STAGIONE 2003/04
Carisbo Castelmaggiore
LegaDue: 5a classificata su 14 squadre (15-26)
Seconda fase: 5a classificata su 14 squadre (4-6)
Play-off qualificazione: finalista (6-9)
Uleb Cup: eliminata nel girone (3-10)
N. | nome | ruolo | anno | cm | naz | note |
5 | Vonteego Cummings | P | 1976 | 191 | USA | |
6 | Ryan McCormack | A | 1979 | 178 | USA | |
9 | Cristiano Zanus Fortes | C | 1971 | 206 | ITA | dal 29/02/04 |
11 | Agostino Li Vecchi | A | 1970 | 204 | ITA | dal 28/02/04 |
13 | Andrea Niccolai | G | 1968 | 196 | ITA | dal 31/10/03 |
14 | Samuele Podestà | C | 1976 | 204 | ITA | dal 28/11/03 |
15 | Anthony Williams | A | 1978 | 201 | USA | |
16 | Eric Brunson | P | 1972 | 193 | USA | dal 26/03/04 |
16 | Charles Smith | G | 1975 | 195 | USA | dal 16/10/03 |
17 | David Brkic | A | 1982 | 210 | ITA | |
19 | Andres Ricardo Pelussi | A | 1977 | 200 | ITA | dal 16/10/03 |
Paolo Barlera | C | 1982 | 213 | ITA | ||
Andrea Cremonini | P | 1986 | 177 | ITA | dal 13/02/04 al 29/02/04 senza disputare nessun incontro | |
Eloy Martin | P | 1980 | 185 | ITA | fino al 10/02/04 | |
13 | Leandro Masieri | A | 1986 | 200 | ITA | fino al 06/02/04 |
Lorenzo Di Marcantonio | C | 1978 | 210 | ITA | fino al 02/01/04 | |
Giacomo Noferini | A | 1980 | 196 | ITA | fino al 29/12/03 | |
Riccardo Ceresi | G | 1984 | 190 | ITA | ||
Antonio Pampani | P | 1984 | ITA | |||
Emanuele Venturoli | P | 1984 | ITA | |||
Luca Vitali | P/G | 1986 | 201 | ITA | ||
Solo amichevoli: Rafael Giovannoni (fino al 27/10/03), Ty Harrelson, Noah Moruzzi (fino al 23/10/03) | ||||||
Solo allenamenti: Michael Hawkins | ||||||
Giampiero Ticchi | All | ITA | fino al 26/11/03 | |||
Alberto Bucci | All | ITA | dal 27/11/03 | |||
Andrija Gavrilovic | Vice All | SRB | ||||
Maurizio Marinucci | Vice All | ITA | dal 27/11/03 |
Partite della stagione
Statistiche di Squadra
Statistiche individuali della stagi one
Giovanili
IL FILM DELLA STAGIONE
Ezio Liporesi per Virtuspedia
Dopo la bufera estiva, con la revoca dell'affiliazione, il salvataggio dal fallimento, ma nessun campionato da disputare, Sabatini acquista il titolo sportivo di Castel Maggiore, dopo aver acquistato la Virtus Pallacanestro, così la nuova Virtus, sponsorizzata FuturVirtus per le amichevoli e in campionato Carisbo, può iscriversi in A2, mentre la neonata Virtus 1934, creata da Paolo Francia, disputa la B1. Dopo un veloce precampionato, 2 tornei con una sola vittoria e 3 sconfitte, l'esordio è a Casalecchio davanti a quasi 6000 persone, avversario Pavia. Questo il tabellino della gara: Ceresi, Noferini 3, Brkic 15, L.Vitali, Cummings 29, Masieri 14, Barlera 6, A. Williams 14, Di Marcantonio 3, Mc Cormack 8, con i 10 nomi che rifanno partire le gare ufficiali della storia bianconera. Cummings parte forte, 11 su 18, 5 falli subiti, 2 assist e 4 rimbalzi; importante anche Masieri con gli 8 punti che portano le V nere al massimo vantaggio, 67-57, McCormack segna il canestro che dà ossigeno sul 77-76, ma i lombardi sorpassano, 79-80 e allora sale in cattedra Brkic, con 6 liberi su 6 e un canestro, segnando così gli 8 punti che lanciano Bologna sull'87-82, poi la gara termina 92-87. Tanto pubblico anche a Faenza per la gara contro Imola, che parte fortissimo, 20-8, poi 30-15, subito dopo l'inizio del secondo quarto, il primo si era chiuso sul 28-15. Uno 0-7 di Brkic e Cummings rimette in corsa Bologna, poi Williams riavvicina ulteriormente la Virtus, 44-40. A metà partita la squadra che ospita è sopra 51-46. Con un parziale di 0-8, a inizio terzo periodo, le V nere passano al comando, 51-54, ma la reazione dell'Andrea Costa è immediata e al 30' si è sul 71-65. I primi punti dell'ultimo quarto sono di Imola, 73-65, i bolognesi reagiscono e con Masieri si portano al comando al 37', 78-79, parziale di 5-14. Si procede punto a punto e a 15" dalla fine, sul +1 Imola, Barlera fallisce 2 liberi, poi Brkic fallisce la tripla del pareggio, 86-83. 24 punti per Cummings, però calato alla distanza. La Virtus società, intanto, ufficialmente evita il fallimento. Turno infrasettimanale casalingo contro Montecatini. I toscani vanno subito avanti, 16-21 al 10', poi nel migliore momento bolognese, sul 30-30, un parziale di 2-19 fa chiudere i primi 20' sul 32-49. La serie si allarga a 2-27, 32-57 e la gara è chiusa, anche se con un 10-2 Bologna si avvicina, 42-59, ma 5 punti di Shumpert bloccano ogni speranza. Il terzo periodo si chiude 44-69 e la gara finisce 73-91. Intanto la Virtus, viene ammessa all'Uleb Cup, la seconda competizione europea per importanza; non è l'Eurolega a cui la Virtus avrebbe avuto diritto, ma è comunque un restare in Europa. Contro Osimo le V nere partono bene, 24-15 al 10', ma poi la gara diventa problematica: 46-44 all'intervallo, 61-61 al 30' e 61-67 in apertura di ultimo quarto, dopo le due triple di Peretti. Con i furti e le fughe di Cummings, 21 punti, la Virtus rientra e sorpassa con capitan Barlera, 72-71, poi gli 8 punti finali di Williams (26 punti) e dello stesso Paolone (13) chiudono la partita, 81-74. In doppia cifra anche Masieri, 11 punti. 71 degli 81 punti delle V nere sono di questi 4 giocatori.
Arrivano intanto Pelussi e Charles Smith, ma solo il secondo può esordire a Scafati, l'argentino è fermato per problemi di visti. La partita, dopo un primo quarto a favore dei padroni di casa, 21-16, sembra andare verso una prevalenza bolognese, 36-40 al 20', ma un 21-6 nel terzo periodo rovescia l'inerzia, 57-46. Nell'ultimo quarto la Virtus rientra da meno 13 a meno 5 con un parziale di 2-10 in 60", 72-67 con tripla di Williams, poi, quando McCormack si sta proiettando a canestro al 38', blackout nel palazzetto. Alla ripresa, liberi di Williams per il 72-69 e tripla dello stesso americano, 74-73 a 34", con un parziale di 3-17. Nel finale Collins ed Esposito fanno 4 su 4 ai liberi, Smith solo 1 su 2 (comunque un buon esordio con 18 punti, migliore dei suoi davanti a Williams 17, Cummings 15 e McCormack 10) e ancora Esposito suggella l'80-74. A Ferrara esordio di Pelussi (2 punti), ma partono meglio gli estensi, 12-6, poi 18-14 al 10', 24-13, 36-25, poi Ticchi suona la sveglia e all'intervallo il punteggio è 39-35. Al 22' Smith firma il sorpasso, 43-46, al 25' ultimo punteggio in equilibrio, 51-51, poi Bologna parte, 61-66 al 30' e 83-97 alla fine con 28 di C. Smith, 23 di A. Williams e 22 di Cummings, poi McCormack con 12. Arriva Niccolai, ma contro Reggio niente esordio, c'è invece Masieri che recupera dopo un infortunio. C'è anche Danilovic in tribuna e ci sono 7000 spettatori. La Virtus controlla la gara, 19-18 al 10', 38-29 al 20', poi i bianconeri vanno anche a +11 e sono ancora sopra al 30', 50-44. La Bipop parte con uno 0-9 nell'ultimo quarto e va al comando, 50-53. Due triple di Masieri rivitalizzano le V nere, 56-53, ma i reggiani replicano con Young e scappano con due triple di Sartori, poi Bologna rientra con i liberi e a 57" è sotto di 1, 61-62, Young recupera un pallone e lo converte, poi a 16", dopo due errori dalla lunetta di Young, Damiao, orrendo fin lì, con 0 su 7 dal campo, 0 su 6 dalla lunetta e 2 perse, cattura il rimbalzo d'attacco, che permette poi a Young di segnare il punto della staffa, 61-65. Smith 16 punti, Williams 12 e Cummings 11, ma solo il 29% al tiro per lui. Esordio a Fabriano per Niccolai. Virtus in affanno, 25-18 al 10', 40-34 a metà partita, 63-56 all'ultima pausa, 72-61 al 32', poi uno scatenato Smith (34 punti finali con 5 su 9 da tre, 9 su 11 da due e 1 su 1 ai liberi), che segna 22 dei 26 punti bolognesi dell'ultimo quarto, conduce i suoi al sorpasso, 79-80 al 38', ma all'ultimo secondo, dopo un'azione viziata da passi e tre secondi, McCormack commette fallo sullo Smith di casa, molto meno talentuoso e fin lì a 4 su 13 dal campo e 3 su 9 nei liberi, il quale però segna il primo libero e sbaglia volontariamente il secondo per la vittoria della squadra di casa, 83-82. Infuriato Sabatini con i suoi. Trasferta contro il Badalona, per la prima di Coppa: in un palasport semivuoto, la Virtus parte 0-11 in 4', la squadra di casa rientra a meno 3, ma italiani avanti 14-26 al 10' e 34-41 al 20', nonostante arbitri che fischiano a senso unico per la squadra di casa, 16 falli contro 8 e 24 tiri liberi contro 6 nei primi 20' (saranno rispettivamente 30 a 18 e 36 a 16 alla fine), con anche Di Marcantonio che subisce due batoste alle braccia non fischiate nell'ultima azione; e nonostante anche la grottesca palla persa da Cummings dopo aver tentato di chiamare timeout all'americana. Aiuta naturalmente il +10 ai rimbalzi. Bologna riparte 0-6, ma i 4 falli di Cummings e i 3 di Barlera convincono Ticchi a mettere i suoi a zona. Gli spagnoli si avvicinano a meno 6, poi Brkic segna una tripla provvidenziale e le V nere chiudono il terzo periodo 49-56 con un buon contributo di Barlera. Nell'ultimo quarto tre triple (Niccolai, Smith, Niccolai), poi un´altra, di Masieri, portano i bolognesi al +14, ma la Joventut rientra fino a meno 4 a 3', quando Niccolai spara da 8 metri e serve poi un assist a Di Marcantonio (+6 a 2'). Digbeu non ci sta: 70-73 a 1'24", Smith a 1'02", allo scadere dei 24" mette la tripla del 70-76 e la gara termina con il 70-78, una meritata vittoria in una gara condotta per 40'. Ticchi ha ruotato 9 uomini nei primi 7', usandone alla fine 11 (dentro anche Noferini), con Ceresi a bagnare il piede negli ultimi 30": Bucci invitato da Sabatini, presente alla trasferta con la squadra.
Contro Rimini, dopo la campagna abbonamenti, prima gara a pagamento: rientra Williams, assente in Spagna perché in coppa possono giocare solo due extracomunitari, e fuori Brkic per una distorsione alla caviglia. In tribuna vanno anche Noferini e Ceresi. Parte male la Virtus, 16-25 al 10', ma nel secondo quarto si scatena: due triple e un gioco da tre punti di Smith, bomba di Niccolai, due canestri di Cummings ed è subito un 16-2 (era iniziato il quarto con un 13-0) per il 32-27; il quarto termina 48-34, fin qui 26 punti di Smith (chiuderà a 30), con parziale di 32-9. A metà terzo periodo la settima tripla di Smith firma il +21 e alla fine del quarto quella di Cummings decreta il 73-50 del 30', in questi 10' anche due bombe di Niccolai; la gara termina 87-76. Per rotazione contro il Pepinster sta fuori Smith e si sente. Ticchi schiera Pelussi finto centro, ma dopo due azioni entra Barlera; dopo 3'35" Bologna è sotto 2-9 e l'allenatore bianconero deve chiamare timeout. Non migliorano però le cose, 9-18, quando una tripla di Martin fa ripartire le V nere, 12-18, poi un 9-0 a cavallo dei due primi quarti (al 10' 14-20) e la Virtus sorpassa con Masieri, 21-20, ma è un vantaggio effimero, gli ospiti piazzano un parziale di 1-14 e vanno sul 22-34. Piccola reazione locale, con un 10-3, e a metà gara punteggio di 32-37. Al 28' Cummings opera un nuovo sorpasso e al 30' gli uomini di Ticchi sono avanti 54-52, massimo vantaggio della gara. In avvio di ultimo quarto, minibreak per i belgi, a cui la V ribatte colpo su colpo, e a 3' è ancora equilibrio, 63-64. A 1'26 canestro di Moya, Barlera fa 1/2 e a 1' è avanti di 2 il Pepinster. A 30" fallo di Cummings su Shipp, Cummings sbaglia la bomba. E i belgi hanno in tasca la vittoria, 66-72. Cummings, 5 su 17, e Williams, 4 su 12, fanno pesare l'assenza di Smith. Sono comunque gli unici in doppia cifra (rispettivamente con 13 e 11 punti) insieme a Niccolai (12, però con precisione maggiore, 5 su 9). Fuori per tre mesi Barlera, per rachide lombare, ma a Sassari c'è ovviamente Smith e torna Brkic; fuori anche Martin per pubalgia. Bologna parte con McCormack, Cummings, Williams, Smith e Pelussi nei primi 5, ma i sardi vanno subito sull'11-4 al 4'. Smith e Brkic ricuciono e l'americano (5 su 5 da tre fin qui) sorpassa, 21-23, parziale di 10-19. Rolando e Di Giuliomaria reagiscono, 27-23 (il primo quarto si era chiuso 24-23). La Virtus trova 6 punti di Tony Williams e due preziose bombe di Niccolai, per uno 0-12 che porta la squadra di Ticchi sul +11. All'intervallo 33-44 e netta supremazia anche sotto canestro, nonostante l'assenza di Barlera. Alla ripresa del gioco, Williams inchioda con una schiacciata il +13, ma i ragazzi di Ciani non si danno per vinti. Tornano in campo Rotondo e Di Giuliomaria, che spingono la Dinamo fino a -9. La Virtus resta ferma a quota 49 per qualche minuto: la sbloccano Cummings e Williams, e si torna a +13, 40-53. Sassari si affida alla panchina, e con Eppheimer e Carrizo si riavvicina ancora, fino al -6 al 29'. A dar respiro alla Virtus è ancora Smith, che con la sua settima bomba, sigla il 52-61 di fine terzo quarto. Negli ultimi 10' la Virtus gestisce il vantaggio, subendo un solo riavvicinamento sul 58-63 a inizio quarto, vanificato da una reazione imperiosa del duo Smith-Williams. La nona bomba di Smith (su 15 tentate) ipoteca la gara a meno di 2' dalla sirena, ed è proprio Smith a segnare l'ultimo cesto virtussino della serata, che coincide con il suo trentunesimo punto, finale 72-81.
Via comunque Ticchi e al suo posto Bucci, che esordisce contro l'Hapoel, dell'ex stella del Maccabi Sheffer (segnerà solo 7 punti): partono meglio gli israeliani, 16-19 al 10' e 19-26 al 13', poi gli ospiti fanno rifiatare Awojobi (tagliato da mezza Europa e anche da Imola, qui segna 29 punti finali con 12 su 18, 8 rimbalzi e 7 falli subiti) per preservarlo dai falli, e può recuperare Bologna, che non ha Cummings per le rotazioni sugli extracomunitari, né l'infortunato Barlera (è in arrivo Podestà), e ha Smith e Williams deleteri, 4 su 12 il primo e 5 su 14 il secondo, ma ha un Pelussi che a fine primo tempo ha solo 2 punti (su rimbalzo offensivo), però ha catturato 5 rimbalzi e recuperato 5 palloni. All'intervallo Virtus avanti 39-35. Quarto fallo di Smith e Pelussi, una tegola che fa annaspare i bolognesi, 48-56, ma con un sussulto si riprendono e Pelussi pareggia, 57-57, poi porta i suoi al +3 con canestro più aggiuntivo. Un paio di magie balistiche di Niccolai sembrano indirizzare la gara al 35', 66-59, ma Smith e Pelussi escono per falli e un antisportivo a Martin provoca 7 punti subiti, inizio di uno 0-12 che condanna le V nere, le quali escono sconfitte 71-79. Ci si rituffa in campionato contro Novara. Bologna parte subito con 10-0 (che ricorda la partenza sprint nella vittoria in trasferta contro Badalona, allora 0-11), poi 16-4 e, anche se il primo quarto termina 26-22, i bolognesi allungano, 49-33 all'intervallo, con 38-18 nella gara dei rimbalzi (sarà 56-34 alla fine). La gara non ha più storia, il terzo quarto termina 73-47 e Bologna vince 93-60, con 32 punti di Smith (6 su 11 da tre). Per Podestà, all'esordio, 7 punti e 15 rimbalzi. A Belgrado contro lo Zeleznik, in coppa, è una catastrofe, McCormack segna lo 0-2, poi solo serbi, 29-14 al 10', 38-22 nel secondo quarto, 44-28 al 20'; nel terzo quarto un parziale di 0-5 illude, ma poi ripartono i padroni di casa, 66-43 al 30' e 84-53 ala fine. Williams, Pelussi e Smith presentano acciacchi vari, ma a Jesi ci sono tutti e Anthony e Charles saranno i migliori realizzatori bolognesi, rispettivamente con 24 e 16 punti, gli altri in doppia cifra Niccolai e Podestà con 11. Virtus mai in vantaggio. Quintetto inziale Virtus con Cummings, Niccolai, Smith, Williams e Podestà. I marchigiani partono in quarta, 9-2, ma Williams permette ai suoi di tenere, 24-20 al 10'. L'inizio del secondo quarto è ancora dei padroni di casa, che con un parziale di 6-0 vanno sul 30-20 al 13'. Ancora Williams (18 punti nei primi 18', più della metà dei punti della Virtus all'intervallo sono suoi) permette a Bologna di reagire e di trovare l'unico pareggio della partita, 33-33 a 2'18" dalla pausa lunga. Robinson, Singleton e Whiting (che scriveranno rispettivamente 22, 21 e 15 punti alla fine, per Singleton anche 17 rimbalzi) confezionano un 9-0 cha manda le squadre al riposo sul 42-33. Il terzo periodo comincia con un duello Smith-Robinson, ma poi i locali vanno a +13, 52-39 al 25'. Un paio di belle cose del solito Williams e una tripla di Niccolai rivitalizzano le V nere, con uno 0-7 si è a meno 6, 52-46; Whiting e Singleton rispondono e Jesi va di nuovo a +10 al 30', 61-51. In avvio degli ultimi 10' le triple di Blizzard e Montonati (7 punti a testa) disintegrano le residue speranze felsinee, poi Rossini, ottimo francobollatore di Smith, mette il +15, 69-54 e i 6 punti finali di Podestà, riducono solo il divario, 78-69. In coppa contro Bonn sta fuori Williams, Cummings ne segna 18 (5 su 7 da due e 2 su 5 da tre) e Smith 29, non arrivando al 50% totale a causa del 2 su 8 da due, ma tirando 7 su 13 da tre. In doppia cifra anche Brkic con 12 e Podestà con 11. Partenza sprint, 10-0 dopo 2'30", 28-16 al 10', 40-20 nel corso del secondo quarto, 51-32 a metà gara e 64-34 al 22'. Raggiunto il +30 i bolognesi allentano la morsa, il terzo periodo termina 73-52 e la partita finisce 98-73.
Contro Ragusa degli ex Valli e Gianluca Ghedini sono assenti Martin e Di Marcantonio. La Virtus parte con Cummings, Niccolai, Podestà, Williams e Smith; dopo qualche minuto di studio tra le due avversarie, le V nere si affidano a Charles Smith, che va a referto sul +1 ospite e con 6 punti di fila sigla il +5 bianconero, 16-11. Ragusa però è molto efficace nella circolazione di palla, e manda a canestro molti dei suoi uomini. Ruiz Moreno suona la carica, Sciutto lo supporta e anche Mathis inizia a finalizzare, tanto da mandare i siculi avanti di 5. Chiuso il primo quarto sul -2, 28-30, la Virtus subisce ancora l'iniziativa dei ragazzi di Valli, e resta a contatto con gli avversari grazie a due cesti di Pelussi dalla media. Ragusa tocca il +7 con una tripla dell'ex Progresso Maciariello, ma è ancora Smith a ricucire fino al -3 dell'intervallo, 47-50. Il terzo quarto è tutto targato Virtus: Mazzella sigla l'ultimo vantaggio ragusano sul 55-54 e l'ultima parità, sul 58-58. Poi, i bianconeri riescono a colpire soprattutto in contropiede, e infilano un break devastante:il 14-0 quasi tutto firmato dal trio Usa, e al 30' il risultato è un più tranquillizzante 72-58, 25-8 di parziale. E dopo i 50 punti dei primi 20', Ragusa ne segna solo 8 nel terzo. Le sorprese, però, non sono finite: in 2'20 i blu firmano un controbreak di 0-8 e Bucci deve ricorrere al timeout, sul 72-66. Si segna col contagocce, dopo i fasti offensivi della prima parte di gara, anche perché la zona di Valli mette in ambasce l'attacco virtussino. Gli ospiti non demordono e al 36' sono solo a 6 lunghezze, 77-71, ma è Williams, 18 punti, 7 su 12 al tiro, 7 rimbalzi, 5 recuperi e 5 falli subiti, a ridare fiato ai suoi, con 2 liberi, poi un cesto in contropiede di Niccolai porta Bologna sull'81-71 a 2'50. Ci pensa McCormack a chiudere di fatto la gara a 2'10, con la bomba del +13. Finisce 88-79. Smith ne segna 16, ma Sciutto e Ruiz Moreno, su cui ha difeso nei primi 15', ne hanno prodotti 20 in quel periodo. Anche Niccolai in doppia cifra con 14. Contro Badalona Cummings, Smith, Niccolai, Podestà e Brkic sono i 5 scelti da Bucci alla prima palla a due. L'inizio non è dei migliori e gli spagnoli vanno a +9, poi due triple di Niccolai rilanciano le V nere. Il primo quarto termina 20-23. Nel secondo quarto la prima bomba di Masieri vale il sorpasso, poi McCormack con un libero su due porta Bologna a +4, ma a metà gara di nuovo catalani avanti 40-41. Nel terzo periodo un 4-13 porta gli ospiti avanti di 10, ma due triple di Niccolai e 5 punti di Brkic riavvicinano i bolognesi; Smith con tripla e penetrazione fa il 5-0 che vale il 64-60 del 30'. Cummings con 8 punti filati porta la Virtus a +9 (parziale di 18-3). A 5' dal termine a +10, a 28" è ancora +5, ma una tripla di Digbeu, due liberi falliti da McCormack (2 su 6 alla fine in lunetta) e due liberi di Vasquez decretano l'85 pari, poi Bologna (con già fuori per falli Podestà, subito raggiunto da Pelussi) cede al supplementare, 91-103. Non basta la grande prova di Cummings, 28 punti, 9 su 12 da due, 1 su 3 da tre e 7 su 11 in lunetta, con anche 7 rimbalzi. Ne segna 19 Smith, ma con solo 5 su 16 dal campo (più 6 su 6 ai liberi), e 13 li fa registrare Brkic.
