VITTORIO GALLINARI
Gallinari, in un raro movimento d'attacco, affronta Dalla Vecchia
nato a: S. Angelo Lodigiano (LO)
il: 22/10/1958
altezza: 204
ruolo: ala
numero di maglia: 14
Stagioni alla Virtus: 1988/89 - 1989/90 - 1990/91
statistiche individuali del sito di Legabasket
palmares individuale in Virtus: 2 Coppe Italia, 1 Coppa delle Coppe
Tratto da www.ciao.it
Tutti ricordano i grandi campioni da 30 punti a partita, qualche volta bisogna però rendere merito a dei gregari che, col loro contributo, hanno permesso il raggiungimento di grandi obiettivi. "Gallo" non era un gran realizzatore ma con difese arcigne ha fatto sempre la differenza. Sia a Milano (memorabile lo strano duello con Larry Wright) che ha Bologna ha sempre dato il massimo. Un valido esempio di sportivo per i giovani sempre più attratti da grandi atleti piuttosto che da grandi uomini. Non era spettacolare, ma la sua concretezza lo rendeva speciale e quindi molto amato dal pubblico di qualche anno or sono.
Il "lavoro sporco", la specialità del Gallo
LE BUONE AZIONI DEL GALLO
di Stefano Budriesi - VNere - 07/10/1990
Il suo sogno segreto? Semplice: un lussuoso ufficio tutto di vetro, un paio di computer che lo tengono aggiornato e uno stuolo di segretarie, ad avvertirlo che c'è Tokio in linea... Insomma,come Michael Douglas in "Wall Street", quando interpretava il principe della Borsa. Sì, perché il lui coesiste una doppia identità. Da una parte c'è "Gallo", mastino della difesa bianconera, eroe dei tifosi che gli chiedono a gran voce la "bomba". Dall'altra, invece, c'è Gallinari Dottor Vittorio, bocconiano Doc, innamorato della Borsa e delle sue fluttuazioni ancor prima che fosse di moda. "Io sono laureato in Economia e Commercio", racconta Gallo, "e quindi fin dai tempi della scuola ho 'coltivato' questa passione. Gli studi che ho fatto hanno assecondato la mia predisposizione".
Forse è un caso unico. Sicuramente è una mosca bianca. D'accordo che nello sport di oggi non ci sono più i corridori che salutano la mamma per televisione, però di professionisti che studiano il tabellone delle quotazioni azionarie ce ne sono proprio pochi.
Il bello è che Gallinari se ne intende per davvero. Parla come un consulente e per i compagni di squadra i suoi consigli sono preziosi: "Diciamo che su queste cose è sempre delicato dare orientamenti. Io preferisco rischiare in prima persona, sulla mia pelle. Certo che se qualcuno dei ragazzi ha bisogno, viene da me. Adesso, per esempio, è sicuro che si compra bene. è difficile che la Borsa scenda ancora molto, mentre è logico, con un po' di pazienza, che possa riprendere quota. Basta saper aspettare".
Eccola qui, la "dritta" di Gallinari. Come tutti gli investitori, quando Saddam ha invaso il Kuwait, Gallo ha subito previsto un periodo di buio. La Knorr stava per iniziare il ritiro e Gallinari era più nero di Sugar e Clemon: "A giocare in Borsa, capita di lasciare qualcosa. Se qualcuno vince, dall'altro lato ci deve essere per forza qualcuno che perde. Sarebbe una pacchia se tutti guadagnassero. Purtroppo non è possibile. L'importante è andarci cauti. Io ho cominciato ad acquistare azioni quando nel basket ho cominciato a guadagnare bene. Ma i primi soldini non li ho mica messi in Borsa...". E giù una risata. A gallo piace chiacchierare di queste cose. Per lui rappresentano una valvola di sfogo non indifferente per le tensioni che si accumulano sul parquet.
Lo testimoniano le sue letture: "Un'occhiata al Sole 24 Ore la do solitamente tutti i giorni. Anzi, leggo più il quotidiano economico, che quelli sportivi. Questi ultimi ti condizionano molto, gli altri invece mi rilassano. Non è un mistero che dopo una trasferta di Coppa, quando si sta all'estero tre o quattro giorni, in aeroporto mi precipito subito all'edicola. E il giornale lo apro immediatamente alla pagina del listino. Quando ero a Milano, la Borsa non era così seguita come oggi. Io però me ne occupavo già. Allora nessuno mi chiedeva 'consulti'. Adesso invece è molto diverso". Gallinari non lo dice, ma se aprisse uno sportello farebbe affari d'oro.
