GIUSEPPE GAZZONI FRASCARA
(foto tratta da 100MILA CANESTRI)
Nato a: Torino
Il: 15/10/1935 - 24/04/2020
Stagioni alla Virtus: commissario straordinario nel 1960/61
LA FAMIGLIA GAZZONI, UN SECOLO DI SPORT A BOLOGNA
di Ezio Liporesi per Virtuspedia
Arturo Gazzoni nasce nel 1859, figlio di una guardia pontificia. Nel 1907 fonda la Gazzoni che metterà sul mercato nella sua lunga vita prodotti famosi come Idrolitina, Pasticca del Re Sole e tutta la linea Dietor. Il cavaliere Arturo è inoltre tra i primi a capire l'importanza del veicolo pubblicitario e le campagne per diffondere i suoi prodotti hanno segnato un'epoca. Arturo Gazzoni nel periodo più intenso della prima guerra mondiale, dal 1916 al 1918, è nominato Presidente Onorario del Bologna calcio, ma in effetti sostituisce Rodolfo Minelli, presidente dal 1912 al 1915 e dal 1918 al 1919. Il figlio di Arturo, il commendatore Ferdinando Gazzoni Frascara nell'assemblea dei soci del 30 aprile 1959 viene nominato Presidente della SEF Virtus (rimarrà in carica fino al 23 febbraio 1961). Nella stessa assemblea viene nominato vice presidente il figlio di Ferdinando, Giuseppe, il quale assume poi nel 1960 anche la carica di commissario straordinario della sezione pallacanestro, sostituendo Giorgio Neri, che a suo volta lo rileverà nel 1961. La stagione 1960/61 è anche quella in cui la famiglia Gazzoni abbina il marchio Idrolitina alla Virtus pallacanestro; l'esperienza si ripeterà nelle stagioni 1986/87 e 1987/88 con il marchio Dietor. Giuseppe Gazzoni Frascara, che era già stato sponsor del Bologna Calcio nella stagione 1985/86, diventerà poi presidente del Bologna F.C. 1909, rilevandolo nel 1993 in un'aula del tribunale e portandolo poi dalla serie C alla semifinale di Coppa Uefa, facendo ammirare a Bologna giocatori come Baggio e Signori. Rimarrà presidente fino al 2002 e proprietario fino al 2005, quando fu condannato alla retrocessione dagli intrighi di calciopoli e lasciò la mano ad Alfredo Cazzola. Il figlio di Giuseppe, Tommaso ricoprì per un certo periodo, durante gli anni di regno del padre, la carica di vice presidente. Dal 17 novembre 2014 Giuseppe Gazzoni Frascara è presidente Onorario del Bologna F.C. 1909.
IL COMM. FERDINANDO GAZZONI NUOVO PRESIDENTE DELLA VIRTUS
L'annuale assemblea del più anziano sodalizio bolognese
Stadio - 03/05/1959
Il comm. Ferdinando Gazzoni è il nuovo presidente della Virtus. Le recenti dimissioni del comm. Castelli avevano riproposto all'anziano e glorioso sodalizio bolognese il tema della Presidenza e alla distanza di pochi mesi soltanto l'assemblea dei soci virtussina è stata chiamata ad una nuova scelta. Una scelta che però non ha assunto toni di particolare laboriosità poiché allorquando Giorgio Neri ha fatto il nome del noto industriale bolognese, il consenso è stato unanime e caloroso. Ferdinando Gazzoni assume così le redini della vecchia Virtus riconoscendo in essa una sana ed illustre tradizione cittadina ed intendendo anche onorare una predilezione paterna. Arturo Gazzoni infatti fu legato da viva simpatia ed ammirazione per quella Virtus ormai antica che per lunghi anni si identificò nel nome di Alberto Buriani.
Per la Virtus d'oggi dunque la presidenza Gazzoni interviene ad alimentare nuove speranze e il prolungato applauso che l'Assemblea (riunitasi l'altra sera nella sede di piazza S. Martino) dedicò al neo eletto sembrò anche al caldo appello a tutta quella Bologna sportiva che alla Virtus deve molto ed un augurio di ripresa per un'Associazione che un po' rappresenta tutto lo sport bolognese.
