STAGIONE 1992/93

 

Pasquali, Nadalini, Carera, Wennington, Binelli, Brigo, Moretti, Messina

Coldebella, Morandotti, Marcheselli, Diacci, Danilovic, Brunamonti, Orsoni  (foto tratta dal libro "3 Volte Virtus")

 

Knorr Bologna

Serie A1: 1a classificata su 16 squadre (24-30)

Play-off: CAMPIONE D'ITALIA (7-7)

Coppa dei Campioni: eliminata ai quarti di finale (8-16)

Coppa Italia Coppe: finalista (6-8)

 

N. nome ruolo anno cm naz note
4 Roberto Brunamonti P 1959 192 ITA  
5  Predrag Danilovic  A 1971 201 JUG  
6 Claudio Coldebella P 1968 196 ITA  
7 Davide Diacci G 1974   ITA dal 04/10/92 al 08/05/93
8 Emilio Marcheselli P 1968 192 ITA  
9 Paolo Moretti G/A 1970 200 ITA  
11 Augusto Binelli C 1964 211 ITA  
12 Bill Wennington C 1963 205 USA  
13 Riccardo Morandotti A 1965 200 ITA  
14 Flavio Carera C 1963 206 ITA  
15 Damiano Brigo C 1973 209 ITA  
  Stefano Sacchi   1974   ITA dal 06/04/93 al 06/04/93
  Fausto Bernardelli G/A 1973 198 ITA dal 25/10/92 al 25/10/92
  Gabriele Ruini P 1974 185 ITA  
Solo amichevoli: Gabriele Bonetti, Christian Barzanti.
             
  Ettore Messina All     ITA  
  Renato Pasquali ViceAll     ITA  

 

Partite della stagione

Statistiche di squadra

Statistiche individuali della stagione

Giovanili

IL FILM DELLA STAGIONE

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

Arriva il big Danilovic, fresco campione d'Europa, ma anche il giovane Moretti e Carera a formare insieme ai confermati Brunamonti, Coldebella, Morandotti, Wennington e Binelli una squadra completa. Nei 10 anche Marcheselli e Brigo. In precampionato clima allegro, partitella giocatori contro tecnici, vincono i primi, Danilovic 6 gol, Brigo rigore decisivo. Vinto il torneo di Sportilia e secondi a Bologna al Trofeo Knorr, ci si presenta a Ferrara per la Coppa Italia; estensi subito avanti, 14-6, poi 21-15, è Marcheselli ad impattare a quota 23. Dopo tutto facile per la Virtus, 50-64 al 30' e 70-79 alla fine. Due giorni dopo nel ritorno, le Vu nere vincono di venti punti, dopo essere stata avanti anche di trenta. I sedicesimi sono stati affrontati senza Brunamonti e Moretti. Per l'andata degli ottavi a Fabriano rientra Paolino, ma è assente Coldebella. Moretti va ad affiancarsi a Danilovic come fromboliere e i due con 22 punti a testa portano i bolognesi ad un faticato successo 69-73. Nel ritorno, con la Virtus finalmente al completo, parte meglio la squadra marchigiana, che si trova a condurre anche 21-28 ed è ancora avanti all'intervallo 40-41, poi i bianconeri si scuotono e al 30', sul 65-55 la pratica qualificazione è chiusa; finisce 80-76. Si comincia il campionato contro Trieste e l'avvio è confortante, 36-22 al 15', ma un parziale di 2-13 rimette la gara in discussione. Nella ripresa la difesa, il contropiede e Danilovic, 19 punti per lui alla fine, lanciano la Virtus verso il successo 82-70. Decisivi il predominio a rimbalzo, 40-27 e un superlativo Morandotti, 17 punti e una presenza sotto i tabelloni, che sopperisce alle latitanze di Binelli, 3 falli dopo 4'30", soli 12 minuti giocati, 5 falli e zero punti, e Wennington, già tre falli all'intervallo. Andata dei quarti di Coppa Italia, in trasferta contro Cantù: inizio agghiacciante, 26-8, ma all'intervallo la Virtus è già a meno 6, con Cantù che tira con l'85% da sotto e il 75% da fuori anche se solo 1 su 4 da tre e la Virtus che regge col 62% da sotto, il 50% da fuori e l'85% da tre. Nella ripresa con un 1+1 di Moretti, le Vu nere pareggiano sul 73-73 al 34'30"; Il peggio sembra passato ma un parziale di 11-0 fa di nuovo sprofondare i bianconeri, che escono sconfitti 88-76.

Si torna al campionato e a Caserta la gara si decide sul 60-63, quando Anderson ha una comoda palla da schiacciare, sbaglia e commette il quinto fallo, Danilovic porta i suoi a +5 dalla lunetta e la gara si chiude sul 64-70. L'esordio in coppa avviene a Modena, dove gli ucraini del Kiev accettano di giocare la gara casalinga, a cui rinunciano in cambio di dieci giorni di ospitalità e un po' di dollari a risarcimento del mancato incasso e così la Knorr si risparmia un disagevole viaggio a Kiev. Contro la Scaini Brunamonti marca visita causa influenza, ma Moretti nel ruolo di aiuto regia dà ritmi alti e il 10 su 11 al tiro di Danilovic, il totale recupero di Morandotti e la solidità di Carera, fanno capire che rispetto all'anno precedente la forza della squadra è cresciuta enormemente; è proprio Paolino, la novità forse meno attesa, quando esce al 35' sull'83-67, a ricevere la meritata ovazione. Nel ritorno di Eurolega contro Kiev sono regolarmente in quintetto Brunamonti, ripresosi dall'influenza, e Binelli che si era accasciato nel finale contro Venezia, per un danno alla caviglia sinistra. L'insolito orario d'inizio delle 20,00 fa perdere a molti ritardatari l'inizio scoppiettante di Wennington, 14 punti in 10 minuti (saranno 26 alla fine), Danilovic ne segna 15 nel solo primo tempo e la partita non ha storia 96-85. Un incontenibile Danilovic trascina la Virtus al successo contro Pesaro, lo supportano un Moretti decisivo nei momenti delicati e la duttilità di Morandotti. I marchigiani resistono fino al 59-55 del 33', poi crollano 77-60. Intanto nel sorteggio di Coppa Bologna è finita in un girone di ferro con Limoges, Paok, Maccabi, Joventud, Scavolini e Cibona, ma era successo anche l'anno prima e alla final four andarono quattro squadre dell'altro girone. Ritorno di Coppa Italia contro Cantù, con dodici punti da recuperare. L'inizio non è incoraggiante, 11-15 dopo 8'30", quando entrano Carera e Morandotti per Binelli e Wennington, ma le cose non migliorano, 22-28, poi in 4'30" la Virtus con un parziale di 14-2 si porta sul 36-30 e chiude il primo tempo sul 40-36, con buone cose nel finale di Bill (14 rimbalzi per lui al termine della gara) e Moretti, ottima spalla per Danilovic, che continua a dare un buon contributo anche ad inizio ripresa, infatti una sua tripla, seguita da una di Brunamonti danno al 23'30" il 52-40 che impatta il punteggio totale del doppio confronto. Trascinata da Sasha, 6 su 9 da due punti, 3 su 5 da tre, 11 su 13 ai liberi, 6 recuperi, 3 stoppate e 40 di valutazione, la Virtus prosegue la sua marcia fino al 63-47 del 31', ma i 5 falli di Binelli e i 4 di Carera fanno momentaneamente riavvicinare Cantù, poi i bolognesi si assicurano la qualificazione con autorità 78-57.

Di nuovo campionato per affrontare Montecatini dell'ex Clemon Johnson in trasferta: subito sotto 11-2 e con Wennington con tre falli, la Virtus rientra con il tiro da fuori, Danilovic, Brunamonti, ancora Sasha e Moretti firmano quattro triple consecutive e la Bologna sorpassa al 9' 21-23, poi però si arresta per sei minuti subendo un 12 -2, per il 33-25 del 15', per fortuna che i locali sbagliano parecchio dalla lunetta e il primo tempo termina con un distacco limitato 35-33. Equilibrio nella ripresa fino al 9' poi il quarto fallo di Mc Nealy, consente a Wennington di dominare sotto i tabelloni e dopo aver sudato per 30 minuti, la Virtus scappa, con Danilovic e Coldebella che vanno a bersaglio e Brunamonti che firma tre canestri pesanti consecutivi. Turno infrasettimanale a Reggio Calabria senza gli infortunati Brunamonti e Danilovic e dopo 46" s'infortuna Wennington al ginocchio destro e deve uscire. Coldebella e Moretti, rispettivamente alla fine 15 e 21 punti, tengono in rotta le Vu nere e Bill, rientrato momentaneamente, segna il canestro del 16-24. La Viola recupera passa a condurre e, a parte il 30-31 firmato da Binelli, ci rimarrà fino al termine. Al riposo è 41-34 e nella ripresa con Bologna in versione tutta italiana e senza il suo capitano le cose non migliorano, finisce 82-67, dopo essere finiti sotto anche di 19. Contro Pistoia ancora fuori Brunamonti e anche Wennington reduce dall'infortunio di Reggio Calabria, ma rientra Danilovic e...si sente: 12 su 15 da due punti, 1 su 3 da tre, 8 su 9 ai liberi, 7 rimbalzi, 3 recuperi, 3 assist. Al 13' Carera e Binelli hanno già messo insieme un totale di 6 falli, senza il capitano Coldebella e Moretti si accollano l'onere della regia ma al tiro sono deficitari, 0 su 6 e 1 su 7 rispettivamente; ci pensa Sasha, che firma il canestro del sorpasso al 14', e, dopo che il primo tempo si è chiuso 40-37, il 65-52 nella ripresa che permette alla Virtus di controllare la gara. Contributo importante da Morandotti, 6 su 9 al tiro, finalmente ritornato ai suoi livelli anche in attacco, e da Binelli, 14 punti nella ripresa.

In Croazia per il debutto nel girone europeo Virtus al completo: partono i recuperati Brunamonti e Wennington, Moretti, quest'anno in servizio di leva, che ottiene il via libera dall'esercito, e Danilovic, dopo le rassicurazioni del consolato italiano sulla situazione nella ex Jugoslavia. Per Virtus è ugualmente un calvario, dopo 8' è già sotto 17-4, con solo Morandotti e Binelli a segno, all'11', sul 25-7 si registra il primo punto di Danilovic, al 14'30" il tabellone dice 32-12 e anche se al riposo i bolognesi sono sotto "solo" 44-29, l'8 su 27 al tiro è molto eloquente. Nella ripresa, nonostante i tentativi di riavvicinamento della Knorr, al 40' i croati hanno incrementato di un punto il loro vantaggio rispetto all'intervallo, 82-66. Si va a Rimini e la Virtus si trova sotto 39-28, poi 41-32, quando un provvidenziale blackout elettrico arresta i romagnoli; quando si riprende la Marr non è più la stessa e a cavallo dei due tempi si ha la rimonta bolognese, con i romagnoli che in 14'30" segnano solo 3 punti, e nonostante il quarto fallo di Morandotti al 25', la Knorr sorpassa sul 52-54, viaggiando tranquilla verso la vittoria contro un'avversaria che non ha più energie. Riscatto di Danilovic con 24 punti, dopo la debacle di Zagabria, Brunamonti ancora non al meglio confeziona comunque quattro assist e Carera dà la scossa ai compagni. In coppa si riceve Pesaro; partenza sprint dei bolognesi, 24-8 all'11', nonostante al 9' Danilovic abbia già tre falli e non sia in serata di tiro, 1 su 7 per lui. All'intervallo la Scavolini ha ridotto il passivo, 38-29, al 26' quarto fallo di Sasha e partita che torna in equilibrio; sul 71-71, il serbo sbaglia il tiro e Myers allo scadere regala la vittoria ai marchigiani 71-73. Si torna al campionato per ricevere Treviso. Primo tempo shock: al 16' Virtus sotto 25-47, all'intervallo poco meglio, 32-50, ma nel secondo tempo avviene l'incredibile, sotto la spinta di Coldebella, con la grande difesa di Morandotti, con la continuità di Binelli, unico a salvarsi nel primo tempo, con un 5 su 5 di Moretti più un addizionale, con un monumentale Carera, autore di tuffi per recuperare palloni e canestri in attacco, 6 su 7, la Virtus in sei minuti con un parziale di 26-8 pareggia a quota 56. Dopo sette minuti di equilibrio, ultimo vantaggio per Treviso sul 66-67 al 33', la Knorr riprende la marcia trionfale e vince 95-86, con lo straordinario punteggio parziale del secondo tempo di 63-36.

