MICHELE MAGGIOLI
Il Maggiolone sfrutta la sua statura anche per comodi tiri da fuori area
nato a: Pesaro
il: 15/07/1977
altezza: 212
ruolo: centro
numero di maglia: 14
Stagioni alla Virtus: 2009/10
statistiche individuali del sito di Legabasket
MIGLIOR ITALIANO DI LEGADUE
Superbasket summer edition 2009
Non c'è due senza tre, e il premio di miglior italiano della LegAdue a Michele Maggioli per il terzo anno di fila non fa una grinza. Anche se, dopo due anni di dominio incontrastato, quest'anno per la categoria si poteva considerare Galanda, che ha guidato da leader Varese alla promozione e con cifre individuali solo di poco inferiori. Comunque sia, per Maggioli è stato il terzo anno in fila con un rendimento da americano, e di quelli buoni. E siccome non c'è due senza tre, questa è la terza estate consecutiva di assalti di mercato al Maggiolone. Che è ancora sotto contratto con Jesi, ma ha estimatori di prestigio un po' dappertutto. A Pesaro naturalmente, dove il suo sarebbe un festeggiatissimo ritorno del figliol prodigo, a Teramo, dove dirige le operazioni Andrea Capobianco con cui ha un feeling speciale, alla Virtus Bologna, dove puntano forte su di lui anche sa tra buyout per Jesi e contratto l'operazione è economicamente molto pesante.
La sensazione è che comunque Maggioli si muoverà, da una parte o dall'altra. Quel che c'è di diverso rispetto al passato è l'atteggiamento del giocatore: se nelle due ultime estati il pesarese non aveva fatto altro che ripetere che lui stava come un papa a Jesi, che ringraziava tutti ma non gli interessavano più né la Nazionale né il ritorno alla Scavo né altre avventure simili in A, ora qualcosa è cambiato. Maggioli ha 32 anni, è all'apice della sua carriera, e forse si è reso conto che per fare qualcosa di veramente importante deve muoversi adesso. Probabilmente si è anche rotto qualcosa con l'ambiente di Jesi, dove quest'anno è successo di tutto, dove si è un po' bloccato lui stesso dopo un inizio di stagione addirittura dominante, dove non giocherà più Tony Maestranzi, il play con cui formava il miglior asse 1-5 del campionato. Alla fine il bilancio della sua stagione, 18,7+8,8 di media, è stato un pelino al di sotto delle precedenti. Ma un lungo così, altissimo, tecnico, duttile, esperto e per di più italianissimo, chi non lo vorrebbe in Serie A?
MICHELE MAGGIOLI
di Francesco Rizzoli per Virtuspedia - Ottobre 2009
Michele Maggioli, finalmente. Finalmente alla Virtus, almeno per quel che concerne l’indegno autore di questo articolo, che da anni lo ritiene “uno da Vu Nere”; finalmente nella massima serie, dopo tanti anni ad altissimo livello in LegAdue.
La LegAdue è il torneo dove Maggioli ha trovato la definitiva consacrazione ma è anche oggetto del contendere e fonte di dubbi, inutile nasconderlo, per molti tifosi V, notoriamente competenti e dal palato fine. Spesso il sottoscritto si è sentito chiedere: “ma se veramente è così buono, come mai, nonostante tutti i riconoscimenti ottenuti, è sempre rimasto in LegAdue in questi anni?”. In effetti è spontaneo e lecito chiedersi il motivo per il quale un centro, che già è merce rara, ancor più se italiano, e con tante caratteristiche interessanti (alto, mobile, braccia lunghissime, ampio range di tiro, tempismo nelle stoppate), torni solo quest’anno nella serie maggiore. Motivazioni ce ne sono e per capirle può essere utile un “viaggio a ritroso” nella vita e carriera di questo ragazzone.
Maggioli nasce il 15 Luglio 1977 a Montecchio, località in provincia di Pesaro. Destinato a raggiungere i 212 cm d’altezza per quasi 110 kg di peso, la carriera cestistica risulta naturale, soprattutto in una regione dove la pallacanestro è sport seguitissimo quasi quanto le moto, ovviamente grandissima passione anche del nostro. L’esordio in serie A1 è datato gennaio ’96, con la canotta biancorossa della Scavolini Pesaro. All’epoca Michele veniva indicato come sicuro protagonista futuro del basket italico, avendo tutte le carte in regola, e forse più, per esserlo. Probabilmente tutta questa pressione, in un ambiente esigente come quello pesarese, abbinata ad una non completa maturità del ragazzo, non ha permesso a queste “profezie” di compiersi nei tempi immaginati, ovvero, come al solito, “prima di subito”.
