ALLENATORI

in ordine alfabetico

STAFF TECNICO

in ordine cronologico

stagione allenatore viceallenatori preparatori atletici
1934 Giuseppe Palmieri    
1935 Vittorio Ugolini    
1935/36 Vittorio Ugolini    
1936/37 Vittorio Ugolini    
1937/38 Vittorio Ugolini    
1938/39 Vittorio Ugolini    
1939/40 Lino Rossetti    
1940/41 Guido Foschi    
1941/42 Guido Foschi    
1942/43 Guido Foschi    
1943/44 -    
1944/45 Guido Foschi    
1945/46 Guido Foschi    
1946/47 Renzo Poluzzi   Galeazzo Dondi Dall'Orologio    
1947/48 Renzo Poluzzi    
1948/49 Renzo Poluzzi    
1949/50 Renzo Poluzzi    
1950/51 Dino Fontana    
1951/52

Venzo Vannini

Amerigo Penzo

   
1952/53 James Larry Strong    
1953/54

James Larry Strong

Giancarlo Marinelli

   
1954/55 Vittorio Tracuzzi    
1955/56 Vittorio Tracuzzi    
1956/57 Vittorio Tracuzzi    
1957/58 Vittorio Tracuzzi    
1958/59 Vittorio Tracuzzi    
1959/60 Vittorio Tracuzzi Giuliano Battilani  
1960/61 Eduardo Kucharski Giuliano Battilani  
1961/62 Eduardo Kucharski Giuliano Battilani  
1962/63 Eduardo Kucharski Giuliano Battilani  
1963/64 Mario Alesini    
1964/65 Mario Alesini    
1965/66 Mario Alesini    
1966/67 Jaroslav Sip    
1967/68 Jaroslav Sip    
1968/69

Jaroslav Sip

Mario De Sisti / Renzo Ranuzzi

   
1969/70 Nello Paratore Renzo Ranuzzi  Giorgio Moro
1970/71 Vittorio Tracuzzi Achille Canna Giorgio Moro
1971/72

Vittorio Tracuzzi

Nico Messina

Achille Canna

Leopoldo Santunione
Giorgio Moro
1972/73 Nico Messina Leopoldo Santunione Giorgio Moro
1973/74 Dan Peterson John McMillen Giorgio Moro
1974/75 Dan Peterson John McMillen Giorgio Moro
1975/76 Dan Peterson John McMillen Giorgio Moro
1976/77 Dan Peterson Ettore Zuccheri Giorgio Moro
1977/78 Dan Peterson Ettore Zuccheri Orfeo Cesca
1978/79 Terry Driscoll Ettore Zuccheri Orfeo Cesca
1979/80 Terry Driscoll Ettore Zuccheri Orfeo Cesca
1980/81

Ettore Zuccheri

Renzo Ranuzzi / Aza Nikolic

Pisani Orfeo Cesca
1981/82 Aza Nikolic Mauro Di Vincenzo Tom Assi
1982/83

George Bisacca

Mauro Di Vincenzo 

Mauro Di Vincenzo ?
1983/84 Alberto Bucci Ettore Messina Enzo Grandi
1984/85 Alberto Bucci Ettore Messina Enzo Grandi
1985/86 Sandro Gamba Ettore Messina Enzo Grandi
1986/87 Sandro Gamba Ettore Messina Enzo Grandi
1987/88 Kresimir Cosic Ettore Messina Enzo Grandi
1988/89 Bob Hill Ettore Messina Enzo Grandi
1989/90 Ettore Messina Renato Pasquali Enzo Grandi
1990/91 Ettore Messina Renato Pasquali Enzo Grandi
1991/92 Ettore Messina Renato Pasquali Enzo Grandi
1992/93 Ettore Messina Renato Pasquali, Roberto Nadalini Enzo Grandi
1993/94 Alberto Bucci Lino Frattin, Roberto Nadalini Enzo Grandi
1994/95 Alberto Bucci Lino Frattin, Roberto Nadalini Enzo Grandi
1995/96 Alberto Bucci   Enzo Grandi
1996/97

Alberto Bucci

Lino Frattin / Roberto Brunamonti

Lino Frattin Enzo Grandi
1997/98 Ettore Messina Giordano ConsoliniGiorgio Valli Enzo Grandi
1998/99 Ettore Messina Giordano Consolini, Giorgio Valli Enzo Grandi
1999/2000 Ettore Messina Giordano Consolini, Giorgio Valli Enzo Grandi
2000/01 Ettore Messina Giordano Consolini, Emanuele Molin Francesco Cuzzolin
2001/02 Ettore Messina Giordano Consolini, Emanuele Molin Luigino Sepulcri
2002/03

Bogdan Tanjevic

Valerio Bianchini

Giordano Consolini Enzo Grandi
2003/04

Giampiero Ticchi

Alberto Bucci

Andrija Gavrilovic, Maurizio Marinucci Raoul Parisi
2004/05 Giordano Consolini Andrija Gavrilovic, Michele Teglia Renzo Colombini
2005/06 Zare Markovski Andrija Gavrilovic, Daniele Cavicchi Renzo Colombini
2006/07 Zare Markovski Daniele Cavicchi Renzo Colombini
2007/08

Stefano Pillastrini

Renato Pasquali

Daniele Cavicchi, Mattia Ferrari Renzo Colombini
2008/09

Renato Pasquali

Matteo Boniciolli

Phil Melillo, Tonino Zorzi, Cristian Fedrigo Gianluca Mazzoncini
2009/10 Lino Lardo Cristian Fedrigo, Marco Sodini Gianluca Mazzoncini
2010/11 Lino Lardo Cristian Fedrigo,  Marco Sodini  Gianluca Mazzoncini
2011/12 Alessandro Finelli Daniele Cavicchi, Cristian Fedrigo, Marco Sodini Sandro Bencardino
2012/13 Alessandro Finelli

Luca Bechi
Daniele Cavicchi, Cristian Fedrigo Sandro Bencardino
2013/14 Luca Bechi

