1979-80

di Ezio Liporesi per Virtuspedia
 

 

Finali nazionali Juniores a Capo d'Orlando. Da destra: Goti, Terrieri, Bernardini, Au. Conti, Pedretti, C. Baldazzi, F. Forni, Campi, Pariali, Tirel, M. Salsini, Possemato, Marchetti

    

ECCO DIECI GIOIELLI

Assistendo alle finali juniores ho visto molti giovani in gamba

di Dan Peterson – Guerin Sportivo - rubrica La Bussola - maggio 1980

 


Confesso di essermi recato alle finali juniores di Capo d'Orlando in Sicilia con una notevole curiosità: la quasi totalità dei partecipanti, infatti erano del '62 e diciotto anni sono il più delle volte troppo pochi per esplodere. E infatti, il livello tecnico medio della manifestazione è stato un po' deludente rispetto al passato: prima di stilare dei bilanci o di tranciare dei giudizi, però, ricordiamoci la giovane età di quasi tutti i partecipanti. E aspettiamo; anche un solo anno può essere sufficiente a modificare certe opinioni.

SUPERGIOVANE. In Sicilia, ad ogni modo, un super lo si è visto e, guarda caso, è uno di 19 anni: si tratta di Tiziano Lorenzon, ala-pivot dell'Eldorado di Roma, 2,03 di altezza, tanta classe e grossissimi mezzi atletici. Ho esaminato Lorenzon in pià di un'occasione e mi sono convinto che il ragazzo è già maturo per i cimenti più ardui, nazionale compresa. Sia l'altezza, sia i mezzi atletici, sia la conoscenza del gioco che ha mostrato, infatti, me l'hanno proposto come il giovanissimo maggiormente proiettato nel futuro, Assieme a lui, gli altri che mi hanno fatto più effetto sono stati Paolo Lanza e Andrea Forti della Superga: un pivot di 2,14, il primo e un esterno di 1,98 il secondo; Pedretti della Sinudyne e Mauro Bergonzoni dell'Emerson. Bergonzoni, tra l'altro, ha segnato 27 punti nella finalissima contro la Superga e, in semifinale contro l'Eldorado, ha fatto un due su due importantissimo negli ultimi 14 secondi. Il migliore di tutti, però, mi è parso Angelo Di Stasio, guardia di 1,94 della Jagermeister di Catania, che ha mostrato il miglior passaggio di tutta la manifestazione.

QUINTETTI. Al termine di concentramenti del tipo di quello di Capo d'Orlando, negli Stati Uniti c'è l'abitudine di stilare la formazione dei due migliori quintetti, Pur essendo in Italia, voglio mantenere questa abitudine, per cui ho diviso i dieci migliori nelle seguenti due formazioni. 1. quintetto: Sbarra (1,87 - Eldorado Roma) play; Di Stasio (1,94 - Jagermeister Catania) guardia; Forti (1,98 - Superga Mestre) esterno; Lorenzon (2,03 - Eldorado Roma) ala; Lanza (2,14 - Superga Mestre) pivot; 2. quintetto: Lamperti (1,90 - Billy Milano) play; Guarino (1,98 - Dinamo Sassari) guardia; Bergonzoni (2,00 - Emerson Varese) esterno; Pedretti (2,02 - Sinudyne Bologna) ala; Caneva (2,04 - Emerson Varese) pivot. Segnatevi questi nomi; tra non molto li potremo leggere nelle formazioni di parecchie squadre di A1 e A2. Voglio giocarmi la camicia: per alcuni di questi ci sarà gloria fin dal prossimo autunno.

 

QUANDO PORELLI PRESE L'AEREO

di Bruno Bernardini

 

Giochiamo la prima partita con la favorita Lazio di Lorenzon e Sbarra. Una battaglia durata 40 minuti, punteggio sempre in equilibrio. Verso la fine andiamo sotto ma reagiamo e alla sirena siamo +1. Abbiamo dato veramente tutto: cuore, testa e fisico. L’impresa è notevole e pochi ci credevano, i pronostici della vigilia erano contrari. Ricordo un'azione di Goti: intercetto di un pallone in difesa, corsa in contropiede e conclusione con uno schiaccione che mette KO gli avversari romani. L’Avv. Porelli prende un aereo e arriva da Bologna a Capo d’Orlando per la seconda partita che inizia a meno di 24 ore dalla prima (per l’esattezza 19 ore).

La Billy Milano aveva giocato la sera precedente in scioltezza contro Catania, ruotando tutti i giocatori. Loro hanno ottimi esterni (Lamperti e Lovatti) e una buona ala-centro (Innocenti). Li allena Franco Casalini. Inizia la partita e buttano subito dentro 5 tiri dalla distanza. Andiamo sotto in un batter d’occhio e non ci riprendiamo più. Non abbiamo né testa, né gambe e anche il cuore non è al massimo. Non c’è partita e, alla fine, ne prendiamo 28 (meno). Le ho provate veramente tutte, perfino la difesa a zona che non ho mai utilizzato in Virtus. Niente da fare. Luce spenta.

Giochiamo la terza con lo Jagermaister Catania. Una squadra di giocatori ai limiti della categoria, già adulti sia nel fisico che nel gioco. Non brilliamo ma alla fine vinciamo di +4.  Quindi abbiamo vinto 2 partite su 3 ma restiamo fuori per differenza canestri. Facciamo le valige e ritorniamo a Bologna con molto rammarico, consapevoli di avere buttato via una grande occasione. Il Campionato lo vince la Superga Mestre di Andrea Forti e Paolo Lanza, allenata da Santi Puglisi.

I RICORDI DI FRANZ CAMPI

di Franz Campi
 

Giocavo nella Francesco Francia, in Serie D. Nella squadra juniores della Virtus si liberò un posto di guardia, e così mi ritrovai alla corte di Bruno Bernardini. Ci davano anche la tessera per andare a vedere la prima squadra al palazzo. Alla fine, comunque, disputammo le finali nazionali a Capo d’Orlando. Io a fine campionato mi feci male, e ricordo che ero alla Porelli a fare terapia il giorno che ci entrò per la prima volta Gus Binelli. C’ero solo io al piano terra, gli diedi il benvenuto, benvenuto, e lui ancora se lo ricorda.