facilità tutti i palloni che sorvolano la propria testa. Non è riuscito però ad evitare i rimproveri di Sasha che dall'alto della sua esperienza dava consigli, alle volte in maniera anche molto dura, al suo giovane compagno. Rascio si è integrato ottimamente all'interno della squadra. Il ragazzo sembrava taciturno, sempre sulle sue, in realtà è spiritoso, socievole e, nonostante la giovane età, estremamente maturo. A testa bassa ha lavorato, lavorato duro in palestra, ha ascoltato i consigli di Messina con una scrupolosità esemplare. Nesterovic è stata una sorpresa positiva di questo campionato. Lui, sloveno, è stato preso dalla Kinder come comunitario per via del suo passaporto greco. Ed infatti sulla sua maglia da gioco non troverete il suo cognome originario, ma il cognome greco, Makris. Ma per piacere non provate a chiamarlo così, perché lui si gira dall'altra parte e se ne va girando la testa senza degnarvi di uno sguardo. Gli occhi di mezza Europa sono puntati su di lui, ma non solo. Tra qualche anno potrà tentare il salto oltre Oceano, in America, nella Nba, il paradiso di tutti i giocatori di basket.

L'esultanza di Rasho dopo il fischio finale di Barcellona

 

NESTEROVIC ANTICIPA IL FUTURO

di Andrea Tosi -  La Gazzetta dello Sport - 03/10/1998

 

Adesso il patron Alfredo Cazzola e il coach Ettore Messina cominciano a temere seriamente che a fine anno la Nba rapirà il loro bambino d'oro, Radoslav Nesterovic, Makris per l'anagrafe dei canestri Fiba. I progressi del 22enne lungo sloveno di passaporto greco, nel giro di un anno solare, sono stati vertiginosi e lo si è visto anche giovedì nella vittoria di Eurolega a Zara. La scommessa di Messina è diventata subito un investimento che però rischia di esaurire gli interessi della Virtus il prossimo giugno, quando scadrà il suo contratto in bianconero e dall'altra parte dell'oceano arriveranno le pressanti offerte della Nba. Rascio, 1a scelta di Minnesota, sorride nascondendo le parole tra i denti. Accetta il dialogo ma non è mai molto espansivo anche se l'argomento, il suo futuro, è molto importante per tutti, ora che è diventato uno dei primi 3 centri in Europa. "Davvero non ho ancora deciso nulla - dice - e non so quando lo farò. Tutte le ipotesi sono possibili, ma oggi la mia squadra è la Virtus e qui confido di rimanere per qualche anno ancora se non dovessi andare in America. La Nba è il mio obiettivo, Minnesota è una squadra di giovani, ma ci sono tante situazioni da verificare, a iniziare dal lock-out. In questo momento non voglio pensare a una città che non sia Bologna". Messina è consapevole che la crescita esponenziale del suo biondone, una sorpresa anche per l'ex c.t. che pure ha puntato forte su di lui quando nessuno lo conosceva, avrà il suo sbocco naturale negli Usa. "Parlo nell'interesse di Rascio, che adesso è anche il mio - argomenta il tecnico -. Nella Nba potrebbe andarci da subito, ma oggi non ha l'esperienza, la carriera e le vittorie per poter pretendere un minutaggio adeguato al suo potenziale. Se andasse ora, rischierebbe di fare molta panchina e di conseguenza farebbe un passo indietro. Meglio che provi tra uno-due anni, 24 anni è l'età giusta per avere la prospettiva di giocare molto ed essere importante, come per esempio ha fatto Divac. Gli scade il contratto con noi, è vero, ma credo che Cazzola farà di tutto per trattenerlo anche se ritengo che non sarà una questione economica a decidere per Rascio". L'esplosione di Nesterovic è il tema principale di questo inizio di stagione. "La spiego in quattro punti anche se, confesso, non credevo che potesse farcela così in fretta - analizza Messina -. Primo, ha un talento enorme e di questo deve ringraziare me; secondo, ha una gran bella testa, nel senso che è un ragazzo già molto maturo ed equilibrato, di questo invece deve ringraziare i suoi genitori (il papà fa il ferroviere e mamma la nurse in ospedale, entrambi vivono a Lubiana, ndr) che gli hanno impartito la migliore educazione possibile; terzo, ha avuto la collaborazione di compagni di scuola slava che lo hanno aiutato a inserirsi presto e bene a Bologna anche fuori dal campo; quarto, ha sfruttato gli insegnamenti di tutti i suoi allenatori che hanno lavorato bene con lui. Nel ranking europeo dei pivot, Tarlac e Rebraca sono tuttora più affidabili, avendo più esperienza; Nesterovic viene per terzo, ma è molto vicino a insidiarli. Il sorpasso può avvenire quest'anno, anche se dobbiamo aspettarci qualche caduta di rendimento come un fatto fisiologico della sua crescita. Non è fisiologico, invece, quello che ha saputo fare in un anno, migliorando sempre. è un'eccezione tra i lunghi". Nesterovic ha trasformato di fatto anche il gioco della Kinder '99, diventando un terminale offensivo ricercato dai compagni. "L'anno scorso eravamo una squadra troppo perimetrale. La fiducia che ha preso Rascio nel suo tiro insieme a quella che si è conquistato sul campo ci faranno diventare, col rientro di Danilovic, meglio bilanciati dentro-fuori. Rascio, con la partenza di Savic, ha sentito crescere le sue responsabilità e non le ha sfuggite. è vero che senza Sasha ci sono più tiri per lui, ma è altrettanto vero che una minaccia dentro l'area solleva la pressione dagli esterni e quindi anche Danilovic ne beneficerà". Nesterovic annuisce. "Ho più fiducia nei miei mezzi ma devo ancora migliorare sotto l'aspetto fisico e dell'aggressività difensiva e mentale. Il fatto di avere tutti gli occhi puntati addosso non mi spaventa". E Messina gli chiede un'altro passo in avanti. "Vorrei - conclude il coach - che Rascio schiacciasse di più. è un gesto da intimidatore che dà la carica a tutti: a chi schiaccia, ai suoi compagni e ai suoi tifosi".

