GIAMPAOLO RICCI
Giampaolo Ricci con il dottor Nanni all'Isokinetic per le visite mediche
nato a: Roma
il: 27/09/1991
altezza: 201
ruolo: ala
numero di maglia: 11
Stagioni alla Virtus: 2019/20 - 2020/21
statistiche individuali del sito di Legabasket
palmares individuale in Virtus: 1 scudetto
GIAMPAOLO RICCI È BIANCONERO
tratto da www.virtus.it - 13/06/2019
Un nuovo arrivo in casa Virtus Segafredo. La società ha trovato l’accordo con Giampaolo Ricci, classe 1991, ala di 201 centimetri che nelle ultime due stagioni ha indossato i colori della Vanoli Cremona. Il giocatore romano ha firmato un contratto biennale.
“Sono orgogliosissimo di essere stato scelto per un progetto così importante”, commenta il giocatore, “onorato di essere stato contattato direttamente da coach Djordjevic, che mi ha trasmesso la volontà di costruire una squadra fatta di persone prima ancora che di giocatori. Alla fine la differenza l’hanno fatta la pancia e il cuore, non potevo dire di no a un treno come quello della Virtus. E’ una scelta tosta, so quello che mi attende diventando un uomo della V nera, soprattutto nel bene. Sono un giocatore emotivo e spero di trasmettere tanto ai tifosi bianconeri. Entro in punta di piedi in un mondo nuovo, sono a disposizione del coach, dello staff, dei compagni e dei tifosi per raggiungere insieme obiettivi importanti”.
Giampaolo Ricci è nato a Roma il 27 settembre 1991. Ala di 201 centimetri, figlio d’arte (il padre Francesco, ex sindaco di Chieti, ha giocato in Serie C, la mamma Marisa in Serie A), si è avvicinato alla pallacanestro nell’Audax Basket Chieti, passando successivamente alla Pallacanestro Chieti, e nel 2008 alla Stella Azzurra Roma dove ha completato il percorso del settore giovanile e partecipato al suo primo campionato tra i “grandi”, in Serie C Regionale, nella stagione 2009-2010. Dal 2011 ha giocato a Casalpusterlengo, due stagioni in Divisione Nazionale A e nel 2013-2014 in A Silver, concludendo con medie di 10.7 punti e 6 rimbalzi a gara, e vincendo l’Oscar Giba come giocatore maggiormente migliorato della categoria. Con Casalpusterlengo ha debuttato in Serie A2 Gold nel 2014/2015 (11.2 punti e 5,5 rimbalzi a gara), partecipando all’All Star Game LNP. Nella stagione successiva è passato alla Scaligera Basket, quindi nel 2016-2017 si è trasferito al Derthona Basket, giocando un campionato da 10.4 punti e 6.1 rimbalzi a partita.
Da luglio 2017 è passato alla Vanoli Cremona, dove ha giocato due stagioni in Serie A sotto la guida di Romeo Sacchetti, che nel 2017 lo ha anche inserito tra i 24 giocatori della lista FIBA per le Qualificazioni a FIBA World CUP 2019. Nell’estate 2018 ha disputato le qualificazioni FIBA Europe Cup con la Nazionale 3X3 e ha fatto parte, come capitano, della Nazionale Sperimentale.. In azzurro aveva già collezionato presenze nel 2011 con la Nazionale Under 20 di coach Sacripanti.
Con la Vanoli ha vinto la Coppa Italia 2019. In campionato, quest’anno ha viaggiato in regular season alla media di 10 punti e 4.6 rimbalzi per gara, nei playoff a 7.2 punti e 3.6 rimbalzi. Complessivamente, in 38 partite, 9.4 punti e 4.3 rimbalzi in 17.7 minuti passati in campo.
Laureando in Matematica proprio all’Università di Bologna, nell’estate del 2017 ha vinto con i colori del Cus Bologna il titolo europeo universitario, primo successo continentale di una formazione italiana.
Giampaolo Ricci sotto i tabelloni al torneo di Jesolo (foto tratta da www.virtus.it)
PRESENTAZIONE JULIAN GAMBLE E GIAMPAOLO RICCI
tratto da www.virtus.it - 04/09/2019
Bologna, 4 settembre – Alle ore 12, presso Casa Virtus Alfasigma, sono stati presentati ufficialmente alla stampa e ai tifosi Julian Gamble e Giampaolo Ricci.
I due neo acquisti delle Vu Nere hanno risposto alle domande dei giornalisti e alle curiosità dei tifosi.
Il primo ad essere chiamato in causa è stato Julian Gamble, ex di Nanterre 92, avversario affrontato in Champions League lo scorso anno durante i quarti di finale della competizione:”Giocare contro la Virtus è stato molto difficile, una squadra ben organizzata con un pubblico eccezionale ed una atmosfera fantastica. Adesso sono qui, e voglio giocare in questa atmosfera fantastica che ho trovato l’anno scorso.
Non mi interessa il ruolo – prosegue il centro americano – gioco e mi metto a disposizione della squadra e del Coach. E’ importante che tutti si mettano a disposizione degli altri, e che tutti capiscano che cosa serve per vincere la partita. Fisicamente sto bene, sono nel pieno della mia carriera, voglio essere un leader per i più giovani”.
