BRETT BLIZZARD

(Brett Alan Blizzard)

Brett Blizzard sfrutta un blocco (foto tratta da www.virtus.it)

 

nato a: Tallhassee (USA)

il: 12/06/1980

altezza: 191

ruolo: guardia

numero di maglia: 7

Stagioni alla Virtus: 2006/07 - 2007/08 - 2008/09 - 2009/10 - 2010/11

(in corsivo la stagione in cui ha disputato solo amichevoli)

statistiche individuali del sito di Legabasket

biografia su wikipedia

palmares individuale in Virtus: 1 Eurochallenge

 

BLIZZARD: "LA VIRTUS, GRANDE OPPORTUNITÀ"

Motivato: "Ho voluto la V nera per la storia. Best un esempio. La Fiba Cup c'interessa.Il primato attuale non conta: vediamo alla fine".

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 12/01/2007

 

Una piacevole conferma. Quella di Brett Blizzard, sempre più importante nei successi e nelle affermazioni della VidiVici.

Blizzard, è il momento migliore da quando gioca con la Virtus?

"È un buon momento, i tiri entrano, faccio molti punti e la squadra va bene. E tutto l'insieme funziona".

Perché in estate ha scelto la Virtus?

"Per tanti motivi, a cominciare dalla sua storia e dalla fama di Bologna come BasketCity. Poi mi avevano parlato bene di Markovski e dei programmi della società. Per me è una grande opportunità"

Si ricordava di aver fatto male alla Virtus nella finale promozione del 2004?

"Ricordo bene quei playoff. La Virtus era un'ottima squadra, ma anche Jesi lo era".

Dica la verità: si sente più play o più guardia?

"Più guardia. Meglio, se dovessi scegliere, preferirei muovermi come guardia. Anche se ogni partita ha una sua lettura"

Quanto conta la tranquillità che vi trasmette l'allenatore?

"È molto importante. Markovski sa farsi rispettare, ma allo stesso tempo ti mette a tuo agio. In questo modo tutti lavorano meglio e la situazione è sempre sotto controllo".

Quanto conta un gruppo dove ci sono cinque giocatori di scuola statunitense?

"È un fatto positivo. In un gruppo ben assortito e affiatato come il nostro contribuisce alla chimica di squadra".

Best è il generale. Lei quale grado detiene?

"Non lo so, davvero. Penso solo a dare il massimo e non vedo gerarchie in squadra. Di sicuro Best è un campione, un grandissimo play. Tutti ascoltiamo i suoi consigli, ma lui non si pone mai come un superiore".

Pensa ancora alla nazionale italiana?

"Ehi, prima dovrei imparare la lingua".

Quale sarà il suo futuro?

"Non ci penso. L'unica certezza è lavorare come sto facendo ora. Cercando di migliorarmi sempre".

Dove attiverà la Virtus alla fine?

"Impossibile dirlo adesso. Bisogna vedere quale sarà il rendimento delle avversarie, come andranno gli scontri diretti. La strada è ancora lunga e imprevedibile. Dobbiamo però provare a tenere questo ritmo".

Il primo posto attuale quanto vale?

"Niente. Ora non significa nulla. La classifica va guardata alla fine. Sappiamo che per raggiungere certi obiettivi bisogna mantenere alta la concentrazione".

Con quale compagno ha legato in particolare?

"Con tutti e non lo dico per risultare politicamente corretto. È normale che all'inizio abbia legato di più con gli americani, ma ora l'affiancamento è generale".

Come si trova a Bologna? Si è ambientato bene?

"Mi piace questa città e mi trovo davvero bene. In più amo questa cucina e, più in generale, le dimensioni di questa città".

La Fiba Cup è importante o è un obiettivo marginale?

"È importante e non la stiamo snobbando. Quando giochi a livello internazionale non puoi mai parlare di qualcosa di marginale. E poi la Virtus ha una grande storia, è giusto che giochi in Europa".

In Italia ha cambiato diverse squadre - Jesi, Reggio Emilia, Siena, Cantù - è arrivato il momento di fermarsi?

"Mi piacerebbe, Bologna è un'ottima fermata. Per me qui è tutto ok, dall'ambiente alla società".

...

LE PAROLE DI BRETT BLIZZARD DOPO IL COLPACCIO A MILANO

di Bruno Trebbi - bolognabasket.it - 31/05/2007

 

L'uomo del momento, in casa Virtus, è Brett Blizzard. Il giocatore USA di passaporto italiano ha giocato una stagione straordinaria, e anche ieri con i suoi punti e la sua difesa ha trascinato la Virtus al successo in gara1 di semifinale. Ecco le sue impressioni il giorno dopo il colpaccio al DatchForum di Milano: Miglior stagione in carriera?

"Non so... penso che tutta la squadra stia facendo delle grandi cose e non è ancora finita. Siamo nella situazione migliore, c’è fiducia reciproca, ottima chimica tra noi e con l’allenatore. Io sono sempre stato, dai tempi in cui mi allenava mio padre, uno che fa quello che il coach dice. Ho sempre avuto compiti di tiratore, ma posso fare anche altro, giocando a pallacanestro insieme ai compagni, nel tentativo di fare quanto viene chiesto. Può darsi che sia stato sottovalutato, dato che nessuno si aspettava da me grandi cose, soprattutto in difesa, ma quest’anno stiamo giocando bene insieme, tutti danno quanto possibile, è questa è la chiave: non devo solo segnare, perché tanti lo possono fare. Comunque serve un ottimo lavoro di squadra, altrimenti non si vince".
"La difesa? Non è questione di essere un grande difensore singolarmente: se ci sono buone regole difensive collettive, ognuno riesce a rendere meglio. Non sono io, ma il gruppo. Io cerco di fare quello che mi viene chiesto, e sono contento se i giocatori, Best in particolare, parla bene di me: è una grande cosa, e io posso dire altrettanto di lui. Siamo una squadra che non gioca solo per fare punti, io per primo".
"La cittadinanza italiana ce l'ho per i miei nonni materni, che vengono dalle parti di Torino. Sono venuti in America con 5 dollari e qualche foto. La Nazionale? Sarebbe un onore, ma penso di dover prima migliorare il mio italiano, che ancora non è abbastanza fluido".
"In carriera ho cambiato tante squadre: uno cerca di trovare la situazione giusta, questa è la volta in cui mi sono trovato meglio nella città e nell’ambiente: non è solo questione di risultati, ma c’è proprio una ottima organizzazione e gente che ama il basket. È bello giocare per loro.
Poi per la prima volta non sono in prestito: con Siena avevo sempre l’impressione che non credessero in me, ora mi sento più sicuro; ho il mio contratto, so che mi vogliono qua, e questo rende le cose più facili. Certo, io volevo lavorare ancora di più per dimostrare che valevo qualcosa e che loro si sbagliavano. Non penso comunque di dovermi vendicare di qualcosa, perché non c’era un reale rapporto con Siena, ma solo un contratto: la cosa importante ora è giocare bene per me e per la mia squadra".
"Il prossimo anno farò l’Eurolega. All'inizio non ci pensavo, ma ora che è diventata realtà penso sia un ottimo premio per quanto abbiamo fatto. Cerchiamo di vincere ogni partita, è arrivata lavorando bene. L’NBA? Ce l’ho in testa, loro sanno quanto posso dare, penso di poter essere in grado di starci, ma sono felice di quanto sto facendo fino ad ora".
"Il momento peggiore della stagione? Ci sono stati momenti in cui abbiamo perso male, ad esempio la brutta sconfitta di Teramo o a Capo D’Orlando. In alcune situazioni abbiamo pensato di non potercela fare, ma sapevamo anche di poter giocare meglio di quanto non riuscivamo a fare in certe trasferte. Non abbiamo mai modificato il modo di giocare. Solo, abbiamo cercato di fare meglio".
"Zare Markovski ha detto scherzosamente di volere un mio gemello, e questo è un gran bel complimento: ma lui sa sempre come spremere il massimo dai suoi giocatori. Lui è il coach, ma non si mette su un piedistallo e cerca sempre il dialogo, mettendo tutti sullo stesso livello. È qualcosa di simile al college, quando ci sono tanti giocatori pronti ad andare in campo, ed è chiaro che non è facile rendere tutti felici. Ma se c’è feeling tra i singoli, le cose vanno comunque bene: se non si gioca oggi, ci sarà una partita anche domani".
"A Milano ad esempio ho giocato a spezzoni, ma non ho avuto problemi: in questo momento della situazione non conta il minutaggio, ma solo riuscire a vincere. Se l’allenatore pensa sia il caso di togliermi, anche se magari non prendo il ritmo, ci sta: poi è giusto, nella prima partita, cercare varie soluzioni. Ho marcato Gallinari, quello che sarà il futuro, è mi è piaciuta la sfida: sarà un grande giocatore, comunque. È stato importante vincere, per dimostrare che non siamo arrivati con la pancia piena, ma che abbiamo ancora voglia di fare bene. Ma gara 1 è finita, dobbiamo ora solo mantenere la stessa attitudine anche domenica, pensando di essere ancora sullo 0-0".