A Pavia La Virtus scende in campo con Podestà, Williams, Cummings, Smith, e Mc Cormack; i padroni di casa schierano Conte, Dixon, Jaacks, Gatto, Gregory. E' subito ottima la partenza delle V nere, che, subìto il primo cesto da Dixon segnano 9 punti filati, opponendo ai padroni di casa una difesa asfissiante. Al 6', l'ottavo punto di Podestà corrisponde al massimo vantaggio, +12, per la Carisbo, ma Pavia si affida a Ivan Gatto per tentare di risalire: il numero 11 sigla due bombe che ravvivano i padroni di casa a metà quarto, ma commette troppi falli, 3 nel solo primo quarto. L'Edimes si riavvicina, con un break di 7-2 coronato da un alley-oop di Gregory,e il primo quarto si chiude sul 21-26, ma con un 35-20 di valutazione per la Virtus. Samuele Podestà è il protagonista dell'avvio della seconda frazione: 4 punti e un diluvio di rimbalzi offensivi rilanciano la Virtus fino al +10, 23-33. Si accende a metà quarto Charles Smith, che segna 9 punti con tre triple (artefice di un nuovo + 10, 33-43), ma anche Pavia inizia a sparare con successo dall'arco, con Dixon, Gregory, Conte, fino al riaggancio che avviene a 30" dall'intervallo, a quota 48. L'ultimo cesto è di David Brkic e si va a riposo sul 48-50. In avvio di terzo quarto Pavia riprende il comando della partita per la prima volta dopo il 2-0, e va anche sul +4, 54-50. La Virtus reagisce impetuosamente, segnando 7 punti in 50", ma spreca un paio di occasioni davanti e i locali si rifanno sotto, complice il quarto fallo di Vonteego Cummings al 27'. L'equilibrio regna sovrano, e la V arriva al 30' sopra di 2 con canestro e fallo di Niccolai. La Virtus parte ancora benissimo a inizio quarto, con il 6-0 che porta le V nere sul 76-68. Pavia non perde la testa, la Virtus non sferra il colpo del k.o, ma è a +6 a 2'45", i padroni di casa rientrano fino al pareggio, 89-89 a 1'10. Il finale è ad alta tensione: Bellina spara una tripla a 32" (chiude un 9-0), Cummings rintuzza a -1, e Parente segna il 94-91 a 20". Ci pensa, però, Charles Smith a 14" a siglare la bomba che vale l'overtime. Punto a punto anche il supplementare, fino al 102-101 siglato da Gregory. Poi, un'infrazione di passi fischiata a Charles Smith, e dall'altra parte la bomba decisiva di Dixon. Pesano anche i liberi falliti da Podestà e Pelussi. 5 bolognesi in doppia cifra, Podestà 22 punti, con 9 su 11, 17 rimbalzi e 9 falli subiti (peccato per il 4 su 10 ai liberi), Smith 26 (con 10 su 24 e 9 rimbalzi), Williams 16, McCormack 15 (6 su 9 da due, 2 triple fallite, 4 recuperi, 3 assist, 6 falli subiti) e Cummings 12.Virtus a lungo avanti, 21-26 al 10', 48-50 al 20', 68-70 al 30', due volte a +12, spesso a +10, ancora a +8 nell'ultimo quarto ma non sufficienti per vincere, finisce 110-106. Bucci lamenta l'assenza di un leader e il troppo egoismo, che portano a perdere gare condotte con buoni vantaggi fin quasi alla fine, come quelle contro Tel Aviv, Badalona e Pavia, le ultime due consecutivamente all'overtime. Contro Imola prima gara del 2004. Smith 19 punti, Williams 15, Cummings e Podestà 14 (Samuele anche 12 rimbalzi) sono i maggiori protagonisti. Subito Virtus avanti, 26-13 con 10 punti di Smith, poi il quarto termina 26-16. Due fiammate di Cummings valgono il 37-23, ma a metà gara sempre 10 punti di distacco, 43-33. L'inizio del terzo quarto è una grandinata di triple, 2 di Niccolai, una a testa di Smith e Williams per il 12-0 che lancia Bologna sul 55-33. Ancora Niccolai e Williams ampliano il divario, 69-42 al 27'. Al 30' V nere avanti 71-45 e la partita finisce 81-60, con finalmente una difesa che fa felice Bucci.
In Belgio i padroni di casa partono 4-0, poi segna Smith, i locali allungano 7-2, ma ancora grazie a Charles Bologna sorpassa, 7-8, ma subisce un 8-0, 15-8. Comunque a fine primo quarto i bolognesi sono tornati in parità, 23-23. A inizio secondo periodo, sempre grazie a Smith, le V nere allungano, 25-31. A metà gara nuova parità, 40-40, per i bolognesi 27 di Smith (2 su 2 da due, 6 su 9 da tre e 5 su 5 ai liberi) e 10 di Podestà (alla fine saranno 37 per l'americano, con 3 su 5 da due, 8 su 14 da tre e 7 su 9 in lunetta e 12 per Samu). Dopo l’intervallo la Virtus piazza un 6-0, ma i belgi rientrano istantaneamente con 5 punti filati di Joe Shipp, e il quarto fallo che McCormack spreca a inizio ripresa non aiuta le V nere a dare continuità al proprio gioco. In posizione di play torna Eloy Martin, ma è ancora il Verviers a fare la partita, infliggendo un nuovo 7-0 agli avversari. Complice un tecnico a coach Bavcevic, la replica virtussina è prontissima, fino al 59-59; sono Muya e Vandorpe a siglare i due cesti che fissano il 63-59 al 30’. McCormack apre l’ultimo quarto con un canestro più fallo, per il -1; ultimo contatto, poi il Verviers segna altri 7 punti di fila, arrivando sul 70-62 a 7' dal termine. Bucci è costretto a far rifiatare Charles Smith, che paga i primi 20' sovrumani: a questo punto le difficoltà offensive per le V nere paiono insormontabili, mentre i padroni di casa sfruttano l’onda dell’entusiasmo e volano a +14 a 5’30, con 4 uomini in doppia cifra. Smith spara le sue ultime cartucce, concludendo a 37 punti la sua partita, e il Verviers si limita a gestire un vantaggio ormai non rimontabile, finisce 86-71. Scoppia il caso Cummings, che vuole operarsi al ginocchio, per un'infiammazione al tendine rotuleo. A Montecatini non c'è, mentre Williams gioca pochissimo per un problema al gomito. McCormack sostituisce Cummings come playmaker, ma fa molta confusione: subito 5-0 per i toscani, il primo canestro bolognese è di Smith al 2' (per lui 11 punti nel primo quarto). All'8' l'ex Niccolai si sblocca e mette la tripla del +3 e Bologna chiude avanti i primi 10', 18-19. A inizio secondo quarto tornano avanti i padroni di casa 22-19, ma Brkic e Smith riportano le V nere in parità, 24-24 al 13'. Ancora squadre appaiate al 15', 29-29, con la Virtus aggrappata al match sempre grazie a Smith, che al 20' avrà segnato 21 punti. Al 17' Podestà ha tre falli e la Gloria è avanti 35-34, ma al riposo si va ancora in parità, 40-40. Nel terzo quarto Montecatini scappa, 57-48 al 27', ma Niccolai e Brkic rispondono con una tripla a testa, però al 30' i locali guidano 63-56. In apertura di ultimo quarto uno 0-8 (Brkic, Podestà e Masieri) porta Bologna sopra, 63-64 al 34'. Hoover piazza la tripla del 74-71 in faccia a Niccolai, poi mette i due liberi del 76-71. Smith spara i suoi primi punti del secondo tempo a 1'14, con la bomba del 76-74, ma Spinelli replica, marcatissimo, a 50". Montecatini avanti di 5, Pelussi stoppato in attacco e la partita è chiusa, finisce 81-74, con 18 punti subiti negli ultimi 4'. Il martedì c'è una trasferta a Gerusalemme, inutile e problematica, anche perché il giovedì si gioca a Osimo. In Isarele si va con Cummings e Williams inutilizzati, come pure Ceresi, Pampani e Brkic e giocano in 7, Niccolai 33 minuti, Smith 38 (29 punti con 9 su 11 da due, 2 su 9 da tre e 5 su 6 ai liberi). Bologna tira 30 volte da tre e 31 da due. Il quintetto Virtus è forzatamente atipico: in campo scendono McCormack, Smith, Masieri, Pelussi e Niccolai. La partenza bianconera è decisa, fino al 4-10 iniziale propiziato da triple di Masieri e Smith, ma l’Hapoel rientra in fretta, piazzando un 12-0 con 2 triple di Solomon. Smith replica con bomba e canestro che riportano a -1 la Virtus, ma Gerusalemme infila un’altra serie imponente: dal 16-15 al 33-19 di fine primo quarto il break è di 17-4, con Awojobi (devastante ancor più che all’andata) e Solomon entrambi a quota 11. Nel secondo parziale la carica degli israeliani non si esaurisce: con Podestà ancora non a referto, Awojobi fa quello che vuole sotto canestro nonostante l'opposizione strenua di Pelussi. Al 13’ il nigeriano è già a quota 18, senza nemmeno un errore dal campo. Sul 43-24 firmato da Sheffer dalla lunga distanza, la Virtus ha un’impennata d’orgoglio che la riporta sul -11 grazie alle triple di Niccolai e Martin. L’illusione è breve: a vanificare lo sforzo ci pensano Muchtary e il solito Awojobi, che concluderà la prima parte di gara con 24 punti, 10/10 dal campo, 3/3 dalla lunetta e 3 rimbalzi. Prima dell’intervallo, l’Hapoel arriva anche al +21, 61-40, poi Smith (13 punti al tè) sigla il 61-41 di metà gara. Il trend non cambia al rientro dagli spogliatoi; 4-0 iniziale per la Virtus, poi per 4’ c’è solo l’Hapoel, che fugge a +23 con tripla di Solomon al 24’. Per la seconda volta nel corso dell’incontro la Virtus si ridesta proprio sul massimo vantaggio avversario, e con un 8-0 torna a -13, al 28’, tanto da costringere Sharon Drucker al time-out. Il minuto di sospensione si rivela fruttifero per i gialli, che piazzano un altro 6-0 e chiudono il penultimo tempo sul 79-60. Ultimo quarto senza grosse emozioni, con Smith che continua a giocare, penetrare e segnare, ma senza impensierire Sheffer e soci, forti di un vantaggio ancora cospicuo. Calano le percentuali, ma Gerusalemme gestisce senza grossi patemi gli ultimi minuti, 101-84.
Nelle Marche arriva la prima vittoria in trasferta per Bucci. Gara a lungo condotta dai bolognesi, che prendono il largo due volte, nel secondo e nel terzo quarto, senza però riuscire a chiudere l’incontro: nel finale, servendo molti palloni a Williams e Podestà in stato di grazia, la Virtus ha fatto sua la partita senza patemi. Migliore in campo per Bologna è stato Samuele Podestà, con 19 punti e 14 rimbalzi, ma la Virtus ha mandato altri 3 uomini in doppia cifra: McCormack (11), Smith (19) e il rientrante Tony Williams (20), miglior marcatore dei suoi. La Virtus schiera Tony Williams in quintetto, assieme a Niccolai, McCormack, Smith e Podestà. Il primo cesto è del redivivo Tony, a cui replica immediatamente l’omonimo Damon dalla parte opposta. Rispetto alle ultime uscite la Virtus prova girare la palla con maggiore continuità, e ne beneficia Samuele Podestà, che è subito un rebus per la difesa dei marchigiani: in 6 minuti segna 7 punti e strappa 3 rimbalzi. Smith spara a salve (0/4) dalla distanza, ma dall’altra parte Williams e Wilson faticano ad entrare in gara. McCormack e Podestà, però, fanno gli straordinari, e consentono alla Carisbo di allungare e chiudere il primo quarto sul +9, 13-22. Anche l’inizio di secondo parziale è di marca bianconera, tanto che, al 15’, la prima tripla di Smith regala il +14 alla squadra ospite. Bucci fa rifiatare l’acciaccato Williams e Sam Podestà, ma presto deve far sedere anche un positivo McCormack, che si vede fischiare la terza penalità personale. Wilson inizia a ingranare, la Virtus subisce in difesa e fatica in attacco, anche a causa delle scorie delle due trasferte passate. La Garofoli si riavvicina progressivamente, con un break di 15-4 che la riporta addirittura sul -3 all’intervallo. Primo tempo di luci e ombre, secondo che si apre con il cesto in avvio di McCormack e la bomba di Smith nel giro di 30"; poi, un gancio di Podestà chiude uno 0-7 che costringe al time out Baldinelli, sul 34-44. Osimo smarrisce la via del canestro, Smith e soci invece continuano a giocare in maniera corale, e scappano rapidamente sul +15 al 24'. I colpi di scena, però, non finiscono: come nel secondo quarto, la Virtus si disunisce proprio sul massimo vantaggio: 9-0 per Osimo, con 5 di Damon Williams, e punteggio di nuovo in bilico, 45-51 a 2’30 dalla fine del parziale. Smith spezza il digiuno con un 2+1, e la Virtus riesce a mantenere Osimo a -7, ma la situazione falli si fa pesante: 23 per Bologna, 10 per Osimo, ma soprattutto 4 per McCormack, Smith e Niccolai. Con questo pesante fardello la Virtus si affaccia su un quarto parziale che parte con la bomba del -4 di Peretti. Proprio quando la rimonta dei marchigiani sta per concretizzarsi, la Virtus inizia a servire con continuità i lunghi, che ripagano prontamente: Williams fa due cesti di fila, mentre Podestà recupera rimbalzi fondamentali. A 4' Damon Williams segna il -8; replica in entrata Smith, e Niccolai piazza la bomba del +13 a 3'. Di fatto, è il sigillo sulla gara, visto che Osimo continua a tirare in maniera pessima dalla lunga distanza (4/25 alla fine). All'ultima sirena, il punteggio è 71-81: è la prima vittoria esterna in campionato della gestione Bucci. Podestà ha la febbre ma c'è contro Scafati. Aperta da Esposito con la specialità della casa (bomba): Scafati va subito 0-5, poi 7-14 e ancora 7-20, con Brantley e Powell a banchettare sulla febbre di Podestà. Sono loro che scavano il break, mai tagliati fuori, dimenticati dopo rotazioni nulle, padroni dell´area anche dopo i propri errori. L´Eurorida arriva anche a +14, sul finire di primo quarto, chiuso 13-27: gli Usa di casa, in coppia, hanno 1/9. Chi smuove la Carisbo dal suo torpore è Masieri, dead man walkin stando a quel che si sente in giro per il mercato, che almeno ha il merito di sbattersi anche dietro, pur con evidenti limiti. Leo riesce a pungere anche davanti, mettendo 8 punti in 8', affiancato da un Williams che prova a crescere. In contumacia Brantley, lo spauracchio diventa Stanic, che porta in giro Mc Cormack: ma anche il vice Da Luz semina Martin. Nella banana generale, qualche buona cosa corale, soprattutto dietro (con Masieri), riesce a riportare la Virtus a -4 (39-43), ma il finale è ancora dell´Eurorida, con uno 0-6 che le riconsegna quell´inerzia in bilico. Meno 10 a metà, 13-21 a rimbalzo, 39% a (62) le percentuali, 39-49 il punteggio. A inizio ripresa 6 punti filati di Podestà, che aveva cominciato ovviamente con le gambe molli, fanno reggere Bologna, che comunque è sotto di 6 al 30', 61-67. Quando Esposito segna il canestro dei 10.000 punti in serie A per la Virtus sembra notte fonda, 64-72. Bucci opta per la zona e le V nere risorgono, segnano in contropiede il 71-72, pareggiano a 74 con una tripla di McCormack, sorpassano per la prima volta ancora in contropiede con Smit a 3'18", 76-74, poi, dopo due liberi falliti da Brantley, allungano con un'altra tripla sempre di Smit, 79-74 (parziale di 15-2) e con uno scatenato Niccolai (20 punti, con 5 su 10 da tre, 1 su 1 da due e 3 su 4 in lunetta) scappano con le triple dell'82-76 (a 2') e 85-76 (a 1'33"), rovesciando anche il meno 6 dell'andata e chiudendo in scioltezza 93-81, ampliando il parziale a 29-9. Detto di Smith (30 punti, di cui 17 negli ultimi 16', 7 su 11 da due, 3 su 9 da tre, 7 su 8 ai liberi e 6 furti in 40') e di Niccolai, killer finali, chi ha inciso è stato anche Pelussi, che con una capsula al dito non doveva giocare. Quando Bucci l´ha messo sul cubo, il palazzo ha rumoreggiato per il ritardo: El Gringo non è più uscito, ha messo 4 punti di granito e rivoltato la tenzone.
Contro Belgrado fuori Cummings e Smith e Williams è in panchina solo per arrivare a 10 e non prendere la multa, ma l'americano non entrerà; dentro Masieri, Niccolai, McCormack, Brkic e Podestà. la Virtus delle seconde linee resta a contatto fino all' 11-13 siglato da Podestà, poi i ragazzi in maglia rossa infilano un break di 9-0, sospinti da Popovic e Bologna sprofonda a meno 11 all'8'. Entra Pelussi, poi Masieri, con la seconda bomba della serata, riporta sul 18-20 i suoi, ma gli ospiti reagiscono con un nuovo parziale di 7-0, 18-27 al 10'. Lo Zeleznik manda in campo anche il sedicenne Aleksandrov, scrutato attentamente dagli scout Nba. A metà secondo quarto la Virtus prova a reagire, e ci riesce: dal 22-31, break di 8-0 con 5 punti di Niccolai, fino al pareggio di Podestà a quota 33. E sul 33-33 si va al riposo: sono solo 6 i punti che la Virtus ha concesso alla capolista nel secondo quarto. Si procede in perfetto equilibrio anche dopo il tè: Podestà lotta con successo sotto le plance, nonostante avversari che lo sovrastano in altezza, e Brkic sfrutta l'occasione per mettersi in mostra. Bologna regge fino a metà periodo, 47-47, dall'altra parte, Jorovic e Krstic sono i trascinatori, e sono i due ventenni a favorire il 9-0 che ricaccia la Virtus a -9, sul 47-56 al 28'. Sulla sirena, causa rimessa avventata dei bianconeri, Popovic chiude il quarto sul 50-60 per Belgrado. L'ultimo periodo, nonostante gli stimoli apparentemente nulli, riserva ancora qualche sorpresa. Massimo vantaggio ospite con due liberi di Labovic, sul 54-69; poi break virtussino di 1-10, con un gladiatorio Pelussi che stoppa, prende rimbalzi e segna canestri da sotto. Si arriva sul -5, ma alla Virtus mancano energie e lucidità per concludere la rimonta: di là, i ragazzini terribili di Djurovic non si piegano, e conducono in porto la gara, 69-78. I bolognesi pagano le 5 gare in 9 giorni. In doppia cifra Brkic (16 punti in 32'), Niccolai (14), Podestà (13), Masieri (12) e Pelussi (10). Contro Ferrara c'è anche McCormack nonostante la contusione nella partita di coppa e torna anche Cummings. Terza, sudatissima vittoria consecutiva in campionato per la Virtus, che batte Ferrara 76-74 e agguanta il terzo posto in classifica. Una partita che sembrava indirizzata favorevolmente alle V nere, dopo un primo tempo ottimo chiuso avanti di 18. Poi la squadra è calata vistosamente, consentendo a Ferrara di rimettere in discussione il match: giunti a -1, gli ospiti sono stati domati, grazie ad un ottimo finale di Vonteego Cummings, che ha messo a segno i canestri decisivi. Bucci getta subito nella mischia il rientrante Vonteego Cummings, assieme a Williams, Niccolai, Podestà e Smith. Un minuto di rodaggio e la Virtus mette la freccia: il primo acuto è una splendida azione in contropiede orchestrata da Cummings e Williams, e finalizzata dalla schiacciata di Podestà. Le V nere se ne vanno: due schiacciate filate di Smith in transizione danno il via al 24-4 che atterra Ferrara, lasciandola a -18 a fine primo quarto. Statistiche impietose, fin qui, con Ferrara ha segnato col solo Grappasonni (4 su 6, 0 su 11 gli altri per un totale di 24%) e ha un -1 globale di valutazione, contro il 39 dei padroni di casa. Secondo quarto con avvio ancora morbido di Ferrara, che segna all'11' il primo cesto non di Grappasonni. Smith, 15 punti nel primo quarto (21 alla fine), si concede una pausa, ma il timone della squadra lo prende Cummings e le distanze crescono: il massimo vantaggio è un 40-15 al 15', poi Ferrara rientra con un controbreak di 10-0, fino al 40-25. La Virtus si ricompone e va al riposo con un buon vantaggio, 48-27. Il terzo quarto, però, è da incubo: Ferrara ci crede, e complice qualche fischiata dubbia, infila un parziale di 0-16, con Virtus bloccata a quota 49 da quasi 6'. Niccolai spara finalmente la tripla sblocca-Virtus, ma la gara è già riaperta, e si va al 30' sul 60-53. Smith schiaccia il +10 a inizio quarto, ma gli estensi non si danno per vinti: quattro liberi di Mazique, cesto di Michael Williams e bomba di Grappasonni riportano gli ospiti a -1, 66-65 a 4'35. L'ossigeno arriva da una tripla dall'angolo di Niccolai, a 2', 71-66, e dal successivo arresto e tiro vincente di Cummings: a 50" la Virtus è sul 73-66. Passato il peggio, c'è ancora qualche sussulto: Mc Intyre spara da 7 metri il -4 a 30", Smith fa 0/2 dalla lunetta, Ianes 1/2 dall'altra parte. 74-71 a 14", e fallo su Cummings. Due centri, e gara finalmente portata a casa, inutile la tripla sulla sirena di McIntyre, 76-74. Si chiude con la seconda vittoria esterna la partecipazione della Virtus WWF all’Uleb Cup. I bianconeri hanno violato il parquet della Telekom Bonn per 70 a 82, e chiudono così il girone D con un bilancio di 3 vinte e 7 perse. Soprattutto, la Virtus infila la quarta vittoria in cinque partite tra campionato e coppa: se non cambia molto la classifica europea, se ne giova quantomeno il morale della squadra. L’ultima trasferta fuori dall’Italia, affrontata senza Smith e Cummigns, è stata decisa negli ultimi 5', indirizzata da due bombe di Niccolai che hanno girato la gara, e dalla concretezza sotto canestro di Sam Podestà, 19 punti alla fine. In doppia cifra anche Masieri, Williams e McCormack. Per Bonn il più continuo è stato Kaukenas, che pur tirando male da due, ha racimolato punti dalla lunetta (11/11 per il lituano); bene, per almeno tre quarti, anche l’ala svedese Olouma Nnamaka, che ha chiuso con 14 punti e 10 rimbalzi. Starting five virtussino composto da Martin, Niccolai, Williams, Podestà e Masieri: per i padroni di casa Nadjfeji, Nnamaka, Capin, Kaukenas e Mutavdzic. Bonn parte forte, sospinta da Kaukenas, e si porta subito avanti di 8, fino al 12-4. Niccolai replica con una tripla che inaugura il parziale bianconero di 2-11 che, all’ottavo minuto, consegna il primo vantaggio alle V nere, sul 14-15. Nnamaka, con la sua seconda bomba in tutta l’Uleb Cup, fissa il punteggio sul 17-15 al 10’. Il secondo quarto, con Brkic al posto di Niccolai, inizia con uno slam dunk di Nnamaka e immediata replica, sul versante opposto, di Mc Cormack. Si segna poco, tanto che passano addirittura tre minuti a cesti inviolati: poi, break di Bonn, che con un 8-0 vola al massimo vantaggio, +9, con due liberi ancora di Olouma Nnamaka. Il controbreak virtussino è tutto della coppia Mc Cormack-Williams che, con 4 punti per parte, riportano la WWF a -1, sul 32-31 al 19’. Nadjfeji segna l’ultimo canestro prima dell’intervallo per il 34-31: 6 i suoi punti, 9 quelli di Nnamaka e Kaukenas. Dall’altra parte, 8 Mc Cormack, 6 Podestà e 5 Williams. Sam Podestà segna in avvio di terzo quarto, Williams mette due liberi, e la Virtus torna in vantaggio, 34-35, per la seconda volta nel match. Nnamaka è una presenza sotto canestro, e Krunic appoggia su di lui le risorse offensive dei suoi. Bucci ruota spesso gli uomini, ripescando Martin, Masieri e Brkic: quest’ultimo, a metà quarto, segna il tiro pesante del +2 virtussino. Si procede in grande equilibrio, e la parità viene spezzata solo a ridosso del 30’, con il 53-51 di Mutavdzic. I rosanero tentano la fuga all’inizio dell’ultimo quarto, trascinati da Kaukenas, che sigla il 61-55 al 32’. La Virtus resta in partita grazie a Williams, Brkic e Niccolai: è del toscano la bomba che, al 34', consente alla Wwf di impattare a quota 64, costringendo al timeout Krunic. Dopo il minuto di sospensione, Niccolai spara subito un’altra bomba, Podestà mette a segno prima un tiro da sotto e poi un libero su due: sbagliato il libero, prende il suo stesso rimbalzo e sigla il 66-74 al 38’. Intanto, la Telekom perde per raggiunto limite di falli sia Mutavdzic che Nnamaka: Williams dalla lunetta mette al sicuro la vittoria. Podestà segna 19 punti, nonostante il 5 su 15 ai liberi, Williams 14, NìMcCormack 12, Niccolai 11 e Masieri 10.
