ALESSANDRA TAVA
Alessandra Tava al momento della firma (foto tratta da www.virtus.it)
nata a: Voghera (PV)
il: 08/09/1991
altezza: 183
ruolo: ala/centro
numero di maglia: 11
Stagioni in Virtus: 2019/20 - 2020/21 - 2021/22
DANIELE CAVICCHI
(foto tratta da www.virtus.it)
Nato a: Bologna
Il: 17/06/1980
Stagioni alla Virtus (come viceallenatore): 2005/06 - 2006/07 - 2007/08 - 2011/12 - 2012/13 - 2013/14 - 2014/15 - 2015/16 - 2016/17
ALESSANDRA TAVA NUOVO ACQUISTO DI VIRTUS SEGAFREDO
tratto da www.virtus.it - 26/08/2019
Alessandra Tava (08/09/1991), Ala/Pivot di 183 cm, vanta 19 presenze totali in A1 con le maglie di Orvieto (2012/2013) e Virtus Spezia (2014/2015); ha vestito nel 2015 la maglia della Umea BSKT, squadra militante nel massimo campionato svedese, giocando 16 partite e debuttando in Eurocup.
Con le squadre di club ha conquistato 3 promozioni in A1 e 1 Coppa Italia di Serie A2.
Con la maglia della nazionale Italiana ha conquistato 1 medaglia d’oro all’Europeo Under-16 Div. B del 2007.
Nell’ultima stagione disputata, terminata con la promozione in massima serie, Alessandra ha ricoperto un ruolo da protagonista, dimostrando grande intelligenza e lucidità nella gestione dei momenti delicati della partita, giocando un totale di 37 partite e registrando una media di 10,7 punti e 1,1 assist.
TAVA: “ABBIAMO L’ENERGIA GIUSTA. DIFFICILE SPIEGARE COSA SI PROVA CON LA V SUL PETTO”
tratto da bolognabasket.it - 13/09/2019
Ospite di Black and White, in onda ieri sera su RadioBolognaUno, Alessandra Tava ha parlato dei primi giorni della Virtus femminile. Ecco le parole della lunga bianconera.
Come stai e quali sono le tue prime sensazioni? “Fisicamente sto sempre meglio, da un po’ di giorni ho ricominciato a correre e ho fatto pezzi di allenamento con le altre. La prossima settimana conto di tornare in gruppo. Sono stata agli allenamenti: è difficile spiegare cosa significa allacciarsi le scarpe e vedere la V sulla maglietta. C’è l’energia giusta, siamo in pre-season e dobbiamo conoscerci, nonostante ci siano 5 persone che giocano insieme già da un po’. Ci vorrà del tempo ma le sensazioni sono sicuramente positive.
Obiettivi per la nuova avventura? “In questo momento non possiamo assicurare risultati, non per mettere le mani avanti ma perché in questo momento ci sono squadre già ben costruite e avviate in serie A. Quello in cui ci impegneremo sarà mettere tutto noi stesse: faremo di tutto.
Differenze tra A2 e serie A? “Tre straniere a livello fisico fanno la differenza. Nel mio ruolo, soprattutto, il divario fisico tra A2 e A è ampio. A livello tecnico non è così ampia la differenza, tranne qualche caso particolare. Un’altra differenza sta nella velocità delle giocate: per esempio se prima in A2 avevo un secondo e mezzo per tirare, ora devo ragionare avendone uno solo. “
Tante giovani anche in ambito femminile, un argomento tanto dibattuto nel panorama cestisti italiano: “Un tasto delicato: la paura principale secondo me è quella di bruciare le tappe inserendo giocatori giovani in un contesto più grande di loro. Si dovrebbe guardare la persona, non l’età: in campo ci sono di 16 anni molto più maturi di 30enni che meriterebbero palcoscenici importanti. È un discorso che va affrontato caso per caso. Tanti giovani all’estero? Io sono a favore delle ragazze che decidono di completare gli studi e giocare a basket all’estero. È un’esperienza di vita, ne vale la pena. Le giocatrici che sono tornate dall’estero hanno dimostrato passi in avanti e miglioramenti negli ultimi anni. Io ho giocato in Svezia da straniera e adesso con le ragazze straniere che sono arrivate in Virtus sono portata a fare una domanda in più o a dare un consiglio in più, che può sembrare scontato ma non è così.”