Pausa del campionato, Coldebella e Moretti sono chiamati in Nazionale da Gamba che vuole provare i giovani, Danilovic va all'All Star Game unificato Italia - Spagna a Madrid, accompagnato all'ultimo anche da Messina, che, in sostituzione di Skansi, deve affiancare Bucci in panchina; in Spagna Sasha non brilla, 12 punto nella partita e subito fuori nella gara da tre punti contro Cvjetcanin, che si aggiudicherà poi il trofeo, ma al suo ritorno trascina la Virtus al successo nel quadrangolare di Novara; dopo aver battuto la Cagiva in semifinale 85-80, i bianconeri stritolano in finale la Stefanel 102-77, con 35 punti dell'asso serbo, 8 su 10 da due punti, 2 su 2 da tre. Alla ripresa del campionato, trasferta contro Cantù, dove la Virtus non vince da dieci anni e la tradizione viene rispettata, nonostante un buon inizio; subito Brunamonti e Wennington portano le Vu nere sul 7-11 e dopo una reazione della Clear, 16-13, la Virtus comanda ancora 19-23 al 9' e 23-27 due minuti dopo. Poi i lombardi si mettono a zona e scappano sul 42-32 prima che un parziale di 0-4 faccia terminare il primo tempo 42-36. Nel secondo tempo un 3 su 4 nelle triple di Danilovic, un buon Moretti, 4 su 4, uno strepitoso Wennington, 8 su 12 e 4 su 4 ai liberi, un Morandotti precisissimo, 5 su 6 e 5 su 5 dalla lunetta, portano la Virtus sul 46-47, ma è solo un'illusione, perchè i padroni di casa ritornano in controllo della gara sul 62-51; nuova reazione bolognese con un 1-8 di parziale che li avvicinano sul 63-59. Nel finale Virtus ancora più a contatto, prima sul 77-75, poi, nell'ultimo minuto sull'87-85, ma alla fine vincono i brianzoli 89-85. Si va a Limoges senza Morandotti, vittima di un risentimento meniscale. L'ex Zdovc, con 8 punti in 4', porta i francesi sul 12-5, che si dilata a un +9 all'11', prima di un piccolo sussulto bolognese che limita i danni alla pausa, 38-34. Coldebella firma il 2-11 di inzio secondo tempo che porta la Knorr sul 40-45, poi, dopo la reazione del Limoges, lo stesso Coldebella, Moretti e Danilovic (tutti alla fine con 7 su 10), piazzano tra il 30' e il 37', un parziale di 4-18 che decide l'esito della gara; il 63-76 finale è anche il massimo vantaggio bolognese. Paolo 17 punti, ottimo secondo tempo Sasha 18, frutto soprattutto di una fiammata e Claudio 19, i migliori realizzatori, 8 rimbalzi per Binelli e Carera, il più positivo dei lunghi. Contro il Messaggero, la Knorr è ancora senza Morandotti ma si giova di un grande primo tempo di Binelli, 19 punti alla pausa, poi, limitato dai falli, solo due nella ripresa; Messina alterna le difese a zona 2-3 e 1-3-1, la Virtus Roma sta sempre in partita, al 38' è ancora 91-86, anche se non dà mai l'impressione di potere superare i bianconeri. Decisive nel finale, per non soffrire troppo, due triple di Brunamonti, finisce 101-90, che rappresenta, come era successo in Francia, anche il massimo vantaggio dell'incontro. Nuova tegola su Morandotti, fermato dai medici fino al 9 dicembre per precauzione, anche se le sue aritmie sembrano dovute a stanchezza ed emozione.

A Livorno anticipo televisivo al sabato; spinta da un grande Danilovic, 37 punti, 9 su 13 da due punti, 3 su 3 da tre e 10 su 10 ai liberi, 8 falli subiti, 3 palle recuperate e un assist, comanda quasi sempre Bologna, solo sul finire del primo tempo, con un parziale di 11-3, la Baker passa avanti 35-34, ma la Virtus è comunque sopra all'intervallo 35-37. Nella ripresa di nuovo gara in mano ai petroniani, anche se un nuovo sussulto labronico con un parziale di 17-4 riavvicina i livornesi sul 59-62, poi la Knorr conclude vittoriosa 67-78. Folta la schiera degli ex in campo, il migliore dei quali risulta Carera. Prolungato lo stop di Morandotti fino al 20 dicembre, si deve affrontare il Paok in situazione d'emergenza, infatti anche Coldebella viene recuperato in extremis dopo una contrattura patita nell'ultimo allenamento. Sul 14-19 dopo 8'30", è proprio Claudio ad entrare per marcare Prelevic che viaggia alla media di un punto al minuto, ma per 10 minuti il play italiano lo limiterà ad un solo paniere; i greci aumentano ancora il vantaggio, 14-23, poi la Virtus con un parziale di 16-4 si porta sul 30-27: Qui Coldebella deve rifiatare in panchina e la squadra di Salonicco ne trae subito beneficio andando al riposo sul 32-36. Un 7-0 di parziale a inizio ripresa fa ben sperare, ma Prelevic approfitta di tutti i momenti in cui Coldebella è a sedere per trascinare i suoi (chiuderà con 12-19); la serata abulica di Danilovic, 4 su 12 al tiro, vittima anche di una gomitata con conseguente frattura al naso, peggiora ulteriormente le cose e gli ellenici passano 64-75. Intanto viene annunciato che a fine stagione la Virtus libererà Messina dal suo contratto per permettergli di rispondere alla chiamata della Nazionale che lo vuole sulla panchina per sostituire Gamba. Rispetto alla coppa, tutta un'altra Knorr quella che affronta Torino, velocità e contropiede stritolano gli avversari, 41-20 al 14', 52-34 al riposo, 88-58 al 36' e 98-72 alla fine, ma, come dice Messina i piemontesi hanno permesso cose, che la struttura di gioco greca non concedeva. Moretti, Danilovic e Wennington mattatori rispettivamente con 29, 21 e 16 punti; lo stesso Bill, Carera e Binelli catturano insieme 21 rimbalzi. Per restare in corsa in Europa, bisognerebbe non perdere a Tel Aviv, ma il Maccabi nel primo tempo va a folate, due parziali di 7-0 e uno di 15-4 scrivono alla pausa il 47-37, che poco prima era stato 47-35. A inizio secondo tempo Brunamonti e Danilovic portano in 3'30" la Virtus a meno 1, al 26' si registra il primo vantaggio, 53-55; Sasha tiene la Virtus in partita, risulterà il migliore realizzatore e rimbalzista, con 26 punti e 11 palloni catturati sotto i tabelloni, Coldebella è un leone, ma purtroppo commette il quinto fallo al 39', quando sull'80-77 sembra ardua per i bolognesi. Si scatena, però, Moretti che prima pareggia con una tripla, poi sulla sirena segna il canestro decisivo, 80-82 per la Virtus che, sempre sul filo di lana, bissa il blitz dell'anno prima. Rientra Morandotti a Milano, anche se può dare un contributo limitato. L'inizio è tutto Philips, 14-2 al 5', poi con un parziale di 6-21 i bolognesi passano avanti 20-23. A inizio secondo tempo, sul 28-42, la gara pare chiusa, ma Milano rientra e nel finale punto a punto sembra che nessuno voglia vincerla, prima a Binelli viene annullato un canestro valido per presunta infrazione di passi, poi lo stesso Gus si fa stoppare, sul 71-72 Brunamonti sbaglia dall'angolo il gol partita, poi Riva sul 71-72 fallisce il secondo dei due liberi e nel supplementare per due volte Brunamonti fallisce l'1+1, anche se un suo rimbalzo con tuffo tra i tabelloni pubblicitari risulta decisivo; Milano non approfitta degli errori bolognesi e sull'ultimo disperato tentativo fallito da Pittis da 20 metri la Virtus può festeggiare, 83-84. Strepitoso Danilovic, 29 punti, 23 sono quelli di Moretti e positivi Binelli, 12 punti e 12 rimbalzi alla sua trecentesima partita in bianconero, e Wennington 3 su 3 e 3 su 4 ai liberi con anche 9 rimbalzi. Con un turno d'anticipo le Vu nere sono campioni d'inverno.

Contro Fabriano la Virtus soffre più del previsto, Binelli ha tre falli al 15', per lui alla fine solo 4 punti e 3 rimbalzi; il primo tempo termina 43-39; nella ripresa decisivo Morandotti, il quale riesce a limitare Spriggs che Wennington non tiene, al 30' quando Ricky torna in panchina la Knorr è su un rassicurante 63-53. L'ala bianconera è anche autore del canestro più bello, un'azione Wennington, Brunamonti, Moretti, Morandotti senza che la palla tocchi mai terra. Il migliore in assoluto è comunque Danilovic, 29 punti con 8 su 13 dal campo. La Virtus chiude l'andata con 13 vittorie su 15 gare, mai nessuno prima aveva fatto così bene nei campionati a 16 squadre. Inizia il girone di ritorno il 27 dicembre a Trieste ed è una debacle, il 72-64 finale non dice tutto, molto più esplicito il 50-41 dell'intervallo e il 60-41 del 27'. Danilovic lotta, conquista quattro rimbalzi d'attacco, ma non è nella sua migliore giornata al tiro, 8 su 19, ai rimbalzi i bolognesi soccombono 45-36. Solo nell'ultima parte, con la difesa a zona, i bianconeri arrivano a meno sei, ma non riescono a fare meglio. Prima partita del 1993 contro Caserta in Piazza Azzarita: primo significativo allungo per i giocatori di casa sul 38-28 al 15', ma al 25' sorpassano i campani 50-51, a questo punto allungo delle Vu nere che, con un parziale di 12-3, si portano sul 62-54, poi controllano la gara fino al 91-78 finale. Trenta i punti di Danilovic, 22 quelli di uno straordinario Wennington, 7 su 10 al tiro e 8 su 8 ai liberi, con anche 12 rimbalzi; molto utile anche Brunamonti, 10 punti, 6 rimbalzi, 5 assist e una stoppata. Altra grande prova di Sasha in Eurolega contro Badalona, 35 punti, 9 su 12 da due, 4 su 5 nelle triple, 6 rimbalzi e 3 recuperi; lo affianca, come protagonista del match, un ottimo Moretti, 21 punti. Knorr avanti all'intervallo 55-44, poi nella ripresa Moretti produce da solo un parziale di 8-2, la Virtus un 16-2 e al 33', sul 79-59 la gara è chiusa e gli spagnoli hanno poi modo di limitare i danni fino al 95-85 finale. A Venezia il primo break della Virtus è sul 15-21, che si dilata in un 18-30, ma i lagunari reagiscono fino al 28-30; un parziale di 8-14 permette alle Vu nere di andare al riposo sul 36-44. I veneti provano a rientrare e arrivano sul 54-59 palla in mano all'11'30", ma due canestri pesanti di Brunamonti contro la zona lanciano i bolognesi sul 57-74 quando mancano 7'15" alla sirena; la Virtus può controllare il finale, nonostante le uscite per falli dei suoi lunghi Wennington, Binelli e Carera. Il migliore bianconero è Moretti, 30 punti, ma molto bene anche Brunamonti con 17 e 4 triple. In coppa arriva il Cibona, dopo 7' Binelli ha tre falli e la Virtus ha già esaurito il bonus, ma non si scompone, macina canestri su canestri, all'11' il punteggio è 29-12 che ribalta anche il meno 16 dell'andata, al 13' 40-16; Nakic con 8 punti prova a ridurre il disavanzo, ma la prima tripla di Brunamonti porta il punteggio sul 50-28 dopodichè si segnalano solo curiosità, come la follia di Radulovic che spende il quarto fallo, sul tentativo di Morandotti da metà campo a fine primo tempo, l'aeroplano con cui il tifoso Bertocchi, futuro presidente, in parterre sbeffeggia Petrovic imitando ad ogni realizzazione bolognese, l'aeroplano che lo slavo eseguiva da giocatore per festeggiare i propri canestri. Si arriva così al 38' sul 103-61 al 38' con solo 6 errori al tiro per i giocatori di Messina. Stratosferiche le cifre, Danilovic 8 su 10 da due, 1 su 2 da tre, 4 su 5 ai liberi, 4 rimbalzi. 3 recuperi un assist, Brunamonti 4 su 5 dalla lunga distanza, Morandotti senza errori, 2 su 2 da due, 1 su 1 da tre e 6 su sei ai liberi e 6 rimbalzi.

