È ARRIVATO RICK BRUNSON
di Marco Martelli - La Repubblica - 25/03/2004
«Vi chiedo le vostre preghiere per tutti coloro che soffrono, per tutti coloro il cui senso di sicurezza è stato minacciato. Prego che costoro saranno confortati da un potere più grande di ciascuno di noi, con le parole del salmo 23: Anche se cammino nella valle delle tenebre, io non ho timore perché Tu sei con me». Così parlò George W. Bush agli Stati Uniti, l’11 settembre 2001. E così avrebbe parlato, il presidente americano, alla notizia del taglio di Rick Brunson, dieci giorni fa, da parte dei Chicago Bulls.
È chiaramente uno scherzo, una gag, pure un po’ macabra, che compare nella home page del sito RickBrunson.com, costruito da un gruppo di fan del nuovo playmaker della Carisbo, in arrivo oggi a Bologna: da Bush a Sabatini, il passo è fatto. Ironico, pungente e tremendamente sarcastico, il sito è un inno al Brunson «benchwarmer» (scaldapanchine), universalmente riconosciuto come «journeyman» della Nba: un giramondo, insomma. Scorrendo le pagine del sito, listato a lutto per l’uscita di scena dalla Nba, si trovano perle di tutto rispetto: in quella delle statistiche, ad esempio, si accostano le cifre di Brunson a quelle dei più grandi leader. Nei punti segnati, i 38.387 di Chamberlain affiancano i suoi 483: «A 2,5 punti a gara, mancano 15162 partite per raggiungerlo. O 185 stagioni». Dal sito si esce divertiti: un po’ meno, forse, se si pensa alla sua nuova mansione. Ma a rendere il ritratto meno pittoresco e più tendente alle attitudini cestistiche, basta qualche frase di Bill Cartwright, suo coach a Chicago: «È un esempio enorme per i giovani che ogni giorno lo vedono lavorare: non li aiuta solo a parole, ma mostrando loro come si lavora. E quando ha avuto la possibilità di giocare è stato straordinario».
Uomo tranquillo, che ha la madre come modello spirituale e persona che più ammira al mondo, sposato con due figli, in arrivo anche loro a Bologna per Pasqua, Rick Daniel tenta per la prima volta la carta europea. Ha alle spalle quattro anni di Ncaa a Temple (91-95), come compagno di squadra di Eddie Jones e Aaron McKie. Non è mai stato scelto dalla Nba, che assaggerà poi dal '97, dopo un anno in Australia e uno in Cba, firmando con Portland (38 partite, 4,3 punti e 2,6 assist in 16’, col 36% da tre). Viene quindi la parentesi a New York, due stagioni a 835 mila dollari complessivi, da terzo play dietro Charlie Ward e Chris Childs (54 partite, 1,6 punti e 1,3 assist). E poi si comincia a viaggiare: Miami, Boston, ancora Knicks, una stagione da 591 mila dollari a Portland (59 gare, 2,1 punti, 1,9 assist) e, l’anno scorso, 700 mila dollari nei Bulls (37 gare, 3,2 punti, 2,2 assist). Poi Toronto, ancora Chicago e il taglio.
Adesso, finalmente, la Virtus, per centrare la promozione in A1. E dimostrare che la panchina non è «la casa di Rick», come cianciano i suoi terribili webmaster. Da oggi può provarci: lo presentano alle 13.30 in azienda da Sabatini, poi provano a tesserarlo e, così facendo, sarà Bucci a decidere chi, a Ragusa, giocherà e chi no.
LA VIRTUS PRESENTA IL NUOVO PLAYMAKER
www.virtus.it - 25/03/2004
Scattate le foto di rito, con la casacca numero 16 griffata Virtus Carisbo, il nuovo arrivato ha raccontato le sue prime impressioni da giocatore delle Vu nere. “Sono venuto alla Virtus - ha detto - perché sapevo che condurre in alto questa squadra è un’impresa importante, che valeva la pena tentare. So anche che la società ha una grande tradizione, e voglio aiutare a riportare la squadra ad altissimo livello”. Per l'ex giocatore dei Bulls, è la prima volta in Europa: "Sono un play vecchio stile – ha detto Rick - Mi piace giocare duro e cercare di vincere. Per me è una sfida venire in Europa, ma non penso più all’Nba: voglio giocare, divertirmi e vincere qui. Quanto all'Italia, so che ci ha giocato Joe Bryant, il padre di Kobe, - ha continuato Brunson - e questa è già una garanzia. In più Pete Myers, che era mio assistente allenatore, mi ha parlato di Bologna, dicendomi che è una delle migliori città del paese". Le ultime parole di Brunson sono per il suo passato tra i pro: “Anche se non sono stato mai scelto, ho comunque giocato 7 anni in Nba. E so che il basket europeo si è avvicinato molto a quello americano. Ci sono, infatti, giocatori europei che mi hanno impressionato. Come Nowitzki, Parker e Manu Ginobili”. Dopo la citazione per l’ultimo grande eroe recente della storia bianconera, Brunson si è accomiatato poter sostenere già oggi il primo allenamento con i nuovi compagni, sotto la guida di Alberto Bucci e dello staff tecnico bianconero.
Eric “Rick” Brunson è nato a Syracuse il 14 giugno del 1972. Playmaker di 193 centimetri, ha frequentato la Temple University, da cui è uscito nel 94/95, dopo due anni di NCAA. Il primo anno fuori dal college, stagione 1995/1996, lo ha passato in Australia, nelle fila degli Adelaide Super Sixers con 21,6 punti e quasi 6 assist di media. I Quad City Thunder e i Connecticut Pride sono le due squadre CBA in cui ha militato prima di firmare, nel 1996/1997, per i Portland Trailblazers. Per Rick, che aveva avuto brevi esperienze di preseason a Orlando e ai Knicks, si trattava della prima chiamata tra i pro: in oltre 16 minuti di media, ha giocato 38 partite con i Blazers, con 4,3 punti a partita. Lasciati i Blazers, ha fatto ritorno in CBA ai Connecticut Pride, per poi trasferirsi a New York, dove ha disputato complessivamente 54 partite tra il 98/99 e il 99/00. Dopo una parentesi ai Boston Celtics e di nuovo a New York, Brunson è tornato a Portland, dove, nel 2001/2002, ha giocato 59 partite con 2 punti e 2 assist di media. La firma con i gloriosi Chicago Bulls è del settembre 2002: con la maglia numero 9 della franchigia che fu di Michael Jordan, è sceso in campo 54 volte, di cui 17 nel 2002/2003, e 37 in questa stagione.
Le sue medie NBA sono di 10 minuti, 2,5 punti, 1,2 rimbalzi e 1,8 assist in 190 match: il suo high score è di 19 punti contro i Los Angeles Lakers, il 4 febbraio del 1998, in maglia Blazers. Nella stagione corrente ha avuto un high di 12 punti a dicembre contro i Detroit Pistons, mentre contro i L.A. Clippers, il 27 gennaio, ha messo a referto 10 assist.