NICO MESSINA
(Nicola Messina)
nato a: Potenza
il: 16/03/1922 – 02/03/2005
Stagioni alla Virtus: 1971/72 - 1972/73
MESSINA: "BASKET A TEMPO PIENO!"
di Gianfranco Civolani - Giganti del Basket - Dicembre 1971
Parlo con Nico Messina e lui mi fa subito una premessa.
Finalmente corono un mio antico desiderio. Sì, volevo fare l'allenatore di basket a tempo pieno e non mi era mai riuscito di farlo. Quando ho portato l'Ignis allo scudetto, preparavo pure quelli del Varese calcio e il mattino insegnavo a scuola. Poi un giorno mi convoca il vecchio Borghi e mi fa: adesso scegli fra il calcio e la pallacanestro. Io gli rispondo che ho già scelto e gli dico a voce spiegata "Pallacanestro", ma lui si scoccia, decide d'autorità e mi rimuove dal basket. Così l'Ignis si prende nientemeno che Nikolic e io passo a preparare in pianta stabile i calciatori. Ma era chiaro che mi rodevo. Poi vado in America, Percudani mi dice che la Norda vuole ingaggiarmi, io ci penso un po' e afferro che è la grande occasione che cercavo. Con la scuola sono in aspettative e dunque posso fare il coach a tempo pieno. Finalmente, ripeto.
Il contratto è biennale?
Sì e no. È biennale, ma può essere rescisso unilateralmente in qualunque momento.
Lei conosce questa Norda?
L'ho vista giocare a Varese. Ma conosco benissimo Gergati e Fultz e poi chi non conosce Serafini? Insomma è come se li conoscessi tutti.
La questione di Garulli?
So che il professor Garulli è un grosso preparatore atletico e d'altra parte io penso di aver maturato eccellenti e stimolanti esperienze nelle varie discipline sportive. Chiaro che pretenderò che il professor Garulli si attenga ai miei programmi, ma nella Norda ci sono tanti giovani da curare specialisticamente e dunque io credo proprio che ci sia posto per tutti, anche per due preparatori fisici.
Obiettivi di fondo?
Il presidente e gli altri consiglieri mi hanno parlato di salvezza e io concordo pienamente. Ma ritengo che si possa anche fare di più. Niente è compromesso. Siamo appena al mese di dicembre...
Niente da dire su Tracuzzi?
Solo questo: Tracuzzi è un grandissimo tecnico, è stato un mio maestro e sono veramente dispiaciuto di doverlo sostituire per la seconda volta nella mia carriera. D'altra parte Vittorio non è mai stato molto fortunato...
E dunque adesso a Bologna abbiamo Nico Messina, 49 anni all'anagrafe, ma solo all'anagrafe. Il primo problema di Messina è sicuramente quello di definire nel dettaglio le sfere di competenze sue e di Garulli. Credo in proposito di essermi fatto capire. Dopodiché tanto vale formulare al dinamico Nico i migliori auguri.
La gestione Porelli-Gandolfi-Ugolini ha avvicendato cinque allenatori (prima l'accoppiata Ranuzzi-De Sisti, poi Paratore, poi Tracuzzi e ora Messina) in tre sole stagioni. Io personalmente non avrei licenziato Tracuzzi o quanto meno non gli avrei rinnovato il contratto quest'estate, se proprio il Viittorio stava tanto sull'anima al vertice della Norda. Ma una volta preso atto dell'esonero di Tracuzzi, bene, penso che proprio Nico Messina sia l'uomo ad hoc per far lievitare presto e bene gli eterni pupi di Ercolani Street.
Nico Messina, John Fultz, Giovanni Elkan e Gianluigi Porelli
(foto tratta dall'Archivio SEF Virtus)
"NON AVEVO DATO IL MEGLIO DI ME!"
di Civ - Giganti del Basket - Giugno 1973
Quarto posto. Ma con altra gente. e ventiquattro punti soltanto. Ti ritieni appagato?
Sì e no. Il quarto posto mi sta bene, in ventiquattro punti no...
Se ne potevano fare trenta...
Anche trentadue. Però non scordare che abbiamo giocato parecchie partite senza Fultz. Sette, per l'esattezza. E poi mettici gli infortuni di Bertolotti e Gergati. Ripeto: senza certi intoppi, si poteva finire vicino alla Forst.
Di cosa ti senti più orgolioso?
Del fatto che a metà campionato tanta gente ha dovuto accorgersi che Messina non è solo un buon galvanizzatore, ma anche un signor tecnico. Dicevano che la Norda non difendeva e che non aveva schemi. D'accordo, io avevo sempre cercato di impostare una squadra spettacolare, gioco molto semplice e veloce, tanto contropiede. Però non difendevamo. Perché non difendevamo? Perché due nostri giocatori non avevano mai avuto una mentalità difensiva. A un certo momento Fultz si è deciso a difendere e tutta la squadra ne ha tratto giovamento. E poi gli schemi. In difesa ho varato una zona che modestamente ha insegnato qualcosa anche agli altri. Esempio: Toth ha visto una nostra partita contro il Simmenthal a Brescia. Evidentemente la nostra zona gli è piaciuta al punto che in Coppa Italia proprio con quella stessa arma il Saclà ha fregato il Simmenthal.