Doppio viaggio a Pesaro, campionato e coppa. Nella prima gara parte forte Pesaro, 13-2, ricuce la Virtus grazie a Morandotti, ma la Scavolini chiude il tempo sul 45-33 e al 22' è al massimo vantaggio 49-35, ma con un parziale di 14-31 la Knorr raggiunge e sorpassa i marchigiani 63-66, poi prende sei punti di vantaggio al 36'. Sembrerebbe avere l'inerzia in mano la squadra bolognese, ma Pesaro reagisce e si porta sul 78-73 a 32" dalla fine, quando Costa viene sanzionato di un fallo intenzionale ed espulsione per una gomitata a Danilovic; con i quattro tiri liberi la Virtus si ritrova sul 77-78 a 6" dalla fine, ma il fallo sistematico non sortisce alcun effetto positivo, vince la Scavolini 82-77. In coppa altro sprint iniziale dei giocatori di casa, 51-31 al 19', 70-59 al 31'; stavolta la reazione bianconera tarda a venire, ma arriva. Nonostante i lunghi siano latitanti, a parte un buon Wennington, 6 su 6 al tiro, un filotto di Danilovic riporta i suoi in gara, 75-72 a meno di 4' dalla fine. I bolognesi si avvicinano ulteriormente, 79-78, ma sono costretti a subire ancora la precisione dalla lunetta degli avversari, che con Myers infilano i 4 liberi che fissano il punteggio sull'83-80. C'è da ricevere Montecatini senza lo squalificato Messina, ma la Virtus controlla agevolmente il primo tempo, chiuso sul +22, nonostante il 18 su 39 al tiro; bastano le fiammate per tenere a distanza i toscani. Nella ripresa un 7-0 di parziale firmato da Danilovic e da due canestri di Moretti, porta la Knorr sul 67-46. La Bialetti passa a zona e con un 12-25 di parziale si riporta in gara anche se non si ha mai l'impressione che possa impensierire i bolognesi, che infatti chiudono sul 95-76. Buona la gara di un azzoppato Binelli, 15 punti in 33 minuti, apprezzabile un assist in mezzo alle gambe di Danilovic, veementi 5 minuti di Moretti nei quali segna 9 punti, subito in partita Brunamonti che con due triple fa subito scappare la Virtus, 12 rimbalzi di Wennington e sua anche una apprezzabile schiacciata. In coppa arriva il Limoges dell'ex Zdovc. I francesi comandano a lungo, stravincendo la gara a rimbalzo, 21-35, per la Virtus solo effimeri vantaggi, 18-15 all'11' e 31-30 al 19' con i primi punti di Danilovic. Il primo tempo si chiude con i transalpini avanti 34-36. Nella ripresa prova a reagire la Knorr, al 31' passa a condurre 48-44, grazie a Coldebella e Morandotti ed è ancora Ricky, dopo che il Limoges è tornato avanti a siglare il 57-56 prima di accusare i crampi. Bologna sembra scappare sul 64-57, ma una tripla di Young, un canestro impossibile di Dacourry e, dopo che Danilovic ha insaccato solo un libero su due, due tiri personali di Young pareggiano a 7" dallo scadere. Parte Brunamonti in palleggio, arresto prima della linea dei tre punti e tiro che s'impenna sul ferro e si insacca nella retina: 70-67. In campionato si affronta Reggio Calabria, sorprendentemente seconda; non in giornata Danilovic, tanto da commettere il quarto fallo al 27', forse innervosito dalla marcatura di Bullara, e da non essere nei sei bianconeri in doppia cifra, l'ottimo Wennington 20 punti, Coldebella 16, Brunamonti 14, Moretti e Binelli 11, Carera 10. Solo 9 per Sasha, uno in meno per Morandotti. La Virtus prevale grazie all'equilibrio di squadra, al predominio a rimbalzo, 40-28, alle 23 palle recuperate e alla morsa Binelli-Carera che limita Garrett. L'ingresso di Coldebella frutta un parziale di 7-0, per la prima mini fuga bianconera, 22-15, ma la risposta calabrese è immediata, con un 9-17 la Viola si porta avanti 31-32; sarà l'ultimo contatto tra le due squadre, all'intervallo la Virtus conduce 48-38, al 36' 91-73 e si comincia a pensare alla differenza canestri, ma un errore da sotto di Brunamonti, autore poi dell'ultima tripla, fa svanire la possibilità di ribaltare il meno 15 dell'andata, finisc 101-87. Il più 6 in classifica fa comunque dormire sonni tranquilli ai bolognesi. Sofferta trasferta a Pistoia, con molto nervosismo, tanto che sul 26-22 al 16', Morandotti sfiora lo scontro con Minto, poi ha un battibecco con Messina; da lì in avanti fa molta panchina, rientra a 1'08", quando Wennington, Binelli e Carera sono a sedere per raggiunto limite di falli. All'intervallo Virtus a meno sei, 34-28. Lanza spende 4 falli in 7 minuti su Danilovic, ma non gli impedisce di essere il protagonista del parziale di 2-13 che porta le Vu nere avanti 46-49 al 28'. Dopo equilibrio fino alla fine, sul 62-62 Minto mette solo un libero su due, Binelli corregge un tiro fuori bersaglio di Danilovic e sorpassa 63-64, poi sul 63-65 altri due errori di Minto ai liberi condannano Pistoia alla sconfitta. Per capitan Brunamonti superati i 7000 punti in carriera. Da segnalare anche il decisivo apporto di Moretti, sette punti nei momenti chiave e la zona, che nella ripresa, ha permesso ai bianconeri di recuperare.

A Salonicco ottima partenza della Knorr, con 4 schiacciate, due di Wennington e una a testa di Danilovic e Morandotti; al 7' 5-16 con un addizionale di Binelli', poi entra Coldebella, in anticipo rispetto al solito, ma il meccanismo bolognese s'inceppa e Prelevic propizia un 1-11 che rimette in equilibrio la gara, 16-17. Morandotti fa nuovamente allungare i suoi, 16-21, ma arriva il terzo fallo di Danilovic sul 19-25 e così all'intervallo Bologna ha solo un punto di vantaggio, 32-33. Coldebella parte in quintetto nel secondo tempo per marcare Prelevic, che però firma subito la tripla del sorpasso; Claudio, a causa dell'enorme lavoro difensivo, è poco lucido in attacco e così, sul 43-37, al 24' rientra Brunamonti. Carera sostituisce Binelli, gravato di tre falli, come tre ne ha pure Wennington, che esce sul 50-48, ma al 34' rientra, sul 57-52, perchè c'è bisogno di lui. Al 36' Danilovic impatta, 57-57, i greci tornano avanti 60-57 e Bill sbaglia due liberi, fortunatamente Binelli rimedia a rimbalzo, 60-59. A 51" dalla fine, ellenici di nuovo a più tre, Moretti sbaglia e nuovo rimbalzo di Gus, che subisce fallo, ma segna solo il secondo libero, Sasha sporca la rimessa e Moretti si rifugia in palla contesa col più piccolo Korfas, che però si aggiudica la palla a due e così vince il Paok 64-62. La febbre a 39 che colpisce Middleton, rende la sfida con la Marr molto semplice, 41-25 all'intervallo e 93-61 alla fine. Fatto riposare Brunamonti, in campo solo 7 minuti, da segnalare i 25 punti di Danilovic, ma soprattutto i 12 di Marcheselli con un solo errore e gloria anche per Brigo, 4 punti. Sasha accusa un infortunio al piede e non c'è nella gara col Maccabi; Brunamonti con due triple manda avanti la Virtus 12-5 al 4', a metà tempo bolognesi avanti 23-12, ma Moretti s'intestardisce al tiro in una serata di mira storta e gli israeliani pareggiano al 16', 31-31. Sono Brunamonti e Marcheselli a a riportare avanti i bianconeri ed è l'ingresso di Emilio nella ripresa a propiziare il 5-0 che dal 64-57, porta la Knorr su un rassicurante 69-57; la gara si chiude sul 90-71. Ancora senza Danilovic la Virtus viaggia verso Treviso, dove, dopo sei minuti perde anche Binelli, caduti sbattendo la nuca dopo una stoppata a Rusconi. Al 10', sul 21-13, terzo fallo di Wennington, così il solo Carera si salva tra i lunghi, fatta eccezione per 12 buoni minuti di Brigo. Moretti ritrova la vena offensiva, 3 su 5 da tre punti, ma Morandotti ha solo un 3 su 9, con 6 errori iniziali, anche perchè sfiancato dallo sforzo speso nel marcare Kukoc, autore di un 6 su 10 nelle triple. Finisce 84-75, ma era difficile fare di più. Sfida decisiva in Eurolega a Badalona. Dopo il più dieci dell'andata la Virtus deve perdere con meno di 11 punti in Spagna per qualificarsi; si parte con un po' di rammarico per la gara di Bologna, che la Knorr conduceva di 20 punti e solo nel finale il divario si dimezzò. Subito parte bene la Virtus, 4-10 al 5', 8-16 al 7', 15-21 al 10', poi gli spagnoli rimettono la gara in equilibrio e nella ripresa provano a scappare, ma due triple di Brunamonti, tengono le Vu nere a galla. Nel finale i catalani allungano e a 30" dalla fine mettono la Virtus alle corde, 81-69, un punteggio che eliminerebbe la squadra di Messina dall'Europa, ma a questo punto entra in cattedra Danilovic che firma i 4 liberi che portano la Virtus sull'81-73, ma per festeggiare bisogna ancora attendere qualche secondo e l'ultimo errore della squadra di casa, dopodichè la Virtus può cominciare a pensare al quarto di finale, un'altra sfida italo-spagnola contro il Real Madrid. I migliori: Brunamonti, 15 punti, 5 rimbalzi, 4 assist, Binelli che, in forse alla vigilia, produce 17 minuti di qualità, con 4 su 6 al tiro e 5 rimbalzi e soprattutto Danilovic, 24 punti, 7 su 12 al tiro, 9 su 12 dalla lunetta, 4 rimbalzi, 3 assist, 9 falli subiti e i fondamentali 4 liberi negli ultimi 30 secondi, ovvero in quella fase di partita, dove Sasha da fuoriclasse diventa campionissimo, che potremmo definire zona Danilovic, viste le tantissime gare che saranno risolte da sue giocate negli attimi finali.

