VEDRAN MOROVIC
Vedran Morovic in difesa
nato a: Zara (CRO)
il: 01/07/1983
altezza: 183
ruolo: playmaker
numero di maglia: 20
Stagioni alla Virtus: 2005/06
statistiche individuali del sito di Legabasket
VIRTUS, LA PRESENTAZIONE DI VEDRAN MOROVIC
di Enrico Faggiano – www.bolognabasket.it - 25/02/2006
Ancora non si sa quale numero di maglia gli verrà messo sulla schiena. Ma, è certo, che Vedran Morovic è stato tesserato, domani andrà in campo, e che potrebbe non essere l'ultima mossa di mercato in casa Virtus. A dirlo, il giorno della presentazione del nuovo play croato della VidiVici, è il patron Claudio Sabatini. "Con lui completiamo il roster, e domani giocherà. Avrà un pluriennale, e speriamo quindi che si trovi bene a Bologna, e in Virtus (e che magari impari presto l'italiano). Noi scommettiamo su di lui, che è un giovane promettente e investimento per il futuro. E useremo questa parte del campionato per inserirlo, nel lungo processo che dovrà riportare la Virtus laddove deve stare. L'ambiente è sereno, e non ci dovrebbero essere problemi nel turnover tra extracomunitari. è vero che 2 anni fa questo non fu ben accettato dai giocatori, ma lo scorso anno invece ci portò bene. Poi questa potrebbe non essere la nostra ultima scommessa della stagione, in questo mercato sempre aperto dobbiamo stare sempre attenti. E ogni mattina ci guardiamo allo specchio pensando, con umiltà, che tutto è migliorabile. Ma intanto, nemmeno domani apriremo i botteghini al PalaMalaguti, abbiamo fatto altri 180 abbonamenti toccando quota 5600, una goccia che accresce il nostro progetto e che ci dimostra quanto amore ci sia attorno a noi. Obiettivi? Ormai siamo salvi, andiamo avanti con serenità cercando di far sorridere la gente: per due anni dovevamo vincere ad ogni costo, ora siamo tranquilli e pensiamo al futuro".
Zare Markovski, poi, illustra quello che sarà il ruolo di Morovic. "Abbiamo esaminato tanto, e scelto una squadra giovane per arrivare in alto e soddisfare un palasport sempre più pieno. Lo dicevamo, una volta salvi avremmo un po' modificato i nostri obiettivi, e ora il tempo di farlo c'è. Domani non so chi andrà in campo, perchè Lang non si è allenato, ma intanto c'è questo nuovo tesseramento. La squadra necessitava di un playmaker, e questa non è una punizione per nessuno. Lui sarà un "Bonfiglio" in una partita che deve durare 3 anni. Ha buona mano da fuori, dovrebbe essere una via di mezzo tra Rodilla e DiBella, e non è detto che non ci siano occasioni per usare assetti con doppio regista".
Infine, parola a Vedran. "Occupare un posto da extracomunitario non mi dà pressione, sono abbastanza sicuro delle mie qualità, e grato a chi mi ha scelto: cercherò di dare il massimo. Ho fatto due anni in USA che sono stati importanti per la mia crescita, essendo stata la mia prima volta lontano da casa. Poi mi hanno insegnato a rapportarmi con il basket americano; questo sarà utile, dato che in Europa ne giocano tanti, di americani. Poi c'è stata Lubiana, altra esperienza di vita, terminata perchè cercavo un posto migliore dove crescere, sia sportivamente che umanamente. Avevo varie opzioni, ma alla fine ho scelto personalmente la Virtus. Qui è tutto nuovo, e sto cercando fin dall'inizio di adattarmi ad un nuovo ambiente, e ad un nuovo coach che non conoscevo sebbene veniamo entrambi da Zara. Non ho più parlato con Bagaric dopo lo scontro di Eurolega: di certo, nel derby, non penserò né a lui, né a Repesa, né alla nazionale croata, ma solo a far vincere la mia squadra”.