Cosa ti ha più deluso?
Beh, non ho potuto dare tutto me stesso alla Norda. L'anno scorso ho dato il mio cento per cento, quest'anno no.
I motivi?
Lasciamo perdere...
I tuoi rapporti con Serafini?
Gigi si è spesso lamentato dei miei metodi. Non ha capito niente o non vuole capire. Gigi ha bisogno di fare allenamenti durissimi e io dovevo fare di tutto per leonificare il giocatore e per inserirlo sempre più nel contesto della squadra. Credo di aver fatto moltissimo per Serafini. Forse lui si è rifiutato di capire...
Giudichiamo i singoli...
Bene: Fultz fimalmente si è convinto di poter segnare gli stessi punti lavorando anche per la squadra. Ferracini: grossissimi progressi. Ha solo bisogno di acquistare almeno cinque chili di muscolatura perché ha uno scheletro che non gli consente certi equilibri. Serafini? Per ora è solo un buon tiratore. Gergati: è l'uomo-spettacolo che su questa piazza può andare benissimo. Albonico: un rendimento sicuro, costante, puntuale. Benelli: un grosso fisico al servizio di una personalità non troppo spiccata. Bertolotti: inarrestabile nelle entrate, è ancora carente nel tiro da fuori, ma sta imparando a difendere. Sacco e Martini: hanno necessità di giocare in squadre che li utilizzino dal primo all'ultimo minuto. E poi Ranuzzi: un ragazzino molto interessante, un elemento da tener d'occhio.
Si può avere in prospettiva una Norda da scudetto?
Con due innesti azzeccati la Norda può inserirsi nel dialogo che conta.
Ti ha deluso il comportamento dei tuoi dirigenti?
Scrivi che mi hanno trattato meravigliosamente.
È una battuta?
Può essere una battuta...
Chi consiglieresti per la panchina della Norda?
Un allenatore che sappia fare spettacolo. McGregor, per esempio. O un Messina che non si chiami Nico Messina...
Tua destinazione futura?
Ho avuto buone offerte.
Anche l'Ignis?
L'Ignis è un discorso delicato. A tornare all'Ignis c'è tutto da rimetterci. Qualunque cosa buona potessi fare, farei sempre peggio di Nikolic...
In sostanza: te ne vai con molti rimpanti?
Te l'ho detto: il rimpianto di non essermi più sentito stimolato a dare il meglio di me stesso.
Messina durante un time-out con Ferracini, Gergati, Albonico, Fultz, Benelli e Nanni (foto tratta da Giganti del Basket)
NICO MESSINA
di Dan Peterson - www.basketnet.it
A dire poco, "El Tigre," Nico Messina, è stato un Personaggio con la 'P' maiuscola. Impossibile fare il suo nome nell'ambiente senza sentire un nuovo racconto su di lui. Molti dicono, "Beh, non era un vero tecnico. Era più un preparatore atletico." Sarà. Ma ne so qualcosa io di Nico Messina, avendo perso la finale scudetto del 1978 contro la sua Mobil Girgi Varese, 2-1. La squadra giocava bene, era allenata bene e lui aveva un grande 'feeling' per la partita dalla panchina. Certo, chi vuole diminuire ciò che ha fatto Nico Messina farà fatica con me.
Nico Messina ha vinto due scudetti. Ha pilotato Ignis Varese al titolo nel 1968-69 e poi ha lasciato ciò che aveva creato lui nelle mani capacissime del leggendario Aza Nikolic, che ha fatto, in effetti, piazza pulita per quattro anni, 1969-73. A questo punto, è venuto Sandro Gamba ad allenare Varese per altri quattro anni, 1973-77. Poi, Nico Messina è tornato nel 1977, per vincere quel secondo scudetto citato sopra. Poi, in due viaggi in Europa, ha fatto la semi-finale della Coppa delle Coppe nel 1968 e la finale della Coppa dei Campioni del 1978, perdendo quello contro il grande Real Madrid.
Nico Messina era un galvanizzatore. Io sono arrivato alla Virtus Bologna nel 1973, una panchina che lui aveva appena lasciato dopo un 5° posto e un 6° posto (pari merito per il 4° posto) nei suoi due anni alla Virtus. Tutti parlavano di lui: giornalisti, dirigenti, giocatori, tifosi. In questo, lo paragono ad Elio Pentassuglia per l'abilità di entrare nel tessuto della squadra. Poi, gran motivatore. Mi diceva un mio giocatore, Renato Albonico, una volta: "Non sapevamo mai cosa aspettare. Ma sapevamo che ci avrebbe trasmesso una grande carica perché lui aveva questa carica fortissima dentro di lui."
