LUCA GARRI

Luca Garri in gancio

nato a: Asti

il: 03/01/1982

altezza: 207

ruolo: ala/centro

numero di maglia: 20

Stagioni alla Virtus: 2007/08

statistiche individuali del sito di Legabasket

biografia su wikipedia

 

LUCA GARRI: "ALLA VIRTUS PER RILANCIARMI"

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 04/08/2019

 

Da settimane Luca Garri, classe 1982, è promesso sposo della Virtus. Virtus che non ha fretta (identica strategia dell’anno scorso che ha portato tanti frutti): Claudio Sabatini, il patron, resta alla finestra. Ma Garri dovrebbe arrivare presto in città e il Principe di Danimarca, al secolo Christian Drejer, partire alla volta della capitale. Uno scambio tra ragazzi di 25 anni. Luca, intanto, ala-pivot, reduce da una stagione romana poco felice, è tornato nel suo Piemonte, in attesa di notizie concrete.
Garri, che fa, viene a Bologna?
«Stiamo aspettando».
Cosa?
«Che vengano sistemati gli ultimi dettagli».
Cosa rappresenterebbe la Virtus per lei?
«Un grande club, una società di prestigio. La possibilità di tornare a lavorare con Stefano Pillastrini, che stimo tantissimo. E ancora il giemme Andrea Luchi e il preparatore atletico Renzo Colombini, persone straordinarie. In più avrei tanti stimoli».
Stagione da riscattare?
«Un anno difficile da lasciarsi alle spalle».
Bologna, sponda Virtus, perché Repesa è stato in Fortitudo?
«No, assolutamente. Con Repesa c’è stata qualche incomprensione, inutile negarlo. Qualcosa non ha funzionato, ma non c’è rivalsa né polemica».
Lei è a casa, la nazionale a Bormio. Eppure nel 2004 ad Atene, su quel podio olimpico d’argento, c’era pure lei.
«Li guardo i miei compagni. E stare a casa, ora, rappresenta un pungolo. Una convocazione in azzurro passa attraverso una buona stagione nel proprio club. Conosco Recalcati, so che non preclude nulla a nessuno. Tornassi su certi livelli, sono sicuro mi richiamerebbe».
Parliamo di Bologna.
«E’ una città unica. L’unica dove il basket soppianti il calcio. Per me sarebbe un’esperienza strepitosa. E se mi passate il termine culinario, il derby sarebbe un momento sfizioso. L’ho visto solo in tivù. Giocarlo sarebbe tutta un’altra cosa».
Dovrà adeguarsi alla parlata bolognese. Il suo timbro tradisce troppo le origini piemontesi.
«Dite? Pensavo che non si sentisse».
Beh, qua un piemontese ha lasciato il segno.
«Abbio. In azzurro, non ricordo dove, è stato anche mio compagno di stanza. Beh, non voglio addentrarmi in paragoni pericolosi. Abbio ha fatto la storia, con i suoi compagni, della Virtus. Non mi dispiacerebbe essere un piemontese capace di imitarlo».
Lei, Crosariol, Chiacig, Giovannoni, Michelori. Un pacchetto di lunghi italiani.
«E’ bellissimo: vorrei sottolinearlo 27 volte. Per fortuna ci sono allenatori come Pillastrini, che hanno questa mentalità. E fanno giocare gli italiani. Perché gli italiani che sanno giocare ci sono».
Dove potrebbe arrivare la Virtus?
«Farà bene».
Difficile ripetere la finale di pochi mesi fa.
«Una finale a sorpresa, certo, ma meritata».
Virtus con lunghi italiani: potrebbe pagare dazio in Eurolega.
«Non sono d’accordo. Pillastrini è bravo, ha esperienza. Farà rendere al massimo il gruppo».
Però in Europa, è sotto gli occhi di tutti, l’Italia soffre.
«Ci portano via i migliori talenti. Gli ingaggi, altrove, sono lievitati. Qua no».
Come invertire questa tendenza?
«Ocorrono pazienza, fiducia e investimenti. Bisogna investire come in passato. E avere fiducia nel proprio lavoro».
Quando la vedremo a Bologna?
«Mi auguro presto. Per ora posso solo dire grazie a chi mi sta cercando con grande insistenza. Vorrei dimostrare questa gratitudine sul campo. Solo giocando potrei mostrare riconoscenza verso la Virtus».