Nuovo attacco influenzale per Podestà, comunque in campo a Reggio Emilia in una gara in cui la Virtus tira malissimo, 23 su 59 dal campo (39% scarso) e 12 su 25 ai liberi (48%). L'assalto della Virtus alla capolista non va a buon fine: termina 70-65 una partita molto nervosa, in cui la squadra di Bucci ha a lungo inseguito, senza però riuscire a espugnare il Bigi di Reggio. La Bipop, con un grande Young e un coriaceo Damiao, 26 minuti giocati nonostante il ginocchio malconcio, è riuscita così a mantenere inviolato il proprio parquet (11 vittorie in altrettante partite). La Virtus ha retto bene, seppure a corrente alternata, nel primo tempo, che i biancorossi hanno chiuso sopra di 5 grazie a una bomba di Garris da almeno 8 metri. Poi, a rischio sfaldamento nel terzo quarto (sotto 55-40 al 25'), si è scossa con la zona e qualche zampata di Brkic (parziale di 2-15 che riporta Bologna sotto di 2, 57-55). Nell'ultimo quarto, sedata qualche polemica fra i giocatori in campo, Reggio ha avuto la meglio: episodi, come un canestro impiccato di Garris a 2', e errori bianconeri, hanno regalato alla squadra di Frates il successo numero 16 e un primato ormai di granito. Nelle fila della Virtus iniziano Smith, Cummings, Podestà, Niccolai e Williams. Sono di Tony i primi due punti, dopo un minuto di canestri blindati, da una parte e dall'altra. La Virtus va avanti di 4 punti, 5-9 con bomba di Niccolai, ma Gigli e Young propiziano un 7-0 che riporta in testa i padroni di casa, 12-9. Proprio Young trascina i suoi in un primo quarto molto equilibrato, segnando 12 punti e risultando spesso immarcabile per i giocatori avversari. Reggio però fatica sotto, tanto che il terzo fallo di Gamal, in difficoltà su Podestà, consiglia a Frates l'inserimento di Sartori all'ottavo minuto. Si chiude in parità il primo periodo, con bomba allo scadere di Niccolai, che firma il 22-22. Nel secondo quarto entra Marcelo Damiao, e la Virtus, dopo un iniziale 5-0, sembra risentire della presenza intimidatoria dell'ex pivot azzurro. Per oltre 6 minuti, i ragazzi di Bucci non vedono il canestro, sbagliando anche quattro liberi di fila: finalmente Williams segna il -4, Young risponde con un cesto spaziale ed è 36-30. Smith mette due liberi, Podestà un canestro più fallo, e la Carisbo si ritrova a -1 nell'ultimo minuto prima del té. Sulla sirena, Garris segna da più di 8 metri, rovinando l'intervallo alle V nere, che chiudono sotto di 5, 40-35. Dagli spogliatoi, la squadra di casa esce trasformata: cesto iniziale dai 6.25 del Ragno, e poi c'è solo Reggio, che infila un 11-3 portandosi sul 51-38 al 23' e allungando fino al +15. Bucci tenta di rimescolare le carte, gettando contemporaneamente nella mischia McCormack, Pelussi e Brkic. La difesa a zona predisposta dal coach sortisce qualche effetto positivo: la bomba di Brkic dopo un recupero di Smith scuote la squadra, che con un break di 11-2 torna a -6 a 1'12", con contropiede finalizzato da Niccolai. Ultimi cesti del quarto ancora di Niccolai, 2 su 2 dalla lunetta, e si va al 30' sul 57-53 e con Gamal già fuori per 5 falli. Quarto parziale ad alta tensione: Young firma immediatamente il +5 ma la Virtus reagisce ancora con bomba di Brkic. Pelussi segna il 62-60 al 33', poi l'adrenalina alta regala due minuti di antibasket. Due liberi di Young suggellano il 64-60, e il successivo layup di Sartori il +6. Cummings replica a 2'50, 66-62 (ma per lui 2 su 10 con meno 5 di valutazione). Putroppo, per le V nere è l'ultimo contatto. Garris segna un 68-63 con palla che si arrampica al canestro, e dopo una serie di errori da ambo le parti, Young mette un libero su 2 a 40", per il 69-63. Le residue speranze bolognesi sono in mano a Niccolai, che sbaglia due liberi su due dalla luntetta a 28". Sempre Andrea segna un inutile cesto all'ultimo secondo, per il 70-65 finale. Cummings accusa febbre ma è in campo contro Fabriano, gara in cui il capitano è Brkic, dopo la partenza di Masieri per Ferrara. I trentanove punti di scarto bastano a fotografare Virtus-Fabriano, gara durata poco più di un quarto, e chiusa dalle V nere già prima dell'intervallo. Fabriano, orfana di Nicholas, si è sciolta nel secondo parziale, davanti alla zona ordinata da Bucci e alle bombe spezza-partita di Niccolai, autore oggi di ben 27 punti con 7 su 11 dai 6,25. Bene anche Charles Smith (25), e Tony Williams (14) che assieme a Pelussi ha ben sopperito ai pochi minuti giocati da un Podestà non al meglio. Niccolai, Podestà e i tre americani compongono lo starting five schierato da Bucci: in panchina, il nuovo capitano, David Brkic. Apre le danze una bomba dall'angolo di Charles Smith. L'altro Smith, Antonio, segna i primi due punti dei marchigiani. Poi, break virtussino, un 7-0 che fissa il punteggio sul 13-4. A 3'30 la seconda bomba filata di Niccolai dà ai bianconeri il massimo vantaggio, +10 sul 19-9. Poi, con qualche cesto dalla lunga distanza, Fabriano si scuote: Morri innesca, Lestini e Cinciarini concludono e gli ospiti si ritrovano sotto di due al 10', 21-19. A inizio secondo quarto, dopo il sorpasso su altra tripla di Lestini per il 22-23, Niccolai e soci tentano un nuovo strappo, con un altro 7-0 caratterizzato da un ottimo contributo di Pelussi e dalla prima bomba di Brkic; dall'altra parte, Antonio Smith e Morri calano vistosamente. La Virtus ne approfitta, e vola a +16 a 10" dall'intervallo, con Niccolai a quota 14 e Smith a 12. Gaeta infila due liberi a 3", poi McCormack trova il tiro della domenica da metà campo; si va così a riposo sul 55-38 (e 79-34 nel computo della valutazione di squadra). Al rientro dagli spogliatoi, la strada per la Carisbo è tutta in discesa, grazie anche alla palese difficoltà degli avversari nel trovare la via del canestro. A metà quarto il Ragno infila 7 punti consecutivi, poi dopo una tripla di Flamini, i ragazzi di Bucci infieriscono: in due minuti, il break è di 12-0, con la sesta bomba di Niccolai a suggellare il +33 bianconero. Nell'ultimo quarto, dopo che il terzo si era chiuso 81-51, Bucci chiede ai suoi di tenere alta l'intensità, anche se la gara è di fatto chiusa. Fabriano perde anche Morri, che chiude il match con un antisportivo, e la Virtus può dilagare. Al 35' è ancora Niccolai a piegare la retina dai 6,25 per il canestro del + 42, 96-54, poi Bucci gli concede la standing ovation, per lui 27 punti con 7 su 11 da tre, 2 su 2 da due e ai liberi, 7 rimbalzi e 3 assist, con 32 di valutazione. Resta tempo per cori gaudenti, per la tripla di Riccardo Ceresi, e per i saluti al partente Eloy Martin. La gara, ormai decisa, termina 107-68. Per Smith 25 punti, 2 su 3 da tre, 7 su 13 da due, 5 su 5 in lunetta, 5 rimbalzi, 9 recuperi e la stessa valutazione di Niccolai. Per Brkic, neo capitano, 12 punti, con 2 su 6 da tre, 1 su 1 da due, 4 su 4 ai liberi, 3 rimbalzi e 4 falli subiti. In doppia cifra anche Williams, 14 punti, Cummings e Pelussi con 10.
Nello scrimmage a Imola contro l'Andrea Costa, senza Pelussi per Bologna (oltre ovviamente a Martin) e Abram per gli imolesi, Smith segna 24 punti in 20' e Bologna comanda per metà gara, 26-28 al 10' e 51-62 a metà partita. Poi nel terzo quarto c'è la reazione dei padroni di casa che al 30' sono in parità, 77-77 e nell'ultimo quarto scappano, 103-93. Sul filo di lana, la Virtus perde lo scontro diretto con Rimini, sprecando nell'ultimo parziale la dote accumulata nei tre parziali precedenti: sopra anche di 9, avanti di 5 al 30', le V nere si sono fatte recuperare e superare grazie soprattutto alla grinta di Gonzales e Gabini, veri match winner della gara. Niccolai migliore in campo, con 22 punti e bombe sempre importanti, qualche sprazzo di Smith (18), Williams (16) e Pelussi, e una prestazione molto negativa di Cummings. Salva, almeno, la differenza canestri, che potrà essere importante in caso di parità di punteggio a fine regular season. Dopo il minuto di raccoglimento per Marco Pantani, ricordato anche da uno striscione dei tifosi bianconeri, la Virtus schiera in quintetto Williams, Cummings, Smith, Podestà e Niccolai. Inaugura la gara Rodney Monroe, immarcabile nei primi minuti: 9 punti in 5', con Smith e Cummings impegnati nel vano tentativo di arginarlo. Di là, però, la Virtus risponde con personalità: prima 6 punti di Niccolai, poi il primo cesto di Smith tengono avanti le V nere, 11-14 a metà quarto. Guarasci pareggia dalla lunetta, poi Williams e Smith infilano un 9-3 che vale il + 6 a fine primo quarto, 17-23. Tvrdic infila la bomba del -3, poi break bolognese: 7-1 con bomba di Niccolai che vale il +9, massimo vantaggio a 7'28", sul 21-30. Tvrdic diventa la vera bestia nera della Carisbo: 5 di fila, e a 4'10" dall'intervallo i Crabs sono di nuovo a -2. Pelussi spezza un digiuno di oltre 3', ma la palla gira con difficoltà; si torna comunque sul 30-37 a 1'36, grazie a 5 punti consecutivi di McCormack. A ridurre il distacco, prima del té, ci pensa il solito Monroe, e si va al riposo sul 35-37. La quarta tripla di Tvrdic vale, in avvio di terzo parziale, il primo sorpasso casalingo dopo il 2-0 iniziale. Per Cummings oggi non è giornata, è ben presto Bucci ricorre di nuovo a McCormack, che, dopo qualche minuto a canestri blindati, a 3' firma il +4. Monroe, poco incisivo in questo quarto, segna il -1, ma nel finale due liberi di Williams e un cesto in contropiede di Niccolai valgono il +5 al 30', 51-56. La Virtus resta avanti, nell'ultimo quarto, fino al 61-60 siglato da Gonzales a coronamento di un 5-0 dei romagnoli. A 5'20" i bianconeri perdono per falli Williams, molto positivo in attacco ma meno attento in fase difensiva su Gabini e Gonzales. Dopo due minuti di errori assortiti, Smith segna il -2 a 1'50", ma Gabini replica dalla distanza, con il suo undicesimo punto nel quarto parziale. Le V nere sprecano altre palle preziose in attacco, anche se la speranza la restituisce Niccolai a 40", infilando la sua sesta bomba. Vana, purtroppo: liberi di Monroe per il 70-65 e di Gonzalez per il 74-69 a 27", gara finita e 76-69 il finale. Scrimmage contro Montecatini, poi per volere di Sabatini (ma contro il parere di Bucci) tutti in ritiro a Castelnovo ne' Monti, dove c'è però troppa neve e si ritorna subito a casa. Contro Sassari apre le danze Niccolai dai 6.25, ma la Dinamo dimostra subito di non essere venuta in gita di piacere, tanto che dal 5-2 bianconero si passa all'8-5 esterno segnato da McGhee. Dall'8-8, frutto della prima bomba di Smith, la Virtus subisce una flessione evidente: in quasi 5 minuti Sassari infila un 8-0 coronato da un gran canestro della "bandiera" Rotondo. Fin qui la Virtus ha 5 su 16 al tiro e 6 rimbalzi contro 11, 8-16. Dopo una palla persa da uno sbiadito Cummings per infrazione di 5" Bucci inserisce McCormack (11 punti con 1 su 1 da tre, 2 su 4 da due e 4 su 6 in lunetta) che mette ordine, ma ad interrompere il digiuno dei suoi è ancora Smith: a fine primo quarto 10 dei 13 punti di squadra sono suoi e alla fine avrà 33 punti con 7 su 14 da due, 3 su 6 da tre e 10 su 11 ai liberi, 7 rimbalzi, 6 recuperi e 43 di valutazione. I sardi allungano nuovamente 13-22 dopo aver chiuso il primo quarto 13-18, ma la Virtus si scuote in fretta e le bastano appena 2 minuti per riprendere gli avversari a quota 24, con bomba della mano glaciale di Niccolai e un buon contributo di McCormack. A metà quarto Smith riprende per mano la squadra, con 7 di fila e un'ottima presenza difensiva. Due triple filate di Carrizo consentono a Sassari di non perdere il contatto: solo nel finale, con un break di 8-2, la Virtus allunga e va al riposo sul 43-37, con 21 punti di Charles Smith. Dopo l'intervallo un 4-0 bianconero fa ben sperare, regalando ai padroni di casa il massimo vantaggio sul 47-37. Ciani rimette in campo Di Giuliomaria, che fa penare i pari ruolo bolognesi, e Sassari recupera lentamente, fino all'aggancio, che avviene sul 53-53 al 26', ad opera dell'ex ozzanese Dimitri Agostini. Pelussi e Podestà si vedono fischiare il quarto fallo, e Bucci gioca la carta Brkic. E' proprio il capitano (6 su 6 ai liberi nell'ultimo quarto come pure Williams) ad accendere la miccia per un break importante a inizio ultimo quarto, con 2 liberi e uno slam dunk in contropiede: poi, bomba di Williams, cesto di Cummings (il primo della partita) e tripla di Niccolai, completano il 12-0 che lancia la Virtus al massimo vantaggio, 72-60, a 6'45" dal termine. Sassari non trova più la via del canestro, segnando solo 6 punti in 6 minuti, grazie anche alla difesa a zona di Bucci, piuttosto incisiva nella seconda parte del match. Si allunga anche fino al +16, sull'80-64, poi i verdi recuperano qualcosa, ma a partita già praticamente chiusa. Intanto arrivano alla Virtus Li Vecchi e Zanus Fortes.
A Novara una partita sul velluto, giocando un primo tempo a tratti imbarazzante per superiorità dimostrata e svogliatezza altrui; una partita, insomma, che per tre quarti s´è giocata giusto sulle locandine. Lì, con la testa già al casello, la Virtus ha smesso di piegare le gambe e preso un 14-2 che regalava un -12 alla Cimberio (63-75): due liberi e tripla di Smith, tripla e svitamento di Niccolai. Finita, se mai si fosse seriamente riaperta. Infatti, la Virtus l´ha dominata fin dall´inizio, pagando un po´ con le seconde linee, che in settimana saranno rinforzate, contro chi della panchina era stato privato in settimana (ko Marin e Rossi). E se l´odissea Bologna-Novara via Padova poteva debilitarla, dopo otto ore di pullman, la Carisbo ha fatto spallucce e preso poi a spallate i piemontesi, prendendosi una boccata d´ossigeno, due bei punti e fors´anche una sporta di fiducia, in vista dell´imminente Jesi e dell'orologio. Sugli scudi, alla fine, c´è salito anche Cummings: aveva da tenere Colson, uno sondato per sostituirlo, e l'ha impacchettato (4/12). Seguita in parterre da chi c´è stato (Coldebella), da chi è passato di striscio (Crespi) e da chi potrebbe starci in futuro (Arrigoni, gm di Cantù), la partenza è stata devastante, con precisione in attacco e gran guardia dietro per una Virtus subito aggressiva, se lo spauracchio Colson minacciava stelle filanti. Subito un 2-10, poi un 4-27 (proiezione 180) interrorrotto da un gol di Braswell (36 per lui alla fine), fino a un 15-44 (dopo che al 10' era 15-39) di brutale dominio, sotto la regia di Cummings e lo strapotere a rimbalzo, onestamente contro il nulla. Un po' di flanella quando salgono le seconde linee (Brkic e McCormack), ma Vonteego continua a pompare e Smith (33 punti, con 5 su 9 da tre, 8 su 11 da due, 2 su 2 ai liberi e 7 rimbalzi) è imprendibile per Novara, che ha un B. Williams da censurare (1/9 finale) e Monti che cicca da un metro. A metà (33-56), la valutazione è doppia, il contagiri dice 22/41 (54%, contro 32), pur chiudendo in frenata. Frenata che sarebbe stata replicata a cavallo dell´ultimo quarto (al 30' 57-75), senza problemi a riallungare. Altro da dire non c´è, o meglio ce ne sarebbe parlando della cornice, un palestrone in cui fanno più cagnara i distinti che i 14 curvaioli. Clima però divertente, con sparuti urlacci verso i tre grigi, e coretti per Bazzani e Madrigali, segno che tutto il mondo è paese. Ah, Novara doveva stare in B, non fosse crepata la Virtus che fu. Ripescati, almeno ringraziassero. Niccolai 18 punti (4 su 7 da tre), Cummings 17 e A. Williams 11 gli altri in doppia cifra. Contro Jesi (donne gratis in occasione della festa della donna) esordio di Zanus Fortes (con la maschera per un colpo subito al naso) e di Li Vecchi, che giocava in A1 in quella Messina che beneficiò della revoca dell'affiliazione della Virtus. La "missione capolista" è compiuta: la Virtus rifila 19 punti a Jesi, attaccandola con grande lucidità e limitando le punte avversarie, da Rocca a Singleton a Robinson. La gara è rimasta in sospeso per 18 minuti, fino al 36-36, poi la Carisbo l'ha spaccata a fine primo tempo e subito dopo l'intervallo; in 3', un 21-0 a cui Jesi non ha saputo né potuto reagire, anche a causa di una mira sbilenca dai 6.25 (5/24). Grande partita di Charles Smith (25) e Niccolai (19), trascinatori durante il break decisivo, e ottimo anche il contributo di Podestà (18 e 15 rimbalzi). Entrambe le formazioni partono senza sorprese in quintetto. La prima fase è di studio e ferri stretti da ambo le parti: Jesi mette sempre la testa avanti fino all'8-6, seguita passo dopo passo dalla Virtus, che trova in Podestà un ottimo terminale offensivo, in grado di segnare 6 dei primi 8 punti. La prima tripla di Smith al 6' porta avanti la Virtus, che mette la freccia grazie al Ragno e a Cummings, e con un 9-2 scappa sul 17-10 a 1'35. Nel giro di un minuto, però, Whiting e Blizzard riportano i marchigiani in parità, a quota 17, prima del cesto finale di Podestà per il +2 bianconero, 19-17. Cummings resta in panchina nel secondo quarto, complici i 3 falli commessi, e fanno il loro esordio sia Li Vecchi che Zanus Fortes. La Carisbo va a +4 sul 27-23 al 13', ma 7 punti filati di Jamal Robinson rimandano avanti gli ospiti. Sul 29-32 si scatena Charles Smith, che con 7 punti a raffica riporta in parità le V nere, sul 36-36 a 1'53. La difesa virtussina si stringe nelle ultime azioni del primo tempo: Jesi non segna più, Niccolai e Smith ne fanno altri 5 a testa, per un 10-0 che fissa il risultato sul 46-36 al té. Il primo minuto del terzo quarto è fatale alla Sicc: una tripla di Smith, 2 liberi di Pelussi, e ancora una bomba di Smith lasciano i gialloverdi a -18. Singleton dalla lunetta sblocca la squadra di Gresta, dopo un terribile 21-0 rimediato in poco più di 3 minuti, ma la Virtus non accenna a calare il ritmo, proiettandosi anzi sul +24, con solita tripla di un Niccolai indigesto alla zona predisposta dal coach avversario, 66-42. Il terzo quarto si chiude sul 72-52, e gli ultimi 10' sembrano una formalità per i padroni di casa. Per sbrigarla, la Virtus si affida a un Tony Williams tuttofare, che prende sfondi, segna, e regala anche il massimo vantaggio ai suoi sul +26 a 4'25" dal termine. Il match finisce 92-73, tra gli applausi del pubblico.