Forse il suo più grande merito è di avere scoperto e lanciato Dino Meneghin. Dino era già alto ma si dava all'atletica leggera: disco, salti, ecc. Nico Messina lo vede (chissà cosa faceva alla pista di atletica quel giorno?) e lo convince a giocare basket. Dino aveva 14-15 anni ma era in prima squadra a 16 anni. Anzi, aveva 18 quando Varese ha vinto il primo scudetto di Nico Messina. Dino parla ancora con un grande affetto di Nico Messina, che l'ha scoperto, plasmato, insegnato, lanciato in campo, incoraggiato. Per Dino, ci sono sempre due 'professori': Aza Nikolic e Nico Messina.
Quindi, Nico Messina era un coach 'storico' nella storia del Basket Italiano. Quanti hanno vinto più di due scudetti nella storia della Serie A? Cesare Rubini (15), Guido Brocca (6), Dan Peterson (5), Ettore Messina (4), Aza Nikolic (3), Alberto Bucci (3), Valerio Bianchini (3) e Charlie Recalcati (3). Quindi, solo 8 coaches hanno vinto più scudetti di Nico Messina. Era, come detto, una persona con una carica umana oltre ogni misura. Per me, hanno coniato la parola 'simpatico' con lui in mente; sempre un abbraccio, un sorriso, una battuta. "El Tigre." Dentro e fuori il campo.
LA PRIMA VOLTA DI NICO MESSINA
Quella vittoria sulla Stella Azzurra Roma, Il 5 dicembre 1971 l'ex coach di Varese esordì sulla panchina bianconera, riuscendo a vincere anche grazie ai 37 punti di Fultz
di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 05/12/2021
Negli spareggi a Cantù d'inizio aprile 1971 la Virtus si era salvata per il rotto della cuffia, grazie alla differenza canestri, dopo avere battuto Biella e perso da Livorno: retrocedettero piemontesi e toscani. In panchina c'era Vittorio Tracuzzi che aveva vinto gli ultimi scudetti della Sala Borsa negli anni Cinquanta e ora riviveva l'esperienza bianconera da un'altra visuale, quella più triste del fondo classifica. L'allenatore di San Filippo del Mela in provincia di Messina iniziò anche la stagione successiva, ma in maniera titubante: meno ventisette a Varese contro l'Ignis, poi un doppio impegno casalingo: più tre contro la Partenope Napoli, meno tre di fronte alla Forst Cantù, poi un meno trentasette a Venezia, alla Misericordia. Quattro partite, una vittoria, pesanti batoste esterne, convinsero Porelli che l'epoca Tracuzzi era finita. Arrivò Nico Messina, che di Tracuzzi era stato vice a Varese, per poi prenderne il posto in prima squadra, dopo anni da assistente, e vincere uno scudetto e due Coppe Italia. Messina a Varese aveva scoperto anche un certo Dino Meneghin. L'esordio di Nico Messina avviene il 5 dicembre 1971. Per la quinta giornata di campionato si affrontano la Virtus Norda e la Stella Azzurra Roma. Trascinate da un grandioso Fultz, autore di trentasette punti, le Vu nere prevalgono per 86-67. Da segnalare anche i ventuno punti di Gergati e i dieci di Ferracini. Poi otto di Albonico, sei di Bertolotti e quattro di Serafini; non hanno segnato Beretta, Benelli e non sono entrati Buzzavo e Sacco. Per Messina fu la prima di dieci vittorie in diciotto incontri. Soprattutto l'inizio della sua esperienza bianconera fu molto buono. Dopo quella prima vittoria la Virtus perse a Milano contro la Mobilquattro dopo due supplementari, poi vinse a Udine, batté il Simmenthal che sarebbe divenuto campione d'Italia, vinse il derby in casa Fortitudo, poi arrivò la vittoria contro la Maxmobili Pesaro. Contro i marchigiani Kociss segnò 38 punti, suo massimo stagionale in un'annata che lo vide chiudere capocannoniere con 29,77 punti di media. Nelle due annate successive John superò anche i quaranta punti personali ma non mantenne la media punti così alta, 25,50 nel 1972/73 e 26,50 nella sua ultima stagione bolognese; globalmente, considerando tutte le gare ufficiali chiuse con 26,89 i suoi tre anni bolognesi. La Virtus di Nico Messina chiuse quinta con ventidue punti, gli stessi della Snaidero Udine giunta sesta. L'anno dopo una vittoria in più, quindi ventiquattro punti, gli stessi di Mobilquattro Milano e Snaidero Udine, che precedettero la Virtus, sesta. Poi si chiuse l'era Messina e anche, per un po', quella degli allenatori italiani. Stanno per iniziare i cinque anni di Dan Peterson, poi seguiranno i due di Terry Driscoll.