MAGLIA E SIMBOLI

DI MAGLIA CE N'È UNA SOLA

Il racconto della storica canotta delle V Nere. Dal 1933 ai giorni nostri una grande storia d'amore in bianco e nero. Passano gli anni ma la sua abitudine a inseguire la vittoria è sempre la stessa

di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 16/10/2019

 

La recente presentazione delle maglie della Virtus Segafredo Bologna ha inevitabilmente riaperto il voluminoso libro dei ricordi. Il primo campionato non a carattere locale è quello del 1933/34 che vede le V nere guadagnare la promozione nel massimo campionato. I bianconeri vestono in quella stagione una maglia bianca con una V nera che sovrasta una piccola B ad indicare la matrice bolognese.

Nel dicembre 1934 avviene la fusione tra la Bologna Sportiva e la Virtus. Le due compagini erano state avversarie nei primi anni di attività a livello cittadino; ora, però la Bologna Sportiva, che per volere del podestà di Bologna Leandro Arpinati, dal 1927 raggruppava le realtà sportive bolognesi, con il crollare delle fortune politiche di Arpinati, vedeva trascinare verso il basso anche i risultati sportivi. Fu così che la squadra di calcio riguadagnò la sua autonomia e la Bologna Sportiva pallacanestro operò la fusione con la Virtus. Scompare dalle maglie la B, la V diventa più grande e sulle sopramaglie compare la scritta VIRTUS B.S.

Nel dopoguerra scompare naturalmente la denominazione Bologna Sportiva ed è tempo di scudetti, ne arrivano quattro consecutivi; la V sulla maglia torna a dimensioni più piccole, ma aumenta di spessore.

A parte piccole variazioni nella forma della V, nulla cambia fino al 1953/54, quando compare il primo sponsor, la Minganti. É un abbinamento familiare, la titolare è la signora Gilberta, con i nipoti Franco Gabrielli e Lello Zambonelli, quest'ultimo già giocatore prima della guerra, diventa poi un punto di riferimento come dirigente. Sono gli  anni di grandi campioni, Carlo Negroni, Canna, Calebotta. Nel 1955 e nel 1956 arrivano altri due scudetti, poi, dopo sei scudetti vinti, cinque dei quali in Sala Borsa, si va a giocare nel nuovo Palasport.

La Minganti accompagna la Virtus fino al 1958, nelle due stagioni seguenti lo sponsor è Oransoda, poi nel 1960 è il turno dell'Idrolitina, ma l'intervento della famiglia Gazzoni Frascara non è casuale: dal 1959 Ferdinando (figlio di Arturo, fondatore della Gazzoni e presidente onorario del Bologna Calcio) è presidente della S.E.F. e il figlio Giuseppe ne è vice presidente; quest'ultimo assumerà l'anno dopo anche la carica di Commissario straordinario della sezione pallacanestro. Come sponsor, con il prodotto Dietor, Giuseppe Gazzoni Frascara tornerà sulle maglie anche negli anni '80, più tardi la presidenza del Bologna gli darà maggiori soddisfazioni sportive, ma anche più guai finanziari e morali. La stagione sponsorizzata Idrolitina è anche quella dell'esordio europeo in una competizione ufficiale, la Coppa dei Campioni, che le V nere disputano in sostituzione del Simmenthal. Dopo un anno senza sponsorizzazione, arriva la rivoluzione: la Knorr, che funge da sponsor per tre stagioni impone maglie gialle e calzoncini verdi, ma soprattutto scompare la V.

Nel 1965/66 si avvia l'era rossoazzurra della Candy: calzoncini rossi e maglia azzurra. Il cannoniere Lombardi ha indossato entrambe le maglie colorate.