L'assemblea dell'altra sera è stata dunque particolarmente significativa ed importante non soltanto per aver designato un nuovo "leader" sociale, ma anche per talune altre decisioni ratificate e per aver eletto un nuovo Consiglio Direttivo che si presenta assai qualificato essendo risultato così composto: Brini cav. Aurelio, Cagli avv. Mario, Casella comm. Ettore, Cavrini dott. Giorgio, Dal fiume avv. Giorgio, Deserti dott. Luigi, Dall'Arra comm. Renato, Fischer rag. Carlo, Fontana Astorre, Gazzoni dott. Giuseppe, Kelescian prof. Alessandro, Mantovani ing. Enzo, Masetti Angelo, Monteguti Benelli ing. Giulio, Mosca rag. Alberto, Peressoni rag. Mario, Scagliarini comm. Pio, Seragnoli Ariosto, Simoni dott. Giovanni, Zambonelli rag. Lello, Zamboni geom. Orazio, Zucchini Solimeni conte dott. Luciano, Neri Giorgio, Stagni dott. Vittorio.
Per loro espresso desiderio il col. Daidone e Achille Baratti non hanno accettato un reinserimento nel Consiglio ricoprendo entrambi cariche federali e ritenendosi pertanto in dovere di non creare casi di incompatibilità.
I lavori si sono svolti sotto la presidenza del rag. Ivo Monari, segretario Cavrini, scrutatori Gaggioli e Martelli. Inizialmente venivano a lungo trattate alcune modifiche allo statuto che conferiranno maggiori poteri alla società "madre"nei riguardi delle sezioni autonome. Poi si passava alle relazioni che venivano presentate da Zamboni per l'atletica leggera, Fontana per la ginnastica, Zambonelli per la pallacanestro, Neri per il tennis e Stagni per la scherma. Il cassiere dott. Simoni dava quindi lettura ai bilanci finanziari dopodiché venivano premiati gli atleti De Murtas, Zamboni,Forchielli, Gritti, Volta, Bartolini, Schiassi e Canova particolarmente distintisi nell'attività dello scorso anno. Era premiato anche l'allenatore Ratta mentre un applauso particolare sottolineava la consegna di una medaglia d'oro a Luciano Martelli il valoroso tecnico passato alla guida esclusiva della Fontana C. B.
In chiusura un centratissimo appello del segretario generale Giorgio neri ai soci vecchi e nuovi affinché come tanti missionari di una sana concezione sportiva si facciano promotori di una vera e propria crociata atta a sempre più potenziare la gloriosa Virtus che tante benemerenze ha offerto allo sport bolognese e che pertanto merita un più vasto appoggio dalla cittadinanza. E quale ultimissimo e incoraggiante esempio della buona volontà che anima gli atleti, Neri citava la recente affermazione dei velocisti virtussini Ceccaroni, Nannetti, Cazzola e Canova che a Piacenza nella 4x100 hanno segnato il tempo, primato stagionale, di 41"6. Una gemma di squadra che oltre al suo notevole valore tecnico sembra di buon auspicio per una sempre più proficua armonia di intenti.
LA PRIMA RIUNIONE DEL NUOVO C.D. DELLA VIRTUS BOLOGNA
Presieduta dal comm. Ferdinando Gazzoni. Il dott. Giuseppe Gazzoni nominato Vice Presidente. I "berretti" di Giorgio Neri.
Stadio - 09/05/1959
Il nuovo Consiglio direttivo della Virtus Bologna siè riunito per la prima volta l'altra sera nella sala adunanze della sede sociale di Piazza San Martino. Si è trattato di una riunione particolarmente importante non soltanto perché nel corso di essa sono state assegnate le varie cariche sociali, ma anche e soprattutto per lo spirito innovatore e galvanizzatore di cui il nuovo C.D. è apparso permeato. C'è veramente da sperare bene per questa nuova Virtus uscita dall'ultima Assemblea sociale di cui demmo ampi ragguagli non più tardi di otto giorni fa.
Hanno partecipato a questa prima riunione, oltre al neo presidente comm. Ferdinando Gazzoni Frascara, i consiglieri dott. Giuseppe Gazzoni,, prof. Alessandro kelescian, avv. Mario Cagli, dott. Luigi Deserti, ing. Giulio Monteguti, conte dott. Luciano Zucchini Solimeni, avv. Giorgio Dal Fiume, Ariosto Seragnoli, rag. Lello Zambonelli, rag. Carlo Fischer, geom. Orazio Zamboni, rag. Mario Peressoni, dott. Giorgio Cavrini, Astorre Fontana, rag. Alberto Mosca, dott. Giovanni Simoni, Angelo Masetti e Giorgio Neri. Assenti per ragioni professionali il comm. Aurelio Brini, il comm. Pio Scagliarini, l'ing. Enzo Mantovani e il comm. Dall'Ara.