 

BLIZZARD DAGLI STATES: «VIRTUS, ASPETTAMI»

di Massimo Selleri - Il Resto del Carlino - 11/08/2007

 

A Tallahassee, in Florida, nella città dove è nato, Brett Blizzard si sta preparando all’intervento chirurgico di lunedì. Una vera e propria doccia fredda per un infortunio che ha appiedato la guardia bianconera almeno per la prima parte di stagione.

È avvenuto tutto nello spazio di un secondo — racconta Blizzard — stavo correndo per tenermi in forma, in previsione del raduno di domani, quando ho sentito un dolore tremendo alla caviglia sinistra. Dopo i primi esami i dottori non hanno avuto dubbi, devo operarmi al più presto e lo farò lunedì in North Carolina, dove ci sono i migliori medici degli Stati Uniti per questo tipo di problema».

Quando la rivedremo sul campo?

Purtroppo non per l’inizio del campionato. Dopo l’intervento dovrò stare fermo un mese, poi arriverò a Bologna dove inizierò la riabilitazione che durerà circa tre mesi, il che significa che potrei essere pronto solo quando l’Eurolega sarà già iniziata.

In una Virtus completamente rinnovata è pronto a essere un leader del gruppo?

Io sono al servizio della squadra e sono pronto a fare quello che mi si chiede. Se devo essere sincero non mi sono mai sentito un trascinatore, anche se davanti alle responsabilità non mi sono mai tirato indietro e me le prendo senza troppi problemi. Penso sia soprattutto una questione di carattere.

Quando ritornerà a Bologna, vedrà una squadra completamente diversa. Che ne pensa?

Che ci sono abituato. Prima della Virtus, qui in Italia ho cambiato maglia a ogni stagione. Tutti questi passaggi mi hanno fatto pensare che i club non li fanno i giocatori, quanto la società e i tifosi. I giocatori possono cambiare, ma la tradizione non sarà mai cancellata. Un allenatore o un giocatore diventa importante se ha lasciato un segno e ha fatto crescere quella realtà, ma in ogni caso la realtà vive indipendentemente dalla presenza di questo o di quel personaggio.

Quando rientrerà giocherà l’Eurolega, una bella sfida per chi deve ripartire.

Sarà una sorta di primo giorno di scuola, perché in carriera non ci ho mai giocato. Cercherò di imparare da quei compagni che hanno più esperienza di me a livello europeo.

In estate ha ricevuto parecchie offerte, come mai alla fine ha scelto la Virtus?

Per tre motivi. Come ho detto non mi sono mai fermato per più di una stagione in una squadra e, secondo me, era venuto il momento di farlo. Poi c’era l’Eurolega, la massima competizione europea, con la quale non mi ero mai misurato e infine il fatto che la squadra per buona parte si sia rinnovata. Allenatore nuovo e compagni nuovi. Non nascondo che l’idea di ricostruire per arrivare agli stessi traguardi della passata stagione mi stuzzica parecchio.

 

CICLONE BLIZZARD: "VIRTUS DA PLAYOFF"

Dopo sette mesi riecco il marine: "Paura di retrocedere? Nessuna. La mia caviglia ora è a posto, sarò al massimo in due settimane"

di Stefano Capitani - Il Resto del Carlino - 27/01/2008

 

La Virtus dei rientranti di Renato Pasquali debutta oggi in campionato contro Cantù. Dopo Anderson e Spencer, si rivedrà per la prima volta Brett Blizzard; con lui Andrea Michelori, per aggiungere consistenza a rimbalzo.

...

L'entusiasmo di Blizzard è contagioso, parole da uomo Virtus, spirito vincente e convincente. Oggi ci sarà spazio per lui, qualche minuto per riassaggiare il campo, ma per ritrovare la forma occorreranno due settimane. Uscito dal tunnel dell'infortunio, giocatore vuole trascinare la Virtus ai playoff.

"Questo periodo lontano dal campo è stato molto frustrante. Non gioco da sette mesi, in questi giorni ho fatto buoni allenamenti, la caviglia sta migliorando, come ci aspettavamo, e presto sarà a posto. Dovrò riprendere il ritmo e l'agonismo, in due settimane conto di essere al top".

Dall'interno dello spogliatoio, Blizzard ha visto i mutamenti della squadra e sa bene che l'ultima Virtus in cui ha giocato è molto lontana. Però di salvezza non si parla nemmeno.

"Io penso positivo, non temo di andare giù ma credo fermamente nei playoff. È giusto pensare in grande, se giochi con la paura di perdere è più difficile vincere: ci occorre una mentalità vincente".

Basterebbe ritrovare quella dell'anno scorso: gli uomini sono cambiati, però è l'intesa di squadra che manca.

"La passata stagione scendavamo in campo per vincere ogni partita: eravamo la Virtus e avevamo l'attitudine del killer. Non è cambiato molto a livello di talento, ne abbiamo molto anche adesso. Lavoravamo assieme, ci intendevamo a memoria: insomma, sapevamo ognuno cosa faceva e dove trovare il compagno, anche senza guardare".

Sul ritorno al passato... "Penso che noi possiamo aiutare ma che non cambia tutto in un giorno, la chiave è crescere senza abbattersi: procedere giorno dopo giorno. Dimenticare quello che è passato e andare avanti".

Il "lasciateci perdere" di inizio stagione è roba passata.

"Ogni giocatore ha capito che assieme possiamo cambiare la squadra che è la cosa nm più importante, abbiamo tutto il necessario per migliorare: tutte le sfide saranno toste ma dovremmo leggere bene le opportunità che ci concederanno gli avversari. Possiamo fare di più, i playoff sono un obiettivo perseguibile: amiamo il basket, vogliamo vincere".