Comincia un tour de force, tra campionato, final four di Coppa Italia e quarti di finale di Eurolega. Contro Cantù, assente Morandotti, per una distorsione alla caviglia sinistra, Danilovic gioca con l'avambraccio destro fasciato. Partita a strappi, lombardi tenuti a galla da 22 punti in 25 minuti di Tonut, che però, dopo un fallo intenzionale, non segna più, passando il testimone a Rossini e Mannion. La Virtus sembra involarsi più volte, 50-43 all'intervallo, +12 al 33', ma la Clear rientra sempre e quando Moretti esce, accusando un danno al tendine flessore della pianta del piede destro, è sull'85-82. La gara si decide in volata, a 10" dal termine sul più 2, Brunamonti, autore di una gara ottima con 15 punti e 7 assist, sbaglia il suo primo tiro libero dopo 10 centri, ma Carera trasforma il rimbalzo d'attacco per il 95-91 definitivo. In Coppa Italia non recupera Moretti, ma si rimette in sesto Morandotti; semifinale contro la Stefanel, subito un 12-0 in 5'40", non si riprende più, all'intervallo il punteggio è di 44-26. A inizio ripresa Brunamonti arma Danilovic, 9 su 10 da due punti per il serbo, Wennington e Carera fanno muro in difesa e per Trieste è un'agonia fino al 79-61 finale. In finale si affronta la Benetton, curiosamente arrivata fini qui eliminando sempre squadre di A2. Gara combattuta, 60 falli fischiati, 34 già nel primo tempo. Knorr quasi sempre avanti, 11-17, poi 17-26 al 9' con già 11 punti di Sasha; al 15' terzo fallo e tecnico a Wennington, ma Coldebella e Morandotti tengono avanti la Virtus, fino al momento in cui Iacopini, 22 punti nella prima frazione (saranno 25 alla fine) e 4 su 5 nelle triple, impatta sul 41-41 con due triple. Virtus avanti al riposo 43-41 con un canestro di Morandotti. Ancora Bologna nel secondo tempo, 57-46, dopo un 10-1 propiziato da Brunamonti, Coldebella e un'incursione di Morandotti; intanto Treviso ha perso per falli Vianini al 22' e al 27'30" vede infortunarsi Pellacani sul 59-52. Danilovic, dopo un primo tempo da 22 punti, 5 su 7 al tiro e 11 su 12 ai liberi viene limitato a soli 5 punti nella ripresa da Iacopini prima e da Piccoli poi, con il giovane trevigiano che si prenderà anche il lusso di segnare canestri decisivi, quelli del pareggio a quota 69 prima e 71 poi e quello del vantaggio Benetton 73-71. Intanto nel finale Morandotti, per lui 5 su 11 dal campo, 7 su 11 dalla lunetta, 6 rimbalzi e 4 recuperi è in panchina esausto, sebbene Messina abbia cercato di ruotare i suoi, tanto da dare 10' a Marcheselli e 5' a Brigo, anche per i 4 falli che gravano su Brunamonti, Binelli e Wennington. Sarà poi Corchiani a 35" dalla fine a firmare i liberi del 75-73, prima che Danilovic scarichi a Brunamonti il pallone della possibile vittoria, ma il tiro del capitano si spegne sul ferro. A Roma Binelli e Wennington si riscattano, rispettivamente 15 e 16 punti nel primo tempo. Al 12' Virtus avanti 23-36, ma con un parziale di 9-2 Roma sorpassa 45-44, prima che un libero di Carera mandi le squadre al riposo in equilibrio. Nella ripresa scatta avanti la Virtus Roma, 73-64 all'8'30", Danilovic guida la rimonta bolognese confezionando con Coldebella e Brunamonti un 4 su 4 da tre punti con sorpasso 76-77 all'11'. Poi gara in equilibrio, al 37' sul 92-92, risultano decisivi un tecnico a Niccolai, un gancio di Carera e un libero di Danilovic, vince la Knorr 99-101. Binelli 27 punti con 11 su 15 da due e 10 rimbalzi migliore dei suoi. Bene anche Danilovic con 20 e Wennington con 22, nonostante i 4 falli già al 22'. Arriva il Real Madrid per i quarti di finale di Eurolega, la Virtus regge a fatica un tempo, inseguendo comunque sempre e chiudendolo 31-38, soprattutto grazie ai lunghi che segnano 19 dei 31 punti, con Binelli che cattura 7 rimbalzi, solo uno in meno di Sabonis. Se Danilovic segna solo 4 punti, e resta a secco fino al 25', è però difficile contrastare gli spagnoli, infatti la ripresa è un calvario, Real avanti di 26 al 37' e di 20 alla fine. Non c'è tempo di respirare, c'è l'anticipo al sabato contro Livorno degli ex Richardson e Bon, che saranno letali per i bianconeri. Si recupera il febbricitante Morandotti e rientra anche Moretti. Labronici quasi sempre al comando, 35-43 all'intervallo e ancora avanti 63-64 quando commette il quinto fallo Attruia al 34' e 70-72 a 8" dalla sirena, nel momento in cui Tabak, 19 rimbalzi, commette la sua quinta penalità su Binelli che trasforma i due liberi e manda le squadre al supplementare. Qui la Virtus sembra prevalere, ma a 33" e a 14" dalla fine Brunamonti sul +1 sbaglia per due vole l'1+1, permettendo a Livorno di giocare l'ultimo pallone. Tutti si aspettano il tiro di Richardson, grande protagonista della gara con 32 punti, 15 rimbalzi, 4 recuperi, 2 assist, 12 falli subiti e unico a giocare tutti i 45 minuti, nei quali ha marcato Danilovic, Coldebella e Morandotti, ma Sugar aveva fallito la tripla tra i due errori di Brunamonti, infatti scarica a Bon che realizza il canestro pesante del decisivo 81-83. Per Bologna una sconfitta figlia anche del 4 su 22 da tre punti e del 50% ai liberi, 19 su 38.

Moretti accusa nuovamente il dolore al piede e non parte per Madrid, dove all'ultimo la Virtus deve fare a meno anche di Binelli per una contrattura alla coscia sinistra. La Virtus regge inizialmente, 17-13 all'8'30", ma quando Brunamonti rifiata in panchina scivola al 21-13. Al 17' spazio a Brigo e 90 secondi dopo, quando rientra Wennington commette subito in attacco un dubbio terzo fallo. Al 18' primo canestro di Sabonis per il 40-27, all'intervallo comunque la Knorr rientra a meno 10, 44-34. L'inizio ripresa è però catastrofico, un 10-0 in 4' che fissa il punteggio sul 54-34 e a Wennington viene sanzionato il quinto fallo, di cui 3 commessi in attacco. Messina prova la zona ed è subito efficace, 0-7 di parziale, al 32' bolognesi di nuovo a meno 10, sul 60-50, ma un 13-2 li rispedisce lontani, 73-52 e partita senza più storia. Migliore dei suoi Carera, 15 punti con 6 su 11, 7 rimbalzi e 2 recuperi; 15 anche i punti di Danilovic. Dopo la sconfitta in Coppa Italia, Virtus fuori anche dall'Europa, non rimane che rituffarsi nel campionato. A Torino Moretti e Binelli sono della partita, ma a mezzo servizio. Parte forte Bologna, 6-11 al 4', poi i locali pareggiano 13-13, ma le Vu nere tornano avanti e il primo tempo si chiude sul 41-46, con i piemontesi che pagano soprattutto il 3 su 11 ai liberi. Virtus in controllo nella ripresa, 41-48, poi 59-67 con protagonista Brunamonti dopo che i torinesi si erano riavvicinati, ma Danilovic sbaglia tre tiri e perde un pallone e la Robe di Kappa pareggia sul 74-74. A 48" dalla fine sull'87-88 Gervin segna solo il primo libero, Brunamonti si alza dalla lunetta, ma sbaglia, rimbalzo di Binelli e Danilovic allo scadere segna il canestro della vittoria in avvitamento. Cazzola annuncia la conferma di Wennington, che nel periodo buio susseguente alla sconfitta in Coppa Italia era stato messo in discussione, come già successo nella stagione precedente. Contro Milano la vittoria garantirebbe il primo posto matematico. La Philips si affida soprattutto alle triple, 11 su 18 nel primo tempo e 14 su 27 alla fine, e a Djordjevic, 37 punti, 11 su 18 con 6 bombe, 9 su 9 ai liberi, 3 rimbalzi, 6 assist, 12 falli subiti e 48 di valutazione, ma la Virtus ha un Wennington ispirato come mai prima, 24 punti, e così ripaga la fiducia accordatagli. All'intervallo Knorr sul 53-44; nella ripresa Djordjevic, ricuce e Milano sorpassa 57-60; Riva e Morandotti vengono espulsi. Un parziale dei bianconeri di 14-4 li porta sul 75-69, ma l'Olimpia resta sempre in partita e a 90" dalla sirena è 88-87, poi Sasha la allontana con un tiro pesante, dopodichè si segna solo dalla lunetta fino al 98-90 finale. Ormai certa della prima posizione, la Virtus a Fabriano si presenta parecchio distratta contro una squadra che deve vincere per sperare nella salvezza. La Knorr sprofonda a meno 22, sul 53-31, poi ha un piccolo sussulto, uno 0-5 chiuso da una tripla di Danilovic, che la fa andare al riposo sul meno 17, 53-36. Strigliati da Cazzola e Messina nell'intervallo, i giocatori bianconeri rientrano trasformati e a 6'27"dal termine dei 40' la Virtus impatta, a 1'40" è a +5, una tripla di Scarnati riavvicina i marchigiani, ma, con Danilovic già fuori per falli, è Coldebella a chiudere l'incontro e a condannare Fabriano alla retrocessione.

