ANDREA MICHELORI

La grinta di Michelori è ben espressa in questo tuffo per catturare la palla

nato a: Milano

il: 20/02/1978

altezza: 202

ruolo: ala

numero di maglia: 15

Stagioni alla Virtus: 2006/07 - 2007/08 - 2016/17

statistiche individuali del sito di Legabasket

biografia su wikipedia

palmares individuale in Virtus: 1 Coppa Italia di Legadue, 1 Campionato di Lega due

MICHELORI: "QUI ALLA VIRTUS PERCHÈ HO GRANDI AMBIZIONI"

"Convinto da Di Bella il mio compagno di stanza, Voglio subito il derby. E anche vincerlo"

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 25/07/2006

 

Qualche ora di relax, tra un'amichevole e l'altra della nazionale di Charlie Recalcati. Andrea Michelori, 28 anni, 204 centimetri e un0esperienza notevole (dieci stagioni in A), non ci ha pensato un attimo. È salito sull'auto e si è diretto verso Bologna. Mosso non dalla curiosità di visitare un ambiente nuovo quanto, piuttosto dalla necessità di sottoscrivere il contratto che, per il prossimo biennio, lo legherà alla VidiVici. Polo nera, Andrea ha posato davanti ai trofei bianconeri, stringendo la mano a Zare Markovski che sarà il suo nuovo allenatore.

Michelori, perché la Virtus?

"Ho sempre sognato di giocare in una squadra che abbia certe ambizioni. E poi questa è una società che, da avversario, ho sempre ammirato. Le ambizioni sono comuni".

Ambizioni, appunto. Quale obiettivo?

"Playoff prima di tutto. Poi vedremo quello che potrà essere il campionato italiano. Di una cosa sono certo. Non ho scelto Bologna per restare a guardare quello che faranno le nostre avversarie. Faremo sentire forte la nostra voce".

Cosa l'ha convinta?
"Non c'è stato un fattore particolare, ma tante piccole cose. In azzurro ero in camera con Di Bella e Dibo ogni giorno mi raccontava di come fosse speciale questo club. Mi ha parlato del coach e dello staff, del presidente e di cosa sia Bologna. Del pubblico e di quanta gente ci sia ogni qual volta giochi. Per questo ho scelto in fretta, in un paio di giorni".

Cosa conosce di Bologna?

"Quello che mi ha raccontato Di Bella. Però ho compreso che per capirla a fondo bisogna viverla".

Bologna e il derby. Cosa sa della stracittadina?

"Resto alle dritte del solito Di Bella. Mi ha parlato di adrenalina. Ho vissuto quelli con Milano e Varese. Anche qui credo che non basti, che non siano la stessa cosa. Non vedo l'ora di giocarli. E non vedo l'ora che finiscano nel migliore dei modi per noi della Virtus".

Cresciuto a Milano, passato per Biella e Cantù. Possiamo definirla "nordista"?

"Che abbia giocato solo a nord è frutto del caso. Sono nato a Milano e a Milano sono rimasto per diverse stagioni. Poi quando si è trattato di scegliere si sono fatte avanti prima Biella e poi Cantù".

Capitolo nazionale: dicono di lei che sia la piacevole sorpresa dell'Italbasket.

"L'ho letto, ma il mio pensiero non è cambiato. Sto lavorando in un certo modo da un mese e mezzo, continuerò per questa strada. Spero possa servire".

Non si sente in Giappone?

"No, credo che ci siano possibilità per tutti. A me piacerebbe esserci".

Avete fissato date con Markovski?
"No e sia detto con il massimo rispetto: spero di non vederlo il 16 agosto, giorno del raduno Virtus".

Tifoso di calcio?

"Certo".

Potrebbe essere lei il Grosso di Raclcati?

"Magari. Lui in Germania è andato davvero bene, crescendo di partita in partita. Mi piacerebbe imitarlo".

Ma lei che tipo di giocatore è?

"uno che in campo dà tutto. Uno che non si arrende mai e che si mette al servizio della squadra e dei compagni. Posso giocare da centro, da "quattro" e all'occorrenza da ala piccol".

