MICHAEL OLOWOKANDI

Michael Olowokandi, arrivo strombazzatissimo ma di dubbia efficacia

nato a: Lagos (NIG)

il: 03/04/1975

altezza: 215

ruolo: centro

numero di maglia: 15

Stagioni alla Virtus: 1998/99

statistiche individuali del sito di Legabasket

biografia su wikipedia

 

VIRTUS, RIVOLUZIONE DA NBA

di Luca Chiabotti - Gazzetta dello Sport - 17/12/1998

 

La Nba ha 29 squadre, la 30a stasera gioca a Istanbul contro l'Ulker ma quello che si diranno in queste ore Russ Granik, vicepresidente Nba, e i rappresentati dei giocatori della lega piu' importante del mondo interessa alla Kinder Bologna quanto ai Chicago Bulls. Esagerati? Fate voi, visto che per trovare chi sostituirà Zarko Paspalj la Virtus ha preso contatto con giocatori come Michael Olowokandi, Isaac Austin o Vlade Divac. Ieri Billy Hunter, legale degli atleti, ha dichiarato che le parti sono vicine al salvataggio della stagione Nba. E, allora, per la Virtus le cose si complicherebbero: il nuovo extracomunitario va tesserato entro l'anno e andrebbe a sbattere con i camp Nba più affollati e caotici di sempre. Vorrebbe dire lasciar perdere anche secondi obiettivi come Pat Garrity, ma questa corsa ha chiarito due cose importanti sul futuro della Kinder. La prima è che Alfredo Cazzola è disponibile a investire una cifra importante per rinforzare la squadra, la seconda è che Ettore Messina ha deciso di cambiare l'assetto tattico, puntando su un altro pivot da affiancare a Rascio Nesterovic. Ieri Michael Olowokandi, prima scelta assoluta dell'ultimo draft, pivot di 2.15 nigeriano ma figlio di un diplomatico e cresciuto in Inghilterra tra rugby e cricket più che giocando a basket (lo ha praticato seriamente solo all'università di Pacific), ha ribadito sui giornali americani la sua volontà di venire in Europa se salterà la stagione Nba. Era già pronto a firmare con una squadra italiana la settimana scorsa, con una clausola che avrebbe invalidato il contratto se il lockout fosse finito entro 5 giorni. La squadra è la Kinder: "Ma le basi della trattativa con Olowokandi erano differenti - ammette Ettore Messina -: lui avrebbe voluto essere libero di tornare nella Nba in qualsiasi momento avessero ripreso a giocare, e la Virtus sarebbe stata indennizzata con un altro giocatore giovane, che noi, pero' , non riteniamo all' altezza. Olowokandi siamo pronti a prenderlo, ma solo se il campionato Nba quest' anno saltasse del tutto. Non voglio illudere i nostri tifosi". La situazione è analoga per Vlade Divac, Predrag Stojakovic, forse Arvydas Sabonis, uno di quei giocatori sotto contratto la cui possibilità di giocare altrove durante il lockout sarà tema della giustizia del lavoro. Isaac Austin è un altro nome che Messina segue da sempre: in rotta di collisione con Olowokandi nei Clippers, è pur sempre un uomo da 13 punti e 7 rimbalzi nella Nba. Ciccionissimo quando giocava in Turchia, a Smirne, era stato rimesso a lucido da Pat Riley, venendo eletto giocatore più progredito del '97. A 30 anni, con una stagione Nba corta, potrebbe avere offerte contro cui la Kinder può lottare. Comunque un altro centro: "Ho verificato che, soprattutto in difesa, Nesterovic può marcare perfettamente anche ali alla Nicola - dice Messina - e in attacco ha quel tiro attorno all'area che può permetterci di schierarlo da numero 4. Anche in chiave europea, affiancargli un pivot sarebbe vantaggioso". Intanto a Istanbul Paspalj c'è , dopo aver transato il contratto, per tener fede ai suoi impegni. Ma non sa quanto potrà essere utile. Ancora privo di Sconochini (e Gigena), Messina cerca con l'Ulker quei 2 punti che nella 2a fase farebbero partire la Kinder, ormai seconda, con 4 punti sulle terze. Sui turchi è difficile sbilanciarsi: il loro è un basket di bassa qualità, meno quando Harun Erdenay, 18.9 punti di media col 44 % da tre, si scatena. Di turco c'è solo lui: Rankin e Winslow sono naturalizzati e si aggiungono a Anderson e Koturovic. In altri momenti, non ci sarebbe partita, anche sul piano delle polemiche italo - turche sembra tutto tranquillo. Preoccupa più la Nba.

