MARCO BELINELLI

(Marco Stefano Belinelli)

 

nato a: San Giovanni in Persiceto (BO)

il: 25/03/1986

altezza: 196

ruolo: guardia

numero di maglia: 8 - 9 - 3 - 18

Stagioni alla Virtus: 2001/02 - 2002/03 - 2020/21 - 2021/22 - 2022/23 - 2023/24

statistiche individuali del sito di Legabasket

biografia su wikipedia

palmares individuale in Virtus: 1 scudetto, 3 SuperCoppe, 1 Eurocup

 

BIANCHINI SCOMMETTE SU BELINELLI

di Walter Fuochi - La Repubblica - 09/01/2003

 
Ci vuole un istrione come Bianchini (e una partita contro dei poveracci, va bene) per inventarsi il modo di far ripiegare i fazzoletti alle imminenti vedove Rigaudeau e offrir loro il balcone per sbirciare l'erede. Nulla sarà facile, ma Marco Belinelli, da San Giovanni in Persiceto, play di due metri scarsi, classe 1986, aveva appena sfondato i canestri del torneo giovanile di San Lazzaro, incassato un complimento non casuale del Vate («si muove come Antoine, si vede che ha passato questo tempo a spiarlo»), che ieri s'è goduto una lunga fetta di partita e gli applausi più caldi del pubblico: che ha così mandato a dire che, se la vita continua, deve farlo con questi ragazzi sodi e sani. Se poi sono allevati a tagliatelle (e sono talenti veri), tanto meglio. «Questa sera - ha poi narrato il Vate - avete visto una grande storia di sport: il passaggio del testimone da Rigaudeau a Belinelli, il segno che la Virtus andrà avanti. Rigaudeau che ci lascia ci ha dato un seme: poi, io spero ancora che non ci lasci». Ma il capitano, invece diceva che era finita: «Non so quando, ma parto presto. Non andrò a Reggio Calabria una gara che non sento. Ringrazio tutti, non mi aspettavo tanto affetto».
Col sosia designato e i due punti doverosi sul Partizan, la Virtus ha fatto serata. Poi, c'era Le Roi e la sua uscita di scena da autentica star. Non gli era cominciata bene, opposto a Vujanic, miglior bomber dell'Eurolega e stella già promessa ai New York Knicks. Al thè i suoi 9 punti erano il bottino più grasso di tutti, alla fine, nel quarto dell'addio, c´è stata l'ultima mitragliata.
Bianchini lo leva a 50" dalla fine e lui, sui cori, si sbraccia e ringrazia, chiarendo, a gesti, come sia davvero l'ultima volta. Commosso lui, finalmente scongelato anche il pubblico dalla strana, prolungata astenia di prima, abbraccia Consolini, l'ultimo pezzo di Virtus che fu, saluta lo striscione appena sbucato («Di qua e di là sarai sempre Le Roi»), spande e raccoglie entusiasmo, affetto, riconoscenza, amore. Fa il giro di campo a toccare tutti in prima fila, supera lo scranno dove il presidente non c'è, gli cingono una sciarpa al collo, si leva un metaforico cappello, s'inchina e, quando esce, l'abbraccio è con Sasha, prima che, dopo 7' di applausi, scorrano i titoli di coda.

 

BELINELLI, È BELLO DIVERTIRSI GIOCANDO A BASKET

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 10/01/2003 

 

Rigaudeau ha un solo timore. Che la stampa possa in qualche modo «traviare» Marco Belinelli. Forse privandolo del sorriso dei suoi 16 anni o, peggio ancora, rendendo il basket odioso a questo ragazzino di San Giovanni in Persiceto. Difficile, però, che Marco smarrisca la retta via. Perché lui, ci ha messo il talento, mamma e papà le regole che Marchino accetta (quattro chiacchiere sì, ma solo dopo aver pranzato).

Belinelli, l'abbiamo tirata giù dal letto?

Ci mancherebbe. Ho dormito un po' di più del solito, ma solo perché non sono andato a scuola.

Per la bella partita con il Partizan?

Per la neve. Oggi non ci si muoveva proprio.

Emozionato?

Tutt'altro. Tranquillo come sempre.

Possibile che non si lasci prendere dall'agitazione?

L'ho fatto. Quella volta che mi hanno chiamato in prima squadra. Poi mi sono adattato.

Ha letto i timori di Rigaudeau?

Li ho letti. Mi hanno fatto piacere le sue parole.

Marco Sanguettoli, il suo allenatore, dice che il suo pregio è giocare sempre allo stesso modo. Che ci siano i cadetti o che ci sia il Partizan lei si diverte.

La pallacanestro è un gioco, un divertimento.

Dica la verità: ha già il procuratore?

No. Mi hanno chiamato in tanti. Ma io non ho fretta.

Ma lei quanto guadagna?

Ho 16 anni. Ci sarà tempo anche per guadagnare. Adesso non prendo nulla.

Le magliette almeno gliele passano?

Sì (ride, ndr). Cambio spesso numero, ma la canotta non manca mai.

A fianco di giocatori che guadagnano centinaia di migliaia di dollari: le fa effetto?

Sinceramente no. Forse un giorno toccherà a me. Sono troppo giovane e il basket, per me, è un gioco.

Rigaudeau che cosa le ha insegnato?

Molto. È stato un po' come un padre. Sul parquet, intendo. Mi ha dato un sacco di consigli. Mi trovo bene con lui e con Frosini.

E con gli altri?

Anche con gli altri. Ma con alcuni c'è il problema della lingua. Non è facile comunicare.

Il suo sogno?

Giocare a basket. E diventare un giocatore importante per la Virtus.

E la Nba?

Chi non ha mai pensato alla Nba?

Chi preferisce dall'altra parte dell'oceano?

Nessun dubbio. Kobe Bryant…

Perché?

Tifo Lakers.

E domani a scuola in scooter.

Ma quale scooter. Mi sposto in bicicletta.

Firmata, però.

Un mio amico ce l'ha su misura. La mia è una bici normalissima.

Lasciamolo correre, così bello da sembrare costruito. E invece no: Marco Belinelli è proprio così, la Virtus può sognare.
 

VIRTUS, BELINELLI TESORO DA CUSTODIRE

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 12/06/2003 


L'unica certezza è rappresentata dai cadetti. Nel senso che l'impegno agonistico più ravvicinato è quello che costringerà, a pochi giorni di distanza dall'esperienza di Rimini, con gli junior, Sanguettoli agli straordinari. Domenica i cadetti partiranno per Biella dove, dal giorno successivo, scatteranno le finali del campionato italiano di categoria.
E la prima squadra? Per ora, appunto, resta un gigantesco punto interrogativo. Con alcune scadenze da onorare, quella del 15 luglio, fissata dalla Fip, per risolvere la questione Becirovic, e tante caselline da completare. Becirovic intanto ieri era a Treviso per un “try out” privato con dirigenti di Dallas e Indiana. Sani potrebbe essere scelto al draft Nba (è la sua ultima occasione), ma per un'altra stagione resterà in bianconero.
E sempre ieri giornata intensa negli uffici Cto. Più per questioni legate all'azienda, par di capire, che alla Virtus. Qualcosa, però, si muove. Perché restano quantomeno le parole pronunciate dall'amministratore delegato del club, Stefano Mazzoni, tre settimane or sono. La presenza di uno sponsor che abbia già sottoscritto un accordo pluriennale con la V nera. E il fatto che questo sponsor potrebbe venire dalla Slovenia. Marco Madrigali – ricordate le sue parole dopo la ricapitalizzazione della società – vorrebbe acquisire un club di prima o seconda divisione per consentire ai giovani di crescere.
E a proposito di giovani ce n'è uno, cresciuto da queste parti, del quale tutti parlano molto bene. Non solo per come riesce a stare sul campo, ma anche per l'atteggiamento positivo che riesce ad avere in qualsiasi contesto. Si tratta, lo avrete già intuito, di Marco Belinelli, che la società, però, dovrà “vincolare”. Marchino ha solo 17 anni ma in questa stagione, presenze alla mano (ha abbondantemente superato quota 18 partite), ha maturato il diritto ad avere un contratto da professionista. E se la Virtus non lo vuole perdere, dovrà formalizzare e depositare una proposta entro domenica. Per evitare che altri, poi, beneficino del talento di questo ragazzino di San Giovanni in Persiceto cresciuto a pane e Virtus. Tutto questo mentre Antoine Rigaudeau continua a lanciare messaggi: vorrebbe tornare in bianconero (ma anche il Valencia di Abbio punta su Le Roi).

 

HO SCELTO L'AQUILA E NON MI PENTO

di Francesco Forni - La Repubblica - 01/10/2003

 

Dopo un'estate di patemi, Marco Belinelli sa bene da che parte starà: alla Fortitudo. Talento numero uno a Bologna e tra i primi giovani d' Italia, il diciassettenne di San Giovanni in Persiceto in agosto era diventato l'oggetto del contendere sotto i portici. Lesto Savic a prenderlo, invocato e reclamato dai bianconeri, pre e post 31 agosto. Marco ha deciso, proverà a diventare giocatore con l'Aquila.

È stata una scelta difficile?

Andare via dalla Virtus, dopo quattro anni fondamentali per me, è stato doloroso. E sono stato male, anzi in casa mia abbiamo sofferto tutti parecchio: da ferragosto fino al 31, quando è finito tutto. A un certo punto temevo di tornare indietro: i ricordi dell'ultima stagione, dopo tre belle, non erano piacevoli. Non avrei voluto, anche perché nel gruppo Skipper avevo scoperto di trovarmi davvero bene.

Nessun rimorso o nostalgia della vecchia casa?

Domenica al PalaDozza dopo il nostro allenamento ho salutato tutti quelli della Virtus 1934. Consolini, Rimondini, il prof Grandi e gli altri. Tengo a dire che durante quelle due settimane di ansia quelli della vecchia guardia si sono comportati in modo estremamente corretto, non mi hanno messo nessuna pressione.

Gli appelli di Hruby prima e Sabatini poi non hanno mai fatto breccia?

Ho scelto la Fortitudo, preferendola anche a Siena, che offriva di più. Non mi pento di quel passo. Certo, la prima volta che giocherò contro la Virtus mi verrà un po' di magone, questo è normale. Adesso i compagni mi prendono in giro e mi dicono "hai visto che la tua squadra ha vinto domenica?", ma io già non ci penso più.

Cosa c'è di così bello nell'ambiente Fortitudo?

Tra Repesa e Messina e gli altri grandi che mi hanno allenato non ho notato tante differenze. Il coach pretende e dimostra di credere in me. Sono molto coinvolto con i ragazzi, specialmente con Pozzecco, uno che sa come tenere il morale alto. E anche in allenamento ci dà dentro, anche se ogni tanto qualche battuta gli scappa pure sul lavoro. Che siamo una squadra giovane lo si vede e lo sentiamo.

Toccati con mano i grandi squadroni bianconeri a che livello è la Skipper, manca ancora qualcosa (probabilmente non ci sarà Guyton, ora coi Pistons) o è a posto così?

Con gli arrivi di Basile e Vujanic siamo diventati davvero tosti. Voci da fuori dicono che per essere al meglio dovrebbero aggiungersi un'ala piccola e un centro puro: a essere pignoli potrebbe sembrare così, ma i nostri quattro lunghi hanno grande qualità e il talento è veramente per tutti di ottimo livello.

SANGUETTOLI: «CAPII SUBITO CHE ERA SPECIALE. MA DIVENNE GRANDE IN UN DERBY CONTRO MANCIO»

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 30/06/2007

 

Marco Sanguettoli, 51 anni, allenatore delle giovanili Virtus, è stato uno dei primi allenatori, praticamente il primo, del Fenomeno di San Giovanni in Persiceto.