BRETT BLIZZARD SI PREPARA PER LA STAGIONE DEL RISCATTO

di Massimo Selleri - Il Resto del Carlino - 11/06/2008

 

Per passare le sue vacanze estive, Brett Blizzard ha scelto un piccolo paesino nel North Carolina, dal nome praticamente impronunciabile, ma dove risiedono i suoi parenti e gli amici più stretti.
«Faccio un po’ la vita del pensionato — racconta Blizzard — la sveglia la punto sul tardi, poi passo la giornata a trovare tutte le persone che per sette mesi non ho potuto incontrare mentre la sera vado a letto presto. Mi riposo in attesa di iniziare la nuova stagione dove vorrei essere uno dei protagonisti della nuova Virtus, quella che deve riscattare un’annata così difficile».
Lei è uno dei pochi confermati, questo fatto la lunsinga?
«Credo che lusingherebbe chiunque e con questo non voglio dire che non ho responsabilità nel risultato negativo finale della passata stagione. Bisogna, però, guardare avanti dimostrando di avere imparato dal passato. Credo che Bologna per me sia una buona oppurtunità, gioco in una squadra che ha una storia e che ha un pubblico fantastico. Sinceramente vorrei riportare la Virtus a giocare la finale scudetto come è successo quando ci siamo scontrati con Siena, non so se sarà possibile ma il pubblico se lo meriterebbe».
In quella finale lei si infortunò, e da lì non è più riuscito a essere il Blizzard di prima, come mai?
«Quando rientri da un infortunio non sei mai al 100 per cento e avresti bisogno che la squadra ti supportasse. A me è successo il contrario, quando sono potuto tornare in campo le cose non andavano bene e si era creata l’illusione che con il mio ritorno la squadra avrebbe risolto subito tutti i suoi problemi. Così non poteva essere e così non è stato ma a quel punto tutto è diventato più difficile».
Contento che ritorni Vukcevic?
«Molto e sono felice anche per lui. A lui piace Bologna e allo stesso tempo la tifoseria non l’ha mai dimenticato anche se l’anno scorso ha giocato a Milano. Lui e Giovannoni sono sicuramente i giocatori più amati dal nostro pubblico».
In questo periodo si fanno tanti nomi altisonanti e questo significa che lei potrebbe non partire in quintetto. Alla lunga le peserà?
«Assolutamente no. Primo perché i quintetti che si scrivono sulla carta spesso sono diversi da quelli che giocano a ottobre dopo che ci si è allenati per due mesi, e poi anche se fosse io voglio aiutare la Virtus a vincere, spetta al coach decidere chi gioca e chi sta in panchina, io quando sono in campo voglio solo contribuire al successo della mia squadra, il resto non mi interessa».
Intanto nella rosa da cui dovrebbe uscire il «senior assistant» che affianchierà in panchina Renato Pasquali nella prossima stagione, spunta quello di Lino Frattin, anche lui una vecchia conoscenza virtussina.


 

VIRTUS, BLIZZARD PRESENTA LA PROSSIMA STAGIONE

di Bruno Trebbi - bolognabasket.it - 19/08/2008

 

Mentre la Virtus continua la ricerca sul mercato del play di riserva, oggi è stato il turno di Brett Blizzard di presentare la stagione che viene.
Ecco le sue parole:
"Sono contento di essere rimasto a Bologna. Quest’anno è una sfida nuova, abbiamo una squadra nuova, con giocatori di alto livello e di esperienza, e un bellissimo nuovo palazzo in corso di costruzione. Credo che ci saranno grandi partite.
Le mie condizioni fisiche? Sono molto buone, ho lavorato bene in estate con gli allenatori della mia università e ho giocato anche qualche torneo in North Carolina, e ora non penso più all’infortunio alla caviglia.
Il campionato? Siena sta facendo un grande lavoro in Italia e in Europa, è la squadra da battere e vuole dominare. Noi abbiamo grandi giocatori, se troveremo una buona chimica di squadra si potrà provare a colmare il gap.
La passata stagione? È stata una stagione frustrante, finita in maniera disastrosa. È una situazione in cui nessuno vuole tornare. Coach Pasquali e i giocatori che c’erano, ovvero io, Giovannoni e Chiacig, ci ricordiamo bene quella situazione, per cui parleremo coi nuovi giocatori in modo che quanto successo l’anno scorso non si possa ripetere.
Pasquali? Conosce molto bene il gioco e fa lavorare duro i suoi giocatori. Quello che diceva l’anno scorso lo dice anche quest’anno, con la differenza che quest’anno parte dall’inizio. Sa quel che vuole, e vuole che i suoi giocatori seguano i suoi dettami.
La concorrenza nel ruolo di guardia? Il fatto che ci siano tanti giocatori è solo una cosa positiva, ci sarà competizione in allenamento per ottenere i minuti importanti in partita, e questo farà sì che il livello cresca sempre di più. Personalmente come ogni giocatore vorrei giocare sempre 40 minuti, ma quello che posso fare è dare il 100% in allenamento, e poi mettermi a disposizione del coach che decide quanto farmi giocare. Ci sono poi anche situazioni diverse, squadre che giocano in maniera diverse e giocatori che si accoppiano più o meno bene. Ci saranno partite in cui giocherò pochi minuti, altre in cui ne giocherò tanti.
Boykins? Credo che per molte squadre sarà difficile marcarlo. Può penetrare facilmente, e noi abbiamo parecchi tiratori pronti a raccogliere i suoi scarichi quando la difesa collassa su di lui. Con la sua bravura e la sua esperienza NBA può facilitarci di parecchio le cose.
I tifosi in massa al raduno? La Virtus ha una grande tradizione e moltissimi tifosi. L’anno scorso erano frustrati, perché non c’era niente di cui essere entusiasti. Quest’anno sono arrivati molti ottimi giocatori, e credo che sia normale che il pubblico sia già entusiasta. Non mi sono sorpreso a vedere tanta gente. A loro posso dire che saremo una squadra molto professionale che si allenerà duramente e darà il massimo a ogni partita, eseguendo i compiti dati dal coach. Cercheremo di raggiungere il risultato tutti insieme.”

BRETT BLIZZARD SPIEGA LA SUA DECISIONE

di Valentina Calzoni - bolognabasket.it - 26/11/2008


In una conferenza stampa radiofonica, alternata alle scelte musicali non solo del giocatore, ma anche della Virtus (che gli dedica "Se mi lasci non vale", "Se mi vuoi lasciare", "Champagne" e chiude con "Non ti scordar mai di me"), Brett Blizzard ha spiegato i motivi della sua scelta di lasciare la V nera.

Brett, cosa è successo?

La cosa principale è che è una mia scelta personale. La Virtus è stata una grande occasione, Sabatini con me si è sempre comportato bene, e non ho nulla contro di loro, anzi. Ripeto, solo una scelta mia.

Però con il nuovo allenatore il minutaggio è calato, e contro Cantù dopo l’ingresso in quintetto non sei più rientrato: c’entra qualcosa?

Ovviamente questi ultimi incontri hanno un po’ contribuito, anche perché vedevo che la squadra senza di me vinceva ugualmente, e non mi sento felice nel momento in cui non riesco a dare il mio contributo.

Non senti la fiducia dell’allenatore?

Niente di personale, io lo rispetto, so quello che ha fatto in carriera, e gli auguro il meglio. E’ solo che non mi piace giocare poco: Boniciolli ha un suo progetto, e io non mi sento di esserne parte.

Ma perché pensi di non essere parte del progetto?

Non c’è qualcosa in particolare, ma di certo i pochi minuti possono aver contribuito. Ribadisco che non c’è niente tra me e l’allenatore, nessun disagio particolare, e posso solo ringraziare la Virtus per tutto quello che mi ha dato.

I fans sono dispiaciuti.

Qui mi sono sempre sentito bene, come in una famiglia, e i tifosi mi sono sempre stati vicini anche quando sono stato infortunato. E per questo che la mia decisione è stata difficile.

Boniciolli sta cercando di ridurre le rotazioni. Contro Rieti Langford è stato a lungo in panchina, a Cantù è toccato a te. Ma oggi avresti avuto la possibilità di rifarti, specie perché Boniciolli aveva parlato bene di te.

Contro Rieti già avevo giocato poco, e non è che io abbia deciso da un momento all’altro: ci stavo pensando già da un po'.

Ora cosa farai?

