CESARE GARULLI
Il Prof. Cesare Garulli (foto tratta da Il Mito della V Nera)
nato a:
il: 07/04/1915
Stagioni in Virtus: anni '50 e 1970/71
PROFILO
Cesare Garulli aveva gareggiato per la Virtus atletica (13,52 nel lancio del peso ai campionati italiani assoluti di Bologna nel 1936), per poi divenire allenatore in quella sezione. Fu poi preparatore atletico del Bologna calcio (il primo in Italia), poi della Virtus Pallacanestro negli anni '50, assumendo anche l'incarico di allenatore dei più giovani, in seguito di nuovo al Bologna; poi ci fu il Lanerossi Vicenza Calcio, ma dopo tornò alla Virtus a inizio anni '70 per sostituire, sempre come preparatore, Giorgio Moro, il quale aveva avuto un diverbio con l'allenatore Tracuzzi. Garulli, che portava i giocatori a correre nella tenuta del presidente della Virtus Tennis, Giorgio Neri, già commissario della sezione pallacanestro, aveva però metodi troppo rigidi e i giocatori lo "scaricarono" presto, approfittando anche dell'arrivo, a novembre della stagione 1971/72 di Nico Messina al posto di Tracuzzi. Garulli e Moro avevano un forte legame: Cesare era stato testimone di nozze di Giorgio, avendo fatto il militare con suo padre, deceduto quando il figlio aveva solo un anno e mezzo.
GARULLI, MORO E TRACUZZI
di Silvano Stella - La Gazzetta dello Sport - 17/11/1971
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La società, inoltre, accusa Tracuzzi di mancata collaborazione coi preparatori atletici. Lo scorso anno avrebbe dovuto collaborare con il professor Moro il quale, ad un certo punto, fu però messo in condizione di rinunciare all'incarico. All'inizio di questa stagione si sarebbe espresso favorevolmente per affidare la squadra ad un nuovo preparatore e lui stesso avrebbe segnalato due nominativi uno dei quali quello del professor Garulli.
Tracuzzi e Garulli, entrambi autonomi nei campi specifici, dapprima hanno collaborato in tandem con ottimi risultati presentando al torneo di Borgotaro una squadra già sufficientemente registrata, ma successivamente non si sarebbero trovati più d'accordo sui programmi di allenamento. Da qui sono nati dissapori e polemiche che hanno coinvolto un po' tutti compresi i giocatori che si sarebbero lamentati dell'eccessiva preparazione atletica a discapito di quella tecnica. A questo proposito, tuttavia, la società assicura che di fronte alle 7-8 ore settimanali di preparazione si avevano non più di due ore e mezza di preparazione atletica.
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DA GARULLI AL PROF GRANDI
Basket e calcio a braccetto
Cesare Garulli aveva gareggiato per la Virtus atletica (13,52 nel lancio del peso ai campionati italiani assoluti di Bologna nel 1936), per poi divenire allenatore in quella sezione. Fu poi preparatore atletico del Bologna calcio (il primo in Italia), poi della Virtus Pallacanestro negli anni '50, assumendo anche l'incarico di allenatore dei più giovani, in seguito di nuovo al Bologna; poi ci fu il Lanerossi Vicenza Calcio, ma dopo tornò alla Virtus a inizio anni '70 per sostituire, sempre come preparatore, Giorgio Moro, il quale aveva avuto un diverbio con l'allenatore Tracuzzi. Garulli, che portava i giocatori a correre nella tenuta del presidente della Virtus Tennis, Giorgio Neri, già commissario della sezione pallacanestro, aveva però metodi troppo rigidi e i giocatori lo "scaricarono" presto, approfittando anche dell'arrivo, a novembre della stagione 1971/72 di Nico Messina al posto di Tracuzzi. Garulli e Moro avevano un forte legame: Cesare era stato testimone di nozze di Giorgio, avendo fatto il militare con suo padre, deceduto quando il figlio aveva solo un anno e mezzo. Questo saltare dal calcio alla pallacanestro ci spiega bene come il 17 gennaio 1952, nella sua prima esperienza al Bologna calcio fece fare ai giocatori questo allenamento, descritto nello Stadio dell'Epoca.