Le manca però il tiro dalla distanza.

"Sto crescendo anche in questo fondamentale. Preferisco penetrare perché non ho paura dei contatti e non ho paura di buttarmi. Però per completarmi so che dovrò migliorare nel tiro da lontano. Non sarò mai Danilovic, ma non ho la mano quadra".

L'unico augurio, insomma, è rivederla solo a settembre.

"Giusto. Magari con una medaglia al collo. Farebbe bene a tutta la pallacanestro italiana".

 

UN'INTERVISTA AD ANDREA MICHELORI

di Bruno Trebbi – www.bolognabasket.it - 13/01/2007

 

Andrea Michelori, dopo il lungo stop iniziale, sta procedendo passo dopo passo verso la condizione migliore, e martedì sera contro Digione è stato forse il migliore dei bianconeri. L’abbiamo intervistato, prima della difficile trasferta di Scafati, campo che i tifosi bianconeri ricordano bene per una serie di semifinale playoff risolta da Mario Boni, l’anno della promozione in serie A.

Martedì abbiamo giocato una buona partita: dispiace soltanto che a vederci siano stati in pochi, e che non riusciamo in infrasettimanale ad avere lo stesso pubblico caldo del campionato. Eppure la Coppa è una buona opportunità, sia per vederci che per giocare partite e migliorarci. Ma sono sicuro che se andremo avanti, la gente verrà a vederci.

Finalmente stai bene, e si vede…

Mi sento molto più reattivo, e mi accorgo che l’inserimento nella squadra migliora con l’aumento dei minuti giocati. Le cose possono solo migliorare: d’altra parte, non avevo mai vissuto una esperienza simile, e pensavo che rientrare dopo una lunga sosta fosse più semplice. Però tutti mi hanno davvero aiutato, anche se c’erano equilibri tattici da ricostruire per inserire un giocatore nuovo come me, proprio quando la squadra andava comunque bene.

All’epoca del tuo infortunio giravano voci su una malattia grave…

Avevo sentito queste voci, ma io ero tranquillo. Piuttosto, ricevevo telefonate da tanti ex compagni che temevano chissà cosa, erano preoccupati, e io dovevo un po’ calmarli. Poi ero sicuro che, al mio rientro in campo, le voci sarebbero state smentite, e per fortuna così è stato.

Domenica vi attende Scafati…

È un campo caldo, difficile, e Scafati è una squadra che deve trovare in casa i punti per salvarsi. Il fatto di avere un nuovo allenatore e nuovi giocatori darà loro nuovi stimoli, e tanta voglia di fare bene. Ma noi non siamo gli ultimi arrivati: sarà una partita dura come quella di Avellino, partita in cui i nostri avversari non si sono mai arresi, ma alla fine siamo riusciti a portare a casa la vittoria.

Vi aiuterà particolarmente il talento di Travis Best, che forse è il miglior regista del campionato…

Ha delle qualità incredibili, è il classico giocatore con cui tutti vorrebbero giocare insieme. Perché ha un modo incredibile di liberare i compagni, di passare la palla con un timing perfetto, non per niente ha fatto grandi cose in NBA. Un campione vero, non capisco perché non sia stato chiamato all’All Star Game.

MICHELORI E CROSARIOL, LE DUE TORRI DELLA VIRTUS

www.bolognabasket.it - 01/06/2007
 

Conferenza stampa di coppia, per quelle che sono state definite le “Due Torri”. Michelori e Crosariol raccontano del momento Virtus e presentano gara 3.

