GIANFRANCO BERSANI
(giocatore)
Gianfranco Bersani, una delle colonne delle Virtus degli albori
nato a: Bologna
il: 02/01/1919 - 19/12/1965
altezza:
ruolo: guardia/ala
numero di maglia: 4
Stagioni alla Virtus: 1936/37 - 1937/38 - 1940/41 - 1941/42 - 1942/43 - 1943/44 - 1944/45 - 1945/46 - 1946/47 - 1947/48 - 1948/49 - 1949/50 - 1950/51 - 1951/52 - 1952/53 - 1953/54
(in corsivo le stagioni in cui ha disputato solo amichevoli)
palmares individuale in Virtus: 4 scudetti
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QUEI PRODI
tratto da “Il Cammino verso la Stella”
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E poi il caustico Gianfranco Bersani, l’uomo dal braccio corto, sì l’omone che aveva un braccino (quello sinistro) assai più corto dell’altro. Bersani era un bello spirito che abitava in zona Castiglione. Aveva un baretto davanti alle scuole “Galvani”. Ci andavano tutti i ragazzi per succhiare avidamente la liquirizia. Un bel giorno Gianfrancone entrò in Santa Lucia e vide i giganti (si fa per dire). “A vòi zughèr anca me” si mise a borbottare “Zuga mò” e gli diedero subito una gran pallonessa. Da quel mattino Gianfrancone entrò nella “balla” e diventò Bersani, uno dei grandi uomini Virtus di sempre, un uomo che purtroppo ci lasciò molto presto e che ancor oggi è ricordato e compianto come si conviene agli immortali dello sport.
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Sulla sinistra Bersani, nel suo ultimo anno da giocatore, il 1953/54, osserva la lotta a rimbalzo. A destra sullo sfondo, con il numero 7, assiste anche Benchimol (foto fornita da Elena Benchimol)
TRE VOLTE, LA VIRTUS, CAMPIONE D'ITALIA
da un quotidiano del 1948
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Vent'otto anni, sposato, impiegato. Difesa sinistra di posizione. Uomo dalle mille braccia, una più lunga dell'altra, dalle centomila ventose che risucchiano la palla. Per diversi anni è stato allievo ossequiente di Vannini poi il maestro lo ha lasciato libero ed allora eccolo arieggiante, eccolo condottiero di valore. Poi gli si è aperta anche la porta della Nazionale (nella quale ha rivestito anche il grado di capitano) ed oggi a tutti gli allenamenti collegiali è invitato nella prima rosa. Vale ricordare di Bersani la magnifica partita di Parigi.
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Bersani, qui a canestro, migliore in campo nel derby contro il Gira del 19/11/1950
IL RICORDO DI GIGI RAPINI
di Roberto Cornacchia
Bersani aveva un braccio più lungo e uno più corto. Non ho mai visto lanciare il contropiede come lo lanciava lui. Ricordo che lui giocava sulla sinistra del canestro, pigliava la palla a rimbalzo, Negroni partiva e lui gli lanciava la palla oltre metà campo. Quando vedevo arrivare quella palla veloce e tesa come un proiettile ho sempre pensato "non è Negroni che prende la palla è la palla che prende Negroni, è come il Barone di Munchhausen".
Poi aveva un’altra particolarità: se veniva battuto e l’uomo gli andava dentro lui lo seguiva e quando andava al tiro lui da dietro gli dava una manata che adesso si chiamerebbe stoppata, piuttosto commetteva fallo ma non voleva farsi fare canestro.