L'avvocato Porelli pone fine alla fase cromatica. Un giovane Driscoll indossa, nella sua prima esperienza bolognese, un'enorme V nera sul petto. Poi si torna ad un compromesso accettabile: il nome dello sponsor sotto la V nera. In questo caso si tratta della Norda, che rimarrà tre anni, ma è nel primo che rischia di legarsi ad un momento funesto, ma fortunatamente la Virtus evita la retrocessione negli spareggi di Cantù. È poi la volta della Sinudyne, che per dieci stagioni accompagna la squadra bolognese, rappresentando uno dei più classici casi di identificazione della società sportiva con il nome dello sponsor. Sinudyne Tv Color è più uno slogan che un prodotto, ma le maglie rimangono bianconere, gli effetti brillanti arrivano però dal campo: guidata in panchina da Peterson al primo anno arriva la Coppa Italia, al terzo lo scudetto che mancava da vent'anni, poi altri due scudetti, sei piazzamenti consecutivi nelle prime due posizioni, due finali europee. Fanno il loro esordio a Bologna in maglia Sinudyne Villalta e Brunamonti, due atleti che vedranno i loro numeri ritirati a fine carriera, ma vestono la maglia che sponsorizza televisori anche stranieri che hanno segnato un'epoca: Fultz, McMillen,

La Sinudyne vince tanto, ma non arriva alla stella del decimo scudetto, che viene guadagnata con la Granarolo Felsinea. La Knorr, stavolta in versione più classica, porta la Coppa Italia del 1989, dopo quattro stagioni di digiuno, ma soprattutto la prima coppa europea, la Coppa delle Coppe nel 1990, con uno straordinario Richardson. Ma la Knorr è ancora presente nel 1993 per l'undicesimo scudetto, quando è già in squadra Danilovic, che lascerà altri segni indelebili nella storia della V nera, in due periodi separati, prima e dopo l'Nba.

Due scudetti targati Buckler, uno sponsor ricordato anche per l'occasione in cui Danilovic e Brunamonti si scambiarono i numeri, in segno di reciproca stima, era il 4 dicembre 1994.

Arriva poi una ricca sponsorizzazione dalla Kinder, il cui amministratore delegato è quel Dorigo, una vecchia conoscenza già dai tempi dei successi con il marchio Knorr. È il periodo della Virtus da Nba: vestono questa maglia Danilovic, Nesterovic, Ginobili, Rigaudeau, Belinelli, arrivano scudetti, euroleghe, coppe Italia, 5 finali europee consecutive.

Via via il rosso guadagna spazio sulla scritta e sulla maglia, ma l'apice degli effetti speciali si ha nel 2001 per quanto riguarda i risultati: è grande slam con vittoria in Coppa Italia, campionato ed Eurolega.

Dopo il terremoto del 2003 e l'intervento di Claudio Sabatini gli sponsor si susseguono vorticosamente, a volte differenziati tra campionato e coppa. Il patron delle V nere introduce anche lo sponsor per la singola partita, come succede nella History Cup del 2005 a Milano, dove viene sconfitta la Virtus X Box; nell'aprile del 2006, in occasione dei 110 anni della Gazzetta dello Sport, la Virtus scende in campo con un'inedita maglia rosa. Ma arrivano nuove soddisfazioni:  la promozione del 2005 è targata Carisbo, la finale scudetto del 2007 Vidivici, il successo nell'Eurochallenge del 2009 Bologna Fiere, appunto sponsor solo in Europa, mentre è La Fortezza in campionato. Obiettivo Lavoro è lo sponsor legato alla retrocessione del 2016, ma è già tempo di novità, con Zanetti sponsor e proprietario, con l'immediata risalita. Al primo anno di serie A non ha fortuna la maglia gialla ideata appositamente per la Final Eight di Coppa Italia, la Virtus esce subito ai quarti, ma al secondo anno arriva la vittoria in Champions League.

L'avvento dei co-sponsor ha invaso la maglia, la V nera è sempre più piccola, ma il suo spirito e la sua abitudine a inseguire la vittoria sono sempre quelli degli albori.


 

La Virtus 1933-34 promossa in Divisione Nazionale

 

 

La Virtus Bologna Sportiva a Parigi nel 1938

 

Virtus 1946/47, il secondo scudetto

 

Capitan Negroni capitano e vincitore di 5 scudetti in maglia Virtus Minganti a Barcellona

 

La Virtus 1962/63, la prima colorata

 

Lombardi, Mills (coperto) e Raffaele in Fargas - Candy: è la Virtus rossoazzurra 1966/67

 

C'è anche la versione rossa con pantaloncini blu. Qui la figurina di Zuccheri del 1967/68

 

Stagione 1968/69 versione rossa

 