Niente pallone era la consegna della settimana. Dopo la prima decisione di scegliere un campetto di provincia che rispondesse a particolari requisiti per l'allenamento del giovedì, in un secondo tempo Galluzzi aveva preferito ripiegare sul semplice lavoro atletico. Ma il pallone, si sa, a un certo punto fa lo stesso la sua comparsa, anche se il diabolico prof. Garulli lo trasforma con un semplice colpo della bacchetta magica (che gli serve anche per far compiere flessioni ai suoi ragazzi) in un pallone per la pallacanestro.
Nel nuovo gioco i calciatori forse per una certa indigestione di calci, riversano tutto il loro entusiasmo. Così sul campetto con i due cesti regolamentari che è al di là del terreno per il calcio, si assiste a una movimentatissima partita di quel "basket" che sta entrando abbastanza velocemente nelle preferenze degli sportivi. Il campo è piccolo e le squadre sono di sei giocatori; c'è un po' di confusione in campo, non ci sentiremmo di giurare che tutti rispettano la regola del palleggio e quella del "tre secondi" in un'area di cesto che, naturalmente, non è neppure disegnata. Ma c'è da riconoscere che l'esercizio serve indubbiamente la causa dell'agilità e dello scatto; e che riesce simpatico a vedere, anche umoristico, talvolta, con gruppi di tre o quattro che vanno a finire per terra non mollando il pallone, con Garcia, che trasporta nel nuovo gioco il suo ridondante campionario di finte, con Cappello che spara a canestro certi tiri che talvolta la palla sorpassa bene il tabellone e si sperde oltre il fondo, con Pilamrk e Jensen sempre compassati, con Boccardi che, per il solo fatto di usare abitualmente le mani, crede di vantare un diritto particolare e invece si fa talvolta dribblare da Giovannini e Ballacci, suoi abituali angeli custodi.
Ma ogni tanto si snoda anche qualche azione piacevole. E nasce ad un certo momento un'allegra sfida. Qualcuno dice che si potrebbe incontrare in una partita amichevole l'O.A.R.E. (forse la Virtus e il Gira incutono ancora una certa soggezione).
Naturalmente i "20 minuti 20" di pallacanestro sono stati preceduti e saranno seguiti dalla solita teoria di esercizi atletici, di flessioni, di salti, di scatti, di ginnastica per la respirazione. È sempre Garulli di scena, a dirigere il complesso.
Quello di Garulli non è un caso isolato: Tom Assi, già alla Fortitudo nel 1974-75 con coach Nikolic, l'anno dopo seguì sia la Sinudyne di Peterson che divenne campione d'Italia, sia il Bologna di Pesaola che fece un ottimo campionato, nonostante le cessioni di Savoldi e Pecci dell'estate prima, settimo alla pari con il Cesena sesto, ma i rossoblù erano stati anche terzi a inizio gennaio.
Poi venne il tempo del prof Grandi, che nel 1980/81, nel Bologna di Radice, contribuì a portare la squadra fuori dalle secche del meno cinque, concludendo al settimo posto, che sarebbe stato un quinto senza la penalizzazione. Il Prof. passò alla Virtus Pallacanestro nel 1983, in tempo per dare la sua mano alla conquista della stella: rimase fino al 1993, un altro scudetto, dopo che erano arrivate anche tre Coppe Italia e una Coppa delle Coppe, poi seguì Messina in Nazionale per tornare nel 1997, vincere scudetto ed Eurolega nel 1998, la Coppa Italia del 1999. Lasciò poi nel 2000, il Grande Slam (Coppa Italia, scudetto ed Eurolega) del 2001 si poteva vincere anche senza di lui, ma forse non voleva assistere al disfacimento della sua Virtus in quell'incredibile estate del 2003. Proprio allora finì nella Virtus 1934 e non nel progetto Sabatini. Ma presto se ne sarebbe andato da questa terra, quel 31 dicembre 2004. Rimasero epici i suoi calcetti a Barcellona, per stemperare la tensione nel giorno tra semifinale e finale, tant'è che poi i neo campioni d'Europa della Kinder, tirarono fuori il pallone per palleggiare con piedi e testa all'aeroporto sulla via del ritorno. Naturalmente non potevano che essere partite di calcetto quelle organizzate per anni a Casalecchio per ricordare il Prof, eventi a cui accorrevano tutti i suoi vecchi ragazzi, un legame che non si era mai spezzato.