IL RAVONE
Veduta aerea del complesso di Ravone negli anni '20.
(foto reperita nell'Archivio SEF Virtus)
LE INIZIATIVE GENIALI NEL MONDO SPORTIVO
da Il Littoriale del 1929
"Bologna, il cui vigile patriottismo sa prestamente tramitare in realtà i progetti anche più ardui, possiede già quel gigantesco "Littoriale" che per ampiezza e importanza potrebbe definirsi la "cattedrale" dei campi sportivi italiani. Ma essa, che fra tutte le città italiane ha sempre tenuto, sul terreno ginnico-atletico, un posto eminente, non era dotata, fino a pochi anni addietro, di altro campo sportivo moderno e completo. Si deve - e gli sportivi bolognesi lo ricordano con viva riconoscenza - all'iniziativa di un cittadino coraggioso se tale lacuna poté essere lodevolmente colmata; e il nome del munifico fautore dello sport ginnico è quello di uno dei più stimati e popolari bolognesi: il comm. Alberto Buriani.
Spetta a Buriani - il quale, pur dedicandosi a notevoli impegni commerciali ed industriali, ha sempre trovato il tempo d'essere un fervido e attivo cultore di sports - il grande merito di aver intuito e preconizzato l'alta importanza dell'educazione sportiva, nell'esistenza dello Stato, fin dai tempi lontani in cui, per incuria d'uomini e inerzia di governi, essa era negletta e tenuta in non cale.
Il Buriani - presidente della più antica associazione ginnastica bolognese, la sempre gloriosa società Virtus - decise in un bell'impeto d'amore e d'indignazione, di costruire a proprie spese un campo sportivo. E così fu fatto.
Acquistato nel 1919 un vasto appezzamento di terreno tra le vie Saragozza e Andrea Costa, il Buriani fece subito iniziare i lavori e li spinse avanti con tanta alacrità che l'anno seguente il Campo Sportivo di Ravone era pronto.
Vasto, moderno, ideato con larghezza di vedute e attuato con signorilità di mezzi, esso è veramente un modello del genere. Un'ampia pista podistica di circa 380 mt. di sviluppo recinge tutta la "pelouse" di oltre 10.000 metri quadrati di superficie; più di 700 metri di muro circondano il campo, e su questo sorgono due grandi tribune coperte e una vastissima tribuna popolare scoperta, nonché un elegante edificio in cui si trovano gli spogliatoi, le docce e tutti i servizi accessori.
L'inaugurazione solenne ebbe luogo nell'autunno del 1920.
Il Campo di Ravone, nella cui vasta "pelouse" trovano comoda sede un campo di foot-ball di ampissima dimensione per le gare internazionali e campi di giuoco per il basket-ball ed il volley-ball si è arricchito nel 1925 - sempre per iniziativa del comm. Buriani ed eliminando un campo per basket-ball - di tre perfetti "courts" da tennis, ai quali altri quattro campi sono stati aggiunti nel 1926, assorbendo il terreno e la villetta viciniori, - di proprietà anch'essi del Buriani - dato l'imponente sviluppo preso da questo bel giuoco d'antica origine italiana.
De Simoni al campo del Ravone, primo campo della Virtus, il 23 novembre 1930
(foto reperita nell'Archivio SEF Virtus)
Il campo da basket all'aperto
(foto reperita nell'Archivio SEF Virtus)
20 DICEMBRE, UNA DATA TRISTE
tratto da "Il Mito della V Nera" 1871-1971 di A. Baraldi e R. Lemmi Gigli
Un'annata insomma di ricostruzione e di positivi fermenti. Ma proprio in questa delicata fase di riassestamento un altro e più duro colpo è riservato alla Virtus. Il 20 dicembre muore improvvisamente Alberto Buriani, da venticinque anni nostro magnifico e munifico presidente, un autentico benefattore della società. Al grande rimpianto per l'uomo, le cui vaste benemerenze sportive avevano superato - possiamo ben dirlo - i confini di Bologna e della sua Virtus, si unisce la trepidazione per la sorte del campo Ravone. Quell'impianto che lui aveva fatto costruire per la Virtus e che alla Virtus intendeva sicuramente lasciare. Ma purtroppo, per mancanza di precise disposizioni testamentarie, anche il campo segue l'iter ereditario. Più tardi, quando il consiglio direttivo - come vedremo - si accingerà ad acquistarlo, trovandolo... già comprato il giorno prima e proprio da un consigliere della società, il contraccolpo e le ripercussioni interne avveleneranno per diverso tempo i rapporti a livello dirigenziale. In questa triste fine 1945 la burrasca comunque è ancora lontana. Intanto la direzione della Virtus viene assunta, in qualità di reggente, dal segretario generale Dott. Negroni, le cui dote organizzative e la grande dedizione riescono provvidenziali in questo momento certamente tra i più travagliati nella storia della società.
Fultz, Ferracini, Albonico, Benelli e Bertolotti ascoltano coach Nico Messina in una foto del 1972/73 (foto tratta da Giganti del Basket)
IL GIOCHETTO DEL CAMPO
tratto da "Il Mito della V Nera" 1871-1971 di A. Baraldi e R. Lemmi Gigli
È un consiglio solido quello che fra l'altro affronta concretamente il problema più spinoso, l'acquisto cioè degli impanti di via Valeriani dalla proprietà Buriani. E qui scoppia improvvisa la bomba. Al momento di stendere il contratto, quando tutto è deciso, risulta che il campo è stato "soffiato" il giorno prima da una certa società immobiliare che, guarda caso, fa capo al comm. Dall'Ara presidente del Bologna Football Club e membro egli stesso del consiglio della Virtus. Il poco simpatico contrattempo produce spiacevoli contrasti in seno alla compagine direttiva nonché incrinature le cui conseguenze si faranno sentire per diverso tempo ancora. Ma ormai non resta che ripiegare su una soluzione di compromesso che non pregiudichi totalmente la disponibilità dell'impianto. E difatti alla Virtus il nuovo proprietario, sollecitato anche dall'intervento della vedova Buriani, riconosce - dietro versamento di un affitto annuo di 640mila lire corrispondenti all'8% di interesse sulla cifra d'acquisto (che è stata di 8 milioni!) - l'uso del campo, che essa però dovrà dividere fra non molto con i calciatori della società rossoblu, sacrificando fra l'altro la palazzina d'ingresso, un tempo spogliatoio dei suoi atleti (relegati ora nello scantinato). In pratica si tratta da questo momento di una Virtus gentilmente ospitata in quella che dal 1921 era la sua casa.