 

E MARTEDI' ARRIVA OLOWOKANDI. CAZZOLA: "È NOSTRO"

di Carlo Annese - Gazzetta dello Sport - 03/01/1999

 

Ieri Del Negro, martedì Michael Olowokandi. Il botta e risposta fra Fortitudo e Virtus è immediato, considerati i tempi ristretti per l'inizio della seconda fase di Eurolega. Il ventitreenne centro nigeriano, l'unica prima scelta assoluta della storia a giocare in Europa prima che nella Nba, domani sarà tesserato in Fiba come secondo straniero della Kinder al posto di Zarko Paspalj, in virtù delle firme apposte sotto il contratto inviato via fax. La conferma ufficiale è arrivata ieri pomeriggio da Alfredo Cazzola, patron della Virtus, all'allenamento della squadra: "Michael Olowokandi è della Kinder - ha detto -. Giocherà con noi sia in Eurolega sia in campionato, a quali condizioni lo spiegheremo in una conferenza stampa a giorni". Il giocatore, dalle doti fisiche e atletiche straordinatie, atteso in un primo tempo per oggi a mezzogiorno, arriverà martedì con il suo agente Bill Duffy e con Sean Marks (assistito dallo stesso Duffy), il centro neozelandese che più in là potrebbe anche prendere il posto dello stesso Olowokandi, ed esordirà a Salonicco contro il Paok. L'accordo con la Virtus è garantito fino al 15 febbraio, quando potrebbe partire la stagione Nba se mai il lockout fosse sospeso entro giovedì, l'ultima data utile concessa dal commissioner Stern per evitare la cancellazione del campionato. Ma il club bolognese proverà a convincere l'ex stella dell'università californiana di Pacific ad accettare di rimanere fino alla fine della stagione per un milione di dollari. Se così non fosse, la Virtus si ritroverebbe con un solo straniero nella fase finale dell' Eurolega, vinta l' anno scorso, ma dopo aver comunque giocato due se non tre (compresa un'eventuale sfida nella finale di coppa Italia) derby contro la Fortitudo. Un sacrificio forse eccessivo sull'altare di una concorrenza cittadina che si è fatta di nuovo molto accanita. "Vivremo una situazione particolarissima, lo sappiamo bene - ribatte Ettore Messina, tecnico della Kinder - ma nel caso in cui Olowokandi dovesse decidere di andare nella Nba, la nostra è una delle poche squadre che possono permettersi una scelta del genere. Per due motivi. Il primo è che finora la nostra stagione è stata piena di infortuni eppure non ne abbiamo sofferto più di tanto: sia in Eurolega sia in campionato, abbiamo assorbito le assenze anche lunghe di Danilovic, Rigaudeau e Sconochini senza particolari problemi e dobbiamo ancora recuperare un giocatore importante come Hugo. Il secondo è che, con Olowokandi, aggiungiamo un centro forte in una squadra che ha già un'identità ben precisa. La trazione fondamentale di tutte le più importanti squadre europee è nel perimetro e il nostro gruppo di esterni è sicuramente fra i migliori". Il fatto che martedì arrivi anche Marks dà comunque l'idea dell'incertezza sulla posizione di Olowokandi e dell'intenzione della Virtus di tenere Eurolega e campionato su due piani differenti. Il neozelandese si allenerà in pratica gratis con la squadra, pronto a subentrare se la 1a scelta dei Clippers tornasse negli Usa, ma è addirittura possibile che, con la Nba ferma, la Virtus tenti qualche grandissimo per il colpo finale. Per il derby, questo e altro.