Infatti, nei primi tre anni di carriera a Pesaro, di cui l’ultimo in A2, le cifre sono abbastanza insignificanti: poco più di tre punti e tre rimbalzi a partita in quasi 11 minuti di utilizzo nell’ultima, il 98/99.
Nella stagione successiva Maggioli viene prestato ad Avellino, sempre in A2, dove, oltre a vincere i playoff, disputa un buonissimo campionato, raggiungendo quasi i 16 punti di media, conditi da 9 rimbalzi scarsi a partita.
Numeri di alto livello, che gli valgono il ritorno a Pesaro e nella massima serie. Poco più di sei punti e quattro rimbalzi a partita in diciassette minuti abbondanti di utilizzo medio è il fatturato prodotto, aumentato di qualcosa nei playoff, ovvero quando il gioco si fa duro. Nel 2001/2002 vi è pure l’esordio in Eurolega, con quasi 4 punti e 4 rimbalzi a match, ma in campionato le performance calano, dato che Michele registra 5 punti e 4 rimbalzi in meno di 15 minuti di utilizzo ad allacciata di scarpe. La stagione successiva a Pesaro c’è voglia di ricostruire e tornare grandi, ma non c’è più posto per Maggioli, reputato una “eterna promessa” o poco più, un’etichetta pericolosissima nello sport e non solo.
Maggioli viene quindi ceduto a Siena, che crede ancora in lui e nella possibilità che finalmente questo talento inespresso completi la sua maturazione: niente da fare, a Febbraio 2003 viene girato in prestito a Reggio Emilia in Legadue, dove in 13 partite accumula poco più di 5 punti e 4 rimbalzi a partita. Numeri mediocri, tant’è che l’anno dopo, stagione 2003/2004, lo gira sempre con la formula del prestito ad Avellino, un ritorno per il nostro. Qui però non si ripete la “magia” della passata stagione in Irpinia, tant’è che Maggioli continua a produrre numeri non significativi: 5,1 punti e 4,4 rimbalzi a match in 18 minuti scarsi di utilizzo. Almeno, non significativi per un giocatore dotato delle sue caratteristiche fisiche e tecniche. Il problema? La mancanza di maturità e sicurezza in sé stessi, cosa di cui è conscio lo stesso giocatore: infatti dopo il 2003 segue un seminario che consiste in un percorso di introspezione ed autoanalisi dal nome “Quadrinity”. Invero però quel corso arriverà a dare i suoi frutti, in concomitanza con un altro evento molto importante nella carriera cestistica del lungo marchigiano: nel 2004/2005, il Maggiolone approda a Jesi, dove incomincia a mettere le basi per le successive stagioni ad altissimo livello.
Dopo un’annata positiva, ma comunque non eccezionale a quasi 8 punti e 6 rimbalzi a match, peraltro conclusasi con la retrocessione in Legadue dell’Aurora, nella serie inferiore il centro marchigiano incomincia a furoreggiare, risultando determinante come un americano e portando alla causa punti, rimbalzi e stoppate. Interessante notare come i numeri migliori li abbia prodotti non anni fa, bensì nei playoff di quest’ultimo anno, dove ha fatto registrare quasi 19 punti, 10 rimbalzi e 2 stoppate a partita in 37 minuti di utilizzo scarsi. Anche nelle annate precedenti le statistiche sono state di altissimo livello, testimoniando il raggiungimento proprio di quella continuità tanto cercata negli anni precedenti dal lungo italiano.
Durante questi anni Michele sembra proprio aver trovato la quadratura del cerchio: nella sua regione, in una squadra che gli permette di continuare a vivere nel paese in cui è nato, dà il meglio di sé come detto, con numeri che lo portano ad essere insignito del premio di “MVP Italiano di Legadue” per ben tre anni consecutivi, compreso quest’ultimo. Inoltre, uomo simbolo insieme a Rossini e leader vero: sembrano veramente superato i problemi di maturità precedenti (magari anche per l’essere diventato papà...).