In apertura il comm. Ferdinando Gazzoni, dopo aver ribadito il suo intento di potenziare con ogni mezzo la società, si dichiarava pronto a mettersi all'opera per sempre maggiori trionfi di un così illustre sodalizio la cui presidenza altamente lo onorava.
Poi venivano assegnate le varie cariche sociali. Quale secondo vicepresidente da affiancarsi al comm. Brini veniva designato all'unanimità il dott. Giuseppe Gazzoni figlio del neo presidente nonché appasionatissimo sportivo, praticante di numerose attività. Quale segretario generale era poi confermato Giorgio Neri che nel ringraziare precisava come fra i tanti "berretti" di dirigenti che egli deve quotidianamente cambiare quelli riguardanti la Virtus fossero certamente per lui i più graditi. Alla vice segreteria generale poi restava Orazio Zamboni (padre dell'ostacolista azzurro Paolo Zamboni). Tesoriere: il dott. Giovanni Simoni.
Quindi Neri aggiornava i "nuovi" del Consiglio, della inquadratura sociale rifacendone un po' la storia di questo tormentato dopoguerra. Una storia che Neri ha vissuto quale protagonista sempre di primissimo piano.
Si passava poi a trattare dell'impostazione futura della società strettamente collegata con le possibilità finanziarie che taluni autorevoli consiglieri si proponevano di rendere consone alla necessità tramite anche un'adeguata azione di concorso da svolgersi presso enti bancari, Amministrazioni, Circoli e Istituzioni varie.
A questo punto, interveniva assai felicemente l'avv. Cagli proponendo l'organizzazione di manifestazioni di una certa risonanza che potrebbero dar grande lustro alla società senza peraltro correre grandi rischi finanziari.
...
Venivano poi infine trattati altri problemi riguardanti la vita sociale con intervanti del prof. Kelescian, del dott. Deserti, del conte Zucchinie del rag. Zambonelli al termine dei quali il comm. Gazzoni aveva modo di dichiararsi soddisfatto di questasua prima presa di contatto con il mondo virtussino e il suo nuovo Consiglio. Un Consiglio che veramente non dovrebbe deludere.
Gazzoni (a destra) con Kucharski nella stagione 1960/61
ORA È POSSIBILE UNA RINASCITA
Gazzoni è ottimista: "Il pubblico c'è, gli impianti belli e funzionali ci sono. Sarebbe un buon investimento. Si può falre sport di alto livello senza perdere di vista l'amministrazione"
di Stefano Biondi - Il Resto dei Carlino - 06/08/2003
Giuseppe Gazzoni, ovvero presidenti si nasce. Era il 1960 e la Virtus stava così così, come sarebbe stata fino all'arrivo dell'avvocato Porelli. Gazzoni allora era poco più di un ragazzo, prova eveidente che attraverso la giovinezza è passato anche lui. Giovane, comunque imprenditore, quindi pronto a svolgere il doppio ruolo di commissario straordinario e di sponsor (Idrolitina) della V nera. Con ottimi risultati: secondo posto alle spalle dell?Ignis Varese. Un regnante di passaggio, ma quella stagione fu sufficiente a tracciare un solco nel quale sono rimasti i suoi successori e dal quale neppure Porelli uscì. Dietro le belle storie della Virtus c'è quasi sempre stata la forza del binomio pubblico - sponsor, a dimostrazione che lo sport professionistico non sempre ha bisogno di un presidente ricco sfondato.
Ventisei anni dopo, la gazzoniana Idrolitina era stata spazzata via dalle nostre tavole, per fare posto all'acqua minerale e il giovane "commissario" nel frattempo aveva provveduto a trasformare i suoi prodotti. Dalla Gazzoni uscivano le caramelle Dietor, probabilmente le prime senza zucchero. Finivano nelle borsette delle ragazze assillate dalla bilancia e finirono anche per tre stagioni (dall''86 all''89) sulle maglie della Virtus. Lo scudetto no, ma la seconda Coppa Italia entrò in bacheca grazie a Brunamonti e Villalta, simboli del made in Italy, che metteva in dubbio l'esigenza di andare in America a pescare talenti non sempre conclamati, non sempre decisivi (nota di Virtuspedia: con sponsor Dietor la Virtus non vinse titoli).
Se Gazzoni ha lasciato un segno nella Virtus, la Virtus si è presa la rivincita ferendo Gazzoni così come tutto il popolo bianconero.
