GEORGE BISACCA

(Richard George Bisacca)

nato a: Greenwich, Connecticut (USA)

il: 04/06/1928 - 08/05/2018

Stagioni alla Virtus: 1982/83

 

E BISACCA CHIESE IL CAMBIO

Giganti del Basket - Luglio 1982

 

Oltre che ricco e famoso avvocato di New York. George Bisacca era - fino a poco più di un mese fa - anche rappresentante della Lega italiana negli Stati Uniti, affiancando le nostre società nelle loro operazioni oltreoceano, in particolare - com'è ovvio - nella scelta dei giocatori americani. Il miglior risultato della sua collaborazione con la Lega, probabilmente, era stato il rapporto (da noi pubblicato qualche mese fa) che Bisacca aveva inviato a Coccia e Acciari denunciando tutte le lacune delle nostre società in materia di rapporti con il basket USA e suggerendo alcune iniziative pratiche utili a stabilire un rapporto più efficiente con università, squadre professioniste ed agenti. Poi, come un fulmine a ciel sereno, è arrivata la sua assunzione da parte di Porelli in sostituzione di Asa Nikolic: e per la Lega si è posto il problema di trovare un altro avvocato che almeno in questi mesi si prestasse a dare una mano alle società italiane, in attesa di trovare una soluzione definitiva (o comunque più stabile) a settembre, e cioè al termine della campagna acquisti per gli americani.

E così, dopo una serie di telefonate con gli USA, la soluzione da qui a settembre è stata trovata nella persona di un avvocato anch'egli di New York suggerito a Coccia da un comune amico americano. A settembre, poi, si rivedrà il tutto ed anche Bisacca avrà il suo sostituto.

 

GEORGE IL MATTO

di Peppino Cellini – Superbasket – 28/10/82

 

Indubbiamente l’assessore allo sport Giuseppe Mazzetti, bolognese nell’espressione di tutti i suoi pori, sbava d’amore per la Sinudyne squadra, e di ammirazione per il conduttore in “toto” l’avvocatissimo Porelli. Il “vate” del basket felsineo lo ripaga con egual stima: nello scambio di questa affettuosa collaborazione si giova la comunità sportiva. Infatti è di questi giorni la decisione della pallacanestro Virtus-Sinudyne di concedere l’uso della megagalattica palestra Virus anche ai giovani delle scuole comunali, e… l’assessore ha invitato tutti (anche la stampa) ad un “panino” come lui ama dire, sui colli, in alto, vicino alle stelle (come si esprime abitualmente) per cercare di cogliere la “stella del decimo, agognato scudetto”, una sorta di preghiera pagana che con l’avvento del messia Roberto Brunamonti può verificarsi. In mezzo ad una nuvola conosciamo George Bisacca (è con la distintissima signora), 54 primavere, signorile, colto, bonaria ironia, un vero personaggio da tenere nella debita considerazione. Mister Bisacca: “La prego mi chiami Gorge”; bene, George, sappiamo tante cose di lei, è un affermato avvocato negli Usa, ha un importante studio che ora lo tirano avanti i suoi collaboratori in sua assenza, operano ovviamente nel campo del basket, possiede una villa nel Connecticut, a 40 miglia da New York, le nostre informazioni ci precisano, 14 stanze per gli ospiti, due piscine, un campo da basket, uno di tennis, insomma una roba da nababbi, alloro chi glielo ha fatto fare a cercare rogna in Italia dove il mestiere del coach è estremamente difficile?

Perché sono matto, matto di basket.

Allora Gorge quali sono le sue prime impressioni del basket italico rispetto al basket Usa?

Negli Stati Uniti i ragazzi per prima cosa fanno i play-ground, non sono seguiti da nessuno, perciò sono degli “istintivi”. In Italia i ragazzi sono seguiti fin dai primi passi dall’allenatore, sono talenti costruiti.

Nella Sinudyne abbiamo creduto di vedere che lei non poggi su schemi fissi, ma piuttosto si affidi nei giochi differenziati a due, a tre, ruota per l’uomo libero a seguire.

Io credo di avere in squadra dei talenti, non li voglio costringere a dei giochi obbligati, credo nell’estro, nell’arte di fare gioco, non voglio essere l’allenatore che costringe con pugno di ferro i suoi fuoriclasse a fare ciò che vuole il coach, credo nelle loro capacità, diciamo che do loro spazio, però seguiti da me con la coda dell’occhio.

George, la sua pazzia lo porterà a fermarsi per molto in Italia?

Non so, i miei occhi sono troppo vecchi per vedere troppo lontano.

Dai nostri arbitri, già nei primi impatti è stato prima ammonito, poi deplorato… alla prossima partita verrà la squalifica.

  Cercherò di essere più buono. Il suo viso si increspa in un sorriso maligno.

George Bisacca è certamente un personaggio incredibile: ironia e battuta tipicamente napoletana, così come l’estro del farsi obbedire senza forzature, il fare da scugnizzo evoluto, una persona arrivata che cerca nuove esperienza, nuovi stimoli per non sentirsi vecchio, ci sembra un leader, comunque chi vivrà vedrà. Dietro ad un cespuglio l’assessore Mazzetti ed alcuni stretti collaboratori improvvisano un coro “sui colli felsinei vicino alle stelle, sogna è bello…” naturalmente il decimo scudetto e la “stella” tanto agognata sulle maglie delle Vu nere.