 

NESTEROVIC TROVA LE PAROLE

di Massimo Oriani - La  Gazzetta dello Sport - 17/10/1998

 

Ettore Messina sale sull'autobus che porta i reduci della campagna di Russia dall'hotel all'aeroporto Sheremetyevo. "Buongiorno a tutti - saluta il coach - ammesso che di buon giorno si possa parlare". Gli infortuni alle caviglie di Antoine Rigaudeau e Hugo Sconochini (il francese è out per la sfida di domenica con la Sony Milano, l'italo-argentino in forte dubbio) pesano più della "storica vittoria", come l'aveva definita lo stesso allenatore poche ore prima, sul Cska, imbattuto sul suo campo in Eurolega da 12 partite consecutive. Può sembrare un gesto di superiorità, invece è proprio quello che distingue i vincenti dal resto del gruppo. Mai guardare indietro e farsi belli per un'impresa compiuta, ma tenere ben in vista gli obiettivi da raggiungere, uno alla volta. E a proposito di vincenti, da queste parti ce n'è uno che ha proprio tutta l'aria di voler rompere gli indugi e far capire al mondo di che pasta è fatto. Si chiama Radoslav Nesterovic, lo chiamano Makris in Europa, il suo nome da naturalizzato greco. è un fuoriclasse timido timido, che sta diventando un killer silenzioso. Le sue cifre nelle prime quattro gare di Eurolega della stagione sono impressionanti: 18 punti con 9/15 contro l'Olympiakos (unica sconfitta della Kinder, peraltro priva di Sconochini e Danilovic), 21 punti con 10/15 contro lo Zadar in Croazia, 11 punti con 5/8 nella larga vittoria interna con l'Alba Berlino, e infine, giovedì sera a Mosca, 18 punti con 9/10. Può bastare? Ma come fai, Rascio? La risposta è semplice in maniera devastante: "Contro il Cska ho solo trovato una buona serata, ho provato a tirare come faccio sempre e ho fatto canestro, non penso mai alla percentuale quando gioco, ci provo e basta. L'importante è vincere le partite, portare a casa i due punti". Nesterovic è ancora giovane, lo guardi e vedi un bambinone cresciuto a dismisura, con lo sguardo tenero. Neppure in campo fa la faccia da cattivo, non è un tipo alla Danilovic, che sfida gli avversari e il pubblico, ma questo non limita certo il suo potenziale o il suo rendimento. Quest'anno deve anche farsi carico di maggiori responsabilità, perché, perlomeno sin qui, l'apporto di Zarko Paspalj non è certamente paragonabile a quello che garantiva Zoran Savic, essendo oltretutto un tipo di giocatore diverso. "Senza Savic - riprende Radoslav - effettivamente mi sento più responsabilizzato in attacco, ma la cosa mi fa solo piacere, non la prendo come un peso o un qualcosa che mi dà fastidio. Credo comunque di dipendere ancora dal rendimento della squadra: se giochiamo bene tutti, le cose sono più semplici anche per me". Lapalissiano Rascio. L'estate di Nesterovic non è stata una qualunque: a giugno è stato scelto nel draft Nba dai Minnesota Timberwolves con il numero 17 e ha passato un paio di settimane ad allenarsi con altri giocatori che tentavano di "fare la squadra". "Un'esperienza utilissima - spiega l'interessato -. Ho capito che nella Nba si gioca molto più fisicamente che non da noi in Europa e che io non sono ancora pronto sia dal punto di vista della forza fisica che da quello tecnico. Ho ancora molte cose da imparare. Ho lavorato tanto sul tiro in sospensione con Messina durante le due settimane di ritiro anticipato per quelli che non erano reduci dal Mondiale. Speriamo che continui a migliorare". Ma fra un anno, quando le sirene dei professionisti chiameranno, Rascio cosa risponderà? "è presto per dirlo, ma un anno potrebbe non bastare. Adesso non ci penso però". Uno dei segreti di Nesterovic lo svela Claudio Crippa: "Per lui il basket è divertimento. Spesso il lunedì pomeriggio mi chiama per andare in palestra a fare quattro tiri, soffre a stare lontano dal parquet". E soffrirebbe la Kinder senza di lui, ormai ago della bilancia tanto quanto Danilovic, dal punto di vista strettamente tecnico. "Proviamo a vincere tutto anche quest'anno - chiude Rascio -. Una squadra come la Virtus ha l'obbligo di farlo".