Sanguettoli, ricostruiamo la storia di Belinelli.

Lo portò in Virtus Max Milli. Era un ‘allievo’, ma giocava già tra i ‘cadetti’ delle annate 1984 e 1985.

Capì subito che Marco sarebbe andato lontano?

Aveva qualcosa di speciale. Se l’abbia notata la prima o la seconda volta non ricordo, però era speciale. Nella fluidità e nei movimenti.

Subito campione?

No, in realtà per un anno e mezzo ha giocato senza ‘spostare’, come facevano altri suoi compagni più esperti. La consacrazione avvenne in un derby.

Sicuro?

«Sicurissimo. Lui da una parte, Mancinelli dall’altra. Marco ne fece 25, Mancio 30. Uno spettacolo, perché si sfidarono senza esclusione di colpi per vedere chi era il più forte».

Poi la prima squadra.

Messina gli offrì questa vetrina: subito un canestro all’esordio.

E lei aveva già capito che sarebbe andato nella Nba.

Questo no. Lo ammetto, seguo poco i professionisti Nba perché dal punto di vista tecnico possono insegnarti poco. Ma che sarebbe diventato un giocatore di livello era chiaro.

Difetti?

Quello principale era legato alla difesa, un po’ leggerino. Repesa ha lavorato tanto e bene su questo. Poi, rispetto ai tempi delle giovanili, rinuncia spesso alle penetrazioni. Ma ha tutto per avere un grande arresto e tiro. E pure per giocare spalle a canestro.

I pregi?

Persona serena, umile e disponibile, sempre. La sua forza per prendere tiri importanti. E poi dal punto di vista tecnico impara tutto alla svelta.

Insomma, tutto per diventare una prima scelta.

Tra i giovani non ci sono certezze. Lui è stato fortunato e bravo allo stesso tempo. Ha trovato allenatori che gli hanno dato fiducia e l’hanno messo in campo. Prima Tanjevic, poi Repesa che lo ha assistito e creduto in lui. Sono davvero contento che Marco sia entrato nella Nba dalla porta principale. Sono felice per lui. E adesso, se permettete, gli spedisco un sms di congratulazioni.

TRIONFO IN NBA, NETTUNO D'ORO A BELINELLI

tratto da bolognarepubblica.it - 16/06/2014

 

Dopo la straordinaria impresa che lo ha portato a vincere il tittolo NBA Marco Belinelli sarà premiato dal Comune di Bologna con il Nettuno d'oro. "Marco Belinelli è riuscito a fare ciò che nessun italiano aveva mai fatto", spiega il sindaco Virginio Merola motivando il riconoscimento. "Solo qualche mese fa aveva trionfato nella gara dei 3 punti che ha preceduto l'All Star Game e con questo titolo è entrato nella storia del basket mondiale. Dai primi passi in Virtus, passando per lo scudetto in Fortitudo, fino alla vittoria con San Antonio Spurs in America. Belinelli è un campione che ha ben rappresentato Bologna e la sua San Giovanni in Persiceto nel mondo. Ed è per questo motivo che ho deciso di conferire il Nettuno d'Oro a Marco Belinelli".


 

 

VIRTUS, BELINELLI BIANCONERO PER UN GIORNO

Marco al lavoro all'Arcoveggio con Sanguettoli e i suoi baby

di Massimo Selleri - Il Resto del Carlino - 11/09/1914

 

...

Ieri mattina Marco Belinelli è tornato alle origini allenandosi con una squadra del settore giovanile bianconero. Il lavoro era guidato da Marco Sanguettoli, coach che segue il campione di San Giovanni in Persiceto quando quest'ultimo si ritrova nei paraggi delle Due Torri. Ovvio l'entusiasmo dei ragazzi che hanno potuto toccare con mano come con l'impegno i sogni possano diventare realtà.

 

BELINELLI RICEVUTO OGGI DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO

tratto da basketitali.it - 22/09/2014
 

Dopo la trionfale stagione 2013/14, continua il tour in Italia di Marco Belinelli. Oggi, infatti, l’atleta di San Giovanni in Persiceto sarà ricevuto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.


 

 

MARCO BELINELLI: "IL DERBY È UNA SFIDA UNICA, LA PRIMA VOLTA ME LA FACEVO SOTTO"

tratto da bolognabasket.it - 21/12/2016

 

A proposito di derby, Marco Belinelli, che ne ha giocati 5, di cui uno con la maglia Virtus e quattro in maglia Fortitudo, è stato intervistato da Luca Aquino sul Corriere di Bologna.

Ecco un estratto delle sue parole:

Cos’è il derby? Tutti nell’avvicinamento al match si sforzano di dire che è una partita come tutte le altre, ma invece non è così. È una gara a sé, l’ho provato sulla mia pelle. Ho avuto la fortuna di giocare il derby sia con una maglia sia con l’altra, non ne ho giocati tanti ma abbastanza per dire che è una sfida unica.

L’attesa è altissima? Ricordo che anche all’epoca se ne cominciava a parlare molto prima e nella settimana della partita diventava un pensiero fisso. Il derby lo senti arrivare ed è una partita bellissima da giocare».

Devo ammetterlo, prima del mio primo derby me la facevo sotto. Venivo da un piccolo paese alle porte di Bologna, era una partita che sentivo molto perché sapevo quanto fosse importante.
Il primo è indimenticabile. Ero molto giovane, Bianchini ebbe il coraggio di mettermi in campo e segnai subito un canestro da tre. Qualcosa che ricorderò per sempre.
Poi il passaggio alla Fortitudo? Ero più tranquillo anche se sapevo che sarei stato il giocatore più bersagliato dai tifosi della Virtus. Così è stato, ma non fu assolutamente un problema, fa parte del derby e lo accetto. Dentro e fuori dal campo l’atmosfera era sempre eccezionale.

Un’immagine che ricordo è la stoppata di Ginobili a Myers al PalaDozza. Un gesto incredibile da parte di un giocatore incredibile, che ho conosciuto da piccolo quando mi affacciavo in prima squadra alla Virtus e con il quale ho avuto la fortuna di giocare e vincere agli Spurs. L’ho sempre considerato un idolo da prendere ad esempio.
Oltre a Ginobili, ho sempre guardato con un occhio di riguardo Danilovic. Mi piaceva come entrambi giocavano i derby, venivano fuori sempre nel momento del bisogno per un canestro decisivo. Ovviamente il tiro da quattro è un altro dei momenti storici della sfida. In Fortitudo direi Myers, un giocatore che nei derby si esaltava: ricordo la sua uscita dal campo fra gli applausi molto belli dei virtussini nella finale 2001.

MARCO BELINELLI E’ UN NUOVO GIOCATORE DI VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA

tratto da www.virtus.it - 26/11/2020
 

Virtus Pallacanestro Bologna s.p.a. comunica di aver raggiunto un accordo fino al 30 giugno 2023 per Marco Belinelli.

“Il progetto della Virtus Segafredo Bologna è un progetto che mi ha interessato da subito. Un progetto stimolante, nel quale sono certo potrò contribuire in maniera importante.” – sono queste le prime parole di Marco da giocatore delle V Nere.

Marco Belinelli, torna a Bologna!

Il giocatore originario di San Giovanni in Persiceto torna a calcare i parquet italiani con la maglia della V Nera.
Belinelli, selezionato al Draft statunitense nel 2007 dai Golden State Warriors, è stato il primo ed unico giocatore italiano ad aver vinto il titolo NBA con la maglia dei San Antonio Spurs nella stagione 2013-2014. Con la maglia azzurra, Belinelli è il quarto miglior realizzatore di tutti tempi, con 2.258 punti segnati in 154 partite.

Il giocatore verrà presentato alla stampa nella giornata di sabato 28 novembre.

Virtus Segafredo Bologna dà il bentornato a Marco.

Belinelli torna dopo 17 anni: alla presentazione con Zanetti e la nuova maglia (foto tratta da www.virtus.it)

BENTORNATO A CASA

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

Marco Stefano Belinelli fece una lunga strada nelle giovanili Virtus: dai propaganda ai cadetti, arrivò sognando Danilovic e finì ad esordire in prima squadra con Ginobili: Beli ne segnò 3 e Manu 31 il 4 aprile 2002. L'anno dopo una stagione non fortunata per le V nere, ma lui disputò 37 gare mettendo a segno 87 punti, con anche il debutto in Eurolega, per un totale di 90 punti in 38 partite con la Virtus. In quell'annata gioca anche nei cadetti e al Torneo Bruna Malaguti di San Lazzaro ne rifila 42 alla Scavolini di Hackett. Poi l'estate 2003, la Virtus che perde l'affiliazione e Marco emigra alla F, si afferma definitivamente, poi il volo in Nba, tante franchigie, con la perla dell'anello a San Antonio (con Ginobili, chi si rivede!) e la vittoria nella gara di tiro da tre punti. Ora finalmente il ritorno a casa.


 

BELINELLI: IL RITORNO IN VIRTUS E’ UNA BELLA FAVOLA. OBIETTIVI? NON HO MAI VINTO L’EUROLEGA…

tratto da bolognabasket.it - 27/11/2020

 

Le parole di Marco Belinelli alla Gazzetta dello Sport.

“In NBA sono arrivate delle offerte in questa free agency, ma nessuna mi avrebbe permesso di vivere una stagione con la motivazione e la carica giusta. Io amo la pallacanestro, amo giocare e lottare per obiettivi importanti. Io voglio giocare, essere protagonista. Quando non ho visto le offerte Nba che avrei voluto ho cominciato a guardarmi attorno e capire quale potesse essere il mio futuro. Si è presentata questa possibilità e l’ho colta: sono molto contento di iniziare questo progetto con la Virtus Bologna.
Ho deciso poche ore fa. È successo tutto molto in fretta. Ho parlato con le persone a me vicine. E ho fatto una scelta importante, dicendo sì ad una proposta che mi ha entusiasmato. Devo anche ringraziare i miei fratelli: sono stati molto bravi.
Il ritorno in Virtus? Una bella favola. Ho iniziato nelle giovanili della Virtus, ho esordito con loro. Poi la squadra purtroppo è fallita e ho cambiato. Torno in una grande organizzazione, in cui vedo persone cariche per fare bene e vincere. È questo che mi ha spinto a scegliere la Virtus. E’ un gruppo fondamentalmente giovane, con buoni giocatori, un grande allenatore e un grande talento come Milos Teodosic. Il fatto che ci fosse lui mi ha aiutato a fare questa scelta.
Il numero? Il 3. Mi ha portato bene in tante occasioni, speriamo possa andare bene anche nei prossimi tre anni con la Virtus.
Mi servirà tempo per riprendere il ritmo. Ho chiuso la stagione il 15 agosto, da allora ho seguito un programma di lavoro individuale allenandomi 3-­4 volte alla settimana con Marco Sanguettoli. Ho cercato di tenermi in condizione ma ovviamente non sono al massimo: credo che l’idea di riprendermi darà tanta carica per tornare in fretta al top.
Obiettivi? Non ho mai vinto l’Eurolega, ho vinto un grande scudetto con la Fortitudo di cui vado fiero. È il momento di inseguirne di nuovi”.