TAVA: GIOCARE IN VIRTUS E’ PIU’ DI UN SOGNO, SONO ONORATA
tratto da bolognabasket.it - 12/10/2019
Alessandra Tava è stata sentita da Andrea Grossi su Stadio. Un estratto dell’intervista.
“Giocare in Virtus? Verrebbe da dire che è un sogno che si avvera ma in realtà è molto di più, non ero mai arrivata a sognare così in grande perché la Virtus femminile non esisteva. Negli ultimi anni mi sono persa davvero poche partite della Virtus in casa e quando andavo a Palazzo con Federica Nannucci ogni tanto capitava di fantasticare di come sarebbe potuto essere bello scendere in campocon quella maglia e quel tipo ma era pura immaginazione, pura immaginazione che è diventata realtà. E non smetteremo mai di ringraziare il Dottor Zanetti, Luca Baraldi e Paolo Ronci per la possibilità che ci hanno offerto. Le emozioni che si provano sono indescrivibili. E’ una maglia importante da indossare, siamo onorate di poter scendere in campo con la V nera sul petto E questo ci dà tanta responsabilità, vogliamo portarla con orgoglio e passione.
Il nostro obiettivo? Il primo è sicuramente la salvezza. Da neopromosse credo sia giusto così, ovviamente però ci piacerebbe riuscire ad arrivare il più alto possibile e solo il lavoro quotidiano insieme alla voglia di migliorarci può darci risultati. Aggiungo anche che ci piacerebbe far innamorare Basket City anche della pallacanestro femminile.
Il Paladozza? Solo il pensiero mi fa battere un po’ più forte il cuore. In quel campo si respira la storia della pallacanestro italiana e il pensiero che sia il nostro campo di casa è davvero emozionante. Non vedo l’ora di salire le scale e trovarmi in mezzo al campo. Mi sentirò molto fortunata. Spero che ci possa essere tanto pubblico anche alle nostre partite perché sarebbe bello sentire il calore della città nel nostro esordio casalingo. Il nostro cuore batte già forte e speriamo che tante persone si possano appassionare anche alla Virtus femminile”
UN SOGNO CHIAMATO VIRTUS
Sono una giocatrice di basket, ma prima di essere una giocatrice sono un’appassionata di sport.
E proprio da appassionata, è difficile trovare le parole per spiegare cosa stiamo vivendo quest’anno noi ragazze della Virtus.
Ci siamo ritrovate a giugno senza più speranze, pensavamo seriamente che, ancora una volta, il nostro sogno dell’A1 sarebbe sfumato. Poi, da un giorno all’altro, ci siamo ritrovate giocatrici della Virtus Bologna. Ci siamo ritrovate davanti al cancello di Casa Virtus e ci siamo entrate in punta di piedi, emozionate, con una gran voglia di giocare e con tanti sogni nel cassetto da realizzare.
È sabato 19 ottobre.
Quello che per molti è un tranquillissimo sabato autunnale, per le mie compagne, e per me, è un sabato che non ha nulla di ordinario e normale.
No, questo è un sabato speciale.
Per la prima volta nella storia, una squadra di basket femminile scende in campo al Paladozza indossando la maglia della Virtus Segafredo Zanetti.
Sono le ore 13:00.
Il nostro capitano, Elisabetta Tassinari, ed io siamo già cambiate in spogliatoio, pronte a entrare in campo.