Nesterovic e Binelli, le Torri Gemelle

 

NESTEROVIC: CASO INTERNAZIONALE

di Carlo Annese - La Gazzetta dello Sport - 24/11/1998

 

È l'ennesimo caso internazionale creato dalla Grecia. Ma stavolta riguarda anche la Virtus Bologna. Alla vigilia del ritorno delle qualificazioni per gli Europei '99, Radoslav Nesterovic, centro sloveno della Kinder con passaporto greco, è al centro di un braccio di ferro che potrebbe anche fargli perdere la possibilità di continuare a giocare come comunitario. La federazione greca ha comunicato, infatti, a quella italiana che, se Rascio dovesse essere schierato mercoledì dalla Slovenia contro la Grecia, potrebbe chiedere alla Fiba di togliergli l'eleggibilità come giocatore della Bosman o addirittura ottenere dal governo greco il ritiro del passaporto. In realtà, ben poco di tutto questo è fra i poteri di una federazione. Ma le minacce non guastano mai, visti i risultati ottenuti in estate. La situazione di Nesterovic è simile a quella di Gurovic e Stojakovic, le due stelle jugoslave con passaporto greco che non hanno potuto partecipare ai Mondiali di Atene non avendo mai giocato in nazionale prima della dissoluzione della ex Jugoslavia: se lo avessero fatto, in Grecia sarebbero stati riammessi solo come stranieri. Marko Jaric, invece, il play jugo-greco della Teamsystem, ha potuto giocare agli Europei under 22 avendo già fatto parte di una rappresentativa giovanile prima del '93. Il centro della Kinder, in effetti, è stato schierato dalla Slovenia agli Europei del '97 a Barcellona, poche settimane prima di trasferirsi alla Kinder, senza che questo provocasse alcuna conseguenza per il suo riconoscimento come comunitario. E in estate ha anche rinnovato il passaporto per 4 anni. La Virtus, comunque, vuole evitare rischi e ieri, dopo aver ricevuto la comunicazione dei greci, ha "congelato" la posizione del giocatore. In serata, ha inviato un fax alla federazione slovena chiedendo che Nesterovic non venga impiegato nelle tre gare contro Grecia, Germania e Slovacchia. "Siamo tranquilli sulla posizione di Rascio - spiega il g.m. virtussino Brunamonti -, ma con i greci non si sa mai. Fra un mese, poi, potremmo affrontare il Paok nella seconda fase di Eurolega ed è meglio non creare tensioni".