Giorgio Valli
Daniele Cavicchi, Cristian Fedrigo,  Guido Martinolli  Luigi Talamanca
2014/15 Giorgio Valli Daniele Cavicchi, Cristian Fedrigo, Mattia Largo Carlo Voltolini
2015/16 Giorgio Valli Daniele Cavicchi, Cristian Fedrigo, Mattia Largo Carlo Voltolini
2016/17 Alessandro Ramagli Daniele Cavicchi, Cristian Fedrigo, Mattia Largo Carlo Voltolini
2017/18 Alessandro Ramagli Daniele Cavicchi, Cristian Fedrigo, Mattia Largo Carlo Voltolini
2018/19 Stefano Sacripanti
Aleksandar Djordjevic
Giulio Griccioli, Cristian Fedrigo, Mattia Largo
Goran Bjedov, Cristian Fedrigo, Mattia Largo
Mladen Mihajlovic
2019/20 Aleksandar Djordjevic Goran BjedovCristian FedrigoMattia Largo Mladen Mihajlovic
2020/21 Aleksandar Djordjevic Goran BjedovCristian FedrigoMattia Largo Mladen Mihajlovic
2021/22 Sergio Scariolo Andrea Diana, Andrija Gravrilovic, Iacopo Squarcina. Cristian Fedrigo. Edoardo Costa Matteo Panichi
2022/23 Sergio Scariolo Andrea Diana, Alberto Seravalli. Iacopo Squarcina. Cristian Fedrigo. Matteo Cassinerio Matteo Panichi
2023/24 Luca Banchi Lassi Tuovi, Alberto Seravalli. Iacopo Squarcina. Cristian Fedrigo. Matteo Cassinerio Matteo Panichi

 

SARÀ VERO AMORE?

Sergio Scariolo, se dovesse rimanere per quattro stagioni, entrerebbe nel ristretto gruppo degli allenatori più "longevi"

di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 03/09/2021

 

Djordjevic ha lasciato la Virtus dopo tre stagioni, anche se la prima incompleta. Nel suo palmares uno scudetto e una Champions League, nonché la soddisfazione di avere la più alta percentuale di vittorie tra chi vanta almeno settanta panchine bianconere. Scariolo ha firmato un contratto triennale, quindi se porterà a termine questo periodo rientrerà nel gruppo di chi ha allenato la Virtus in tre stagioni e l'augurio è che possa prolungare anche questo periodo e rientrare nel ristretto gruppo, sono sette, di chi ha guidato le V nere per almeno quattro annate sportive. In testa a questa particolare classifica Ettore Messina, con nove stagioni da capo allenatore (in precedenza ne aveva fatte anche sei da vice), suddivise in due periodi: dal 1989 al 1993 con uno scudetto, una Coppa delle Coppe e una Coppa Italia; poi, dopo l'esperienza in nazionale, dal 1997 al 2002, con due scudetti, due Euroleghe, tre Coppe Italia e una Supercoppa Europea non ufficiale. In tutto per l'attuale coach di Milano 11 titoli vinti con le V nere. A ruota per numero di stagioni c'è Vittorio Tracuzzi e anche in questo caso sono state accumulate in due diverse esperienze: dal 1954 al 1960, con la vittoria degli ultimi due scudetti in Sala Borsa, nel 1955 e 1956, poi subito dopo il passaggio al Palazzo dello Sport; poi un periodo più complicato con il ritorno nel 1970/71, un campionato che la Virtus concluse salvandosi solo agli spareggi di Cantù, e nella stagione successiva anche un esonero dopo poche giornate, quando fu sostituito da Nico Messina. Abbiamo poi Alberto Bucci con sette stagioni, suddivise addirittura in tre periodi: dal 1983 al 1985 con la vittoria, nel primo anno, dello scudetto della stella e della Coppa Italia; il ritorno a sostituire Ettore Messina, partito destinazione Nazionale, dal 1993 al 1997, con la vittoria di due scudetti e una Supercoppa Europea, portando anche la Virtus alla Final Four di Coppa Italia, che fu però vinta da Brunamonti che aveva sostituito Alberto poco prima; la terza fase fu nel 2003/04, arrivato a sostituire Ticchi in Legadue, ma la Virtus non riuscì a centrare la promozione, sconfitta in finale da Jesi. Per Bucci quindi cinque trofei vinti, secondo assoluto nella storia della Virtus. A quota cinque una coppia. Dan Peterson, che allenò la Sinudyne dal 1973 al 1978, vincendo una Coppa Italia nel 1974 e lo scudetto due anni dopo, riportando ai vertici una società che non vinceva dal 1956; per Dan anche la soddisfazione di aver portato per la prima volta le V nere in una finale europea, quella della Coppa delle Coppe del 1978, purtroppo persa a Milano contro Cantù. Ad affiancare Peterson Vittorio Ugolini, alla guida nei cinque campionati dal 1935 al 1939, con nessun successo ma tre posti d'onore e due terzi posti; personaggio poliedrico: Nel 1937 è stato allenatore della Nazionale agli Europei al fianco del CT Decio Scuri. Da arbitro, ha diretto Rappresentativa Bolognese - Kalev Tallin del 17 gennaio 1932 e la finale dei Giochi olimpici del 1948. Si dedicò anche al calcio, iniziò nella Virtus calcio e passò anche per il Bologna, del quale poi, per quasi quarant'anni fu anche segretario. Seguono con quattro stagioni Guido Foschi e Renzo Poluzzi. Il primo guidò la Virtus dal 1940 al 1943, poi nel 1946, con la conquista del primo scudetto (Guido era alla guida dei bianconeri anche nel 1944/45, ma la Virtus giocò solo amichevoli). Il secondo fu alla guida dal 1946 al 1950, con ben tre titoli tricolori vinti (il primo, nel 1946/47 avendo a fianco a lui Galeazzo Dondi Dall'Orologio), risultando così il terzo assoluto nella classifica dei più vincenti.