Per Andrea Michelori “L’obiettivo della società erano i playoff, e siamo orgogliosi di quanto ottenuto fino ad oggi, e di aver vinto a Milano. Ma è solo il primo round, sappiamo che Milano è forte e sarà dura chiuderla subito. Certo, adesso un pensiero alla finale lo facciamo volentieri. Io sento questa sfida meno di qualche anno fa, quando andai via da Milano nel 2002 e ci rimasi male. Nato e cresciuto lì, speravo di continuare la carriera in maglia Olimpia. Poi ho fatto scelte di cui non mi sono pentito, e sono arrivato in una squadra importante come Bologna, che può battere non la mia Milano che lottava per retrocedere, ma una Milano da scudetto. Sappiamo che il pallone in mano non arriva tanto, ma l’obiettivo principale è vincere, per cui se questo modo di giocare rende, e arrivano i risultati, ci sacrifichiamo volentieri. Poi è vero che ogni giocatore vorrebbe attaccare il canestro, ma va bene così. Io in gara uno sono stato bloccato da qualche contatto un po’ dubbio, ma spero di fare meglio nelle prossime partite. Anche perché ogni partita è differente, e forse Milano cambierà qualcosa, ma noi non pensiamo a come giocheranno loro. Giochiamo in casa, e anche se noi siamo squadra che cerca di imporre il proprio gioco sia in casa che fuori, speriamo sempre nell’aiuto dei tifosi nei momenti difficili. E non badiamo alle critiche, dato che in Italia si cerca sempre il pelo nell’uovo. Andiamo avanti, convinti dei nostri risultati”.

...

 

"O RINNOVI O STAI FUORI", MICHELORI IN CASTIGO

di Marco Martelli - La Repubblica - 11/12/2007

 

L'assenza di Michelori nel giorno in cui mancava Giovannoni squarcia il velo sull'ennesima decisione extrasportiva della Virtus. Può farci poco "Pilla", perché ai piani alti le scelte tecniche passano in secondo piano, anche a scapito della logica. Che, senza il brasiliano, voleva in campo un altro lungo: così non è stato. Va preservata, dicono, la quota tesserati: eppure, il 18 è lontano, se Best, Blizzard e Bulleri faranno 15. Michelori non può entrarci: perché non ha rinnovato il contratto. «O rinnovi o guardi» questo è il messaggio, minacciato già in estate. Sabatini l'aveva fatto anche con Di Bella: le carenze in regia, e il no di Pozzecco, hanno però cambiato l'orizzonte.

Ma il caso del milanese resta amaro e spiacevole. «Questa squadra sta con 4 lunghi» dicono. Eppure, firmasse, tornerebbe in rotazione. Peraltro, Michelori resta sul mercato, e ha un prezzo: da sborsare, evidentemente, a scatola chiusa. Ma chi può pagare un buy-out per un atleta, reduce da un ko, che non vede il campo? E perché, soprattutto, farlo oggi quando a giugno può lasciare a zero? Sono domande banali, che chiunque può porsi. Come altre. Se il giocatore si vuole tenere, perché non dimostrargli fiducia reintegrandolo? E ancora: perché Michelori dovrebbe risposare il club che da mesi l'ha messo alla porta, tra frecciate ed esclusioni? Vero, la Virtus l'ha curato e accompagnato durante il doppio stop: ma trattandosi di un investimento, sarebbe stato strano il contrario. Preso nel 2006 con un biennale, il braccio di ferro, dopo un anno, era scontato, ed eccolo qui, anche se se la squadra perde e anche se il giocatore avrebbe bisogno di minuti, per rimettersi o (vista dal club) per metterlo in vetrina. Invece, Michelori resta fuori. Perché alla Virtus, prima del basket, vengono mille altre cose.

Michelori un lungo che sa anche mettere palla a terra

ADDIO LITI E STAMPELLE: "CONQUISTERO' PILLA"

di Marco Martelli - La Repubblica - 13/08/2007

 