Questi non sono spogliatoi normali, qui si respira la storia della pallacanestro italiana ed europea; la strada che facciamo per raggiungere le scalette che portano al campo è stata percorsa da giocatori, allenatori, dirigenti che hanno lasciato il segno.
Adesso ci siamo anche noi qui.
È arrivato anche il nostro di momento.
Credo che per i giocatori della maschile sia ugualmente emozionante cambiarsi in questi spogliatoi e giocare su un campo come il Paladozza. Ma potete immaginarvi cosa possa voler dire per noi?
Una volta arrivate in prossimità della nostra panchina, ci allacciamo le scarpe e ci gustiamo il Paladozza vuoto; vedo gli occhi di Elisabetta increduli e i miei, che penso lo siano altrettanto.
Iniziamo con il classico tiro a coppie per scaldarci un pochino e, nonostante la tensione pre-partita, non riusciamo a smettere di sorridere.
Ogni tanto scappa un “È tutto vero?”.
Mentre tiriamo, inizia a entrare qualcuno dei Forever Boys per attaccare gli striscioni in curva dietro al nostro canestro.
E ancora: “È tutto vero?”
Oggi giochiamo presto perché, dopo di noi, ci sarà la partita dei nostri colleghi uomini.
Se qualche anno fa, o qualche mese fa, mi avessero detto che avrei potuto chiamare Milos Teodisic “collega”, e che avrei indossato la sua stessa maglia, mi sarei messa a ridere.
Rimango sempre quell’appassionata che guarda lo sport, ma soprattutto il basket in TV da quando è una bimba. E due o tre cose Milos in questi anni ce le ha fatte vedere.
Ma torniamo a noi, ci siamo quasi, la partita sta per iniziare e non potremmo esser più felici di avere la possibilità di giocare qui a Bologna, in questo campo, con questa maglia.
Questa città non è chiamata Basket City a caso. Qui davvero si respira l’amore e la passione per la palla a spicchi, da qui sul serio sono passati veri campioni, qui, al bar si sente parlare tanto di basket quanto di calcio e lo sappiamo tutti che in Italia non è una cosa normale.
È una cosa straordinaria.
È bello, davvero bello.
Ed è anche una responsabilità enorme e una sfida altrettanto grande essere giocatrici qui in questo posto speciale per la pallacanestro, indossando la V Nera sul petto.
Dopo la partita, abbiamo il privilegio di assistere da bordo campo al match dei ragazzi e per noi è come un allenamento supplementare: avere la possibilità di vedere così da vicino giocatori di questo livello è un’occasione da non perdere.
Ci guardiamo intorno e non vediamo nessun seggiolino vuoto a palazzo.
Le orecchie ci fischiano per i cori della curva.
In questo momento può sembrare utopia ma il nostro sogno è quello: un giorno, vedere il Paladozza pieno per noi.
Nel frattempo torniamo coi piedi per terra, torniamo alla realtà e pensiamo alla settimana che inizierà, quella che ci vedrà lavorare duro in palestra perché di strada ce n’è tanta da fare, perché vediamo questa opportunità che ci è stata data come un punto di partenza e non di certo come un punto d’arrivo.
Non daremo mai per scontata la fortuna che abbiamo di poter esser parte di tutto ciò.
Pensiamo alla settimana da iniziare da “virtussine”, non quelle che tifano in curva per gli uomini ma quelle che scendono in campo tutti i weekend con una maglia pesantissima da indossare, con una maglia bellissima.
Alessandra Tava
TALKING ABOUT... ALE TAVA!
tratto da www.virtus.it - 04/12/2019
Quando è nata la tua passione per il basket?
Guardando in TV i Chicago Bulls e Michael Jordan con mamma e papà quando avevo 5 anni
Se non avessi fatto lo sportivo, cosa avresti fatto?
Io ho studiato Comunicazione e ho la passione per la scrittura, il giornalismo, la radio. Credo che anche senza basket avrei intrapreso gli stessi studi, ecco forse avrei studiato di più all’estero e avrei cercato la mia strada viaggiando di più di quello che ho fatto
Le caratteristiche fondamentali di una grande cestista?