 

ALLENATORI STRANIERI

Basket Vision - 03-05/12/2021

 

Vittorio Ugolini era nato in Romania nel 1908 e fu allenatore della Virtus dal 1934 al 1939. Nel 1937 è stato allenatore della Nazionale agli Europei al fianco del CT Decio Scuri. Da arbitro, ha diretto Rappresentativa Bolognese - Kalev Tallin del 17 gennaio 1932 e la finale dei Giochi olimpici del 1948. Si dedicò anche al calcio, iniziò nella Virtus calcio e passò anche per il Bologna, del quale poi, per quasi quarant'anni fu anche segretario, come raccontò Giulio Cesare Turrini: "Era una pallacanestro che si giocava all'aperto, dove di tirava anche un solo personale, di arbitri ce n'era uno, il più conosciuto fra tutti era Vittorio Ugolini, che è ancora là a sgrugnarsi le cose del football, nella segreteria del Bologna FC, e SpA, che vuol dire: speriamo pure ancora".

Il primo vero e proprio allenatore straniero fu James Larry Strong. Aveva vinto lo scudetto del baseball con la Libertas Bologna nel 1948 (ne vincerà uno anche con la Fortitudo del batti e corri nel 1972), poi aveva fatto il giocatore allenatore nel Gira, inseguendo una vittoria nel derby che non arrivò (le V nere vinsero i primi 8 derby contro il Gira), poi passò ad allenare la Virtus nel 1952/53 e, ironia della sorte, perse il primo derby. Ne perderà un altro nella stagione seguente poco prima di essere sostituito. Portò in Virtus i primi schemi.

Da giocatore Eduardo Kucharski era stato più volte a Bologna negli anni '50 in Sala Borsa: con il Barcellona in occasione di due tornei, poi anche con la nazionale spagnola, contro quella italiana. Divenne poi allenatore della Spagna e dopo le Olimpiadi di Roma incontrò i dirigenti della Virtus e diventò allenatore delle V nere. Restò a Bologna tre stagioni, dal 1960 al 1963, e ripartì senza aver vinto alcun titolo, ma con 57 vittorie in 74 partite ufficiali, con una percentuale di successi del 77,03%, che è rimasta la più alta nella storia bianconera fra gli allenatori che si siano seduti in panchina in almeno settanta partite, fino a pochi mesi fa, quando Djordjevic ha lasciato le V nere avendo vinto il 77,69% delle gare ufficiali.

Sip invece le tre stagioni non le completò: arrivato nel 1966, dopo un sesto e un terzo posto, nel campionato 1968/69 tre sconfitte nelle prime quattro giornate gli furono fatali.

Peterson fu la svolta. Arrivò dalla nazionale cilena in una Virtus che due anni prima si era salvata agli spareggi di Cantù. Portò tante innovazioni e subito una Coppa Italia nel 1974 (la Virtus non vinceva nulla dal 1956). L'anno dopo fu la stagione magica di Tom McMillen, poi nel 1976 arrivò il settimo scudetto, con l'americano Driscoll di ritorno, in cui lui per primo aveva creduto. Seguirono due secondi posti, ma anche la prima finale europea, in Coppa delle Coppe, persa a Milano contro Cantù.

Partito per Milano Dan, Porelli volle al suo posto Terry Driscoll, che smise di giocare. Furono due scudetti, 1979 e 1980.

Terry tornò negli USA e il suo vice Zuccheri prese il suo posto, ma durò poco, gli subentrò Ranuzzi con direttore tecnico Aza Nikolic, che seguì però più da vicino la squadra nella cavalcata in Coppa dei Campioni fino al punto che mancò a Strasburgo per diventare campioni d'Europa. Il professore rimase anche l'anno dopo in solitudine: con una squadra ringiovanita raggiunse semifinali playoff e di Coppa delle Coppe.

L'anno dopo arrivò George Bisacca, un tipo un po' estemporaneo, che non resistette molte gare.

Porelli abbandonò per un po' la strada straniera, finché non fu tentato di richiamare Cosic, che già aveva deliziato come giocatore. Kreso pagò l'infortunio nel finale di stagione a Brunamonti e l'eliminazione da parte della Fortitudo nei playoff.

Nella stagione successiva arriva Bob Hill, che vince tante gare di un punto (anche le due partite che portano le V nere in semifinale dopo 5 anni) e al supplementare (come la finale di Coppa Italia, pure vinta dopo 5 anni).

Dopo tanti anni, nel 2002/03 arriva sulla panchina bianconera Tanjevic, ma è l'anno della crisi della Virtus e Bogdan viene sostituito.

Al ritorno della Virtus in A1 la panchina viene affidata al macedone Markovski che al primo anno sfiora i playoff e al secondo arriva addirittura in finale di Campionato e Coppa Italia e alla final four di Fiba Cup dove la Virtus arriva terza.

Nel 2019 Djordjevic subentra a Sacripanti, vince subito la Champions League, fa un'ottima stagione anche l'anno dopo, purtroppo interrotta per l'emergenza coronavirus, poi nel stagione passata manca l'approdo in eurolega dopo 19 vittorie consecutive in Eurocup, ma consola tutto il mondo virtussino con la conquista del sedicesimo scudetto, guidando una Virtus perfetta nei playoff. Lascia Bologna con il record di vittorie già citato.

 

I vincenti:

Driscoll - due scudetti

Djordjevic - uno scudetto e una Champions League

Peterson  - uno scudetto e una Coppa Italia

Hill  - una Coppa Italia

Il più fugace

Bisacca  - esonerato poco oltre la metà di novembre

Il più sorprendente

Markovski - prese una squadra neopromossa e alla seconda stagione la portò in due finali e una final four.