Nei quarti dei playoff c'è da affrontare Pistoia che ha eliminato negli ottavi Livorno. Binelli ha già 3 falli al 5'30"; primo break propiziato da Coldebella al 13', un 14-0 che indirizza la gara verso Bologna. All'intervallo è già 48-28 e un parziale di 12-2 a inizio secondo tempo inabissa Pistoia a meno 30, 60-30. Gara terminata con Brunamonti che praticamente riposa per quasi tutto il secondo tempo. Nella gara di ritorno i lunghi sono a lungo latitanti, Binelli ha 3 falli al 10', Wennington segna nel primo tempo solo 2 punti, Carera nessuno. Nonostante questo Virtus avanti 13-24 all'8', però i toscani non ci stanno e all'intervallo sono a una sola lunghezza, 51-52. Al 25' Kleenex avanti 64-59, poi Carera e Wennington danno segni di vita, Danilovic domina e Bologna rientra; a 1'20" dalla sirena siamo 90-90, a 25" Wennington segna il 90-94 che sembra decisivo, ma poco dopo con due liberi Crippa ribalta 94-95, palla a Brunamonti, assist per Danilovic e canestro vincente del serbo che qualifica la Virtus. Per Sasha, oltre al canestro decisivo una grande prestazione, 29 punti, 9 su 10 da due, 2 su 4 da tre e 5 su 5 ai liberi. Nella pausa prevista in occasione della final four di Eurolega due scrimmage contro Marr e Burghy, nel primo dei quali Binelli è tenuto a riposo precauzionale, poi è tempo di semifinale. Moretti out per la febbre, parte meglio Cantù, 5-10 e 17-22 al 9', ma coi primi cambi, Binelli per Carera e Coldebella per Brunamonti, la coperta Clear appare più corta e proprio Claudio firma un 7-0 con due triple per il 24-22, il parziale si allarga a 20-3 sul 37-25 e a 28-7 al 18' sul 45-29, un +16 che sembra già decisivo. A cambiare tutto l'infortunio a Rossini al 27'30" , forse la Virtus si rilassa, fatto sta che, usciti Binelli e Carera per falli al 35', Cantù a meno tre a 2'42" sul 74-71 e di nuovo a 58" sul 76-73. Fortunatamente i bolognesi mantengono saldi i nervi e vincono 84-77. Altra grande prova di Danilovic, 28 punti, 8 su 11 da due, 2 su 5 da tre e 6 su 10 ai liberi. La Virtus va a giocare il ritorno su un campo dove non vince da 10 anni ancora senza Moretti. Il primo tempo è un festival dei tiri pesanti di Cantù, che chiude avanti 46-36. La ripresa comincia con un 4 su 5 di Wennington, al 26" sul 52-50 Bill esce per preservarlo dai falli, ma a 8'31" dalla fine ne ha già 4, come Binelli, Carera e Morandotti, ovvero tutta la batteria dei lunghi e sembrano tanti i minuti da giocare in queste condizioni. Al 37' esce per falli Danilovic, ma Bologna è passata a condurre 74-77, una perdita importante, infatti anche in questa occasione Sasha è risultato immarcabile, 29 punti, 4 su 6 da 2, 7 su 8 da tre, 3 rimbalzi, 1 recupero e curiosamente nessun libero tirato. Fuori anche un ottimo Binelli, 17 punti con 7 su 9 e 3 su 5 ai liberi, la Virtus trascinata da Coldebella, 15 punti con 3 su 4 da due 0 su 1 da tre e 9 su 10 ai liberi riesce a portare in porto il successo 87-93. In finale si ritrova la Benetton dopo la sconfitta patita dalla Virtus in finale di Coppa Italia. Una Treviso uscita da playoff complicati, giocati a cavallo della finale di eurolega persa contro il Limoges dell'ex virtussino Zdovc. Danilovic a riposo precauzionale nell'ultimo allenamento per problemi a un piede, ma sarà della gara, come pure il rientrante Moretti. Parte a razzo la Knorr, 7-2 con 3 su 3 di Wennington che porta fuori dall'area Vianini; al 6'10" Virtus avanti 17-8, ma il secondo fallo di Brunamonti, richiamato in panchina da Messina, fa mancare lucidità a Bologna che passa dal 23-14 al 23-27 con un parziale di 0-13, poi diventato 2-16. Morandotti, in panchina durante la rimonta Benetton, e Coldebella guidano la riscossa e all'intervallo guidano le Vu nere 39-35. Strappo decisivo al 25', quando dal 50-48, la Virtus passa sul 58-48, grazie a Brunamonti, Danilovic, ottima la sua ripresa, e Morandotti. Il 97-80 finale rappresenta anche il massimo vantaggio dei bianconeri. Decisiva la supremazia a rimbalzo, 42-30 e la coralità dell'orchestra bolognese: migliore realizzatore Danilovic 19 punti, 5 su 10 da due, 2 su 4 da tre e 3 su 4 ai liberi, ma sullo stesso piano di merito se non superiore, sono stati Brunamonti, 17 punti in 19 minuti, 2 su 3 da due, 3 su 4 nelle triple e 4 su 4 ai liberi, Wennington, 16 punti e 9 rimbalzi, con 6 su 12 da due e 4 su 4 dalla lunetta, Coldebella, 15 punti, 5 su 8 da due, 0 su 3 nelle triple e 5 su 5 ai liberi, e soprattutto Morandotti, 18 punti, 8 su 10 da due e 2 su 2 ai liberi, 9 rimbalzi e 27 di valutazione e la marcatura di Kukoc che ha fatto bottino, 29 punti, sfruttando le fasi in cui la partita era già sfuggita ai trevigiani. A Treviso per gara due, il primo tempo della Virtus è superlativo. Skansi parte col quintetto piccolo e Kukoc secondo lungo, ma la scelta si rivela infelice, Wennington contro Kukoc parte con un 6 su 6, poi è la volta di Morandotti, su cui è passato l'asso trevigiano, a realizzare un 4 su 4. 11-20 dopo 5', poi un improvviso risveglio locale con un 10-0 che li porta avanti 21-20. Poi un crescendo bianconero, 31-40 al 16', 45-58 a fine tempo. A questo punto Wennington ha già 16 punti con 7 su 7. Al 24' vantaggio ancora aumentato, 49-66, poi l'ovvia reazione dei veneti, trascinati da un indomito Corchiani, fino al 79-86 del 35', con Binelli e Wennington già a sedere per raggiunto limite di falli e Carera costretto stoicamente a rientrare, nonostante una distorsione alla caviglia. Ci pensano Coldebella, Brunamonti e Danilovic a condurre in porto sicura la nave bianconera, 97-108. In doppia cifra gli stessi di gara 1, Danilovic 24 punti, 7 su 12 da due, 1 su 2 da tre e 7 su 7 dalla lunetta, Wennington 18 punti, 8 su 9 da due e 2 su 2 nei tiri personali Coldebella 17 punti, 2 su 5 da due, 1 su 1 nelle triple e 10 su 10 ai liberi, Brunamonti 13, 1 su 1 da due, 2 su 3 nel tiro pesante e 5 su 6 ai liberi, Morandotti 10 con 3 su 4 da due e 4 su 4 dalla lunetta. Stavolta hanno partecipato più attivamente rispetto a gara 1 anche Carera, 9 punti con un insolito 7 su 8 ai liberi, l'acciaccato Binelli e Moretti con 8 punti a testa. Recita di squadra, come dicono anche i rimbalzi, distribuiti tra 9 giocatori, dai 5 di Binelli all'uno di Brigo. Si sistema la caviglia di Carera per gara tre, che è un'apoteosi, la Benetton segna solo due canestri nei primi 5'30", sul 16-6 s'intuisce già il finale, all'intervallo è 55-31, nei primi 6'30" della ripresa la Benetton segna solo 3 canestri e Bologna vola fino al 117-83, un +34, record delle finali scudetto. Virtus che tira con quasi il 59% da due, oltre il 62% da tre, domina a rimbalzo, 41-28, Danilovic 11 su 14 da due, Carera 13 rimbalzi, Morandotti e Wennigton 18 punti  e per Bill anche la tripla a suggellare la sua splendida serie finale, ma tutti andrebbero accomunati nell'applauso, come indica il 148-77 di valutazione di squadra. Un verdetto che consegna a Bologna l'11° scudetto, nove anni dopo quello della stella. Una regular season sempre comandata, un 7-0 nei playoff e oltre 20 punti di distacco di media inflitti a Treviso nelle tre gare di finale, con un crescendo di punti da 97, a 108, a 117, rendono il giusto merito agli uomini di Messina. Sette giorni dopo grande celebrazione scudetto al palasport, ospite Reggio Calabria, che vince la partita, ma il dettaglio non guasta per nulla la festa.

GASTONE... L'UOMO IN FRAC (INTERVISTA A CAZZOLA)

di Wether Pedrazzi - tratto da "3 volte Virtus"

 

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Ma non era finita. Anno maledetto: che alla fine risulterà, ma si saprà soltanto dopo, tra molti incidenti, il grande rogo di purificazione e il sacrificio propiziatorio che precede la stagione dei tre scudetti.

"No, che non era finita. Dopo il caso Morandotti, le lotte con Verona, Ricky rispedito al mittente, per far vedere che non scherzavamo, poi ricomprato, infilandoci Moretti, anzi, per la verità sarebbe, acquistato Moretti al posto di Ricky e poi rinfilato dentro anche Morandotti, dopo tutto questo tormento, arrivò il grande salasso..."

L'esigenza di garantirci libertà finanziaria ci costrinse ad aumentare notevolmente l'impegno richiesto ai nostri abbonati. Fu anche questo un momento di grande tensione, perché arrivava quando ancora non si era placata la tempesta dell'uscita di Richardson, quando aleggiava solo diffidenza ed ironia sui nomi dei nuovi arrivati, Zdovc e Wennington... E Cazzola raddoppiava il prezzo degli abbonamenti? Non fu tanto l'aumento in percentuale, circa il 10% a determinare l'impennata, quanto l'inserimento delle partite di Euroclub nel pacchetto degli abbonati. Costrinsi, insomma, la gente ad acquistare un numero molto maggiore di partite: fu questo che portò praticamente al raddoppio".

Una sfida.

Che, a pensarci, perfezionò quella iniziale di Porelli.

L'Avvocato, creò, con il parterre, il tifoso-Virtus-a-vita, e Cazzola lo fa diventare tifoso-a-vita-integrale. Con obbligo di presenza a Palazzo, non solo di domenica ma anche al giovedì.

"Anche in questo sono stato fortunato, perché ho avuto il tempo di rispondere alle critiche con i fatti, con l'acquisto di Morandotti-due, Moretti, Carera, in seguito Abbio... Comunque, alla fine del girone di andata, quell'anno eravamo in testa alla classifica, e il malumore si stava stemperando... Anche se, di tormenti, altri ne dovevano ancora arrivare: come il caso Villalta, che mi chiede la pensione, e se ne torna a discutere proprio in questi giorni d'autunno '95, o il caso della schiena di Levinsgton, che abbiamo vinto il lodo, ma gli agenti del giocatore stanno facendo ricorso al pretore del lavoro. Staremo a vedere. Avremo modo di riparlarne più avanti".

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Tratto da "Il Mito della V nera 2"

 

Ed entra in scena il Presidente Cazzola, che già alla fine dell'inverno aveva ottenuto, ricontrattando l'acquisto di Morandotti, che Verona gli cedesse Moretti, promettentissima ala nel giro della nazionale. Ma i cospicui investimenti del "patron" non si fermano qui: da Livorno arriva, come lussuoso cambio dei lunghi, il solido Carera, in cambio di Bon, Gallinari e soldi. Ciliegina sulla torta, l'ingaggio di Danilovic, uno dei migliori giocatori d'Europa.

Con quasi 24 punti a partita e un decisivo contributo in ogni momento del gioco, Sasha è uno dei mattoni, forse il più importante, per costruire la squadra da scudetto. Il dominio in regular season è assoluto: 13 vittorie nel girone d'andata, 11 in quello di ritorno, il primato bianconero non è mai in discussione.

In Coppa Italia, il 4 e 5 marzo '93 a Forlì, la Knorr travolge in semifinale la Stefanel. ma si deve fermare di fronte alla Benetton in finale. Il possibile sorpasso sfuma all'ultimo secondo quando Brunamonti non centra la "bomba" della disperazione. In Euroclub la corsa bianconera si arresta, ancora una volta, ai quarti. Giustiziere della Knorr stavolta è il Real Madrid che finirà poi, nella Final Four di Atene, irretito dalle sottili trame difensive del Limoges (in cui primeggia Zdovc).

I play-off sono una cavalcata trionfale: 2-0 alla Kleenex nei quarti, identico risultato con la Clear in semifinale e 3-0 alla Benetton in finale. L'11° scudetto, il primo dell'era Cazzola, lascia una grande gioia e solo un rimpianto: la Virtus perde il coach dell'ultimo periodo, Messina, che si era ben comportato. Ma la soddisfazione è che lo chiama la Nazionale.

   

Time di coach Messina durante le finali scudetto (foto tratta dal libro "3 Volte Virtus")

'BIANCHINI È SOLO UN SACCENTE'

La Repubblica – 15/10/1992

 

Le dichiarazioni fatte da Valerio Bianchini, allenatore della Ticino Siena, alla trasmissione 'Basket Time', andata in onda in diretta domenica sull'emittente 'Rete 7', non sono piaciute alla Knorr Bologna che ieri ha diffuso un comunicato. Che cosa aveva detto Bianchini dopo la gara tra la Knorr e la Scavolini in campionato? "Mi metto nei panni di quel disgraziato, anzi di quel benefattore che paga: la Knorr è stata perfetta nella sua praticità ma voglio lo spettacolo e in A1 non si vede". E più in là sull'acquisto di Carera: "L'unico punto interrogativo sulla sua presenza alla Knorr è che di quel tipo di gregarioni, c'è già il canadese (Wennington ndr), quindi ci voleva vicino a lui uno con più classe". Dura la risposta della società bolognese: "È anacronistico il ruolo di supersaccente che Bianchini ha inteso ritagliarsi... Capiamo di aver avuto un torto quando abbiamo costruito la squadra, evidentemente ispirandoci alla mediocrità: ben avremmo fatto a consultare tanto maestro. Se non erriamo, all'epoca, era libero da impegni proprio per i risultati d'assemblaggio e spettacolo offerto al pubblico romano. Bianchini farebbe meglio ad occuparsi della sua squadra; diversamente ci pare tradisca il livore per quella che lui non può non considerare un'emarginazione".

MENÚ ALLA BOLOGNESE

di Mirko Biancani - L'Unità - 30/11/1992

 

L'ultima del Messaggero rende prima la Knorr. Da oggi Roma diventa Virtus da ieri la Virtus bolognese è di nuovo primatista solitaria. II tutto al termine di una partita niente affatto scontata scombussolata a mo di slot machine dalle assenze - una per parte - di Morandotti e Busca.

L'Europa infrasettimanale aveva regalato alle due squadre sentenze opposte; risalita per i padroni di casa, accuse di imboscamento per gli uomini di Di Fonzo. Ma in campo si è visto tanto equilibrio alla faccia di chi aveva spogliato il match delle etichette più luccicanti.

Chissà forse qualcuno dirà che i "rimbrotti" societari hanno scosso i romani spingendoli ad una prova dignitosissima. Ma è molto più probabile che sulla concentrazione di Fantozzi e compagni abbia agito la cornice di pubblico. Contrarla certo ma numerosa e molto più stimolante che non i 207 paganti di mercoledì scorso al Palaeu.

Alla fine ha vinto la Bologna bianconera faccia gaudente di una citta che manda 6000 spettatori al palasport e appena altrettanti allo stadio. E lo ha fatto con merito profittando agevolmente degli svarioni tattici altrui. Il Messaggero è stato in gara finché ha avuto da Radia il giusto supporto a Fantozzi e soprattutto a Niccolai. Ma quando il match stava morendo il croato è stato inspiegabilmente dimenticato concedendo passerella e applausi persino a Wennington.

Trait d'union della buona prova bianconera è stato comunque Binelli. Roma era patua forte arrivando in avvio e a meta del primo tempo a guadagnare anche 8 lunghezze di vantaggio. Ma quando l'insondabile lungo virtussino ha cominciato a far ammattire Rolle il match ha avuto una svolta. Portando Bologna sul +9 a una manciata di minuti dal riposo.

