WILLIE WARREN

(foto tratta da www.basketlive.it)

nato a: Dallas (USA)

il: 22/10/1989

altezza: 193

ruolo: playmaker/guardia

numero di maglia: 32

Stagioni alla Virtus: 2013/14

statistiche individuali del sito di Legabasket

biografia su wikipedia

 

LA SUA SCHEDA (STAGIONE 2013/14)

www.virtus.it

 

Nato a Dallas, Texas, ha frequentato la North Crowley High School, ed è stato selezionato per il McDonald’s All American Game. Passato alla University of Oklahoma, ha giocato due stagioni (2008-2010) con medie di 16 punti, 4 assist e 3 rimbalzi nella seconda, prima di dichiararsi eleggibile per il Draft NBA 2010, dove è stato chiamato al secondo giro, col numero 54, dai Los Angeles Clippers di Vinny Del Negro, che lo hanno “parcheggiato” in D-League all’inizio della stagione 2010-11: con i Bakersfield Jam ha viaggiato per sei partite alla media di 21 punti, 7 assist e 5.3 rimbalzi, prima di rientrare ai Clippers dove ha giocato in tutto 19 partite, con 1.9 punti di media in 17 minuti di utilizzo a gara.
 Dopo un altro periodo in D-League, nei Rio Grande Valley Vipers, nella stagione 2012-13 ha giocato in Israele, nel Maccabi Rishon Le Zion, mentre l’estate scorsa si è trasferito allo Szolnoki Olaj KK, club quattro volte campione d’Ungheria (l’ultima nel 2012), in lizza nell’Eurochallenge dove Warren viaggiava a 11.4 punti, 3.4 assist e 3.5 rimbalzi a gara, prima di chiudere la sua esperienza ungherese lo scorso 28 febbraio.

Warren nel non fortunato esordio contro Reggio Emilia (foto tratta da www.virtus.it)

WARREN, L'UOMO CHE INSULT' KOBE E RIFIUTO' UNA FOTO CON LEBRON

di Daniele Labanti - https://corrieredibologna.corriere.it - 08/03/2014

 

Con l'arrivo di Willie Warren, atteso in città sabato pomeriggio, la Virtus vuole rialzare la testa e dare un significato a queste ultime nove partite di stagione. La sconfitta contro Roma ha fatto crollare, forse definitivamente, le chance di approdare ai playoff ma il club, «per rispetto di tifosi e soci» come ha sottolineato il presidente Villalta, non vuole rassegnarsi e ha voluto mandare questo segnale. Warren debutterà domenica prossima in casa contro Reggio Emilia e prenderà il posto di Casper Ware che domenica a Venezia disputerà la sua ultima partita in bianconero.

PERSONALITÀ - Il 24enne del Texas è un giocatore che fornirà nuove soluzioni a coach Valli e cambierà fisicamente la conformazione della squadra. Play di 1,93, massiccio e molto atletico, colmerà le lacune sul piano della stazza fra gli esterni (Ware 1,78, Hardy 1,86) che hanno penalizzato spesso la Virtus in stagione. Potenzialmente, Warren è un giocatore che può far compiere alla Virtus un salto di qualità, ha eccellenti doti tecniche e una forte personalità come dimostrano alcuni fatti che lo hanno reso celebre in America. Quando era ancora un liceale partecipò a un camp di Kobe Bryant sponsorizzato dalla Nike. La stella dei Lakers fece solo una comparsata, ricevendo per questo il rimbrotto del giovane Warren. La sfida si spostò sul campo per un uno contro uno, Bryant abbozzò qualche consiglio ma ne ricevette in cambio alcuni da Warren per migliorare il suo gioco. Passata qualche settimana, il nuovo play bianconero partecipò anche a un camp organizzato da LeBron James, rifiutandosi però di farsi una fotografia con il campione degli Heat perché non voleva farsi immortalare con qualcuno contro cui avrebbe potuto giocare in carriera: «Non mi sono mai fatto fotografare con nessuno dei miei idoli», disse tempo dopo.