Non ha più le stampelle, come lo avevamo visto l’ultima volta, al Cierrebi, durante l’ultimo aperitivo di Sabatini. Corre già, Andrea Michelori, e ha ripreso la palla in mano. Non si butta ancora sui cambi di direzione, ci tiene a dire, ma l’abbronzatura mallorquina è di primo livello, e la silhouette pure. Nonostante – nessuno lo dimentica – la sua posizione sia una delle più scomode. Il litigio per il rinnovo del contratto, la convalescenze, la lettura quotidiana dei giornali, troppo spesso forzati a concentrarsi sulle vicende sue e di Di Bella. «Parliamone meno possibile», dice, seduto sul tavolo degli arbitri. «Io stesso, mentre leggevo giornali e interviste, ho voluto concentrarmi solo sul mio ginocchio. è stata dura: 6 ore di palestra tutti i giorni, senza palla, una noia mortale. Però il lavoro procede bene, di questo passo potrei essere in campo a inizio ottobre». "Miche", mediaticamente perfetto, rimbalza ogni altro tentativo, incluso un commento a una minacciata tribuna. La cronistoria della vicenda l’hanno letta tutti: offerto un prolungamento a cifre inferiori, il giocatore ha scelto di andare a scadenza. «Sono qui per giocare e sono convinto delle mie capacità. è stato un anno terribile, fisicamente: il primo della mia vita, con due infortuni gravi, e la possibilità svanita di andare agli Europei, che erano nelle mie corde soprattutto con l’infortunio di Rocca. Ora voglio guadagnarmi la fiducia dell’allenatore, e penso che ci riuscirò». Arriverà anche Di Bella, una volta compiuto il ciclo in Nazionale, e la curiosità sarà la stessa.

Michelori nella sua seconda esperienza in Virtus (foto tratta da www.virtus.it)

MICHELORI: FINALMENTE UNA COPPA CON LA VIRTUS. ORA PROVIAMO A SALIRE, LAVORANDO CON UMILTÀ

tratto da bolognabasket.it - 10/03/2017

 

Il capitano della Virtus Andrea Michelori è stato intervistato su Stadio da Marco Francia.
Ecco le sue parole:

Nella prima esperienza in Virtus aveva perso tre finali, compresa quella in Coppa Italia contro Treviso con lo 0/4 al liberi. Quella è stata un’esperienza negativa, un ricordo che ho digerito poco alla volta e che porto ancora, in qualche modo, dentto di me. Riuscire finalmente a vincere la Coppa Italia, sia pur di A2, mi ha fatto piacere. Non sarà la stessa cosa di allora, ma è sempre un trofeo.

Un trofeo che aumenta le aspettative e le pressioni che gravano sulla squadra. Quando le cose vanno bene, i tifosi chiedono sempre di più, come è normale che sia. A settembre eravamo partiti con l’ambizione di essere protagonisti di una buona stagione ed è quello che abbiamo fatto fin qui. Le partite decisive, quelle dei playoff, devono ancora arrivare, ma intanto abbiamo portato a casa un trofeo che, anche se può interessare poco, dà autostima e carica per continuare su questa strada.

Oltre al successo in Coppa, il primo posto in classifica e la nuova, ambiziosa, guida societaria hanno cambiato in corsa gli obiettivi di questa stagione. Cosa deve fare la squadra per non farsi schiacciare dalla pressione? Non dobbiamo far altro che tenere un clima sereno, cercando di rimanere concentrati e di tenere i piedi per terra, con umiltà, senza gasarci troppo. Abbiamo un rifugio, il nostro spogliatoio, e queste pressioni non devono entrare al suo interno. L’obiettivo della promozione è difficile, visto che sale una sola squadra su trentadue. Abbiamo l’obbligo di provarci, un passo alla volta, visto che abbiamo dimostrato di potercela giocare con tutti.

Cosa avete di più degli avversari? La cosa più importante è che siamo un bel gruppo, che lavora sodo e con umiltà, con al suo intemo un giusto mix tra veterani, che sanno quanto sia importante rimanere con i piedi per terra, e giovani, che si stanno comportando da professionisti perché sanno che questo, per loro, è un anno importante per riuscire a emergere. In alcuni momenti della stagione abbiamo espresso della buona pallacanestro, in altri meno, ma siamo stati bravi a rimanere sempre una squadra unita e umile.

Come avete recuperato dal weekend di Coppa Italia? Come detto, la vittoria in Coppa Italia ci ha donato nuove certezze, ma ci ha anche tolto tante energie. Per fortuna, piano piano tutti i giocatori infortunati stanno recuperando, cosa che da qui in avanti ci permetterà di allenarci bene e di conseguenza di migliorare ancora molto.