 

MINNESOTA: NESTEROVIC FIRMA E GIOCA

La Gazzetta dello Sport - 06/05/1999

 

Rascio Nesterovic ha debuttato nella Nba. Con una tremenda lotta contro il tempo che ha coinvolto i Minnesota Timberwolves, la Kinder, con la quale era sotto contratto fino al 31 giugno e che ha dovuto liberarlo con una transazione che, pare, abbia coinvolto anche il contratto di Olowokandi (assistito dallo stesso agente di Rascio) e l’ufficio emigrazione degli Stati Uniti, Nesterovic, partito da Bologna e arrivato direttamente a Houston, è sceso in campo nella sconfitta contro i Rockets giocando 12’ e realizzando 4 punti (1/4 al tiro, 2/2 ai liberi, 2 rimbalzi). Ha firmato un triennale che, oltre alla stagione in corso che gli sarà interamente versata, gli garantirà 1 milione di dollari nel 1999-2000 e 1.172 nel 2001. Probabilmente meno di quello che avrebbe percepito alla Kinder ma con la prospettiva di giocare nel campionato più bello del mondo e di un contratto da stella dal 2001.

 

NESTEROVIC: "VI RACCONTO LA MIA NBA"

di Marco Valenza - Superbasket - n. 42/1999

 

Fa bene Rascio Nesterovic a non dire quello che pensa, si vede che Danilovic, col quale si sente quasi quotidianamente, gli ha spiegato le regole del circo NBA.

Mi trovo bene qui, l'anno scorso sono andato al campo di Houston per giocare direttamente dall'aereo, ho conosciuto i compagni in spogliatoio e mi hanno accettato. È fondamentale: nella NBA più di quanto sai fare spesso conta il posto in cui lo fai e chi ti circonda, soprattutto se sei straniero e devi capire molte cose. Per ora tutto va bene: l'organizzazione e superba, devi pensare solo ad andare in campo e fare il meglio possibile. Per il resto, C'è qualche specialista che provvede al posto tuo.

Un esordiente non è, ma i 59 minuti dell'anno scorso distribuiti su cinque partite, due di regular season e tre di playoff, non ne fanno certo un "secondo anno": resta quindi da vedere che impatto avrà con un gioco diverso e di più alto livello. Intanto, ha già assaggiato che aria tira.

Le differenze sono molte, c’è più uno contro uno, non ci sono aiuti, ci sono tanti schemi anche se si tira dopo un paio di passaggi al massimo, non si gioca ai 30 secondi e c'è molta tattica anche se non si vede. Sotto canestro il gioco è molto più fisico, adesso mi sono abituato, ogni giorno va sempre meglio. Nei nostri schemi io parto sotto, ma ho occasione di tirare da fuori, il che può aiutarmi a non dover sempre giocare di forza. La questione di quanto e come giocherò non mi preoccupa, non mi gaserebbe sapere in anticipo di dovere partire in quintetto, come se fosse un accordo contrattuale. Sarebbe bello ma preferisco iniziare piano e conquistarmi sempre più minuti con il gioco che spero di produrre in campo. Vorrei ripetere la crescita del primo anno a Bologna, quando giocando bene rosicchiai un minuto dopo l'altro, anzi credo che allora tu molto più difficile, perché venivo da un anno di inattività e non ero abituato a stare in campo. Ora sto bene, sono allenato e pronto, credo di essere al 100% per dare il meglio di me. Se avessi dei dubbi, se nella mia testa si insinuasse anche solo un "forse" sarebbe un problema. In questo gioco devi essere sicuro di te, se hai la certezza di poter fare una cosa la farai. Io non posso dire se tra qualche anno sarò tra i primi centri della NBA, posso dire che sarò concentrato: né posso ipotizzare dove sarò e a che livello giocherò tra cinque anni, tutto dipende da come inizierò e da come sfrutterò lo spazio che mi verrà dato.

Il suo amico e maestro Danilovic gli ha anche spiegato che la vita in America non è rose e fiori e, da perfetto allievo, Rascio è allineato.

