JUSTO BONETTO
nato a: Vigodarzere (PD)
il: 10/06/1938 - 27/06/2019
altezza: 194
ruolo:
numero di maglia: 12
Stagioni alla Virtus: 1962/63 - 1963/64 - 1964/65 - 1965/66
SETTANTAQUATTRO ANNI: HA "CONTAGIATO" QUATTRO FIGLI E UN NIPOTE
Justo Bonetto ha militato tra i professionisti nelle fila di Petrarca, Virtus Bologna e Costone Siena. Nato a Vigodarzere il 10 giugno 1938, vive a Padova. Sposato con Giuliana, è padre di quattro...
tratto da mattinopadova.gelocal.it - 08/04/2013
Justo Bonetto ha militato tra i professionisti nelle fila di Petrarca, Virtus Bologna e Costone Siena. Nato a Vigodarzere il 10 giugno 1938, vive a Padova. Sposato con Giuliana, è padre di quattro figli: Gherardo, Jacopo, Gea e Tommaso. Con Gherardo, ex cestista del Floor Petrarca in serie A/2, gestisce un’impresa, che offre consulenza per la parte tecnologica e legislativa alle ditte del settore alimentare. In passato, anche Gea è stata una giocatrice di basket, allenata peraltro da “Bobo” Bosello. Tommaso, invece, rappresenta tuttora uno dei punti di forza ai Raptors Mestrino (D Regionale). Justo Bonetto ha un fratello maggiore, Leo, che ha giocato nel Petrarca. Il gene cestistico è stato trasmesso per tre generazioni consecutive. L’ultimo “portatore sano” è il nipote e figlio di Gherardo, Giovanni, assoldato dalle giovanili della Virtus Padova.
L'ULTIMO TIRO DI JUSTO BONETTO
Una rapida malattia, è mancato a 81 anni. In campo fino al mondiale over 75. Colonna del Petrarca, poi alla Virtus Bologna. Ha generato una dinastia di cestofili
di Mattia Rossetto - Il Mattino di Padova - 29/06/2019
Lo chiamavano Marilyna o Cocorito. Soprannomi che ben si attagliavano a quel suo modo di giocare a basket così bello e colorito. Justo Bonetto era un giocatore d’altri tempi.
Una malattia dal decorso breve se lo è portato via nel giro di appena due mesi. Aveva compiuto 81 anni lo scorso 10 giugno. Fu un precursore: il primo padovano a indossare la maglia della Nazionale azzurra, il secondo cestista in assoluto per il quale venne sottoscritto un atto di compravendita.
Fu anche uno dei primi, se non il primo, a sdoganare la schiacciata in Italia diventando d’esempio per altri grandi del passato come Calebotta, Sardagna e Bariviera. Legò il proprio nome e le sue fortune al Petrarca che lasciò nel 1962 per accettare la corte della Virtus Bologna disposta a sborsare un milione e 600mila lire pur di averlo.
Estroso, fuori dagli schemi, non gli sono mai piaciuti i canestri banali. «Oltre alla schiacciata, il mio pane quotidiano erano il tiro in corsa, l’arresto e tiro in sospensione e il tiro di tabella», dirà di sé in un’intervista di qualche anno fa.
Aveva cominciato, come tanti ragazzini, tirando quattro calci a un pallone all’Unione Sportiva Petrarca, ma Leo, il fratello maggiore, lo convinse a provare con la pallacanestro. Fu amore a prima vista. Merito anche di Aldo Travain che decise di costruire la mitica palestra Tre Pini.
Nel 1960 arrivò la grande occasione con la convocazione in Nazionale per le Olimpiadi, ma incredibilmente Bonetto rinunciò per gli studi di chimica. La storia si ripeterà tre anni dopo con i Mondiali in Brasile. Con l’Italia maggiore scenderà in campo soltanto una volta a Napoli contro la Spagna, accumulando qualche gettone in più con la Nazionale B, quella militare e quella universitaria.
L’azzurro lo ritroverà due anni fa per il Maxibasket, la competizione mondiale dedicata agli over 75, senza tuttavia disputare partite ufficiali a causa di qualche acciacco fisico. Parallelamente alla carriera cestistica, Bonetto ha intrapreso quella di insegnante nelle scuole di Padova, Galzignano Terme e Piazzola sul Brenta per poi diventare funzionario pubblico di controllo nel settore alimentare e imprenditore con il figlio biologo Gherardo. Non ci sono stati solo la pallacanestro, lo studio e il lavoro nella sua vita.
Coltivava infatti anche le passioni per l’ippica, la storia e il giornalismo. Ha dato vita a una dinastia di figli che hanno giocato a basket: oltre a Gherardo, ex guardia del Floor Petrarca in A/2, ha trasmesso la sua passione per la palla a spicchi a Gea e Tommaso. Il nipote Giovanni, figlio di Gherardo, è attualmente in forza al Bam, neopromosso in C Gold. Justo Bonetto lascia la moglie Giuliana e Jacopo, un altro dei suoi quattro figli. Le esequie si terranno stamattina, ore 10, alla Basilica del Carmine.
Bonetto proiettato a canestro
ADDIO A BONETTO, VIRTUSSINO DEGLI ANNI SESSANTA
La Virtus dice addio a Justo Bonetto, ex che se ne è andato nei giorni scorsi all’età di 81 anni. Padovano di Vigodarzere, classe 1938, è stato uno dei maggiori esponenti della pallacanestro patavina. Arrivò alla Vu nera nella stagione 1962-1963, e restò quattro anni, fino al 1966, giocando con Dado Lombardi, Mario Alesini, Corrado Pellanera, Ettore Zuccheri, Nino Calebotta, Augusto Giomo, Massimo Cosmelli. In tutto, 96 presenze in campionato con la V nera sul petto, e 970 punti segnati. Ha militato tra i professionisti nelle fila di Petrarca, Virtus Bologna e Costone Siena. Fu un precursore: il primo padovano a indossare la maglia della Nazionale azzurra, il secondo atleta in Italia per il quale venne sottoscritto un atto di compravendita. Recentemente aveva ripreso la strada del parquet, partecipando ai raduni del Maxibasket per Over 75.
Alla famiglia di Justo va il sincero abbraccio di Virtus Pallacanestro.