TROFEO GIANFRANCO BERSANI
di Ezio Liporesi per Virtuspedia
Il primo Trofeo Giancarlo Bersani si disputa a Borgo Val di Taro il 20 e 21 settembre 1969. Nella prima semifinale i bolognesi superano nettamente i padroni di casa 53-85, ma l'indomani perdono la finale contro All'Onestà Milano. La Virtus si ripresenta per la terza edizione e la conquista battendo Mobilquattro Milano, La Torre Reggio Emilia e Forst Cantù. L'anno successivo le V nere perdono da entrambe le formazioni milanesi e giungono quarti nel torneo vinto da Cantù. Identico piazzamento nel 1973, con le sconfitte contro Mobilquattro Milano e Mens Sana Siena, che si aggiudica il torneo. Assente nella sesta edizione, la Virtus si ripresenta nella settima: batte Siena, ma perde in finale contro la Fortitudo. La domanda sorge, però, spontanea: perché il Trofeo Bersani a Borgo Val di Taro? Perché nel 1958 Gianfranco fu chiamato ad allenare proprio la Valtarese Borgotaro e nel libro "Diavoli Rossi" che racconta la storia di cinquant'anni di basket a Borgo Val di Taro, sulla copertina c'è proprio la formazione con l'allenatore Bersani. In quel comune del parmense la pallacanestro era partita grazie alla passione di un professore di ginnastica, Augusto Quarantelli, che portò la squadra juniores della Valtarese per due volte, nel 1953 e 1954 a disputare le finali juniores a Bologna e la stagione 1953/54 è anche l'ultima da giocatore di Gianfranco Bersani con la sua Virtus; a Quarantelli è dedicato un torneo giovanile che ha visto la Virtus partecipare e vincere nel 2011, 2012 e 2014. Un Trofeo Bersani si era svolto anche a Bologna, al campo dei Salesiani, nel 1967, a poco più di un anno dalla scomparsa del campione, che era stato capitano della Virtus e della Nazionale. Terzo posto per i bianconeri, grazie alla vittoria su Ravenna, ma anche alle nette sconfitte contro Gira e Fortitudo, quest'ultima vincitrice della competizione. Di Bersani troviamo notizia anche nel libro "La Pallacanestro a Novellara": dopo un'inaspettata sconfitta della Virtus a Reggio Emilia in precampionato, contro l'AP Reggiana, da non confondere con l'attuale Pallacanestro Reggiana, il capitano e olimpionico Bersani, in una simpatica lettera al noto arbitro internazionale Pietro Reverberi, lancia la rivincita della partita. L'episodio è citato in un articolo, datato 30 settembre 1948, riportato nel libro. La grandezza di Bersani sta proprio in questo: quattro scudetti, capitano della Virtus e della Nazionale, quinto agli Europei del 1951 con la squadra azzurra e con la stessa presente alle Olimpiadi del 1948, però lo ritroviamo anche sfogliando libri su realtà provinciali, a scrivere goliardiche lettere da cui traspare, però, la grande passione, o ad allenare squadre lontane dai grandi palcoscenici, ma sempre come comune denominatore l'amore per la pallacanestro.
Bertolotti e Bonamico tagliati fuori a rimbalzo contro la Mens Sana Siena nel V Trofeo Bersani del 1973 (foto tratta dal libro "Diavoli Rossi")
DOMANI RICORRONO I 55 ANNI DALLA MORTE DEL GRANDE GIANFRANCO BERSANI
Era uno dei tanti di Castiglione e finì inevitabilmente in Santa Lucia e capitan Vannini lo prese sotto la sua ala protettrice. Vinse i quattro scudetti consecutivi dell'immediato dopoguerra e smise nel 1954, subito prima degli ultimi due scudetti vinti in Sala Borsa. Le ultime quattro stagioni fu capitano. Era una difesa sinistra e aveva il braccio sinistro più corto del destro. Questo faceva sì che stesse anche intere gare senza tirare, ma aveva un lancio in contropiede formidabile. Così raccontava il suo compagno Rapini: " Non ho mai visto lanciare il contropiede come lo lanciava lui. Ricordo che lui giocava sulla sinistra del canestro, pigliava la palla a rimbalzo, Negroni partiva e lui gli lanciava la palla oltre metà campo. Quando vedevo arrivare quella palla veloce e tesa come un proiettile, non era Negroni che prendeva la palla, ma la palla che prendeva Negroni, è come il Barone di Munchhausen Poi aveva un’altra particolarità: se veniva battuto e l’uomo gli andava dentro lui lo seguiva e quando andava al tiro, da dietro, gli dava una manata che adesso si chiamerebbe stoppata, piuttosto commetteva fallo ma non voleva farsi fare canestro". Lo chiamavano la nonna e aveva grande carisma, infatti fu lui, dopo un'inaspettata sconfitta della Virtus a Reggio Emilia in precampionato il 29 settembre 1949, contro l'AP Reggiana, da non confondere con l'attuale Pallacanestro Reggiana, in una simpatica lettera indirizzata all'arbitro internazionale Pietro Reverberi, riportata sul libro nel libro "La Pallacanestro a Novellara", a