Il più incredibile

Kucharski - il 77,03% di vittorie ma nessun trofeo

ALLENATORI ITALIANI

di Ezio Liporesi

 

Il primo allenatore fu Filippo Giuli, una sorta di accompagnatore cambista che si era fatto valere nell'atletica virtussina. La promozione del 1934 fu guidata da Giuseppe Palmieri (con l'aiuto dello stesso Giuli per la parte atletica), un vero insegnante di pallacanestro, che si prese anche il merito di segnare il canestro decisivo da lontanissimo. A Lino Rossetti, anch'egli allenatore-giocatore, si deve il secondo posto del 1940, dopo il lungo periodo di Vittorio Ugolini. Fu poi il periodo di Guido Foschi che fino al 1946, con la conquista del primo scudetto. Il secondo fu condiviso dall'ex giocatore Galeazzo Dondi Dall'Orologio e da Renzo Poluzzi, che guidò la Virtus anche al terzo e quarto tricolore e rimase fino al 1950, quando per una stagione guidò le Vu nere quello che forse è il primo vero allenatore, Dino Fontana. Fu poi la volta del grande ex capitano Venzo Vannini, poi Amerigo Penzo per il quale l'annata alla Virtus fa da trampolino per la Nazionale. Dopo la parentesi americana di Strong, un altro grande ex, Giancarlo Marinelli, che era stato alla guida anche della nazionale (fu rilevato proprio da Penzo). La Virtus non riuscì però a trovare stabilità tecnica, fin quando non arrivò Vittorio Tracuzzi, che rimase dal 1954 al 1960 (nelle prime stagioni giocò anche). Fantasioso, ispiratore di un gioco moderno, Tracuzzi ottenne anche grandi risultati, due scudetti e quattro secondi posti. Tornerà poi a inizio anni '70 a conquistare una sudata, ma fondamentale salvezza. Dopo la parentesi spagnola di Eduardo Kucharski, ecco Mario Alesini, nuovamente figura di allenatore-giocatore, due terzi e un quarto posto, ma nella prima annata lo scudetto sfumò proprio all'ultima giornata. Nuovo intermezzo straniero con Jaroslav Sip, che nell'ultima stagione viene sostituito dell'ex grande giocatore Renzo Ranuzzi, coadiuvato da Mario De Sisti. L'anno dopo è la volta di un ex allenatore della Nazionale, Nello Paratore.

 

Della salvezza ottenuta da Vittorio Tracuzzi si è detto, dopo poche gare della stagione successiva fu sostituito da Nico Messina, che comincia a rilanciare la Virtus, prima di un lungo periodo straniero, che dura dieci anni, salvo la breve parentesi del 1980/81, quando inizia Ettore Zuccheri, presto sostituito da Renzo Ranuzzi, quest'ultimo con la supervisione di un altro grande straniero Aza Nikolic. Nel 1982/83 subentra a George Bisacca Mauro Di Vincenzo, poi inizia un biennio di Alberto Bucci a cui si deve nel primo dei suoi tre periodi lo scudetto della stella, quando i tiri liberi falliti da Bariviera e la schiacciata di Brunamonti spensero luci a San Siro e si accesero in un'affollatissima Piazza Azzarita al ritorno della squadra in piena notte, su iniziativa del mitico custode del palasport Amato Andalò. Bucci fu bravissimo, dopo le belle esperienze di Rimini e Fabriano a guidare la squadra in una stagione nella quale l'attesa per per il decimo scudetto era altissima. Arriva poi Sandro Gamba che non ripete i successi dei suoi periodi in Lombardia e in Nazionale e allora ricomincia la moda straniera, finché non è il turno di Ettore Messina che guiderà la Virtus dal 1989 al 2002, fatta eccezione per la sua parentesi di quattro stagioni in Nazionale. Comincia vincendo Coppa Italia e Coppa delle Coppe, poi sarà un crescendo di successi, facendo leva su un bel gruppo di italiani, Brunamonti, Binelli, Coldebella, Moretti, Morandotti, Carera, Abbio, ma anche di fortissimi stranieri, Sugar Richardson, Danilovic, Ginobili, ma anche Clemon Johnson, Antoine Rigaudeau, Rasho Nesterovic, Rashard Griffith, Marko Jaric, David Andersen, Matjaz Smodis. Mentre Messina è in Nazionale, torna Alberto Bucci, che continuerà la striscia vincente con due scudetti e una Supercoppa, ma non chiuderà la quarta annata, sostituito da Roberto Brunamonti, che vincerà una Coppa Italia nel brevissimo tempo alla guida della Virtus (ufficialmente l'allenatore risulta Lino Frattin, per questioni di patentino).

 

Finita l'era Messina, il montenegrino Bogdan Tanjevic (di passaporto italiano), sostituito dopo poco da Valerio Bianchini, che dopo i tanti successi ovunque, vince pochissime partite. La prima serie A2 è affidata prima a Giampiero Ticchi e poi alla terza fase Bucci, ma l'anno dopo a ottenere la promozione è Giordano Consolini. Comincia poi una singolare alternanza tra allenatori ex Fortitudo e "esterni": il primo è Stefano Pillastrini, presto sostituito da Renato Pasquali (che era già stato vice di Messina), il secondo è Matteo Boniciolli (che vince l'Eurochallenge ed è l'unico a non fallire totalmente e a non essere esonerato in corso d'anno, anche se l'uscita ai quarti dei playoff gli è fatale) poi, dopo Lino Lardo, il terzo è Alessandro Finelli, che verrà rilevato da Luca Bechi. È poi la volta di un altro ex assistente di Messina, Giorgio Valli, che raggiunge un insperato playoff, poi però è anche sfortunato protagonista della prima retrocessione sul campo, quando non riesce a sostenere il peso di una storia che sta sprofondando. Tocca a Alessandro Ramagli la resurrezione-promozione poi anche un anno di massima serie. Poi Pino Sacripanti, tante panchine in serie A, ma poche in Virtus, presto sostituito da Aleksandar Djordjevic e siamo all'attualità, con l'allenatore della nazionale spagnola, Sergio Scariolo.

 

Quelli con più stagioni: Messina 9, Bucci 8, Tracuzzi 7.

Quelli con più scudetti: Messina 3, Bucci 3, Poluzzi 3.

Quelli con più scudetti consecutivi: Poluzzi 3, Tracuzzi 2, Bucci 2.

Il più vincente: Messina 3 scudetti, 4 Coppe Italia, 2 Euroleague, 1 Coppa delle Coppe.

ALLENATORI DI TIMBRO VIRTUS

di Ezio Liporesi

 

La tradizione giovanile Virtus affonda le sue radici agli albori delle V nere della pallacanestro. Se la squadra maggiore esordì nella palestra della Sempre Avanti in via San Gervasio il 19 marzo 1930 nel campionato nazionale emiliano di prima divisione (la Bologna Sportiva C, cioè le scuole Minghetti, vinse contro la Virtus B 14 a 6, mentre la formazione A osservava il suo turno di riposo), nello stesso giorno e sullo stesso campo faceva il suo esordio anche la squadra allievi, battuta dalla Bologna Sportiva A per 8 a 2.