Etica del lavoro, la necessità di condividere e tanta passione
Il momento più significativo della tua ancora giovane carriera?
Te ne posso dire tre? il primo quando a 14 anni sono andata a Roma col sogno di diventare una giocatrice, poi quando per più di un anno ho smesso di giocare perché ho capito quanta voglia avessi ancora di stare in campo e infine il 25 Maggio 2019 (giorno in cui abbiamo vinto il campionato e siamo salite in A1).
Che cosa consiglieresti a chi vuole seguire le tue orme?
Una parola: ENTUSIASMO, credo sia la chiave di tutto quello che si fa. Consiglierei di non perdere mai l’entusiasmo perché è la benzina che fa andare avanti. In campo e fuori.
La colonna sonora ideale per darti la carica prima di una partita?
Sai che non ho una canzone che ascolto sempre nei pre partita? Il genere che però ascolto di più pre-match è il latino americano
Il tuo giocatore preferito?
Ci sono tanti giocatori e giocatrici che stimo ma se devo fare un nome dico Dejan Bodiroga.
ALESSANDRA TAVA, “STAGIONE EMOZIONANTE, MA GIUSTO CHIUDERE”
tratto da bolognabasket.it - 12/04/2020
Alessandra Tava è stata sentita da Emanuele Malaguti per Stadio. Un estratto dell’intervista.
“Lo stop? Dopo tutti i sacrifici fatti e l’impegno messo fin da agosto per rincorrere gli obiettivi, non poterli raggiungere sul campo è un gran dispiacere. Non c’era alternativa. Sono d’accordo con la sospensione: al momento le priorità sono altre ed era giusto seguire le direttive. Sicuramente la pericolosità di questo virus è stata sottovalutata da parte di tutti, ma quando ci si è resi conto della reale gravità della cosa si è fatto in possibile. Ora è fondamentale rispettare le regole e dare la giusta importanza alla nostra salute. Mi manca Bologna e mi mancano le ragazze, ma ibisogna fare un sacrificio tutti insieme per uscire da questa situazione.
In A1 avevo già giocato a Orvieto, La Spezia e in Svezia, ma qui è stato diverso: mi sono sentita davvero parte di un gruppo. E’ stato bellissimo anche se complicato: sapevamo che il salto dalla A2 alla A1 sarebbe stato grande, ma giocare in Virtus è sempre stato un sogno.
I momenti che ricordo con più piacere di questa stagione sono la vittoria con Ragusa e la prima partita al Paladozza: salire le scale, calcare quel parquet, giocare con le tue compagne con la maglia della Virtus addosso è qualcosa di fantastico. Giocare in A1 è un’emozione molto forte, c’è tanta gioia a farlo qui e anche tanta responsabilità giocando per una società così blasonata. I sacrifici sono tanti, ma non mi pesano: giocare per me è una passione e a farlo a Bologna, con le mie amiche e indossando questa maglia, mi sento davvero fortunata”.
ALESSANDRA TAVA RINNOVA CON LE V NERE
tratto da www.virtus.it - 14/07/2020
Virtus Pallacanestro Bologna S.p.a è lieta di comunicare di aver raggiunto l’accordo per il rinnovo contrattuale di Alessandra Tava.
“Bologna è casa e avere la possibilità di giocare con la V Nera sul petto per un altro anno è per me motivo di orgoglio. Non vedo l’ora di tornare in campo con le mie compagne. Ringrazio la Società, Luca Baraldi, Paolo Ronci e Federica Nannucci che mi hanno permesso di poter giocare un’altra stagione per la Virtus Segafredo Bologna. Ci vediamo a palazzo!” commenta l’ala italiana.
Nell’ultima stagione disputata, Tava ha giocato 11 gare mettendo a referto una media di 5.4 punti e 2.5 rimbalzi a partita in 24 minuti di utilizzo.