Salta lo scrimmage contro Montecatini ma c'è modo di allenarsi per Michael Hawkins, americano in prova (a gennaio aveva provato Mike Wiatre, amico di McCormack), dopo che si erano fatti i nomi per lo stesso ruolo di Stefano Rajola, Leonardo Busca, Claudio Coldebella, l'italo americano Mike Iuzzolino, e gli americani Dixon Malik, Joe Crispin e Mateen Cleaves; per il ruolo di guardia Marko Popovic, croato inforza al Valencia, Hugo Sconochini e l'americano Lynn Greer. Per la Virtus (con Li Vecchi claudicante) scendono in campo Cummings, Smith, Podestà, Niccolai e Williams, a cui Valli oppone Hermann Smith, Mazzella, Mathis, Sciutto e Fernandez. Dopo il primo vantaggio bolognese (0-3), i padroni di casa passano subito avanti, trascinati da Donthe Matis. Virtus contratta, e Ragusa che ne approfitta, fino a spingersi anche sul +7, sul 17-10 al 6', tirando con oltre il 70% da due e sul 22-15 al 7'. Le V nere iniziano a spingere, e in due minuti, al traino di Niccolai (due triple) e Smith, impattano e sorpassano con un 12-2 che vale il 24-27 dopo 9'40"; prima della sirena, il neo acquisto di Ragusa Tommasiello (firmato dopo le partenze di Ruiz Moreno per Scafati e Eppehiner per gli States) segna il 26-27. Importante nel recupero anche il contributo di McCormack, entrato al posto di Cummings. Si fatica a trovare la via del canestro in avvio di secondo quarto, ma quando la Virtus riesce a correre sembra subito poter prendere il largo: dal 33-32 di Sciutto, uno 0-6 bianconero fissa il massimo vantaggio esterno sul +5 al 15'. Il break della Carisbo non basta ad indirizzare la partita, vista la strenua resistenza dei ragazzi di Valli guidati da Mathis, che a 3'30 dall'intervallo porta di nuovo avanti i suoi. Al 18' 45-42 per i padroni di casa, ma gli ultimi due minuti sono tutti bianconeri, con un parziale di 0-9: Pelussi trascina con 4 punti nel finale, e il primo tempo si chiude con il massimo vantaggio per la Virtus, 45-51. Si torna in campo e la Popolare ha uno scatto d'orgoglio e torna a -2, respinta sul -5 dal punto numero 17 di Charles Smith, che però commette subito dopo il suo terzo fallo. Sceso Charles, è il suo omonimo avversario a ribaltare la gara: 3 bombe di fila di Hermann (con 4/4 dai 6.25) portano Ragusa sul 58-56 e Bucci deve rischiarare le idee dei suoi con un minuto di sospensione. Ragusa torna a +6 a 1'50", ma sale in cattedra Samuele Podestà, che segna 7 punti di fila e contribuisce a chiudere a -1 il terzo parziale, 67-66. Ragusa non si spegne, e riesce sempre a tenere la testa avanti, rispondendo colpo su colpo alla Virtus, che si affida al Ragno e a Tony Williams. Ma la Popolare ha tre uomini che, a turno, feriscono sempre le V nere: si prende una pausa Hermann Smith, ma salgono sugli scudi Sciutto e Mathis. Il clima si scalda, in vista di un finale che si preannuncia torrido: il primo a scaldarsi, a 4 giri di lancette dalla fine, è Charles Smith, che segna 5 punti d'oro, impattando a quota 83 a 3'40". Ragusa trova due punti di Mathis e 4 di Ferrienti, mentre la Virtus non riesce ad andare oltre due liberi lucrati da Tony Williams: Bucci si affida al fallo sistematico, ma la partita è nelle mani della Popolare, 96-92. Comincia l'orologio contro Rimini senza Li Vecchi. La Virtus ha bisogno di poco più di 9 minuti per avere ragione della Conad Rimini, nella prima gara di questa fase. Il trio americano della Carisbo ha dato subito la svolta alla gara, imprimendo un ritmo offensivo incontenibile per gli ospiti: 15-6 all'inizio, poi un 17-0 che, al 9', fissava il punteggio sul +26 per le V nere. Di lì in poi, Rimini ha fatto quello che poteva, ottenendo uno scarso apporto dalle sue punte, mai innescate adeguatamente (Monroe 5, Tvrdic addirittura fermo a quota zero), e dovendosi affidare alle bombe di Tassinari (15 punti con 5/5 da 3) e ai cesti di Gabini (22 punti). Nella buona prova collettiva della Virtus, spiccano invece, i 28 punti di Charles Smith (9 su 12 da due, 3 su 9 da tre e 1 su 1 in lunetta), sempre incisivo e spettacolare, e i 17 di un Williams determinante nel break che ha spezzato la partita. Bucci mette in campo Cummings, Podestà, Williams, Niccolai e Smith. Il Ragno inizia recuperando palla, schiacciando il 2-0 nel cesto dei Crabs e ricadendo male: si teme l'infortunio, ma Charles si rimette in sesto dopo una sosta ai box di un minuto. Nel frattempo la Virtus va sull'8-0 in due minuti: Rimini risponde con Gabini e Gonzales, segnando gli ultimi due cesti prima di un incredibile parziale bianconero. Williams ispira la fuga con 7 punti di fila, Labaque segna il 15-6, poi è solo Virtus. In quattro minuti Rimini subisce 17 punti, non riuscendo ad arginare un ispirato Cummings e un redivivo Smith, e senza avere alcun contributo da Tvrdic e Monroe. Il 32-6 che Podestà sigla schiacciando al 9' sa tanto di sentenza senza appello, così come il 53 a -3 di valutazione di squadra a fine primo quarto, sul 32-11. Didin tenta la carta Ingles, che dà qualche frutto, aiutando Rimini a risalire fino al -16 a 1'40" dall'intervallo, grazie anche ad un ottimo secondo quarto di Gabini, il più vivo dei suoi. Prima del té, l'ultimo tentativo è di McCormack in contropiede, ma non va a buon fine, e si va al riposo sul 47-31. Il terzo quarto inizia ancora con un canestro di Smith, stavolta in appoggio, Rimini prova ad alzare la tensione sul parquet, e riesce anche a ridurre il distacco fino al -14 in un paio di occasioni. La Virtus però non dà mai l'impressione di subire il ritorno degli ospiti, e allunga di nuovo negli ultimi 4', tornando sul +23 con un break di 8-1. La Conad piazza una tripla con Tassinari, chiudendo il terzo parziale sul -20, 63-43. Che non ci sia più partita lo si capisce dai ritmi blandi e dalle difese più rilassate da ambo le parti: Spider Smith ne approfitta per rimpinguare il proprio bottino, mentre il riminese Tassinari arriva a quota 15 con 5 bombe su 5 tentativi. Il finale di 83-69 porta la squadra di Bucci a quota 32; dovesse servire, le V nere vanno anche sul 2-1 nello scontro diretto con Rimini.
Arriva intanto finalmente il play, Brunson, che però non è in campo a Ragusa. La Virtus non concede il bis a Ragusa, e resta sola al quarto posto, espugnando il PalaMinardi con un autorevole 68-91. Dopo aver subito 26 punti nel primo quarto, la Virtus ne concede solo 42 nel resto della gara: il segreto della vittoria bianconera è tutto nella difesa, nella supremazia sotto le plance (42-26 il computo dei rimbalzi) e nella conseguente possibilità di aprire un contropiede devastante. Meriti di squadra, quindi, ma anche dei singoli: Smith e Williams segnano 24 e 22 punti, mentre Cummings e McCormack, pur a sprazzi, sono riusciti a imprimere ritmi favorevoli alla squadra di Bucci. Ragusa, che ora dovrà lottare strenuamente per non retrocedere, resiste 15 minuti, aggrappandosi a Herman Smith, ma non riceve grandi contributi da Mathis e soci. Il primo cesto è di Charles Smith, con replica immediata di Sciutto, uno dei migliori nella gara di due settimane prima. La Virtus allunga subito sul 5-10, ma dopo 3 minuti la coppia arbitrale ha già sanzionato 3 falli a Podestà, che viene rimpiazzato da Zanus Fortes. Il nono punto del Ragno regala alle V nere l’ultimo vantaggio del primo quarto, sul 13-15 a metà parziale, poi Ragusa infila un break di 7-0, che, all’8', la porta a +5. Rintuzza Williams con due azioni personali, ma sulla sirena è Saccardo a siglare, dalla lunetta, il libero del massimo vantaggio per i siciliani (26-20). La Popolare va avanti di 8 con Ferrienti in avvio di secondo quarto, ma Bologna ha un’impennata d’orgoglio e ricuce lo svantaggio fino a pareggiare la gara al 14' a quota 32, con il quindicesimo punto di Charles Smith. L’omonimo avversario di Charles, Herman, è l’unico vero rebus per la difesa bianconera: strette le maglie dietro, la musica inizia a cambiare. L’ultimo vantaggio della squadra di Valli è il cesto di Peterson sul 36-35. Poi, con McCormack in cabina di regia, il ritmo bianconero diventa difficilmente sostenibile per i padroni di casa: è proprio Ryan a condurre il break di 2-11 che consente alla Carisbo di allungare sul +8 a 55". Poi, potendo gestire l’ultimo possesso del primo tempo, la Virtus affida la palla a Charles Smith, che non tradisce: +10 al tè, con il Ragno a quota 17 più 7 rimbalzi. Incassato il primo canestro della ripresa da Saccardo, Bucci rimanda sul parquet Cummings per McCormack. Podestà segna il 40-49 Virtus, poi inizia lo show del black power bianconero, cominciato da Tony Williams, che segna 10 punti filati, con tanto di bomba del +12, 49-61. Poi, per la Virtus, segnano una tripla Smith e un cesto Cummings: Maciariello tenta di sobbarcarsi il peso della rimonta, con 5 punti consecutivi, ma è ancora Vonteego a segnare l’ultimo canestro del terzo quarto, che si chiude con 12 punti di vantaggio per gli ospiti. Nell’ultimo parziale, Ragusa non ne ha più e segna appena 12 punti, mentre la Virtus dilaga, trascinata da Williams e Smith fino al +28. Poco utilizzato Li Vecchi, non ancora al meglio. Sabatini lancia la campagna "Male non fare, paura non avere", una sorta di richiesta di censimento dei tifosi, tramite autocertificazione corredata da dati e foto .Contro Fabriano esordio di Brunson. La Virtus completa il tris d'orologio, battendo anche Fabriano 90-71. Partita che si era messa molto bene nel secondo quarto, con le V nere avanti di 13, ma che Fabriano ha lentamento ricondotto su binari di parità: sul -1 ospite, nell'ultimo parziale, la Virtus si è esaltata, sfruttando l'ottimo impatto di Brunson e due bombe letali di Niccolai. Menzione speciale per il playmaker sbarcato a Bologna da una settimana: Rick ha chiuso la gara d'esordio con 14 punti, 4/4 da due e 1/3 da 3, ma soprattutto 8 assist, alcuni dei quali hanno fatto balzare in piedi il pubblico del PalaMalaguti. Straordinaria anche la prova di Samuele Podestà, 26 punti e 8 rimbalzi, con 32 di valutazione. Bucci schiera Cummings, Pelussi, Podestà, Smith e Niccolai, alla prima partita da capitano bianconero, mentre il turnover degli americani lascia fuori Williams. Bozo Barac apre le danze con un libero su due e una bomba, per lo 0-4, cui replicano subito Cummings e Podestà. Grazie ad un buon avvio di Flamini, Fabriano resta avanti, e per il primo vantaggio bianconero bisogna attendere 5', con un libero su due di Samuele Podestà. È proprio il pivot a trascinare la squadra nel primo quarto, con 9 punti; Fabriano chiude comunque avanti di 1, dopo il primo cesto bianconero di Rick Brunson (entrato a 6'52" al posto di Niccolai). Nuovo quarto, nuova musica: 6-0 Virtus, due liberi di Morri, e un 7-0 tutto targato Charles Smith costringono al time out Cioppi sul 31-21 bianconero. A metà quarto va a segno per la prima volta Nicholas, isolato per 15', mentre dall'altra parte Rick Brunson inizia a dettare i ritmi dell'attacco Carisbo, con ottimi passaggi e 6 punti di fila a referto. Le V nere allungano fino al + 15, sul 42-27 con tripla di Charles, e chiudono sul 48-35 all'intervallo. Brunson avvia il terzo quarto con un paio di perle finalizzate da Pelussi e Podestà, poi commette il terzo fallo e fa posto a McCormack, sul 52-37. La Virtus rallenta e spreca troppo, e Fabriano passa dal 60-42, massimo vantaggio bolognese, al 62-54 con un gioco da 3 punti di Drew Nicholas a 1'49" dalla fine del terzo quarto. Un gran assist di Morri smarca A. Smith per il 62-56, poi ancora Nicholas segna il 62-58: il break è di 2-16, e con questo punteggio termina il terzo quarto, con i marchigiani in piena rimonta. Pelussi sblocca la Virtus a inizio ultimo quarto, con un libero prima e con un prezioso piazzato poi: a 7'30 è 65-59. Fabriano non molla: altro 5-0 e gli ospiti tornano a -1, sul 65-64. Con la squadra in difficoltà, Rick Brunson inventa prima un assist (saranno 8 alla fine) per Podestà, poi tripla e cesto in faccia a Lestini, un Niccolai (imbeccato da Brunson che continua a servirlo in angolo nonostante le 5 padelle) con le polveri bagnate per tutta la gara, inventa due bombe in 15": in totale, un 13-2 che, a 4'25", proietta la Virtus a +12. Lì termina di fatto la gara, che la Virtus conduce in porto senza problemi, esaltandosi in contropiede e con giocate spettacolari. Finisce larga, 90-71, con tanto di standing ovation per Rick Brunson.
Bucci elogia Cummings che ha bloccato Nicholas, ma poi scoppia il suo caso, proprio nel giorno in cui Niccolai spiega per un'ora a Williams, che non aveva preso benissimo l'esclusione contro Fabriano, quale è il bene comune. Cummings, escluso per la gara con Jesi, ma che comunque doveva partire con gli altri, per eventuali contrattempi e per cementare il gruppo (parte infatti anche Li Vecchi infortunato), non deve pensarla come Niccolai, tanto che non si presenta alla partenza del pullman. Non è della gara Brkic, caviglia girata. Come già era accaduto altre volte in questa stagione, la Virtus non riesce ad andare oltre le tre vittorie di fila: la squadra di Bucci cade a Jesi, soccombendo 83-72, e viene agganciata in quarta posizione da Montecatini. Una partita che la Sicc ha giocato con un altro passo nonostante la panchina corta, riuscendo anche, con una zona molto aggressiva, a mettere in seria difficoltà la circolazione di palla bianconera, come testimoniano le 20 palle perse. Sei gli uomini jesini a referto, tutti in grande giornata, specialmente Robinson e Lupo Rossini. Per la Virtus, 22 di Charles Smith (più 7 rimbalzi), 17 di Samuele Podestà (13 nel primo tempo). Alberto Bucci schiera Brunson, Smith, Williams, Niccolai e Podestà. I primi cesti sono di Singleton, mentre gli attacchi bianconeri sono subito imbrigliati dalla zona disposta da Gresta fin dalla palla a due: Jesi ne approfitta e va 11-2 in 3'50". Bucci tenta di correre ai ripari con un time out, e la Carisbo si riavvicina sul 14-9, ma Jesi sofdera un Rocca in gran forma, che ricaccia la Virtus sul 20-10 all 8'. Si chiude il primo quarto con 25 punti subiti e 17 realizzati, ma le maglie si stringono nel secondo: Podestà segna 6 punti di fila, Jesi inizia a subire la difesa aggressiva virtussina, e con un 8-0 tutto targato Charles Smith si arriva al pari a quota 31, a 5' dall'intervallo. Jesi si scuote di nuovo: bomba di Robinson prima, di Blizzard poi, e ancora cesto di Jamal, per un 8-0 in 2'. Da questo break la Virtus non riesce a riprendersi in tempo utile, e grazie alla tripla finale di Lupo Rossini, i marchigiani vanno al riposo sul 47-37. Al rientro dagli spogliatoi, Tony Williams mette a referto i primi 2 punti del suo match. La Sicc si appoggia ai suoi lunghi, che dominano le plance, specialmente Rocca, protagonista del break che dà ai gialloverdi il massimo vantaggio della gara, sul 57-44 al 23'. Le V nere faticano a girar palla e perdono troppi palloni, e solo 8 punti di fila di Brunson con 2 triple tengono in gara la squadra di Bucci, che torna a -7 al 28'. Singleton e un 2+1 di Blizzard fissano il punteggio sul 66-55 al 30'. L'ultimo parziale si apre con un 6-2 bianconero, che a 7' consente ancora di tentare l'impresa, sul 68-61. Il quinto fallo di Podestà a 6'02" pare un brutto segno, visti anche i 5 punti filati della Sicc, che torna a +12 al 35'. Le ultime speranze bianconere sono legate ad un tecnico fischiato a Rossini a 2' dalla fine; al libero non segnato da Niccolai e al possesso non sfruttato dalla Virtus, segue la bomba di Montonati che chiude, di fatto, la contesa, sull'80-68 a 1'. Colpi falliti quando si poteva riaprirla: McCormack un possibile -4 a fine terzo quarto (Blizzard, invece, sparava dentro alla sirena), Brunson un -5 al 36' (mentre Jesi boccheggiava), Smith il -6 a 2' (dopo un tecnico a Rossini). Alla Virtus serve un tempo supplementare per avere ragione di Scafati, per 101-97. I 40' avevano sentenziato un 86-86 preso per i capelli, con bomba di Smith allo scadere, mentre l'overtime è stato tutto delle V nere, trascinate da 5 punti di Cummings e 5 di Brunson. Grande protagonista della gara è stato comunque Samuele Podestà, 26 punti, 12 rimbalzi e 7 schiacciate, condite da un 34 di valutazione. Collins (22) Ruiz Moreno (18) e Powell (17) hanno trainato i campani alle soglie del colpaccio, che avrebbe significato la prima sconfitta interna della Virtus nel 2004. Così non è stato, e la Virtus può affrontare la trasferta di Montecatini con maggiore serenità, nell'attesa di recuperare gli infortunati e l'influenzato Niccolai, che non è sceso in campo. Pelussi, Podestà, Smith, Brunson e Vonteego Cummings compongono il quintetto mandato in campo da Bucci, che solo all'ultimo minuto ha inserito nei 10 capitan Niccolai, influenzato. Incoraggiante la partenza bianconera, con Podestà che si fa notare in attacco, con 5 dei primi 7 punti della Carisbo. Fuori Brkic (rientro a maggio) e Li Vecchi (problemi a spalla e caviglia). Zanus Fortes c'è, il suo problema è stato risolto con un piccolo plantare. Stanic impiega qualche minuto a carburare, ma presto inizia a far girare la squadra, con Ruiz Moreno, Collins e Powell a finalizzare. Scafati va anche a più 5, poi, ispirata dal Gringo Pelussi, la Virtus rientra e sorpassa a 10" dalla prima sirena. Collins con un gran canestro chiude il primo quarto (21-22), e segna altri 4 punti in avvio di secondo, mentre è Powell l'autore del 21-28, massimo vantaggio ospite al 12'. La Virtus si riaccende lentamente, continuando a sbagliare molto da lontano (1/8 da 3 a fine tempo) e lucrando liberi, grazie a penetrazioni più frequenti: a pareggiare la gara è Smith, a quota 31. Poi, break di 7-2, per il massimo vantaggio delle V nere, sul 38-33, parziale di 17-5. Mentre Bucci è costretto ad usare McCormack in posizione di guardia a causa dell'indisponibilità di Niccolai, Perazzetti tira fuori dal cilindro Masper, che con 6 punti in due minuti riavvicina i suoi a -1. È proprio McCormack a mettere a segno il 2+1 che fa allungare la V, che chiude così i primi 20' sul 46-42. Si torna in campo e la Virtus pare in grado di scappare con un 6-1 propiziato da due assist di Cummings. Sul 55-50, gli ospiti si rivitalizzano, e inizia una girandola di break e controbreak: lo 0-10 di Scafati è seguito da un 10-0 bianconero che vede protagonista Brunson. Poi, nuovo 0-5 per i gialloblù, che ristabiliscono l'equilibrio assoluto a 65 punti, riuscendo infine ad arrivare a fine terzo periodo sopra di 2, 68-70. L'attacco bianconero non trova sbocchi per i primi 3' dell'ultimo quarto, e Scafati, che pure fatica, ne approfitta tornando a +5 grazie a due cesti di Masper. Pelussi prima e McCormack poi riportano a -1 la Carisbo, ma Ryan è costretto a lasciare il campo per un duro colpo al viso a 4'50". Scafati è ancora a + 3 a 2'50. Podestà tiene a galla la Virtus con due schiacciate di fila, l'ultima a 1'40", ma Scafati è ancora sopra di 2, 79-81, a 1'. Podestà fa 2/2 a 55", ed è parità. Collins bomba a 15", 81-84, Brunson va in lunetta a 11", insaccando entrambi i liberi. La Virtus commette subito fallo su Brantley; 2/2 e ultimo tiro in mano di Smith da 7 metri: cesto, e supplementare. Pelussi e Collins escono quasi subito per 5 falli, seguiti da Powell a metà overtime. Scafati segna 4 punti di fila, e va 86-90 a 3'50", ma è la Virtus ad ingranare la marcia in più per fare propria la gara con un 9-0, Cummings agguanta il pari a 90 con due liberi, poi il parziale si chiude sul 95-90 a 1'23. Due falli su tiro da tre di Cummings fanno sussultare il pubblico del PalaMalaguti, Scafati, a 1', è ancora a - 1, con tripla Stanic, ma replica Brunson, da tre, ignorantissimo. Lo schiaccione di Podestà, il settimo della serata, regala i due punti, sudatissimi, alla Virtus quando Zanus Fortes lancia la palla in curva, urlando la sua liberazione. Per un colpo al naso McCormack necessita di riposo, ma sarà in campo a Montecatini, con una maschera. Con quella gioca anche l'amichevole infrasettimanale in famiglia, che sostituisce lo scrimmage contro Imola che all'ultimo si è resa indisponibile; di fronte Virtus bianca con Brunson, Cummings, Li Vecchi, Pelussi e Podestà, con aggiunta di Ceresi, guidata da Gavrilovic, e Virtus nera con McCormack, Smith, Niccolai, Williams e Zanus Fortes, guidata da Marinucci. Vincono i bianchi 100-92, con parziali di fine quarti 28-22, 48-42 e 70-65. A Montecatini in tribuna va Williams. L'Agricola Montecatini si conferma bestia nera della Virtus, battendola per la terza volta su tre in stagione, e questa volta senza appello, 86 a 77 il finale, che consente ai toscani di piazzarsi al quarto posto, relegando al quinto la Virtus, che nei quarti di finale playoff incontrerà l'Edimes Pavia, la terza squadra a quota 38, dietro toscani e bolognesi in virtù della classifica avulsa. Molto buona, soprattutto sotto il profilo della concentrazione, la gara dei padroni di casa, ispirati dal solito Spinelli (22) vera anima della squadra; con lui, hanno girato molto bene anche Edwards (17) che ha dominato sotto canestro, e Shumpert (14). La Virtus, invece, ha tirato troppo da 3, specie nella prima parte di gara, sbagliando molti liberi (13/21) e chiudendo con un 107-69 il computo della valutazione complessiva. I tre americani, Pelussi e Podestà sono i 5 scelti da Bucci per la prima frazione di gara, che inizia con un piazzato di Edwards. Smith segna due triple, intervallate da una bomba di Spinelli, per il 6-5 Carisbo; poi Montecatini mette la freccia, ispirata dai piccoli e supportata da Shumpert e Edwards, e vola sul 18-9 al 6', con Cummings e Pelussi già a due falli. Brunson, che pure tenta in avvio di imbeccare Podestà, rompe un lungo digiuno bianconero, e avvia un 2-7 che riporta i suoi a -4 a 1'15": la rimonta è vanificata nel finale di primo quarto, quando un 4/4 dalla lunetta rilancia i toscani sul 24-16. Valutazione 37-6 per i termali. Capitan Niccolai indovina il gioco da 4 a inizio secondo periodo, ma il fratello Gabriele replica dall'altra parte e si torna subito a -7; preludio di una sbandata che, in 5 minuti, lascia la Virtus a -15, sul 37-22, parziale di 13-2. I lunghi avversari dilagano, Spinelli impera, Smith segna solo 2 punti nei secondi 10', e si arriva fino al +17 a 1'30 dall'intervallo. La squadra di Bucci va al riposo con 16 punti da recuperare, 50-34, e torna in campo con qualche timido segnale di risveglio, cercando di incrementare la circolazione di palla e opponendo una zona aggressiva agli avversari. Dapprima Shumpert e Spinelli vanificano gli sforzi virtussini, poi una tripla di Smith e una schiacciata di Li Vecchi smuovono la squadra fino al -14; una fiammata di Hoover catapulta i rossoblù verso il massimo vantaggio, +21 al 26'. Due bombe di Cummings permettono alla Virtus di risalire fino al -16 a fine terzo quarto, 72-56. Nei primi minuti dell'ultimo quarto, Montecatini diventa meno fluida in fase di circolazione, in concomitanza con il calo fisico di Spinelli, la Virtus si riaffaccia sul -12, 79-67, a 3'40" dal termine, con qualche buona giocata di Brunson e LiVecchi. Cummings, Li Vecchi e Smith, nell'ordine, sparano sul ferro la palla del possibile -9 a 2'55". Poi, è proprio Spinelli a chiudere la gara a 2', con una tripla da quasi 9 metri allo scadere dei 24", per l'82-67 che non lascia più speranze alla Virtus, finisce 86-77.