Una domanda sul mondiale e sulla recente vittoria degli USA con la Turchia dopo un over-time: “Ovviamente sto guardando i Mondiali e ieri ho visto la partita degli USA;la Serbia e l’America sono le grandi favorite, ma penso che ci siano anche altre squadre in lotta per un posto in finale, il livello è molto alto.
Gli chiedono a quale giocatore si ispiri, o chi segua come punto di riferimento: Kobe Bryant, non solo per quello che ha fatto in carriera, ma per la mentalità vincente; l’approccio mentale prima di affrontare ogni tipo di gara, la voglia di vincere e la capacità di cambiare ogni volta il corso di una partita.
Sul Derby : Derby’s back! i tifosi mi hanno ricordato subito che il derby è tornato. Sarà un’atmosfera fantastica e avremo migliaia di persone che guarderanno questa partita. Una partita che rappresenta tanto per la Città di Bologna, per i tifosi e per la storia della nostra stagione. Non vedo l’ora di giocare!
Giampaolo Ricci è l’altro protagonista di giornata; divide il tavolo con Julian, ed ascolta attento le parole del suo compagno di squadra.
“Ieri ho sostenuto il primo allenamento nella Palestra Porelli e ho ricevuto il benvenuto in casa Virtus; prima da bambino e poi da avversario ho sempre pensato che la Virtus fosse il Top ed ora ci sono, sono qui e voglio sfruttare al massimo questa opportunità.
Dopo anni di sacrifici, sudore e tanti allenamenti, capisco che tutti i miei sforzi non sono stati vani, ma il difficile viene adesso. Sarà un annata sportiva impegnativa, dovremo giocare tante partite, abbiamo un calendario fitto di impegni e giocheremo ogni 3 giorni. Ma è normale, quando giochi in una grande squadra devi farti trovare pronto in ogni momento.
Su Coach Djordjevic: Ho parlato con il Coach e mi ha trasmesso subito questo messaggio: il gruppo prima di tutto, dobbiamo sacrificare un po’ di noi stessi per la squadra. Sono un giocatore che sa adattarsi ad ogni tipo di situazione. Se tutti dimostreremo questo tipo di disponibilità, sarà più facile raggiungere i nostri obiettivi.
Immancabile anche per Giampaolo la domanda sul derby: Il derby è una partita a sé, una specie di campionato nel campionato. I tifosi mi hanno già fatto capire l’importanza del Derby; quest’anno sarà a Natale, sarà un evento per tutti, tantissime persone vedranno quella partita. Speriamo di regalare ai tifosi una bella gara, e …non diciamo altro”.
Una curiosità, a quali giocatori si ispira Ricci?: “Ho sempre guardato Nowitzki e Garnett, giocatori che anche per il ruolo mi hanno sempre ispirato. Se però scendiamo nel concreto, considero Melli come il giocatore in Italia più pronto, l’ho seguito e l’ho preso come modello, anche perché siamo coetanei.
Aggiungo anche Gallinari; posso dire che sia il giocatore più forte con cui io abbia mai giocato. E’ stato bello allenarsi con lui e rubargli qualcosa ogni giorno, sia in allenamento che in partita”.
RICCI: HO MOLTO SPAZIO E LA VIRTUS VINCE. NON ME L’ASPETTAVO, E NON POTEVO CHIEDERE DI MEGLIO
tratto da bolognabasket.it - 21/10/2019
Giampaolo Ricci è stato intervistato dal Resto del Carlino.
Un estratto delle sue parole.
Dopo la partita il coach l’ha lodata per l’attacco, meno per la difesa. Sono il primo a sapere che devo migliorare in tanti aspetti e sono pronto per farlo. E’ chiaro che mi sto anche godendo il momento: ho molto spazio e la Virtus vince. Non potevo chiedere di meglio e soprattutto non lo me sarei mai aspettavo. Sono arrivato qui con l’idea di farmi trovare pronto e di mettermi a disposizione della squadra. Adesso devo andare avanti e continuare a lavorare a testa bassa perché di cose da imparare ne ho ancora tante.
E’ difficile conciliare basket e università? Intanto sono contento del fatto che ho da poco superato l’esame di algebra due – dice – che era la mia bestia nera. Adesso mi mancano 5 esami per cui vedo avvicinarsi il traguardo. Sono una persona molto emotiva e i libri e gli esercizi sono una buona soluzione per occupare il tempo che sembra non passare mai, sopratutto quando si gioca la sera e hai tutto il pomeriggio libero. Non leggo solo libri di matematica e questo è il sistema migliore per tenere la testa impegnata e allenare la concentrazione.
GIAMPAOLO RICCI MIGLIOR ITALIANO DEL 5° TURNO
tratto da bolognabasket.it - 22/10/2019
È Giampaolo Ricci il BestITA Snaipay del 5°turno LBA Serie A. L’ala della Segafredo Virtus Bologna risulta essere il 3° miglior marcatore tra le fila dei suoi nella sfida con l’Openjobmetis di sabato, mettendo a referto 13 punti conditi con 4 rimbalzi e 2 assist.