"Che vi posso dire: speriamo in bene". È amareggiato, non pessimista: "Noi dirigenti del Bologna siamo qui a dimostrare che la C non è un dramma e neppure troppo lontana dal paradiso".
Se lo dice lui. Dieci anni fa, insieme con i suoi ormai storici soci (Bandiera, Goldoni, Martini), rimise in sesto, presto e bene, il Bologna appena fallito: da sette anni i rossoblù predicano e razzolano bene in serie A.
Gazzoni ha creato il precedente che può indicare la via ai virtussini di buona volontà e di buon portafoglio. "Se fossi un giovane imprenditore un pensierino ce lo farei. Perché per la pallacanestro, soprattutto quella bolognese, il peggio è passato. Questo sport è uscito dalla folle corsa alla spesa miliardaria e chi rileverà la Virtus non dovrà campare né di dualismo né con l'incubo di non poter soddisfare le richieste della piazza".
Ne sa qualcosa. Gazzoni prese il Bologna quando il pallone imponeva costi ragionevoli, ma la saggezza presto svanì: "A fine Anni Novanta sono esplosi i prezzi e molti cervelli e anche noi abbiamo dovuto tagliare decisamente i ponti con quella economia. A Bologna, purtroppo per lei, la pallacanestro ha ricalcato quei folli disegni e credo che Madrigali sia stato molto appesantito da una eredità scomodissima. Osservare la vicenda da un altro punto di vista, invece, mi porta a dire che Cazzola è stato bravissimo: non è da tutti decidere di vendere al momento giusto; è per pochi decidere e riuscire a farlo".
Venti miliardi era il costo medio dei cartellini, due miliardi chiedevano serenamente i giocatori. Per Gazzoni furono stagioni difficili da gestire e ancor di più da capire: "Non c'era logica nel calcio e non ce n'era tanta neppure nel basket. Ora il nostro sport sta ritornando in fretta a poggiare su cifre più realistiche e la Virtus potrebbe davvero rappresentare un buon investimento".
La memoria delle sue stagioni virtussine non lo tradisce: "Il pubblico c'è, gli impianti belli e funzionali ci sono. Se gli eventuali nuovi proprietari della Virtus ritrovassero anche uno sponsor prestigioso, non dovrebbero avere grosse difficoltà nella programmazione del futuro".
Le infiltrazioni delle emozioni nel muro della logica: "Se non sbaglio, Madrigali ha iniziato vincendo tutto, vero?". Verissimo; grande slam al debutto, grande crack l'anno dopo: "Ma com'è possibile, che cosa può essere successo di tanto devastante in una sola stagione?.
Le domande del tifoso sono le stesse dell'imprenditore. Abbia pazienza Gazzoni, ma non ci sono risposte definitive né per l'uno né per l'altro. C'è la certezza di una Virtus moribonda. "Ma no, ci vuole un briciolo di ottimismo. Noi con il Bologna partimmo piano, prendendo le misure, cercando di non fare passi più lunghi della gamba. Dopo tre stagioni eravamo in serie A, lasciatemelo dire, più sani e più forti di prima. E oggi faccio gli scongiuri anch'io pensando che la critica ha promosso la nostra campagna acquisti".
Fra le pieghe della stoccatina, c'è un consiglio per i dirigenti bianconeri che verranno, se verranno: "Si può fare sport ad alto livello senza perdere di vista la buon amministrazione; si può, a patto di non cedere alla tentazione di assecondare le richieste esose, tentando di mantenere equilibrio fra costi e ricavi e spiegando a tutti che un club sportivo non deve essere un inceneritore di denaro. Chi lo vorrebbe così, forse non lo sa, ma lo vuole anche morto".
La cura Gazzoni è riuscita e ha rimesso in sesto il Bologna, qualche spesa pazza, ma anche qualche buon colpo assestato sul mercato. L'ultimo potrebbe essere la cessione di Cruz? "Basta, per favore. Siamo agli sgoccioli ormai e nessuno ci ha fatto vedere la pilla". Già, come Madrigali al consiglio federale.
ADDIO PRESIDENTE
È scomparso questa mattina all’età di 84 anni Giuseppe Gazzoni Frascara, nostro Presidente Onorario, alla guida del Club dal giugno 1993 al settembre 2005.