Michelori come sta? Sto superando unmomento in cui non sono stato Uoppo bene. Ho patito a causa di alcune contratture alla schiena, un problema questo che si è protratto nel tempo perché forse ho avuto tìoppa fretta di tornare. Ora sto un po’ meglio e ho una gran voglia di rimettermi sotto a lavorare: quando si ha una certa età, il lavoro quotidiano diventa ancora più importante. Mi sento bene, non sono più un ragazzo di ventanni, ma penso di poter dare ancora molto a questo gruppo, non solo in termini di esperienza.

Com’è il suo rapporto con Ramagli? Tutti ci troviamo bene con lui. Oltre a essere un allenatore eccellente, preparato, è una persona rispettosa, che ti fa crescere. Quando ti urla, lo fa perché c’è un motivo, non tanto per fare. In un contesto del genere, si lavora con più stima e forza di volontà.

MICHELORI: "AVEVO PROMESSO DI ESSERCI, A BOLOGNA HO VISSUTO TRE ANNI BELLI ED È UN PIACERE TORNARE"

tratto da bolognabasket.it - 09/10/2017

 

Ieri al PalaDozza era presente anche Andrea Michelori, il capitano della promozione.
Ecco le sue parole ai microfoni di Laura Tommasini di Sportpress.

Ciao a tutti i tifosi virtussini. Avevo promesso di esserci e l’ho fatto. Mi sembrava d’obbligo esserci per la prima in casa, volevo farlo anche per la presentazione ma ho avuto un piccolo contrattempo. Spero di portare fortuna e sono curioso di vedere la squadra coi nuovi innesti.
Ricordi? Quando ci sono delle vittorie ti porti dietro un bel ricordo, senza dubbio. Il gruppo è stato stupendo, lo staff tecnico è stato stupendo, il medico è stato stupendo. Quando uno riceve tanto alla fine è disposto a dare altrettanto. Non è che il mio venire qua vuol dire dare chissà cosa, ma lo faccio con molto desiderio e con molto affetto verso questa società che si merita di essere tornata in serie A, spero un domani di ambire a qualcosa di ancora più importante.
I tifosi? Devo riconoscere che il tifoso virtussino è sempre stato gentile con me, ha sempre apprezzato il mio modo di giocare, il fatto di mettere grande agonismo e dare il 100% sul campo, anche nei momenti che la gente ricorda con meno piacere. Ho sempre cercato di superare i momenti difficili, ci sono alti e bassi nella carriera di un giocatore, ma a Bologna ho vissuto tre anni belli, questo senza dubbio. Due anni prima, un anno dopo ed è un piacere tornare.
Capitano Rosselli. Guido è un ragazzo d’esperienza, che può dare tanto a questa squadra. Forse è ancora un po’ bloccato ma io non ho nessun dubbio sulle sue capacità, morali e come giocatore. Sarà d’aiuto ai giocatori più giovani e meno esperti, sono sicuro che sarà un ottimo capitano.
Il mio futuro? Vedremo. Per il momento sto facendo il “mammo”, mi piace stare coi miei figli e la mia famiglia e sto cercando di capire le mie intenzioni reali. Mi sto guardando in giro e non voglio buttare delle occasioni che mi si presentano.

 

MICHELORI: "LA FESTA DI TRIESTE MODO BELLISSIMO DI CHIUDERE LA CARRIERA"

tratto da bolognabasket.it - 04/10/2018

 

Andrea Michelori, ex Virtus, è stato sentito da Luca Muleo di Stadio. Un estratto dell’intervista.