Sasha mi ha detto tutto, anche lui è stato un rookie e l’inizio è difficile per tutti. Lo stile di vita americano non mi piace per niente. Alle 10 di sera le città sono deserte, ogni giocatore della squadra va per conto suo, di Bologna mi mancano terribilmente gli amici ed il giro che mi ero creato. È un altro mondo, ogni tanto esco con Andrae Patterson e Wally Szczerbiak (i più giovani del gruppo), ma non è la stessa cosa.

Ha preso una casa fuori città, ha un computer e con internet si tiene in contatto con il resto del mondo ed è aggiornato su quanto accade in Italia; del campionato italiano sa tutto, sa che di nuovo lo scudetto sarà una vicenda privata bolognese.

Sono sicuro che vincerà ancora la Virtus. A Bologna mi sono trovato veramente bene, ho passato due anni magnifici, con la squadra, con i tifosi. Ho imparato tante cose, non ho avuto alcun problema con la gente, con i compagni, con il coach. Forse è merito anche mio, ma diciamo che è merito di entrambe le parti. Mi è dispiaciuto andarmene velocemente, persino senza la possibilità di salutare i tifosi. Questa è la vita, sapevo che stavo facendo la cosa giusta, sapevo che la carriera mi avrebbe portato nella NBA ed ho scelto io i tempi. So che Minnesota e Kinder hanno parlato di un'amichevole, se ne parlerà l'anno prossimo o tra due, ci terrei a tornare.

Anche lui, come tanti, ha letto su internet la voce di un suo ritorno immediato a Bologna, una sorta di "saudade alla slava". L'ha scritto il sito "Eurobasket" e l'hanno letto tutti.

Persino i dirigenti dei Timberwolves mi hanno chiesto se davvero stavo male e volevo andar via, ma me lo hanno detto sorridendo perché sapevano che non c'era niente di vero. Sono cose stupide, qui faccio il mio lavoro, gli allenamenti durano 2 ore e mezzo o 3, c'è sempre molta tattica, a volte si corre di più, a volte di meno, ma con l'allenatore è tutto a posto.

Ed il futuro immediato per Nesterovic si chiama Giappone, dove i Timberwolves apriranno la stagione il 6 e 7 novembre giocando al Tokio Dome contro i Sacramento Kings. Per Rascio sarà la prima volta in Giappone, un'emozione in più, forse l’unica.

 

Per l’iniziativa “Gli uomini che hanno fatto la storia della Virtus”, sabato durante la gara contro Varese il presidente Renato Villalta premierà Radoslav Rasho Nesterovic, protagonista di due stagioni con la V nera, dove ha vinto Eurolega e scudetto nel 1998 e Coppa Italia nel 1999, prima di approdare al mondo della Nba.

 

“LA VIRTUS È CASA MIA”

Due anni indimenticabili: a Bologna ho imparato e vinto tutto. Messina e Valli, ma anche Savic e Danilovic: ho avuto tanti maestri. E mi porto dentro il prof. Grandi”

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 17/04/2014

 

Non ha dimenticato Bologna, per il semplice fatto che le due stagioni trascorse qui sono state le più belle della sua vita. Radoslav Nesterovic detto Rasho, compirà 38 anni il prossimo 30 maggio. Ha una moglie, Maia, quattro figli - Nicola, 6 anni, è il più grande, poi ci sono Teodora, Nadja e Anastasia di 11 mesi - e un presente di “autista”. In Virtus dal 1997 al 1999, ha vinto un’Eurolega, uno scudetto e una Coppa Italia, prima di volare nella Nba, dove ha conquistato un anello con gli Spurs di Ginobili e Duncan.

Nesterovic, sabato sera la Virtus la premierà.

“Per me è un onore”.

In panchina, oggi, c’è Giorgio Valli.

“Che ai miei tempi era uno degli assistenti di Messina, Giorgio mi ha insegnato tante buone cose”.

Due sole stagioni in Italia: eppure parla la nostra lingua meglio di tanti americano che sono qui da decenni. Qual è il suo segreto?

“Mi alleno tutti i giorni”.

Chiama i suoi amici italiani?

“A Bologna ne ho tanti, a cominciare da Fabio Ponzellini. Ma la realtà è che tutti i giorni seguo almeno un tg delle televisioni italiane. E resto in allenamento,

Torniamo a Bologna.

“Facile, l’esperienza più bella della mia vita”.

Perché?