Candidato assieme a Juan Manuel Fernandez della Pallacanestro Trieste (15 punti, 2 rimbalzi e 2 assist), Amar Alibegovic della Virtus Roma (22 punti, 4 rimbalzi e 2 assist) e Andrea Pecchia dell’Acqua S.Bernardo Cantù (13 punti, 4 rimbalzi e 3 assist), il numero 11 delle Vnere ha ottenuto più preferenze di tutti nel sondaggio sulla pagina Facebook della LBA.
IL MIGLIORE ME STESSO, GIAMPAOLO RICCI
di Gianmarco Pacione - Athletamag.com - 02/04/2020
L’improvvisa ascesa, l’improvvisa esplosione. La carriera di Giampaolo Ricci ha subito un’impennata chiassosa negli ultimi anni, un viaggio di sola andata dalla serie B al quintetto base della Virtus Bologna e alla maglia Azzurra.
In pochi ci avrebbero scommesso, in pochi ci avrebbero anche solamente pensato. Il segreto di una scalata imprevedibile, però, viene svelato da una semplice chiacchierata con il classe ‘91. Un vaso di Pandora emotivo e culturale che si scoperchia naturalmente, seguendo una voce genuina, mai artificiosa.
Giampaolo studia Matematica, è a pochi passi da un traguardo accademico di assoluto spessore: sarebbe l’ennesimo obiettivo raggiunto in una vita di profonda abnegazione, sacrificio e costante crescita.
“La mia intenzione è sempre stata e continua ad essere una sola: raggiungere la migliore versione di me, nel basket e nello studio”
Si può racchiudere in questa frase, trasudante carattere e zelo, la parabola personale di un atleta unico, o quasi, nel suo genere.
Già, perché nella quotidianità di Ricci il lato sportivo si accompagna a quello universitario, seguendo un fil rouge iniziato in giovane età: “I miei genitori sono medici, entrambi hanno anche trascorso molto tempo in Africa come volontari. Fin da piccolo mi hanno fatto capire che l’educazione scolastica doveva avere un ruolo fondamentale nella mia maturazione. Devo essere sincero, da giovane ero meglio come studente che come cestista. Quando sono arrivato nel settore giovanile della Stella Azzurra Roma da Chieti, dove vivevo, ho deciso immediatamente d’iscrivermi ad un liceo scientifico. Ho scelto lo Statale Farnesina, uno dei più difficili, ma era la giusta strada da percorrere”.
Una strada da cui ‘Pippo’ esce con il massimo dei risultati, un brillante 100 e lode, figlio di anni di clausura e inevitabili sacrifici: “In quel periodo non uscivo di casa. Mi allenavo e studiavo, non esistevano serate e feste: affrontavo quei due lati della mia vita a testa bassa, lavorando sul campo e sui banchi, ponendomi costantemente degli obiettivi”.
Dopo la maturità Ricci, ormai stabile giocatore di serie B, decide d’iscriversi ad una delle facoltà più complesse e impegnative, quella di Matematica: “Ero portato per lo studio, sarebbe stato un peccato concentrarsi unicamente sulla carriera sportiva. Al liceo con la matematica non ho mai fatto fatica, era forse l’unica materia in cui mi bastava stare attento in classe, così ho deciso di specializzarmi alla Sapienza. Non lo nego, il percorso dopo quella scelta si è rivelato tortuoso, più volte ho sbattuto la testa contro esami e professori. Ricordo in particolare un episodio, dovevo dare ‘Probabilità’ a Pavia: avevo da poco cambiato sede, perché all’epoca giocavo a Caslpusterlengo, il prof mi diede 22 nello scritto e mi bocciò malamente nel colloquio orale. Mi disse: “Nella vita non si può fare tutto”. Ma non mi demoralizzai”
È proprio Casalpusterlengo il giusto trampolino di lancio di Ricci, che rapidamente scala gerarchie e status cestistici, arrivando in un’ambiziosa Verona prima e nel paradiso felice di Tortona poi: “A Casalpusterlengo ho vissuto stagioni splendide, in cui mi sentivo migliorare di partita in partita. A Verona è stata tosta, complicata, ma l’anno successivo a Tortona ho ritrovato la piena fiducia in me stesso, facendo leva sui concetti che mi sono sempre ripetuto intimamente: non ho mai potuto fare affidamento sul talento dei più forti o sulle doti fisiche dei più atletici, ho sempre puntato sul duro lavoro”.
Il destino arriva a bussare alla porta di Ricci appena prima del grande ballo dei playoff, quando il Derthona Basket sembra perderlo per la frattura dello scafoide: uno stop amaro, giunto all’apice di una stagione strepitosa. “Successe ad una giornata dalla fine, decisi di giocare comunque, anche con la mano rotta. Una scelta che a posteriori si è dimostrata essere la migliore della mia carriera”.
La forza di volontà di Ricci incuriosisce e smuove immediatamente il maestro Meo Sacchetti, che lo richiede a Cremona. “Ho corso un rischio che mi è tornato indietro con gli interessi… Coach Sacchetti ha pensato che fossi uno ‘vero’. L’arrivo alla Vanoli è stata, detto sinceramente, la mia prima vera botta di culo. All’improvviso mi sono trovato a giocare in serie A1, a dover dimostrare che mi meritavo quei palcoscenici”.