Sabatini, per dare fiducia alla squadra va in panchina nelle gare di playoff. La preparazione a gara 1 contro Pavia è disturbata solo da un attacco febbrile a Bucci. Sta fuori Cummings e gioca Williams. Buonissima la prima, per la Virtus Carisbo che ingrana la marcia giusta nella serie con l'Edimes Pavia, battendola 87-66. Una gara che le V nere hanno affrontato con il piglio giusto fin dalle prime battute, mentre Pavia faticava a trovare la via del canestro. Ottima la gara di Smith, che ha viaggiato ad un punto al minuto, con 28 punti in 27' e 5/6 dalla lunga distanza; hanno convinto anche Podestà (16+8) e Brunson, 20 punti e 8 assist. Pavia ha tirato molto male nella prima metà della partita, abusando del tiro dalla lunga distanza (6/33, 18% alla fine), e mostrando un Dixon poco incisivo quando contava, a dispetto dei 22 punti finali. La Virtus, che gioca in maglia nera, parte con Brunson, Smith, Williams, Podestà e Li Vecchi. L'avvio bianconero è lanciato; vengono serviti sin dall'inizio i lunghi e il risultato è 8-0 dopo 2', con 4 di Podestà. Pavia tira con medie rivedibili e trova il primo cesto solo dopo 3', il secondo a metà quarto, il terzo all'8': dall'altra parte Charles Smith si mete in moto, e il suo nono punto vale il 20-6. Si chiude 20-8, con 28-6 di valutazione e un 4 su 20 degli ospiti al tiro, con 0/7 da tre. Nel secondo quarto Pavia manda a segno per la prima volta il suo cannoniere Dixon all'11', ma le polveri dei lombardi restano troppo bagnate di fronte a una Virtus spumeggiante: Smith e Podestà ispirano un break che, complice un tecnico alla panchina pavese, proietta le V nere sul 37-12 al 15'. Dopo il 15-0 subito, Pavia affonda fino a -28, ricevendo pochissimo da Dixon (4 punti in 17') e segnando la prima bomba dopo 14 errori con Conte, per il 49-23 di metà gara. Dopo la sosta negli spogliatoi, la Virtus rallenta il ritmo, segnando 6 punti in 5'. Pavia inizia a carburare, ma non trova l'apporto di Malik Dixon e riesce ad arrivare solo a -19 sul 52-33, per poi farsi respingere sul -24 da un lampo di Brunson. Piccole emozioni negli ultimi 10" del terzo periodo: Smith spara una tripla da 7 metri e mezzo, Dixon risponde sulla sirena, per il 69-49 del 30'. Pavia deve affrontare un altro momento di digiuno in avvio di ultimo quarto, rompendolo solo sopo dopo 4'45 con un'entrata di Gatto; intanto la Virtus ha piazzato un 8-0 e proposto un Pelussi monumentale in fase difensiva. WIlliams commette il 5° fallo a 4'30", rimpiazzato da Li Vecchi. Il resto è garbage, caratterizzato da un impeto di orgoglio di Dixon, che rimpingua il suo bottino portandolo a 22 punti. Per la Virtus 24 su 47 da due, 8 su 19 da tre, 20 recuperi contro solo 10 perse e 15 assist. La Virtus doma per la seconda volta in due giorni l'Edimes Pavia, vincendo 82-69, e andrà a Pavia venerdì per tentare di chiudere la serie. La gara è stata più aperta rispetto a quella di domenica, grazie anche ad un impatto migliore degli ospiti nel primo parziale; già nel secondo, però, la Virtus ha messo l'acceleratore ed è scappata fino al +17. Pavia ha cercato di rientrare, ricucendo fino al -6, ma senza mai dare l'impressione di poter raddrizzare le sorti della gara. Nelle fila dei bianconeri, grande prova di Tony Williams (32 di valutazione) e del solito Charles Smith, ma soprattutto sprazzi di ottimo gioco collettivo in attacco e in difesa. Per gli ospiti, con Dixon ancora opaco (4/21 al tiro, 19%), ottima gara di Gatto, 11 rimbalzi e 23 punti, con 32 di valutazione. Li Vecchi, Podestà e i tre mori sono i 5 scelti da Bucci per la palla a due. Si parte con un illusorio 6-0 Virtus, con Pavia che sbaglia subito due triple e perde il primo pallone. Malik Dixon però mostra subito di non avere intenzione di lasciar scappare i bianconeri, e infila 5 punti di seguito, poi è Gatto a pareggiare dopo 5' di gioco. Il primo vantaggio pavese della serie è il 12-13 siglato dalla lunetta da Carter. La Virtus riprende la testa della partita, poi chiude il quarto con una raffica di Charles Smith: prima canestro più fallo e libero realizzato, poi una bomba delle sue sulla sirena, (dodicesimo punto in 10'), per il 24-17 di fine primo periodo. Ivan Gatto tiene a galla l'Edimes dino al 28-22, ma il break è nell'aria: prima Brunson, poi Smith e 2 volte Niccolai puniscono la difesa pavese dalla lunga distanza, e il 14-3 in 4' lascia gli ospiti a -17 a 3'20" dall'intervallo, 42-25. La svolta, però, è anche nella difesa disposta da Bucci, che non lascia spiragli alle scorrazzate di Dixon; poi anche Martellossi ordina una zona che mette in difficoltà Smith e soci. Risultato, uno 0-10, con due bombe di Carter e 4 liberi di Malik, e il vantaggio a metà gara assotigliatosi a sole 7 lunghezze, 42-35. Martellossi mantiene la zona anche dopo la pausa, e la circolazione di palla delle V nere ne risente vistosamente, anche se un paio di iniziative di Brunson mantengono le distanze immutate. Una tripla di Conte riavvicina i suoi a -6, con Podestà a 3 falli, ma lentamente la Carisbo riprende a macinare gioco e piazza un 9-2 che la proietta di nuovo sul +13 al 30', 60-47. Dixon apre l'ultimo periodo con il cesto del -11, ma alla Virtus basta un altro parziale schiacchiante per fiaccare la resistenza avversaria: 12-2 in 5' di nervi piuttosto tesi, e la Carisbo vola fino al +21. Bucci può permettersi anche di tenere a sedere per quasi tutto il quarto tempo Tony Williams, autore di una prestazione ottima, con soli 8 punti ma anche 14 rimbalzi e 32 di valutazione. Si chiude senza patemi, con Pavia che si avvicina ma solo fino al -13 finale. In doppia cifra Smith con 25 punti, Brunson con 16 e Li Vecchi con 11. Con una gara alle soglie della perfezione, la Virtus chiude 3-0 la serie con l'Edimes, sbancando Pavia con una vera e propria prova di forza. A testimoniarlo bastano l'eloquente scarto finale (+27), i 66 punti lasciati all'attacco pavese, e lo confermano anche le statistiche: 122 a 55 la valutazione, 76% da due e 62% dal campo per le V nere. Fin dai primi minuti la Virtus aveva messo in campo ogni risorsa tecnica e mentale, attaccando ottimamente nel primo quarto (28 punti) ed impedendo, nel secondo, il sorpasso alla squadra di Martellossi. Menzione speciale per Brunson, 21 punti nel primo tempo (26 totali) e vero mattatore della gara, nell'ambito di una prestazione collettiva di grandissima qualità. Brunson, Li Vecchi, Podestà, Williams e Charles Smith compongono il quintetto bianconero. E' Rick Brunson a ispirare la Virtus nei primi minuti: sono suoi 7 dei primi 9 punti della gara, e anche l'assist del 5-11 finalizzato da Podestà. La squadra spinge sull'acceleratore, recuperando palloni e tirando in modo eccellente, e si arriva così al 10-20 al 6'. I mori pavesi tengono Pavia a contatto, ma Brunson e soci rispondono colpo su colpo, fino al 19-28 di fine primo quarto. Percentuali virtussine impressionanti, con 11 su 12 da 2 e 2 su 4 da 3. Pavia ha uno scatto d'orgoglio, firmato Gatto-Conte-Gregory, un 12-4 che riapre i giochi a 5' dall'intervallo, quando il numero 9 pavese impatta a quota 32. Il momento di smarrimento bianconero sembra preludere al sorpasso dei padroni di casa, che però non riescono mai a mettere il naso avanti, complice anche la latitanza di Dixon (3 punti, 1/8 dal campo a fine quarto). Poi, comincia il secondo show di Brunson, che inizia col cesto del 35-37, e, intervallato da una tripla di Niccolai e un appoggio di Carter, termina sulla sirena: 10 punti in 4' che lanciano la Virtus sul 37-48 all'intervallo, con l'ex Bulls a quota 21 punti, con 6/6 da 2 e 3/6 da tre. Palla a due ancora della Carisbo e Dixon seduto in avvio di terzo quarto. Gregory mette il primo canestro dei rossoneri, ma è ancora la Virtus a spezzare la gara, per l'ennesima volta, affidandosi ad una difesa asfissiante, che per 8 minuti lascia a secco Pavia. Dopo il 39-48 di Gregory, l'Edimes mette a segno un solo canestro, con Parente, al 28', mentre gli ospiti si scatenano: in maglia bianconera vanno a segno un po' tutti, da Niccolai a Brunson, da Williams a Smith, con tanto di spettacolare alley-oop schiacciato da Smith. 4-22, recita il parziale del terzo quarto, per un 41-70 che, a 10' dalla fine, sembra una sentenza. Pavia si spegne lottando, ma il vantaggio della squadra di Bucci si incrementa continuamente, arrivando fino al +36, sul 48-86 a 4'30". C'è spazio anche per il giovane Emanuele Venturoli, in quella che, da trasferta-verità si trasforma in imperiosa cavalcata verso la semifinale, contro Ferrara che ribalta il fattore campo nei confronti di Fabriano.
In vista della semifinale Pelussi accusa uno stiramento al bicipite femorale e Brunson un attacco febbrile, ma saranno al loro posto. Salta qualche allenamento anche Ceresi, impegnato con una rappresentativa giovanile. La Virtus sbanca subito Ferrara nella prima gara di semifinale playoff, giocando con straordinaria intensità per buona parte della partita. A farla da padrone, con 34 punti, 10 su 13 da due, 11 su 21 totale, 11 su 13 ai liberi, 46 di valutazione, 10 recuperi, 8 rimbalzi, 8 falli subiti è stato Charles Smith, capace di offrire un'ottima prestazione in entrambe le parti della gara e di chiudere il match con una imperiosa schiacciata su assist di Brunson. Anche Rick, autore di 22 punti, ha dato un grosso contributo alla causa, inizialmente servendo Podestà (11 punti, tutti nel primo quarto e tutti i primi 9 bolognesi) e mettendosi poi al servizio della squadra. Ferrara ha avuto pochissimo da McIntyre, 5 punti e -1 di valutazione, imbrigliato dalla difesa bianconera, e anche da M. Williams, 19 punti ma quasi sempre non nei momenti topici. Bene, invece, MC Mazique, una spina nel fianco per i lunghi bianconeri, con 22 punti e 11 rimbalzi. Nella prima semifinale in terra estense Bucci parte con WIlliams, Brunson, Smith, Li Vecchi e Podestà. Brunson e Podestà si cercano subito e Samuele segna 9 punti in 2'30, mentre Ferrara conta 2 punti di Mazique e ferri assortiti di Williams, Rajola e McIntyre. Mazique sblocca di nuovo i suoi, con i 2 liberi del 4-11 dopo 4' di gioco. La Virtus difende strenuamente il proprio canestro, e mette in difficoltà la circolazione di palla della Carife, che resta a -6 grazie a due invenzioni di Foiera e Zanelli. Alla lunga i recuperi (8 nel primo quarto) e le buone giocate di Smith e Brunson fano scappare la Virtus fino al 19-29 di fine primo quarto, toccando anche il +12. Con due recuperi e altrettante schiacciate in contropiede, la Carisbo torna a 14 punti di vantaggio, mentre i locali sembrano aggrappati al solo Mazique. Ferrara si ridesta proprio sul +15 bianconero, 27-42, e trova un break di 6-0 tornando a -9; poi, fiammata di Charles Smith che infila 5 liberi su 6 (19 punti e 28 di valutazione per lui) e consente alla Carisbo di chiudere sul 33-47 il primo tempo. Ferrara ha un'impennata d'orgoglio in avvio di terzo periodo, firmata da 4 punti di Mazique e bomba di Michael Williams che riporta i suoi sul -7. Brunson dalla lunetta spezza il digiuno virtussino durato 3'50", e lentamente le V nere riprendono il controllo della gara, fino ad acquisire un nuovo massimo vantaggio a 1' dalla fine, sul 53-69 con due liberi dello stesso Rick. Finale di quarto tutto ferrarese, con 2 liberi di Zanelli e bomba di Williams, e punteggio che al 30' è di 58-69. L'ultimo periodo non si apre nel modo migliore; cesto di M. Williams, quarto fallo di Brunson e bomba del 69-63 di McIntyre. Smith segna il 63-71 e inaugura un nuovo break Virtus, che a 5' dalla fine è ancora avanti di 12. La Carife tenta l'ultimo colpo di coda con un 6-0 che, in un minuto, la riporta a -6, ma, dopo un digiuno di 2' da ambo le parti, è Charles Smith a mettere la parola fine su gara 1, con la schiacciata e il libero del 73-82 a 1'20". Nel garbage la Carisbo allarga il divario fino al 75-88 all'ultima sirena. Da sottolineare nell'ultimo periodo i palloni strappati da Pelussi a Mazique e la penetrazione e tripla di McCormack, dal 63-69 al 63-74. Meno bella ma comunque efficace, la Virtus esce vittoriosa da Ferrara per la seconda volta in 48 ore. Più combattuta, questa gara 2, con la Carife che è stata sempre a ridosso delle V nere, salvo due fugaci stoccate a +1, ma tutto sommato ha meritato ancora la squadra di Bucci, avanti anche di 11 nel terzo quarto e vittoriosa anche nella valutazione, 83-100. A dividersi la palma di most valuable player sono, questa sera, Tony Williams e Charles Smith. Il primo, molto continuo, ha segnato 22 punti con il 90% dal campo e 38 di valutazione; il secondo, invece, si è nascosto per 20', è riemerso nel terzo quarto, e ha poi dato la stoccata decisiva nell'ultimo minuto. Per Ferrara, solito copione: male Williams e Mc Intyre, solo Mazique (20) è stato molto positivo. Si parte con mezz'ora di ritardo a causa di un black out all'interno del palazzetto, che fa saltare la diretta satellitare. In campo per la Virtus Podestà, Li Vecchi e i tre mori, stesso quintetto di gara 1; e come domenica, la Carisbo parte lanciata, 2-8 con 6 punti di Tony Williams. I bianconeri però si caricano troppo presto di falli, e Ferrara raggiunge il bonus al 4', sfruttandolo per rimanere a contatto. Il primo vantaggio dei padroni di casa è siglato da Mc Intyre, alla seconda bomba della partita, sul 15-14, ma due canestri consecutivi di Tony riportano avanti i suoi, fino al 19-22 del 10'. Bucci mischia le carte nel secondo quarto, con McCormack, Niccolai, Brunson, Pelussi e Zanus; quintetto che un po' subisce dietro, fino al pari a quota 24, ma che tutto sommato regge, anche se Zanus accumula 3 falli in pochi minuti. Pari anche a 27, 29 e 32, il rebus, come nel primo match, è ancora MC Mazique, che schiaccia 2 volte senza troppo disturbo: la Virtus però non va sotto e allunga con uno 0-7 tra il 17' e il 18', che la porta sul 32-40, con 15 punti di Tony Williams. Qualche errore di troppo, 1 solo libero tirato (contro i 15 di Ferrara) e 7 rimbalzi in meno fanno andare al riposo la Carisbo con solo 4 punti di vantaggio, nonostante il 21 su 34 al tiro (62%). Dopo il riposo è di nuovo Tony Williams ad aprire le danze, con un canestro più fallo, per il 40-47, ma Ferrara non molla, e con un 8-2 torna sul 48-50. La Virtus ha un'altra impennata a metà quarto, Smith penetra per il 49-59 e poco dopo infila la triple del +11 a 4'20", parziale di 2-13. Si veleggia su queste distanze fino all'ultimo secondo del terzo quarto, quando Rajola piazza la tripla del 61-68 a causa di una disattenzione difensiva virtussina. Senza mai decollare, la Carisbo pare comunque avere le redini del match. Bucci concede un minuto di riposo a Brunson e Smith, per avere la squadra migliore negli ultimi 5': così Finelli rimette Micheal Williams solo per il break finale, e il capitano ferrarese lo ripaga con 4 punti filati per il 72-76 a 4'30. Tripla Niccolai per il 72-79, a 1'30 dalla fine, le V nere hanno ancora 4 lunghezze da difendere, poi il quinto fallo di Pelussi e il canestro più aggiuntivo di Zanelli riapre del tutto la partita: 79-80. Charles Smith, però, decide che è il momento di chiuderla, e segna prima il 79-82, poi la tripla che, a 30", decide la gara, per lui 8 punti negli ultimi 60". Finisce 83-90, ora per la Virtus 2 match point casalinghi. Smith 23, A. Williams 22 e Brunson 17 (ma orribile ultimo quarto di Brunson, fin lì dominante, molle però quando la sbruffoneria era da mettere da parte: tre perse filate, un contropiede regalato a Zanelli) i migliori. Gara 3 è stata la più larga della serie, pur con un prodromo spinoso, spazzato poi via dai bomber in bianco. Al secondo giro di playoff è arrivato il secondo filotto: 3-0 a Pavia, 3-0 a Ferrara, la V Nera che si affaccia alla finalissima è una squadra in piena salute. Ma sta benone pure Jesi, che ha stracciato Montecatini e che per andare in A1 deve difendere il proprio campo: dove Bologna, in stagione, ha rimediato due sberloni. Serie chiusa, a braccia levate. Tanto attacco, difesa quando serviva e il resto è stata una cavalcata: applauditi tutti, alla fine, con ovazioni per Smith (31) e Pelussi (13) e un rinnovato entusiasmo molto bello a vedersi. Anche ieri, finchè s´è giocata una partita, McIntyre è stato tenuto a michette: per tacer di Michael Williams, al minimo di sempre. Di qua, Brunson (13) ha aperto bene poi chiuso dispensando palloni (agli altri), mentre uno Smith chirurgico faceva questo e anche quello per la gioia dei presenti. Tanti, pure quelli che, tempo fa, si godevano, e costruivano, A1 ed Eurolega. Nel pregara, infatti, si scorgeva in parterre una carrellata di volti noti: il portiere del Bologna Pagliuca, poi Alberto Clò, Dante Stefani, l´avvocato Porelli ma anche l´ex patron Virtus Alfredo Cazzola, alla prima su questi (nuovi) schermi: stringendo dozzine di mani, s´ interessava anche, coi vicini, del tabellone playoff («Chi sarebbe meglio per noi?»). Poi si è iniziato, in un PalaMalaguti piuttosto pienotto, pensando più a sparare che a frenare: dopo 2'30" la Carisbo è 9-8, Ferrara è già stata sotto di 4 (9-5), ma trova il terreno per piazzare uno 0-8 pesante, con grandi e piccoli. Bologna, per 4', sta più dietro che davanti, e da Smith trova tutti i puntelli che non fanno scappare la Carife. Bucci deve anche ruotare più uomini del solito, incassati presto Li Vecchi e Podestà (17 punti alla fine) con due falli. Ne fa due anche Tony Williams (il secondo con un tecnico), ma intanto la Carisbo era salita dietro, raddoppiando Mazique, mentre l´attacco va a meraviglia, con il miglior quarto offensivo della stagione, qualitativamente e qualitativamente (30-20 al 10´, 63% dal campo). Nel secondo, Ferrara accorcia subito: Zanelli crea problemi, lucra qualcosa anche Ghiacci e la Carife tocca il - 3 (33-30) e mette pure un po´ di sabbia nell´attacco Virtus. Bucci trova punti insperati da Pelussi, che sette in un quarto non li aveva fatti mai: Bologna sta in vita così, riprende fiducia, gode di qualche fischiatina benevola e prova il break, prima della pausa, quando Smith e Podestà (al terzo di Pelussi) rientrano riposati. 53-41, a metà, dopo aver toccato il +13 sul 46-33. Ripresa, ma la partita dura poco. Dieci punti in 3´, prendendoli tutti da sotto, spengono Ferrara. Arriva il +21, ko tecnico, poi qualche boiata, soprattutto da Brunson, che fa infuriare Bucci. Lo spazio di un minuto, però: Smith torna a menare la danza, riconsegna il +21 a fine terzo quarto, 62-41, firma il +27 nell´ultimo quarto infiammando la gente. Pronta, anche lei, per il Gran Ballo finale.
Podestà salta un allenamento ma la preparazione per la finale scorre regolare. Avanti 39' su 40', Gara 1 di finale è, con merito, della Sicc. Si torna qui domani, ma l´occasione persa brucia tanto, specie per com´era iniziata, con la Carisbo a fare, nel primo quarto, tutto il contrario. L'approccio molle, e i nervi messi in crisi dall´esaltazione gialla, hanno subito scavato il solco. Bologna ci ha poi provato, ha speso tre vite per tornare in partita, e quando ha avuto i colpi per scavalcare li ha ciccati. Specie con Smith, che da fuori ha preso solo piccioni, ma anche con Brunson, pessimo in regia dall´inizio alla fine. Doveva avere la panchina più lunga, Bucci. L´ha invece trovata Gresta, con 11 punti di Montonati e Casini e 8 pesantissimi di Hadley. L´1-0 è molto loro. Lo spettacolo del pre-gara val bene una finale. Tre quarti in giallo fanno bella figura, trombette e striscioni («Questa città merita la A») dicono che pure Bologna è presente. Non mancano gli sfottò: «Noi stiamo con Bazzani», sventola la curva marchigiana. La Carisbo tiene, almeno all´inizio: 4-4 dopo 2´, prima di venire sotterrata a rimbalzo. Jesi non scappa lì, ma il break è nell'aria: lo fanno due triple di Blizzard, per un 14-6 di stagionale memoria. Brett s´infiamma, Smith non lo vede mai e la Sicc vola via: per Blizzard, importato da Siena e spedito qui, 7 cesti filati senza errori, per Bologna solamente due panieri (Brunson, Smith). Il primo quarto è indicativo: -12 sul tabellone (27-15, 19 Blizzard), e -10, più che altro, a rimbalzo. Brutta storia. Fermata l´emorragia Blizzard, dall´angolo punisce Hadley: tripla per il 30-15, poi rubata e gol in solitudine di Rossini con fallo (33-15). Pare finita lì: Bucci leva Brunson e Podestà per disperazione, butta dentro gli operai McCormack e Pelussi e lì perlomeno salta fuori una partita, o qualcosa che le somiglia. Jesi sbaglia 7 tiri, Bologna non fa meglio ma qualcosa lucra: è uno 0-11. Bucci va con la match-up, Jesi fatica ma sbaglia anche tiri di un metro (e con un metro per prenderli, vedi Robinson): il tremendo sforzo, al saldo, conta solo un -7, però, prima che la Sicc rimetta punti, ma solo ai liberi (12 colpi a vuoto, 2/14, quasi 8' a secco su azione). Smith ha la tripla, aperta, per il -5: va fuori, preludio al terzo fallo di Podestà. Al riposo 39-30. Al rientro, il trio Usa della V spara 3´ di stralusso: un 9-0, con Li Vecchi dall´arco, dà la parità a 39, poi si sta lì, affiancati a 41 e a 43, prima che Hadley, rimesso per un indegno Robinson, sparigli. Con una sua tripla, e dopo tragici errori bianconeri per sorpassare e, probabilmente, tramortire, Jesi lancia la fuga per il +8 (55-47) con cui va all´ultimo miniriposo, allungando poi a +11 (60-49), con una bomba di Montonati in avvio di quarto periodo. La Carisbo si mette a sparare ignorante: due Brunson e uno Niccolai, con la match-up a pompare un 4-13 (64-62 a 5´). Lì, Williams perde Montonati (due più fallo), Blizzard spara da tre, dopo due bordate bieche di Brunson, e la chiude (70-62, 36'). Almeno pare, perché Smith la va a riprendere, inanellando entrate. Sei di seguito fanno il -3 (71-68 a 2'), altri due il -2 (73-71, 1'21"), dopo una palombella di Blizzard. Williams perde ancora Singleton (ancora con fallo, ma il libero fuori). Basta il 75-71, se Brunson perde poi palla a metà campo. Game over, 81-75. In gara due muore all´ultimo colpo, stavolta, la Virtus. La pallottola letale è di Mason Rocca, trovato da una serpentina di Rossini, dopo che un miracolo di Charles Smith (bomba: 81-82 a 14") aveva regalato mezza partita e, forse, più di mezza promozione. Stavolta, pur partendo sempre ad handicap, la Carisbo non aveva solo resistito, ma anche ribaltato (fino a un +7), con un secondo tempo di equilibrio e di rotazioni difensive, ritrovando Brunson dopo un primo tempo horror e cadendo, così, solo all´ultima curva di una gara dura, maschia, da play-off, con un arbitraggio che ha scontentato chiunque. Può piangervi la Virtus, assai; come poteva, perdendo, piangervi qualcosa Jesi, più che altro orrenda in lunetta. Alla fine il punto l'ha preso, un punto d´oro: va 2-0, che nessuno ha mai raddrizzato, tranne Treviso un anno fa, in A1: che la bella, però, l´aveva in casa. Bologna, invece, se vorrà l'A1, dovrà prendersela qui, dopo la necessaria doppietta a Casalecchio. Il clima era però più smorzato rispetto a Gara 1. Ad accenderlo ci pensa la Virtus, che sta in difesa a mani basse: subito tre triple per Jesi e a referto c´è il consueto 11-2. Una tassa. Bucci la paga, e dopo il timeout arriva uno 0-6, effimerò però, perché dietro, quando Jesi sbaglia, si riprende il proprio tiro (7 nel primo quarto). Il 22-16 è un affarone, pur colpendo, Jesi, col redivivo Robinson (10 in 10'), alla sirena. Dentro Montonati e Hadley: subito festa (29-19 al 13') e ancora bisboccia per Singleton a rimbalzo. Bucci leva l´anello debolissimo (Brunson) e lancia gli operai: così tappa il rubinetto, subisce 3 punti in 4', e trova due lampi di Smith e qualcosa da Niccolai e Williams, tornando fino a -2 (32-30, 18'). Ma non tiene: riemerge Robinson (tripla e canestro più fallo, 38-31) e Brunson caccia via, a 33", il pallone per il -3. A metà, 39-33, tirando meglio (45% contro 38%), ma 8 volte in meno. Come in Gara 1, l´uscita del tunnel è di grande polpa. Williams lancia 4' perfetti (6/6), dove la Virtus ritrova Podestà e anche Brunson: continua a soffrire dietro, soprattutto Singleton, ma quando tira giù il rimbalzo prende fiducia. Tony sorpassa da 3 (46-48, 24'), Smith anche (49-51), Li Vecchi e ancora Charles allungano al +7 (54-61). Chi sutura è sempre Robinson, sempre da tre, sempre alla sirena (59-63). Ultimo giro. Hadley sorpassa, Brunson la infila da 3 e parte la corrida col pubblico, a tratti ingestibile. Nella bolgia generale, Li Vecchi tira fuori quattro liberi, Jesi la spinta per il sorpasso: Hadley e Blizzard, 72-71 a 5'40". Ma Bologna sta lì, pur vedendosi un fischio assurdo contro (fallo su T-Will, l´arbitro ferma il gioco, l´altro non sente e fischia passi). Williams pareggia comunque, poco dopo (75-75, 3'30"´). Spezza tutto Rossini: tripla, 78-75. Riaccorcia Smith, da 3: 79-78. Tony regala il contropiede a Blizzard (81-78), poi ne caccia un´altra. La V recupera, prima del pum-pum finale. Ma l´ultimo, quello buono, è di Rocca. Letale. In gara tre finisce come deve finire, con la più forte a volare in A1. Ci va, con tutto il merito, la Sicc, vincente sulla Virtus 5 volte su 6 in stagione, perfetta e addirittura debordante nell´ultima recita. Sta avanti 40', maramaldeggia contro una Virtus ormai svuotata, senza idee e nemmeno voglia, che nell´ultimo quarto segna (zero) punti nei primi 7'10"´ e mai trova la forza per provarci. E termina anche con brutte cose in campo, segnali di un gruppo che gruppo non lo è stato mai: Brunson e Bucci a beccarsi, col primo a far spallucce e a sghignazzare, e che stamattina, finalmente, potrà prendere l´aereo che già aveva prenotato dopo Gara 3 con Ferrara. 3-0 voleva, 3-0 è stato: ma dalla parte sbagliata. Finisce insomma nel modo peggiore, con uno schiaffone da 24 davanti ai propri, tantissimi tifosi. Almeno 6000 persone (e, di nuovo, il vecchio patron Cazzola), che a piccoli gruppi issavano, durante la presentazione, striscioni di monito verso il palazzo («Controllate i bilanci, meritiamo rispetto»). Ma i segnali di serata grama s´erano visti fin dall´inizio, con la Carisbo a partire più vuota che si può. Subisce da dentro ed è molle sui piccoli, dove Bucci manda Smith su Rossini e Brunson su Blizzard: 14 dei primi 19 punti jesini sono di Rocca e Singleton, mentre di là s'è già perso Podestà (2 falli dopo 4´) e un po' di fiato arriva quando pure la gazzella James ne ha 2 (dopo 7'). Bologna è ancora a contatto, 17-19 dopo un quarto, trovando solo due cesti contro la zona, finora mai provata da Gresta, e che nel primo tempo l´ha fatta da padrone. Refrain identico nel secondo quarto: dopo un´effimera parità a 19, Jesi griffa un 13-2 poderoso, lasciando crostini (4 punti in 6') a un attacco Virtus senza un´idea: più che altro, un assalto all´arma bianca. Con Hadley, la Sicc vola a +14 (25-39), chiudendo virtualmente i giochi, anche se un 8-0 (triple di Brunson e Smith e canestro di Podestà) di puro arrembaggio illude che ci siano vie d'uscita: in realtà, il -6 di metà è un jackpot all´Enalotto. E infatti, quando si riprende, Jesi allunga subito: 6-0 con tripla alla sirena di Rossini (33-45), poi da tre la infila, mani in faccia, anche Robinson (35-48). Troppo gasati i marchigiani, la Carisbo boccheggia, aspetta quasi 4' per il primo cesto (Li Vecchi, che poi si fa male), mentre Bucci leva Brunson per manifesta inadeguatezza. Smith da tre centra il -8, Niccolai, per il -5, piglia solo aria. Più tardi McCormack, -7 e palla in mano, sfonderà. Sono gli ultimi assalti. Nell´ultimo quarto, nemmeno ci si prova più. Il primo cesto dopo oltre 7', roba da chiodi. Sotto i pennoni delle antiche glorie esulta, per la sua prima volta in A1, la piccola Jesi.