 

BASKET MERCATO

La Repubblica - 07/08/2007

 

Scambio sull'asse Roma-Bologna. Da ieri è ufficiale il trasferimento nella capitale di Christian Drejer, voluto da Repesa. Pillastrini, dal canto suo, è pronto ad abbracciare Luca Garri, pivot, classe '82, astigiano di nascita, 207 centimetri per 109 chili, proveniente proprio da Roma. Che dovrebbe garantire anche un conguaglio. Garri andrà a rimpolpare una batteria di lunghi che al momento allinea Michelori, Crosariol, Giovannoni e Chiacig. Si chiude dunque, dopo due anni, il tormentato rapporto fra la Virtus e Drejer. Non sono bastati 92 gare, quasi mille punti per convincere la società di Sabatini. Sebbene potesse giocare in quattro ruoli, sebbene fosse, tecnicamente, un mostro di bravura. è stato anche il giocatore più pagato della squadra nel primo anno e il secondo stipendio dopo Best l'ultimo campionato. Chiusa una parentesi, se ne apre un'altra: ma sarà curioso vederlo sfidare la vecchia società, il prossimo 30 dicembre. E sarà curioso vedere come reagirà il pubblico, che lui, questo danese dal volto gentile, più di ogni altro, ha saputo dividere. Ad ogni partita.

 

GARRI: «PROGETTO INTRIGANTE. VIRTUS DA PIANI ALTI»

di Massimo Selleri - Il Resto del Carlino - 20/08/2007

 

Complice la Nazionale, la Virtus si ritrova all’Arcoveggio con gli uomini contati. L’ultimo a partire è stato Luca Garri che ieri è volato ad Atene con il resto della truppa azzurra.

Ovviamente sono contento di questa convocazione — spiega Garri, il lungo piemontese al centro dello scambio che ha portato Christian Drejer a Roma e Luca, appunto, in maglia bianconera – e mi impegnerò al massimo cercando di strappare il biglietto per i prossimi Europei di Spagna. Non sono qui a far vetrina, anche se rispetto ai miei compagni sono un po’ indietro non essendomi allenato con loro fin dall’inizio.

Intanto ha avuto la possibilità di lavorare qualche giorno con la sua nuova squadra. Che impressione si è fatto?

È un po’ presto per parlarne dato che deve ancora arrivare qualche uomo, e due pedine importanti come Fabio Di Bella e Andrea Crosariol erano con la nazionale. Già dal primo giorno però si respirava un’aria particolare. Ci sono cose che non si possono spiegare, così posso solo dire che in palestra si percepiva un fascino particolare, dovuto a una tradizione così gloriosa come quella della Virtus.

Che cosa l’ha convinta ad accettare l’offerta bianconera?

Principalmente il progetto. Non ci sono tante realtà che programmano già ora le prossime tre stagioni, gettando le fondamenta per un gruppo che oggi disputa l’Eurolega, che domani potrebbe non disputarla senza drammi, ma che punta a rientrarci tra tre anni.

Lei spesso si è prodigato perché le squadre facessero giocare gli italiani. In Virtus tutti i suoi compagni di settore sono suoi connazionali.

È un altro aspetto che mi ha subito attratto. Non penso ci sia nulla di male a dire che nel campionato italiano debbano giocare i giocatori italiani, anzi è una posizione giusta anche perché bisogna sempre tenere d’occhio la nazionale. Inoltre adesso anche noi iniziamo a esportare i nostri talenti nel campionato Nba e, quindi, la nostra scuola non è seconda a nessuno. Da questo punto di vista la presenza di Stefano Pillastrini sulla nostra panchina è una garanzia, basta vedere quello che ha fatto a Montegranaro con Vitali e Maresca. Lo conosco da quando era a Montecatini e io giocavo nella rappresentativa juniores del club toscano. Da allora non è affatto cambiato e noi, come Virtus, grazie a lui riusciremo a mettere in campo tutto il talento che abbiamo.

Le hanno già parlato del derby?

È una delle prime cose che ti spiegano appena arrivi a Bologna. Non scopro nulla se dico che qualsiasi giocatore, almeno italiano, vorrebbe giocare questa gara almeno una volta nella vita. L’ho visto tante volte in tivù: ora potrò giocarlo. Spero da protagonista. Il primo, a parte i due in precampionato dove noi rischiamo di arrivare un po’ indietro nella preparazione a causa delle assenze, si giocherà il 4 novembre, ma ora già se ne parla. Per un cestista Bologna è il massimo della vita, è l’unica città dove si parla più di basket che di calcio.

Qual è stato il suo primo impatto con le Due Torri?

Ottimo, anche se ci sono stato poco tempo, e per lo più sono stato occupato in palestra, mentre adesso sono ad Atene con la nazionale. Finora mi hanno portato in ristoranti frequentati solo da tifosi virtussini che mi hanno accolto benissimo.

Dopo le difficoltà di Roma, adesso Garri cerca un riscatto alla Virtus?

Guardare indietro non serve, la cosa importante è guardare avanti. Faccio parte di un progetto che condivido e ho la possibilità di giocare l’Eurolega con una delle maglie più blasonate della pallacanestro italiana. Insomma ci sono tutte le condizioni per far bene.

Che, stando alle parole del proprietario, Claudio Sabatini, significherebbe centrare i playoff.

Prima di tutto vediamo come verrà completata la squadra, poi noi in campo cercheremo di raggiungere il miglior risultato possibile. Per questo dire ora dove questa squadra può arrivare mi sembra prematuro.