 

Nota di Ezio Liporesi
 
La Virtus perse l'affiliazione FIP numero 102, ma Sabatini, rilevata la società, pagò tutti i debiti, transando con quasi tutti e così la società non è fallita. Prese il titolo di Castel Maggiore e così giocò in A2. La FIP poi riconobbe più tardi che società Virtus e squadra erano un'unica entità e da quel momento tutto è tornato come prima, tranne il numero di affiliazione, ora 050294: Virtus a tutti gli effetti. Per fare un paragone, la Fortitudo invece è fallita e ha dovuto cambiare nome per creare una nuova società, la Fortitudo 103, esattamente come il Bologna F.C.  calcio è diventato Bologna F.C. 1909.

 

Belinelli, 25 punti contro Lubiana

BENTORNATO MARCO

di Emanuele Venturoli - lagiornatatipo.it - 03/12/2020

 

Un tizio chiama, dice che hanno appeso un cartello. Proprio lì, davanti a casa sua. Ma certo che lo vede dalla finestra, dice. Ozzano dell’Emilia, 13.770 anime, provincia di Bologna, patrono San Cristoforo. 26 Novembre, esterno sera. Nebbia, anzi, foschia. Il tizio dice che mezzora fa il cartello non c’era, ne è sicuro perché ha portato fuori il cane, che gli piace pisciare nel prato lì davanti, che c’è l’erba alta. Piace al cane, non a me, dice il tizio, con voce incerta. Il tizio dice anche che glielo può leggere direttamente dal telefono, che si vede benissimo, il cartello. Il tizio al telefono dice che sul cartello c’è scritto “Belinelli bavoso del cazzo. Mai più in questo palazzo”. Pronto? È ancora lì, chiede il tizio.

A Bologna tutti hanno una storia su Marco Belinelli da raccontarvi. Come quella volta che siamo andati al ristorante da Oltre, all’angolo di Via Belvedere, ed è arrivato Belinelli. Camicia bianca, giacca della felpa nera, cappello a tesa larga, nero pure quello. Si avvicina al cameriere, gli sussurra qualcosa all’orecchio, quello ride e se ne va. Ovviamente hanno servito prima lui di noi, manco a dirlo, neanche se ci eravamo seduti un quarto d’ora prima.

È necessario capire che non tutte le storie su Marco Belinelli che sentirete a Bologna sono vere, o perfettamente rispondenti alla realtà. Quella che avete sentito sul ristorante, ad esempio, non lo è. Neppure quella su quella volta che eravamo al Meloncello a giocare e sono arrivati i soliti ignoti, verso l’ora di cena, e ci hanno detto che dovevano giocare loro perché il campo era prenotato, mentre parcheggiavano i Cayenne sotto il portico.

È altresì necessario capire che a Bologna tutti -compreso il sottoscritto evidentemente- approcciano la propria opinione come fanno con la ricetta del ragù: ognuno ha la propria, che è necessariamente migliore di quella del vicino. Quando le presentiamo, sia l’opinione che la ricetta, alziamo le mani con i palmi verso il fuori, come a dire “per l’amor di Dio, io la penso così, ma la mia vale quanto la tua”. Un po’ come Bruno Barbieri con il meme del “Chiedo”. Fa ridere perché lui non stava chiedendo e noi non stavamo pensando davvero che il suo ragù potesse essere migliore nel nostro. Il segreto, ad ogni modo, è 3 foglie d’alloro, rigorosamente intero, da lasciare riposare. Poi, per l’amor di Dio, fate voi.

 

Marco Belinelli torna a casa dopo tredici anni di oltreoceano per ritrovare la sua città spaccata e livorosa come l’aveva lasciata nel 2007 quando se ne era andato. Questo la dice lunga sia sul ruolo del tempo nel capoluogo emiliano sia sul punto della narrativa sportiva italiana, che chissà perché manca sempre di centrare il bersaglio grande, concentrandosi sulla conquista della Kamchatka perché fa figo quando bisognava conquistare la Cina dalla quale si attacca più facilmente. Poi, per l’amor di Dio, a RisiKo ognuno gioca come vuole.

Buona parte della suddetta narrativa si concentra su una frase che Marco disse nel 2007, mentre lasciava Bologna alla volta dell’America e che recitava più o meno così: “Porterò sempre la Fortitudo con me, e per questo il giorno che tornerò a giocare in Europa lo farò solo qui a Bologna, la mia città, e con la maglia della Fortitudo. Questo è il mio impegno e la mia promessa”.

Erano le parole di un ragazzo di appena vent’anni, emozionato per la convocazione nel basket che conta e colto nell’urgenza di dire qualcosa di importante a chi lo vedeva andar via. Erano parole sincere, senza ombra di dubbio, ma anche ingenue. Erano una dichiarazione d’amore per la squadra che lo aveva consacrato come uno dei più grandi italiani di sempre e che erano sia un lascito per la sua città sia un ringraziamento ad una tifoseria esigente e da sempre amante delle bandiere. Chiedere che Marco tenesse fede, 13 anni dopo, a quelle parole, è assoluta follia.

Su questo punto nello specifico è bene intendersi e non lasciare spazio ad ipocrisie facili come a isterismi sguaiati. Le parole di Marco Belinelli del 2007 sono semplicemente le parole di Marco Belinelli nel 2007. Tanto è legittimo che un tifoso Fortitudo si senta deluso e tradito dal mancato ritorno del figliol prodigo, tanto non lo è chi invoca infortuni, premature scomparse e l’abduzione dei parenti più prossimi. Allo stesso modo, il virtussino giustamente lieto per il bell’acquisto, non si gonfi il petto di valori morali o di crociate gagliarde per il giusto, il bello e il buono: Belinelli ha giustamente scelto la parte di Bologna che può garantirgli più soddisfazioni sportive nel breve termine e garanzie economiche di spessore. Qui il romanticismo c’entra poco, poi, per l’amor di Dio, ognuno la pensa come gli pare.

In tredici anni lontano da casa Beli ha cambiato casacca 10 volte, girando l’America in lungo e in largo, da una costa all’altra, dalle enormi metropoli alla vita più lenta del Sud. Lungi dall’esistenza dell’uomo con valigia di cartone, questa è la carriera che l’NBA riserva agli specialisti: una vita di innesti continui, di perfezionamenti tattici, di micromissioni scientifiche. Migliaia di rimesse allo scadere, infinite serie di blocchi per liberare quei settanta centesimi di secondo che servono per lasciare andare un tiro, una serie interminabile di movimenti ripetuti fino all’ossessione perché -come diceva quel tizio- non ci si allena fino a quando non si fa una cosa bene, ma fino a quando non si sa più come farla sbagliata. Sportivamente, un incubo. Essere specialisti in un basket di specialisti come è quello americano significa dovere azzerare il margine d’errore su quell’area specifica, venire misurato esattamente per quel fondamentale, non avere scuse e andare dove c’è bisogno di te.

Belinelli in America ci sta proprio bene. Se facciamo eccezione per i primi due, tre anni a San Francisco e Toronto[1], la carriera di Marco in NBA è assolutamente di prim’ordine, e non di prim’ordine per un italiano. Belinelli in America ci vince un titolo, una gara del tiro da tre all’All Star Game, colleziona più di 200 presenze da titolare, spacca qualche cuore come quella sera a Philadelphia e lascia una casa e più di un allenatore a San Antonio. È uno che ha visto e giocato tanti playoff, che ha messo qualche trentello, che ha sempre tirato con percentuali attorno al 40% da tre punti e che è stato parte importante di più di un progetto, come quello degli Hornets del 2010-11 insieme ad Trevor Ariza, Chris Paul e David West.

Belinelli, che era un “cinno” quando se ne è andato, non è più un “cinno” oggi. Zanetti ha definito il suo ritorno in maglia Virtus come la firma più importante per il basket italiano degli ultimi 40 anni. Anche su Zanetti i bolognesi hanno sempre una storia e un’opinione, non sempre necessariamente vera, ma questa potrebbe essere quantomeno verosimile e come al solito è necessario vedere il valore assoluto, e non relativo, dell’operazione se si vuole parlarne con senso compiuto.

Che Marco Belinelli torni in Italia è un’operazione importante per il basket italiano. Uno come lui poteva benissimo andarsene a Madrid, a prender un sacco di soldi e cercare di vincere l’Euroega, al CSKA a prender un sacco di soldi e cercare di vincere l’Eurolega mentre imparava il russo o all’Efes, al Barcellona e via discorrendo a fare più o meno le stesse cose con più o meno coreografie sugli spalti. Oppure poteva pure prendersi una casetta su una collina di Ibiza, infilarsi un paio di ciabatte e un cappello di paglia e lamentarsi per tutta la vita di come siano i turisti a rovinare l’isola. Se Belinelli ha scelto Bologna e l’Italia è per un indiscutibile amore per questa terra, questa città e per la sua famiglia. Una terra e una famiglia che ha ricordato sempre, con orgoglio e senza retorica, in ogni giorno d’America. Si può dire che se è tornato a Bologna non è solo per il basket, e questo è umano e comprensibile, se non addirittura encomiabile e giusto.

Uscendo da questa infinita ed estenuante sineddoche, in cui la parte dell’uomo Belinelli sta prendendo il posto del Marco giocatore italiano che gioca in Italia, è tempo di lasciare che il campo parli di pallacanestro e che Belinelli parli per se stesso o non parli affatto. Per il movimento è il momento di gustarsi e sapere gestire la presenza di uno dei suoi esponenti più importanti nel suo campionato più importante. Per i tifosi è l’occasione di ammirare uno dei massimi interpreti italiani di quest’arte sui parquet nazionali. Per i bolognesi, infine, è il momento di pensare che anche chi ha vissuto a San Francisco ha voglia di ritornare qui, a camminare sotto un portico, a ridere con gli amici di sempre, a vedere San Luca che sbuca sulle colline mentre dalla bassa ci si avvicina al centro. Il ragazzo è tornato a casa. In fondo, non è una gran bella storia?

Ad ogni modo, una volta Belinelli mi ha rubato la palla e poi è andato dall’altra parte del campo a schiacciare. Io avevo 16 anni, lui 14. Palasport di Castel Maggiore, via Lirone, un martedì sera. Mi piacerebbe dire un sacco di cose sensate e ragionate sull’argomento, del tipo che già si vedeva che sarebbe diventato un campione, che si capiva da come si muoveva, da come guardava il campo, che certe robe sono scritte. Mi piacerebbe dirvi che tornando indietro e passandomi accanto ha mimato il gesto delle spallucce e delle mani verso il cielo, come chi dice “che vuoi farci amico? È così che va la vita”. Mi piacerebbe dirvi un sacco di cose, ma anche questa storia potrebbe essere vera oppure no.

Sapete perché ogni bolognese ha una storia su Belinelli, come su Cremonini o Lucio Dalla? È una ragione idiota, se volete, ma in fondo è il nostro modo di sentirci un po’ più vicini a quelle stelle che ammiriamo da sempre.

 


 

BELINELLI, “SONO TORNATO PER VINCERE LO SCUDETTO. DELL’NBA NON MI MANCA NULLA, NON HO VISTO NEMMENO UNA PARTITA”

tratto da bolognabasket.it  - 15/05/2021

 

Marco Belinelli è stato sentito da Umberto Zapelloni per Il Foglio. Un estratto dell’intervista.