Cosic, Villalta e Generali, sullo sfondo McMillian. La Virtus con lo scudetto, 1979/80

 

Antonelli rossa e bianca (foto fornita dallo stesso Antonelli)


 

Un giocatore e un marchio storici: Brunamonti e Sinudyne

 

Sugar e la stella all'interno della V

 

Danilovic con il "4"

 

Danilovic e la V con la stella dentro il cerchio

 

Le Roi con la coccarda della Coppa Italia

 

Ginobili "colorato", Supercoppa 2000

 

Altre sfumature per la Supercoppa 2000

 

2001/02: maglia con coccarda e scudetto

 

Murdock con la scritta Virtus per esteso, 2002/03

 

Bluthenthal in maglia rosa per festeggiare i 100 anni della Gazzetta dello Sport: Virtus Livorno del 2 aprile 2006 (foto tratta da la Repubblica)

 

Non porta fortuna la divisa gialla per la Coppa Italia 2017/18: Virtus fuori nei quarti contro Brescia

 

Trionfo Virtus: Champions League 2018/19

 

Rare tenute, calzoncini bianchi e maglia nera: nel 1980/81 nella Sinudyne a Tel Aviv Villalta, spinto da Boatwright, contende il pallone a Bertolotti, dietro al quale osservano Berkowitz e Valenti; Fultz della Norda contro Stefanini nel derby 1971/72

 

 

Maglia di Carlo Negroni

 

La maglia numero 7 che indossò Nannetti nella formazione juniores della stagione 1957/58

(foto fornita dallo stesso Annibale Nannetti)

 

Maglia di Ettore Zuccheri (foto fornita da Giorgio Moro)

 

Maglia di Ettore Zuccheri (foto fornita da Antonio Pasquali, che la indossò in seguito nelle giovanili)

 

Maglia indossata nelle giovanilida Maurizio Termanini (foto fornita dal figlio Davide)

 

Maglia di Gianfranco Lombardi 1966/67 (foto fornita da Andrea Vignudelli)

 

Maglia di Gianfranco Lombardi 1968/69 (foto fornita da Andrea Vignudelli)

 

maglia di Cosmelli (foto fornita da Andrea Corsini)

 

Maglia di Giorgio Buzzavo 1970/71 (foto fornita da Andrea Corsini)

 

Canotta Norda (foto fornita da Anna Maria Trombetti)

 

Maglia di Gigi Serafini 1973/74 (foto fornita da Andrea Corsini)

 

Canotta Sinudyne (foto fornita da Alessandro Gentilini)

 

Maglia di Caglieris indossata nella vittoria a Varese il 4 aprile 1976 (foto fornita da Salvatore Moro)

 

Maglia di Piero Valenti 1979-80 (foto fornita da Andrea Corsini)

 

Maglia numero 10 Sinudyne, versione bianca e nera (foto fornita da Andrea Corsini)

 

Maglia di Aldo Tommasini (foto fornita da Andrea Ruggeri)

 

Maglia Sinudyne rossa (foto fornita da Andrea Corsini)

 

Maglia di Renato Villalta 1983/84 (foto fornita da Andrea Ruggeri)

 

Maglia di Jan Van Breda Kolff fine stagione 1983/84 (foto fornita da Andrea Vignudelli)

 

Maglia di Richardson (foto fornita da Angela Galassi)

 

Maglia Richardson autografata (foto fornita da Andrea Ruggeri)

 

Maglia di Coldebella

 

Maglia di Danilovic

 

Maglia di Danilovic, firmata nel 1999, in occasione del 70 anniversario delle prime gare giocate dalla Virtus Pallacanestro, dalla prima squadra e dai campioni del passato (foto fornita da Elena Benchimol)

 

Maglia di Rigaudeau

 

Maglia autografata di Ginobili (foto fornita da Elena Benchimol)

 

Maglia di Davide Bonora (foto fornita da Rossella Minelli)

 

Maglia All Star Game Junior (foto fornita da Elena Benchimol)

 

Maglia addio al Basket Binelli (foto fornita da Andrea Ruggeri)

 

Canotta promozione 2017

 

Maglia di Elisabetta Tassinari 2020/21 (foto fornita da Giovanni Paganelli)