La scelta di Meo Sacchetti, però, non è casuale. Il saggio maestro vede subito in Ricci le caratteristiche del giocatore ideale. Un ragazzo maturo, applicato, stakanovista e dalla grande intelligenza dentro e fuori dal parquet: i due convogliano a nozze istantaneamente. “Meo è una persona unica, in grado di capire profondamente i propri giocatori. È diventato un secondo padre per me, non vedeva l’ora di lasciarmi mezza giornata libera per permettermi di dare un esame. Il nostro rapporto si è evoluto naturalmente. A Cremona, dopo un periodo di adattamento, ho avuto sempre più responsabilità. Con lui ho anche esordito nell’Italia Sperimentale, da capitano. La mia mente, spinta dalla fiducia, si è definitivamente sbloccata”.
Passo dopo passo, allenamento dopo allenamento, statistica dopo statistica. L’affermazione di Giampaolo Ricci nella massima serie si concretizza nella storica Coppa Italia vinta la passata stagione: una manifestazione che lo vede premiato come miglior rimbalzista e miglior difensore.
La migliore versione di sé stesso? Non proprio. Ricci decide di evolversi ancora una volta, cercando le competizioni europee e sbarcando nella gloriosa Virtus Bologna. Una piazza che vale una carriera, un’atmosfera, quella del Paladozza, che vale una vita. “Ho parlato a lungo con Meo e mi ha dato il suo benestare, la sua benedizione, sapeva che sarebbe stato il giusto coronamento di tutti i miei sforzi. A Bologna sento di raccogliere tutto quello che ho seminato negli anni. Entrare in campo davanti ai nostri tifosi mi mette i brividi, era tutto quello che sognavo da piccolo tirando al campetto. A volte mi capita di chiudere gli occhi e ripensare alle partite, al derby per esempio. Un’ora e mezza prima della palla a due c’erano già le curve piene. Partire in quintetto nella gara che ferma l’Italia a spicchi è la massima soddisfazione per un amante del basket. Parallelamente entrare in pianta stabile in Nazionale è qualcosa di difficile da esprimere a parole: trascorrere giorni con Belinelli, Datome e Gallinari mi rende fiero e contento della vita”.
Raggiungere i propri obiettivi, crearne di nuovi. Giampaolo Ricci non si vuole fermare, pur assaporando l’aria rarefatta che lo accompagna in questo periodo magico. La scalata è stata lunga, eppure la cima non sembra ancora raggiunta dall’ambizioso 28enne. “Sento di essere ancora in grado di migliorarmi. Non voglio accontentarmi. Il mio prossimo sogno è sicuramente l’Eurolega”.
Già quest’anno la polivalente ala virtussina potrebbe tagliare due traguardi che impreziosirebbero, ancora di più, il Ricci giocatore e uomo: “Lo Scudetto con la Virtus è una meta che vorrei si concretizzasse, anche se ora tutto è bloccato. Sono dell’idea che, qualora ci fossero le condizioni, più avanti si potrebbe portare a termine questo campionato. Vedo il nostro come un progetto costruito da molti mesi e sarebbe ingiusto buttare via tutto quello che è stato fatto da giocatori e società. Allo stesso tempo sono pienamente consapevole della situazione critica e spero che questo cataclisma possa risolversi, tornando alla normalità. Sto sfruttando queste settimane per studiare, la laurea ormai è vicinissima. In futuro, dopo aver lasciato il campo, non nego che mi vedrei bene nei panni di un lavoratore che mette in pratica i suoi studi: magari in un’azienda, magari dietro una cattedra…”.
RICCI: LA SENTO COME UN’INCOMPIUTA, STAVAMO ANDANDO ALLA GRANDE. LO SCUDETTO? CE LO SAREMMO PRESI
tratto da bolognabasket.it - 09/04/2020
Giampaolo Ricci è intervenuto durante “L’ora Dario” su Radio Bologna Uno.
Le sue parole.
Come stai? “Bene. Sono a casa, purtroppo dobbiamo accettare questa notizia, ma da giocatore non posso non essere triste”
Avete idea di una incompiuta? “Sì, perchè stavamo andando alla grande, pareva l’anno giusto anche se venivano da sconfitte in Coppa Italia e Intercontinentale, ma eravamo motivatissimi per proseguire. E’ stata una pugnalata alle spalle, forse qualche giorno in più si poteva aspettare, ma forse giusto così. Speriamo che la conclusione sia una motivazione maggiore per l’anno prossimo”
Come vivi la lontananza dal campo? “Per un professionista è difficile lavorare senza un obiettivo, è diverso da quando ti alleni per una partita, e ora nemmeno sappiamo se ci sarà la Coppa. Devo organizzarmi, pianificarmi, cerco di dividere le mattine dai pomeriggi, gli allenamenti e lo studio dato che ora non ho più scuse per non studiare. Sono andato in palestra a prendere tappetini e materiale per tenermi in forma. Ma c’è chi sta peggio”
Vi siete sentiti con i compagni, specie con gli stranieri? “A parte Gaines sono tutti ripartiti. Loro ci chiedono informazioni, io mi metto nei loro panni, hanno Twitter e social che li bombardano di richieste. All’inizio erano i più spaventati, noi italiani forse abbiamo sottovalutato il problema ma loro, lontani dalle famiglie, hanno sentito la cosa ancora di più. Ma hanno sempre messo il bene della squadra davanti al loro. Hunter e Marble sono ripartiti da poco, siamo in attesa.”