Protagonista dell’operazione di salvataggio con cui acquistò il Bologna dopo l’onta del fallimento, ha ricostruito società e squadra, riconquistando in breve tempo la massima serie (vittorie dei campionati 1994-95 in C1 e 1995-96 in B) e portando i rossoblù alla ribalta del calcio italiano. Gli acquisti di autentici fuoriclasse come Baggio e Signori, la vittoria della Coppa Intertoto nell’agosto 1998 – un titolo in bacheca mancava dal ‘74 -, le ritrovate partecipazioni europee con la memorabile cavalcata della squadra di Mazzone fino alla semifinale Uefa di 21 anni fa: Gazzoni ha riportato a Bologna entusiasmo e grandi giocatori, da Pagliuca ad Andersson, da Kolyvanov a Cruz, e tanti altri poi rimasti nel cuore degli appassionati, con Ulivieri, Mazzone e Guidolin come principali timonieri in panchina.
Nell’autunno 2001 ha ceduto la Presidenza a Renato Cipollini, rimanendo proprietario del Bfc per altri 4 anni prima di passare la mano a Cazzola. Investito del ruolo di Presidente Onorario sotto la gestione di Joey Saputo, ha sempre spiccato per saggezza e stile nel panorama del calcio italiano.
Tutto il Bologna Fc 1909 partecipa al dolore della famiglia ricordando commosso il Presidente Gazzoni, entrato a pieno titolo nella storia ultracentenaria del nostro Club, che ha contribuito in modo determinante con il suo operato a far tornare importante nello scenario nazionale.
DALL'IDROLITINA ALLA DIETOR
Suo padre fu presidente della SEF Virtus (lui vice), poi abbinò il nome dei suoi prodotti alle V nere
Un anno fa ci lasciava Giuseppe Gazzoni Frascara, il più grande presidente del Bologna dai tempi di Dall'Ara. Quella dei Gazzoni è una famiglia che si legò alla squadra di calcio fin quasi dagli albori, più di un secolo fa: infatti, Arturo Gazzoni, nonno di Giuseppe, Arturo Gazzoni nel periodo più intenso della prima guerra mondiale, dal 1916 al 1918, fu nominato Presidente Onorario del Bologna calcio, ma, in effetti, sostituì Rodolfo Minelli, presidente dal 1912 al 1915 e dal 1918 al 1919. Arturo Gazzoni era un personaggio già noto in città: nato nel 1859, figlio di una guardia pontificia, nel 1907 aveva fondato la Gazzoni che ha messo sul mercato nel corso della sua lunga vita prodotti famosi come Idrolitina, Pasticca del Re Sole e tutta la linea Dietor; inoltre il cavaliere Arturo fu tra i primi a capire l'importanza del veicolo pubblicitario e le campagne per diffondere i suoi prodotti hanno segnato un'epoca. L'impegno dei Gazzoni nello sport non si limitò però al calcio: il figlio di Arturo, il commendatore Ferdinando Gazzoni Frascara nell'assemblea dei soci del 30 aprile 1959 venne nominato Presidente della SEF Virtus (rimarrà in carica fino al 23 febbraio 1961). Nella stessa assemblea fu nominato vice presidente il figlio di Ferdinando, proprio quel Giuseppe di cui oggi ricorre il primo anniversario della scomparsa e che assunse poi nel 1960 anche la carica di commissario straordinario della sezione pallacanestro, sostituendo Giorgio Neri, che a suo volta lo rileverà nel 1961. La stagione 1960/61 è anche quella in cui la famiglia Gazzoni abbina il marchio Idrolitina alla Virtus pallacanestro. In quella stagione la Virtus arriva seconda e fa anche il suo esordio in Europa: sostituisce, infatti, l'Olimpia Milano, avente diritto essendo campione d'Italia in carica, in Coppa dei Campioni. L'esperienza della sponsorizzazione si ripeterà nelle stagioni 1986/87 e 1987/88 con il marchio Dietor: non furono annate fortunate, fuori nei quarti di finale sia nei playoff sia in Coppa Italia nel primo anno, nella stagione successiva in entrambe le competizioni le V nere si fermarono al turno precedente, gli ottavi, ma arrivò nel girone dei quarti di finale di Coppa Korac. Giuseppe Gazzoni Frascara, che era già stato sponsor del Bologna Calcio nella stagione 1985/86, diventerà poi presidente del Bologna F.C. 1909, rilevandolo nel 1993 in un'aula del tribunale e portandolo poi dalla serie C alla semifinale di Coppa Uefa, facendo ammirare a Bologna giocatori come Baggio e Signori. Rimarrà presidente fino al 2002 e proprietario fino al 2005, quando fu condannato alla retrocessione dagli intrighi di calciopoli e lasciò la mano ad Alfredo Cazzola. Il figlio di Giuseppe, Tommaso ricoprì per un certo periodo, durante gli anni di regno del padre, la carica di vice presidente. Dal 17 novembre 2014 Giuseppe Gazzoni Frascara è presidente Onorario del Bologna F.C. 1909. Una famiglia dunque che non ha mai fatto mancare il suo appoggio al Bologna calcio, alla SEF Virtus, in particolare alla sua sezione Pallacanestro e oggi è giusto ricordare Giuseppe Gazzoni Frascara che questo impegno portò ai massimi livelli.