Non so dove andrò, ma di certo la mia decisione è definitiva. Ora non ho squadre in testa, anche perché questa non è stata una scelta programmata. Non mi sentivo bene, e un giocatore che non si sente bene può creare problemi nello spogliatoio, per cui è andata così. Adesso, Italia o estero non so.

Il buyout è alto, il rischio è che tu possa restare fermo almeno fino all’estate, dato che il tuo contratto scade nel 2010.

Sono cosciente che le cose possono non andare subito bene, ma dovevo fare qualcosa.

Eppure, non si capisce perché ora ti senti inutile.

Per me in estate le cose stavano andando bene, dato che non c’erano partite. Ora però è diverso.

Una grande squadra ha bisogno di un passo indietro dei singoli, tu forse non te la sentivi?

Tutti gli americani che vengono in Europa pensano di giocare 35’, io invece sono sempre stato abituato a giocare 20’, per cui dei passi indietro ne ho già fatti. Ora però vorrei anche stare in piedi.

Quindi, andresti in una squadra meno ambiziosa ma con più spazio?

Ho 28 anni, una carriera davanti, e ho bisogno di giocare. Fossi più anziano potrei anche sedermi, ma adesso no.

La società ha risposto rigidamente, con un comunicato: speravi in una cosa meno evidente?

Me lo aspettavo, conoscendo Sabatini, ma tutte le decisioni che lui prende sono per il bene della Virtus.

È una questione di felicità?

Non posso stare nel team se sono infelice, e non voglio fare la parte dello scontento che si tira dietro gli altri, specie in un momento positivo per la squadra come questo.

Facevi parte anche del progetto-Siena: aumenta il rammarico?

Loro ora sono un grande gruppo, e all’epoca per me c’era davvero poco spazio, per cui decisi di scendere in Legadue.

Che ricordo ti porterai dietro?

Il mio primo anno, quando mi sentivo a mio agio, poi pensare alle finali perse mi fa sentire ancora peggio di come mi senta adesso.

Avellino ti piacerebbe?

Ho un grande rapporto con Markovski e Best, ma ora devo cercare il meglio per me. Fosse anche andare a giocare in Australia, non importa. Ora ho il cuore ferito, e non penso che andrò ad Avellino.

I compagni come l’hanno presa?

Ieri nello spogliatoio tutti mi chiedevano il perché della decisione, e mi sentivo anche in difficoltà a rispondere: è vero che ora iniziano le due partite a settimana, ma ormai avevo deciso in questo modo.

Vero che ora si apre la finestra di mercato, ma se a Cantù avessi giocato di più, avresti fatto uguale?

No, ma se ho deciso così è perché non ho spazio, e i 17 minuti di media non sono arrivati con il nuovo allenatore.

VIRTUS - OSTENDA: PAGELLE, STATISTICHE, INTERVISTE

di Enrico Faggiano - bolognabasket.it - 26/11/2008

 

VERBA MANENT
Boniciolli:

Blizzard? Non esiste un caso. Lui a Cantù è partito in quintetto, ha messo una tripla, poi in difesa, non solo per malavoglia, mette in partita Rich. Poi metto Koponen, e vinco di 20: non penso che il suo agente si sia lamentato quando, con lui in campo 28’ a Pesaro, abbiamo perso di 35. La lamentela arriva dopo una vittoria, e non lo ha detto né a me né a Sabatini, ma ha parlato con il GM. E questo mi offende, che sono l’ultimo arrivato e conosco la fiducia che questa società ha dato a Blizzard. Quindi, se un giocatore vuole lasciare questo mondo, che vada: non ho rancori, gli auguro con grande sincerità un futuro importante, ma se lo poteva costruire anche qui. E sul pullman, di ritorno da Cantù, parlando della partita di oggi era previsto un suo ingresso in quintetto, ma evidentemente non mi ha dato fiducia. La Virtus è andata avanti perdendo Ginobili, andrà avanti senza Blizzard: io penso che non sia possibile far contenta una squadra di 12 giocatori, e preferisco 8 giocatori felici e magari uno incazzato, ma che oggi avrei fatto giocare. Magari sarò ingenuo, ma è strano questa sua scelta proprio all’inizio della finestra.

Sabatini:

Non poniamo veti verso particolari squadre. Non abbiamo preclusioni a cedere Blizzard a chiunque ce lo chieda, purché paghi quanto chiediamo.

GIALLO VIRTUS: "BLIZZARD, CHI L'HA VISTO?"

di Francesco Forni - La Repubblica/Bologna - 08/01/2009

I destini della Virtus, divenuti più tortuosi negli ultimi giorni, non ruotano ovviamente intorno al solo caso Blizzard, che però ieri ha ripreso una piega oscura. La nube grigia apparentemente non sposta equilibri, ma produce almeno fastidi. Doveva rientrare in città, Brett, ed è difficile pensare che la ragione del mancato arrivo stia nelle nevicate. Ieri infatti non rispondeva al cellulare, né italiano né americano, e non è stato avvistato a Bologna, tanto che lo stesso Claudio Sabatini confessava di non aver certezze. «Cosa volete che vi dica? Andremo a 'Chi l'ha visto?' per saperne di più. Al momento per noi è missing. Noi l'aspettavamo ieri e anche il giorno prima, ma non abbiamo sentito più nulla...». Blizzard potrebbe arrivare oggi, ma rimane tutto nell'empireo, e in ogni modo già questo ritardo è un nodo difficile da giustificare e da sciogliere. In Virtus sono agitati, anche perché il timore forte, adesso, è perdere il dominio sul giocatore, che ha un diritto 'sindacale' ad allenarsi con la prima squadra (e per questo vi è stato così caldamente riammesso). Il valore del contratto vincolante, per un detentore di passaporto italiano, non è basso: per questo la Virtus sta facendo di tutto per non perderlo, addirittura pensando pure a un reintegro, che non esalta l'allenatore, ma potrebbe dargli, oltre a meno grane, un tiratore in più, ora che da fuori, per esempio, Righetti la rischia poco e la mette meno. Ma il ritardo complica questo percorso: nessuno ha slancio, in questa partita intessuta pure di bei bluff, né il giocatore né il coach, che la squadra probabilmente la completerebbe con un'ala vera, di più solida prestanza fisica. Matteo Boniciolli, dai microfoni della Futurshow Station, ha commentato così: «Brett è semplicemente un giocatore che ha avuto grandi concessioni, godendo di molta disponibilità da parte della società in cui si trova da tre anni. Spero che finalmente riesca ad apprezzarla. Fa parte della forza lavoro di questo club e in caso di necessità sarà una risorsa. Se vorrò lo farò giocare, altrimenti no. Non stiamo parlando di Jordan, non credo ci siano problemi a decidere di tener fuori determinati giocatori. Brett è un bravo ragazzo ma sotto certi aspetti deve maturare o farsi consigliare meglio...». Porte non molto spalancate quindi, al momento, anche se il passato (prossimo e remoto) lascia aperti tutti gli scenari, dalla redenzione alla cessione, magari in prestito, ricalcando il tragitto che ieri ha portato, ufficialmente, Dimitri Lauwers a Varese da Pillastrini.