“La prima a Trieste dove conquistammo la promozione? Ho dei ricordi bellissimi, un risultato come l’avevo sognato. Me l’ero detto, fosse arrivato mi sarei ritirato o almeno avrei preso un momento di riflessione. Non sapevo che quella sarebbe stata l’ultima gara, credevo che avremmo vinto una partita su due a Trieste, ma chiuderla 3-0 è stata una sorpresa anche per noi. E’ stato in ogni caso un modo eccezionale per chiudere una carriera lunga e importante. Quando abbiamo visto che anche in gara 3 tenevamo botta punto a punto ho capito che potevamo farcela, la pressione era tutta su di loro. L’immagine più bella? La festa con i tifosi a fine partita, si vedeva quanto i ragazzi ci tenessero al ritorno in serie A dopo la grande delusione della retrocessione. Ho pensato che eravamo stati davvero fortunati a vivere quei momenti, ma anche che l’avevo meritato.
Questa Virtus? Dopo il coach con cui ho chiuso la carriera è arrivato Sacripanti: lui e Ramagli sono i due tecnici con cui mi sono trovato meglio. Specie da un punto di vista umano, perché quando arrivi ad un certo momento della carriera hai poco da scoprire, contano le motivazioni, i valori umani. Hanno principi molto simili, persone vere, sincere, con carisma e grinta.
La Virtus ha tutte le carte in regola per far capire che c’è e che vuol dire la sua, arrivando ai playoff senza incertezze. Ed è giusto non dire di più, mantenere il profilo basso è sempre la cosa migliore”

 

MICHELORI: TANTA RABBIA PER IL VIRUS. SI E’ PRESO MIA MAMMA, E ABBIAMO RISCHIATO DI PERDERE ANCHE PAPA’

tratto da bolognabasket.it - 23/04/2020

 

L’ex capitano della Virtus Andrea Michelori è stato sentito da Luca Muleo per Stadio. Un estratto dell’intervista.

“Ce l’ho nel cuore, la Virtus. Ricordo benissimo le parole di Ramagnoli, l’idea era far crescere i giovani e vedere che cosa accadeva, fossero migliorati loro avremmo potuto rimanere in alto. Così è stato. Poi l’ingresso di Zanetti in società e gli arrivi di Bruttini e Gentile completarono il quadro. Gli americani, Rosselli, Ndoja e lo stesso Spissu, che ai livelli attuali è una sorpresa anche per me e sono contentissimo perchè è uno che sta sempre sul pezzo, noi veterani conoscevamo la pallacanestro. Il coach era la persone giusta.
Esserne capitano? Un grande orgoglio. Lo stesso che vedevo in Fabio Di Bella quando aveva i gradi, lui da sempre tifoso virtussino e tra i miei migliori amici. Ci sono tante responsabilità, un pubblico esigente che giustamente vive il ricordo di mostri sacri come Danilovic e Ginobili ai quali ti paragonano, e noi non potevamo certo esserlo. Però quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto. Fu tutto perfetto, l’arrivo di Zanetti, il lavoro di coach Ramagli e del vice Cavicchi, Bucci che ci motivava. La sua scomparsa mi ha toccato, era un grande uomo, anche i tifosi della Fortitudo lo riconoscevano.
Questa Virtus? Avrebbe potuto vincere, poi il basket ha il mercato aperto fino all’inizio del playoff e spesso arrivano giocatori decisivi. Un paio di puntello ancora sarebbero serviti, però era un Virtus in linea con la sua grande tradizione.
Il virus qui a Milano? C’è tanta rabbia, anche personale. Si è preso mia mamma Sonia, e abbiamo rischiato di perdere pure papà. Sono rimasti da soli in casa per giorni ad aspettare assistenza. la guardia medica aveva tempi di attesa infiniti e non c’erano le condizioni per il ricovero. Niente tosse nè crisi respiratorie, però intanto la malattia progrediva. Mamma, entrata in ospedale più grave, in pochi giorni è stata intubata e non ce l’ha fatta. Papà se l’è vista brutta, dimagrito di 12 chili, salvato in 48 ore da un farmaco contro l’artrite reumatoide”

GRANDE VIRTUS

di Andrea Michelori - sua pagina fb - 13/05/2022

 

Grande Virtus, veramente

complimenti

a tutti!

ho vissuto anni bellissimi ma quello che state facendo è qualcosa di incredibile.

vi verrò a trovare presto!