“Cosa mi è mancato dell’NBA? Niente. Se devo essere sincero proprio niente. Non ho visto neppure una partita in tv. Sono contento al mille per mille della mia scelta e quando vado ad allenarmi lo faccio con il sorriso. Dopo 13 anni avevo voglia di tornare a casa e di mettermi in gioco in un campionato diverso dall’Nba. In America si giocava molto, si volava tantissimo, eravamo sempre in viaggio. Qui ho la fortuna di poter passare molto più tempo con mia moglie, di essere più vicino alla mia famiglia e ai miei amici che per me sono sempre stati molto importanti.
Penso che sia un bel campionato. Bello e particolare. Ci sono squadre che sulla carta sono più forti come Milano, Venezia, Sassari, Brindisi, noi, ma è un campionato così equilibrato che non bisogna mai dare nulla per scontato. Non si può sottovalutare nessun avversario, altrimenti finisce come a noi all’ultima della stagione regolare che abbiamo perso con Trento. Bisogna avere rispetto di ogni avversario. Sono contento di giocarci e di farlo con la Virtus una squadra che giustamente ha delle ambizioni. Sono tornato per questo. Perché il progetto punta in alto, perché possiamo sognare di vincere il campionato. Vogliamo centrare l’obbiettivo per noi, la società e la città di Bologna, sperando di poter presto riavere i nostri tifosi.
Avevo voglia di tornare a essere un leader. Una cosa che mi mette pressione, ma ne avevo bisogno. C’è una società che vuole crescere e vincere. Avevo bisogno di sentirmi così. Di poter dare il contributo della mia esperienza in spogliatoio, in campo, ma anche in società perché in America ne ho viste davvero tante e qualcosa avrò pure imparato da organizzazioni perfette come quella di San Antonio. Non sono una persona che parla tantissimo, ma amo questo sport e credo di esser capace di trasmettere la mia passione. Ho un ottimo rapporto con il presidente Zanetti, con Baraldi, con Paolo Ronci e cerco di dare il mio contributo anche dal punto di vista organizzativo e vedo che possiamo crescere e raggiungere traguardi importanti. Uno scudetto io l’ho già vinto, ma sono qui per riprovarci. E poi resta il sogno dell’Olimpiade”.

BELINELLI: SONO CARICO E ORGOGLIOSO. QUI PER VINCERE CON LA VIRTUS

tratto da bolognabasket.it - 05/06/2021

 

Marco Belinelli è stato intervistato da Corriere dello Sport e Tuttosport.
Un estratto delle sue parole.

Sono carico e orgoglioso, era uno degli obiettivi.
Contro Treviso abbiamo giocato un buon basket contro un’avversaria che ha lottato e ci ha complicato la serie. Facendoci arrivare pronti contro Brindisi. Siamo stati davvero bravi, soprattutto a vincere la prima che in trasferta è molto complicato. Quel successo ci ha dato grande carica, è stato un lavoro di gruppo, dove ognuno ha dato qualcosa: sarà ancora più importante ripeterci contro Armani. Milano è davvero fortissima e molto ben allenata. È andata a un tiro dalla finale di Eurolega. Ha vinto su tutti i campi più difficili. Sicuramente avranno studiato come togliere alcune nostre chiavi: il pick and roll di Teodosic, le mie uscite dai blocchi. Dovremo essere bravi a trovare le soluzioni alternative, soprattutto a giochi rotti”.
Il ritorno in Italia? Non è stato semplice, anche perché iniziare a dicembre mi ha tolto qualcosa sul piano fisico, ho perso una parte importante. Adesso sto bene.
La reazione dopo Kazan? Siamo stati bravissimi a reagire immediatamente dopo quell’eliminazione, anche se abbiamo perso contro Milano, ma lottando, giocandocela contro la migliore e concentrandoci per puntare all’altro obiettivo, questo finale. Ora ci proveremo in ogni modo. Abbiamo perso tre volte con l’Armani, ma bisogna sempre avere fiducia. Del resto in giro sentivo che non avremmo vinto nemmeno una gara con Brindisi. Ripeto sono orgoglioso di quello che stiamo facendo. Ogni partita può essere diversa.
Con Milano è 0-3 in stagione? Se avessimo sentito quello che si diceva in giro, non avremmo dovuto passare il turno. Questo ci ha caricato ancora di più. Sono orgoglioso, come dice Teodosic, di essere arrivati qui. Ora dovremo restare uniti cercando di fare cose semplici.
Se arrivasse una chiamata NBA? Potevano pensarci prima, no? Hanno perso tempo. Sono qui per il progetto Virtus e per vincere.


 

BELINELLI: AVEVO TANTA VOGLIA DI VINCERE. SPERIAMO DI ESSERE SOLO ALL’INIZIO

tratto da bolognabasket.it - 12/06/2021

 

Le parole di Marco Belinelli a fine partita.

Avevo bisogno di obiettivi, di motivazioni e di sentirmi vivo. Avevo tanta voglia di vincere e lo abbiamo dimostrato. Ho vinto con la Fortitudo, ho vinto con gli Spurs e ho vinto qui, al primo colpo. Nell’ultimo mese abbiamo giocato una pallacanestro clamorosa: non è la vittoria del singolo ma di tutta la squadra, e tutti lo hanno notato. Ringrazio un grande Djordjevic, tutto lo staff, la società e i tifosi. Sapevamo di poterci andare vicino anche se in autunno tutti pronosticavano Brindisi o Milano, ma noi abbiamo dimostrato di avere gli attributi. Ho scelto bene, speriamo di essere solo all’inizio. Questo deve essere il primo passo per salire sempre più in alto nei prossimi anni. Con Teodosic formiamo una bella coppia, dentro e fuori dal campo. Ci troviamo a bere il caffè… ovviamente Segafredo”.

MARCO BELINELLI È IL NUOVO CAPITANO DELLA VIRTUS BOLOGNA

tratto da bolognasportnews.it - 27/08/2021

 

Il giocatore ha comunicato personalmente la notizia durante la presentazione della squadra a Folgaria.

Marco Belinelli è il nuovo capitano della Virtus Segafredo Bologna. Il campione di San Giovanni in Persiceto ha annunciato la novità sul palco del Palaghiaccio di Folgaria, in occasione della presentazione della squadra in vista della stagione 2021/2022. Una decisione presa di comune accordo da tutti i membri del roster, che hanno scelto Belinelli come guida in campo e nello spogliatoio.

Le parole di Marco Belinelli:  “Ringrazio i tifosi per essere qui. Stiamo lavorando molto bene, ci vorrà tempo per perfezionare tutto ma siamo una grande squadra e cercheremo di dimostrarlo. Abbiamo un giusto mix di giovani e atleti esperti. Dovremo arrivare il prima possibile nelle condizioni migliori. Quando sono arrivato avevo l’obiettivo di vincere il prima possibile, non mi aspettavo di poter dominare il playoff e vincere lo scudetto. Questo ci aiuterà a crescere”.

BELINELLI: DA CAPITANO DARO’ IL MASSIMO. LE POLEMICHE SULLA NAZIONALE? FASTIDIOSE, NON STAVO BENE

tratto da bolognabasket.it - 01/09/2021

 

Marco Belinelli è stato intervistato da La Domenica Sportiva su Rai 2.

Le sue parole

Vincere per me, per tutti, è la cosa che mi importa di più. Riuscire a vincere lo scudetto, appena arrivato a Bologna, è qualcosa di ancora più valido. Una vittoria davvero importante».

Il ruolo di capitano? Ieri mi ha scritto Luca Vitali che mi ha ricordato che a 15/16 anni lo ero nelle giovanili. Non so se sia vero, ma se fosse sarebbe la seconda volta. Darò il massimo».
Le polemiche per aver rinunciato alla Nazionale? Fisicamente non stavo bene. Ne avevo già parlato con la mia società e con Petrucci. Capisco che ci siano rimasti male, ma come ci sono rimasti male loro, ci sono rimasto male io. E’ stato sicuramente fastidioso.


 

BELINELLI: ESSERE CAPITANO E’ UN ONORE. AL PRIMO POSTO METTO LA QUALIFICAZIONE IN EUROLEGA

tratto da bolognabasket.it - 25/09/2021

 

Marco Belinelli è stato sentito da Davide Chinellato per la Gazzetta dello Sport. Un estratto dell’intervista.

“Sono molto più concentrato su quello che sto facendo: il campionato italiano, l’Eurocup. E guardo molte partite di Eurolega, obiettivo molto importante per me e per la Virtus.
Essere capitano è un onore, un ruolo che cercherò di interpretare al meglio. Sono disponibile ad essere un esempio per i giovani, voglio aiutare i miei compagni cercando di essere un leader silenzioso e dimostrare la mia passione e la mia voglia di vincere.
Pajola? Io lo amo. È un giocatore che parla poco, ma fa tanto in campo. Difende come non ho mai visto nessuno fare, per me sarà lui quello che ci darà tanto fuoco per avere una stagione importante. E sono super contento di giocare con Teodosic: anche il nostro rapporto è cresciuto tantissimo e siamo super amici.
Sono stati fatti acquisti di talento, giovani che vogliono vincere. La cosa più bella sarebbe vincere tutto, sia personalmente che per la società. Al primo posto però metto la qualificazione per l’Eurolega, affrontare squadre di livello altissimo. Ne abbiamo avuto un assaggio durante la preparazione, nel torneo di Monaco: ci è servito molto. Lo scudetto resta chiaramente un traguardo importante.”


 

BELINELLI: HO ANCORA IL FUOCO DENTRO. ORA E’ IL MOMENTO DOVE SI LAVORA PER PORTARE A CASA QUALCOSA

tratto da bolognabasket.it - 15/01/2022

 

Marco Belinelli è stato sentito da Paolo Bartezzaghi per la Gazzetta. Un estratto dell’intervista.

Il virus mi ha penalizzato, ma per fortuna è stato leggero: un po’ di tosse e raffreddore. Per una settimana sono stato senza fare niente, solo cyclette dopo un paio di giorni. È un momento così per tutti, ora è passato.
La Virtus? Stiamo facendo il nostro percorso. Abbiamo subito alcune sconfitte, tra virgolette, inaccettabili, come con Napoli e Tortona. Credo però che possano esser passaggi importanti per una crescita di squadra dal punto di vista mentale. A Valencia in Eurocup secondo me abbiamo giocato molto bene e abbiamo perso per qualche errore al tiro nel finale. Finora non siamo mai stati al completo, ci è mancata anche un po’ di fortuna. Adesso parte il momento della stagione in cui si lavora per portare a casa qualcosa. La Coppa Italia è un trofeo importante.
Milano? È la squadra da battere, come lo scorso anno, non c’è bisogno che lo dica io. Ha una difesa pazzesca, la migliore in Serie A e in Eurolega, dove sta facendo un gran cammino.
In squadra mi trovo bene da capitano e punto di riferimento. Sono sempre a disposizione per parlare con i più giovani, quando hanno bisogno io ci sono. La fortuna è che i giovani della Virtus ascoltano me e anche gli altri giocatori di esperienza come Teodosic e Weems. Non è facile o scontato: a volte i ragazzi hanno la testa tra le nuvole, pensano di essere già arrivati. Non è il caso dei nostri.
Non mi sento a fine carriera, ho ancora il fuoco dentro. Mi piace allenarmi, sfidare i compagni, giocare e lottare per vincere. La Nazionale? E’ il momento di far andare avanti i giovani, il mio obiettivo e unico pensiero è vincere con la Virtus.


 

LBA AWARDS: RICONOSCIMENTO PER WEEMS, BELINELLI, PAJOLA

tratto da bolognabasket.it - 12/05/2022

 

Ci sono tre giocatori Virtus negli LBA Awards.
Kyle Weems è stato inserito nel miglior quintetto stagionale assieme ad Andrea Cinciarini, Amedeo Della Valle, Tyrique Jones e Nicolò Melli.
Marco Belinelli è stato votato come miglior sesto uomo.
Alessandro Pajola è il miglior difensore della stagione.