CONTRO AVELLINO DEBUTTO DI MOROVIC, IL NUOVO PLAY
di Marco Martelli - La Repubblica - 26/02/2006
Il ragazzo più ombroso del mondo accanto al patron più istrionico degli ultimi tempi creano l’effetto choc del sabato virtussino. Vedran Morovic e Claudio Sabatini aprono, coi crismi dell’ufficialità, un rapporto che durerà almeno un anno e mezzo, con opzione per il 2007-08, e che scatta oggi (18.15 a Casalecchio, dirette Radio Bruno e Rosso Alice) nel match interno contro Avellino. A un mese dall’ultima gara in casa, un nuovo tutto esaurito (annunciato ieri da Sabatini) accoglierà lo zaratino Vedran, 23 anni, nuovo extracomunitario della Vidivici. «Finalmente il play - attacca Sabatini -, così non scriverete più che ci manca. Non è un tampone per due mesi, ma un investimento in ottica triennale. L’ultimo ritocco? Non è detto, magari ci stanno altre scommesse. Abbiamo un altro passaporto da spendere». A Sabatini scappa, ma è pure la conferma che la Virtus continui a setacciare il mercato, anche americano: ci fosse un’occasione, ci si butterebbe.
Intanto viene inserito, come extracomunitario, Morovic, il primo croato in Virtus dai tempi di Komazec, pietra angolare per completare il mosaico ex jugoslavo, tra lo sloveno Milic, il macedone Markovski, il bosniaco Begic e i serbi Vukcevic e Gavrilovic. Debutterà oggi, probabilmente spodestando English, a prescindere dai guai fisici di Lang, anche ieri a bordocampo nell’ultima sgambata. C’è poco tempo per inserire un giocatore nuovo, pensano in Virtus: meglio allora bruciare le tappe, forzando da subito il nuovo assetto.
«Da ‘straniero’ non sento una pressione maggiore - ha detto -. Ho molta fiducia in me stesso e dico grazie a chi mi ha scelto». 23 anni, due esperienze in Eurolega con Cibona e Lubiana, nel 2001 Morovic lasciò lo Zadar per gli States. Due anni nel college di Olney Central (14 punti e 4 assist nel 2003), poi di nuovo l’Europa. «Scelsi l’America come esperienza di vita e di pallacanestro. Mi è servito per essere indipendente e mi servirà in campo: qui in Italia ci sono molti americani». Non si schioda dall’ombrosità nemmeno quando gli si parla di nazionale croata, con coach (futuribile) e centro (attuale) in Fortitudo. «Quando giocherò il derby penserò solo alla Virtus, non a loro o all’eventuale nazionale. Bagaric? Dopo quella gomitata non l’ho sentito». Il numero di maglia è ancora un mistero. A domanda, il "20" partito dal fondo della sala ha incocciato l’occhiata padronale, ancora invaghita di Sugar Richardson. In ballo il 5 e l’11, si sceglierà in mattinata. Favorito il 18 politico.
MOROVIC, PARTENZA GIUSTA «MI HA AIUTATO IL PUBBLICO»
di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 28/02/2006
Buona la prima. Vedran Morovic, il play croato che la Virtus ha ‘bloccato’ per i prossimi due anni e mezzo, ha giocato come aveva predetto Markovski. Pulito, deciso, determinato. Avellino, penultima forza del campionato, non è stato il banco di prova più duro. Però il club irpino è ‘amministrato’ da uno degli ultimi registi veri della pallacanestro italiana – Davide Bonora – e, sotto di otto lunghezze, la Virtus ha corso il rischio di incartarsi seriamente. Se non l’ha fatto è perché Pelussi (Markovski dixit) ha dato la scossa e perché Vedran ha fatto le giocate giuste al momento opportuno.
Morovic, si aspettava di partire nel primo quintetto?
Sinceramente no. E’ stata una sorpresa anche per il sottoscritto.
Messaggi di incoraggiamento, prima della gara, da parte di qualche compagno?
Sì, uno in particolare. Mi hanno detto di scendere in campo tranquillo, di divertirmi. E di cercare di sentirmi a mio agio.
Lei era fermo da qualche settimana. Difficile ritrovare il ritmo partita?
No, per me non è stato un problema ritrovare le giuste cadenze. Altro discorso, invece, ritrovarsi subito nei giochi. Devo imparare a conoscere la Virtus e i miei nuovi compagni. Servirà un po’ di tempo.
Il palazzo di Casalecchio, i nuovi tifosi. Che idea si è fatto del mondo che ruota attorno alla Virtus?
Un ambiente sereno, che mi ha sorpreso positivamente. Il pubblico ci ha sostenuto fino alla fine. Per me è stato un buon inizio.