LA VIRTUS DEI DANNATI RISPEDITA TUTTA A CASA
di Marco Martelli - La Repubblica - 04/10/2003
Ne resterà uno solo, diceva quello. E uno ne è rimasto, David Brkic, di quella Virtus che cinque mesi fa terminava la stagione più deludente di sempre. Ma gli altri? Partiamo da chi non c’era, o meglio non poteva esserci: Sani Becirovic. Mollato dall’Efes Pilsen, dov’era in prova, Sani s’è accasato al Krka Novo Mesto, campione di Slovenia: ironia della sorte, l’esordio in Eurolega di Sani Boy sarà a Bologna, al PalaDozza, il 6 novembre contro la Skipper. Un altro che non ha giocato, ma si è visto, è Joey Beard, infortunato in ritiro e sistematosi alla Viola a metà stagione: quest’anno giocherà in Belgio, ad Ostenda. Chi si vide solo a Porretta è pure Paccelis Morlende. Francese di 22 anni, aveva problemi al ginocchio, e fu rispedito al Digione: 13,5 punti di media, miglior marcatore francese del campionato, scelta numero 50 di Philadelphia (con diritti poi girati a Seattle). Ma anche quest’anno rimarrà in Francia.
Cal Bowdler, invece, una partita l’aveva fatta (Supercoppa contro Treviso): andò a Siena, ora lo ritroviamo a Roma. Sarà invece a Roseto Albert Miralles: firmò un triennale a Bologna, poi venne prestato a Rimini. Charlie Bell giocherà a Livorno, e dopo un precampionato a suon di trentelli, una settimana fa ne ha infilati addirittura 62 a Messina. Dei tre rinforzi che la Virtus prese ad autunno (Scarone, Dial e Koturovic), il primo sarà a Pesaro, il secondo è al training camp degli Orlando Magic (ma Fortitudo e soprattutto Roma lo seguono attentamente), il terzo è ancora senza contratto, nonostante la perla del passaporto italiano. Fermo è pure Attruia, mentre ad Avellino giocherà Andrew Rice, arrivato per lo sprint playoff della Virtus. Chissà dove giocherà, invece, Eric Murdock, ormai a fine carriera: Bianchini, l’ultimo a crederci, potrebbe al massimo infilarlo nella sua nuova libreria romana. E Mladen Sekularac? Arrivato tra referenze Nba (seconda scelta di Dallas) e paragoni illustri («nuovo Danilovic»), ha riprovato coi Mavs, quest’estate, ma in Summer League è andata male: si è accasato al Buducnost. Il «Charles Barkley degli Urali», al secolo Ruslan Avleev, è tornato invece al suolo natìo: per lui, Ural Great Perm. L’unico di cui non siamo riusciti a trovare notizie è Gagneur. Yannick, se ci sei, batti un colpo. Magari non di spazzolone.
FUTURVIRTUS, FIRMANO IL "DURO" E IL "RAGNO"
di Luca Marozzi - L'Unità - 14/10/2003
Dopo una salutare boccata d'ossigeno, conquistata tenacemente sul parquet, la Futurvirtus si appresta a respirare a polmoni un po' più pieni l'aria autunnale. La gara vinta contro Osimo, importante per non deprimersi e non deprimere i 6000 presenti, ha rispolverato gli antichi marchi di fabbrica del gioco di Giampiero Ticchi: difesa e grinta, le armi che parevano desolatamente deposte nel precedente turno infrasettimanale contro Montecatini. Non è poco, di questi tempi, aver portato a casa i due punti a quel modo, specie se si considera la scarsa amalgama della squadra e le vicende societarie non ancora del tutto smaltite. Anche se lasciata alle spalle, quest'estate è stata un macigno per tutti, da Sabatini a Brkic, da Tudini a Barlera, dall'Arcoveggio a Castelmaggiore. In campo conta anche questo, purtroppo. E alla fine il pubblico, durante la gara contro i marchigiani, è sembrato ammaliato dalla costanza e dall'aggressività della Futur, tanto che gli applausi maturati dopo la vittoria parevano parenti stretti di quelli dei tempi d'oro.
Si va verso un'altra atmosfera, quindi: ma se ora in Virtus («chiamatela così», chiede Sabatini) non servono più le bombole d'ossigeno è anche perché
i rinforzi sono arrivati, finalmente. Andres Pelussi e Charles Smith sono i primi due nomi che vanno a rimpinguare l'organico bianconero; poi, tanti altri se ne stanno facendo, da Lamma a Cittadini, a Podestà, ma le firme sono più o meno lontane. Dei due che già hanno posato con la sciarpa bianconera, il primo è sbarcato ieri mattina al Marconi, accolto dai dirigenti Tudini e Santucci. Pelussi, ala grande argentina con passaporto comunitario, proviene dall'Atenas Cordoba, squadra con la quale ha vinto due titoli nelle pampas. Lottatore puro con la fama consolidata di “duro”, Pelussi sarà il terzo argentino della squadra, assieme a Martin e Masieri. Appena atterrato gli è stata consegnata la canotta numero 16; poi, parole di rito e referenze in bella mostra.
Ho deciso di venire - ha detto - quando, parlando con alcune persone, mi sono reso conto della grande opportunità che mi veniva offerta. In particolare il mio amico Hugo Sconochini mi ha parlato molto bene della storia della Virtus e della sua esperienza con questa società. Sul campionato italiano, invece, mi ha detto qualcosa Manu Ginobili.
Poi, le dichiarazioni d'intenti.
Fisicamente sto bene, e sto migliorando. Come giocatore le mie caratteristiche fondamentali sono difesa e rimbalzo; inoltre sono versatile, posso adattarmi a tutto quello che mi chiederà il mio coach. La mia fama di duro? La manterrò anche in Italia.
Oggi invece sarà la volta di Charlie «The Spider» Smith, guardia del '75 con un passato Nba di una certa importanza e molti punti nelle mani. Nel suo curriculum, due stagioni ai Clippers, seconda squadra di Los Angeles, e una abbastanza buona ai San Antonio Spurs, in epoca di dominio Lakers. Quest'anno, invece, Smith ha disputato tre partite a Portland, con i Blazers, e due in Grecia. Poi, tra acciacchi e incomprensioni, eccolo alla Virtus e rieccolo in Italia, terra già assaggiata nel 2000 con l'Udine di Matteo Boniciolli, 34 gare a quasi 25 punti di media. Smith deve il suo soprannome di «ragno» alla straordinaria apertura delle braccia: superasse le visite mediche, sarebbe un acquisto che cambierebbe, e di molto, le aspirazioni e le effettive possibilità della squadra di Ticchi. Intanto, per un po' la squadra starà lontana dal suo ritrovato pubblico e dal PalaMalaguti: domenica trasferta a Scafati, poi sul campo di Ferrara, e infine a inizio novembre si torna a Casalecchio contro una delle favorite della categoria, la Bipop Reggio Emilia. Un tour de force, quindi: per fortuna, da affrontare con qualche bocca da fuoco in più, e, finalmente, con meno pressione addosso.
Una stagione con tante correzioni in corsa: qui l'arrivo di Andres Pelussi (foto tratta da L'Unità)
TICCHI: "FINALMENTE AL COMPLETO, NON CI RESTA CHE VINCERE"
di Marco Martelli - La Repubblica - 23/10/2003
La Virtus si va completando solo ora. Quanto tempo ci vorrà, Giampiero Ticchi?
Dobbiamo dare Il massimo da subito. Non siamo più in precampionato, quando si notano i passi avanti e quelli indietro. Ora non saremo ancora al top, ma la squadra deve cercare di vincere: di tempo ce n'è poco, ma deve farlo. Per noi, per la gente che ci segue, per l'ambiente che abbiamo intorno.
Vittoria di squadra contro Osimo e quasi-rimonta a Scafati: il gruppo c'è.
Mai avuto dubbi sui ragazzi, che tra l'altro sentono tutti i cambiamenti. Come una persona normale, anche un gruppo, investito da tante novità, diventa più sensibile, e incline ad alti e bassi. Dobbiamo limitare i bassi e reagire.
Esempio di basso: a Scafati, quel terribile terzo quarto. 6 soli punti segnati, dal +4 al -11.
Da cancellare, e neppure eravamo partiti male. Dopo 4' eravamo comunque a un tiro: lì abbiamo smesso di far canestro e iniziato a subire. A fine partita, poi, non volevo il fallo tattico: non so perché Smith l'abbia fatto, ma era alla prima con noi. Dopo, volevo difesa intensa e fallo solo su Capuano. Niente.
Finalmente, domenica a Ferrara, ci sarà Pelussi.
Una garanzia, e sono certo che non avrà cali di tensione. è Un atleta concentrato sul lavoro: e intenso in difesa, che ci fa molto comodo. Dovrà adattarsi agli arbitri, ma l'importante è che non perda le sue caratteristiche. Davanti non ha tiro da tre, ma vorrei che pian piano l'imparasse: ha buona mano ai liberi, può far male dai 4-5 metri. E può essere pericoloso anche in avvicinamento, certo non contro i 2.10.
Visto lo Smith di Scafati ci sono pochi dubbi sulle sue condizioni.
Non ne avevamo alcuno, altrimenti non l'avremmo preso. L'unico dubbio potrà esserci nell'approccio emotivo a questa nuova realtà, dopo due anni di Nba. C'era il dubbio anche su Cummings, ma Vonteego li ha già sciolti. Charlie deve adattarsi a un torneo di agonismo e cattiveria, fors'anche più della serie A.
Ferrara pare in gran forma.
Sono forti sotto, dove noi pecchiamo, ma sono completi ovunque: Mc lntyre in play, Michael Williams cannoniere da sempre, Zanelli in un gran periodo. Sono solidi: dovremo esserlo anche noi. E non avere blackout: sarebbe dura tirarsi su.
CAMPAGNA ABBONAMENTI 2003/2004: "NOI PIÚ"
www.virtus.it - 04/11/2003
Un Euro in piu della Fortitudo. È il minimo che potevamo chiedere e il massimo che potevamo offrire. Tutte le partite che giocheremo quest'anno a un euro in più della Fortitudo, perché credo che la Virtus, in qualsiasi categoria venga messa, valga sempre un Euro in più. È solo un gioco: dopo tante polemiche, vogliamo sorridere, e questa è una maniera per dimenticare ogni tensione.
Nasce così, dalle parole di Claudio Sabatini, "Noi più", la campagna abbonamenti 2003/2004 della Virtus. La campagna, curata per quanto riguarda il claim da Miguel Sal, rappresenta una novità assoluta dal punto di vista della comunicazione: si tratta, infatti, del primo caso di pubblicità comparativa in cui i prezzi sono più alti della concorrenza. Ma la storia, le vittorie, la Virtus, valgono di più.
Le tessere si potranno sottoscrivere a partire dal 6 novembre presso tutte le filiali Carisbo: gli abbonamenti offriranno ai tifosi tutte le partite che la Virtus giocherà al PalaMalaguti, da qui a fine stagione, in Italia e in Europa. E non solo: la società metterà a disposizione degli abbonati anche biglietti e pullmann per le trasferte più vicine.
La provocatoria campagna abbonamenti
FUTURVIRTUS, PARLA SABATINI
di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 15/11/2003
Claudio Sabatini, giovedì prossimo il Tar del Lazio dovrà fissare l'udienza per discutere del caso Virtus. E della revoca dell'affiliazione, deliberata il 4 agosto e ribadita il 31. Pronto alla battaglia?
Così pronto che ho deciso di abbandonare tutte le cause.
Prego?
Ho ritirato il mandato ai nostri legali. L'ho fatto in tutte le sedi, sia quelle sportive sia quelle amministrative.
Perché?
Basta udienze davanti al Tar, Consiglio di Stato e giudici vari: salta anche l'udienza del 20 novembre.
Ma il motivo di questa decisione?
In fondo non faccio nulla di nuovo. L'avevo detto in estate che le questioni legali non mi interessavano.
Ha parlato con il presidente federale Maifredi?
Non ancora. Ho chiamato Prandi, il presidente della Lega basket, mi è sembrato soddisfatto. Credo che sia stato una piacevole sorpresa.
In estate, però, aveva parlato anche di alcune carte che, se autentiche…
Le carte ci sono ancora, ma non ho intenzioni di usarle.
L'ha detto all'avvocato Porelli?
Non ancora. Quando lo saprà, probabilmente, si arrabbierà un po'. Ma era la cosa giusta da fare. Alle spalle abbiamo un'estate da dimenticare, tutti sanno quello che è successo. Il presente è una squadra di basket che vuole giocare.
A proposito di gioco, martedì, sul vostro aereo è salito Alberto Bucci.
E allora?
È un allenatore, dobbiamo pensare male?
E perché? Avevo invitato anche Renato Villalta, questo non significa che Niccolai rischiasse il posto. Ho invitato Alberto senza secondi fini. Ticchi, lo ripeto, può lavorare tranquillo.
Passiamo alla campagna abbonamenti.
Resterà aperta, per il discorso Virtus Star Club, ancora per la prossima settimana.
I numeri, però…
Mi aspettavo qualcosa di più. Devo ammetterlo, ho perso una scommessa.
Capitolo pivot.
Non torniamo sul mercato, i giocatori li abbiamo. Dobbiamo dar loro modo di crescere. A Barcellona, per esempio, ho visto una prestazione convincente e convinta di Di Marcantonio.
Dobbiamo dedurre che la tribuna di Fabriano abbia fatto bene a Brkic.
David è un signor giocatore. Solo che ogni tanto dobbiamo ricordarglielo. Io credo che possa fare ancora di più. Questa squadra ha un grande potenziale, deve solo dimostrarlo.
Come?
Noi dobbiamo concedergli il tempo per crescere. Loro devono migliorare.
Intanto arriva Rimini: quante persone si aspetta dopo i 7.510 del big match con la Bipop?
Tutti quelli che ci meritiamo.
Tradotto in cifre?
Io ho la coscienza a posto, la squadra altrettanto. Quando ci sarà un bello spettacolo ne avremo ancora di più.
ALBERTONE PARTE TERZA: LA PIÚ DIFFICILE
di Walter Fuochi - La Repubblica - 25/11/2003
All’indomani d’una vittoria, com’era già accaduto a Basket City, sull’altra sponda, a Boniciolli, Giampiero Ticchi ha perso la panchina della Virtus. S’è dimesso, ma vi è stato indotto: evidentemente, adesso come allora, le decisioni erano maturate prima. Ticchi non viene allontanato, e almeno sul piano personale c’è un’accettata condivisione d’intenti, ma incassa un’ovvia bocciatura. Le sue riflessioni sono esposte qui sopra, ma la sua vicenda somiglia a tante altre di tanti sport: gli sono mancati soprattutto i risultati e chi l’ha invitato a farsi da parte ritiene insomma che la squadra valesse più del suo quinto posto in classifica, in fitto condominio. Lo scossone più forte, forse già decisivo, s’era avuto a Fabriano, poi Badalona suturò qualche malumore, mentre le ultime uscite hanno proposto, se non lo stesso film, trame troppo simili: vittoria su Rimini, con un grande Smith, sconfitta coi belgi, senza Smith, vittoria a Sassari, con un grande Smith. Non si vedeva molto altro, troppo spesso, in questa Virtus.
La grigliata di pesce fresco, promessa in simpatica metafora in avvio di stagione, dopo l’anno delle ostriche avariate, Ticchi non è riuscito a servirla: spiace per la persona, di bello spessore umano, ma pure lui conosceva le regole del gioco, e soprattutto i carichi che si metteva sulla schiena. Da coach del Castelmaggiore diventava l’allenatore della Virtus, con relativi obblighi e pressioni: lo confidò nelle prime interviste, l’ha ribadito ieri, ritenendo che la sua avventura sia affogata proprio nell’impervia copertura di quel ruolo che faceva tremare le vene.
Tornerà dunque in sella Alberto Bucci, alla sua terza vita virtussina, dopo l’esonero del ‘97 firmato Cazzola: curiosamente, tre investiture distanziate di 10 anni e, se la cabala l’assisterà di nuovo, felici al primo colpo. Nell’83 arrivò e fu la stella. Nel ‘93 tornò, dopo Messina, e ne confermò lo scudetto, facendo anzi il bis. Nel 2003 viene ripescato, e in questo senso già spediva indizi il volo a Badalona cui l’invitò Sabatini: che intanto vedesse la squadra, sia dentro che fuori campo. Bucci era nel fior della carriera le altre volte (il boom di Fabriano la prima, la serie Livorno-Verona-Pesaro poi), mentre questo giro lo fa dopo esperienze magre a Fabriano (subentrando, l’unica altra sua volta) e a Parma, l’anno scorso, nella femminile. Ci dirà oggi che progetti ha su questa Virtus; poi, dirà la stagione se ha ancora piede pesante da calare sul gas, entusiasmo per raddrizzare la barca fin qui vacillante, mano tecnica per instradare un quintetto su vie diverse da quelle tentate con Ticchi. Con lui, scommette e rischia Sabatini, rincorrendo una ricostruzione forzatamente affrettata e faticosa. E forse, s’è visto, più dura di quanto si temesse.
Coach Bucci con Vonteego Cummings (foto tratta da L'Unità)
BUCCI, LE V NERE E L'ARTE DEL CONTROPIEDE
di Massimo Franchi - L'Unità - 03/12/2003
Senza le sue famose bretelle, ma «con l'entusiasmo di un ragazzo», Alberto Bucci è tornato sulla panchina della Virtus, o meglio, della Futurvirtus. Dopo parecchi anni di lontananza dal grande mondo del basket, l'allenatore che ha vinto tre titoli con le Vu Nere e quasi regalato uno scudetto a Livorno, è stato richiamato da Sabatini per riportare la società da lui salvata in serie A1, nonostante una partenza quasi disastrosa.
Bucci, che sensazione è stata tornare in panchina dopo tanti anni e farlo proprio con la società che vuole riprendersi il nome Virtus?
È stato emozionantissimo, il pubblico è stato molto affettuoso, qualcuno mi ha detto che ero troppo elegante, ma io mi sentivo come un esordiente. Mi mancava molto lo stare con la squadra, l'ambiente dello spogliatoio. Sono sensazioni uniche. Avrei accettato di tornare solo per la Virtus e così ho fatto.
Qualche mese fa era a capo di una cordata di imprenditori che cercavano di salvare la Virtus. Poi arrivò Sabatini e adesso l'ha chiamato a traghettare la squadra. L'avrebbe mai detto?
Certo che no. Dopo quel tentativo mi ero messo in disparte, dando merito a Sabatini di aver salvato una situazione complicatissima. Quando mi ha chiesto di aiutarlo non ci ho pensato un attimo e ho accettato subito. Mi sono messo in discussione, non ho chiesto né soldi, né certezze per il futuro.
Il compito non sembra dei più facili. Portare Castelmaggiore in A1 pare quasi un'impresa.
Noi non dobbiamo guardare troppo lontano, ma pensare domenica dopo domenica. Tutti contro di noi giocano la partita della vita, noi dobbiamo saperlo e farci trovare pronti. Sono fiducioso però, la squadra è disponibile a lavorare forte e a seguirmi. Mi trovo stupendamente.
Qualcuno pensa che dopo tanti anni di inattività lei sia «bollito». Cosa risponde?