 

E L'EREDE DI OLAJUWON DICE SÌ ALLA KINDER

Ai campioni d'Europa Olowokandi, pivot nigeriano, prima scelta assoluta '98

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 03/01/1999

 

Kinder sempre più bianconera. La società campione d'Italia e d'Europa ha ingaggiato, in un sol colpo, Michael Olowokandi, prima scelta assoluta all'ultimo draft Nba, e Sean Marks, il neozelandese già provato in estate e poi lasciato andare perché il giovanotto non era in possesso del passaporto da comunitario.

Olowokandi è un nigeriano di 23 anni, nato a Lagos, che in patria tutti indicano come l'erede naturale di Olajuwon.  La peculiarità di Michael - per gli scout a stelle e strisce è alto 215 centimetri - è legata proprio alla pallacanestro. Figlio di un diplomatico e cresciuto a Londra, il giovanotto ha scoperto il pallone a spicchi solo tre anni fa. Ma da perfetto principiante si è scoperto, grazie alla rapidità con la quale ha appreso i trucchi del mestiere, e agli straordinari mezzi fisici, il giovane più ricercato della Nba. Prima scelta assoluta dei Clippers di Los Angeles, Michael ha accettato la proposta della Kinder, come ha confermato il presidente, Alfredo Cazzola. Il pivottone rimarrà a Bologna fino al prossimo 15 febbraio dopodiché il suo futuro sarà deciso dalla Nba e da quella riunione in programma giovedì. Se giocatori e proprietari non troveranno l'accordo allora il nigeriano resterà a Bologna fino al termine della stagione. Diversamente la Virtus continuerà, ma solo in campionato perché i termini per il tesseramento europeo scadono alle 20 di lunedì, con Sean Marks, il neozelandese di 24 anni, numero 44 nell'ultimo draft.

Ma se la Nba non parte potrebbe tornare d'attualità l'accordo che era stato raggiunto un mese e mezzo fa con Predrag Stojakovic, il gioiellino serbo con passaporto greco che da queste parti verrebbe volentieri.


 

UN GIGANTE VENUTO DAL NULLA

Olowokandi: sono bastati tre anni per farlo diventare il n. 1 delle scelte Nba

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 03/01/1999

 

Il suo sport doveva essere il calcio. Ma come si fa a far giocare a calcio un nero di due metri e 20 anche se cresciuto nel centro di Londra? Michael Olowokandi, nato a Lagos, Nigeria, il 3 aprile del 1975, figlio di un diplomatico trasferitosi in Inghilterra a metà degli anni '80, come in tutte le belle favole americane ha iniziato per caso la sua avventura che doveva portarlo ad indossare la maglietta dei Los Angeles Clippers dopo la chiamata come numero 1 ai draft di quest'anno e che invece lo vedrà a sorpresa con quella bianconera dei campioni d'Italia. Uomo dei record, senza dubbio, questo gigante nigeriano. Che in soli tre anni ha imparato tutto quello che c'è da imparare sul parquet e che per la prima volta nella storia del basket a stelle e strisce, pur essendo il n. 1 delle scelte, non giocherà subito in una franchigia della Nba. Scherzi della serrata. Che la Kinder sfrutterà per ribaltare gli equilibri sotto i canestri d'Europa e d'Italia almeno fino al 15 febbraio (5 partite di Eurolega, 6 di campionato, final four di Coppa Italia); Poi, come nel caso di Vinny Del Negro sull'altra sponda del basket bolognese, si vedrà. Di sicuro, con Olowokandi, la Kinder ha preso il massimo dei centri disponibile in questo momento di estrema incertezza per la stagione Nba a un passo dalla cancellazione. Da verificare quanto costerà Olowokandi, sul piano dell'emotività e della fisicità, l'impatto con una realtà ben più dura di quella dell'università; ma anche se e come il centro della Pacific riuscirà in così breve tempo a integrarsi nei meccanismi perfetti, sul campo e nello spogliatoio, della Kinder.