«SONO TORNATO PER SCUSARMI E PER RITROVARE UN POSTO IN SQUADRA»

di Massimo Selleri - Il Resto del Carlino - 12/01/2009

 

La Virtus è a Samara senza Earl Boykins e Jamie Arnold. In una gara che non vale nulla almeno per i bianconeri che chiuderanno questa prima fase di Eurochallenge al primo posto nel loro girone, qualunque sia il risultato dell'incontro di domani, società e staff tecnico hanno deciso che i due giocatori potevano rimanere sotto le due torri. Arnold è in attesa di diventare papà, mentre Boykins lavorerà all'Arcoveggio per recuperare la miglior forma fisica, dopo che per dieci giorni si è allenato a singhiozzo viaggiando avanti ed indietro dall'America volendo a tutti i costi assistere il figlio che è stato sottoposto un piccolo intervento chirurgico. A loro si aggregherà anche Brett Blizzard, arrivato sabato anche lui dagli States dopo una lunga serie di rinvii .«Sono tornato per scusarmi perché ho capito di aver sbagliato sia chiedendo di cambiare club sia andando a casa senza il permesso della società. Chiederò scusa e spero con il mio pentimento di ottenere un posto in squadra. Per il momento non chiedetemi nulla di più perché prima voglio parlare con la società e spiegare il motivo dei miei errori, poi sono pronto a rispondere tutte le vostre domande». Questa la posizione del giocatore ribadita anche nella giornata di ieri. Adesso la palla passa alla società e in particolare a Claudio Sabatini ma l'equazione è stato perdonato Boykins e quindi verrà perdonato anche Blizzard non è così automatica. Innanzitutto Boykins ha accettato di pagare una multa salatissima pur di rientrare in squadra, inoltre la sua presenza con Siena è stata decisa dallo spogliatoio che ha votato compattamente a favore, mentre nel caso del giocatore italoamericano la società aveva già deciso di reintegralo dopo essersi chiarito con lui nel giorno della vigilia di Natale, per poi scoprire che il giocatore era volato a casa nei giorni immediatamente successivi. Sarà un'altra patata bollente che passerà per le mani del general manager Andrea Luchi, l'obiettivo è quello di preservare la compattezza del gruppo, un gruppo che ha saputo vincere 11 delle ultime 14 gare disputante e che, è inutile nasconderselo, con l'autoesclusione di Blizzard ha anche trovato qualche vantaggio, facendo venire allo scoperto tutta l'essenzialità di Vukcevic per questa squadra e soprattutto la grande voglia di emergere di Keith Langford.

In entrata (foto tratta da www.virtus.it)

BLIZZARD BALLA TRA IL REINTEGRO E LA CESSIONE

di Stefano Brienza - Il Bologna - 13/01/2009

Serve chiarezza in casa Virtus. Mentre la squadra è a Samara, dove oggi giocherà l'ultima inutile partita del girone di EuroChallenge, a Bologna continua a tenere banco il caso Blizzard. S'è parlato tanto della guardia della Florida. Al momento è a disposizione di coach Boniciolli per gli allenamenti, ma il suo futuro è ancora in bilico. Le opzioni sono varie. Da una parte un improbabile perdono da parte dell'allenatore, dopo le storie tese di inizio gestione e la famosa e-mail enigmatica di sabato; ma parole ed atteggiamento di Boniciolli sul suo giocatore sembrano far escludere questa possibilità. Dall'altra, vedere un talento del livello di Blizzard stare in una società solo per fare gli allenamenti fa specie, e quindi si affaccia l'ipotesi cessione. Ieri è saltata fuori Ferrara, dove l'appena arrivato Apodaca è stato trovato positivo all'antidoping: ma sembra una pista poco attuabile. C'è la possibilità che qualche club europeo voglia accollarsi un contratto che forse Sabatini sarebbe contento di scaricare. Ma l'ex Cantù ha grande mercato in Italia a causa del suo passaporto; e allora si attenderanno offerte, a meno di atti caritatevoli del coach. Che stasera continuerà i suoi esperimenti, sempre in cerca dell'alchimia perfetta, col primato in tasca.

 

VIRTUS, MISTERO BLIZZARD

di Claudio Limardi - Corriere dello Sport/Stadio - 24/01/2009

La grande domanda che aleggia sopra la testa della Virtus in vista della gara di domenica mattina a Biella è che ne sarà di Brett Blizzard ora che è ufficialmente tornato in squadra, non solo per gli allenamenti ma anche per le partite. Se davvero Keith Langford non sarà disponibile - lui è uno che non si arrende facilmente ma i guai muscolari non incoraggiano gli eroismi, si rischia di procurarsi danni maggiori - considerato che neppure Petteri Koponen è al meglio, Blizzard potrebbe avere un'opportunità insperata, quella di riappropriarsi della Virtus a dispetto della richiesta di cessione, degli ovvi contrasti con Boniciolli, del giallo della fuga americana non autorizzata con rientro ritardato dal maltempo.
BLIZZARD - Brett non è il classico giocatore che Boniciolli sceglierebbe per la sua squadra. È una guardia poco atletica di 1,90, ha un gran tiro da fuori, ma non riesce a mettere palla in terra, quindi non si procura falli e tiri liberi. È un difensore duro ma dopo l'incidente ha smarrito un po' di rapidità e soffre anche in questa situazione. La partita della rottura, a Cantù, era stata marchiata dalla sua modesta difesa su Jason Rich, che atleticamente è di un'altra categoria. Ma Blizzard è esperto, fino a poco tempo fa sembrava attaccato alla Virtus più di quanto lo sia stato di recente. Si è rotto anche il feeling con i tifosi ma storicamente è sempre stato molto considerato dal pubblico bianconero. Insomma, il ruolo di Blizzard da oggi in poi è un mistero che dipenderà in gran parte da lui. Perché se dovesse sfruttare la chance che Boniciolli gli offrirà, forse per cause di forza maggiore, poi diventerebbe difficile spingerlo in fondo alla panchina. La realtà dei fatti è che per quanto sia distante strutturalmente dalle convinzioni del suo allenatore attuale, questa Virtus ha bisogno di produrre una stagione importante con le armi che ha. E non sono armi di secondo piano. Su questo è d'accordo anche Boniciolli.

 

SOLDATO BLIZZARD, ORA TOCCA A TE

di Elisa Fiocchi - Corriere di Bologna - 24/04/2009

 

Brett Blizzard è di nuovo dinanzi all'ennesimo crocevia importante nella sua esperienza in Virtus, addirittura in quintetto base interpretando le parole di Boniciolli («È in forma strepitosa»). Veterano dell'epopea Sabatini, ha vissuto tutte le finali dell'epoca recente bianconera, compresa la precedente in Fiba Cup (l'odierno Eurochallenge) persa a Girona. La Virtus d'allora non era favorita ma uscì in semifinale e a sbagliare il tiro della vittoria, dopo una bellissima partita, fu proprio Blizzard. Che oggi ricorda.

Sostanzialmente il mio approccio è rimasto lo stesso. Che giochi in campionato o in Europa, contro Udine o i Lakers, l'obiettivo di un professionista deve restare sempre lo stesso: vincere.

E cosa ha pensato quando quel pallone a Girona nel 2007 morì fuori dal ferro?

La cosa incredibile è che la palla entrò e venne come sputata fuori. Avremmo potuto vincere quella partita, e ce la meritavamo anche. È andata così purtroppo, capita a tante buone squadre di uscire deluse dalle competizioni europee.

Come le sembra il livello delle avversarie quest'anno?

Spesso si tende a sottovalutare questa coppa, perché è la terza per importanza europea. In realtà, proprio per questo, ci sono tantissimi giocatori che ambiscono all'Eurolega, club che si giocano il futuro e sono pieni di motivazioni. E poi se non fossero squadre di livello non sarebbero nemmeno arrivate fin qui.

Giocare in casa, dopo le delusioni della Coppa Italia, è una spina nel fianco?

C'è una prima volta per tutto, ci siamo detti. È tempo di cambiare la storia e proprio per questo alzare la coppa.

Ma che è accaduto quest'inverno, quando voleva lasciare la Virtus?