Tre punti percentuali di guadagno possono influire sul tuo rendimento in campo? Gallo giura che ciò avviene soltanto in positivo: "Bisogna saper distinguere le due cose. Se perdi in Borsa, in partita non è che ne risenti. Certo però che un bel colpo ti mette di buon umore. Ripeto: ogni tanto possono capitare dei rovesci, ma io sono tranquillo. Il mio bilancio totale è positivo. Questo ci conforta, ci mancherebbe altro". Vista la sua dimestichezza con le grida di Piazza Affari e le lavagne coi cambi di Everardo Della Noce, a Gallinari non risulta difficile fare un parallelo con la nuova Knorr: "La Virtus sarebbe un titolo in cerca di assestamento, se le azioni della squadra fossero quotate. Io la paragonerei all'Enimont, un titolo con ottime prospettive, che però sta attraversando una passeggera fase interlocutoria. Il nostro inizio di stagione ha avuto qualche battuta a vuoto, ma non credo che la Knorr non sappia ritrovare qualità. Lo spogliatoio è davvero molto unito, fin dai primi palpiti estivi. Questa è una grossa fortuna. Credo che sia molto importante per superare quei momenti negativi che immancabilmente si attraversano nell'arco di un'annata sportiva".
Il titolo Knorr quindi è solido, un "polmone" ancora sgonfio, che non impiegherà molto tempo ad ossigenarsi. Gallinari è tranquillo. Se poi il leader iracheno abbassasse la cresta, il prezzo del petrolio tornasse a livelli ragionevoli e l'inflazione non si impennasse, sarebbe un trionfo. Quando deciderà di chiudere coi canestri, Gallo un mestiere l'avrebbe già bello e pronto. E in poco tempo, c'è da giurarci, avrebbe anche l'ufficio a vetri, i due computer e qualcuno che gli vuole parlare da Tokio...
VITTORIO GALLINARI TRA PASSATO E FUTURO
di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 10/02/2007
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Vittorio Gallinari con la Virtus ha vinto due Coppe Italia e una Coppa delle Coppe.
Quante emozioni?
"Veramente tante, ho trascorso tre anni stupendi".
...
Un anno e mezzo fa sembrava che suo figlio potesse venire a Bologna.
"Confermo. Le proposte Virtus erano interessanti. E se non ci fosse stato Milano di mezzo avrebbe giocato nella Virtus".
Lei arrivò nell'88. quando nacque Danilo, vero?
"È proprio così. Io ero in ritiro e lui nacque a casa nostra. I primi tre anni della sua vita, asilo nido compreso, li ha vissuti a Bologna. Sa cosa aggiungo?".
Dica pure.
"Io ho giocato a Milano, nella Virtus e a Pavia. Danilo ha fatto Pavia e Milano. Chissà che un giorno anche lui non possa giocare a Bologna. In una città dove si sta benissimo".
VITTORIO GALLINARI
Dopo l'eliminazione nei playoff del 1988 per mano della Fortitudo, c'è bisogno di rifondare. Come direttore tecnico arriva Dan Peterson, che alla Virtus aveva già fatto cose magnifiche da allenatore. Il nuovo allenatore è americano, Bob Hill, e la strategia è affidarsi all'esperienza. Quella degli americani, lo straordinario Sugar Richardson e il solido Clemon Johnson, quella dei confermati Villalta, Brunamonti, Sylvester, quella del rientrante Bonamico (ormai un'abitudine per il Marine al suo terzo ritorno in Virtus dopo le esperienze in altre squadre) e quella del nuovo arrivato Vittorio Gallinari, un fedelissimo di Peterson. Dei primi otto giocatori a fine stagione solo Binelli non avrà compiuto i trent'anni. E quando Johnson s'infortuna, per qualche gara a gettone arriva il trentaseienne Marcel Starks, vecchia bandiera Fortitudo. La ricetta paga, la Virtus vince spesso allo spasimo: succede anche nella finale di Coppa Italia, vinta dai bianconeri contro Caserta al supplementare dopo un digiuno di trofei che durava dal 1984, e nei quarti di finale dei playoff, sempre contro i campani, quando la Knorr vince di un punto le due gare in casa e vola in semifinale, che mancava pure dal 1984. L'anno dopo in panchina c'è Messina, ma ci sono anche forze fresche come Coldebella e Bon e la Virtus fa l'accoppiata Coppa Italia e Coppa delle Coppe. Gallinari resterà un altro anno a Bologna ma senza vincere altri trofei. Per Vittorio alla fine delle tre stagioni 140 presenze e 250 punti, ma il suo marchio di fabbrica era la difesa, non va certo cercato nei tabellini il suo grande contributo. Basti pensare che in tre stagioni passate sotto le Due Torri solo una volta ha raggiunto la doppia cifra, il 29 gennaio 1991, dieci punti nella vittoria interna contro Cholet per 103-80, l'ultima gara europea disputata da Gallinari con la maglia della Virtus. Il suo maggiore punteggio in campionato risale invece al 17 dicembre 1989, nove punti a referto nel successo 105 a 80 a Livorno. Tuttavia nel punto più alto della sua permanenza bolognese, la finale europea contro il Real Madrid a Firenze del 13 marzo 1990, il "Gallo" diede una mano decisiva anche in attacco, segnando quattro punti: un piazzato dai sei metri per il massimo vantaggio bolognese, 63-47, poi, proprio nel bel mezzo della rimonta finale dei madrileni, sul 67-60 dopo un parziale di 4-13, un fantastico tap-in che ha permesso alle Vu nere di ripartire.