Purtroppo però, a questi risultati personali si contrappongono le mancate promozioni di Jesi, che rimane sempre inchiodata nella serie cadetta. Proprio questo motivo, oltre ad un ultimo anno abbastanza turbolento dentro ed attorno alla squadra (partita per spaccare il mondo, ancora una volta solo delusioni che hanno portato l’ambiente a non essere serenissimo), Michele in estate chiede di essere ceduto.
Richiesta che poteva suonare strana, non solo per il rinnovo sino al 2011 sottoscritto durante il 2007, che in pratica aveva legato a vita il pivot all’Aurora, ma anche per il fatto che, secondo i rumors, in questi anni avrebbe rifiutato offerte di squadre quali Roma e Siena, pur di restare nelle Marche.
Quindi, qualche delusione e la voglia di mettersi in gioco sfidando i centri del “piano di sopra” hanno spinto Maggioli sul mercato. Da qui, ci vuole del tempo prima che trovi una sistemazione, causa anche il corposo buy-out richiesto dall’Aurora. Prima sembrava destinato a Teramo, poi a Caserta dopo che Roma aveva puntato sul più giovane Crosariol, poi infine si fa sotto la Virtus. La trattativa, ovviamente con il gradimento di Michele, comincia, rischia di saltare sempre per la pecunia voluta come contropartita da Jesi e poi alla fine si sblocca, anche grazie alla forte volontà del giocatore di essere ceduto e giungere sotto le Due Torri.
Dirà infatti il nostro in conferenza stampa che gli si è “gonfiato il petto” quando ha saputo che la Virtus lo stava cercando. Parole spesso di prammatica, ma che fa sempre piacere sentire.
Arriva quindi a Bologna un centro con voglia di fare, italiano, dotato di un buon tiro dalla media ed un più che discreto tiro da tre punti, di cui però non fa abuso. Valido anche ai liberi, il Maggiolone inizialmente sembrava dovesse essere il cambio del 5 titolare, poi, la rottura con Taylor e l’arrivo del guerriero Diego Fajardo lo catapultano in quintetto. Questo quantomeno in attesa del passaporto bulgaro per David Moss e del conseguente inserimento di un lungo extracomunitario. Chiaro, sarà il campo a parlare, ma il sottoscritto, ma ancor di più la Virtus ed in specifico coach Lardo, in Maggioli ci credono e sperano che questo personaggio sicuramente simpatico (pare grande imitatore, quindi conseguentemente “da balotta”, come si dice a Bologna) riesca a mantenere gli eccellenti livelli di questi anni anche con la Vu nera sul petto, portando lontano la sua carriera e la Virtus... Magari tanto in là quanto vuole andare lui in moto, addirittura, si dice, fino a Capo Nord...
Mani educate anche per passare
MAGGIOLI: NON CONTANO I PUNTI, LA GIOIA È COSTRUIRE LA VITTORIA
di Claudio Limardi - Corriere dello Sport - 05/01/2010
Michele Maggioli, dopo Cremona possiamo dire che il suo campionato è cominciato?
«Ci sono state partite statisticamente meno rilevanti di quella di domenica, ma l'aspetto positivo è un altro. A Cremona ho sentito di aver aiutato la squadra a vincere la partita».
Nel finale ha preso i tiri chiave con grande fiducia.
«Sì, ma erano i miei tiri. Ho 32 anni, chi mi conosce sa cosa posso fare e il tiro da 4-5 metri fa parte del mio gioco. Io non sono uno come Eric Williams o Harold Jamison, non posso metterla sul piano della forza fisica però posso fare canestro da fuori».
Il suo tiro, anomalo per un centro di 2,12, è nato con lei?
«Con gli anni ho acquisito sicurezza ma ce l'ho sempre avuto».
A Cremona, si è già visto l'impatto di Andre Collins?
«Penso di sì, non è al 100% com'è normale che sia, era anche stato debilitato da un virus intestinale però è stato importante. Siamo una squadra costruita per giocare con Collins e si vede. Lui può fermarsi un metro dietro la linea del tiro da tre e segnare, può passare la palla, penetrare e creare situazioni di vantaggio per i compagni. è fondamentale».
Ha avuto momenti difficili a inizio stagione.