Quando sono arrivato in Europa, il mio primo obiettivo era quello di giocare a pallacanestro seriamente. Quest'anno mi sono ritrovato in una situazione in cui gli spazi erano ridotti, così mi sono chiesto se era davvero quello che volevo per la mia carriera e se forse in altre squadre avrei ottenuto maggiori responsabilità.

Poi la pace.

Con la Virtus abbiamo trovato un equilibrio in maniera molto naturale. Abbiamo fatto entrambi un passo in avanti e ho sentito nella società nuova fiducia e disponibilità. Così sono rimasto, ed è stata la scelta più giusta.

Ora com'è l'equilibro nelle rotazioni? Ci sono tanti talenti nella Virtus...

È ancora difficile per ognuno di noi ottenere lo spazio che ci si aspetta. Inutile negarlo, ogni giocatore vorrebbe stare in campo 40', io per primo. Non cambio idea rispetto a ciò che pensavo quest'inverno. Ora però penso solo a dare una contributo concreto per la vittoria.

Virtus 2007 contro Virtus 2009. Cos'è cambiato?

Nella squadra attuale c'è più talento e di conseguenza la produzione del gioco è nettamente migliore. Quello che aveva in più la squadra di due anni fa, era la chimica. Ci conoscevamo di più e avevamo quella fame di vincere inesauribile, di emergere e dimostrare il nostro valore. Ma anche quest'anno abbiamo trovato buoni equilibri.

C'è un nesso tra la sconfitta subita a Ferrara e la gestione del finale con Siena?

Indubbiamente sì. Non siamo arrivati là con quella grinta e quell'aggressività che avremmo avuto normalmente. Eravamo senza energie, nervosi.

Ora la volata playoff si avvicina. Che incastri si aspetta?

Secondo o sesto posto, non faranno la differenza. Ogni squadra avrà una faccia differente nei playoff, e il livello è rimasto uguale a quello di due anni fa. Siena ad esempio è stata battuta dalla Fortitudo, noi ci siamo andati vicini. I playoff sono sempre una grande incognita.

Qual è stata la sorpresa più grande in questa sua stagione?

Indubbiamente il pensiero di cambiare squadra. Sorpresa non direi, forse è stato più un momento negativo che ha segnato questo mio anno alla Virtus.

Chi sono i suoi amici?

Tante persone mi sono state vicino da quando sono a Bologna, spesso mi offrono consigli differenti rispetto al mio pensiero. C'è la mia fidanzata, la famiglia, gli amici fra cui Stonerook e McIntyre...

E che le hanno detto i due giocatori senesi sul finale di partita di una settimana fa?

Erano molto felici (sorride).

Nient'altro?

No, lasciamo stare, meglio tacere.

Il futuro di Blizzard?

Vorrei restare alla Virtus.

E se non sarà Bologna?

L'Europa, senza dubbio. Il basket europeo mi ha sempre affascinato di più rispetto a quello americano. Meno salti e agonismo, più cervello e ragionamento.

Il tiro da fuori, la specialità di Brett

BRETT BLIZZARD

di Francesco Amadori per Virtuspedia - ottobre 2009

 

Brett Alan Blizzard, nato il 12 giugno 1980 a Tallahassee in Florida, è una guardia di 188 centimetri per 90 kg. Il giocatore, di passaporto italiano grazie ad una nonna di origini calabresi, è cresciuto cestisticamente nella Florida High School, rivelando fin dall’inizio una mano mortifera nelle conclusioni dall’arco dei 3 punti. Questa dote lo colloca tra i migliori nella specialità nei campionati NCAA disputati per North Carolina Wilmington, in uno stato in cui il basket è come una religione. La guardia, all’occorrenza anche portatore di palla, viene notata da Siena che nel 2003 gli sottopone un contratto quadriennale, anche in virtù del suo prezioso passaporto, e lo gira immediatamente in prestito a Jesi in LegaDue, nell’anno in cui anche la Virtus calca i parquet della serie cadetta. Quando si dice il destino…

È questo il primo “contatto” che il giocatore ha con la squadra e la tifoseria bianconera. Devastante il suo apporto contro la Virtus di Charles Smith, in una serie finale memorabile per la società marchigiana, con l’ultima partita, in quel del PalaMalaguti, che verrà ricordata per la sua freddezza nel tiro dalla lunga e la sua intensità difensiva. Infatti Blizzard, che venne accostato, forse un po’ troppo generosamente, dal suo coach universitario Jerry Wainwright a Jeff Hornacek, è anche un ottimo difensore in grado di mettere ripetutamente la museruola ai migliori attaccanti delle squadre avversarie. Una stagione da 24 minuti e 11 punti che gli fece mettere addosso gli occhi di squadre della serie superiore.

Non a caso l’anno seguente approda nella serie superiore in Brianza, a Cantù, dove raggiunge i quarti di finale assieme a giocatori che di Siena, che ancora deteneva il suo contratto, costituiranno l’ossatura futura come Kaukenas e Stonerook. Una stagione da quasi 20 minuti a partita con la quale sfiora la doppia cifra nei punti segnati e dove continua a dimostrarsi letale nel tiro dai 6,25, evidenziando di non risentire del salto di categoria.

L’anno successivo è invece in quel di Reggio Emilia dove, a fianco di un'altra futura colonna senese come McIntyre migliora le sue statistiche, portandosi a quasi 26 minuti e sfiorando i 12 punti a gara. In pratica, si conferma su ottimi livelli e si distingue per la sua grande costanza.

Finalmente giunge in Virtus, sempre in prestito dalla società senese, in pratica nella stessa situazione in cui quest’anno si trova David Moss: chissà che non sia di buon auspicio… Voluto da Zare Markovski, che il giocatore ricorda sempre con immenso piacere ed al quale riconosce i meriti della sua maturazione cestistica, disputa la sua stagione migliore. La sua crescita è sotto gli occhi di tutti e si manifesta in maniera emblematica nella fantastica serie di semifinale contro Milano dove i suoi tiri risultano sempre decisivi. In particolare i tifosi virtussini ricordano una sua bomba, in arretramento, che fa esplodere di gioia l’intero palazzo. È all’apice della carriera. La serie finale contro Siena, corazzata indistruttibile che l’ha messo sotto contratto ma non gli ha mai dato una reale possibilità di indossarne la maglia, continua su ottimi livelli ma, purtroppo, un infortunio alla caviglia in gara tre, ricadendo sul piede beffardo di Stonerook dopo l’ennesimo tiro da tre punti infilato nel canestro dei toscani, rappresenta la fine della sua stagione e delle speranze virtussine di opporre una minima resistenza alle soverchianti forze del Granducato.

Segue un delicato intervento chirurgico in North Carolina, per via del legamento della caviglia ormai del tutto lacerato, e la lunga riabilitazione, inizialmente non così ben prevista, che lo portano a rientrare a campionato largamente iniziato. Nel frattempo, le sirene russe che, a stagione appena conclusa, avevano cantato le proprie seducenti melodie erano state zittite con un ritocco verso l’alto dell’ingaggio. Ma la balorda stagione 2007/08 non verrà raddrizzata nemmeno col suo rientro, che peraltro si dimostrerà meno agevole di quanto preventivato.

La stagione appena trascorsa, iniziata sotto buoni auspici pur con una concorrenza nel reparto esterni come in Virtus non gli era ancora capitato di trovare, si è presto trasformata in un vero e proprio calvario. Un sua richiesta di maggior minutaggio ed un rapporto non proprio idilliaco con il coach Boniciolli lo inducono ad autoescludersi dalla formazione, al termine di una quantomeno singolare conferenza stampa radiofonica dove le sue ragioni vengono alternate a brani come “Se mi lasci non vale” e “Non ti scordar mai di me”. Al suo ritorno all’inizio del 2009, dopo un viaggio non autorizzato negli States nel periodo natalizio, nonostante la mancata cessione ad altre squadre causa un buyout troppo elevato e la totale indifferenza di una frangia di tifosi nei suoi confronti per il tira e molla durato forse troppo tempo, Blizzard trova la forza e la grinta per ripartire e per chiudere il campionato con un’ottima serie contro Treviso che ai più fa gridare “finalmente Brett è tornato”.