 

GLI ULTIMI FANTASTICI OTTO MINUTI DI BELINELLI IN GARA UNO

di Ezio Liporesi - 27/05/2022

 

Gara uno di semifinale Virtus - Tortona. Ecco gli ultimi otto minuti di Belinelli:

I tre liberi del 56-59

Tripla del 59-61

Tripla del 66-69

Canestro in penetrazione del 68-71 (fallisce l'aggiuntivo)

Canestro da sotto su assist di Teodosic del 70-71

Canestro in sospensione su assist di Teodosic del 72-73

Tripla del 75-73 ricevendo da Weems, che aveva ricevuto il pallone da Milos in tuffo, che aveva ricevuto dal tocco di Shengelia, al quale era arrivato dal salvataggio di Hackett saltando fuori dal campo sul rimbalzo difensivo

Un libero su due del 77-73.

Dal punteggio di 53-59 al 32' al quale Belinelli era arrivato con 6 punti, 1 su 7 da tre, 1 su 3 da due e 1 su 2 in lunetta, ha poi prodotto:

19 punti sui 24 della Virtus

13 degli ultimi 14

sei degli ultimi sette canestri dal campo della Virtus

4 su 6 ai liberi, 3 su 4 da due, 3 su 3 da tre.

E in questa rimonta il capitano ha anche invitato alla calma i compagni che avevano perso un paio di palloni per frenesia e chiamato l'incitamento di un pubblico già molto caldo, ma che è diventato il sesto uomo in campo per poi tributargli alla fine il meritato applauso.

 

BELINELLI: “IL RITORNO DELLA VIRTUS IN EUROLEGA E’ UN ORGOGLIO PER TUTTA LA CITTA'”

tratto da bolognabasket.it - 30/09/2022

 

Le dichiarazioni di Marco Belinelli a Eurohoops.net

“Siamo pronti e davvero vogliamo tornare a giocare in Eurolega, dato che sia io che il club non giochiamo in questa competizione da tanto tempo. C’è grande voglia di fare bene: siamo all’inizio della stagione, e dovremo capire che tipo di squadra saremo, dobbiamo lavorare tutti i giocrni, crescere nella confidenza reciproca e creare un buon gruppo. Sarà una Eurolega di alto livello, tutti gli incontri saranno importanti, sia in casa che fuori: ci sono squadre molto forti, in particolare Barcellona, Efes e Fenerbahce, ma non dimentichiamo l’Olympiacos e non solo. Dovremo avere la giusta mentalità e spirito di squadra, sia in attacco che in difesa.
Abbiamo tifosi unici, si faranno sentire. Sarà bello all’inizio giocare al Paladozza e poi alla Segafredo Arena: abbiamo bisogno di loro e noi faremo del nostro meglio. Avere un club in Eurolega dopo così tanto tempo è qualcosa di cui essere orgogliosi, non solo il club ma anche tutta la città”.

 

VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA, BELINELLI E IL RITORNO IN EUROLEGA: “SONO MOLTO CARICO ED EMOZIONATO. CON LA SOCIETÀ STIAMO GIÀ PARLANDO DEL MIO RINNOVO”

Il capitano bianconero è stato intervistato su “La Gazzetta dello Sport”

tratto da legabasket.it - 05/10/2022

 

Intervistato da Paolo Bartezzaghi su “La Gazzetta dello Sport”, Marco Belinelli ha parlato delle sensazioni che sta per rivivere tornando a disputare l’Eurolega: “Sono molto carico ed emozionato. L'Eurolega mi è mancata quando ero negli Stati Uniti e la seguivo a distanza. Ci ritorno con grande curiosità. Ed è un ritorno importante anche per la società, che manca da 14 anni, e per la città di Bologna”.

Un parere poi anche sulla nuova Segafredo: “Mi piace, c'è tanta strada da fare ma siamo in crescita. Non c'è tempo da perdere, ogni partita conta in campionato e in Europa. Per questo dobbiamo fare gruppo in fretta ed essere pronti”.

In occasione degli Europei disputati a Milano, Belinelli ha anche incontrato Gregg Popovich, suo ex coach ai tempi di San Antonio: “Ci siamo abbracciati, è stata un'emozione unica. Pop è un allenatore straordinario, insieme abbiamo vinto il titolo a San Antonio. Ed è una persona incredibile: con lui sono cresciuto come giocatore e fuori dal campo”.

Infine una domanda sul futuro nel post-carriera: “Non ci penso ancora per niente. Anzi, con la società stiamo parlando di rinnovo del contratto in scadenza. Amo questo sport, sto bene e ho il fuoco dentro. Voglio aiutare la Virtus a vincere, non penso ad altro".


 

 

LE SEQUENZE DA 16 PUNTI

di Ezio Liporesi - Basketcity.net - 06/02/2023

 

Belinelli (23 punti) dal 59-62 degli ultimi secondi del terzo quarto al 75-67 quando è appena iniziato il quarto minuto dell'ultimo periodo, con cinque tiri da tre a bersaglio, l'ultimo con aggiuntivo, costruisce un 16-5 che riporta l'inerzia alla squadra di casa. La Virtus torna sotto 77-78, ma poi vince 84-78 grazie a un parziale finale di 8-0. La serie del capitano riporta alla mente cosa fece Teodosic a Trento il 5 gennaio 2020: dal 34'35" al 39'24", sul 61-65, Milos cominciò il suo show di 16 punti consecutivi che terminò sul 76-81, un parziale di 15-16 che consegnò la partita a Bologna (punteggio finale 77-83). In quella striscia Milos (30 punti totali) fece 3 su 4 da tre, 1 su 2 da due e 5 su 6 in lunetta, mentre contro Brescia Belinelli ha fatto 5 su 5 da tre e 1 su 1 dalla lunetta. Il 23 novembre 1995 Antoine Rigaudeau che dal 1997 al 2003 fece le fortune della Virtus, con il Pau Orthez vinse a Bologna 99-102 segnando tutti i 16 punti del supplementare chiusosi 13-16.


 

 

BELINELLI: NON MI INTERESSA SE MI DICONO VECCHIO O BOLLITO. ANZI SONO MOTIVAZIONI IN PIU’

tratto da bolognabasket.it - 14/02/2023

 

Marco Belinelli è stato sentito da Andrea Barocci per il Corriere dello Sport. Un estratto dell’intervista.

“L’età è un numero e basta. Ma parlare di Nazionale per me adesso non ha senso. Perché con la Virtus stiamo provando ad entrare tra le prime otto squadre dell’Eurolega, e c’è la Coppa Italia: per il momento le mie priorità sono queste, poi si vedrà…
Io vecchio? A me non frega nulla se mi dicono vecchio, bollito o altro ancora. Anzi, per quanto mi riguarda sono tutte motivazioni in più per poter dimostrare il contrario.
Odio quando non posso giocare: sto male, soffro. Io amo il basket, il confronto, la sfida, il potermi allenare. Cerco di essere un buon esempio per i miei compagni, che d’altronde è quello che il mio ruolo di capitano richiede. Inoltre in questo momento mi sento bene: ho cura del mio corpo, faccio una vita semplice e umile: sto a casa con mia moglie Martina e mia figlia Nina Sophie. Quello che sono ora lo devo anche alla famiglia, ai compagni, al mio club.
E’ presto per esprimere un giudizio sulla stagione di Bologna. Ora c’è la Coppa Italia, poi proseguirà l’Eurolega. Si deve aspettare ancora un altro po’ di tempo. E’ vero, in Europa abbiamo subito della sconfitte in gare facili, comunque io ho fiducia in questa squadra e in questo club.
Coppa Italia non importante? Io sin da piccolo credo che sia sempre meglio vincere qualsiasi coppa si disputi. E’ la mia mentalità. Si dice anche che la Coppa Italia porti sfiga… Noi però vogliamo portarla a casa, e per questo daremo il massimo.”

 

IL NUOVO SOGNO DEL VECCHIO ARTISTA CON LE ALI. "BELINELLI INSEGNA CHE SI PUÒ E SI DEVE ANCORA IMPARARE"

di Lia Rebecca Valerio - Nuvole - 22/02/2023

 

Da qualche parte qualcuno ha scritto che con i vecchi i giovani non parlano più. Non ci sono più i racconti e le storie e nemmeno i sogni. Eppure anche i vecchi fanno i sogni. Sono un po’ come gli ultimi, i vecchi. Come quelli che su un muro di Tijuana, vicino al confine, hanno scritto che "tambien de este lado hay suenos", che anche da questa parte ci sono i sogni. Un sogno è successo proprio là, in quella terra secca e calda. Una terra d’oro e di confine, dipinta di nero e di argento. Il Larry O’Brian Trophy dentro un tricolore e le lacrime e nessuno ha creduto in me e alla fine ho vinto. Un altro sogno è successo pochi anni dopo, però da questa parte del mondo. A casa. Un sogno nuovo con i colori vecchi. Uno scudetto cucito vicino alla V nera con la stellina d'oro, la stessa di quando eri ragazzino. Ora al ragazzino qualcuno ha detto vecchio. Come se non potesse più sognare. E invece i vecchi fanno montagne di sogni. E non servono sempre le parole per raccontarli. Per raccontarli bisogna guardare. No, non le statistiche. Non i numeri. I numeri sono l’incubo peggiore di quest’epoca. Bisogna guardare la Finale di Coppa Italia e un uomo che corre. Perché per capire i sogni bisogna guardare le cose che nei sogni non ci sono. Nella finale (con Brescia) c’è un canestro bello come una cometa nei cieli d’inverno, ma non c’è tutta la scia che la cometa si è lasciata dietro. Angoli, curve, cambi di direzione. Prendi un blocco, no, la difesa non te lo lascia e allora prendi l’altro. Alle tue gambe il centimetro di vantaggio non basta, non più. E allora fai un palleggio, uno, non dodici. Uno, perché per tirare di centimetro te ne serve un altro. Tutti nel sogno vedono la cometa, la palla che entra nel canestro. Il palleggio è la scia che nei sogni non c’è. Di blocco ne prendi un altro, la difesa non è più sicura di cosa fare con te e allora lo prendi come va preso. Verticale, pulito. Esci, sai che i centimetri ce li hai già e il palleggio non ti serve. Fai canestro e non fai pagliacciate. Guardi negli occhi il tuo compagno, l’autore del passaggio, come per dirgli grazie. Abbassi la testa e pensi al prossimo tiro, non alla prossima pagliacciata. Pensi e pensi in silenzio. E quando i difensori su di te vengono in due, tu lo sai prima e gli dici venite, venite che c’è il mio compagno libero. Dici e dici in silenzio. La volta dopo il difensore del passatore viene anche lui su di te, perché gli altri due da soli non ce la fanno. Come è possibile? E’ possibile perché hai un tempo di gioco diverso. Un tempo in cui sai già cosa fare prima di prendere la palla. Un tempo in cui non palleggi quasi mai e questi bambini non sono in grado di gestirlo. Il difensore arriva, la palla quasi non la tocchi e la ridai al tuo playmaker, quello rimasto senza difesa. La palla si muove ancora, tu anche. Fai un metro, non dodici. Ti torna in mano e tu hai già tirato e hai già segnato in faccia al tempo che palleggia e al mondo che non vuole più passare la palla. Gli segni in faccia e gli insegni in silenzio. Insegni che dopo tutti questi sogni si può e si deve ancora imparare. Che quando con le ali di prima non sai più volare, sono i capelli macchiati d’argento che ti portano su. Che se tieni gli occhi bassi, con le ali nuove puoi andare più lontano di quelli che saltano e saltano e corrono di più. Che se non guardi solo la cometa, dietro c’è una coda bellissima. E dietro alla coda c’è la coda che non c’è più. Dietro alla coda ci sono le ali di prima. Quelle che hanno fatto succedere i sogni. La Coppa Italia non dovevi vincerla tu. Sarebbe stato un sogno troppo troppo forte. E i vecchi hanno timore di far troppo forte. I vecchi aspetteranno il prossimo sogno. La coda della cometa che ancora non si vede.