“Prima di tutto perché sono stato bene. Poi perché in due stagioni ho bruciato le tappe. Sono arrivato quasi bambino, mi sono ritrovato nella Nba”.

Veniva dalla Grecia, dove l’avevano naturalizzata con il nome di Makris.

“Venivo soprattutto da una stagione di stop, o quasi, a Lubiana. Avevo vent’anni o poco più. C’erano grandi dubbi su di me”.

E infatti di quella Virtus, lei, sulla carta, era il quinto lungo dopo Savic, Amaechi, Frosini e Binelli.

“Vero”.

Poi che accadde?

“Chiedetelo a Messina. Ettore tirò fuori il meglio di me. Davo fisicità, atletismo, doti che servivano a quella Virtus. Non ho dimenticato nulla perché le esperienze più belle restano dentro di te. Però magari Ettore ha una spiegazione migliore”.

Il ricordo più bello?

“Facile anche questo. Lo scudetto, gara cinque, un finale che nemmeno Hitchcock avrebbe potuto scrivere. Noi sempre sotto, alcuni tifosi che preferiscono lasciare il palasport per non assistere al trionfo della Fortitudo. Poi tutti che ritornano perché c’è il tiro da quattro e il supplementare”.

Lei era un bimbo o quasi: però aveva due chiocce straordinarie, Danilovic e Savic.

“Mi sono stati vicino, mi hanno aiutato. Mi hanno spiegato cosa fare. Se sono diventato professionista lo devo anche a loro e a un gruppo eccezionale. E non posso dimenticare l’umanità e la verve del professor Grandi”.

Poi la Nba, il titolo a San Antonio nel 2005.

“Bello, bellissimo. Ma vincere a Bologna è impagabile”.

E Ginobili?

“Un fenomeno. Anche adesso”.

In Texas ora c’è Belinelli. Lo ricorda in Virtus?

“No, era troppo piccolo. Ma abbiamo giocato insieme a Toronto. Siamo diventati amici”-

Beli e Manu vogliono il titolo.

“Spero ce la facciano. Pensando a come gli Spurs hanno perso lo scorso anno se lo meritano”.

Cosa fa oggi Nesterovic?

“Do una mano alla federazione. E poi faccio l’autista”.

Prego?

“Ho una moglie e quattro figli. Cerco di seguirli, sono a loro disposizione”.

Si è ritirato giovane dalla Nba?

“Con gli Spurs ho vinto. Guadagnare tanto solo per giocare, ma senza provare a vincere, non mi piaceva. La famiglia per me conta molto. Mi sono messo a sua disposizione”.

Pronto alla festa?

“Bologna è speciale. Arrivai qua giovanissimo, da Bologna a casa mia c’erano tre ore di distanza. Sono diventato grande, sentendo sempre tanto affetto. Per questo non posso che dire grazie a tutti".

 

EMOZIONE NESTEROVIC: “CHE BELLO TORNARE”

Lo sloveno prima del match: “Ingiusto fare paragoni con il presente”

Il Resto del Carlino - 20/04/2014

 

Così come il popolo della Virtus non ha dimenticato Rasho Nesterovic, così il lungo sloveno ha ancora nel cuore BasketCity. Ieri è stato premiato nell’iniziativa “Gli uomini che hanno fatto la storia della Virtus”.

“È sempre un piacere tornare a Bologna - racconta l’ex giocatore bianconero che con la V nera vinse uno scudetto e la prima Eurolega - specialmente in questo palazzo. Inoltre giocai l’ultima partita con Varese, per cui mi sono particolarmente emozionato quando sono stato chiamato in mezzo al campo e Renato Villata mi ha consegnato una targa ricordo.

Da allora i tempi sono cambiati parecchio e oggi la squadra non è più quel carro armato che aveva pochi rivali in Europa e ancora meno in Italia. “È vero. Grazie ai nostri successi avevamo molto seguito e la dimostrazione era che il palazzo era sempre molto pieno. I paragoni, però, sarebbero ingiusti perché la situazione economica è diversa e non ci sono più le risorse di allora”.

 

NESTEROVIC: LA VIRTUS BATTERA’ MILANO

tratto da bolognabasket.it - 03/06/2021

 

Rasho Nesterovic è stato ospite di Sport Club su èTV.
Questo il suo pronostico sulla prossima finale scudetto.

“La Virtus battera’ Milano, lo scudetto tornerà dove deve stare”.