Il suo giudizio sulla squadra?
E’ ancora presto. Sono appena arrivato, ho giocato una sola gara. Abbiamo vinto, è vero, ma non posso sbilanciarmi in questo momento. Intanto, però, mi piace sia l’organizzazione sia la serietà di questo club.
Nella ripresa è arrivato il suo primo canestro, poi una tripla. Lei passa come uno freddo: ha avuto tempo e modo per emozionarsi?
No, ma il motivo è semplice. In quel frangente non c’era tempo per le emozioni perché eravamo sotto nel punteggio. Dovevamo rimontare e il mio unico pensiero era legato a quello. Al tentativo di ribaltare il match. Come siamo riusciti a fare.
A fine gara ci sono state parole di elogio per lei. Da parte del coach, da parte del proprietario e dal suo capitano, Andres Pelussi.
Non ho letto i giornali, non ho visto trasmissioni televisive. E, in genere, cerco di estraniarmi dal ‘gossip’. Penso solo a giocare.
Lei come prima opzione, Di Bella pronto a subentrare. Alternativi o complementari?
E’ chiaro che per Fabio vale il discorso che ho fatto prima. Ho bisogno di un po’ di tempo per capire il mondo Virtus e tutti i miei compagni. Però credo che sia possibile anche giocare insieme. Insieme potremmo garantire una maggior spinta in contropiede e pure una maggiore aggressività in difesa. E non credo che, a dispetto della nostra altezza, sia possibile, per noi, difendere solo sui play avversari. Potremmo essere in grado di svolgere un ottimo lavoro anche sulle guardie.
Ieri per Vedran e per tutta la squadra giornata di assoluto relax. Oggi si torna in palestra per cominciare a preparare la sfida di domenica prossima, a Reggio Calabria, contro la Viola di Arthur James Guyton, uno degli uomini della promozione Virtus in serie A: i calabresi, già di questi tempi, sono all’ultima spiaggia.
MOROVIC SCALPITA AI BOX «VIRTUS, TI DARO' UNA MANO»
di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 17/03/2006
Vedran Morovic e Kris Lang stanno a guardare. Entrambi restano in forse per la trasferta di Cantù (che intanto ha ingaggiato Doremus Bennerman, già visto all’opera a Roma e poi a Teramo), ma le condizioni più preoccupanti sono quelle dello statunitense. L’ex giocatore di Malaga non si allena da quasi un mese per la fascite plantare: la Virtus potrebbe decidere di fermarlo. Chi scalpita per rientrare, invece, è Morovic: in passato non gli era mai capitano una contrattura (alla schiena) del genere, capace di costringerlo a disertare due partite consecutive. «Restare fuori mi dispiace – dice – perché non posso aiutare i compagni. Però la Virtus vince e diverte lo stesso e questo è un bel punto di partenza». Per Vedran terapie e allenamento differenziato, ma ancora qualche dubbio sulla data del rientro.
«Sinceramente non lo so nemmeno io – ammette – ogni giorno che passa sto meglio, ma non abbastanza per poter essere utile».
Non gioca, Vedran, ma osserva e assimila. Comincia a parlare qualche parola di italiano, ha preso coscienza del gruppo nel quale è stato inserito. «I miei compagni sono perfetti – sottolinea – credo che tecnicamente la Virtus sia una squadra con tanto talento. Io devo prestare attenzione, perché devo inserirmi in un sistema che funziona, e funziona bene, da diversi mesi. Per questo devo mettermi al servizio del gruppo».
La Virtus ha bisogno di lui perché Di Bella, in regia, è troppo solo. Morovic assapora il momento del rientro. «Sono venuto qua per dare una mano alla Virtus. Credo di poter essere utile alla causa e di poter, con il mio gioco e le mie caratteristiche, migliorare il gruppo.
Non so dove potremmo arrivare. Questo, però, lo posso confermare, è un gruppo serio che prepara con grande scrupolo ogni partita. Ci concentriamo su una sfida per volta e, ora, dobbiamo pensare solo a Cantù».
Giornata di saluti, ieri, per Nacho Rodilla. Il play spagnolo ha transato il contratto. Ieri, commosso, ha stretto tante mani, scambiato abbracci e pacche sulla schiena. Prima di tornare in Spagna, però, si fermerà qualche giorno ad Avellino dove ha lasciato tanti amici.