GIORGIO NERI RINGRAZIA RENATO DALL'ARA
Stadio - 29/03/1957
Nel corso dell'assemblea dei soci, Neri ha voluto ricordare l'opera del comm. Aurelio Brini, nonché la sportività dimostrata dal comm. Dall'Ara circa l'uso del Campo Ravone. "Mi auguro che il comm. Dall'Ara possa campare molto - ha detto Neri - poiché sarà per noi virtussini una fortuna".
Luglio 1958: i cestisti dell'Oransoda-Virtus riprendono gli allenamenti al Ravone. Fletcher Johnson, Gambini, Borghi (semicoperto), Gandolfi, Pellanera appena visibile dietro ad Alesini (foto tratta da Stadio)
IL CAMPO DEL RAVONE
di Ezio Liporesi - Cronache Bolognesi - 09/05/2025
Alberto Buriani, presidente della più antica associazione ginnastica bolognese, la gloriosa società Virtus decise di costruire a proprie spese un campo sportivo. E così fu fatto. Acquistato nel 1919 un vasto appezzamento di terreno tra le vie Saragozza e Andrea Costa, fece subito iniziare i lavori e li spinse avanti con tanta alacrità che l'anno seguente il Campo Sportivo di Ravone era pronto. Vasto, moderno, ideato con larghezza di vedute e attuato con signorilità di mezzi, esso è veramente un modello del genere. Un'ampia pista podistica di circa 380 mt. di sviluppo recinge tutta la "pelouse" di oltre 10.000 metri quadrati di superficie; più di 700 metri di muro circondano il campo, e su questo sorgono due grandi tribune coperte e una vastissima tribuna popolare scoperta, nonché un elegante edificio in cui si trovano gli spogliatoi, le docce e tutti i servizi accessori. L'inaugurazione solenne ebbe luogo nell'autunno del 1920. Il Campo di Ravone, nella cui vasta "pelouse" trovano comoda sede un campo di foot-ball di ampissima dimensione per le gare internazionali e campi di giuoco per il basket-ball ed il volley-ball si è arricchito nel 1925 di tre perfetti "courts" da tennis, ai quali altri quattro campi sono stati aggiunti nel 1926. Proprio al Ravone Mario Negroni, Segretario Generale della Virtus, fece allestire il primo campo quando i ragazzi dell’atletica gli andarono a chieder eun campo per provare a giocare a pallacanestro. Il campo del Ravone è legato anche alla ripresa dell’attività cestistica nel 1945. A parte quattro amichevoli contro la squadra militare americana, tre vinte e una persa, l'attività del 1945 è imperniata sul Campionato provinciale, al quale le V nere iscrivono ben tre squadre. Partecipano al campionato anche la polisportiva Cisponi, la Cassa di Risparmio e la squadra dei Ferrovieri. La Virtus C si piazza al quarto posto mentre le prime due squadre, la Virtus e la Virtus B dominano il campionato, concludendo appaiate in testa a 9 punti. La finale è in programma al campo del Ravone il 15 giugno, a meno di due mesi dalla liberazione. Un folto pubblico assiste alla gara che è particolarmente entusiasmante. La Virtus B, trascinata da Ranuzzi e Ferriani, chiude il primo tempo avanti di tre lunghezze, ma nella ripresa gli "anziani", nelle cui file i migliori risultano Dondi dall'Orologio, Marinelli e Bersani, riescono proprio in volata ad avere la meglio per 30-29. In campo ci sono otto dei nove campioni d'Italia della stagione successiva, il 1945-46 del primo scudetto, Bersani, Vannini, Calza, Marinelli, Dondi Dall'Orologio, Cherubini, Girotti, Rapini, due, Ranuzzi e Ferriani, saranno scudettati nel 1946-47, Camosci nel 1947-48. Quindi ben 11 dei 16 giocatori in campo quel giorno, conquisteranno almeno un titolo di campione d'Italia nei tre anni successivi (senza contare che la Virtus C ha disputato il torneo con in formazione Battilani che sarà protagonista dei due scudetti degli anni cinquanta). Questo evento al campo del Ravone, che lega idealmente la storica palestra Santa Lucia dei pionieri virtussini alla Sala Borsa che vedrà i primi grandi successi bianconeri è la dimostrazione della passione che ha fatto continuare tra mille difficoltà l'attività nei momenti tragici degli eventi bellici e che ha portato ad intensificarla dopo la fine della guerra, ponendo le basi per i quattro anni di titoli consecutivi conquistati dalla Virtus alla ripresa dei campionati nazionali. Quattro giorni dopo quella meravigliosa partita, il 19 giugno sempre al Ravone, simpatica gara di pentathlon per cestisti. I virtussini si fanno onore, piazzano cinque atleti tra i primi sei e a prevalere è Marinelli con 26 punti, ma tra i primi sei anche Paganelli, Valvola, Ranuzzi e Foschi.