L'IDROLITINA-VIRTUS ED I SUOI PROGRAMMI
Conferenza del Commissario Gazzoni
Stadio - 02/10/1960
Nel corso di una simpatica conversazione tra i dirigenti della Virtus-Idrolitina ed i giornalisti bolognesi, il dott. Giuseppe Gazzoni, commissario della sezione pallacanestro, ha presentato ufficialmente il nuovo allenatore della squadra, lo spagnolo Kucharski, al quale ha demandato l'icarico di guidare la rappresentativa maggiore e di preparare i giovani rincalzi. Il dott. Gazzoni, che ha preso le redini della sezione in sostituzione del dott. Giorgio Neri, pur nuovo ad un così alto incarico dirigenziale e all'ambiente cestistico, ha dimostrato di aver perfettamente compreso i problemi e le necessità della sua squadra, pronto ad attuare con la massima tempestività tutto quanto occorra per il successo dei colori sociali. Il dott. Gazzoni, giovane tra giovani, ha ispirato subito simpatia per l spontaneità con cui ha fatto presente le difficoltà dell'incarico e le ragioni che hanno indotto la società Gazzoni ad abbinarsi con la Virtus pallacanestro. È indubbio che, sorretto anche dall'esperienza del padre, presidente della Virtus-madre e titolare della ditta Gazzoni, il nuovo Commissario straordinario assicura ai colori bianconeri un brillante avvenire.
Kucharski ha poi conversato con i giornalisti esponendo sinteticamente il programma tecnico che intende svolgere. Non ha potuto entrare in particolari non avendo ancora la necessaria conoscenza delle attitudini tecniche degli uomini che avrà a disposizione, ma ha assicurato che la Virtus oltre a divenire un complesso aggressivo di tipo spagnolo, sarà altrettanto forte nel gioco di difesa. Kucharski, che si è impegnato con la Virtus-Idrolitina per tre anni, pose all'atto della stipulazione del contratto la condizione di poter guidare anche le formazioni minori: la qual cosa lascia sperare che finalmente torneranno ad uscire campioni anche dalle squadre bolognesi. Ed era tempo.
Hanno partecipato alla riunione anche il commissario uscente dott. Giorgio Neri, il dott. Galeazzo Dondi, il geom. Ludergnani e il rag. Medini.
...
Per divulgare sempre più la pallacanestro, la Virtus-Idrolitina ha disposto che durante le partite casalinghe un settore del Palazzo dello Sport sia messo a disposizione dei ragazzi delle scuole elementari o delle primissime classi delle scuole medie: con ingresso gratuito, s'intende, e con l'augurio che la Siae voglia essa pure concorrere dirimendo eventuali contrarietà di natura fiscale.
CAUSE DI UNA SCONFITTA
Lettera aperta al commissario dell'Idrolitina-Virtus
di Roberto Tranquillo Fabbri - Stadio - 14/04/1961
Egregio Dottore Gazzoni,
non si sorprenda: le "lettere aperte" sono di moda ed io non sono meno originale ditanti altri; anche se può capitare che il destinatario non legga la missiva. Tuttavia io ho la presunzione che mi leggerà, ne sono convinto. Perché mai, si chiederà, io per parlare del campionato disputato - bene o male vedremo in seguito - dall'Idrolitina-Virtus mi rivolgo a Lei? Semplice. In primo luogo perché ne è, almeno ufficialmente, il solo dirigente responsabile nella Sua qualità di Commissario straordinario; poi perché mi piace risalire, per maggiore chiarezza, alle origini. Al giorno in cui, poco prima che il campionato avesse inizio, l'amico Giorgio Neri presentò Lei ed il nuovo allenatore assunto, lo spagnolo Eduardo Kucharski, alla stampa petroniana.