Nella npresa - mentre Rolle confermava di essere la controfigura del giocatore che vinse l'ultimo scudetto bolognese - Roma ha trovato nelle bombe di Niccolai l'arma per mettere un paio di volte il muso avanti. Ha avuto nel guanto il ko, insomma, specie quando i tre lunghi bolognesi si sono trovati tutti con quattro falli a carico. Ma nei cinque minuti finali sotto le plance non è più arrivato un servizio e per Wennington e Carerà e stato un gioco concludere in campo la partita.

Parisini e Rovati possono comunque consolarsi, il Messaggero non ha fatto beneficenza solo alla Knorr. Le maglie dello sponsor che fu sono state il premio di una lotteria anti leucemia. Ricavato quasi sei milioni.

KNORR CAPUT CANESTRI

di Mirko Biancani - L'Unità - 11/01/1993

 

Poteva sperare solo in un remake di «Quando la Knorr è in vacanza», Venezia. Come quello di Trieste. Ma non è successo, e Bologna ha proseguito nella sua marcia trionfale anche al Taliercio, trovando il modo di mettere in vetrina gioielli vecchi (Brunamonti) e nuovi (Moretti). Niente noia però, sul parquet. Per merito di una Scaini mai doma, e di due arbitri dotati di umorismo e senso dello spettacolo in grande quantità. Gli ingredienti ad hoc per stravolgere il finale di partite e regalare ai padroni di casa il palcoscenico delle recriminazioni. Quello del «grande Knorr, ma hanno diretto in modo indisponente» e ancora del «scriveremo una lettera in Federazione».

Il casus belli è venuto su una rimessa regalata ai bolognesi a due minuti dal termine. Con la Knorr sopra di otto punti. La Scaini era arrivata alle costole - o quasi - degli ospiti dopo aver rovesciato sul campo un pressing a tutto campo di grande elficacia. A otto minuti dalla fine i bianconeri erano stati sopra di venti ma l'uscita per falli di tutti i lunghi virtussini e il contemporaneo risveglio degli esterni di casa aveva permesso la quasi rimonta (da 74-54 a 80-72). Non che il match sembrasse in bilico, però, sull'errore dell'arbitro Grossi, Vazzoler perdeva la testa: fallo tecnico. E De Sisti applaudiva: altro tecnico. E via cosi nel delirio più totale verso la sirena della fine, sigillo liberatore e imparziale di una partita che in precedenza era filata via scandendo sul campo la differenza di valore di classifica tra le due formazioni.

Il siparietto di chiusura, infatti, non ha cancellato l'ennesima dimostrazione di potenza degli emiliani. Proprio nel giorno di un black-out di Danilovic, Messina ha pescato nel cilindro il redivivo Brunamonti, nuovamente martellatore implacabile dalla linea dei 6,25. Insieme a lui ha recitato Moretti, trait d'union offensivo bianconero, efficacissima variabile impazzita quando Venezia pareva poter imbrigliare gli attacchi della Knorr.

Di fronte la generosità di uno Zamberlan dignitosissimo, abile nello sfruttare i mismatch con Danilovic, Moretti e Morandotti. Oltre agli «incoscienti» ma validi Guerra e Ceccarini. Roba da encomilo solenne, insufficiente però a girare le sorti della partita. Per renderla ancor più equilibrata, forse, McQueen e Hughes avrebbero dovuto sfruttare meglio le balbuzie dei lunghi bianconen, impalpabili in attacco e fallosi in difesa. Ma il talento è come il coraggio se uno non ce l'ha non se lo può dare.

BOLOGNA, FUGA NELLA PERFEZIONE

di Walter Fuochi – La Repubblica – 31/01/1993

 

Sei punti sulle seconde, con 9 partite da giocare, sono una polizza sul primato nella fase regolare che difficilmente la Knorr potrà scialare. Ma, oltre ai numeri, c’è l’impressione di una squadra che travolge tutto, dove passa. Ieri, la Panasonic: che, d'accordo, riavrà prima o poi Volkov, che proprio a Bologna sta rieducando il ginocchio (col preparatore atletico della Knorr), al posto di questo Kornet svagato ed etereo (un rimbalzo, ieri, e canestri solo a partita stracotta); ma è stata sorpassata in tutto, da una Knorr che ha vinto con la sua arma più inconsueta, i pivot.

Flavio Carera, che si tuffa sul parquet come Zenga, è stato il primo ad esaltarsi: entrato al 5' per Binelli con 2 falli, ha tolto 5 palle a Garrett, segnato 4 ganci (su 6), concesso aria al più atletico rivale solo nella ripresa. Bill Wennington l’ha seguito: 8 su 13 più 13 rimbalzi, mai visto così sveglio e padrone dell’area. E infine, ha completato il lavoro Binelli, che pure salta su una gamba sola: la Knorr rifiatava, le guardie erano annebbiate di fatica (a nemmeno 48 ore dalla battaglia col Limoges), Danilovic veniva lasciato in panchina, con poca ispirazione e 4 falli. Lì Binelli ha piazzato 7 punti consecutivi che sono stati l’ultimo portone chiuso davanti alla partita di Reggio: casomai, arrivando a -8 (54-62 al 6'), ma pure lei abbastanza bollita, la Panasonic l’avesse riaperta. I 3 rimbalzi offensivi concessi a Garrett e soci sono il bottino più vistoso dei lunghi bolognesi: vuol dire che Reggio Calabria, o faceva canestro al primo colpo, o doveva inseguire gente che scappava in contropiede. Una partita di qualità che è stata splendida finché è fiorita in equilibrio. 32-31 al 15' l’unico vantaggio reggino, prima del tracollo: 17 punti Knorr in meno di 5', un 48-38, all’intervallo, che era già una mezza condanna.

La Knorr è stata solida dietro, dilagante in certi allunghi, capace di spremer punti da tutte le sue 16 mani (Morandotti, con 8, il 'peggiore’). Brunamonti è stato rapido e lucido (5 su 10 al tiro); Morandotti, ancora macchinoso in attacco, ha però cancellato Avenia, Coldebella ha dato strattoni decisivi nel primo tempo, animando con Sconochini il duello più acceso, Moretti canestri preziosi nel finale. Nel coro, ha cantato più piano Danilovic: 3 su 7, nervi leggeri, un Bullara indomabile addosso, e 15 minuti di ripresa a sedere con 4 falli. Reggio ha avuto poco da Kornet e niente (1 su 5) da Avenia, mentre Sconochini ha attraversato la gara come una cometa vividissima e sventata: 12 punti in un amen, ma pure 5 falli uno più ingenuo dell’altro (l’ultimo, addirittura, un tecnico per proteste). Bullara è stato il migliore (6 su 10) e figura tra i pensieri di Messina per il prossimo raduno azzurro; Garrett è migliorato nel secondo tempo, dopo aver segnato solo alla sirena, nel primo, il suo primo canestro. Santoro infine ha salvato nel finale, con entrate a gambe fresche, il risultato del doppio confronto (+15 all’andata, -14 ieri): ma non è troppo probabile una parità finale in classifica tra Reggio e Bologna.

Tratto da "3 volte virtus" di Werther Pedrazzi

 

Su quella finale, però, è rimasto in sospeso un altro bel mistero: la remissività del Pero Skansi, che al terzo incontro, qui a Bologna, non si alzò mai, neanche per un istante, dalla sua sedia, e che sembrava ormai già troppo distante da quella sfida e dalla Benetton?

"Può darsi. Che aleggiasse l'aria di un qualche mistero... Però, io non ci credo. Probabile, invece, che Skansi avesse visto molto bene, anche troppo chiaro nel futuro, durante il secondo scontro, a casa loro, al Palaverde, e avesse perso ogni speranza di ribaltar la sorte. Fu una partita memorabile, quella seconda: loro perfetti, noi stupendi. Questo fece dilagare nella Benetton il senso d'impotenza, e quindi esplodere le loro contraddizioni interne. Li avevamo massacrati soprattutto psicologicamente, ed è possibile che alla terza partita Skansi si sia rifiutato mentalmente di allenare. L'undicesimo scudetto l'avevamo vinto proprio in quel giorno. Ci toccava solo aspettare la festa di Bologna".

Per raccontare quell'evento ti servirebbero, in prestito, le parole che hai sentito da un tuo amico, gliele dovresti gentilmente domandare. Chi se ne frega, prendile in prestito lo stesso, cosa ti vuoi formalizzare? Tanto è un tuo amico, mica te le negherebbe.

"Irresistibile un tempo in attacco, impenetrabile nel secondo in difesa. Una sintesi perfetta e ideale per un matrimonio con il bianco, rosso e verde che le v nere si cuciranno sabato, per l'undicesima volta, sul petto: così gioca a basket una grande squadra, che stramerita di vincere lo scudetto. Questa è la Knorr di Ettore Messina. Di fronte alla quale persino Pero Skansi si è tolto tanto di cappello e la Benetton senza colori ha calato le braghe. Non basta una coppia di vittorie per diventare campioni d'Italia: bisogna fare tris. Ma la sensazione è che Treviso abbia ormai in mano solo una scala buca e le machi sempre l'appiglio fondamentale per risalire la china. Le servirebbe il jolly, cioè Tonin Kukoc, ma il Tiramolla di Spalato è più interessato ai playoff di Chicago che alla sorte (segnata') della Benetton o, addirittura, pensa solo a sé stesso, e allora è difficile che un gruppo, che non è più una famiglia felice, possa togliersi dai pasticci cercando invano un'altra luce... Bill Wennington, come due giorni prima a Bologna, pure ieri, a colpi di scure, ha tagliato in due Treviso, è stato di gran lunga il migliore dei bolognesi... Ma sarebbe un errore da matita blu parlare bene soltanto di lui, perché rischieremmo di uscir fuori tema: più del singolo ha trionfato il collettivo della Knorr...".

Questo lo scrisse Claudio Pea su "Il Giorno" dell'indomani. E dire che Claudio passava per nemico di Bologna, e dire che abita a dieci minuti da Treviso... E dire, e dire... Che la Virtus aveva vinto l'undicesimo scudetto.

Festa scudetto (foto tratta dal libro "3 Volte Virtus")

SARA' BUCCI IL COACH DELLA KNORR

La Repubblica – 13/02/1993

 

Perso Messina per la chiamata alla guida della Nazionale, la Knorr ha puntato su Alberto Bucci per affidargli la squadra nella prossima stagione: manca ancora la firma, ma l'accordo è praticamente concluso. Le voci di divorzio tra Bucci e la Scavolini, ultimamente ricorrenti per un raffreddamento di rapporti ormai palese, conducono solo a Bologna: di qui, a Bucci, aveva spedito segnali anche la Fortitudo, l'altro club cittadino. Ma è già fatta tra Bucci e la Knorr, anche se dalla società smentiscono. Bucci guidò già la Virtus nelle stagioni '83-84 e '84-85: la prima vinse lo scudetto (con Messina assistente), la seconda fu accomiatato per assumere Gamba.