 

GLI ALLENAMENTI DI DAN PETERSON E LE MAGLIE ROSSE FATTE FARE DA DRISCOLL

di Massimo Antonelli

 

Cari amici questa double-face rossa e bianca è storica.
Se ricordo bene su suggerimento di Dan Peterson la Virtus incaricò Terry Driscoll che le fece fare a Boston e le portò direttamente dagli USA.
Ho mille ricordi sulle battaglie, vere, tra quintetto bianco (quello che di solito iniziava le partite la domenica) e quintetto rosso, un livello di agonismo altissimo che spesso generava risse quasi al limite del non controllo.
Quell’aggressività la creava ad arte coach Peterson che spostava a turno 1 o 2 giocatori dal quintetto bianco, sulla carta quello più forte, a quello rosso.
Metteva un tempo tipo di otto minuti, e punteggio sotto di due, tre, quattro punti per il quintetto debole (molti di voi si chiederanno, come? Più debole e sotto di punteggio?)
Ma non finiva qui, se ricordo bene fischiava subito un paio di passi, totalmente inesistenti, e uno o due falli inesistenti al quintetto debole.
Allora non capivo cosa c’era dietro a tutte queste pseudo ingiustizie.
Diventando allenatore col tempo ne ho capito la filosofia.
Coach Peterson lo faceva per scaldare gli animi all’eccesso dei ragazzi del quintetto debole che sicuramente non potevano menarlo e quindi se la rifacevano scatenando tutta la rabbia e l’agonismo sui malcapitati del quintetto forte che si trovavano a vedersela con delle furie non più umane.
Per chi perdeva Suicidio, tutte le linee del campo in meno di tot secondi, se tutta la squadra non ce la faceva ripetevano tutti, anche qui altra “nervatura” sotto stress  con quelli che sfottevano fuori campo e con quelli che non rientravano nei limiti.
Se coach Dan vedeva che non era andata come voleva, altra regola, aiuto mi fanno male le gambe solo a ricordarmelo, un minuto di scivolamenti per ogni punto di scarto.
Cari amici possiamo dare atto a coach Dan Peterson che negli allenamenti sapeva creare il clima partita?

 

 

MAGLIE RITIRATE

 

LA VU NERA

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

Il simbolo è sempre stato la lettera V, nera su sfondo bianco (o bianca su sfondo nero nella tenuta da trasferta). Prima che la Virtus Pallacanestro Spa si rendesse autonoma dalla polisportiva SEF Virtus, il simbolo conteneva anche quattro effe disposte a croce, iniziali di Forte, Franco, Fermo e Fiero, le quattro virtù del vero sportivo, presenti sullo stemma della casa madre non dalla fondazione, 1871, ma da due anni dopo.

Con l'esordio, nel 1933/34, in 1ª Divisione, la Virtus presenta sulle maglie un simbolo costituito da una V sovrastante una B. Negli anni quaranta il simbolo presente sulle divise era solitamente una semplice V dagli spigoli molto acuminati; a partire dalla stagione 1953/54 la Virtus Minganti presenta sulle maglie una V dall'aspetto vero e proprio di un carattere tipografico con grazie (occasionalmente utilizzato però anche in precedenza, ad esempio nella stagione 1939-40), mantenuto poi per tutti gli anni sessanta e settanta. Il passaggio tra i due tipi di simbolo non è netto, in quanto nella stagione 1958/59, ad esempio, sulla divisa si ripresenta la V più semplice. Dopo il 1984 è stata aggiunta la stella d'oro, simbolo del decimo scudetto: prima essa era apposta separatamente sul petto; con la stagione 1988/89 la stella passa all'interno della V, poi nel 1996/97 la Vu nera sovrastata dalla stella è stata racchiusa in un cerchio. I due bracci della V non sempre sono stati simmetrici: a metà anni novanta la V era più simile al carattere tipografico, con il braccio sinistro spesso e quello destro sottile.


 

STEMMI

 
anni '30
 
anni '40
 
1953/54
 
dal 1984/85
 
 
Dal 1996/97 la stella passa all'interno della V, qui nella versione bianca su sfondo nero
 
 
stemma attuale

  STEMMI CASA MADRE