Fu quello il nostro primo incontro al quale, per la verità, non mi pare di ricordare ne siano seguiti altri. in quell'occasione mi colpì, favorevolmente, l'esplicita dichiarazione da Lei fatta di "non sapere nulla di basket"; poi, magari, nel corso del campionato ha imparato molte cose. Perplesso invece mi lasciò il nuovo allenatore, che da anni conosco e stimo (molto come uomo, assai meno come tecnico di basket), quando dichiarò che avrebbe modificato il gioco della squadra a lui affidata. Oggi, in retrospettiva, è facile sostenere che l'Idrolitina-Virtus il campionato lo ha perduto proprio quel giorno.
È facile ricordare quanto ho scritto prima e durante il campionato; non è il caso dunque che chiami in causa precisi riferimenti. Sostenendo che per l'Idrolitina-Virtus questa era l'occasione propizia per vincere lo scudetto, facendo leva sulla qualità del gioco acquisito attraverso gli insegnamenti del vecchio allenatore, la maggiore fusione del complesso e l'invidiabile organico vantati dalla squadra virtussina, altro non si faceva se non una constatazione. Resto del parere che solo che Kucharski avesse avuto la preoccupazione di non fare nulla di nuovo, l'Idrolitina-Virtus sarebbe riuscita a vincere il campionato. Perché sicuramente non avrebbe perso a Roma ed a Livorno e con larghe probabilità sarebbe passata anche a Milano.
Lei, molto sportivamente, e mi consenta di aggiungere anche per quell'educazione britannica assorbita ad Oxford, ha pubblicamente riconosciuto il merito dell'Ignis. Ho però anche letto quanto hanno dichiarato altri. Volendo fare di tutto un fascio si finisce per esprimere due considerazioni: la prima è il generale elogio, e non potrebbe essere diversamente, rivolto all'Ignis; la seconda che nella Sua Società le cose non sono andate per giusto verso.
Io, qui, non starò a fare l'apologia dell'allenatore Vittorio Tracuzzi, a mio parere meritevole da parte del sodalizio della piena fiducia. Tanto è vero che la squadra è andata peggio di quando, per gli oppositori del siciliano, andava male. Quel che è lodevole è che quest'anno a Bologna non si siano fatte tragedie. In fondo la Virtus delusioni di questo genere le ha vissute con frequenza: quando ancora militavano nelle file bianconere i Dondi, Marinelli, Bersani, Vannini, ecc., e dopo fino ad oggi. È destino che sul cammino della compagine virtussina vi sia sempre un Gallarate, un Pavia, un Pesaro, una Roma od un Livorno. Il perché si può anche spiegare, oggi più di ieri. Ma son cose che lasciano il tempo che trovano.
A mio modesto avviso, quest'anno, l'Idrolitina-Virtus non avrebbe dovuto perdere il campionato. Anche Lei ha fatto riferimento ad una situazione euforica creata dal successo del basket alle Olimpiadi e del positivo comportamento dei virtussini azzurri ai Giochi di Roma. Può darsi; era comunque una situazione favorevole alla realizzazione del programma più ambizioso. Lo sarebbe stato se fin dal primo momento nella sua squadra non si fosse determinata una precaria condizione psicologica, completamente e volutamente sbagliata. Qui mi ripeto: Kucharski per non voler seguire la strada di Tracuzzi, o per voler fare qualcosa di nuovo, modificò ogni cosa; finanche il criterio di valutazione degli elementi a sua disposizione. Concesse troppa libertà ad alcuni atleti che evidentemente riteneva i pilastri dello schieramento, trascurò - e il caso di Gambini è un errore imperdonabile - gli altri; praticamente divise la squadra in due tronconi determinando uno scompenso di proporzioni morali e tecniche rilevanti.
Alla resa dei conti il naufragio non poteva essere evitato. Ed ora sull'assurdo del ragionamento è facile dire che troppo forte era l'Ignis per poter vincere il campionato; strano che nessuno abbia mai detto questo quando vinceva il fortissimo Simmenthal e la Virtus arrivava brillantemente, anche con il rituale passo falso, seconda. Per me è stato facile, dopo le prime esibizioni dell'Idrolitina-Virtus, sostenere che la Sua squadra non avrebbe vinto il campionato; più difficile però è stato perderlo. Di chi la colpa? In primo luogo dell'allenatore, poi dei dirigenti (quindi anche Sua) e dei giocatori.