Aspettando che Michael arrivi, la Kinder si gode le cifre di questo gigante che nell'ultimo anno di università ha dato il meglio di sé stesso facendo spesso la differenza nella western Conference: 22,2 punti, 11,2 rimbalzi e quasi tre stoppate a partita. Mumeri impressionanti se si considera che Olowokandi i primi contatti con il mondo del basket li ha avuti soltanto nell'estate del 1995 quando, a sorpresa, si offrì alla Pacific University, che aveva già chiuso l'assegnazione delle borse di studio, annunciando allo staff tecnico che avrebbe pagato lui stesso la retta. Tra leggenda e realtà, la storia tecnica del ragazzone di Lagos si è poi dipanata lungo tre stagioni di basket universitario che hanno affinato le qualità tecniche del giocatore  che sul piano fisico, certo, non aveva nulla da invidiare ai colleghi di ruolo. Una scalata ai vertici del draft facilitata dalla grande capacità di apprendimento di Olowokandi ma anche dal paziente lavoro di coach Bob Thomason e del suo vice Tony Marcopulos, gli uomini che dal nulla hanno creato il centro che i Los Angeles Clippers avevano scelto come primo uomo ma che la Kinder farà giocare almeno fino al 15 febbraio.

MICHAEL: "ASPETTATE E VEDRETE"

Olowokandi: presentato ieri il nuovo asso-Kinder. Giocherà con il 15

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 06/01/1999

 

Ricordate il minuscolo Arnold? La stazza è diversa, perché la mole di Michael Olowokandi - 210 centimetri per 119 chili - è imponente, ma in comune hanno la stessa contagiosa simpatia. E Michael - aspetto da non dimenticare - è stata la prima scelta assoluta dell'ultimo draft. Il colpo più clamoroso del 1999 è dunque della Kinder Bologna che si è assicurata le prestazioni del giovanotto fino al 15 febbraio. Se il lock out diventerà definitivo "Olo" al quale è stata assegnata la canotta numero 15 - resterà fino al termine della stagione, guadagnando mezzo miliardo di lire (lordo) al mese. Se restasse fino alla fine dell'anno porterà a casa un milione e mezzo di dollari: un affarone perché il ragazzo promette. Maglione grigio e pantaloni di velluto, "Kandiman" (uno dei soprannomi che gli sono stati affibbiati) s'è sistemato tra il Nuovo presidente, Alfredo Cazzola, e l'agente, Bill Duffy. Sorriso a 32 denti ha cominciato a raccontarsi. Dopo che l'agente si è detto rammaricato, avendo visto la professionalità dell'ambiente bianconero, di non aver raggiunto Bologna sin dall'inizio del lock out.

"Una giornata eccitante - racconta maneggiando una bottiglia d'acqua che tra le sue mani sembra un minuscolo pacchetto di sigarette -: sono soddisfatto anche se non ho fatto un buon allenamento. Era il primo da professionista. Dovete avere pazienza (Duffy ha chiesto un paio di settimane, ndr), come dovrò averne io. Ho bisogno di entrare nel meccanismo della squadra, di ritrovare l'istintività. Così facendo arriveranno belle cose".

Non gioca una partita vera dallo scorso marzo, si è tenuto in forma allenandosi individualmente o al massimo in uno contro uno. "Niente cinque contro cinque - ricorda - tutti avevano paura di infortuni e di pregiudicare la propria carriera". Di Bologna conosce Nesterovic  l'ha incontrato al camp di Phoenix prima del draft - la Virtus campione d'Italia e la Fortitudo. Durante il viaggio aereo si è trovato di fianco a un tifoso biancoblù che lo ha reso edotto sul significato, a "BasketCity", della parola derby.

Negli States, prima di partire, ha dichiarato che se la Nba iniziasse sarebbe disposto a prendere il primo aereo per tornare. Ieri sera è stato più cauto.