MAMMA - Una figura fondamentale nella vita di Warren, che aspira a divetare telecronista una volta terminata la carriera e adora la musica di Lil' Wayne, è mamma Malaika Frazier, a sua volta giocatrice di basket di buon livello al college. «Mi ha sempre detto: “Chi pensi che ti abbia trasmesso il talento?” Era un'ala forte o un centro, quando ero piccolo giocavamo spesso in uno contro uno e lei mi portava in post basso battendomi sempre. Era una cosa che mi faceva arrabbiare tantissimo. Quando sono cresciuto ho fatto lo stesso e le cose sono cambiate».

GRIFFIN - Il primo anno di college fu sensazionale. In quella Oklahoma c'era Blake Griffin, miglior giocatore del campionato e poi prima scelta assoluta dei Clippers, e Warren divenne freshman (giocatore al primo anno) dell'anno della conference Big 12 e primo quintetto freshman della nazione viaggiando a 14,6 punti e 3,1 assist di media. Se fosse entrato nel Draft di quell'anno (il 2009) veniva pronosticato all'interno delle prime dieci chiamate assolute, ma decise di rimanere un altro anno al college e le quotazioni crollarono. Si fece male a una caviglia, saltò dieci partite dovendo operarsi a fine stagione, e la squadra disputò un campionato mediocre dopo aver perso Griffin nonostante i suoi 16,3 punti e 4,1 assist. Al Draft di quell'anno venne scelto al numero 54 proprio dai Clippers dell'ex compagno di college, ma l'Nba l'ha assaggiata per poco (19 partite). Il talento però non è svanito nel nulla e la Virtus, che lo ha messo sotto contratto anche per il prossimo anno, spera che possa essere l'uomo della riscossa.

 

WARREN: «VI RIPORTO ALL'ERA GINOBILI. POI SMETTO E FACCIO IL BARBIERE»

di Daniele Labanti - https://corrieredibologna.corriere.it - 14/03/2014

 

Come lo scorso anno con Jacob Pullen, la Virtus si affida al talento e alla personalità di Willie Warren per affrontare più serenamente il finale di stagione. Perse 13 delle ultime 16 partite, la Granarolo cerca di invertire la rotta con la spinta del 24enne play texano.

Dovrà essere lui il leader della squadra: «Lo sono stato ovunque abbia giocato, mi piace questo ruolo e credo di averne le caratteristiche - spiega Warren - Hardy, Walsh e io possiamo essere le guide, se tutti ci seguiranno faremo bene».

Che impressione ha della squadra in questi primi giorni?

Penso che abbiamo gli ingredienti giusti per fare bene. Lavoriamo duramente in allenamento e questa è la chiave per poter raggiungere i playoff.

Crede ancora che sia questo l’obiettivo?

Sicuramente.

Domenica ha visto la squadra a Venezia. Crede sia in crisi di fiducia?

Non direi, tutti hanno provato a vincere la partita, nessuno si è tirato indietro. Mi è sembrata più una mancanza di leadership, il playmaker deve mettere tutti gli altri nelle condizioni ideali.

Quale è la sua opinione sul coach?

È l’allenatore giusto per i giocatori che ci sono in questa squadra. Lavora nel modo ideale chiedendoci l’intensità da cui una squadra che è 8-14 non può prescindere. Abbiamo poco spazio per gli errori, dobbiamo essere concentrati.

Chi è Willie Warren fuori dal parquet?

Un uomo di famiglia, passo il tempo soprattutto in casa con la mia fidanzata e mio figlio di un anno. Il basket occupa quasi tutto il mio tempo, tanto che i miei allenatori del passato mi hanno sempre consigliato di trovarmi un hobby.

Lo ha trovato?

Sto pensando di seguire un corso da barbiere per poi aprire un negozio quando smetterò di giocare. Mi piacerebbe anche fare il coach, seguendo i passi di mia mamma che è stata una giocatrice e ora allena.