Ora è il virtussino di più lungo corso: sono già tre le stagioni disputate con la canotta bianconera ed ha appena prolungato, abbassando le pretese come imposto dai nuovi costumi francescani, per altre 3 stagioni. Se il rapporto non verrà interrotto prima del dovuto, Brett arriverà al considerevole traguardo delle 6 stagioni consecutive, un autentico record in questi tempi in cui gli spogliatoi hanno le porte girevoli. Del resto, il patron ha dichiarato che Blizzard ha la “fortuna” (non fu proprio questo il termine utilizzato…) di stargli simpatico e anche quest’anno, nonostante un'apparente iniziale freddezza che ne aveva fatto anticipare il rientro con la richiesta della partecipazione al camp estivo, si è trovato il nuovo accordo economico che ha soddisfatto entrambe le parti.

Le prestazioni finali della stagione appena conclusa, unite al completamento dello spot di guardia con il giovanissimo Riccardo Moraschini, fanno indubbiamente pensare che ci sia la volontà di dargli ampia fiducia per la stagione a venire. Brett sarà pertanto, a meno di non vedere spesso Collins impiegato nel ruolo di guardia con Koponen portatore di palla, il titolare: ha l’occasione di tornare a minutaggi significativi come quelli di epoca Markovskiana e potrà dimostrare di aver completamente recuperato dal famoso infortunio, non avendo avuto finora, tranne uno scorcio di stagione l’anno scorso, molto spazio per darne prova. Indubbiamente è un signor tiratore da 3 punti, come il 44% di realizzazione su più stagioni testimonia, ma è anche vero che difficilmente risulta minaccioso in situazioni diverse dal tiro coi piedi per terra o in uscita dai blocchi: la creazione di situazioni di vantaggio direttamente dal palleggio o la penetrazione in area non sono certo la specialità della casa. In difesa, nonostante una statura non dominante ed una velocità di base, specie se paragonata a quella dei numerosi dirimpettai afroamericani che dovrà spesso affrontate, non eccelsa, ha sempre fatto ampiamente la sua parte. Potrebbe essere la stagione del definitivo rilancio per l’italo-americano, dopo due annate che, tra infortuni e autoesclusioni, hanno alternato luci ed ombre.

 

BLIZZARD, STAGIONE FINITA

di Claudio Limardi - Corriere dello Sport - 18/11/2009

 

Venerdì Brett Blizzard verrà operato dal professor Lelli, a Bologna. A questo punto l'ipotesi che la stagione della guardia possa essere considerata compromessa è molto più che realistica. I cinquanta giorni finiranno per dilatarsi. Dopo l'operazione ne sapremo di più ma c'è la possibilità che la stagione di Blizzard sia finita. Nei fatti significa che la Virtus probabilmente non avrà scelta se non quella di affidarsi ad Alex Righetti in via presumibilmente definitiva, con spazio supplementare per i ragazzi dell'Under 19. In quel ruolo significa spazio per Matteo Negri e Riccardo Moraschini, che resta la punta di diamante del settore giovanile bianconero. La terza scelta è Michele
Vitali: fare canestro per lui non è un problema. Se serve è pronto. Piove sul bagnato in termini di infortuni in una stagione in cui la Virtus sta pagando tantissimo e si è salvata con la capacità dello spogliatoio di fare quadrato di fronte alle difficoltà e la possibilità di attingere alle forze nuove, com'è stato appunto a Varese.

LA STORIA - La storia stagionale degli infortuni virtussini è cominciata ad agosto con la mano destra di Andre Collins, fratturata in due punti tanto da richiedere un'operazione chirurgica. Da quel momento non c'è stata pace: precampionato condotto con assenze più o meno ricorrenti di Koponen, Vukcevic e Blizzard, fino alla perdita - questa per ragioni personali - di David Moss in occasione della Supercoppa di Siena. Poi dopo il debutto con Montegranaro e la squadra virtualmente al completo (mancava sempre Collins), è stato Koponen ad andare al tappeto una seconda volta, così da costringerlo a saltare la trasferta di Biella. La Virtus ha poi giocato al completo con Napoli, Teramo e Milano. Ma proprio nel finale della gara con l'Armani Jeans si è bloccato Fajardo. Lo spagnolo non ha giocato a Varese, dove non si è presentato neppure Blizzard (e Moraschini). Dopo sei minuti l'infortunio a Scoonie Penn.
VARESE - La gara di Varese è stata la più penalizzata dalle assenze. È vero che la Cimberio era priva di Ron Slay e Giacomo Galanda, che aveva Jobey Thomas in condizioni fisiche precarie (ieri firmato JR Reyndols) ma se la Virtus fosse stata fragile mentalmente o non avesse avuto il supporto dei ragazzini sarebbe stato quasi impossibile sopravvivere ad una tale epidemia di infortuni. A Varese invece ha vinto in emergenza assoluta e le assenze hanno dato modo al club di verificare che il lavoro sul settore giovanile funziona. Oggi
nella Under 19 ci sono probabilmente almeno sei giocatori destinati a spendere in serie A gran parte della carriera (Moraschini, Fontecchio, Negri, Vitali, Baldi Rossi e Spizzichini). Non sono tutti pronti, sono di sicuro inesperti ma stanno maturando. E si vede.
BLIZZARD - La perdita di Blizzard obbligherà Lardo a rivedere la squadra con Vukcevic da guardia, Moss da ala piccola, Koponen cambio del playmaker e del serbo, e Righetti sostituto di Moss. All'americano si chiederà di giocare anche da guardia. Manca un "numero 2" classico, quello che era Blizzard. Ecco perché avranno una chance importante Moraschini e Negri. Non ci sono soluzioni alternative perché Blizzard è un italiano e può essere sostituito solo da un altro italiano a meno di non andarsi a scoprire in altri ruoli. Ipotesi da scartare visto come va Sanikidze e il ruolo cruciale di Koponen. La Virtus è questa, un Blizzard in meno, un Righetti in più e i giovani da lanciare.

BLIZZARD PRENDE I SOLDI E SCAPPA

di Francesco Forni - Repubblica - 02/10/2010

 

Brett è scappato da Bologna col portafoglio in ordine e le scatole piene. Forse più quelle della moglie che le sue. Ma i cocci saranno tutti di Blizzard, anche se la sua compagna da tempo premeva per l'addio alle Due torri. La guardia della Virtus è sparita e la bella Megan Tootoo - tu-tu come il telefono del marito che ieri squillava a vuoto - ha avuto un ruolo decisivo nella fuga, che mette ora il giocatore dalla parte del torto. E alla mercé di Claudio Sabatini, che minaccia penali pesanti. Da tempo non si sopportavano, ma adesso è guerra.
Blizzard è fuggito. Via da Bologna, verso la sua Florida, ma con due anni di contratto da onorare: per Sabatini è inadempiente. "Giovedì pomeriggio l'abbiamo cercato perché non è venuto all'allenamento, pur avendo presenziato in mattinata, senza esserne obbligato, all'evento con il Boga Basket. Ci ha detto di contattare l'agente, Santrolli, ma anche lui è rimasto stupito. Noi siamo in regola, avendo pagato regolarmente anche l'ultimo stipendio, come lui ha potuto verificare in banca".
Dopo il silenzio, la fuga. Ieri mattina l'autonoleggio ha comunicato alla Virtus che Brett aveva restituito la sua vettura all'aeroporto. Qui comincia la guerra di Sabatini: "Sono a credito con Blizzard, con lui ho sempre avuto la mano vellutata. Negli ultimi tre anni ha giocato un terzo delle partite. Era sul mercato ma lo avremmo impiegato comunque. Ci difenderemo legalmente, non daremo il nullaosta per un altro trasferimento. Si allenerà da solo al Cierrebi. La porta l'ho sempre lasciata aperta: se Brett ha dei problemi, deve solo chiamarmi".
Più deluso che stizzito, Sabatini rivede il muro a muro della scorsa stagione con Righetti. Blizzard, non onorando un contratto fuori mercato (300.000 euro) per le sue recenti prestazioni (46 partite in campionato nel primo anno e solo 43 negli ultimi tre), s'è messo con la testa sotto la ghigliottina. "Cosa vuol fare, smettere di giocare? Altrimenti sarebbe meglio si facesse una Tac per controllarsi", tuona Sabatini. Però intanto Brett non c'è più. In questa storia, almeno Megan sarà contenta.