Prima "doccia scudetto" per Messina, ma c'è già la Nazionale ad aspettarlo (foto tratta dal libro "3 Volte Virtus")

8 MAGGIO 1993: CON DANILOVIC È L'UNDICESIMO SCUDETTO VIRTUS

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 08/05/2020

 

8 maggio 1993. Tutto è pronto per la grande festa. La Virtus ha vinto la prima fase con sei punti di vantaggio sull'Olimpia Milano. Nei quarti si libera con due vittorie della Kleenex Pistoia, anche se il sabato di Pasqua in Toscana è necessario un grande Danilovic, al suo primo anno bolognese per chiudere la serie: 29 punti, 9 su 10 da due, 2 su 4 da tre, 5 su 5 ai liberi e il canestro sulla sirena che fissa il 95-96. Cadono invece due teste di serie: Milano è fatta fuori da Pesaro e Trieste viene battuta da Cantù, mentre Treviso si salva con Reggio Calabria, vincendo la bella di due punti. In semifinale alla Knorr tocca la Clear. Moretti salterà tutto questo turno, fermato della febbre. Fortunatamente a tenere a bada i canturini c'è ancora un ottimo Sasha: 28 punti, 8 su 11 da due, 2 su 5 da tre e 6 su 10 ai liberi. Gli ospiti partono meglio, poi crollano a meno sedici, ma, senza mai alzare bandiera bianca, tornano un paio di volte a meno tre. Le V nere reggono e vincono 84-77. In gara due primo tempo a favore dei padroni di casa, 46-36, poi trascinata dal solito asso serbo, 29 punti, 4 su 6 da 2 e 7 su 8 da tre, sorpassa. Danilovic esce per falli al 37' sul 74 a 77 ed è fuori anche l'ottimo Binelli, 17 punti con 7 su 9 e 3 su 5 ai liberi, ma trascinata da un freddo Coldebella, 15 punti con 3 su 4 da due 0 su 1 da tre e 9 su 10 ai liberi, la Virtus porta a casa la gara 77-84 e va in finale dove trova la Benetton, che si è liberata della Scavolini. Gara uno è in programma il primo maggio: Danilovic è il migliore marcatore, ma si ferma a 19 e per la prima volta nei playoff scende sotto i 20 punti; in fila indiana dietro di lui Morandotti 18 (sobbarcandosi anche la marcatura di Kukoc), Brunamonti 17, Wennington 16 (Bill spostato un po' lontano da canestro, dalla sua mattonella è una delle armi decisive di queste finali e in questa prima sfida cattura anche 9 rimbalzi) e Coldebella 15 permettono alla Virtus una facile vittoria, 97-80, dopo un'equilibrata prima parte di partita. Esemplare Knorr in gara due. A parte un attimo nel primo tempo le V nere guidano sempre con distacchi importanti fino al 49-66, poi l'ovvia reazione dei veneti, trascinati da un indomito Corchiani, fino al 79-86 del 35', con Binelli e Wennington già a sedere per raggiunto limite di falli e Carera costretto stoicamente a rientrare, nonostante una distorsione alla caviglia. Ci pensano Coldebella, Brunamonti e Danilovic a condurre in porto sicura la nave bianconera, 97-108. In doppia cifra gli stessi nomi di gara uno, Danilovic 24 punti, 7 su 12 da due, 1 su 2 da tre e 7 su 7 dalla lunetta, Wennington 18 punti, 8 su 9 da due e 2 su 2 nei tiri personali Coldebella 17 punti, 2 su 5 da due, 1 su 1 nelle triple e 10 su 10 ai liberi, Brunamonti 13, 1 su 1 da due, 2 su 3 nel tiro pesante e 5 su 6 ai liberi, Morandotti 10 con 3 su 4 da due e 4 su 4 dalla lunetta. In quest'occasione sono stati più presenti rispetto a gara uno anche Carera, 9 punti con un insolito 7 su 8 ai liberi, l'acciaccato Binelli e Moretti con 8 punti a testa. Recita di squadra anche sotto i tabelloni, con i rimbalzi distribuiti tra nove giocatori, dai cinque di Binelli all'uno di Brigo. E arriviamo all'8 maggio per gara tre: un'apoteosi quasi accademica. La Benetton segna solo due canestri nei primi 5'30", sul 16-6 la remissività veneta fa intuire già il finale. All'intervallo il punteggio è 55-31, nei primi 6'30" della ripresa Treviso segna tre miseri canestri e Bologna vola fino al 117-83, un +34, distacco mai toccato prima di quella data in una gara di finale scudetto. Virtus che tira con quasi il 59% da due, oltre il 62% da tre, stritola gli avversari a rimbalzo, 41-28, Danilovic 11 su 14 da due, Carera, recuperato dai problemi alla caviglia, 13 rimbalzi, Morandotti e Wennigton 18 punti e per Bill anche la tripla a suggellare la sua splendida serie finale, ma è una vittoria di squadra, come indica il 148-77 di valutazione globale. Un verdetto che consegna a Bologna l'undicesimo scudetto, nove anni dopo quello della stella. Una regular season sempre comandata, un 7-0 nei playoff e oltre venti punti di distacco di media inflitti a Treviso nelle tre gare di finale, con un crescendo di punti realizzati da 97, a 108, a 117, non lasciano dubbi sulla legittimità del verdetto.


 

QUANDO TREVISO FACEVA RIMA CON SCUDETTO

di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 20/12/2020

 

1993, la Virtus ha dominato la prima fase e nei playoff spazzato via Pistoia e Cantù in due partite. In finale trova Treviso uscita da playoff complicati, giocati a cavallo della finale di Eurolega persa contro il Limoges dell'ex virtussino Zdovc. Parte a razzo la Knorr, 7-2 con 3 su 3 di Wennington che porta fuori dall'area Vianini; al 6'10" Virtus avanti 17-8, ma il secondo fallo di Brunamonti, richiamato in panchina da Messina, fa mancare lucidità a Bologna che passa dal 23-14 al 23-27 con un parziale di 0-13, poi diventato 2-16. Morandotti, in panchina durante la rimonta Benetton, e Coldebella guidano la riscossa e all'intervallo V nere avanti 39-35. Strappo decisivo al 25', quando dal 50-48, la Virtus passa sul 58-48, grazie a Brunamonti, Danilovic, ottima la sua ripresa, e Morandotti. Il 97-80 finale rappresenta anche il massimo vantaggio dei bianconeri. Decisiva la supremazia a rimbalzo, 42-30 e la coralità dell'orchestra bolognese: migliore realizzatore Danilovic 19 punti, 5 su 10 da due, 2 su 4 da tre e 3 su 4 ai liberi, ma sullo stesso piano di merito se non superiore, sono stati Brunamonti, 17 punti in 19 minuti, 2 su 3 da due, 3 su 4 nelle triple e 4 su 4 ai liberi, Wennington, 16 punti e 9 rimbalzi, con 6 su 12 da due e 4 su 4 dalla lunetta, Coldebella, 15 punti, 5 su 8 da due, 0 su 3 nelle triple e 5 su 5 ai liberi, e soprattutto Morandotti, 18 punti, 8 su 10 da due e 2 su 2 ai liberi, 9 rimbalzi e 27 di valutazione e la marcatura di Kukoc che ha fatto bottino, 29 punti, sfruttando le fasi in cui la partita era già sfuggita ai trevigiani. A Treviso per gara due, il primo tempo della Virtus è superlativo. Skansi parte col quintetto piccolo e Kukoc secondo lungo, ma la scelta si rivela infelice, Wennington contro Kukoc parte con un 6 su 6, poi è la volta di Morandotti, su cui è passato l'asso trevigiano, a realizzare un 4 su 4. 11-20 dopo 5', poi un improvviso risveglio locale con un 10-0 che li porta avanti 21-20. Poi un crescendo bianconero, 31-40 al 16', 45-58 a fine tempo. A questo punto Wennington ha già 16 punti con 7 su 7. Al 24' vantaggio ancora aumentato, 49-66, poi l'ovvia reazione dei veneti, trascinati da un indomito Corchiani, fino al 79-86 del 35', con Binelli e Wennington già a sedere per raggiunto limite di falli e Carera costretto stoicamente a rientrare, nonostante una distorsione alla caviglia. Ci pensano Coldebella, Brunamonti e Danilovic a condurre in porto sicura la nave bianconera, 97-108. In doppia cifra gli stessi di gara 1, Danilovic 24 punti, 7 su 12 da due, 1 su 2 da tre e 7 su 7 dalla lunetta, Wennington 18 punti, 8 su 9 da due e 2 su 2 nei tiri personali Coldebella 17 punti, 2 su 5 da due, 1 su 1 nelle triple e 10 su 10 ai liberi, Brunamonti 13, 1 su 1 da due, 2 su 3 nel tiro pesante e 5 su 6 ai liberi, Morandotti 10 con 3 su 4 da due e 4 su 4 dalla lunetta. Hanno partecipato più attivamente rispetto a gara 1 anche Carera, 9 punti con un insolito 7 su 8 ai liberi, l'acciaccato Binelli e Moretti con 8 punti a testa. Recita di squadra, come dicono anche i rimbalzi, distribuiti tra 9 giocatori, dai 5 di Binelli all'unico di Brigo. Si sistema la caviglia di Carera per gara tre, che è un'apoteosi, la Benetton segna solo due canestri nei primi 5'30", sul 16-6 s'intuisce già il finale, all'intervallo è 55-31, nei primi 6'30" della ripresa la Benetton segna solo 3 canestri e Bologna vola fino al 117-83, un più 34, record delle finali scudetto. Virtus che tira con quasi il 59% da due, oltre il 62% da tre, domina a rimbalzo, 41-28, Danilovic 11 su 14 da due, Carera 13 rimbalzi, Morandotti e Wennigton 18 punti e per Bill anche la tripla a suggellare la sua splendida serie finale, ma tutti vanno accomunati nell'applauso, come indica il 148-77 di valutazione di squadra. Un verdetto che consegna a Bologna l'undicesimo scudetto, nove anni dopo quello della stella. Una regular season sempre comandata, un 7-0 nei playoff e oltre 20 punti di distacco di media inflitti a Treviso nelle tre gare di finale, con un crescendo di punti da 97, a 108, a 117, rendono il giusto merito agli uomini di Messina. Dopo che nella corsa al dodicesimo scudetto la Virtus eliminò la Benetton nei quarti di finale 1994, bolognesi e trevigiani si ritrovano di fronte nella finale 1995. Con Morandotti squalificato, espulso nella bella contro Milano, la Virtus deve affrontare una squadra che ha eliminato la Fortitudo quattro partite, ma perdendo in gara 3 a Bologna, dove la Filodoro ha interrotto una serie di 19 vittorie consecutive tra campionato e coppa. Benetton con Naumoski in panchina inutilizzabile per la pubalgia, la Virtus dopo 200 secondi è sul 12-6, ma dopo 5' Binelli commette il terzo fallo e, senza Ricky, c'è bisogno anche di Battisti. La squadra bolognese domina, arriva anche sul +23 e vince 84-68. Sono 22 i punti di Danilovic, ma il migliore è Binion con 24 punti, 12 su 17 al tiro, 11 rimbalzi, più 1 nel saldo palle recuperate - palle perse e +28 di valutazione. Morandotti pronto per rientrare in gara due è vittima di un'influenza, ma imbottito di antibiotici scende in campo. Anche Treviso recupera Naumoski. Virtus subito avanti 2-10, però al 5', come in gara 1, Binelli commette il terzo fallo e siede in panchina per il resto del primo tempo, che si chiude sul 36-38, minimo vantaggio dei bolognesi, una frazione che ha visto anche Battisti realizzare due liberi. Al 27' Vu nere avanti 50-55, poi Danilovic, 22 punti con 10 su 15 al tiro e un inusuale 1 su 4 dalla lunetta, commette il quarto fallo al 25', Carera e Binion (15 rimbalzi) a cavallo del 31', quando Moretti è appena dovuto uscire, saltato il tendine d'achille, prognosi di sei mesi. Coldebella, a dispetto di cifre non esaustive, guida la Buckler con maestria e segna due canestri topici, gli unici della sua gara, il 58-67 al 31'30" e la tripla del 61-70, 30 secondi dopo. Altri 90 secondi ed è Brunamonti a realizzare da tre, poi piroetta di Morandotti al 36' e negli ultimi minuti tre suoi liberi, tre rimbalzi d'attacco di Carera e un contropiede di Danilovic decretano ineccepibilmente la Virtus vincitrice, 77-83, nonostante abbia giocato 11 minuti senza Sasha e gli ultimi 10 senza Paolino. Gara tre di giovedì pomeriggio in un palasport stipato. Uragano di applausi per Moretti, che entra in tribuna con la gamba ingessata, ma la Virtus non può avere paura di una Treviso che fino a quel momento nella sua storia non aveva mai vinto a Bologna contro le V nere (perdendo anche una gara incredibile l'ultimo giorno dell'anno 1994) e che non le aveva mai battute nei playoff. Uragano infatti anche sulla Benetton. Il 12-13 del 6'30" segnala il primo vantaggio trevigiano nelle finali, ma è effimero, all'intervallo Bologna avanti 46-39 e, nella ripresa è Brunamonti a portare Bologna a +18, 71-53, dopo che Coldebella (14 punti) aveva dato più di una spallata. Danilovic saluta col botto, 40 punti, 12 su 17 da due, 1 su 5 da tre e 13 su 15 ai liberi; dopo 3 anni e 3 scudetti l'asso serbo lascia Bologna per andare in NBA, salutando il suo pubblico indicando a braccia alzate il 3, numero simbolo di questa sua prima permanenza bolognese; perché nessuno immagina che dopo due anni farà il grande ritorno, per la sua seconda fase bolognese che sarà caratterizzata da altri numeri, l'1 del primo trionfo nella massima competizione europea e il doppio 4: poker scudetto raggiunto con il famoso tiro da 4. La gara finisce 95-82, poi tifosi in festa in Piazza Maggiore e squadra in tripudio da Benso, ristorante di Brunamonti.