Lei è nato in Texas, uno stato legato al football. Come mai ha scelto il basket?

Per seguire l’esempio di mia mamma, la figura chiave della mia vita. Il Texas è lo stato del football, ma ha anche prodotto grandi cestisti come Durant e Bosh ad esempio.

È pentito di non essersi dichiarato al Draft dopo il suo primo anno di college quando era considerato una delle prime 10 scelte?

Non ero pronto. Nei prossimi 3-4 anni voglio progredire come giocatore per avere una chance, a cominciare da questo finale di stagione con la Virtus. Il club ha un’opzione per l’anno prossimo e voglio convincerlo a esercitarla per rimanere qui. Conosco la sua storia, l’organizzazione è perfetta, spero di restare in questa bellissima città e giocare in una squadra competitiva per riportarla ai fasti dei tempi di Ginobili.

Le scarpe rosa che indossa sono quelle dedicate alla lotta contro il cancro al seno?

Lo scorso dicembre mia nonna è scomparsa per un cancro al seno e lo faccio per lei. Ci ero molto legato.

Chi è il giocatore a cui si è ispirato?

Allen Iverson, per la sua aggressività, la tenacia, il cuore con cui giocava ogni partita lottando contro gli infortuni. Era un killer di nemmeno 1.80, una grande ispirazione. Oggi il mio giocatore preferito è LeBron James.

A proposito. È vero che rifiutò di farsi fotografare con lui e che ebbe uno scambio piuttosto acceso anche con Kobe Bryant?

Questa storia è destinata a seguirmi ovunque vada (ride, ndr). Con Kobe si scherzava, non è stata una cosa seria. Con LeBron non mi sono fatto fotografare perché non sono quel tipo di persona. Non mi faccio foto con i miei idoli e lui lo è. Non voglio fotografarmi con qualcuno che potrei affrontare da avversario.

 

«VIRTUS, ORA CI SIAMO»

di Massimo Selleri - Il Resto del Carlino - 26/03/2014

 

Scarpe d'allenamento e calze rosa per Willie Warren. Non si tratta di una stravaganza dell'ultimo arrivato in casa Virtus, ma una scelta dettata da motivi più che nobili. «È una campagna di sensibilizzazione sulla cura e la prevenzione dei tumori - racconta il playmaker statunitense - di cui sono un testimone. Sono particolarmente sensibile a questa problematica perché purtroppo la mia nonna ha avuto questa malattia».

Passando alla pallacanestro giocata, ci racconta la vostra vittoria a Brindisi?

Abbiamo giocato di squadra e questo ci ha portato al successo. Tutti quelli che sono andati in campo hanno dato il loro importante contributo. Dopo la gara persa con Reggio Emilia avevamo bisogno di una buona prestazione che terminasse con un esito positivo per non perdere fiducia nel nostro lavoro.

In campo avete proposto una pallacanestro «vecchio stile» con i lunghi molto coinvolti anche in attacco. Condivide?

Diciamo che abbiamo fatto cose semplici e questo mi ha consentito di disputare una buona gara. Io sono qui da poco più di due settimane e il mio inserimento diventa più semplice se l'allenatore prepara la partita chiedendoci cose basilari. Domenica la nostra priorità era quella di dare sempre la palla a Ebi e a Jordan, cercando di sfruttare la loro superiorità fisica nel confronto con i lunghi di Brindisi.

Torniamo alla partita con Reggio Emila. Che cosa è successo nell'ultima rimessa?

Ho commesso un errore e questo ci ha fatto perdere la palla che ha poi dato la vittoria ai nostri avversari. Anche se non dovrebbero succedere mai, ueste sono cose che possono accadere soprattutto quando giochi un incontro dopo aver svolto solo tre allenamenti con i tuoi nuovi compagni. Simone Fontecchio ha fatto quello che doveva fare, sono io che ho completamente sbagliato posizione.

Si dice che lei abbia sofferto soprattutto il fuso orario. È vero?