"Potrei restare qua anche fino alla fine della stagione. Adesso penso alla Virtus, alla partita di Salonicco". Sa che il basket europeo è competitivo - "viene guardato con ripetto nella Nba" - e ha già un concetto preciso di Danilovic. "So che Sasha è per l'Europa quello che è Michael Jordan per gli States". Basta per conquistare una città che già lo adora.

 

"OLO" C'É MA NON SI VEDE

I tifosi in attesa al Marconi ma la Kinder "nasconde" il suo asso nigeriano

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 06/01/1999

 

C'era una volta la comunicazione e il primo seminario della lega Pallacanestro.. C'è ancora. Solo che abbiamo travisato il concetto: comunicazione non è sinonimo di trasparenza, ma l'esatto contrario. L'arrivo di Olowokandi, ieri al Marconi, s'è tinto di giallo. Una bella storia da raccontare con tutti gli ingredienti giusti. L'0rario di arrivo, prima di tutto, che mette ogni cronista in discussione con l'altro, poi la partenza che non avviene da Los Angeles ma da Washington (forse) e la bufera di neve (si dice) che si abbatte sul terminal a stelle e strisce.

Il gigante nigeriano che perde il primo aereo, ma sale sul secondo. Arriva alle 12,55, si dice. La Virtus convoca la stampa per le 19,30, ma il primo flash sull'arrivo, il primo sorriso  e la prima sciarpa al collo fanno parte della storia del basket. Possiamo discutere queste abitudini, d'accordo, ma allora evitiamo di chiedere ai tifosi e ai curiosi - e ieri al Marconi, eccitati come bambini davanti a un vasetto di marmellata ce n'erano tanti - di appassionarsi a uno sport che fa di tutto per restare nell'anonimato. La futura stella dei "pro" sbuca da un'uscita secondaria, forse con i fumogeni per celarlo agli occhi indiscreti di chi avrebbe solo voluto vederlo.

Arriva la prima scelta assoluta della Nba? Pazienza, bussate più tardi.

Chissà se Michael che un giorno dovrà venire nella Nba - e là i rapporti con i media... - sa di aver vissuto un'ora da James Bond. Accanto a lui, non c'era Sean Marks, ma Sean Connery, in uno dei suoi più abili travestimenti. Eccolo il racconto di un arrivo forse avvenuto ma, in queste righe, solo immaginato. Forse ha ragione la Rai, che pure tante volte abbiamo criticato. Il basket? E chissenefrega. Ha lo spazio che merita.

"OLO" IN QUINTETO: "STO CRESCENDO"

Esordio del nigeriano

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 10/01/1999

 

La prima volta. Appuntatevi la data odierna. 10 gennaio 1999, perché tra qualche anno potrebbe far parte della storia della pallacanestro. Non solo italiana ma anche a stelle e strisce. Il debutto nel nostro campionato di Michael Olowokandi, Messina lo farà partire in quintetto -, prima scelta assoluta del draft 1998. Un giovanetto che in futuro vedremo solo in tivù - o raggiungendo personalmente gli States - perché su di lui, dall'altra parte del cielo, hanno messo gli occhi in tanti. Partita speciale che meriterebbe una cornice adeguata. L'occasione ghiotta per sotterrare l'ascia di guerra: il futuro di "Kandi-man" si deciderà anche - parole sue - sulla base del feeling e delle soddisfazioni che il centrone riuscirà a trovare. E se già da oggi, al posto di un impianto muto, trovasse un PalaMalaguti festante.

Giovedì il primo impatto con il basket europeo e la sua nuova squadra. Che effetto le ha fatto, Olowokandi?

"Mi è piaciuto. Una bella pallacanestro e un ottimo team, il mio"

Dopo il primo allenamento ha manifestato il suo disappunto per un rendimento al di sotto delle attese. Dopo cinque giorni è cambiato qualcosa?

"Sì, ogni giorno che passa cresco. Ma è normale che sia così, gradualmente miglioro".

Oggi il calendario mette di fronte lei, uno degli stranieri più giovani, e Mike Mitchell, il più vecchio.