ELISABETTA TASSINARI E ALESSANDRA TAVA IN RADIO A POSSESSO ALTERNATO
Venerdì 24 luglio Elisabetta Tassinari ed Alessandra Tava, punti di forza della Virtus Segafredo femminile, sono intervenute alla trasmissione Possesso Alternato, in onda su basket 108, la nuova radio che si dedica esclusivamente al basket, già popolarissima tra gli appassionati della pallacanestro e non solo. Per l'occasione la trasmissione, alla sua ultima puntata prima della sosta estiva, invece della canonica ora di durata, si è protratta per tre ore. In studio, oltre ai tre conduttori e alle due giocatrici delle V nere, anche Giulia Arturi, capitano del Geas e bandiera che sventola da vent'anni nella squadra di Sesto San Giovanni, formazione storica della pallacanestro femminile italiana e della quale già la mamma di Giulia, la leggendaria Rosi Bozzolo, era stato un simbolo per tantissimi anni. Sono intervenuti telefonicamente altri grandi personaggi: Marco Spissu, giocatore della Dinamo Sassari, felice di interrompere per un attimo la sua battuta di pesca, per tornare a parlare di quella Bologna sponda Virtus che gli è rimasta nel cuore dopo quella splendida annata con i successi nella Coppa Italia e nel Campionato di serie A2; Davide Denegri e David Okeke, il primo appena approdato a Ravenna dopo le stagioni a Casale, il secondo che ha condiviso le vicende della nazionale giovanile delle quali i due ragazzi hanno raccontato le emozioni; Gaia Accoto, nuova preziosa esponente della Lega Basket per l'organizzazione di eventi, un vero vulcano di idee per il futuro della LBA. Le vere vedette della trasmissione sono state le tre giocatrici presenti in studio. Di Elisabetta, capitano della Virtus, abbiamo scoperto le doti di preparatore atletico: durante il lockdown le sue compagne sono state sottoposte a una intensa preparazione fisica. Iniziato per gioco, il "bbsette workout" è diventato un appuntamento giornaliero, dal lunedì al sabato, una rigorosa tappa per il mantenimento del tono atletico, con tanto di presenze tenute dalla severissima Elisabetta. Alessandra ha raccontato della sua esperienza cestistica in Svezia e di quella newyorkese, che invece nulla ha a che fare con il basket, ma da cui è nato un libro, a cavallo tra realtà e romanzo, che uscirà a breve. Alessandra ha poi parlato della grande competitività del suo capitano "vuole vincere anche a racchettoni", ma una gara in cui Elisabetta, sicuramente avrebbe preferito non primeggiare è quella dei tanti infortuni che hanno costellato la sua brillante carriera. Un simpatico intermezzo si è avuto quando le tre ragazze si sono esibiti in una riuscitissima coreografia: i radioascoltatori hanno potuto apprezzare le doti canore delle ragazze, i conduttori Nicolò, Michele ed Ezio anche il notevole effetto scenico. Delle tre giocatrici sono alla fine emersi gli aspetti meno conosciuti e altri ne verranno fuori in un prossimo futuro, perché le ragazze hanno accolto l'invito a ritornare a Possesso Alternato.
La trasmissione è riascoltabile all'indirizzo radio108web.com/podcast.
Alessandra Tava in palleggio
ALESSANDRA TAVA: “GIOCO PERCHÉ MI EMOZIONO, SCRIVO PERCHÉ MI SUCCEDONO COSE”.
La protagonista è Alessandra Tava, giocatrice di basket e scrittrice.
Ala grande, classe 1991 di 184 cm, dopo le giovanili a Castelnuovo Scrivia e Roma ha giocato in A2 a La Spezia (dove ha vinto la Coppa Italia di categoria nel 2011) e Orvieto, ottenendo la prima promozione nella massima serie nel 2012. La carriera prosegue a Bologna, poi il ritorno a La Spezia, prima dell’esperienza in Svezia, giocando nella prima lega del paese scandinavo e in Eurocup. Dopo la parentesi all’estero torna a Bologna, dove vince per due volte la Serie A2, nel 2017 e nel 2018. Attualmente gioca in Serie A1, con la Virtus Bologna.