Ognuno può dire quel che vuole. Ci sono allenatori molto più vecchi di me nel calcio e nella Nba gente come Hubbie Brown ha fatto il commentatore televisivo per anni e poi è tornato ad allenare a grandi livelli. Io sono passato anche per la femminile, un'esperienza che mi ha arricchito molto dal punto di vista umano, rimanendo sempre nel movimento. Credo che nella vita l'importante sia trovare sempre nuove motivazioni ed avere l'orgoglio di combattere. Sarei bollito se non ne avessi più voglia, ma mi sono buttato in questa esperienza con un entusiasmo grandissimo.
Rimarrà anche nel consiglio federale come rappresentante degli allenatori. Dalla Fip si è fatto sentire qualcuno per farle i complimenti?
No, nessuno. La Federazione sta passando un momento difficile, io comunque rimarrò perché rappresento gli allenatori professionisti e non c'è incompatibilità.
Anche quando ci sarà da decidere se la Futurvirtus potrà riprendersi il nome Virtus?
Sabatini ha salvato la società Virtus dal fallimento. Ci sono tutte le condizioni perché dall'anno prossimo questa squadra si possa chiamare di nuovo Virtus, come la chiamano i suoi tifosi.
Dopo qualche anno come ha ritrovato il basket maschile? Non le sembra che ci siano troppi comunitari e pochi italiani?
Chi ha un passaporto deve giocare come italiano, sennò si andrebbe contro la Costituzione. È brutto vedere tanti giocatori con nomi stranieri, ma credo si stia andando nella direzione giusta mettendo il tetto dei tre extracomunitari. Se gli italiani sono buoni, giocano comunque. In A2 quelli con passaporto italiano devono essere sette e qualche buon prospetto sta trovando spazio. Speriamo serva anche in chiave nazionale perché è vero che non c'è un grosso ricambio.
E dal punto di vista del livello del gioco?
Io ho sempre fatto giocare le mie squadre con molto contropiede, un gioco che diverte il pubblico e piace ai giocatori. È quello che sto proponendo alla Futurvirtus e mi sembra che anche in giro si veda di più rispetto a qualche anno fa.
IL GAUCCI DEL BASKET: «MANDO LA VIRTUS IN RITIRO FINO A GIUGNO»
di Vincenzo Di Schiavi - Il Corriere della Sera - 17/02/2004
Roba da far impallidire Luciano Gaucci. Claudio Sabatini, imprenditore di 44 anni, patron del Futurshow e della Virtus Bologna salvata in extremis dal fallimento, ci ha pensato a lungo. Poi ha deciso: tutti in ritiro. Per quanto tempo? «Quello necessario a ritrovarci e a migliorare la nostra situazione. Anche fino a giugno, se serve» precisa Sabatini. Cioè fino alla scadenza dei contratti. Il che significherebbe, calendario alla mano, più di quattro mesi. Ritiro, confino, domicilio coatto, chiamatelo come volete.
La sconfitta di Rimini, domenica scorsa, ha colmato la misura. Un campionato, quello di Legadue, nel quale le gloriose V nere stentano troppo, pur vantando un quintetto di categoria superiore. E allora meglio rifletterci sopra con calma: «Credo sempre in questo progetto - continua Sabatini -, ma abbiamo diverse cose da limare: la squadra è stata costruita in corso d'opera e quindi non ha fatto la preparazione. Cogliamo l'occasione per fare pure quella e per trovare un po' di tranquillità. Ripeto: non è una decisione punitiva». Ma nemmeno è un viaggio alle Bahamas. Quelle, i giocatori della Virtus, se le sogneranno tutte le notti, che si preannunciano fredde e scomode.
La meta del ritiro è infatti più adatta a un monaco che a un cestista: si tratta di un luogo isolato della collina reggiana. Smith e compagni lo raggiungeranno domani dopo l'amichevole con Montecatini. Dopo le pensioni a una stella di Gaucci, ecco gli eremi di Sabatini: zero confort (non c'è nemmeno la tv) e tanto isolamento. Si mangia, ci si allena e si dorme. Questo il messaggio che la società bianconera ha mandato ai giocatori, che si apprestano ad affrontare una dura realtà: niente locali, nemmeno un fast food; abolito il termine discoteca. «Ci hanno detto che questo posto è triste e desolato già d'estate; figuriamoci d'inverno» fanno sapere in società. Si torna a Bologna solo per le partite. Vita spartana, insomma. Lontano dalle luci tentacolari di Basketcity.
DUE VIRTUS IN SEI MESI PER TROVARE QUELLA BUONA
di Marco Martelli - La Repubblica - 05/03/2004
Cummings, Niccolai, Smith, Williams, Podestà in quintetto, più McCormack, Li Vecchi, Brkic, Pelussi, Zanus Fortes a sedere, più Bucci in panchina. è la Virtus che domenica sfiderà Jesi, e non somiglia neanche un po' a quella che cominciò l’avventura. Sembrano passate ere, nel vorticare frenetico delle porte girevoli del Grand Hotel Virtus, e invece son solo mesi. Intensi, ma sempre meno di duecento giorni. Serve una data, per l’inizio della storia, e si può dire allora che correva il 2 settembre 2003, quando Claudio Sabatini partorì l'idea: fondò FuturVirtus, società di comunicazione, in realtà scatola vuota per contenerci tutto, e fu questo il marchio che avrebbe fatto da filo conduttore tra il Progresso di prima e la Virtus di poi. Applicandolo sulle maglie rossoblù, ridipinte di bianconero, Sabatini fece il suo ingresso nel Castelmaggiore: formalmente da sponsor, sostanzialmente da plenipotenziario, raccogliendo una squadra costruita per la salvezza per cercare di trasformarla in una corazzata da promozione.
Altra data, il 13 settembre. A Ferrara, al Memorial Scopa, s’alza il sipario sulla FuturVirtus: in campo (o in tribuna), con le maglie (o le polo) fresche di stampa, c’è il coach Giampiero Ticchi, più Vitali, Noferini, Masieri, Barlera, Martin, Harrelson, Giovannoni, Di Marcantonio, Brkic e Cummings. Ne sono rimasti, all’oggi, solo gli ultimi due. Via gli altri, in un processo brutale per velocità, ma generosamente rivolto all’ossessiva ricerca della promozione, senza risparmio di idee, anche confuse, fatiche inesauste, contraccolpi tenaci. E quattrini, tanti quattrini. Nove se ne sono andati, tra giocatori e coach; nove ne sono arrivati, in attesa dell’ultimo tassello. Al play americano che verrà, l’hotel consegnerà la chiave della stanza numero 19. Ferrara, dunque. Sera d’estate. Ci sono Sabatini e Scariolo, dietro la panchina del predestinato Ticchi, ad osservare la creatura. Di prim’acchito, proprio non va. Via il lentopede bianco Ty Harrelson, peraltro in prova, rispedito in America a (non) fare la squadra negli sgangherati Fresno Heat Wave della Aba. Via Rafael «Fao» Giovannoni, fratello ciccio del Guillerme trevigiano, tornato al Paulistano di Sao Paulo, in Brasile, a giocar poco e male. E subito aperto il cancello arrivi.
Il primo rinforzo arriva il 17 settembre: Anthony Williams, da Reggio Calabria, è il secondo Usa della nuova Virtus. Lo stesso giorno, Sabatini s’accorda con Brkic, eredità vera Virtus, mentre il 23 è il giorno di McCormack: serve un play, possibilmente italiano, e il passaporto del newyorkese è buono. Tra l’altro, l’argentino Eloy Martin ha problemi di visto e non debutterà alla prima di campionato con Pavia. Quel giorno, in quintetto c’è Giacomo Noferini: salto triplo, dalla C1 all’A2. A fine dicembre verrà mandato a Forlì, in B1. Ticchi ne ha due vinte (Pavia e Osimo) e due perse (Imola e Montecatini), quando Sabatini ingaggia quella che, per il coach, è la chiave della squadra: El Gringo Pelussi lascia Cordoba il 9 ottobre, ma pure il suo esordio, a Scafati, salta per problemi di visto. Chi debutta in Campania è Charles Smith, colpo gobbo del mercato firmato il 15. Tagliato dai greci del Makedonikos, tre quarti d’Europa si domanda (e si risponde) se Charlie sia mezzo rotto. Si scoprirà meno rotto del previsto. In quei giorni, lo staff lascia per strada Luca Vitali: il padre ricompra il cartellino del figliolo, portandolo a Siena, aggregato alla prima squadra fino al battesimo del fuoco a Tel Aviv.
Siamo appena a metà. Prima del big match con la Bipop, Sabatini chiude con Niccolai, cercato da settembre: esordirà a Fabriano, la settimana dopo, fallendo la tripla della partita. Ancora un mese e la Virtus cambia due volte pelle. Ticchi vince a Sassari, ma Sabatini chiama Bucci: con lui, qualche giorno più tardi, arriva la rivoluzione dei lunghi, con Podestà arruolato, dopo lunghi tira e molla, per coprire la dolorosa perdita di Barlera e la cessione di Di Marcantonio, spedito a Trapani. Pressoché rifatta, la squadra non è ancora vincente. Manca un play e scarseggiano anche i giocatori: Martin torna in Argentina, e con lui lascia Bologna anche Masieri, ultimo superstite del Bignami che, un anno fa, stupì con un quinto dei mezzi e il doppio della programmazione (e del tempo per farla). Due bimbi in panchina, ma la Virtus 'sgasa’ di nuovo: ecco Li Vecchi e Zanus Fortes, e manca infine questo benedetto playmaker, Brown o Crispin che sia. Arrivato lui, diciannovesimo cliente in sei mesi del Grand Hotel Virtus, le porte girevoli smetteranno di frullare.
Una Virtus combattiva ma poco efficace in trasferta
VIRTUS, SABATINI OTTIMISTA: "VINCEREMO I PLAYOFF"
di Mirco Melloni - L'Unità - 21/04/2004
La sconfitta di domenica scorsa a Montecatini non è certo un bel biglietto da visita per i playoff, ma il talento a disposizione della Carisbo Virtus Bologna è davvero troppo per sottovalutare la squadra di Alberto Bucci. E così, nonostante nelle eventuali semifinali e finali le V nere avranno il fattore campo sfavorevole, nessuno s'azzarda ad escludere i bolognesi dai favori del pronostico. E il primo è il patron Claudio Sabatini, che per dare un'ulteriore carica ai suoi giocatori ha deciso di tesserarsi come dirigente accompagnatore. Un ruolo che permetterà a Sabatini, a partire da gara 1 contro Pavia, di andare in panchina insieme a giocatori, staff tecnico e medico.
«Sono convinto che vinceremo i playoff - dice Sabatini - e il mio tesseramento simbolico è il segnale che sono vicino ad un gruppo in cui credo». Un gruppo che, insieme a coach Bucci, è stato contestato dai tifosi bianconeri al termine della gara di Montecatini. «I tifosi hanno ragione a contestare - continua - ma sono io il primo responsabile di tutto questo. E se è vero che siamo stati indecorosi sul piano del gioco, nessun giocatore si è tirato indietro come impegno. La squadra sta lavorando. A Rimini la squadra perse, vidi qualche atteggiamento che non mi era piaciuto e la mandai in ritiro. Questa volta è diversa, e ve lo dice uno che non è mai stato tenero con i giocatori». Tuttavia, il responso del campo non ha fin qui convinto. È vero che la Virtus è imbattuta al PalaMalaguti dal 2 novembre, e con Bucci non ha mai perso sul parquet amico in undici gare. Ma fuori casa, i bianconeri hanno battuto solo due delle prime dieci in classifica, ma la squadra era ancora nella gestione di Giampiero Ticchi, mentre con Bucci sono arrivate sconfitte in ogni scontro diretto esterno (due volte contro Jesi e Montecatini, più Rimini, Pavia e Reggio Emilia).
Ad incoraggiare la Virtus c'è però l'esempio di Napoli di due anni fa, che soffrì per un anno intero, poi vinse le serie di playoff contro Messina e Reggio Emilia grazie ai successi esterni e ad una squadra che seppe sprigionare il proprio talento nel momento più importante. E nei momenti in cui la squadra di Bucci ha attaccato la spina, nessun avversario è stato in grado di tenere testa alla Virtus. Peccato che ogni accelerazione sia stata seguita da una successiva battuta d'arresto in trasferta.
Un andamento che non è migliorato nella fase ad orologio, con tre vittorie in casa, un successo sul campo del fanalino di coda Ragusa e due sconfitte pesanti a Jesi eMontecatini. Il tutto con in mezzo il malcontento di Tony Williams e soprattutto Vonteego Cummings per il turn-over dei quattro americani, e il rendimento del nuovo arrivato Rick Brunson che non sale di colpi, soprattutto lontano da casa. Teoricamente, con il rientro di Li Vecchi, Bucci dovrebbe optare per la presenza dei tre esterni americani, Brunson, Cummings e Smith, ma in vista della serie con Pavia (gara 1 e 2 a Casalecchio, domenica e martedi) non si esclude un nuovo avvicendamento da Cummings e Williams.
Nonostante tutto questo, nessun avversario si fida della Virtus, che annovera forse l'americano più forte del campionato (Charles Smith), altri tre stranieri che sono potenziali stelle ed un gruppo di italiani (Niccolai, Podestà, Li Vecchi, Zanus Fortes e Pelussi) che dà garanzie più che adeguate. Presi singolarmente, i giocatori della Virtus fanno paura, ma formare un gruppo è un altro discorso, e qui, escludendo qualche sprazzo eccellente, sono arrivate le principali difficoltà.
LA MINACCIA DI SMITH: "NON CI FERMA NESSUNO". FERRARA RIMPIANGE LA LATITANZA DI WILLIAMS
di Marco Melloni - SuperBasket - 18/05/2004
"Se giochiamo così, non ci ferma nessuno". Difficile dare torto a Charles Smith, che dopo sei vittorie in altrettante gare di playoff descrive alla perfezione il momento della sua Carisbo Bologna. Il Ragno ha appena chiuso una serie da 29,3 punti (79% da due), 4,3 rimbalzi e 5,7 recuperi, cifre impressionanti, ma che non raccontano tutto: non dicon che Smith ha deciso gara2 con i due canestri che hanno fermato la rimonta di Ferrara sul -1, e nemmeno che Smith ha fermato Terrell McIntyre, il miglior giocatore di Ferrara negli ultimi tre mesi, quando la Carife era cresciuta in maniera esponenziale. McIntyre ha chiuso la serie a 12,7 punti, 4,7 perse e il 40% dal campo, sistemando un po' le cifre nel secondo tempo di gara3. Le braccia chilometriche di Simth, vero segreto dell'ottima difesa bolognese, hanno tolto la luce a McIntyre, rendendogli difficile ogni ricezione e impossibile ogni tiro. Ma almeno non si è arreso, a differenza di un Michael WIlliams mai incisivo in questi playoff, chiusi con l'evanescenza di gara3. Dall'uomo-franchigia della Carife, che a breve prenderà il passaporto italiano, ci si attendeva molto di più.
il 3-0 Virtus non fa una grinza, visto che i bolognesi hanno confermato i progressi evidenziati contro Pavia. Brunson è piaciuto per come ha segnato e fatto girare la squadra, cui ha però aggiunto comportamenti provocatori verso gli avversari (intesi anche come pubblico) non sempre consigliabili, visto il rischio di andare fuorigiri (6,3 perse della serie per Brunson, compreso il quasi suicidio di gara2).
A fare la differenza è stata una difesa Virtus mai così positiva, costruita attorno a Smith, Li Vecchi (i cui 2.03 hanno oscurato prima Gregory e poi Michael Williams, ma ora troverà Jamal Robinson, alto come lui) e soprattutto Tony Williams, determinante ben oltre le cifre. Contro Jesi servirà la replica, sperando in un POdestà altrettanto positivo in attacco (72%) ma più incisivo in difesa (dove ha sofferto Mazique) e a rimbalzo, visto che i tre palloni catturati di media, con tre sconfitte a rimbalzo di squadra, contro Ferrara sono bastati. Contro i lunghi di Jesi servirà altro. Qui però interviene la panchina lunga a disposizione di Bucci.
Ferrara chiude la stagione con l'amaro in bocca, visto quanto fatto nei tre mesi precedenti, risultati coincidenti con la crescita di mazique, che contro la Virtus è stato uno dei pohci a salvarsi (64% dal campo), assieme ai grintosi Zanelli e Rajola. Solo Williams e Ghiacci hanno il contratto per l'anno prossimo, mentre il presidente Mascellani conta sull'aiuto del tessuto inprenditoriale locale per mantenere alte le ambizioni.
VIRTUS, LA PARTITA DELLA STAGIONE
di Mirco Melloni - L'Unità - 23/05/2004
L’ultimo atto del campionato di Legadue è, per la Virtus Carisbo, anche il più importante. I bianconeri, che aprono oggi la serie di finale a Jesi contro la
Sicc, non solo si giocano la promozione in Serie A, ma anche un posto nell’Eurolega 2004-05 visto che, come confermato venerdi dal patron Claudio Sabatini, alla Virtus basterà tornare nel massimo campionato per far fruttare il diritto triennale a giocare la manifestazione europea più importante.
Uno scenario ideale per la Virtus, che pur senza avere il fattore campo favorevole (Jesi è arrivata terza in regular season, la Carisbo quinta) ha tutta la pressione sulle spalle. Una pressione che nasce dal maggiore tasso di talento, sprigionato totalmente nell’ultimo mese, dal nome e dalla tradizione altisonante del club e, appunto, dal doppio obiettivo di questa finale. «Ho la stessa emozione di quando disputavo le finali-scudetto – ha spiegato coach Alberto Bucci – e non cambia che si alleni in Serie A o in B. Le finali danno le stesse emozioni».
Un obiettivo condiviso dai tifosi bianconeri, che in poche ore hanno esaurito i 500 tagliandi a disposizione della Virtus, tanto che erano arrivate oltre 2.000 richieste di biglietti. Al palasport di Jesi si attende il pienone, così come al Palamalaguti, dove la serie approderà venerdi per gara3. La Virtus si presenta in forma smagliante, con sei vittorie su sei gare nei playoff, spazzando via prima Pavia e poi Ferrara. Jesi, però, rispetto ad Edimes e Carife, ha una differente consistenza difensiva, caratteristica che nei playoff, quando la tensione sale ed ogni pallone pesa di più, conta parecchio. A questo si aggiunge che contro Jesi, la Virtus quest’anno non ha avuto vita facile. Anche se, come aggiunge Bucci «anche contro Pavia avevamo perso in regular season, poi nei playoff è cambiato tutto».
Nelle due trasferte marchigiane, la Virtus ha subito due batoste pesanti, una in dicembre, alla prima trasferta di Bucci, la seconda due mesi fa, nella fase ad orologio, dopo che Vonteego Cummings, saputo della sua esclusione in favore di Rick Brunson, si era rifiutato di partecipare alla trasferta. E Brunson si trovò imbrigliato nella difesa a zona che Jesi schierò per 40minuti. Da quella gara sembra passata un’eternità, tanto è cambiata la Virtus: Brunson da allora è un altro giocatore, stessa cosa per Tony Williams, che sta avendo un grande impatto difensivo, mentre Charles Smith non ha mai smesso di fare canestro.
Ma al fianco dei tre Usa il gruppo italiano non fa mancare quanto serve. La Virtus avrà bisogno soprattutto di Samuele Podestà, che in settimana si è allenato nonostante un problema di calcoli renali. Lui eWilliams, oltre ai cambi Andres Pelussi e Cristiano Zanus Fortes, giocheranno la parte più importante: Jesi è una squadra che difende duro e ama correre in contropiede, grazie ad un impatto terrificante a rimbalzo, con il micidiale duo formato dal superatleta James Singleton e dal combattente Mason Rocca, determinanti nella vittoria in semifinale contro Montecatini.
«Dovremo limitare i loro rimbalzi d’attacco – continua Bucci – e cercheremo di imporre il nostro basket, senza aspettare che loro facciano errori. Conterà soprattutto chi starà meglio fisicamente e chi sopporterà meglio lo stress». Dopo la gara d’apertura (ore 18.30, questa sera, diretta Rai- SportSat), gara2 si disputerà martedì, sempre a Jesi (ore 20.30). Gara3 e l’eventuale quarta saranno a Casalecchio, venerdi e domenica, mentre l’eventuale quinta sarà giovedì 3 giugno a Jesi.
LA VIRTUS NON GIOCA, JESI FESTEGGIA LA PROMOZIONE
di Marco Martelli - La Repubblica - 29/05/2004
Finisce come deve finire, con la più forte a volare in A1. Ci va, con tutto il merito, la Sicc, vincente sulla Virtus 5 volte su 6 in stagione, perfetta e addirittura debordante nell’ultima recita. Sta avanti 40’, maramaldeggia contro una Virtus ormai svuotata, senza idee e nemmeno voglia, che nell’ultimo quarto segna (zero) punti nei primi 7’10’’ e mai trova la forza per provarci. E termina anche con brutte cose in campo, segnali di un gruppo che gruppo non lo è stato mai: Brunson e Bucci a beccarsi, col primo a far spallucce e a sghignazzare, e che stamattina, finalmente, potrà prendere l’aereo che già aveva prenotato dopo Gara 3 con Ferrara. 3-0 voleva, 3-0 è stato: ma dalla parte sbagliata. Finisce insomma nel modo peggiore, con uno schiaffone da 24 davanti ai propri, tantissimi tifosi. Almeno 6000 persone (e, di nuovo, il vecchio patron Cazzola), che a piccoli gruppi issavano, durante la presentazione, striscioni di monito verso il palazzo («Controllate i bilanci, meritiamo rispetto»).
Ma i segnali di serata grama s’erano visti fin dall’inizio, con la Carisbo a partire più vuota che si può. Subisce da dentro ed è molle sui piccoli, dove Bucci manda Smith su Rossini e Brunson su Blizzard: 14 dei primi 19 punti jesini sono di Rocca e Singleton, mentre di là s’è già perso Podestà (2 falli dopo 4’) e un po’ di fiato arriva quando pure la gazzella James ne ha 2 (dopo 7’). Bologna è ancora a contatto, 17-19 dopo un quarto, trovando solo due cesti contro la zona, finora mai provata da Gresta, e che nel primo tempo l’ha fatta da padrone. Refrain identico nel secondo quarto: dopo un’effimera parità a 19, Jesi griffa un 13-2 poderoso, lasciando crostini (4 punti in 6’) a un attacco Virtus senza un’idea: più che altro, un assalto all’arma bianca. Con Hadley, la Sicc vola a +14 (25-39), chiudendo virtualmente i giochi, anche se un 8-0 di puro arrembaggio illude che ci siano vie d’uscita: in realtà, il +6 di metà è un jackpot all’Enalotto.
E infatti, quando si riprende, Jesi allunga subito: 6-0 con tripla alla sirena di Rossini (33-45), poi da tre la infila, mani in faccia, anche Robinson (35-48). Troppo gasati i marchigiani, la Carisbo boccheggia, aspetta quasi 4’ per il primo cesto (Li Vecchi, che poi si fa male), mentre Bucci leva Brunson per manifesta inadeguatezza. Smith da tre centra il -8, Niccolai, per il -5, piglia solo aria. Più tardi McCormack, -7 e palla in mano, sfonderà. Sono gli ultimi assalti. Nell’ultimo quarto, nemmeno ci si prova più. Il primo cesto dopo oltre 7’, roba da chiodi. Sotto i pennoni delle antiche glorie esulta, per la sua prima volta in A1, la piccola Jesi.
Il Commento di Walter Fuochi
Tiri, rimbalzi, difesa, tattica, gambe, cervello, ritmi. Tutto, ieri sera, Jesi ha fatto meglio della Virtus: 40’ su 40’ avanti per un 3-0 limpido, senza una minima piega. Va su chi merita, completando il suo paziente disegno, sta giù chi ci ha provato, ma ora, prendendo atto del fallimento del suo progetto di rincorsa, ne avrà poco da conservare, per ritentare l’avventura. E poi, l’incognita è proprio qui, in quel che verrà: il libro nuovo, salvo terremoti normativi, è un’altra stagione in LegaDue, con tutte le incognite del caso, sul piano societario e su quello della risposta d’un pubblico che ha accettato l’anno di purgatorio con l’intima convinzione che di più non sarebbe durato. Casalecchio inghiotte invece una delle notti più amare della sua storia (storia Virtus, s’intende, ché questo erano squadra e gente, nei giorni belli e in quelli brutti), avvilita da un gruppo che ha disertato la partita della vita: e anche questa resa imbelle, stordita fa male. La larga vittoria di Jesi ottiene pure di svelenare le polemiche e di mettere un tappo alle troppe parole corse intorno al gioco: sul verdetto non ci piove. La Virtus incapace perfino di muoversi in attacco, la Virtus che in ogni quarto ci metteva una vita a segnare, la Virtus dominata sotto i tabelloni e quasi irrisa da un giro di palla che non svelava debiti d’emozione d’una debuttante venuta a corte a sbancare, non a bussare timidamente: la Virtus portata via insieme ai suoi sogni, è stata tutto questo. La buona volontà di chi vorrà costruire dovrà arrampicarsi, davvero, da uno sprofondo.
