SAN NICOLÒ


La Chiesa sconsacrata di S. Nicolò in via S. Felice 41 dove si allenavano le giovanili nella seconda metà degli anni '50

 

DIBATTITO CON GIANNI CORSOLINI

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 25/09/2002

 

La palestra di San Niccolò, la chiesa all'incrocio tra le vie San Felice e Abbadia, la Sala Borsa e il primo torneo internazionale di basket ospitato dal palasport di piazza Azzarita (non ancora PalaDozza) con i biglietti venduti in via Barberia, dove c'era la sede del Pci.

Tagliandi venduti là perché, tra le nazionali presenti, c'erano diverse squadre d'oltrecortina. Ma anche le elezioni del '48, don Dossetti e una Bologna e una pallacanestro che non ci sono più.

Il Rotary Bologna Ovest, per la prima uscita ufficiale del presidente Guido Geminiani - ex giocatore di serie A nelle fila di Moto Morini (con un high score di 27), Gira Lovari e Pesaro - ha chiamato un bolognese doc, come lui ama definirsi. Un petroniano in esilio perché Gianni Corsolini - "vivo all'estero, in Lombardia" - chiede ai suoi interlocutori se siano o meno, bolognesi doc. Non per questioni di razza, certamente, ma per affinità di origini, abitudini, sapori e odori.

Così, da Nonno Rossi, al cospetto di un presidente che ama il basket - "abbiamo il ct della nazionale, mi sarebbe piaciuto essere chiamato almeno una volta in azzurro", racconta sorridendo Geminiani - Corsolini ha fatto il punto della situazione. In modo personalissimo, l'attuale presidente dell'associazione allenatori, ha messo a nudo i difetti di un mondo che lui, con il suo entusiasmo, ha contribuito a creare. Ma che ora rischia l'estinzione, perché... "Perché le società non prestano attenzione ai bilanci. E pensano che pa partita doppia sia una gara che dura più del solito. Il basket era un punto di riferimento per il volley, ora, purtroppo, ci hanno superato. Ma non possiamo piangerci addosso, ma dobbiamo reagire. E per farlo non possiamo che ripartire da un'identità comune. Dai nostri ragazzi, dalla nazionale, che è l'unico club che mette tutti d'accordo".

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Nazionale azzurra in San Nicolò nel 1955. Posar al tiro, poi da sinistra Gambini, Riminucci, Calebotta e, sullo sfondo, Alesini e Lucev. A parte Posar tutti hanno giocato nella Virtus, Riminucci solo in amichevoli (foto tratta dal libro Step Back di Lorenzo Sani)

CHE FREDDO

di Marco Testoni - 05/04/2020

 

Ci si spogliava nel coro e in inverno per fare la doccia spesso era necessario spezzare i ghiaccioli che pendevano dal tubo perché il finestrino che dava su via Otto Colonne non aveva telaio e vetro. Il riscaldamento del campo era fatto da alcune stufe, a legna, di terracotta.