ANCORA BELINELLI

di Ezio Liporesi - 06/03/2023

 

Dopo i 16 punti consecutivi contro Brescia con 5 su 5 da tre, Belinelli ne ha fatti  "solo" 15 (dal 35-26 al 43-41), sempre con 5 tiri da oltre l'arco, contro Tortona, perché il 3+1 lo ha tenuto per il gran finale.

 


 

 

BELINELLI: “VITTORIA DI SQUADRA, ABBIAMO FATTO VENIRE FUORI IL NOSTRO CARATTERE”

tratto da www.virtus.it - 19/03/2023

 

Dopo la vittoria del Forum ha parlato uno dei migliori di serata Marco Belinelli: “L’unica cosa che viene fuori da questa partita è il carattere che abbiamo. Nonostante le assenze, una grande vittoria di squadra, una gara preparata bene ma sappiamo che non è niente, è solo una vittoria. Davanti abbiamo partite ancora più importanti e vogliamo prepararci al meglio e migliorare. Io cerco sempre di andare in campo con la voglia di vincere, dimostrando ai più giovani il mio amore per la pallacanestro. Questa è una vittoria per noi importante e per i nostri tifosi.”


 

 

SUPER BELINELLI

di Ezio Liporesi - 24/03/2023

 

Marco Belinelli ha chiuso con 26 punti, 15 nel primo tempo, con 1 su 3 da due, 6 su 9 da tre, 6 su 6 ai liberi, con 4 assist e 28 di PIR: i 26 punti migliorano i 23 realizzati nel 2007 in maglia Fortitudo contro la Dynamo Mosca, i 4 assist superano il precedente primato di 3 registrato in 6 occasioni, il 28 di PIR migliora il 23 segnato nella gara d'andata col Fenerbahce quest'anno e nella già citata partita del 2007 con la Fortitudo contro la Dynamo Mosca; le 6 triple segnate sono invece un record eguagliato. Belinelli è diventato il secondo giocatore più anziano a firmare una gara da oltre 25 punti in Eurolega: appunto 26 a 36 anni e 364 giorni, piazzandosi alle spalle  di Vassilis Spanoulis, che ne fece 31 contro lo Zenit il 23 gennaio 2020 a 37 anni e 169 giorni.


 

 

MARCO BELINELLI ELETTO MIGLIOR ITALIANO E SESTO UOMO DELLA REGULAR SEASON LBA 2022/23

tratto da www.virtus.it - 11/05/2023

 

Marco Belinelli miglior italiano e miglior sesto uomo della stagione regolare.

Questo il verdetto che è emerso dalle votazioni a cui hanno preso parte dirigenti, allenatori, capitani e tifosi delle squadre della Lega Basket Italiana. Il numero 3 bianconero ha battuto la concorrenza di Billy Baron (EA7 Emporio Armani Milano), Ky Bowman (Happy Casa Brindisi), Guglielmo Caruso (Openjobmetis Varese) e Matteo Spagnolo (Dolomiti Energia Trentino).
Il capitano bianconero ha fatto registrare, in una stagione da 29 partite disputate, 12.7 punti di media in 20.9 minuti di utilizzo medio sul parquet: il suo apporto è andato oltre come testimoniano anche i quasi 2 assist di media. Anche le percentuali al tiro sono sempre rimaste su standard molto alti: il tiro da tre si attesta sul 35.6%, mentre dall’interno dell’area ha sempre tirato con percentuali oltre il 56% (percentuale più alta all’interno della squadra in rapporto tra i minuti giocati e i tentativi presi).

Congratulazioni Beli!

 

PENSKE OPEN HOUR - BELINELLI: “SONO ORGOGLIOSO DI ESSERE STATO ELETTO CAPITANO DELLA VIRTUS, PRIMA VOLTA IN CARRIERA, CERCANDO DI DARE CONSIGLI E AIUTI NON SOLO SUL BASKET MA ANCHE SULLA VITA QUOTIDIANA”

tratto da www.virtus.it - 11/05/2023

 

Nella giornata di ieri, mercoledì 10 maggio, il capitano di Virtus Segafredo Marco Belinelli è stato ospite della Open Hour di Penske Automotive Italy, jersey sponsor delle V Nere.

Tanti i temi toccati nel corso del workshop aperto ai soli dipendenti dell’azienda Penske, presente come moderatore Stefano Setti,  Head of Human Resources dello sponsor di Virtus Bologna.

Queste le parole del capitano Marco Belinelli: “Grazie dell’invito. Sto molto bene, sono pronto per i play off contro Brindisi cercando di migliorare ancora di più noi stessi e il nostro gioco, consapevoli comunque che il livello e l’intensità si alzeranno tanto.
Nella mia carriera ho avuto la fortuna di vincere tanto ma ho avuto anche innumerevoli delusioni per cui si bilanciano: il titolo NBA sicuramente lo metto al primo posto, ma sono stato all’interno di grandi gruppi e anche il primo scudetto appena tornato a Bologna lo conservo nel cuore. All’inizio non pensavamo potesse arrivare in cosi breve tempo ma per me, la mia famiglia, la città e la società è stato un trofeo importante che spero abbia reso felici tanti tifosi.
Personalmente la cosa che mi muove è la passione per la pallacanestro: vado in campo per dimostrare il mio talento ed essere da esempio per tanti bambini che da grandi spero possano ripercorrere i nostri passi: la mia carriera è partita presto ma la voglia di crescere, non mollare mai e tenere duro sia la cosa più importante. Nei primi anni in NBA lo ammetto, ho fatto tanta fatica a sentirmi un giocatore per quel campionato, poi anche grazie al supporto della mia famiglia e degli insegnamenti dei miei genitori, ho saputo affrontare le difficoltà che mi si presentavano e questo ha portato ai risultati che ho raggiunto. Anche il lavoro di gruppo, il sacrificio di insieme è altrettanto fondamentale per raggiungere il successo.
Nei momenti in cui le cose non andavano bene, ho semplicemente cercato conforto nelle persone accanto a me, cercando consigli e sacrificandomi attraverso il lavoro. Quando non giocavo cercavo di rimanere positivo, di lavorare sodo e attendere il mio turno perchè sono convinto che se lavori in modo duro, il karma ti ridà indietro tutto. Tutti gli stimoli negativi che ricevevo li rovesciavo in motivazioni positive e questo mi ha aiutato in maniera enorme. Sin da piccolo ho avuto una forza mentale dentro di me che mi ha permesso di non mollare quando le cose non andavano bene, unita ad un grande lavoro in palestra.

Il team? Nel basket è fondamentale il lavoro di squadra e ti permette di uscirne vincitore. Nel mio caso, se non avessi i compagni che mi bloccano e mi consentono il tiro, magari sarebbe andato tutto diverso. Sono orgoglioso di essere stato eletto il capitano della Virtus, prima volta in carriera, cercando di dare consigli e aiuti non solo sul basket ma anche sulla vita quotidiana perchè non ruota sempre tutto intorno alla palla a spicchi. Nel nostro gruppo ci sono tanti ragazzi interessanti che stanno crescendo per cui da capitano faccio quello che vedevo fare ai miei capitani quando ero giovane: faccio capire loro come comportarsi in pubblico, di chi circondarsi sino al rapporto con i famigliari.
Sono importanti anche le gerarchie e che ci sia un buon clima per un super gruppo. Il nostro è veramente affiatato perchè spesso usciamo a cena e questo cementifica i rapporti tra i giocatori anche sul parquet.
Il lavoro in America è meno “tirato” perchè hai poco tempo per conoscere i tuoi compagni dato che viaggi tanto e hai tantissime partite, dove talvolta si preferisce il lavoro individuale tarato su di te. In Europa è diverso dal momento che crediamo di più nei valori del lavoro comune come fondamento per il successo.

Il basket per me? Ha significato tanto e significa tanto tutt’ora: per me è un amore, diverso da quello che provo per la mia famiglia, ma ugualmente forte. Da ragazzino mi ricordo le videocassette guardate con mio fratello, alle ore passate da solo a tirare: per me era un modo, da ragazzino timido, di esprimermi e farmi notare. Dico un grande grazie alla pallacanestro che mi ha permesso di stringere grandi rapporti umani, di avermi fatto provare emozioni incredibili, ma non riesco mai del tutto a staccarmi dal basket, anche se cerco di dedicare più tempo possibile alla mia famiglia. Per me la pallacanestro è tutto.

L’Eurolega penso sia la seconda miglior competizione dopo l’NBA, ma il margine è sottile. Anche quando ero in America la seguivo e ritornare a giocarla dopo 13 anni è stata una emozione incredibile.”


 

 

I CANESTRI DECISIVI DEI GIOCATORI DELLA VIRTUS - TRENTADUESIMA PUNTATA: MARCO BELINELLI

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 27/06/2023

 

Cresciuto in Virtus, Marco Belinelli se ne andò dopo la radiazione nel 2003, per poi tornare dopo 13 anni di NBA; ha portato la Virtus a vincere trofei, ne è il capitano, ha segnato serie di canestri spettacolari e ha anche segnato canestri decisivi:

  • a Lubiana in Eurocup, il 2 marzo 2021, segnò a due secondi dal termine la tripla del 91-91, poi la Virtus vinse 98-108 con un parziale di 14-33, risalendo da un meno nove a due minuti e mezzo dalla fine dei quaranta minuti e volando via nel supplementare;
  • quattro giorni dopo, contro Venezia, sul 71-72 infilò sei liberi su 6 negli ultimi 39 secondi;
  • il 26 dicembre 2022 a Pesaro, segnò la tripla del 73 pari, permettendo alle V nere di andare al supplementare. Il capitano non giocò nei 5 minuti successivi ma la Virtus vinse 82-87 grazie al 79-82 di Teodosic, all’82-84 di Shengelia e alla tripla dell’82-87 di Weems.

 

MARCO BELINELLI RINNOVA CON LA VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA!

tratto da www.virtus.it - 07/07/2023

 

Virtus Segafredo Bologna S.p.A. comunica di aver raggiunto un accordo per il prolungamento contrattuale di Marco Belinelli fino al 2025.

“Era quello che desideravo, felice di continuare a portare in alto in colori della Virtus Segafredo Bologna. Abbiamo ancora tanto lavoro da fare insieme” il commento del Capitano virtussino all’annuncio del suo rinnovo.

Scudetto, EuroCup e due Supercoppe i traguardi raggiunti dal capitano con la canotta della V nera fin qui: nella stagione appena conclusa è stato uno dei principali protagonisti della squadra bianconera, chiudendo con 13 punti di media in campionato e conquistando il premio di Miglior italiano del campionato e Miglior Sesto Uomo. Durante la Finale Scudetto “Beli” è diventato il primo in maglia Virtus per triple realizzate nei playoff e il secondo tiratore da tre punti più prolifico della storia delle Finali, dopo aver superato i 2000 punti segnati in maglia Virtus nella Semifinale con Tortona. Sempre contro la squadra piemontese il capitano bianconero ha fatto registrare la miglior prestazione stagionale con 32 punti segnati. 

Numeri e traguardi che spiegano solo in parte Marco Belinelli, che continuerà ancora per due stagioni a spingere la Segafredo verso i suoi obiettivi.