Gli allenatori usciti dalla Virtus sono quindi tantissimi, proviamo a farne una selezione.

Nel 1934 nel campionato di prima divisione (il secondo per importanza) Filippo Giuli era il responsabile della guida tecnica della Virtus, Giuseppe Palmieri di quella atletica, ma quest'ultimo scendeva anche in campo e segnò, da centrocampo, il canestro che portò la Virtus nel massimo campionato. In seguito continuò ad allenare i ragazzi, ma curandosi anche della tecnica, come ci spiega un suo giocatore, classe 1940, che giocò nelle giovanili e qualche amichevole in prima squadra: "Uno che veramente formava i giocatori: insegnava tutti i movimenti, indipendentemente dal ruolo; è così che imparai il gancio destro e quello sinistro, anche se la mia struttura fisica mi sconsigliava di avvicinarmi a canestro. Nel 1955 era in programma il torneo Termanini a Modena e gli juniores mancavano di giocatori, allora fummo chiamati io e Gianfranco Marchi, che eravamo allievi. In semifinale incontrammo i padroni di casa dell'Avia Pervia e sul +5 rimanemmo in campo in tre, Paulucci e noi due, essendo gli altri usciti per falli. Dovemmo affrontare il finale con questo grave handicap, ma incredibilmente vincemmo di nove punti.  Poi nel pomeriggio la finale, contro il Borletti, una squadra fortissima; Volpato poi era un pivot il cui solo nome incuteva paura, ma il nostro Nardi, un altro prodotto di Palmieri, lo mise in difficoltà con le sue tante armi, segnò una quarantina di punti, trascinandoci al successo".

Dino Fontana che ha allenato la Virtus, la società Cestistica Mazzini (Moto Morini per intenderci), l'Alcisa, ma anche il Petrarca Padova, iniziò allenando gli allievi Virtus nel 1937/38.

Gianni Corsolini allenava tante squadre (Acli Labor maschile e femminile, Motomorini, Libertas femminile) Scovò un giovanissimo Lucio Dalla, i fratelli Bonaga, Paolo Conti, poi divenuti personaggi importanti della pallacanestro e non solo. Tracuzzi lo volle come assistente e allenatore della juniores nella quale c'erano Beppe Nannucci, divenuto poi un punto di riferimento nel commercio di dischi, Fiero Gandolfi, che come giocatore si ricorda soprattutto per i 52 punti segnati in una gara giovanile, ma che sarà presidente delle Vu nere ai tempi dello scudetto del 1976. Corsolini fece particolarmente bene e a fine stagione lo chiamò Cantù dove, lasciata poi la panchina per dedicarsi alla sua attività professionale, divenne dirigente di spicco tanto da arrivare alla presidenza di Lega e alla hall of fame.

Beppe Lamberti giocò nelle giovanili, poi le allenò oltre a giocare in prima squadra. Si limitò presto solo ad allenare e dalla Virtus spiccò il volo verso Fortitudo e poi il Gira ai tempi della rinascita degli anni 70, con sponsor Fernet Tonic.

Augusto "Gianni" Giomo mentre giocava (molto bene) nella Virtus allenava anche gli allievi e li portò al primo titolo giovanile della storia Virtus, quello del 1966. Non c'erano grandissimi elementi, nessuno di quei ragazzi fece una carriera cestistica di primo piano, ma quella squadra giocava benissimo. Giorno si dedicò sempre con profitto all'insegnamento della pallacanestro ai giovani, la sua perla più preziosa fu il modellare un certo Renato Villalta, che poi alla Virtus segnò un'epoca ed è tuttora il maggiore realizzatore della storia bianconera con 9048 punti.

Ettore Zuccheri, che amava molto il bel gioco della squadra allievi di Giomo, fu vice di Peterson e Driscoll, ma prima aveva vinto, dopo aver giocato per tanti anni con la V nera, uno scudetto allenando gli juniores nel 1972, il secondo titolo giovanile della Virtus. Punta di quella squadra era Loris Benelli. Dopo i due anni da vice di Driscoll il professor Zuccheri ne prese il posto, fece anche due su due in Coppa dei Campioni vincendo a Mosca e battendo il Maccabi, ma tornò dopo pochi mesi a dedicarsi ai giovani.

Stefano Michelini, oggi commentatore televisivo, nel 1982 vinse il titolo juniores con una squadra che aveva Gus Binelli, Matteo Lanza, Alessandro Daniele, "Riccio" Ragazzi, Moris Masetti, Clivo Righi. Suo assistente era Massimo Magri, un altro che ha allenato in serie A.

Ettore Messina arrivò alla Virtus come vice di Bucci e allenatore delle giovanili. Fu assistente anche di Gamba, Cosic e Hill e quando quest'ultimo non tornò ne prese il posto vincendo subito Coppa Italia e Coppa delle Coppe primo trofeo europeo delle V nere, seguiranno poi tanti altri successi con le V nere (fino al 2002, tolto l'intermezzo in Nazionale) poi anche altrove, Treviso, Mosca: scudetti ed titoli continentali trampolino di lancio per la sua esperienza da vice in Nba prima di tornare in Italia e tornare a a vincere qualcosa con Milano, anche se per ora solo coppe nazionali, non i titoli sperati. Nel periodo antecedente alla sua carriera di allenatore della prima squadra aveva portato alla Virtus tanti successi giovanili.

Quando Messina divenne capo allenatore, il vice arrivò dalle giovanili Benetton, Renato Pasquali, e finché Ettore non andò in nazionale, per quattro stagioni allenò la Juniores. Più tardi, nel 2008 fu chiamato alla guida della prima squadra per sostituire Pillastrini e fu a sua volta rilevato da Boniciolli durante l'annata successiva.

Piero Bucchi, ha allenato le giovanili Virtus dal 1984-85 al 1991-92.