Confermo. I primi giorni fai davvero fatica, perché ad esempio hai fame durante la notte o in prossimità degli allenamenti, proprio quando non dovresti mangiare. Quello che ha fatto più fatica di tutti ad adattarsi è stato mio figlio, ma finalmente tutti in casa ci stiamo abituando alla realtà italiana.

Che cosa si aspetta da questa sua prima esperienza italiana?

Di portare la Virtus il più in alto possibile, sperando che questo significhi partecipare ai playoff. Noi siano in una situazione particolare perché da qui alla fine ci sono sei gare che non dobbiamo sbagliare, in ogni partita ci giochiamo tutto: o andiamo avanti o moriamo sportivamente. Si parte domenica con Caserta e davanti al nostro pubblico dobbiamo anche riscattare la sconfitta con Reggio Emilia.

Da quindici giorni a Bologna, quali sono le sue prime impressioni sulla città?

Non ho avuto molto tempo per visitarla ma da quel poco che ho visto è una città che mi piace. La mia ragazza si era documentata e ne aveva tratto una impressione positiva che poi è stata confermata. Mi piacerebbe restare, ma prima di pensare al futuro è meglio concentrarsi sul presente.

SFUMA IL SOGNO PLAYOFF. SI RIPARTE DA VALLI E WARREN

di Nicola Zanarini - https://www.gazzetta.it - 23/04/2014


Sfumate le ultime speranze di playoff dopo l’ennesima occasione sprecata nel convulso finale con Varese, in casa Virtus è già tempo di progettare la prossima stagione.

Warren — Tra le poche certezze ci sono le conferme di coach Giorgio Valli e di Willie Warren, che ha fatto cambiare passo alla squadra dal suo innesto in cabina di regia a metà marzo al posto del fallimentare Casper Ware. Dopo lo sfortunato esordio contro Reggio Emilia il playmaker classe ’89 di Dallas ha trascinato i nuovi compagni a 3 vittorie di fila, striscia interrotta sabato scorso non senza polemiche per un tecnico alla panchina che ha cambiato l’inerzia della gara. Warren ha già un contratto fino al giugno 2015 mentre il tecnico modenese aspetta il rinnovo, confortato dalle ultime dichiarazioni di Renato Villalta.

Valli — Il presidente bianconero conferma di volersi affidare ancora all’ex assistente di Ettore Messina riconoscendogli il merito di aver dato una fisionomia ad una squadra non costruita da lui (ma da Bechi e da Arrigoni). Il d.s. ex Cantù non è invece tanto sicuro di restare nonostante un accordo biennale e Villalta non si sbilancia nemmeno sul futuro dell’a.d. Bottai, limitandosi a sottolineare che neppure il suo accordo è in scadenza.

Questione palasport — La priorità del numero 1 delle Vu nere è però il ritorno dal freddo palasport di Casalecchio al ben più caldo Pala Dozza. Villalta aspetta entro fine aprile le risposte alle domande poste al Comune di Bologna sulla possibilità di sfruttare al massimo un impianto su cui gravano anche i 6 milioni di debiti lasciati in eredità dall’ex patron fortitudino Sacrati. E per poter coabitare con l’altra squadra della città bisognerà anche dare una belle verniciata sul tanto blu che denota fortemente il Madison di Piazza Azzarita come la casa dell’Aquila. Infine sul fronte tecnico se ne andranno certamente i vari Motum, King e Jordan mentre oltre a Warren resteranno sicuramente altri 3-4 giocatori tra cui il giovane talento Fontecchio e forse Hardy, mentre Walsh si autocandida ma non è così certo di rimanere a causa della cacciata del suo mentore Bechi. Da verificare poi le condizioni di Imbrò dopo il grave infortunio al ginocchio e le intenzioni di chi ha sostituito il play siciliano nel ruolo di capitano, quel Gaddefors che fa da tempo sogni di gloria americani ma che prima di spiccare il volo deve dimostrare ancora tanto dalle nostre parti.