Avreste preso lo scudetto a tavolino? “Sicuramente avrebbe colmato quel vuoto che io sento dentro, sarebbe stato un contentino: da tifoso della Virtus quale sono lo avrei preso molto volentieri, avrebbe dato un senso a tutti gli sforzi nostri e dello staff, oltre che della società. Ci sbattiamo da agosto, sarebbe stato un riconoscimento giusto. Da giocatore, però, riconosco che sarebbe valso un terzo di una vittoria sul campo dopo una battaglia playoff. Razionalmente avrei detto di no, ma come detto da Djordjevic, ce lo saremmo presi: avrebbe dato un senso a tutto, non potevano lasciarci solo con una pacca sulla spalla come detto da Gamble”
La situazione stipendi? Ci sono accordi comuni? “Lunedì abbiamo avuto una assemblea GIBA, abbiamo parlato con gli altri: ormai è tardi per avere una linea comune, dato che ad esempio Milano, Sassari e Venezia hanno trovato accordi personali. Ogni persona ha una sua storia e un suo tipo di accordo, si troverà una via a metà. Noi andremo incontro alle società capendo che pure queste hanno ricevuto danni: si conta tanto sui biglietti e sul marketing, capiamo la situazione, ma è anche vero che non abbiamo stipendi milionari come nel calcio, quindi servirà un accordo”
LA STAGIONE DI GIAMPAOLO RICCI
Giampaolo Ricci: “Voglio dare alla Virtus tutto me stesso ogni singolo minuto”.
“Prima da bambino e poi da avversario ho sempre pensato che la Virtus fosse il top ed ora ci sono arrivato, voglio sfruttare al massimo questa opportunità. Dopo anni di sacrifici, sudore e tanti allenamenti, finalmente tutti i miei sforzi non sono stati vani, ma il difficile viene adesso.” Approdato a Bologna nella estate del 2019 Giampaolo Ricci in poco tempo ha dimostrato a tutta Bologna, e non solo, il suo talento. Un giocatore importante per gli equilibri della squadra di Coach Djordjevic, tanto da essere stato schierato quasi sempre nel quintetto titolare. Il classe ’91 ha ripagato la fiducia del proprio allenatore con punti e prestazioni di grandissimo sacrificio e sostanza.
Il debutto contro Roma è di quelli giusti, l’ala bianconera si dimostra subito all’altezza delle aspettative, in 28′ di gioco mette in campo e trasmette ai suoi compagni tanta energia, sfiora la doppia cifra (9 punti all’esordio), conquista 6 rimbalzi e contribuisce in maniera significativa alla prima vittoria in campionato. Con Pistoia la musica non cambia, in 22′ 3/4 da due, 2/2 da tre, 3/3 ai liberi, 2 rimbalzi e un assist. Giampaolo è solido, reattivo, parte benissimo e dimostra a tutti quanto il suo apporto sia importante per la V Nera. La cosa che più colpisce del giocatore italiano è la capacità di segnare punti sia in situazioni di gioco con la difesa avversaria schierata che in transizione; rapido nei movimenti, difficilmente si fa battere in palleggio. Ricci è un’arma tattica che Coach Djordjevic riesce a sfruttare alla perfezione.
Al debutto assoluto in EuroCup, l’ala grande bianconera non si è fatto di certo intimidire da avversari più esperti e più “cattivi” di lui. Grazie ad un presenza fisica importante, si è fatto valere anche sotto le plance dove ha catturato numerose palle vaganti spesso decisive per l’esito della gara. Al debutto in Germania in 28′ mette a referto 15 punti con 3/6 da due, 3/3 da tre, 5 rimbalzi e 3 assist. Parte da subito in quintetto e ricopre un ruolo fondamentale nel dare la spallata definitiva alla gara. Continuo per tutto l’arco della campagna europea, mette il sigillo sulla qualificazione ai quarti di finale di EuroCup, nel silenzio di Belgrado contro il Darussafaka; in 27′ 17 punti con 3/5 da due, 3/7 da tre, 2/2 ai liberi, 4 rimbalzi, e 3 assist, numeri importanti che confermano ancora una volta che l’ala della Nazionale è davvero un giocatore di altissimo livello.
Nel tempo libero, tra una vittoria e l’altra, Giampaolo ha un hobby particolare, quello dello studio. E’ infatti iscritto al corso di Laurea in Matematica all’Università di Bologna, dove sta per concludere il suo percorso accademico. Una duttilità la sua, apprezzata da tanti ragazzini, che seguono Ricci come un vero e proprio modello di atleta professionista, sia sul campo che nella vita.
LBA: 23.8 minuti, 9.2 punti, 5 rimbalzi.
EuroCup: 22.1 minuti, 7.6 punti, 4.6 rimbalzi.
PAJOLA, RICCI E TESSITORI TRA I 12 GIOCATORI SCELTI DAL C.T. SACCHETTI PER LE QUALIFICAZIONI DI EUROBASKET 2022
tratto da www.virtus.it - 25/11/2020
Il C.T. Meo Sacchetti ha scelto i 12 giocatori che voleranno oggi alla volta di Tallinn. Tra i convocati, che scenderanno in campo per qualificazioni agli Europei 2022, figurano anche i bianconeri Pajola, Ricci e Tessitori.