Giordano Consolini iniziò da vice di Messina nelle giovanili, poi una volta che Ettore approdò in prima squadra, Giordano cominciò a vincere scudetti con i giovani, poi emigrò a Reggio Emilia per tornare come vice di Messina e allenatore delle giovanili nel 1997/98, iniziando cinque stagioni d'oro che videro la Virtus vincere due scudetti, due Euroleague, tre Coppe Italia, e approdare a cinque finali europee. Fu poi allenatore della Virtus 1934 la creatura di Paolo Francia nata nel momento della cancellazione dell'affiliazione della Virtus; l'immediato intervento di Sabatini che salvò la Virtus dal fallimento e acquisì Castel Maggiore, poi fusa con la Virtus, tolse spazio all'iniziativa di Francia che ebbe vita breve. Un anno dopo Sabatini chiamò Consolini per riportare la Virtus nella massima serie, ma raggiunto l'obiettivo, Jordan tornò ad allenare e a vincere con i giovani. In tutte le vesti, sempre modesto, ma spesso vincente, Ha terminato la sua esperienza in Virtus nel 2020, per poi tornare a Reggio Emilia a continuare la sua opera.

Nei primi anni di quel quinquennio che abbiamo chiamato d'oro, assistente di Messina con Consolini era Giorgio Valli che nel 1993 aveva vinto il titolo allievi con le V nere, ma che nel 2016 sarà lo sfortunato'allenatore della prima retrocessione sul campo della Virtus. Quando Valli nel 2000 lasciò il ruolo di vice per andare a Treviglio, fu sostituito da Lele Molin che nel suo primo anno, quello del Grande Slam, allenò anche la juniores.

Altro mago delle giovanili Virtus, al pari di Consolini è Sanguettoli, che allenò anche Belinelli e che l'ha rimesso in forma al suo ritorno in Italia. Marco è figlio d'arte, anche suo padre Franco fu allenatore nelle giovanili Virtus.

Poi la lista potrebbe continuare con il grande Sergio Ferriani, detto Gino, che cominciò ad allenare le giovanili quando ancora giocava negli anni Cinquanta e continuò fino a metà di quelli Sessanta, poi allenò la Permaflex di Pistoia; Franco Lanfranchi che dai giovani Virtus passò ad allenare anche nella pallacanestro femminile, come pure Antonio Corraducci.

I pluridecorati, quelli che hanno vinto più di uno scudetto giovanile da capo allenatore sono Consolini (6 più una final eight di Coppa Italia under 16), Messina (4), Sanguettoli (3) e Nadalini 2.


 

CURIOSANDO TRA I NUMERI

di Ezio Liporesi

 

Il più vincente tra chi ha almeno 70 panchine: Djordjevic, 94 vittorie in 121 partite (77,60%)

Il meno vincente: Bianchini 7 vittorie in 31 partite (22,58%)

Il meno vincente tra chi ha almeno 70 panchine: Valli 30 vittorie in 76 gare (39,47%)

 

Ovviamente i numeri vanno contestualizzati, un conto è avere Teodosic (e Belinelli ecc.), un conto è allenare Sekularac e Avleev, oppure Odom e Gaddy.

LA SFIDA DI SCARIOLO

di Ezio Liporesi - 15/01/2022

 

La Virtus ha sempre avuto più fortuna quando si è lasciata affascinare da idee innovative per la panchina: Il Tracuzzi degli anni cinquanta che vinse due scudetti negli ultimi due anni in cui si giocava in Sala Borsa, era a suo modo un esperimento essendo giocatore allenatore, Peterson che arrivava, sconosciuto, dal Cile, vinse una Coppa Italia e uno scudetto; la scommessa Driscoll giocata da Porelli, spostarlo a fine carriera da padrone dell'area a elegante allenatore in panchina fruttò due scudetti; e quando il patron della Virtus puntò su Bucci, che aveva esperienze felice, ma a Rimini e Fabriano, arrivò lo scudetto della stella. Lo stesso Bob Hill non aveva certo un pedigree folgorante ma vinse una Coppa Italia. Il Messina coltivato nelle giovanili non tradì, anzi riempì la bacheca, quando gli fu affidata la prima squadra. E nelle parentesi in nazionale fu ancora Bucci a portare altri due scudetti. Brunamonti fu catapultato dalla scrivania, appena occupata dopo l'addio al parquet, alla panchina su cui sedette meno di due mesi ma abbastanza per vincere una Coppa Italia Coppe europee le hanno portate Markovski e Boniciolli. Lo stesso Djordjevic, giocatore illustre, amante dell'Italia avendone fatta la sua residenza con famiglia non si può dire che fosse uno sconosciuto, era stato in piazze storiche, come Milano, Treviso e Atene sponda Pana, nonché al Bayern e aveva a lungo allenato la Serbia, ma a livello di club non aveva mai vinto né una coppa europea, né un campionato, a Bologna lo ha fatto. Quando invece la Virtus si è affidata ad allenatori acclamati non ha vinto: la lista è lunga, da Nikolic (che però ha sfiorato il successo maggiore, la Coppa dei Campioni e aveva discrete attenuanti), a Gamba, da Bianchini a Tanjevic, il primo slavo a vincere la Coppa dei campioni, oltre allo scudetto con Milano. Precedenti poco incoraggianti per Scariolo, d'altra parte questa proprietà ama puntare su nomi di primo piano e se hanno etichetta nazionale ancora meglio, Belinelli, Zandalasini, il Panichi preparatore della nazionale e il Lardo allenatore della squadra azzurra femminile. Scariolo deve essere pronto a lanciarsi la sfida: nessun allenatore ha mai vinto lo scudetto a Bologna dopo averlo vinto da un'altra parte (Messina li vinse dopo la sua esperienza bolognese) e Sergio a Pesaro lo vinse.