"È una grande opportunità. Cercherò di imparare da lui il maggior numero di segreti. Non tutti, però, perché sarebbe impossibile in una volta sola".

Che accoglienza si aspetta?

"Non lo so. Sono curioso anch'io. L'impianto mi piace e credo che i fan possano darci maggiore energia per disputare un incontro ancora migliore".

Prima Reggio Emilia e poi la Fortitudo. Le hanno già spiegato cos'è il derby, vero?

"Certo. Ma ritengo che la strategia debba essere diversa. Essere professionisti significa concentrarsi su un obiettivo alla volta. Ora c'è Reggio Emilia. Da lunedì, cominceremo, in allenamento, a parlare del derby".

A proposito di professionisti la Nba scatta il 2 febbraio. E lei?

"Quel giorno sarà qui a lavorare per la Kinder, nessun dubbio".

Cambiamo domanda, allora. Il suo contratto scade il 15 febbraio. E dopo?

"Non lo so. Deciderò più avanti, con i miei agenti, sentendo i Clippers certamente.

Ma dipenderà anche da quel che accadrà nei prossimi giorni, dal mio inserimento nel gruppo, nella città. Se saprò divertirmi".

Un'impressione fugace di Bologna?

"Una bella città".

Differenze tra il gioco nella Ncaa e in Italia?

"Due sistemi abbastanza simili. La differenza più marcata potrò trovarla nella Nba. Mi sento a mio agio, qua".

Ma nei college non sono più rapidi?

"Dipende. Come in tutte le realtà ci sono le squadre più veloci e quelle meno veloci. Per questo credo che il mio inserimento possa essere abbastanza agevole".

CIAO OLOWOKANDI, COLPO FALLITO

di Luca Chiabotti - La Gazzetta dello Sport - 26/01/1999

 

Michael Olowokandi torna a casa, non a febbraio o dopo la Coppa Italia ma subito. La prestazione scadente (eufemismo) nella gara contro Varese, dove la Kinder senza Danilovic è stata grande, e le condizioni del suo ginocchio hanno convinto i dirigenti sul fatto che fosse meglio risparmiare mezzo miliardo piuttosto che insistere su un giocatore che non riusciva più neppure a fare il cambio di Nesterovic. Finisce il sogno, dove la ricerca del grande nome per controbattere la Fortitudo ha contato più della sostanza: l’unica prima scelta assoluta venuta mai in Italia ha fallito e i campioni hanno deciso di risparmiarsi un taglio, che potrebbe venire utile più avanti, tesserando Bill Edwards al posto del nigeriano invece che di Sasha Danilovic. Dire oggi che fosse prevedibile è un esercizio retorico, ma che l’operazione fosse altamente rischiosa era evidente da subito. La Kinder ha scommesso e ha perso la possibilità di difendere il titolo europeo con una squadra al massimo della sua potenzialità. Bill Edwards era libero anche a dicembre e, se questa è la scelta di oggi, poteve essere fatta quando i tesseramenti d’Eurolega erano ancora aperti. Ai tempi, c’era il pericolo che la stagione Nba non partisse e che l’Europa si drogasse con giocatori di altissimo livello, capaci di cambiare equilibri favorevoli alla Kinder. Di fatto, in tutta Europa, solo i bolognesi hanno puntato su un extraeuropeo, gli altri big arrivati (Del Negro, Divac e Sabonis) hanno tutti passaporti del Vecchio Continente. La cosa non è secondaria. Si sapeva anche che Olowokandi (7.7 punti e 5.8 rimbalzi nelle 6 gare disputate che portano il suo totale in carriera a sole 83 gare ufficiali giocate) non aveva le caratteristiche per esplodere subito. Abbiamo visto un Joe Barry Carroll, 28enne, venire ridicolizzato da Marco Ricci nel suo debutto in Italia prima di dominare il campionato e Vinny Del Negro affossare la Teamsystem, con la sua cattiva condizione, a Treviso per credere che un ragazzo inesperto, pur dotato, potesse fare immediatamente la differenza. Era nelle condizioni peggiori per farcela, per fortuna la Virtus non ne ha avuto bisogno. Piano con le facili ironie, Michael non è un brocco e, se il suo ginocchio malconcio lo sorreggerà, potrà diventare un giocatore importante anche nella Nba. Probabilmente, più che firmare coi Clippers, gli avrebbe fatto meglio lavorare come si fa alla Virtus, sul miglioramento individuale. Resta il grande colpo promozionale della Kinder, il prestigio ottenuto nel mondo. Forse maggiore di quello di una trionfo in Eurolega. Che può essere ancora alla portata dei bolognesi, ieri misteriosamente partiti su un aerotaxi verso la Grecia. Nuovi colpi? Non per l’Europa, purtroppo.