BLIZZARD RICOMPARE COME COMMENTATORE TELEVISIVO

di Antonio Manco - Il Domani - 30/12/2010

 

Il salmone bianconero pare abbia completato la sua risalita verso il luogo (cestisticamente) natio. Ad aprile, Brett Blizzard aveva annunciato sul sito del college di aver intenzione di tornare alle origini per riportare in alto l'Università di North Carolina, dove è cresciuto e dove detiene il record di punti segnati. A fine settembre, senza alcun preavviso, ha riconsegnato automobile ed appartamento ed ha preso il primo volo per tornare nella sua Tallahassee, noncurante delle multe inflittegli dalla Virtus per l'assenza agli allenamenti e del contratto che ancora lo lega alla società bianconera. Dopo tre mesi di silenzio, è riapparso, nel luogo in cui era più pronosticabile: all'Università. Per ora non ha tra le mani la lavagnetta del coach, come promesso, ma ii microfono del commentatore per la rete WWAY NewsChannel 3 (https://www.wwaytv3.com/sports), che segue le gare dei collegiali di North Carolina. Chi lo volesse vedere negli inusuali panni, può accedere al sito delia televisione e guardare la giornata conclusiva del Leon Brogden Holiday Basketball Tournament, in programma a Wilmìngton.

SI RITIRA BRETT BLIZZARD, UNA FINALE SCUDETTO CON LA VIRTUS

tratto da bolognabasket.it - 10/08/2019

 

È ai saluti la carriera di Brett Blizzard, guardia statunitense di passaporto italiano che abbiamo visto in svariate situazioni anche a Bologna.

Classe 1980, Brett venne portato in Italia da Siena e subito trasferito a Jesi, dove divenne parte fondamentale della squadra che eliminò l’allora FuturVirtus di Claudio Sabatini dai playoff di A2. È proprio con Claudio Sabatini che Blizzard ha avuto un rapporto di amore/odio: la finale scudetto del 2007, ma anche la paradossale stagione 2008-09, con i problemi di spazio che lo portarono ad una pittoresca conferenza stampa radiofonica, negli uffici del patron, con le sue parole intervallate da canzoni tipo "Se mi lasci non vale" e "Champagne per brindare a un incontro". Blizzard tornò, poi ebbe un infortunio l’anno dopo che ne chiuse l’epoca virtussina, sancita il primo ottobre 2010 con una fuga e la riapparizione, mesi dopo, come commentatore televisivo negli States.

 

Blizzard non smise però di giocare: sarebbe riapparso nella Biancoblu nell’estate 2011 (non senza polemica da parte Virtus), sempre con Zare Markovski che lo aveva avuto nella stagione 2006-07. Da lì un decennio in A2, tra Veroli, Casale – suoi i cesti decisivi, nel 2018, per eliminare la Effe di Pozzecco – e Tortona, sua ultima tappa. Chiusa con qualche acciacco fisico e, a 39 anni, la decisione di salutare e tornare ad allenare a casa sua, a Wilmington.

OGGI UN DOPPIO COMPLEANNO: BRETT BLIZZARD E JOHN DOUGLAS

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 12/06/2020

 

Il 12 giugno è la data di nascita di due giocatori che hanno un percorso reciproco nella vita di Basket City: Brett Blizzard (1980)  e John Douglas (1956). Il primo ha una lunga militanza nella Virtus, nel periodo della rinascita: il suo nome è legato alla stagione 2006/07, con la finale scudetto, ma anche quella di Coppa Italia e la Final Four di Fiba Cup; poi Brett fu uno dei protagonisti nel 2009 quando le V nere conquistarono l'Eurochallenge. La sua migliore stagione in bianconero fu la prima: 703 punti realizzati tra campionato, coppa Italia e Fiba Cup, migliore realizzatore della squadra. Memorabile la sua gara contro Milano il 3 dicembre 2006: la Virtus vinse 83 a 73 e Blizzard realizzò 21 punti, con 1 su 1 da due, 5 su 6 da tre e 4 su 4 ai liberi, con anche 4 assist. Nella stessa stagione, nella sfortunata trasferta di Cantù ne segnò 22, con 2 su 2 da due e 6 su 8 da tre, più 5 rimbalzi e 3 assist. Stesso bottino anche nel derby vittorioso in trasferta, con 2 su 3 da due e 6 su 10 nelle triple. La sua migliore performance come punti messi a segno è invece della stagione successiva, alla terzultima giornata la Virtus sbancò Teramo con 23 punti di Brett, 23 punti, 3 su 4 da due, 5 su 10 da tre e 2 su 4 ai liberi. È rimasto alla Virtus fino all'inizio dell'annata sportiva 2010/11, in cui però disputò solo amichevoli. In tutto per Blizzard 129 gare ufficiali e 1030 punti segnati, a 7,98 di media. Lo ritroviamo nella stagione successiva al di là dal fosso, alla neonata Biancoblù, uno dei tanti tentativi di fare ripartire la Fortitudo. John Douglas della F rappresenta invece una bandiera storica, con cui ha giocato dal 1983 al 1987, a lungo anche con il fratello Leon. Nel settembre 1990 nella sconfitta all'esordio a Torino, Richardson è dovuto uscire al 24' per un ematoma. Sugar ha poi dovuto saltare anche la trasferta per gli ottavi di Coppa Italia a Fabriano, con le V nere di nuovo sconfitte. Allora la società corre ai ripari, e per il secondo turno di campionato, contro la Libertas Livorno al Palasport, tenta la carta John Douglas. La speranza è di avere lo stesso successo che ebbe due anni prima la sostituzione di Clemon Johnson con un'altra icona Fortitudo, Marcellus Starks, che disputò nove partite, esordendo contro Venezia nei quarti di Coppa Italia, con un decisivo contributo alla vittoria ottenuta al supplementare, successo che spalancò le porte della Final Four, nella quale poi i bianconeri trionfarono, ottenendo il diritto a giocare l’anno successivo la Coppa delle Coppe, destinata a diventare il primo trionfo europeo delle Vu nere. Purtroppo non va così. John, che proprio in settembre, cinque anni prima era stato espulso in un derby di Coppa Italia, per un pugno sferrato a Fantin, quel 29 settembre 1990 segna 11 punti, ma non impedisce la sconfitta delle V nere. Quella sarà la sua unica apparizione con la V nera sul petto ed è una vera rarità la foto che lo ritrae in quella gara. Infatti Sugar rientra nella gara seguente contro Forlì, nuovamente fra le mura amiche, ed è un ritorno provvidenziale e sontuoso: segna 42 punti con 13 su 16 da due, 3 su 8 da tre, 7 liberi su 9, 13 rimbalzi e 2 assist, portando la Knorr al primo successo in campionato.