Gli Azzurri, che una volta scesi dall’aereo entreranno nella “bolla” estone organizzata dalla FIBA, si sottoporranno al tampone previsto dalle regole internazionali. Solo dopo aver ottenuto esito negativo per tutta la spedizione, l’Italia potrà sostenere il primo allenamento in terra estone. Sabato 28 e lunedì 30 novembre, le sfide alla Macedonia del Nord (ore 15.00 in Italia) e alla Russia (ore 15.00 in Italia).
Entrambe le gare saranno trasmesse live su Sky Sport Arena.
IL CAPITANO DOPO L'ELIMINAZIONE IN EUROCUP
di Giampaolo Ricci - 15/04/2021
Fa male, malissimo.
Sconfitte del genere sono cicatrici che rimangono. L'unica cosa positiva è che diventano dure, si chiudono, creano tipo una resistenza ad ulteriori urti. Ti formano...o almeno così dicono.
Non so se crederci.
So solo che ho il cuore a pezzi. Non chiudo occhio e rivedo in testa le immagini della partita. Vorrei rigiocarla ora in questo istante. Ma non si può.
Il basket è così. Alcuni giorni amico, altri giorni stronzo. Un bel po' stronzo. Vinci Gara1 e sei ad un passo dalla gloria. Ma poi torni sulla terra e se non concretizzi due match point vuol dire che qualcosa non è andato.
Allora bagno di umiltà. Esame di coscienza. Autostima che crolla a picco.
Sarebbe stato bello coronare questo sogno. Andare in finale, accedere di diritto alla tanto bramata Eurolega, dare concretezza alle ambizioni di una città, di un club, di una squadra, di una famiglia.
Ma non sempre i sogni si avverano. E devi metterci la faccia, prenderti la responsabilità.
Noi ce la mettiamo. Abbiamo vinto 19 partite in fila tutti insieme, e abbiamo perso quella che conta tutti insieme. Ma amo la mia squadra. Perché la vivo ogni singolo fottuto giorno e solo noi sappiamo quanto non sia stata facile e scontata la strada.
Vuol dire che non siamo stati pronti.
Stanchezza? Pubblico? Non hai scuse. Non hai fatto abbastanza. Dovevi dare di più perché non doveva finire così.
Non dormi. Vorresti mollare, lasciar andare tutto. Ma sai, senti, che c'è qualcuno aggrappato a te, che i tuoi sogni sono quelli di molti altri. Di un popolo virtussino che ringrazi di esserci sempre stato anche non potendolo toccare mai.
Provi a rimettere insieme i pezzi. A cucire quella cicatrice, cementarla.
E domani ricominci. A lavorare, a costruire, a metterti in gioco. A far ardere quella fiamma che ti brucia dentro e che nessuno potrà spegnere mai.
Le parole e i rimpianti se le porterà via la notte, come sempre. E come sempre domani entrerai in spogliatoio e proverai ad uscirne un po' migliore. Per continuare a coltivare quel sogno che ti rende vivo. E che continua a far battere quella grande V nera che hai nel petto.
RICCI: ABBIAMO FATTO LA STORIA DI QUESTA CITTA’. ORA SPERO DI POTER DARE IL MIO CONTRIBUTO IN NAZIONALE
tratto da bolognabasket.it - 14/06/2021
Giampaolo Ricci è stato intervistato dalla Provincia di Cremona.
Un estratto delle sue parole.
Rilassato? “Non ancora. Sto cercando di recuperare al massimo da un piccolo fastidio al ginocchio e aspetto.
Una chiamata della Nazionale. Mi piacerebbe poter dare il mio contributo.
Più passano le ore e più mi rendo conto di quello che abbiamo fatto. Abbiamo vinto uno scudetto fantastico, abbiamo fatto la storia di questa città, scatenato un entusiasmo pazzesco. È arrivato dopo una stagione non proprio lineare, con qualche alto e basso. Ce lo siamo meritato.
L’emozione di alzare la coppa? Pazzesca. Ho sentito tutta la città che sollevava con me quel trofeo. Un onore.
C’era già stata la vittoria della coppa Italia a Cremona nel 2019. È vero chi dice che giocare una finale ti aiuta a raggiungerne un’altra. Dopo Cremona ho giocato tanti trofei con Bologna e non è mai andata benissimo. Ma questa volta è stato diverso. Aver avuto quell’esperienza con la Vanoli mi ha aiutato, questo è certo. Le emozioni della vittoria sono diverse, ma identiche come intensità. Questo scudetto è partito da lontano, dopo due anni di fatiche. La scorsa stagione è stata fermata dal Covid quando eravamo in testa, ora abbiamo avuto l’occasione di giocarci le nostre carte e lo abbiamo fatto nel migliore dei modi. Coach Djordjevic è stato bravissimo a farci concentrare su una partita alla volta, senza mai fare troppi salti in avanti”.
Quando avete capito di potercela fare? Le due vittorie contro Brindisi in trasferta ci hanno dato grande consapevolezza. Abbiamo costruito i nostri successi sul lavoro difensivo e sulla solidità. Dopo la prima gara contro Milano ci siamo detti ‘non succede, ma se succede?’. Il percorso poi è stato difficile ma bellissimo. Nell’ultima gara, nonostante il palazzetto non potesse essere completamente pieno, si respirava un’elettricità favolosa. Vedere piazza Maggiore piena di gente in festa dopo la gara è stato incredibile” .