 

BELINELLI: SIAMO TUTTI MOLTO POSITIVI. CHI VIENE ALLA VIRTUS VIENE PER VINCERE

tratto da bolognabasket.it - 24/08/2023
 

In occasione del raduno a porte aperte della Virtus Segafredo Bologna, i giornalisti e i media hanno avuto l’opportunità di parlare con il capitano della squadra Marco Belinelli per un saluto di inizio stagione.

“Siamo molto contenti di questa ripartenza, sicuramente positivi. Siamo una squadra nuova, è presto per dire quello che potremo fare però sicuramente ci sono i presupposti per fare una buona stagione e cercheremo di dare il massimo per noi e per i nostri tifosi.”

Sul primo allenamento senza Milos Teodosic: “Io ero molto legato a lui come tutta Bologna. Non c’è bisogno che dica io quello che Milos ha fatto per Bologna. È giusto sottolineare la mancanza di Milos ma è giusto sottolineare anche la mancanza di un grande giocatore come Kyle Weems, però purtroppo queste sono le decisioni, capitano queste cose, bisogna accettarle e andare avanti.
Milos non era solamente il magico Milos, ci frequentavamo anche fuori dal campo e siamo molto amici, ci siamo sentiti qualche giorno fa. Sarà una mancanza anche al di fuori della pallacanestro, un bravissimo ragazzo, una persona umile con cui è stato un bello giocare insieme, specialmente il primo anno che ero qui.”

Il capitano prosegue poi parlando delle aspettative sulla nuova stagione. “È prestissimo per parlare perché bisogna vedere i primi allenamenti, sicuramente sulla carta siamo una squadra più quadrata, che può fare bene. Bisogna sicuramente di creare una buona atmosfera, cercare di essere uniti e di essere compatti, è la cosa più importante. Vedremo in questi giorni, siamo all’inizio e partiamo tutti da zero, cercheremo di farci trovare pronti per una buona stagione. Chi viene a giocare in maglia Virtus sa che l’obiettivo è quello di vincere.”

Sui tifosi accorsi numerosissimi al raduno nonostante il caldo bolognese: “Siamo abituati a questa accoglienza. È una cosa molto bella, anche l’anno passato è stato così. È la città del basket, ci rende molto contenti avere tifosi che ci vengono a vedere, che stanno con noi e che ci supportano durante tutta la stagione. Noi andiamo in campo per noi stessi, ma sicuramente anche per i tifosi e la città di Bologna.”

Riguardo agli obiettivi della stagione: “L’obiettivo rimane sempre quello di vincere. Siamo una squadra nuova, ma bisogna cercare di centrare gli obiettivi, lavorare con tranquillità. Non saremo una squadra da Final Four dall’oggi al domani, ma ci vorrà tempo per crescere, per cercare di capire chi siamo e quello che vogliamo. Chi viene alla Virtus viene per vincere, e sa che gli obiettivi sono quelli di arrivare fino in fondo.

Capitan Belinelli conclude parlando del campionato italiano e un augurio per i Mondiali di basket in partenza domani: “Io vedo che ci sono altre squadre che si sono rinforzate. Tutti parlano di Milano e della Virtus, ma è giusto dire che anche Brescia, Venezia, Tortona, altre squadre sono cresciute dal punto di vista dei giocatori acquisiti. Speriamo che sia un bel campionato. E per i mondiali forza Italia!”.


 

 

IL MITO DEL "SANTO" CHE DIVENTA "VOLPE"

di Ettore Zuccheri - Caffè dei divergenti sportivi - 23/09/2023

 

Sono convinto che la trasmissione dei fondamentali, senza che i ragazzi conoscano il gioco 5c5, sia didatticamente errata perché imparano un “insegnamento” a memoria senza apprendere la sua necessità. È riferito al metodo analitico.

La conoscenza del gioco 5c5 è la meta più importante perché serve alla vita di campo, la vita che si vive nel gioco. La cultura che porta su quella strada giustifica il modo per arrivarci, ovvero la conoscenza dei “principi di gioco”, da parte di tutti.

È come apprendere un sentimento che, una volta introdotto nei nostri pensieri lo “tiriamo fuori” sa soli, senza che nessuno ci dica di farlo, quando, come e perché. Comprendete la differenza? Conoscete la strada per far apprendere i sentimenti? È la stessa per apprendere i principi di gioco per il 5c5.

Ecco perché, il “Mito del Santo che diventa Volpe” deve evolversi in uno dei “principi” da apprendere nel basket, sicuramente il primo per l’attacco, che si abbina naturalmente a “leggi la difesa”.

Si deve correre senza palla per arrivare nella posizione del “Santo”, sotto canestro e già nella scuola primaria ricordiamo e rincorriamo il “Mito del Cavallo” che, tra gli animali dello “Zoo di Roma”, ha la propensione per la corsa.

Il difensore è messo in difficoltà perché deve scegliere, se guardare o no la palla. E il difensore che Non guarda la palla, non può aiutare. Così quando la palla è sul lato forte, l’attaccante più lontano dalla stessa deve muoversi, non rimanere fermo perché aspetta “lo scarico” per il tiro da 3Pt. E’ importante comprendere cosa vuol dire giocare secondo i “principi di gioco”.

Se un attaccante vuole ricevere la palla per tirare… e andare a rimbalzo, non può non conoscere “lo spazio” da dove, muovendosi, può ricevere quella palla, diventando “una volpe”, costringendo l’avversario, il difensore, ad essere “battuto”, con palla senza la stessa e a rimbalzo.

Ogni “principio di gioco”, che diventa un mito per “apprendere” il gioco ed interpretarlo come un giocatore “autonomo”, è importante. Le idee apprese attraverso i “miti”, valgono per tutta la vita. Come raccontarli? Basta solo un po’ di fantasia e immaginazione.

“C’era una volta un giocatore che si chiamava Marco, col soprannome di “Beli”, a cui piaceva molto tirare. Giocando “Santo”, imparò così il mestiere della Volpe, perché la furbizia non gli mancava e sapeva benissimo che per lui la “ricezione” era importante…”

 

LE PAROLE DEL CAPITANO MARCO BELINELLI DOPO LA VITTORIA DELLA SUPERCOPPA

tratto da www.virtus.it - 24/09/2023

 

Dopo la vittoria della Supercoppa, il capitano della Virtus Segafredo Bologna Marco Belinelli ha parlato ai microfoni di Radio Nettuno Bologna Uno: “Sappiamo tutti quanto conta la Supercoppa, sono cose che tutti dicono ma sappiamo che è sempre meglio iniziare con una vittoria. Sono stati dieci giorni un po’ particolari, però siamo stati bravi a stare uniti. C’è molto ancora da fare sia in attacco che in difesa, dobbiamo conoscere bene il coach ma ci ha trasmesso tanta voglia di fare bene, sia dentro che fuori dal campo. Ho visto una squadra pronta a sacrificarsi dall’inizio alla fine, dal quintetto alla panchina, queste sono cose positive. C’è ancora tanto da fare, ma i presupposti partono con il piede giusto. Penso che tutti quanti vadano in campo con un altro atteggiamento, con tanta voglia di fare bene, per noi stessi, per la società e per l’allenatore. Pensiamo solamente ad andare avanti, una partita alla volta, sappiamo tutti quanti che dobbiamo stare con i piedi per terra. Siamo partiti bene, ma già dalla prossima settimana incontreremo Scafati e poi inizierà l’Eurolega. L’ho detto dal primo giorno, vedo una squadra che ha voglia di fare bene, vedo il fuoco nei nostri occhi, c’è spirito di sacrificio, la volontà di giocare bene insieme. Continuiamo così, siamo molto carichi. Il coach ci ha trasmesso tanta voglia di scendere in campo e vincere.”

 

27 ottobre 2023: la Virtus vince a Villeurbanne. Gli ex compagni a San Antonio Belinelli e Parker si affrontano da capitano della Virtus e presidente dell'Asvel

MARCO BELINELLI: TUTTI IN QUESTO MOMENTO VANNO IN CAMPO CON UN ALTRO ATTEGGIAMENTO

tratto da Sportando - 26/09/2023

 

Marco Belinelli, capitano della Virtus Bologna, ha espresso il suo apprezzamento per il nuovo allenatore Luca Banchi

Marco Belinelli, capitano della Virtus Bologna, ha espresso il suo apprezzamento per il nuovo allenatore Luca Banchi, sottolineando l’impatto immediato che ha avuto sulla squadra. “Banchi in tre giorni ci ha dato tanto, grande voglia di far bene, fiducia, ci ha trasmesso la volontà di andare in campo e vincere, e questa è una cosa importante”, ha dichiarato Belinelli al Corriere dello Sport.

Queste parole arrivano dopo un periodo di tensione con l’ex allenatore Sergio Scariolo, e sembrano riflettere un cambiamento significativo nell’atmosfera della squadra. “Tutti in questo momento vanno in campo con un altro atteggiamento. Con tanta voglia di vincere per noi stessi, per la società e per l’allenatore”, ha aggiunto Belinelli.

Il capitano della Virtus, che a 37 anni ha segnato 24 punti in due partite di Supercoppa, vede in Banchi la figura in grado di portare la squadra a nuovi successi. Tuttavia, ha anche sottolineato che la Supercoppa ha un valore relativo: “Già dal debutto sul campo di Scafati, ci sarà da fare attenzione alle grandi insidie di cui è disseminato il cammino.”

 

SANGUETTOLI, "E' LA MIGLIORE ANNATA NELLA CARRIERA DI BELINELLI"

tratto da bolognabasket.it - 01/02/2024

 

La puntata n.16 di Basket on ER, in onda sul Canale 18 di Icaro TV.

Marco Sanguettoli: 

“La tecnica di tiro di Belinelli è unica e speciale. Quella corrente è la migliore annata della sua carriera, sta giocando una pallacanestro davvero completa a livello offensivo. Marco è un professionista serio, si diverte ancora tanto e ama vincere. I problemi con Scariolo dell’anno scorso? Il capitano bianconero è stato bravo a rispondere presente quando è stato chiamato in causa nella seconda parte di stagione. Tra i nuovi talenti, per rapidità e disposizione ad attaccare il canestro, Gabriele Procida, nonostante giochi in un ruolo parzialmente diverso, gli assomiglia parecchio. In Italia la preparazione media degli allenatori del settore giovanile è buona. In generale, abbiamo urgenza di lunghi, siamo invece abbastanza coperti negli altri reparti. Infine, un grande problema è pure quello che spesso i ragazzi giovani per sbocciare definitivamente vanno all’estero”.