Con la maglia dell’Italia ha giocato nelle giovanili, vincendo un Campionato Europeo Under 16 di Division B e collezionando una presenza nella Nazionale maggiore.
Nel mese di agosto 2020 ha fatto il suo esordio come scrittrice con il romanzo “Buttati che è morbido”, pubblicato da Albatros.
Questa è la nostra intervista.
Alessandra, nel suo celeberrimo incipit di “Anna Karenina”, Lev Tolstoj scrive: «Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo». La premessa letteraria è d’obbligo per chiederti: scrivere un libro dà la stessa felicità di vincere un campionato o un trofeo?
«Forse vendere un milione di copie sì, ma purtroppo non posso ancora paragonare le due cose. Scherzi a parte credo di no. Il picco di emozione che si raggiunge nel momento in cui suona la sirena e ti accorgi di aver vinto un campionato non è paragonabile alla gioia, seppur enorme, di aver pubblicato un libro».
Nella tua pagina Facebook, “Alessandra Tava – libri”, affermi: “Scrivo perché mi succedono cose”. Il motivo per cui giochi a basket, invece, qual è?
«Scrivo perché mi succedono cose, gioco perché quando sono in campo sento cose. E parlo principalmente di emozioni. Giocare a basket mi emoziona, ancora oggi come il primo giorno. La scrittura e il basket hanno una cosa in comune: mi fanno sentire me stessa».
Hai vinto 3 volte la Serie A2 e una Coppa Italia di Serie A2. La vittoria più cara e perché?
«25 maggio 2018. Spareggio promozione per salire in A1. È la vittoria più cara per svariati motivi: per determinate cose che erano successe durante la stagione, per come si era messa la partita (eravamo a -19 a metà terzo quarto), per le sensazioni provate quando è suonata la sirena e soprattutto per le persone che erano in campo con me in quel momento. Ho avuto la fortuna di vincere avendo accanto amicizie vere e avendo sugli spalti gli affetti più cari. È stato magico».
Hai giocato anche in Svezia e vissuto anche a New York e Panama. C’è un posto nel mondo in cui ameresti mettere radici?
«In questo momento ti rispondo Bologna. È una città che mi ha accolta fin dal primo giorno. Qui mi sento a casa. Nella vita mai dire mai, potrebbe succedere di tutto e potrei cambiare idea ma, ad oggi, è Bologna che vedo nel mio futuro».
Laureata in Scienze della Comunicazione e con un Master in Web Communication & Social Media, oltre a calcare il parquet collabori con radio e magazine sportivi. Il tuo post career è già delineato?
«Non sono più una ragazzina ed è quindi normale pensare alla vita dopo la pallacanestro. Di delineato c’è ben poco, però posso dire in questi anni di aver lavorato per costruirmi un futuro anche al di fuori del basket e spero prima o poi di raccogliere quello che ho seminato. Di certo mi auguro di poter fare qualcosa che mi appassioni e mi entusiasmi».
Da pochi giorni è uscito il tuo primo libro, che è un romanzo e si intitola: “Buttati che è morbido”. Quanto c’è di autobiografico?
«Buttati che è morbido non lo posso definire autobiografico, i protagonisti sono quattro – Giovanna detta Vanna, Ginevra, Richard, Leon – e io non sono nessuno di loro, ma in realtà sono un po’ in tutti. Diciamo che chi mi conosce mi può ritrovare tra le righe. Ovviamente il libro è romanzato, ma molti episodi sono successi a me o alle persone che ho avuto la fortuna di conoscere vivendo a New York».
Cosa pensano le tue compagne sul fatto di avere una scrittrice in squadra?