Kucharski era, e forse lo è ancora perché si tratta di opinioni, convinto che la squadra subisse passivi troppo vistosi, indice di difesa fragile, inconsistente. Punti di vista, soltanto questo. Perché negli Stati Uniti la squadra che perde per 135 a 133 non viene niente affatto giudicata debole. E d'altro canto il nostro campionato ci ha mostrato che le migliori partite l'Idrolitina-Virtus le ha disputate quando il suo gioco è stato d'attacco e non di difesa. Esattamente come faceva il Simmenthal e come fa l'Ignis. Quindi è questo lo schema migliore, più efficace, positivo. Del resto come si può pensare a comprimere atleti quali Alesini, Canna, Pellanera, Lombardi, Sardagna, Conti, per temperamento portati ad andare all'assalto del canestro avversario? Non occorre essere dei tecnici per rendersi conto che in tal modo si annullano peculiari doti che nel basket sono una prerogativa del gioco.
Fin qui l'aspetto tecnico in una parte del lato negativo nel comportamento della squadra. Poi Kucharski ha sbagliato grosso quando ha preteso di poter valutare il patrimonio atletico di cui disponeva, e l'errore maggiore sono state le sue dichiarazioni sui giocatori. Ricorderò il primo dissenso tra lui e Gambini: tanto Dondi che Ludergnani smentirono un mio scritto. Oggi merita che Le dica il gesto di Gambini che mi pregò di tacere sul caso, ma non smentì (ed i miei Colleghi di redazione sono buoni testimoni) il contrasto tra lui e l'allenatore. Gambini è virtussino fino al cuore, e non è stato pagato milioni. Ha la sua importanza. Doveva tenerlo presente anche Kucharski. Perché lo si può giudicare più o meno bravo ma non si può di lui quello che ai giornalisti a suo tempo ha detto lo spagnolo.
Gli altri particolari, diciamo di natura psicologica, possono a questo punto essere taciuti. Però i dirigenti, soprattutto quelli che tanto avevano criticato gli errori di Tracuzzi, perché mai non sono intervenuti? Non si può dire che a Bologna cestisticamente vi siano degli sprovveduti. Nemmeno Lei, oggi; ed io ricordo quando a Roma, nella partita con la Stella Azzurra, si alzò dalla panchina nervoso per l'andamento negativo dell'incontro ma anche per l'operato chiaramente errato del Suo allenatore. Succede, e non si può sempre vincere. Ma per carità di patria non cerchiamo di voler far credere che Kucharski aveva in programma un campionato di assestamento! Anche se fosse giunto a Bologna il giorno precedente l'avvio del torneo era evidente che l'Idrolitina-Virtus altro traguardo non aveva e non poteva avere che quello di vincere il titolo.
Ha sbagliato Kucharski, hanno sbagliato i dirigenti dunque ed anche gli atleti dimostratisi - lo dico in linea generale - ancora una volta di morale fragilissimo. Vuole un esempio? Guardi al Simmenthal; e la sua Squadra, in questo campionato, fortunatamente non ha lamentato nemmeno un colpo della avversa sorte. Non c'è stata, dunque, la squadra intesa questa come unità compatta; era una formazione a compartimenti stagni, di gente scontenta, delusa. Eppure quattrini ne sono corsi, e nemmeno pochi. Lei lo sa molto meglio di me.
Concludo. A Bologna tutti hanno detto "brava" all'Ignis ed hanno elogiato il Simmenthal. Il torneo disputato dall'Idrolitina-Virtus, pur se senza clamori, lo hanno seguito ed accolto con giustificata delusione. A Lei spetta oggi preoccuparsi di correre ai ripari. Un campionato perduto tanto malamente deve pur richiedere delle contromisure; non certo quelle di una completa smobilitazione per ripresentarsi sulla scena dello scudetto tra qualche anno; non è programma che si addice ad una Virtus. Il suggerimento, non il consiglio badi bene, è semplice. Setacci attentamente gli atleti oggi vincolati alla Sua Società: c'è necessità di rinnovare i quadri, di inserire elementi capaci di annullare le lacune che il campionato ha posto in maggiore evidenza. Compresi i criteri dell'allenatore che non sono quelli rispondenti alla vera espressione della pallacanestro italiana.
Il campionato è finito ed il prossimo è di là da venire; c'è tutto il tempo per attuare un saggio programma atto a favorire il varo della nuova Idrolitina-Virtus. Mi risulta che qualche "mossa" l'ha già fatto; insista. Può darsi che il risultato, come classifica finale, la stagione prossima non cambi; ma diverso sarà se il solito secondo posto sarà stato ottenuto in maniera spettacolarmente brillante. Perché non è una giustificazione dire che ha vinto il più forte: infatti l'Idrolitina-Virtus non era meno forte dell'Ignis. Il resto non ha davvero bisogno che lo scriva.