Le parole di Bucci
Bucci ringrazia. «Il presidente m’ha fatto vivere una splendida avventura, peccato sia finita così». Sabatini si complimenta. «Onore a Jesi, che ha vinto con pieno merito. Non mi sento offeso, anzi: ha trionfato una società seria. Ho fatto festeggiare i loro tifosi. Giusto così, in altri palazzi non sarebbe successo». E poi rammenta. «Ho chiesto alla commissione di controllo di fare delle verifiche, entro il 14 giugno. Vorrei avere delle risposte chiare sulla situazione debitoria di diversi club. La Virtus vuole lottare per la serie A e per l’Eurolega. Meritiamo questa chance: il nostro campionato non è finito. I 7.500 al Palamalaguti e la nostra situazione di bilanci dimostrano che siamo un posto giusto».
MI RITORNI IN MENTE: PUNTATA 8
di Enrico Faggiano - www,bolognabasket.it - 06/03/2013
Era stata una estate di grandi scossoni, nel mondo Virtus, da quando Madrigali era stato estromesso, e le battaglie per rimettere in piedi una V nera il prima possibile, magari con credibilità e senza scendere più di tanto di categoria, erano di quelle che riempivano le pagine dei giornali ma senza però dare garanzie ai tifosi. Alla fine fu chiaro che le opzioni erano due: da un lato Claudio Sabatini, che cercava disperatamente un diritto di Legadue da usare per poi da lì ripartire con la Virtus da lui rilevata – dopo lunghe e sanguinose trattative – da MM, e dall’altro Paolo Francia con il diritto concessogli per una B1 con la nuova realtà chiamata Virtus1934. Sabatini sudava, faticava, aveva annusato l’aria a Imola prendendo però risposte negative, e tutto girava attorno, a questo punto, al Progresso Castelmaggiore. Squadra già fatta e finita, con patron Tudini che gongolava all’idea di alzare il prezzo della sua creatura. “La cosa si potrebbe anche fare – pokerizzava Tudini – ma qui ho avuto anche altre proposte, che renderebbero il Progresso qualcosa di unico in Italia, e comunque non ho la minima intenzione di svilire il progetto Castelmaggiore”. Venne anche fatto presente che la campagna abbonamenti era già stata aperta – non certo con necessità di transennare le biglietterie – e, comunque sia, poche ore dopo Tudini aveva già ceduto il pacchetto a Sabatini, per aprire la strada a quella che sarebbe poi diventata la Futurvirtus.
E Francia? Francia venne subito osteggiato dalla tifoseria, qualche screzio verbale con Sabatini rimase agli atti (la captatio benevolentiae di quest’ultimo faceva perno sull’antifortitudinità e su battute riguardanti la moglie di Seragnoli, mentre Francia poteva solo far riferimento a come in quei giorni il suo rivale fosse stato incensato manco fosse Padre Pio), ma intanto la squadra venne creata. Con Giordano Consolini a far da allenatore e da non indifferente possibile traino verso le vedove, e un gruppo di giocatori pescati all’ultimo e, in una realtà che 16 mesi prima faceva la finale di Eurolega, assolutamente ignoti a chi di minors non trattava. C’era Marco Bonamico come possibile testimonial (storico un suo spot radiofonico ad incentivare il tifo per la vera Virtus), ma la gente girò subito le spalle. Così, il 20 settembre 2003, all’esordio della Creatura, c’era forse più stampa che altro, quella sera.
Oltretutto il calendario della B1 era stato beffardo, perché mise subito in programma un derby con il Gira Ozzano, che da anni navigava in quelle lande all’ombra delle big cittadine, e che in panchina aveva quel Mauro Di Vincenzo che, sulla panca Fortitudo, qualche soddisfazione contro la Virtus se la era anche presa, negli eighties. Mai vista tanta stampa, collocata come sempre in una specie di galleria sopra il campo accanto a bambine che giocavano a pallavolo, mentre gli spalti erano gremiti, non certo però di tifosi Virtus.“Avevate Danilovic, avevate Nesterovic, ora siete qui in serie B” vociava la curva ozzanese, probabilmente rabboccata da non abituati alla zona, dato che di solito l’età media di chi stava dietro gli striscioni arancioneri non andava oltre i 14 anni. E, il pubblico Virtus, era composto poi soltanto da pochi simpatizzanti di Consolini e niente altro. La partita venne vinta dal Gira, 68-65, e lì iniziò il percorso della ’34. Che il primo anno giocò al Paladozza, quasi sempre nel vuoto assoluto (anche perché i prezzi dei biglietti avrebbero reso filo-sabatiniani anche i parenti stretti di Consolini, forse) mentre dall’altra parte era chiaro che il 99% della popolazione Virtus aveva scelto altro. L’anno dopo Sabatini rilevò la ’34 con l’idea di renderla una specie di nursery per i giovani bianconeri, ma alla fine ci andarono a giocare tanti reduci della Salus oltre a qualche vecchia gloria bipartizan (Barbieri, Orsini) e un giovanissimo Luca Vitali già affrancatosi dalla V nera. Giocarono un anno a Budrio, per poi sparire nell’oblio.
Per la cronaca, il tabellino di quella, quasi storica, partita.
Camst Ozzano – Virtus 1934 68-65
(16-19, 31-31, 50-49)
Ozzano – Berdini 2, Bucci 22, Agostini 6, Rinaldi 14, Alberti 2, Palmieri 8, Raschi 6, Zanella 4, Basei 6.
Virtus1934 – Angiolini 15, Benzi 12, Pilutti 7, Amoroso 2, Cantarello, Sorrentino, Cotugno 5, Perego 8, Fiasco 16.
MI RITORNI IN MENTE: PUNTATA 13
di Enrico Faggiano - www.bolognabasket.it - 14/04/2013
Ah, quella estate. Abbiamo già raccontato in un altro amarcord la prima della Virtus 1934, ma è chiaro che non ci fosse solo quello, nel 2003, anzi… Anzi, c’era un Progresso Castelmaggiore che, come descritto, aspettava con motivazioni e sentimenti diversi: da un lato c’era la proprietà, che stava facendo i conti su quanto avrebbe potuto tirare su dalla faccenda Sabatini, dall’altro una squadra che stava andando in chiara crisi di identità. D’altra parte si era iniziata la preparazione come Bignami, con maglie rossoblu e idee per riproporre i miracoli dell’anno prima, e di punto in bianco ci si ritrovò altrimenti vestiti e altrimenti seguiti. La prova fu all’esordio, quando al Memorial Scopa di Ferrara, a metà settembre, il gruppo andò in campo totalmente dimentico di quel che era: fuori Pilutti, reo – pare – di eccessiva fortitudinità, dentro gente come Vitali e Brkic che non sapeva ancora come essere collocata, e Paolo Barlera di cui il Progresso avrebbe voluto ripetere il prestito dell’anno prima, ma che non sappiamo a chi chiederlo, diceva la dirigenza castellana: a quel punto, il problema non si poneva più. Ma spiegateglielo, che le nuove maglie erano bianconere, che quando l’arbitro diceva rimessa Futurvirtus parlavano di loro e non di altri, che in tribuna c’era nientemeno che Sergio Scariolo ad annusare l’aria, e che i tifosi non erano più quei pochi a cui erano stati abituati. Terminò con un ingiusto massacro (76-102, e il tabellino fu questo: Ceresi 5, Venturoli 1, Noferini 0, Brkic 10, Vitali 0, Cummings 21, Masieri 16, Pampani 0, Barlera 5, Harrelson 6, Di Marcantonio 9, R. Giovannoni 3), mentre il giorno dopo, pur sconfitti contro Imola, qualcosa andò meglio: 82-85, e Ticchi a dire “La condizione emotiva è difficile, aspettiamo”. Intanto, i primi acquisti della gestione Sabatini si presentarono: il mediocre McCormack, e un Tony Williams che, a Reggio Calabria, una roba simile l’aveva già vissuta.
Il 28 settembre 2003, il Palamalaguti si riempì attorno a quota cinquemila, chi più chi meno. Noi non molliamo mai, vergava la curva, assieme ad un Un anno col soprannome non cancella la passione che spiegava facilmente come, pur di vedere del basket con una V nera addosso, ci si poteva innamorare anche subito di quei semisconosciuti che, fino a pochi giorni prima, erano pronti ad esordire, contro Pavia, ma al Paladozza, come Castelmaggiore, in tutt’altra dimensione. Partita sofferta, come capitava spesso l’anno prima, poi a sparigliare ci pensarono quelli che dovevano: 14 in un quarto di Leandro Masieri, che con 4 triple ricordò ai tifosi Virtus che lui, l’anno prima, l’armata bianconera di Madrigali l’aveva già battuta due volte (in uno scrimmage, e in una amichevole aperta al pubblico), e poi Vonteego Cummings, pescato dal duo Santucci-Ticchi per fare il Gerrod Abram magari senza le stesse bizze, finendo con Brkic. Vittoria, festa per tutti: “A volte il fritto misto è meglio di altri piatti pregiati ma avariati”, gongolò Ticchi, mentre Vonteego spiegò la situazione:“Sono arrivato come Castelmaggiore, ora è Virtus. Ma a me interessa giocare a pallacanestro, e qualunque sia il nome della nostra squadra è sempre uno sport 5 contro 5. Non importa contro chi giochiamo: noi vogliamo giocare a basket, vincere, per cui sono soddisfatto. So cos’è la Virtus, per cui sono contento di fare parte del processo di ricostruzione. Ho amato il modo in cui il pubblico ci ha sostenuti”.
Durò poco, perché la squadra iniziò a sentire l’eccessiva pressione, e Sabatini decise che c’era da rinforzare la squadra, con arrivi quasi settimanali e inevitabili cessioni. Saltò anche il coach, preparato per un lavoro che si era trasformato, per fare posto ad un Alberto Bucci che non esaltò, a dire il vero. Venne firmata una squadra intera completamente nuova (Zanus Fortes, Li Vecchi, Niccolai, Podestà, Smith, Brunson, Pelussi), la promozione non arrivò, ma intanto i nomi di quelli che vinsero la prima partita del dopo Madrigali erano già entrati, a modo loro, nella storia.
UNA SFIDA SENZA STORIA
di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 06/12/2020
I primi incontri tra Virtus e Dinamo Sassari si disputarono in Legadue. Era la stagione 2003/04 e le due società arrivavano da cammini opposti. I sardi neopromossi ritrovavano quel campionato dopo la retrocessione del 2000; i bianconeri dopo la sconvolgente estate in cui avevano perso l'affiliazione, si ritrovarono a giocare in una serie inferiore, sotto le vesti di Carisbo Castel Maggiore, con una targa Futurvirtus a richiamare la tradizione. La gloriosa Virtus affrontava un torneo diverso dal massimo campionato di basket per la prima volta dopo la promozione in Divisione Nazionale del 1934. La speranza era di restare un anno solo in purgatorio, proprio come successe alla Virtus settant'anni prima, quando esordiente in un campionato nazionale, la Prima Divisione, ottenne la promozione appunto il 15 luglio 1934. Poi in realtà le cose non andranno così e il ritorno in serie A si avrà solo nella stagione seguente. Il 23 novembre 2003 la Virtus va in Sardegna. La squadra bolognese è reduce in campionato dalla vittoria con Rimini, ma ha già perso cinque delle prime nove partite e la panchina di coach Ticchi non è molto salda. Anche perché la Carisbo disputa in quella stagione l'ULEB Cup e, dopo la bella vittoria d'esordio a Badalona, i bianconeri sono stati battuti in casa dai belgi del Pepinster, proprio due giorni dopo la vittoria con Rimini. Nella gara europea è stato fuori il migliore giocatore della squadra felsinea, l'americano Charles Smith, che in Sardegna rientra, mentre mancano due che la gara di coppa l'hanno giocata: Barlera e Martin, il primo fuori tre mesi per rachide lombare, il secondo bloccato dalla pubalgia. Bologna parte con McCormack, Cummings, Williams, Smith e Pelussi nei primi cinque, ma i sardi vanno subito sull'11-4 al 4'. Smith e Brkic ricuciono e l'americano (5 su 5 da tre fin qui) sorpassa 21-23, parziale di 10-19. Rolando e Di Giuliomaria reagiscono, 27-23 (il primo quarto si era chiuso 24-23). La Virtus trova sei punti di Tony Williams e due preziose bombe di Niccolai, per un 12-0 che porta la squadra di Ticchi sul +11. All'intervallo, 44-33 per la Virtus, e netta supremazia anche sotto canestro, nonostante l'assenza di Barlera. Alla ripresa del gioco, Williams inchioda con una schiacciata il +13, ma i ragazzi di Ciani non si danno per vinti. Tornano in campo Rotondo e Di Giuliomaria, che spingono la Dinamo fino a -9. La Virtus resta ferma a quota 49 per qualche minuto, poi la sbloccano Cummings e Williams, e si torna a +13, 53-40. Sassari si affida alla panchina, e con Eppheimer e Carrizo si riavvicina ancora, fino al -6 al 29'. A dar respiro alla Virtus è ancora Smith, che con la sua settima bomba, sigla il 52-61 di fine terzo quarto. Negli ultimi 10' la Virtus gestisce il vantaggio, subendo un solo riavvicinamento sul 58-63 a inizio quarto, vanificato da una reazione imperiosa del duo Smith-Williams. La nona bomba di Smith (su 15 tentate) ipoteca la gara sul a meno di 2' dalla sirena, ed è proprio Smith a segnare l'ultimo cesto virtussino della serata, che coincide con il suo trentunesimo punto, finale 72-81. La vittoria non basta a salvare la panchina: al posto di Ticchi arriva Alberto Bucci, al suo terzo arrivo sulla panchina bianconera. Nella prima occasione, anni '80, aveva vinto uno scudetto e una Coppa Italia, nella seconda, anni '90, due scudetti, senza trascurare il contributo alla Coppa Italia 1997, che fu poi vinta dal suo sostituto Brunamonti. Turbolenta anche la vigilia della gara di ritorno, in programma a Casalecchio il 22 febbraio. Da poco meno di un mese è mestamente terminata l'avventura europea, solo tre vittorie, come Pepinster e Bonn, lontani dalle prime tre qualificate, Zeleznik Belgrado, Hapoel Gerusalemme e Joventut Badalona. In campionato la squadra di Bucci viene dalla sconfitta di Rimini e da un malumore diffuso: dopo uno scrimmage contro Montecatini, per volere di Sabatini (ma contro il parere di Bucci) tutti in ritiro a Castelnovo ne' Monti, dove c'è, però troppa neve e si ritorna subito a casa. Mai nevicata fu più propizia per superare una situazione critica. Contro Sassari apre le danze Niccolai dai 6.25, ma la Dinamo dimostra subito di non essere venuta in gita di piacere, tanto che dal 5-2 bianconero si passa all'8-5 esterno segnato da McGhee. Dall'8-8, frutto della prima bomba di Smith, la Virtus subisce una flessione evidente: in quasi cinque minuti Sassari infila un 8-0 coronato da un gran canestro di Rotondo. Fin qui la Virtus ha 5 su 16 al tiro e 6 rimbalzi contro 11, 8-16. Dopo una palla persa da uno sbiadito Cummings per infrazione di cinque secondi Bucci inserisce McCormack (11 punti con 1 su 1 da tre, 2 su 4 da due e 4 su 6 in lunetta) che mette ordine, ma ad interrompere il digiuno dei suoi è ancora Smith: a fine primo quarto 10 dei 13 punti di squadra sono suoi e alla fine ne avrà 33 con 7 su 14 da due, 3 su 6 da tre e 10 su 11 ai liberi, 7 rimbalzi, 6 recuperi e 43 di valutazione. I sardi allungano nuovamente 13-22 dopo aver chiuso il primo quarto 13-18, poi massimo vantaggio sull'11-23 a 8'50", ma la Virtus si scuote in fretta, e le bastano appena due minuti per riprendere gli avversari a quota 24, con bomba della mano glaciale di Niccolai e un buon contributo di McCormack. A metà quarto Smith riprende per mano la squadra, con sette punti di fila e un'ottima presenza difensiva. Due triple filate di Carrizo consentono a Sassari di non perdere il contatto: solo nel finale, con un break di 8-2, la Virtus allunga e va al riposo sul 43-37, 21 punti di Charles Smith. Dopo l'intervallo un 4-0 bianconero fa ben sperare, regalando ai padroni di casa il massimo vantaggio sul 47-37. Ciani rimette in campo Di Giuliomaria, che fa penare i pari ruolo bolognesi, e Sassari recupera lentamente, fino all'aggancio, che avviene sul 53-53 al 26', ad opera di Agostini. Pelussi e Podestà si vedono fischiare il quarto fallo, e Bucci gioca la carta Brkic. E' proprio il capitano (6 su 6 ai liberi nell'ultimo quarto come pure Williams) ad accendere la miccia per un break importante a inizio ultimo quarto, con 2 liberi e una schiacciata in contropiede: poi, bomba di Williams, cesto di Cummings (il primo della partita) e tripla di Niccolai, completano il 12-0 che lancia la Virtus al massimo vantaggio, 72-60, a 6'45" dal termine. Sassari non trova più la via del canestro, segnando solo sei punti in sei minuti, grazie anche alla difesa a zona di Bucci, piuttosto incisiva nella seconda parte del match. Si allunga anche fino al +16, sull'80-64, poi i verdi recuperano qualcosa, ma a partita già praticamente chiusa.
VITTORIA E CAMBIO DELLA GUARDIA
Diciotto anni fa, grazie a uno scatenato Smith, la Virtus vinse a Sassari ma per coach Ticchi non bastò, e la società richiamò Bucci. La sfida in seire A2 finì 72-81
Torniamo indietro di diciannove anni, avanziamo di otto giorni il calendario e quello cestistico di una giornata: ci ritroviamo così alla sesta giornata del campionato di Serie A2 del 2003-04, il 7 novembre 2003. La Virtus gioca in Sardegna, a Sassari. Manca il capitano, quel Barlera che Sabatini volle leader, come linea di continuità tra la fortissima Virtus del passato e quella che stava lentamente rinascendo dopo le vicissitudini dell’estate 2003. Per il capitano
la diagnosi è rachide lombare, tempi di recupero individuati in tre mesi, ma in realtà starà fuori due anni per il ritorno di un infido male già comparso nel 2000, che lo condurrà alla triste fine nel 2009. C’è invece Smith che aveva saltato la gara di Uleb contro il Pepinster per la rotazione fra gli stranieri, perché in coppa possono giocare solo due extracomunitari. Bologna parte con McCormack, Cummings, Williams, Smith e Pelussi nei primi 5, ma i sardi vanno subito sull’11-4 al 4’. Smith e Brkic ricuciono e l’americano (5 su 5 da tre fin qui) sorpassa, 21-23, parziale di 10-19. Rolando e Di Giuliomaria reagiscono, 27-23 (il primo quarto si era chiuso 24-23). La Virtus trova 6 punti di Tony Williams e due preziose bombe di Niccolai, per un 12-0 che porta la squadra di Ticchi sul +11. All’intervallo, 44-33 per la Virtus, e netta supremazia anche sotto canestro, nonostante l’assenza di Barlera. Alla ripresa del gioco, Williams inchioda con una schiacciata il +13, ma i ragazzi di Ciani non si danno per vinti. Tornano in campo Rotondo e Di Giuliomaria, che spingono la Dinamo fino a -9. La Virtus resta ferma a quota 49 per qualche minuto: la sbloccano Cummings e Williams, e si torna a +13, 53-40. Sassari si affida alla panchina, e con Eppheimer e Carrizo si riavvicina ancora, fino al -6 al 29’. A dar respiro alla Virtus è ancora Smith, che con la sua settima bomba, sigla il 52-61di fine terzo quarto. Negli ultimi 10’ la Virtus gestisce il vantaggio, subendo un solo riavvicinamento sul 58-63 a inizio quarto, vanificato da una reazione imperiosa del duo Smith-Williams. La nona tripla di Smith (su 15 tentate) ipoteca la gara a meno di 2’ dalla sirena, ed è proprio Smith a segnare l’ultimo cesto virtussino della serata, che coincide con il suo trentunesimo punto, finale 72-81. Nonostante la vittoria fu l’ultima partita di Giampiero Ticchi (oggi allenatore della Virtus femminile) sulla panchina bolognese, sostituito da Bucci, alla sua terza esperienza sulla panchina delle V nere. Bucci non esitò a buttarsi nell’avventura, sebbene il palcoscenico non fosse quello delle due precedenti esperienze, nella prima delle quali portò alla Virtus lo Scudetto della stella e una Coppa Italia, nella seconda due scudetti e una Supercoppa.
VITTORIA TARGATA BUCCI
A Casalecchio finì 93-81. Nella stagione di Legadue 2003-04 la prima sfida contro Scafati, battuta grazie alle mosse dell'amato allenatore
di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 11/12/2022
Campionato 2003/04, la Virtus, scesa inopinatamente in Legadue si trova per la prima volta come avversaria anche Scafati. Dopo la sconfitta dell'andata, Le V nere ospitano la squadra campana il 18 gennaio a Casalecchio. Podestà ha la febbre ma c'è. Aperta la gara da Esposito con una tripla: Scafati va subito 0-5, poi 7-14 e ancora 7-20, con Brantley e Powell a beneficiare della febbre di Podestà. Sono loro che scavano il break, da veri e propri padroni dell´area. L´Eurorida arriva anche a più quattordici, sul finire del primo quarto, chiuso 13-27, mentre gli americani di casa, in coppia, hanno 1 su 9. Chi smuove la Carisbo dal suo torpore è Masieri, in procinto di lasciare Bologna stando a quel che si sente in giro per il mercato, che almeno ha il merito di sbattersi anche in difesa, pur con evidenti limiti. Leo riesce a pungere anche davanti, mettendo 8 punti in otto minuti, affiancato da un Williams che prova a crescere. In contumacia Brantley, lo spauracchio diventa Stanic, che porta in giro Mc Cormack: ma anche il vice Da Luz semina Martin. Nel grigiore generale, qualche buona cosa corale, soprattutto dietro (con Masieri), riesce a riportare la Virtus a meno quattro (39-43), ma il finale è ancora dell´Eurorida, con uno 0-6 che riporta l'inerzia dalla sua parte. Meno dieci a metà, 13-21 a rimbalzo, 39% (a 62) le percentuali, 39-49 il punteggio. A inizio ripresa sei punti consecutivi di Podestà, che aveva cominciato ovviamente con le gambe molli, fanno reggere Bologna, che comunque è sotto di sei al trentesimo minuto, 61-67. Quando Esposito segna il canestro dei 10.000 punti in serie A per la Virtus sembra finita, 64-72. Bucci si aggrappa alla per la zona e le V nere risorgono, segnano in contropiede il 71-72, pareggiano a quota 74 con una tripla di McCormack, sorpassano per la prima volta ancora in contropiede con Smit a 3'18", 76-74, poi, dopo due liberi falliti da Brantley, allungano con un'altra tripla sempre di Smit, 79-74 (parziale di 15-2) e con uno scatenato Niccolai (20 punti, con 5 su 10 da tre, 1 su 1 da due e 3 su 4 in lunetta) scappano con le triple dell'82-76 (a due minuti dalla sirena) e 85-76 (a 1'33"), rovesciando anche il meno 6 dell'andata e chiudendo in scioltezza 93-81, ampliando il parziale a 29-9. Smith 30 punti, di cui 17 negli ultimi 16', 7 su 11 da due, 3 su 9 da tre, 7 su 8 ai liberi e 6 furti in 40'), di Niccolai si è detto, chi ha inciso è stato anche Pelussi, che con una capsula al dito non doveva giocare. Quando Bucci l'ha messo sul cubo, il palazzo ha rumoreggiato per il ritardo e l'argentino non è più uscito, ha messo quattro punti importanti e ha rivoltato la partita.