«Le mie compagne sono fantastiche, hanno comprato tutte il libro (addirittura le straniere che non leggono in italiano) e mi rende felice avere il loro supporto. In realtà il mio capitano Elisabetta Tassinari, che è riduttivo chiamare solo capitano perché per me è prima di tutto un’amica, mi ha aiutato nella stesura, leggendolo prima di qualsiasi casa editrice e dandomi feedback preziosi».
Come e dove ami scrivere, quando e con quale liturgia?
«Sono un’appassionata della carta e della penna. Ho sempre un quaderno in borsa, il fascino di scrivere a mano per me non ha eguali. Poi, per ovvi motivi, mi ritrovo spesso a scrivere a computer. Non c’è un particolare momento in cui scrivo nell’arco della giornata e nemmeno un determinato posto. Certo, ci sono luoghi a me cari in cui mi riesce meglio concentrarmi, ma dipende dalle giornate e dal mio umore».
Le principali virtù di uno scrittore? E le debolezze ricorrenti dalle quali difendersi?
«Ogni autore vive la scrittura a modo suo, a seconda della propria personalità e dal modo di vivere la propria vita. Per quanto mi riguarda, è fondamentale il contatto con le persone: l’ispirazione mi arriva sempre guardandomi intorno, conoscendo e approfondendo le vite di chi mi circonda o di chi ho il piacere di conoscere anche solo facendo due chiacchiere al bar. Ci vuole sicuramente passione, determinazione, costanza e molta pazienza. Ma ripeto, questo è come vivo io la scrittura, è il mio punto di vista ed è un parere del tutto soggettivo. Per me scrivere è affrontare le debolezze. Bisogna imparare a difendersi dalle critiche; certo, è normale scrivere pensando a quello che la gente penserà di te, ma è fondamentale dare il giusto peso. Io ascolto tutti i feedback che mi vengono dati, cercando di fare tesoro anche delle critiche, ma solo se costruttive».
Chiudiamo col basket: qual è il tuo pensiero sulla GIBA e quanto è importante – nei momenti difficilissimi come questo dovuto alla pandemia da Covid-19 – avere una rappresentanza unita e forte?
«Credo che la GIBA, in quanto associazione che tutela i diritti dei giocatrici e giocatori, sia di fondamentale importanza. Grazie alla GIBA sono innumerevoli le iniziative su molteplici fronti che aiutano uomini e donne che hanno sempre praticato sport a livello professionistico e dilettantistico. Inoltre, da giocatrice che vive e gioca in un mondo in cui sono ancora troppe le differenze tra uomini e donne, è rassicurante appoggiarsi a chi sta facendo di tutto per darci il giusto rispetto che meritiamo».
ALESSANDRA TAVA
Non leggerete di Alessandra Tava scrittrice, già ne abbiamo scritto su queste pagine e tanto se n'è parlato negli ultimi mesi (consigliamo, però, vivamente il libro "Buttati che è morbido"), ma della Tava giocatrice di pallacanestro. Anche se poi risulta difficile scindere le due cose, perché il carattere coriaceo che ha dimostrato nel raggiungere la pubblicazione del suo romanzo, è lo stesso che ha sempre dimostrato in campo, raggiungendo traguardi che hanno magari meravigliato i meno attenti, coloro che leggono solo i tabellini o guardano solo il talento naturale. Invece Alessandra non solo è arrivata a ritagliarsi un ruolo nella massima serie che aveva già toccato molti anni fa, prima a Orvieto, poi a La Spezia, ma è pedina importante di una Virtus che veleggia nelle alte sfere del campionato, quarta al termine della stagione regolare, e che ha disputato le semifinali di Coppa Italia. Tutto questo Alessandra l'ha raggiunto con grande coraggio; prima, quando fallisce la società di La Spezia, andando a giocare in Svezia nell'Udominate Umea, dove raggiunge la finale