«è vero, in serie A le guardie e le ali non sono tanto più forti di quelle che ho visto per tre anni in Legadue, ma più ci si avvicina a canestro e più si scopre un nuovo mondo. L'impatto è stato traumatico, andavo più piano di tutti, mi stancavo prima e soffrivo atletismo e fisicità degli avversari. Pensavo sarebbe stato tutto più facile. A Jesi mi ero abituato bene, città appassionata, piccola, ruolo importante, non uscivo mai. Era diverso. Ora va tutto bene».
La Virtus domenica affronta Pesaro che è reduce da quattro vittorie consecutive. E lei è pesarese, cresciuto nella Scavolini.
«L'ho incontrata altre volte ed è sempre una partita diversa. Sarei ipocrita se dicessi il contrario. è la squadra della mia città, quella per cui facevo il tifo, in cui giocavano i miei giocatori preferiti da Darren Daye a Walter Magnifico. Qualcosa dentro lo provo sempre. Non mi farò condizionare perché a 32 anni sarebbe assurdo, ma non sarà mai una partita come tutte le altre».
E poi incontra un centro come Eric Williams.
«è il migliore del campionato, ha forza fisica, baricentro basso, usa bene il piede perno e per di più è in forma smagliante. Dovremo essere bravi a contenerlo di squadra, io e Fajardo come difensori principali e i compagni negli aiuti. Se diventa una questione di uno contro uno abbiamo un problema, perché nessuno può fermarlo da solo. Se c'è qualcuno che ci riesce, io non lo conosco».
VIRTUS: MAGGIOLI, SCELTA DI VITA
di Claudio Limardi - Corriere dello Sport - 08/07/2010
Dove non è arrivata Caserta, con la prospettiva di giocare l'Eurolega, è arrivata Jesi; la stessa squadra lasciata un anno fa per tornare a cimentarsi in serie A. Michele Maggioli dopo un anno lascia la Virtus per tornare alla Fileni. Non è una scelta tecnica e neppure economica. è una scelta del giocatore. «Con noi si è comportato in modo serio e sulle questioni familiari è giusto essere sensibili», dice Claudio Sabatini. Che però ammette: «Lardo si è battuto per farlo restare. Per lui il reparto lunghi è chiuso con l'arrivo di Martinoni per i prossimi quattro anni». Il varesino verrà presentato la prossima settimana, ma ieri si è chiuso il cerchio.
LA STORIA - Il problema di Maggioli è personale, per questo non ha mai pensato di accettare Caserta e per lui Bologna sarebbe rimasta la soluzione ideale se non si fossero fatte vive Teramo e Jesi, soprattutto quest'ultima, con la disponibilità a pagare un buy-out. Jesi è la città in cui vive il figlio piccolissimo e trasferirsi lì lo aiuterà a gestire una situazione ovviamente delicata. Maggioli andrà a guadagnare meno ma ha 33 anni, non deve fare carriera, e si allungherà la vita di giocatore firmando per la squadra cui più si è sentito legato da professionista. A questo punto della sua vita e della sua carriera per Maggioli non è più una questione di categoria. Jesi aveva chiesto alla Virtus una risposta entro ieri sera. Nel pomeriggio un vertice societario ha deliberato il via libera. Da ieri, Maggioli è da considerare un giocatore di Jesi.
LA VIRTUS - Il contratto di Maggioli sarebbe scaduto il 30 giugno 2011 e data l'età non era mai stato considerato un investimento. Quindi prendere un buy-out e sollevarsi dei quasi 200.000 euro di salario del giocatore dal punto di vista societario è un colpo che garantisce una flessibilità sul mercato inattesa. «Perdiamo un giocatore di 33 anni e possiamo prenderne uno più giovane che rientri nel progetto della Virtus» dice Sabatini. La composizione della squadra garantisce la possibilità di pescare sul mercato europeo senza alcuna difficoltà. Trovare un giocatore giovane di qualità a buon prezzo però non è così facile. «Per noi Maggioli era la chioccia giusta per far capire ai nostri giovani cosa significhi essere professionisti», ribadisce Sabatini conscio dell'opposizione di Lardo che ha visto aprirsi un nuovo fronte di mercato. La chimica di squadra può risentirne e questa Virtus Under 25 può diventare davvero troppo verde. La nuova chioccia diventa Valerio Amoroso.
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