proporre la rivincita della partita. Pregevole anche la carriera in nazionale, di cui fu anche capitano; 24 presenze, le partecipazioni alle Olimpiadi di Londra del 1948 e agli Europei del 1951 a Parigi. La sua più bella gara in azzurro fu il 9 gennaio a Parigi in amichevole: mise a segno sei punti e contribuì alla vittoria dell'Italia, 36 a 35, decisivo dalla lunetta il suo compagno Carlo Negroni. Pochi giorni prima di compiere i 47 anni scomparve prematuramente. Più tornei furono disputati in sua memoria. A Bologna in un'unica edizione, al campo dei Salesiani nel 1967, a poco più di un anno dalla scomparsa del campione: terzo posto per i bianconeri, grazie alla vittoria su Ravenna, ma anche alle nette sconfitte contro Gira e Fortitudo, quest'ultima vincitrice della competizione. A Borgo Val di Taro il torneo ebbe più edizioni. La prima si disputò il 20 e 21 settembre 1969. Nella prima semifinale i bolognesi superarono nettamente i padroni di casa 53-85, ma l'indomani persero in finale contro All'Onestà Milano. La Virtus si ripresentò per la terza edizione e la conquistò battendo la Mobilquattro Milano, La Torre Reggio Emilia e Forst Cantù. L'anno successivo le V nere persero da entrambe le formazioni milanesi e giunsero quarti nel torneo vinto da Cantù. Identico piazzamento nel 1973, con le sconfitte contro Mobilquattro Milano e Mens Sana Siena, che si aggiudicò il torneo. Assente nella sesta edizione, la Virtus si ripresentò nella settima: successo su Siena, ma sconfitta in finale contro la Fortitudo. Perché il Trofeo Bersani a Borgo Val di Taro? Perché nel 1958 Gianfranco fu chiamato ad allenare proprio la Valtarese Borgotaro e nel libro "Diavoli Rossi" che racconta la storia di cinquant'anni di basket a Borgo Val di Taro, sulla copertina c'è proprio la formazione con l'allenatore Bersani. In quel comune del parmense la pallacanestro era partita grazie alla passione di un professore di ginnastica, Augusto Quarantelli, che portò la squadra juniores della Valtarese per due volte, nel 1953 e 1954 a disputare le finali juniores a Bologna e la stagione 1953/54 è anche l'ultima da giocatore di Gianfranco Bersani con la sua Virtus; a Quarantelli è dedicato un torneo giovanile che ha visto la Virtus partecipare e vincere nel 2011, 2012 e 2014.
BERSANI E VANNINI
Mio padre, allora capitano, inserì Bersani nel gruppo della prima squadra (c'era la via Castiglione Connection allora ) e pensava che avendo il braccio sinistro handicappato avesse potenziato tantissimo il destro. Da lì la sua "gettata" da obice.
La "nonna" era ospite fisso in casa nostra allora e , dopo i bombardamenti, venne ospitato (come anche altri della squadra) dalla mia famiglia che aveva gli spazi adeguati nell'appartamento di via Castiglione 47... e nel sottotetto relativo.
Bersani marca Lucev in Sala Borsa
CONIUGI NAZIONALI
Florisa Ruggeri (foto fornita da Giovanna Facchini)
GIANFRANCO E FLORISA, AMORE AZZURRO A PARIGI
Gianfranco Bersani fu, dalla Santa Lucia alla Sala Borsa, dal 1936 al 1954, un pilastro della Virtus, vincitore di quattro scudetti, una delle bandiere che hanno sventolato con la V nera. Fu anche un pilastro della Nazionale, protagonista alle olimpiadi di Londra del 1948 e al Campionato Europeo di Parigi nel 1951, ma anche sua moglie, Florisa Ruggeri, cestista bolognese nata il 20 ottobre 1921 e venuta a mancare nel giugno 2012, 180 cm di altezza, disputò una gara in Nazionale: il 9 gennaio 1948 a Parigi, quando la Francia sconfisse l'Italia 35-22. In quello stesso giorno, nella capitale francese era in campo anche Gianfranco, che disputò la sua migliore partita in azzurro. Gli italiani vinsero 36 a 35 e a decidere, dalla lunetta, fu un altro virtussino, Carlo Negroni; Bersani mise a segno sei punti. Gianfranco lavorava in Provincia, Florisa era impiegata al Rizzoli. La coppia non ebbe figli. Bersani venne a mancare il 19 dicembre 1965, Florisa gli è sopravvissuta quarantasette anni, portando con amore e orgoglio quella postilla al suo nome, Florisa Ruggeri vedova Bersani.
I CANESTRI DECISIVI DEI GIOCATORI DELLA VIRTUS - VENTIQUATTRESIMA PUNTATA: GIANFRANCO BERSANI
di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 02/06/2023
Gianfranco Bersani fu, dalla Santa Lucia alla Sala Borsa, dal 1936 al 1954, un pilastro della Virtus, vincitore di quattro scudetti, una delle bandiere che hanno sventolato con la V nera. Segnò anche un canestro decisivo particolarmente importante:
- nella quarta giornata del girone finale che portò la Virtus al secondo titolo tricolore, il 20 luglio 1947 a Trieste mise a segno il canestro del 29 pari.