AVVICENDAMENTI IN PANCHINA

di Ezio liporesi - Basket Vision - settembre 2023

 

I frequenti avvicendamenti sulla panchina Virtus sono legati più alla storia degli ultimi vent'anni, perché in precedenza, la tendenza prevalente era di costituire dei cicli, annche se non sempre ci si riusciva, la lunga permanenza è sempre stata legata ovviamente ai risultati. Il primo impatto favorevole, dopo un anno tribolato con il cambio Strong - Marinelli, fu l'avvento di Vittorio Tracuzzi, subito due scudetti. Poi Dan Peterson, iniziando la stagione 1973/74  riportò un trofeo a Bologna dopo 18 anni, la Coppa Italia, (mancava proprio un titolo dal secondo scudetto di Tracuzzi del 1956), poi lo scudetto nel 1976, riportando la Virtus ai vertici. Notevole anche l'inversione di tendenza data da Bob Hill, che, arrivando dopo Kresimir Cosic,  arrivava dopo quattro stagioni nelle quali la Virtus era fuori dalle prime quattro, mancava un successo nei playoff dal 1985, fase nella quale aveva una serie aperta di otto sconfitte e veniva dal sorpasso Fortitudo del 1988. Sfruttando anche la grande esperienza del Direttore Tecnico Dan Peterson e di  molti giocatori (i "vecchi" Villalta, Bonamico, Gallinari, Johnson, Richardson, Silvester, ma anche Brunamonti e Binelli e a gettone fu preso Starks) portò la Virtus al successo in Coppa Italia e in semifinale playoff; vinse tante gare di un punto o al supplementare, in particolare vinse con una sola lunghezza di vantaggio le ultime due partite di regular season che valsero il terzo posto e le due gare dei quarti in casa con Caserta che vollero dire semifinale e al supplementare la finale di Coppa italia sempre contro Caserta. Al contrario Tanjevic, poi Bianchini nel 2003 rimasero lontanissimi dai risultati di Ettore Messina che li aveva preceduti e, sebbene la squadra non fosse più altrettanto forte, manteneva un'ossatura che non avrebbe dovuto lasciare le V nere fuori dai playoff come invece avvenne e fu la prima volta, ma i problemi societari sicuramente incisero nel non riuscire a mantenere compatto il gruppo.

 

ESONERI VIRTUS...

di Ezio Liporesi - Basket Vision - 22/09/2023

 

Il 3 marzo 1952 Amerigo Penzo sostituisce Venzo Vannini

Il 3 gennaio 1954 Giancarlo Marinelli sostituisce James Larry Strong

Nel dicembre 1968 Renzo Ranuzzi e Mario De Sisti sostituiscono Jaroslav Sip

Il 22 novembre 1971 Nico Messina sostituisce Vittorio Tracuzzi

Il 13 gennaio 1981 Renzo Ranuzzi con direttore tecnico Aza Nikolic sostituisce Ettore Zuccheri

Il 19 novembre 1982 Mauro Di Vincenzo sostituisce George Bisacca

L'8 marzo 1997 Roberto Brunamonti (ma ufficialmente Lino Frattin perché Roberto non ha il patentino) sostituisce Alberto Bucci

Dall'11 al 14 marzo 2002 Giordano Consolini sostituisce Ettore Messina che poi viene rimesso in sella, decisiva la famosa invasione del pubblico prima di Virtus-Trieste

Il 27 dicembre 2002 Valerio Bianchini sostituisce Bogdan Tanjevic

Il 26 novembre 2003 Alberto Bucci sostituisce Giampiero Ticchi

Il 23 gennaio 2008 Renato Pasquali sostituisce Stefano Pillastrini

Il 10 novembre 2008 Matteo Boniciolli sostituisce Renato Pasquali

Il 5 marzo 2013 Luca Bechi sostituisce Alessandro Finelli

Il 27 gennaio 2014 Giorgio Valli sostituisce Luca Bechi

L'11 marzo 2019 Alexandar Djordjevic sostituisce Pino Sacripanti

Il 7 dicembre 2021 Alexandar Djordjevic viene esonerato e reintegrato il giorno dopo

Il 15 settembre 2023 Luca Banchi sostituisce Sergio Scariolo

 

...GLI ALTRI CAMBI DI ALLENATORE

di Ezio Liporesi - Basket Vision - 23/09/2023

 

Amerigo Penzo nel 1951/52, dopo essere subentrato a Vannini, a fine stagione lasciò il posto a Larry Strong che fece una stagione e mezzo, poi sostituito da Giancarlo Marinelli e alla fine del 1953/54 iniziò l'era Tracuzzi.

Vittorio Tracuzzi nel 1960 pagò alcuni sudetti persi sui campi di provincia e ci si affidò a Eduardo Kucharski, che vinse tante gare ma di titoli meno del predecessore che aveva comunque portato i tricolori del 1955 e 1956.

Ci si affidò per tre anni a Mario Alesini, poi a Jaroslav Sip che la terza annata invece non la concliuse, sostituito da Renzo Ranuzzi e Mario De Sisti, accantonati poi a fine stagione, per l'arrivo del quotato Nello Paratore che non convinse in un anno né la proprietà, né la piazza e allora spazio al ritorno di Tracuzzi che salvò la V agli spareggi. L'anno dopo dopo poche giornate lasciò spazio a Nico Messina, che concluse la stagione e allenò nella successiva, prima che si aprisse l'era Peterson.

Dan Peterson nel 1978, dopo cinque stagioni alla Virtus, se andò a Milano di comune accordo con Gigi Porelli.

Terry Driscoll dopo due scudetti in panchina in due anni (da aggiungere a quello conquistato sul campo) non trovò l'accordo con il patron e lasciò V nere e pallacanestro.

Aza Nikolic nel 1982 non fu confermato da Porelli: aveva fatto in Coppa dei Campioni nel 1980/81 con quella finale beffa di Strasburgo giocata senza Jim McMillian e persa per un punto a causa soprattutto di un arbitraggio scellerato di Van Der Willige, e anche nel campionato del rinnovamento, senza Charly Caglieris e con i giovani americani Zam Fredrick e Elvis Rolle al posto della coppia di esperti McMillian-Marquinho, quando solo un canestro allo scadere di Zampolini escluse la Virtus dalla finale del campionato; questi meriti di Nikolic non furono però apprezzati da dirigenza e giocatori se non a posteriori.

Mauro Di Vincenzo sostituì con efficacia George Bisacca che aveva iniziato la stagione 1982/83, vinse molte gare, ma l'eliminazione nei quarti, dopo avevr sbancato Cantù in gara uno, convinse Porelli a cambiare e arrivò Bucci.

Dopo gli effetti speciali del primo anno, con scudetto della stella e Coppa Italia, il secondo fu un anno di sofferenza, anche perché si affrontò con la stessa squadra un'annata molto impegnativa con l'impegno supplementare della Coppa dei Campioni. Alberto fu quindi accantonato.