I RINGRAZIAMENTI DEL CAPITANO
di Giampaolo Ricci - 14/06/2021
È lunedì. Il primo lunedì da campione d'Italia.
Difficile crederci, ma tra i tanti messaggi di affetto e stima ricevuti una recitava: "Tu sei realtà!".
Quindi forse è vero...
Rimarrei a guardare queste foto per ore, trasognato. Per scorgere ogni dettaglio, ogni sguardo, ogni sorriso, ogni abbraccio.
La destinazione a volte può essere un'ossessione.
Ma c'eravamo detti di goderci ogni momento. Di giocare ogni partita come fosse l'ultima. Di pensare a domani dimenticando subito l'oggi.
La 'short memory' è diventata quasi un chiodo fisso. Ma come ricompensa quella 'memory' sarà eterna.
Qualcuno ha detto che la felicità è vera solo se condivisa. Ve lo giuro che è così.
Oggi è lunedì e sono felice, quindi vi beccate st'elencone tiè.
Grazie a Sasha, per quella telefonata, per avermi fatto spingere al limite ogni singolo giorno.
A Goran, per le frecciatine e gli insegnamenti.
A Mladjo, per i "come stai?" e le innumerevoli mattinate in sala pesi.
A Cristian, i cui silenzi e sguardi parlano più di tante parole.
A Mattia, il mio 'Dusko' che non sa passare la palla (eccolo il poema...!)
A Manu, per l'impegno e il lavoro che fai quando nessuno ti vede.
Grazie a Jack, amico prima che fisio, alle scommesse, gli analizzi e gli scarichini.
A Ferlo, per la passione e l'amore che hai per il tuo lavoro.
Ad Andre, perché nella foto non ci sei ma ci sei.
Al Doc, per la cura dei dettagli e la disponibilità infinita.
A Carmelo, per la persona stupenda che sei e per quel messaggio post Milano.
A Joy, anzi Joyyyyyyyyy, perché solo noi sappiamo quanto sei importante per questa società.
A Miro, perché da Tortona a campione d'Italia è un attimo.
Grazie alla società e a tutti quelli che lavorano dietro le quinte. Grazie per aver reso tutto questo possibile.
Grazie a Milos, per il talento, la competitività e gli "shoot to score!".
A Pefi, per il coraggio, l'intensità e la cazzimma.
A Beli, per l'eleganza, la faccia tosta e le big nuts.
A Kyle, per gli sguardi d'intesa e il fuoco negli occhi.
A Julian, perché le tue spalle ci hanno protetto più di una volta.
A Vince, per la tua energia e la instancabile solarità.
A Josh, per il tuo sorriso e il tuo atletismo dirompente.
A Tex, perché ti meritavi un finale diverso, ma sei stato indispensabile. Non dimenticarlo mai.
A Pajo, per il tuo cuore, la spensieratezza, le parole crociate.
Ad Abi e al segreto di questa vittoria: la chiave.
Ad Amar, per le battute, le risate, le botte in allenamento e i post basso.
A Stefan, per la tua infinita dedizione al lavoro.
A Lollo, per l'umiltà, la voglia, e perché eri sempre il primo in piedi ad esultare.
A Filo, David, Frank, Marcos, Devyn e Filo. Perché la vittoria è un processo che parte da lontano. E un pezzo di ognuno di voi ne è stato parte.
"Noi siamo realtà!".
Noi siamo storia. Una storia bellissima.
On to the next one. Forza Virtus Segafredo Bologna.
Il vostro CAP.
LETTERA DI UN PADRE AL FIGLIO CAPITANO
Capitano mio Capitano,
alza quella coppa, alzala alta.
Ora non puoi vedere cosa c'è dentro, ma io lo so.
Ci sono i 152.000 "suicidi" nella palestra della Stella Azzurra, le grida di Germano, i sacrifici, le rinuncie, le lacrime tue e nostre, le incomprensioni passate e recenti (tra cui diversi giornalisti di testate locali che ti mettono sempre uno o due punti di meno, visto che aspirano ad un 4 americano per una Virtus vincente - consiglierei Leday, annientato in quattro set -).
Ma che ne sanno loro di cos'è un Capitano? Uno che difende anche per chi non lo fa, che fa sempre il taglia fuori per far prendere i rimbalzi ai compagni, che va a bloccare su tutti, che rinuncia ad un tiro per far brillare il compagno, che in ogni gesto, in partita come nello spogliatoio o in allenamento, distribuisce energia, positività, unità, solidarietà di squadra, spesso rinunciando ai propri spazi, conquistati proprio con quei sacrifici? Già, che ne sanno?
Eppure in quella coppa ci sono tante cose belle: l'amore sconfinato dei tuoi genitori, di Silvia, di tuo fratello e tua sorella, delle due famiglie di origine, di cui sei fantastica sintesi, dei tuoi e dei nostri amici.
Ci sono la stima e l'affetto di tanti compagni di squadra e di tanti allenatori, non tutti certo, ma tanti per cui sei diventato amico vero. C'è il cammino universitario, anch'esso pieno di sacrifici e difficoltà, ma anche di soddisfazione e di gioia.