QUANDO CARERA "SALVÒ" DANILOVIC

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 05/02/2021

 

Cinque novembre 1992: al Palasport di Piazza Azzarita si gioca la seconda giornata del girone di Eurolega. La Virtus, sconfitta nettamente nel turno precedente a Zagabria, è chiamata a uno scontro fratricida: di fronte ha la Scavolini Pesaro di coach Bucci, allenatore che portò la Virtus al titolo tricolore otto anni prima. Sulla panchina bolognese Ettore Messina, che in quello scudetto della stella era vice allenatore. La sfida tra i due allenatori è solo uno dei motivi della gara: di fronte anche Myers, talento emergente del basket italiano, approdato in estate a Pesaro dopo essere stato inseguito anche dalle V nere, e Danilovic fresco campione d'Europa con il Partizan, che mentre Carlton giungeva nella città marchigiana, arrivava a Bologna con l'intento, neppure troppo celato, di riportare la Virtus ai vertici in Italia e tentare finalmente la scalata al massimo titolo europeo. Sasha è chiamato al riscatto, in Croazia non ha giocato bene, ha segnato il primo punto dopo undici minuti, quando il punteggio era già 25 a 7.

Poi il numero cinque serbo ha giocato una buona partita a Rimini in campionato, ma chiaramente la vetrina europea ha tutto un altro spessore. Invece al nono minuto Predrag ha già tre falli e non è in serata di tiro (alla fine 1 su 7). Fortunatamente i compagni iniziano bene e con una partenza sprint si portano sul 24-8 poco dopo la metà del primo tempo. All'intervallo la Scavolini ha ridotto il passivo, 38-29 e dopo sei minuti della ripresa quarto fallo di Danilovic e partita che torna in equilibrio. Negli ultimi secondi, quando il punteggio è in perfetta parità, il serbo sbaglia il tiro e Myers allo scadere regala la vittoria ai marchigiani 71-73. Solo otto punti e ventidue minuti in campo per il campione bianconero, mentre Carlton ne segna diciannove con anche il paniere decisivo e con il suo omonimo americano Pete Myers (20) è il grande protagonista della partita. Oltrettuto il Myers nazionale vive una settimana di grandissima gloria: la domenica precedente è stato protagonista nella vittoria di un punto contro Roma (arpionata con i liberi di Gracis a due secondi dalla fine), quella successiva realizzerà ancora sulla sirena il canestro del definitivo 90-88 a Milano. Niente male per un giocatore spesso accusato di perdersi nei momenti decisivi delle partite.

La Virtus, due giorni dopo la gara contro i marchigiani, ospita la Benetton, campione d'Italia. I bianconeri e Danilovic sono chiamati a una pronta risposta, ma i trevigiani sembrano una macchina perfetta in un primo tempo shock per le V nere: al 16' 25-47, all'intervallo poco meglio, 32-50. Nel secondo tempo avviene l'incredibile, sotto la spinta di Coldebella, con la grande difesa di Morandotti, con la continuità di Binelli, unico a salvarsi nel primo tempo, con un 5 su 5 di Moretti più un addizionale, con un monumentale Carera, autore di tuffi per recuperare palloni e canestri in attacco, 6 su 7, la Virtus in sei minuti con un parziale di 26-8 pareggia a quota 56. Dopo sette minuti di equilibrio, ultimo vantaggio per Treviso sul 66-67 al 33', la Knorr riprende la marcia trionfale e vince 95-86, con lo straordinario punteggio parziale del secondo tempo di 63-36. Nonostante i 37 punti di Teagle, ancora una volta la squadra veneta perde sul campo della Virtus, dove coglierà il primo successo della sua storia solo nell'aprile del 1996. In una serata di pochi punti degli stranieri, Wennington 8, Danilovic 9 (con 2 su 12), in doppia cifra cinque italiani: Brunamonti e Moretti 15, Binelli e Morandotti 14, Carera 13. Proprio Flavio è l'anima della rimonta: non solo la condisce con gli ingredienti abituali, lotta sotto i tabelloni, rimbalzi, blocchi, palloni recuperati (ben 6), ma in attacco è una furia, si sente ispirato, chiama il pallone, e lo recapita inesorabilmente nel canestro, con una serie di ganci di pregevole fattura: i suoi diciassette minuti in campo sono un esempio di furia agonistica.

Quella che all'intervallo sembrava una disfatta che avrebbe allargato la crepa nelle certezze della Knorr e di Danilovic, aperta contro la Scavolini, si trasformò non solo in un successo entusiasmante che proiettò le V nere sole al comando della classifica, ma anche in una delle grandi partite entrate nella storia delle V nere. Poi Sasha riprese a martellare il canestro, la Virtus rimase in quella posizione di vertice fino alla fine della regular season, da cui spiccò il volo verso lo scudetto numero undici, primo di tre titoli consecutivi. Carera tornò alle sue mansioni principali, lasciando nuovamente la ribalta offensiva ad altri: ormai era entrato nel cuore dei tifosi bianconeri. Carera e Danilovic erano appena arrivati a Bologna, ma il loro libro bolognese, ricco, di pagine indelebili non era che alla prefazione.

Virtus Knorr Bologna: Brunamonti 15, Carera 13, Morandotti 14, Binelli 14, Marcheselli, Coldebella 7, Moretti 15, Brigo, Wennington 8, Danilovic 9.

Benetton Treviso: Pellacani 2, Iacopini 13, Ragazzi 8, Rusconi 13, Piccoli, Esposito, Vianini 8, Mian, Kukoc 5, Teagle 37.


 

IL 4 MAGGIO 1993 VINCENDO AL PALAVERDE LA KNORR IPOTECA LO SCUDETTO

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 04/05/2021

 

Alla vigilia della serie decisiva per lo scudetto del 1993, Skansi, allenatore della Benetton, spronò i suoi dicendo che bastava vincerne una su tre a Bologna e Messina di rimando, dopo la vittoria in gara uno, incitò i giocatori della Virtus affermando che vincere una volta a Treviso sarebbe stato determinante per vincere il titolo. E con questa speranze le V nere partirono per il Veneto. Il primo tempo della Virtus al Palaverde fu superlativo. Skansi partì col quintetto piccolo e Kukoc secondo lungo, ma la scelta si rivelò infelice, Wennington contro Kukoc partì con un 6 su 6, poi fu la volta di Morandotti, su cui era passato l'asso trevigiano, a realizzare un 4 su 4. 11-20 dopo 5', poi un improvviso risveglio locale con un 10-0 che li portò avanti 21-20. Dopo un crescendo bianconero, 31-40 al 16', 45-58 a fine tempo. A questo punto Wennington aveva già 16 punti con 7 su 7. Al 24' vantaggio ancora aumentato, 49-66, poi l'ovvia reazione dei veneti, trascinati da un indomito Corchiani, fino al 79-86 del 35', con Binelli e Wennington già a sedere per raggiunto limite di falli e Carera costretto stoicamente a rientrare, nonostante una distorsione alla caviglia. Ci pensarono Coldebella, Brunamonti e Danilovic a condurre in porto sicura la nave bianconera, 97-108. In doppia cifra gli stessi di gara uno, Danilovic 24 punti, 7 su 12 da due, 1 su 2 da tre e 7 su 7 dalla lunetta, Wennington 18 punti, 8 su 9 da due e 2 su 2 nei tiri personali Coldebella 17 punti, 2 su 5 da due, 1 su 1 nelle triple e 10 su 10 ai liberi, Brunamonti 13, 1 su 1 da due, 2 su 3 nel tiro pesante e 5 su 6 ai liberi, Morandotti 10 con 3 su 4 da due e 4 su 4 dalla lunetta. In questa occasione parteciparono più attivamente rispetto a gara uno anche Carera, nove punti con un insolito 7 su 8 ai liberi, l'acciaccato Binelli e Moretti con otto punti a testa. Recita di squadra, come testimoniato anche dai rimbalzi, distribuiti tra nove giocatori, dai cinque di Binelli all'uno di Brigo. Una grande ipoteca sullo scudetto che arrivò quattro giorni dopo con il 117-83 in piazza Azzarita.

CAMPIONI E IMBATTUTI

Nel 1993 le V nere, trascinate da Danilovic, arrivarono al titolo con un 7-0. Nel 2001 una sinfonia di squadra portò la Virtus al tricolore e al grande slam con un 9-0
di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 25/06/2021

 

Il 10-0 con cui le V nere hanno vinto in modo imperioso il sedicesimo scudetto della loro storia è la migliore prestazione nei playoff nella storia della Virtus. Altre due volte, però, i bianconeri avevano concluso imbattuti la fase finale a eliminazione diretta del campionato, ma con meno gare disputate, in virtù di serie previste su un numero minore di partite. In entrambe le occasioni sulla panchina bolognese c'era l'allenatore sconfitto della finale 2021: Ettore Messina. Nel 1993 la Virtus, che non vinceva il titolo da nove anni, concluse al comando la prima fase. Nei quarti di finale le V nere si trovarono di fronte Pistoia: dopo una franca vittoria in casa, venne un sofferto successo in trasferta, per un solo punto, grazie a un canestro allo scadere del campione serbo Danilovic. In semifinale un avversario tradizionale, Cantù. Dopo la vittoria in casa, con vana rimonta dei lombardi nel finale, la Knorr vinse anche in trasferta con uno scatto nel finale di gara, su un campo che l'aveva vista spesso trionfare nei playoff (quella era la sesta vittoria su dodici incontri disputati al Pianella nella post season a eliminazione diretta), ma sul quale non vinceva una partita da dieci anni. In finale Bologna trovò Treviso, che aveva battuto la Virtus nella finale di Coppa Italia e che era vice campione d'Europa. La Virtus però era troppo forte, vinse con autorità gara uno, giocò una splendida gara in casa Benetton, vinta per 108-97, poi concluse trionfalmente vincendo l'ultima sfida 117-83. Grande protagonista Danilovic, che nelle sette gare segnò due volte 29 punti, due volte 28, una volta 24, una 22 e una 19, risultando sempre il migliore marcatore dei suoi colori. In totale sette vittorie e nessuna sconfitta nei playoff. Fu anche il titolo vinto con meno gare disputate nella post season, i tre precedenti, quelli del 1979, 1980 e 1984 ne richiesero otto, quelli dopo il 1993 un numero anche maggiore. Nel 2001, quando iniziarono i playoff, le V nere avevano già conquistato Coppa Italia ed Eurolega, nonché il primo posto al termine della stagione regolare del campionato. Nei quarti di finale la Kinder si dimostrò troppo forte per Roseto, spazzata via in tre partite con scarti tra i 17 e i 34 punti, la stessa fine fece la Benetton Treviso in semifinale, rendendo però un po' più difficile la vita alla squadra bolognese, soprattutto nella gara giocata al Palaverde, vinta dalla Kinder 91-86. In finale la Virtus si trovò di fronte la Fortitudo: come già nella finale del 1998 quando i bianconeri vinsero 3-2, come nella final tour di Eurolega del 1999, con ancora la Kinder vincitrice, ma soprattutto come nella semifinale europea del mese di aprile, con un secco 3-0 ancora a favore della squadra di Messina. Nella finale scudetto la Teamsystem provò a porre maggiore resistenza, ma alla fine l'epilogo fu il medesimo: l'83-79 del 19 giugno 2001 sancì il 3-0 e il settimo derby vinto su otto in stagione il 9-0 nei playoff, ma soprattutto il quindicesimo scudetto e uno storico Grande Slam. Una Virtus fortissima, con molte punte e ben otto giocatori che andarono in doppia cifra almeno due volte nelle nove partite di playoff: Jaric, Rigaudeau, Abbio, Ginobili, Smodis, Andersen, Frosini e Griffith.