 

PORELLI QUERELA BISACCA

Superbasket – 24/11/83

 

Quando, l'anno scorso, l'avvocato Porelli decise di sostituire Bisacca alla guida tecnica della squadra, gli garantì la piena corresponsione di tutto l'onorario (65.000 dollari), e avrebbe potuto trattenerlo a Bologna, magari con altro incarico, fino a scadenza del contratto (30 giugno). Invece gli fece questa proposta, che Bisacca accettò: “Io ti pago lo stesso, ma tu vai in America e ti metti a cercare un'ala e un centro per noi”. Detto e fatto, Bisacca prese su e tornò a casa, Non trovò molto, per l'allora Sinudyne poi Granarolo. Quando andò in America l'avvocato Porelli andò a vedere una partita e trovò Bisacca. Allora gli disse: “Guarda a noi interessano Tom McMillen, Jan Van Breda Kolff e Len Elmore. Vedi se puoi procurarceli”. Tom McMillen disse subito di no, allora per il ruolo di centro restava Len Elmore. Una sera Porelli va a Washington, e apprende che Bisacca si era interessato per mandare Elmore alla… Scavolini. Siccome non si era ancora al 30 giugno, e quindi Bisacca era ancora dipendente dell'allora Sinudyne, l'avvocato Porelli si reca ora in America per citare Bisacca in tribunale. Porelli non è il tipo che accetta facilmente di subire dei torti e vuol proprio sapere se quel comportamento in America è considerato lecito. Il che non  affatto sicuro.

 

HANNO DETTO

Giganti del Basket - Novembre 1985

 

L'opinione di Villalta sul suo ex allenatore George Bisacca che voleva modificargli la tecnica di tiro: "... Bisacca venne qui come se il basket lo conoscesse solo lui".

 

La Gazzetta dello Sport - 15/06/1982

"Lasciai il basket per il mio studio di avvocato perché avevo sei figli da mantenere, adesso che non ho più di questi problemi il basket è per me un lusso e posso finalmente tornare al mio antico amore".

 

Tuttosport - 25/08/1982

"Ho una terribile paura di svegliarmi un mattino e di accorgermi che sono ancora in America a fare l'avvocato".

È MORTO GEORGE BISACCA, ALLENÒ LA VIRTUS NELL'82-83

Ingaggiato negli States dall'avvocato Porelli, non finì neppure il girone d'andata

di Walter Fuochi - bologna.repubblica.it - 09/05/2018

 

George Bisacca, allenatore di basket, è morto ieri notte nella cittadina del New Yersey dove viveva. Ormai prossimo ai novant'anni, ebbe una breve esperienza a Bologna, quando l'avvocato Gigi Porelli lo chiamò da New York, dov'era un affermato avvocato, nell'estate dell'82, a guidare un'ambiziosa Virtus Sinudyne, che aveva appena acquistato da Rieti il giovane talento Roberto Brunamonti. Non era un inedito, per l'avvocato, la caccia in America: aveva pescato benissimo, anni prima, con Dan Peterson. Bisacca non riuscì invece ad emularne le gesta: anzi, dopo molti contrasti, anche con la squadra, e pochi risultati, fu accantonato prima della fine del girone d'andata. Al suo posto rilevò la Virtus il suo vice, Mauro Di  Vincenzo. L'avrebbe portata ai playoff, liminata nei quarti da Cantù, prima di cedere, l'anno successivo, il posto ad Alberto Bucci, che sarebbe arrivato allo scudetto della stella.

Bisacca era uscito dalla nota Fairfield University, poi aveva vissuto diverse esperienze professionali, anche fuori dal basket. In Italia apparve pure, per 11 partite, sulla panchina della Scavolini Pesaro ('84-85), chiudendo lì la sua esperienza con la pallacanestro tricolore.

ADDIO A BISACCA, METEORA SULLA PANCHINA BIANCONERA

tratto da www.virtus.it - 09/05/2018

 

L’avvocato Porelli in persona l’aveva chiamato a Bologna, cercando di rinverdire i fasti di qualche anno prima, quando dal cilindro del basket d’oltreoceano aveva pescato un allenatore destinato a scrivere pagine di storia della V nera e del basket italiano, Dan Peterson. Ma a George Bisacca, venuto a mancare a quasi novant’anni nel New Jersey, dove viveva, l’avventura bianconera andò decisamente peggio. George aveva coltivato la sua passione per il basket alla Farfield University, prendendo poi il timone dei Farfield Stags per undici stagioni, fino al 1968. Poi aveva scelto la professione di avvocato, una decisione che gli aveva comunque lasciato l’amaro in bocca, come spiegò nel 1982 in un’intervista alla Gazzetta dello Sport: “Lasciai il basket per il mio studio di avvocato perché avevo sei figli da mantenere, adesso che non ho più di questi problemi il basket è per me un lusso e posso finalmente tornare al mio antico amore”.

Da avvocato, quando arrivò la chiamata di Porelli, era tra l’altro rappresentante della Lega italiana, e collaborava con le società italiane nelle loro operazioni di mercato negli States. Arrivò alla Virtus dopo Aza Nikolic, nell’anno in cui debuttava in bianconero Roberto Brunamonti, stagione 1982-1983. E partì col piede giusto: cinque vittorie nelle prime sei partite fecero pensare che questo americano avesse, a sua volta, trovato la chiave della nostra pallacanestro. Dalla settima di campionato, una serie di quattro sconfitte in cinque gare, con una brutta caduta in casa contro Cantù, un -20 che l’avvocato faticò a digerire. Dopo il ko con Livorno, Bisacca chiuse la sua avventura bianconera (pur continuando a collaborare con la società dagli States) lasciando la panchina a Mauro Di Vincenzo. Sarebbe apparso ancora sulla panchina di Pesaro, per undici partite, nel campionato 1984-1985.