 

MARCO BELINELLI

di Ezio Liporesi - Il Domenicale - lo special di BasketVision - 26/11/2023

 

Marco Stefano Belinelli nasce a San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna, il 25 marzo 1986. A undici anni, nel 1997 è già nei propaganda della Virtus. In quella stagione  1997/98 nella quale Virtus e Fortitudo, Danilovic e Wilkins, si sfidano a livello di finale scudetto e sulla strada che porta alla Final Four di Eurolega, Marco muove i primi passi nelle V nere, quasi una predestinazione. Fa tutta la trafila, dai propaganda, ai ragazzi (a partire da questa categoria nel 1999/2000 ha come compagno di squadra Luca Vitali), allievi e cadetti, ma giocando anche a livello superiore negli juniores. Sono gli anni d'oro delle V nere, Belinelli gioca nelle giovanili avendo come esempio in prima squadra grandi campioni, da Danilovic a Ginobili, che incontrerà poi nuovamente sulla sua strada. Nei primi giorni di gennaio del 2003 al Torneo Bruna Malaguti di San Lazzaro segna 42 punti contro la Scavolini di Daniel Hackett nella gara di esordio di un torneo che la Virtus Bologna, guidata in panchina da Marco Sanguettoli, vince in finale sulla Virtus Siena, per Beli titolo di MVP e capocannoniere a oltre 30 punti di media. A osservarlo anche il nuovo coach della Virtus (al timone da una settimana) Valerio Bianchini che afferma: «si muove come Antoine Rigaudeau, si vede che ha passato questo tempo a spiarlo». E l'8 gennaio in Eurolega contro il Partizan Belgrado del vicepresidente Danilovic (diventerà presidente in seguito) c'è un vero e proprio passaggio di consegne: Le Roi Rigaudeau gioca la sua ultima stagione in bianconero, dopo cinque stagioni e mezza e cinque finali europee consecutive per volare in NBA, Belinelli segna i suoi primi punti Eurolega, 7. Il giorno dopo non va a scuola. Per il Partizan? "No, a San Giovanni era tutto bloccato per la neve". Comunque Marco in prima squadra c'era fin da inizio stagione, lanciato da Bogdan Tanjevic in pianta stabile a soli 16 anni. In quell'annata, infatti, Marco sarà secondo con i cadetti, naturalmente migliore realizzatore della Virtus in finale, e terzo con gli juniores risultando il migliore realizzatore nelle sei gare delle finali nazionali, ma collezionò anche con la prima squadra una presenza in Supercoppa, 22 in campionato e 14 in Eurolega. L'esordio con i grandi era già avvenuto nella stagione precedente, lanciato da Ettore Messina il 4 aprile 2002, dieci giorni dopo aver compiuto sedici anni: Marco segnò 3 punti contro Udine. In agosto succede l'incredibile: radiazione della Virtus. In quella fine estate, prima che Sabatini acquistasse la società Virtus, salvandola dal fallimento e parimenti acquisisse Castel Maggiore operando una fusione che il popolo virtussino riconobbe subito, la FIP un anno dopo, e prima che Paolo Francia mettesse in piedi la Virtus 1934 che ebbe vita breve, Belinelli si era già accasato alla Fortitudo con cui conquistò nel 2005 lo scudetto e la Supercoppa (quest'ultima da MVP). L'annata 2006/07 con la Virtus risorta e presente nella finale scudetto e in quella di Coppa Italia e in Final Four di Fiba Cup, mentre la Fortitudo crolla e si avvia a un veloce declino, è l'ultima di Belinelli in biancoblu. L'attende l'NBA e un lungo girovagare: Golden State Wariors, Toronto Raptors, New Orleans Hornets, Chicago Bulls, San Antonio Spurs, Sacramento Kings, Charlotte Hornets, Atlanta Hawks, Philadelphia 76ers e di nuovo San Antonio Spurs, Tredici stagioni con le perle del titolo NBA nel 2014 con San Antonio dei Parker, Ginobili e Duncan e di coach Popovich. Nello stesso anno trionfa anche nella gara da tre punti. Quei successi gli valsero il Nettuno d'Oro conferito dal Comune di Bologna e l'essere ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Per Belinelli anche 15 presenze in nazionale con 2258 punti. Nel novembre 2020 torna alla Virtus Bologna dove sono arrivati tantissimi campioni, ma mai nessuno con alle spalle 13 stagioni tra i professionisti americani. Arriva fuori condizione ma si rimette in forma con l'allenatore di sempre Sanguettoli, un rapporto rimasto costante negli anni. Proprio Sanguettoli racconta: "All'inizio per un paio d'anni nelle giovanili non spostava, poi esplose in un derby: Mancinelli ne fece 30 per la F, ma Marco rispose con 25". Il 27 dicembre, giorno del possibile esordio contro l'Olimpia Milano succede il guaio. Il patron Massimo Zanetti ha convocato stampa e tv per il grande debutto, ma Belinelli non viene impiegato da coach Djordjevic su consiglio del medico. Zanetti, non informato, s'infuria e licenzia l'allenatore, velocemente reintegrato perché non sono state trovate alternative disponibili. A fine stagione Belinelli con la Virtus vince lo scudetto, non sufficiente a per salvare la panchina di Djordjevic, prende il suo posto Scariolo. Belinelli diventa capitano, vince 3 Supercoppa consecutive, l'ultima da MVP, e l'Eurocup 2022 e affina un'intesa con Milos Teodosic che va oltre il campo. Nel 2023 è il migliore italiano e il migliore sesto uomo del campionato. Ci sono anche due finali scudetto perse e una di Coppa Italia per le quali Marco ha molti rimpianti. Inizialmente non fu mai impiegato in Eurolega e quando le circostanze, sottoforma di infortuni, costrinsero l'allenatore ad inserirlo, contro il Fenerbahce a fine dicembre 2022, trascinò con 18 punti i suoi alla vittoria. Tornò a non essere impiegato in Europa e ci fu in gennaio, molto prima delle incredibili dichiarazioni nelle conferenze stampa di giugno e settembre fatte da coach Scariolo, che hanno poi condotto al suo esonero, l'infelice uscita dell'allenatore bresciano: "Belinelli potrà dare una mano". Beli rispose sul campo e si conquistò il posto, anche in Eurolega, a forza di imprese come le serie di 5 triple consecutive fatte contro Brescia e Tortona. Solo due esempi di quanto fatto da Beli in questi anni, come l'incredibile rimonta contro Tortona nei playoff 2022 o i vari canestri decisivi: a Lubiana in Eurocup, nel 2021, segnò a due secondi dal termine la tripla del 91-91, poi la Virtus vinse 98-108 con un parziale di 14-33, risalendo da un meno nove a due minuti e mezzo dalla fine dei quaranta minuti e volando via nel supplementare; quattro giorni dopo, contro Venezia, sul 71-72 infilò sei liberi su sei negli ultimi 39 secondi, 77-72. Il 26 dicembre 2022 a Pesaro, segnò la tripla del 73 pari, permettendo alle V nere di andare al supplementare e vincere. Il nuovo allenatore Luca Banchi è partito benissimo, salutato dalle dichiarazioni di tanti giocatori come portatore di una nuova carica con implicito riferimento al passato, ma neppure una parola di Belinelli, che ha sempre preferito rispondere sul campo. Proprio alla vigilia della Supercoppa disse: "Siamo carichi e abbiamo voglia di rivincite dopo il finale della stagione scorsa". Aveva negli occhi la voglia di vincere e quella dichiarazione fu naturale preludio al successo e al suo titolo di MVP. Proprio Luca Banchi ha voluto sottolineare dopo la vittoria in Eurolega contro l'Alba la grande difesa di Belinelli, solitamente punto debole di Marco. L'intesa tra coach e capitano, il ruolo di bandiere della Virtus che Banchi affida a lui e a Pajola, un altro dei motivi dell'ottimo inizio di stagione dei bianconeri. A 9 punti dai tremila in campionato, nonostante il lungo periodo lontano dall'Italia, oggi il gioco di Marco non è fatto solo da serie di triple prese veramente in ogni modo (ad Atene anche in terzo tempo), ma anche da assist sfornati per i compagni, o ricevuti con saggi tagli sotto canestro. E Belinelli, da capitano, anche nelle ultime gare perse a Madrid ed Atene è stato l'ultimo ad arrendersi; è giunto alla decima stagione con almeno una presenza nel campionato italiano, che aggiunte all'esperienza americana fanno il ragguardevole numero di 23...e non ha intenzione di smettere.

I 35 SECONDI DI BELINELLI

di Ezio Liporesi - 10/03/2024

 

10 marzo 2024, Virtus-Olimpia. Il primo quarto termina 24-19. Il punteggio rimane immutato nel primo minuto del secondo periodo, poi quando sul tabellone è segnato 8'59" inizia la raffica di capitan Belinelli: due triple, due liberi un altro canestro da oltre l'arco. Il tutto termina a 8'24". Un 11-0 tutto firmato dal numero 3 in 35 secondi. Una sequenza che indirizza la gara verso il bianconero. Alla fine per Belinelli 5 su 7 da tre, 17 punti in 18 minuti, MVP della nona vittoria casalinga consecutiva contro Milano tra campionato ed Eurolega.


 

 

INFINITO BELINELLI: "HO GRANDI MOTIVAZIONI, SOGNO LE FINAL FOUR"

Il capitano di Bologna che a quasi 38 anni fa la differenza in Italia e in Europa si racconta a SportMediaset, tra obiettivi e voglia di rivincita

di Enrico De Santis - sportmediaset. mediaset.it - 14/03/2024

 

Tra una decina di giorni il primo e fin qui unico italiano ad aver vinto il titolo NBA compirà 38 anni. E non stiamo parlando di un ex, ma di un giocatore che continua a incantare l'Italia e l'Europa dei canestri. Marco Belinelli da San Giovanni in Persiceto sta vivendo una stagione da top player. 

Una media di oltre 14 punti, col 41% da tre, tra LBA ed Eurolega con più di 21 minuti in campo in ogni partita. Sono numeri che non lasciano dubbi, anzi spazzano via quelli di chi l'anno scorso lo aveva limitato a un ruolo di secondo piano. Belinelli analizza ai microfoni di SportMediaset la sua rinascita: "Ora c’è tanta voglia di vincere, dopo l'ultima stagione così difficile per me per tanti motivi. Quest’anno siamo una squadra speciale, abbiamo un grande allenatore e un grande staff. Andiamo sempre in campo con l’obiettivo di vincere". 

La fame di successo è la stessa di inizio carriera, nonostante i tanti trionfi individuali e di squadra e l'età che avanza. Le 38 candeline su cui soffierà il prossimo 25 marzo sono un dettaglio, tutto parte dalla testa. È soprattutto lì che Marco Belinelli è ancora un fuoriclasse: "Probabilmente tutto nasce da qualcosa che c’è in me. Il vero segreto è la voglia che ho dentro e l’amore che provo per la pallacanestro. Poi sicuramente presto attenzione a molte piccole cose. Devo ringraziare medici e fisioterapisti che passano tanto tempo con me, permettendomi di rendere al 100% quando scendo in campo, anche in allenamento".  

E proprio alla costanza dell'allenamento, oltre che al talento di cui la natura l'ha dotato, si deve il suo leggendariocatch and shoot che continua a far vittime. L'ultima in ordine di tempo l'Olimpia Milano, punita da una fiammata irreale: 11 punti in 35 secondi. Ma da dove nasce quel tiro che generazioni di difensori hanno provato, spesso invano, a neutralizzare? "Certamente c’è molto lavoro alle spalle, oltre alla dote naturale che possiedo. Cerco di allenarmi tanto sul tiro, soprattutto simulando situazioni di gioco, come gli schemi disegnati per me. Nonostante si giochi tantissimo e ci sia poco spazio per il lavoro individuale, cerco comunque di trovare il tempo grazie anche all’aiuto del nostro staff tecnico".

La vittoria contro l'EA7 potrebbe avere un peso specifico molto importante in chiave playoff. Se la Segafredo arriverà davanti ai rivali al termine della regular season avrà infatti il vantaggio del fattore campo in un eventuale incrocio coi campioni d'Italia. Playoff che sono anche il grande obiettivo in Eurolega. A proposito, avendo una sola possibilità cosa sceglierebbe Belinelli tra la vittoria dello scudetto o la qualificazione alle Final Four di Eurolega? "Le Final Four. Penso che l’Eurolega sia di un livello veramente tosto, sia dal punto di vista tecnico che fisico. Arrivarci sarebbe bellissimo per noi, per la Virtus e per tutta la città di Bologna".