Nel 1985 Arrivò il grande e referenziato Alessandro Gamba, ma forse il passaggio dal fare gruppo di Bucci a una gestione molto più distaccata non ebbe i risultati attesi e dopo due stagioni si decise di cambiare (Bucci-Gamba mi fa ricordare un po' il passaggio Djordjevic-Scariolo, anche se Sergio qualche trofeo lo ha portato a casa, cosa che non capitò a Gamba, ma il paragone riguarda la diversa gestione del gruppo e una simbiosi con l'ambiente mai avvenuta).

Nel 1987/88 Fu la volta dell'amatissimo Kresimir Cosic che aveva deliziato il pubblico bolognese (e vinto due scudetti). Perse Roberto Brunamonti alla vigilia dei playoff quando finalmente con l'arrivo di Macy aveva trovato la chiave del gioco, ma senza il numero quattro la Virtus andò a picco nel derby e il sorpasso costò il posto a Cosic e ci fu anche l'intervento di qualche avvocato per risolvere la questione.

Nel 1988/89 Direttore Tecnico Dan Peterson e grande America sul campo con il coach Bob Hill e, soprattutto con gli stranieri Clemon Johnson e Sugar Richardson. Vinse una Coppa Italia, riportò la Virtus alla semifinale playoff che mancava dal 1984 ed era destinato a continuare l'avventura bolognese, ma non tornò dagli Stati Uniti e allora fu promosso il vice predestinato alla panchina fin dal suo arrivo a Bologna, Ettore Messina.

Dopo quattro anni e i primi successi, Coppa Coppe, Coppa Italia e scudetto, lasciò la Virtus per la Nazionale (Celebre la frase di Cazzola: diamo l'oro alla Patria).

Nel 1994 tornò quindi Alberto Bucci che vinse ancora, fu anche nominato presidente, ma come visto fu poi esonerato nel 1997, per la breve esperienza di Brunamonti che vinse comunque una coppa Italia.

Nel 1997 ritornò quindi Messina e restò fino al 2002, anno di quell'esonero poi rientrato già descritto. A fine stagione chiaramente le strade del coach e della Virtus si separarono.

Bianchini che aveva sostituito Bogdan Tanjevic pagò il clamoroso non ingresso nei playoff e i peggior record di sempre di un coach Virtussino.

Fu ingaggiato Scariolo, ma dopo la radiazione e  un'estate tribolata che portò comunque a una nuova Virtus targata Sabatini non se la sentì di affrontare l'avventura.

Arrivò Giampiero Ticchi, presto sostituito da Bucci, ma la terza esperienza di Alberto finì con la sconfitta in finale playoff.

Fu la volta del mago dei giovani, Giordano Consolini, che fece una magia anche con la prima squadra, la riportò nella massima serie, poi tornò ad allenare i ragazzi.

Nel 2005 arrivò Zare Markovski che il primo anno fece benino e il secondo benissimo, final four di Fiba Cup, finale di Coppa Italia e di campionato, ma Sabatini vuole cambiare.

Iniziò la serie degli ex Fortitudo: il primo fu Srefano Pillastrini che ebbe vita breve, gli subentrò Pasquali (era stato vice di Messina) che finì la stagione ed iniziò quella dopo, ma saltò a favore del secondo ex F, Boniciolli che vinse l'Eurochallenge, perse in finale la Coppa Italia e non andò oltre i quarti dei playoff con una squadra che forse valeva qualcosa di più e allora Sabatini si rivolse a Lino Lardo per due stagioni, poi a un terzo ex biancoblu, Alessandro Finelli, esonerato durante la seconda annata e sostituito da Luca Bechi che finì un anno e ne iniziò un altro, a sua volta lasciando il posto a Giorgio Valli che, dopo due stagioni e mezzo pagò la retrocessione.

Si ripartì nel 2016 da Alessandro Ramagli che vinse il campionato e riportò nella massima serie le V nere, venne confermato e il rapporto si chiuse alla fine dell'anno dopo quando la squadra sfiorò solo i playoff (anche a causa di infortuni e di un numero 4, Jamil Wilson che arriva solo a tre giornate dalla fine della regular season).

Di Sacripanti, Djordjevic e Scariolo abbiamo detto, il solo serbo porta a termine il mandato ma passando attraverso un esonero e il reintegro il giorno dopo.

 

 


 

I PRECEDENTI CAMBI DI PANCHINA ALL'ULTIMO MOMEMTO

di Ezio Liporesi - 30/09/2023

 

Se Walter Fuochi mi chiama al lavoro dalle pagine di Repubblica, non posso certo sottrarmi. La domanda è se ci sia mai stato nella storia della Virtus prima d'ora una panchina ribaltata. Un precedente è molto particolare e riguarda proprio Scariolo, ma non si può certo parlare di ribaltamento. Nel 2003 Sergio, ingaggiato da Madrigali, restò allenatore della Virtus per tutta l'estate, ma non diresse mai neppure un allenamento, perché quelli erano i mesi della radiazione. Quando Sabatini si assicurò sia la società Virtus pallacanestro sia la squadra di Castel Maggiore per farne una cosa sola (che fosse una cosa sola fu riconosciuto poi anche dalla FIP, ma solo l'anno dopo quando sancì la riaffiliazione della Virtus), Scariolo non se la sentì di imbarcarsi in quell'avventura e d'altra parte ne fu ben contento anche Sabatini che già doveva soddisfare precedenti pendenze con giocatori e staff e poté quindi affidare la squadra al meno costoso Giampiero Ticchi, presto sostituto da Alberto Bucci. Nel 1989 ci fu un altro caso di cambiamento improvviso a pochi giorni dall'inizio della stagione: l'allenatore doveva essere ancora Bob Hill che, dopo 4 anni di vacche magre, aveva riportato la Virtus in semifinale e a vincere un trofeo, la Coppa Italia, ma Bob restò in America e iniziò lì la carriera di capo allenatore di Messina, anche in quel caso con soddisfazione di tutti. In conclusione un ribaltone così eclatante prima di partire alla Virtus non si era mai visto.