C'è un po' di Africa, un po' di Roma, tanto di Casalpusterlengo, di Tortona, di Verona, di Cremona, tanta Bologna e tanta Chieti, in cui tutti dicono di ammirarti.
Ci sono le oltre 1000 pizze non mangiate, i 10.000 pranzi e cene dietetici, le birre non bevute, le gite e le vacanze non fatte, le rinucie di tutti i tipi.
Allora tienila alta, quella coppa, perché anche se è solo una coppa con una medaglia, dentro c'è la tua vita, che, converrai con me, è valsa la pena vivere così fino ad oggi.
Certo, ma veramente certo che il meglio deve ancora arrivare.
Capitano mio Capitano.
Papà.
RICCI: SONO IL CAPITANO DI QUESTA VIRTUS E MI PIACEREBBE CONTINUARE A ESSERLO
tratto da bolognabasket.it - 15/06/2021
Pippo Ricci è stato sentito da Luca Muleo per il Corriere dello Sport. Un estratto dell’intervista.
“Più passa il tempo e più realizzo quanto importante sia quello che abbiamo fatto, siamo entrati nella storia. Con Pajola nello spogliatoio ci chiedevano se ci fosse un’altra serie, sembrava non dovesse finire mai per quanto abbiamo combattuto.
A 29 anni posso dire di essere orgoglioso delle scelte costate tanti sacrifici, ho dimostrato che il lavoro alla fine paga sempre. Una coppa con Cremona e uno scudetto con la Virtus significa avercela fatta.
In Virtus ho avuto difficoltà, sì, però quando contava ci sono sempre stato. Vedo gli errori, sono molto autocritico, ma se oggi mi guardo allo specchio dico che qualche merito ce l’ho. A chi criticava rispondo che sono il 4 titolare della squadra che ha vinto.
Il futuro? Mi sento il capitano di questa Virtus e mi piacerebbe continuare ad esserlo. Djordjevic? Non entro nelle dinamiche di mercato, dico solo che a Sasha devo tantissimo. Ogni giorno mi ha spinto oltre il limite, ha creduto in me e mi ha fatto essere il 4 titolare di questa squadra incredibile. Per lui avrò gratitudine eterna.”
IL SALUTO DI GIAMPAOLO RICCI
L’ho osservata a lungo la Torre degli Asinelli, una sera di tanti anni fa. Con la Garisenda accanto, che sembra appoggiarsi e dargli una mano a tenersi su. C’è un non so che di magico nelle vie che si diramano dalla torre verso tutto il centro. Con i portici che ti riparano dalla pioggia, le osterie nascoste, i ciottoli che fanno rumore al passaggio delle macchine. Sembrava una città unica al mondo, e sarebbe stato bello poterla chiamare ‘casa mia’ un giorno.
Quando ho firmato per la Virtus, ero certo di essere nel posto giusto in cui poter sognare.
Dovevo ricominciare da zero, convincere BasketCity che ero quello giusto, guadagnarmi tutto, di nuovo. Come quella mattina a Roma con una t-shirt che recitava “Niente più scuse”. Come tutte le altre avventure che ho vissuto nella mia carriera.
Non ero ancora capitano, ma sapevo che un capitano non gioca per le percentuali. Un capitano gioca per vincere. Gioca senza avere paura di nessuno. Un capitano deve essere l’esempio ogni singolo giorno e non ha il diritto di risparmiarsi mai.
Io in due anni non l’ho mai fatto e dentro quella palestra ho sempre messo quella maglia davanti a tutto.
Qualche settimana fa ho alzato la coppa della Serie A.
A Bologna, nella città che sognavo tanti anni fa.
Davanti a così tante voci commosse, così tante braccia e parole di amicizia e riconoscenza.
Ho alzato quella coppa da capitano davanti alla Torre degli Asinelli, la stessa torre che guardavo dal basso anni prima, e che ora sembrava così vicina.
La città rossa coi suoi tetti illuminati era lì, ne facevo parte, ne avevo scritto un capitolo anche io.
Ha un po’ il sapore di addio questa lettera alla mia Virtus e a tutte le persone che mi hanno voluto bene. Alcuni ci rideranno su. “La maledizione del capitano colpisce ancora!”, “Non è attaccato alla maglia!”.
I commenti di persone che non conoscono la realtà ce ne sono tanti, ma non fa niente. Vi lascio il diritto di ruggire dietro una tastiera anche stavolta.
A coloro che invece mi hanno amato come io ho amato le V Nere, ci tenevo a dire Grazie. Per le vostre voci a palazzo, i vostri messaggi, il vostro calore. La gratitudine che ho nei vostri confronti è immensa e spero di essermi guadagnato il rispetto in più cuori possibili. Ma conosco il mio valore come uomo e come professionista, e a questo valore non sono disposto a rinunciare.
Spero di poter chiamare la⁰ prossima città ‘casa’ con la stessa facilità con cui Bologna mi è entrata sottopelle.
Ciò che abbiamo costruito insieme, non sarà mai cancellato! Quella grande V nera rimarrà dentro di me, statene certi.
Arrivederci.
Vostro,
il capitano Pippo Ricci