BUON COMPLEANNO A MICHAEL OLOWOKANDI, LA METEORA PER ANTONOMASIA DELLA STORIA VIRTUSSINA

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 03/04/2020

 

Nato a Lagos in Nigeria il 3 aprile 1975, figlio di un diplomatico trasferitosi in Inghilterra a metà anni '80, cresciuto a Londra, Michael Olowokandi arrivò alla Virtus nei primi giorni di gennaio 1999. Aveva scoperto il pallone a spicchi solo poco più di tre anni prima. In poco tempo da principiante è arrivato, grazie alla rapidità con la quale ha appreso i trucchi del mestiere, e agli straordinari mezzi fisici, a essere il giovane più ricercato della Nba, il possibile erede di Akeem Olajuwon, stella degli Houston Rockets. Prima scelta assoluta dei Clippers di Los Angeles al draft 1998, Michael accettò la proposta della Kinder a causa della serrata Nba, con il campionato americano che rischiò di saltare per la protesta dei giocatori, i quali si ribellarono alla proposta di un tetto salariale massimo. Per la società bianconera fu anche la risposta all'ingaggio di Del Negro da parte della Fortitudo, in un'epoca in cui le due società bolognesi si rincorrevano per cercare di superarsi a vicenda. Arrivò per restare almeno fino al 15 febbraio, con la prospettiva di giocare cinque partite di Eurolega, sei di campionato e la Final Four di Coppa Italia; nel caso di annullamento della stagione Nba sarebbe rimasto fino a giugno. In realtà, se ne tornò in America prima della fine di gennaio, dopo avere giocato solo sei gare, equamente divise tra campionato e coppa europea. L'ormai imminente avvio del campionato Nba, che sarebbe iniziato il 5 febbraio in forma ridotta con solo una cinquantina di partite, e lo scarso rendimento di Michael in Italia, convinsero la Virtus a privarsene in anticipo sui tempi previsti e a risparmiare sul suo contratto da mezzo miliardo lordo di lire al mese. Quarantasei punti totali (7,7 punti e 5,8 rimbalzi di media) per un giocatore che comunque non giocava una partita dal marzo precedente e ne aveva giocate prima solo 77 in carriera. In campionato segnò 14 punti al debutto contro Reggio Emilia, ma rimasero i suoi unici nelle tre gare, tutte vinte, disputate nel campionato italiano. In Eurolega due sconfitte, a Salonicco (14 punti) e nel derby perso dopo due supplementari (6), e una vittoria a Samara (12). Arrivato subito dopo Paspalj, deluse ancora di più le attese. Dopo fu il turno di Bill Edwards: da tempo inseguito dalla Virtus, giunto con sulle spalle meno aspettative dei suoi due predecessori, fu più funzionale, contribuendo alla conquista della Coppa Italia e al raggiungimento delle semifinali in campionato, ma non poté giocare in Eurolega, competizione nella quale le V nere persero nella finalissima di Monaco, dopo avere battuto due giorni prima la Fortitudo in semifinale. Olowokandi in Nba, dopo le discrete stagioni con i Los Angeles Clippers, una squadra perdente, fece molto peggio a Minnesota e Boston e si ritirò a soli 32 anni. Viene considerato la peggiore prima scelta degli anni novanta.