del massimo campionato e fa il suo esordio anche in Eurocup; poi permettendosi di staccare dal basket, andare a New York per un periodo newyorkese che ha ispirato il libro...non si riesce proprio a non parlarne! Poi il ritorno in Italia e all'amata pallacanestro. In campo Alessandra mostra la stessa immagine che vediamo fuori dal rettangolo di gioco: esuberante, concreta, trascinatrice per le compagne. Protagonista nelle nazionali giovanili, ha disputato anche un'amichevole con la prima squadra azzurra: era il 5 marzo 2013 e l'Italia affrontava ad Ariano Irpino la formazione locale; i quattro punti di Alessandra contribuirono al facile successo della nazionale per 71 a 49. Quest'anno ha chiuso la prima fase del campionato tirando con il 44% da due, il 40% da tre e il 71% ai liberi, 96 punti segnati in 25 presenze sul parquet (contro San Martino dei Lupari risultava solo formalmente a referto), con una media di quasi quattro punti a gara in un minutaggio di oltre quattordici minuti a gara. La migliore prestazione a Battipaglia, con 14 punti in 30 minuti e un 4 su 6 nelle triple. Per Alessandra anche tre punti nella semifinale di Coppa Italia, quando contro Schio in meno di quattro minuti di gioco ha scoccato un solo tiro, mettendolo a segno da oltre l'arco. Naturalmente nella stagione passata, peraltro non portata a termine a causa dell'emergenza coronavirus, in una Virtus impegnata nelle ultime posizioni della classifica e protesa alla ricerca del mantenimento della categoria, il tempo d'impiego di Alessandra Tava era maggiore, ma anche quest'anno si è confermata giocatrice affidabile e importante per la Virtus Segafredo. Nella sua bacheca personale un titolo con le nazionali giovanili, il Campionato Europeo under 16 di Division B, tre promozioni in A1, una con Orvieto e due con il Progresso Matteiplast, e una Coppa Italia di Serie A2 con La Spezia. Nativa di Voghera, ma dopo l'annata alla Libertas Bologna nel 2013/14, le stagioni vincenti al Progresso, esperienza confluita in quella attuale con la nascita delle V nere al femminile, Bologna è ormai a tutti gli effetti la sua città d'adozione e la speranza di tutti è di vederla ancora a lungo ...scrivere pagine importanti con la Virtus e, per usare le parole della stessa Alessandra, "scendere in campo tutti i weekend con una maglia pesantissima da indossare, una maglia bellissima".
RINNOVO PER ALESSANDRA TAVA
Virtus Segafredo Bologna comunica di aver chiuso il rinnovo contrattuale di Alessandra Tava.
Alessandra nelle due stagioni in maglia bianconera ha chiuso con 5 punti di media a partita in 13 minuti di utilizzo, con il campionato 2020/2021 chiuso con il 40% da tre punti.
Le parole dell’ala bianconera: “Bologna per me è casa e far parte di un progetto così ambizioso proprio in un posto e in un ambiente che mi ha regalato tanto è per me motivo di gioia e orgoglio. Ringrazio la Virtus Segafredo e non vedo l’ora di tornare sul campo con le mie compagne.”
VIRTUS, IL SALUTO DI ALESSANDRA TAVA
Alessandra Tava ha salutato Bologna e la Virtus femminile con un post sui social.
IT WAS CRAZY. IT WAS FUN.
Ho dato tutto a questa città. Ho ricevuto indietro molto di più di quello che avrei mai potuto immaginare.
Grazie Bologna, è stato bellissimo.
VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA RINGRAZIA TASSINARI E TAVA
tratto da www.virtus.it - 20/06/2022
La società desidera salutare e ringraziare Elisabetta Tassinari e Alessandra Tava per la dedizione e la passione mostrata sin dall’inizio del progetto della Virtus Segafredo Bologna femminile. A Tassinari e Tava un grande in bocca al lupo per il futuro.