DAVID BRKIC
nato a: Cesena
il: 19/07/1982
altezza: 210
ruolo: ala
numero di maglia: 17
Stagioni alla Virtus: 2000/01 - 2001/02 - 2002/03 - 2003/04
statistiche individuali del sito di Legabasket
palmares individuale in Virtus: 1 scudetto, 1 Coppa Italia, 1 Euroleague
UNO SCUDETTINO SOGNANDO DI DIVENTARE DANILOVIC
David Brkic, serbo nato a Cesena, ha trascinato la Kinder cadetti alla vittoria. Con Barlera è la speranza bianconera degli anni 2000. "Sasha è il mio modello. Cerco di mitarlo, ma sarà dura arrivare ai suoi livelli. Ringrazio Sanguettoli. Mi mise fuori rosa, ma la lezione è servita e sono cresciuto"
di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 17/06/1999
Compirà 17 anni il prossimo 19 luglio. È un ragazzino lungo lungo: 210 centimetri, con un'apertura alare incredibile. Pesa solo 80 chili, ma di lui - se continua così - sentiremo parlare presto. Anche perché il suo modello è Sasha Danilovic. E allora scopriamo chi è David Brkic, il gemello di Paolone Barlera, i due lunghi su cui la Kinder e Marco Sanguettoli hanno costruito le loro fortune e l'ultimo titolo italiano cadetti.
Prima di tutto ci dica se lei, David Brkic, è italiano.
"Sono nato a Cesena nel 1982. Papà Milan e mamma Vinka sono serbi ma, alla fine degli anni Settanta decisero di trasferirsi in Italia. E da allora sono sempre rimasti a Cesena".
Problemi di passaporto: lei, per ora, risulta serbo nato in Italia. Una situazione anomala che ha costretto la federazione a qualche acrobazia. Ha giocato in nazionale. Ma solo tornei non ufficiali, giusto?
"È andata così fino ad ora. Ma se tutto va bene la questione sarà risolta entro fine luglio. E se la nazionale chiama non ci saranno problemi".
Un serbo nato in Italia. Considerando i talenti che sono sbocciati oltre Adriatico non è pentito della scelta dei suoi genitori?
"No, qua sto molto bene. Sono felice. Lo scorso anno sono stato a Belgrado, per un camp, con l'allenatore delle giovanili del Partizan. Tutto molto bello, ma l'Italia è un'altra cosa".
Genitori serbi e parenti in Jugoslavia: la guerra è finita?
"Eravamo preoccupati. Non tanto per i nonni che abitano in una zona lontana dai bombardamenti quanto, piuttosto, per gli zii. Non siamo riusciti a metterci in contatto con loro per un mese. Ma ora è finita".
Campione d'Italia: cosa è cambiato in lei?
"Assolutamente nulla".
Non vola troppo basso?
"No. Resta solo la soddisfazione per aver raggiunto questo risultato dopo quattro anni di lavoro e di sacrifici. E poi..."
Sì?
"Due anni fa perdemmo la finale tricolore allievi con l'Abc Varese. Una sconfitta che avevamo legato al dito. Abbiamo ottenuto la rivincita grazie a Marco".
Ovvero Sanguettoli. Parliamo del coach.
"Gli devo molto".
Perché?
"Mi aiuta acrescere ed è un ottimo allenatore. Ricordo i miei primi tempi a Bologna: mi laciò fuori un mese. Una lezione che mi è servita".
Punito, e perché?
"Avevo un caratterino...E non ero abituato ancora a certi ritmi. Gli devo veramente molto. Spero di continuare a lavorare con uno come lui".
Modello?
"Danilovic. Lui ha lavorato con noi quando doveva recuperare dopo l'infortunio alla caviglia. Qualche volta sono stato aggregato alla prima squadra. Mi dice cosa fare, come lavorare. Mi aiuta. Cerco di imitarlo in tutto e per tutto. Anche di risultare più pericoloso come esterno.
Avremo dunque un Danilovic di 210 centimetri?
"Ci spero, ma sarà dura".
E Messina?
"Mi ha detto che come '82 sono promettente. Ma che devo lavorare parecchio. A cominciare dalla difesa, il mio punto debole".
Studia?
"Sto studiando ragioneria, da privatista. Sto facendo seconda e terza insieme. A fine mese ho gli esami".
Vive in foresteria, si allena tutti i giorni e studia. Le resta il tempo per divertirsi?
"Certo. Magari non cerco legami troppo impegnativi con le ragazze. Se voglio arrivare in alto devo lavorare con scrupolo".
Programmi immediati?
"Il 23 giugno, a Barcellona, ci sarà il camp europeo della Nike. Ci saremo io e Barlera. E Zucchetti del Dentesano e Sottana della Benetton. Poi dipenderà".
Da cosa?
"Dalla maglia azzurra. Se andrò in nazionale bene, diversamente abbiamo già preparato un piano con il prof".
Pesi?
"Ovvio. Sono ancora molto secco. Con Grandi cercheremo di irrobustire le braccia. Per le gambe, invece, ci sarà tempo".
BRKIC, IL MARCHIO DELLA V NERA
"Sarei folle se pensassi alla Nba, la mia ambizione è solo diventare un uomo Virtus"
di Mario Becca - Il Resto del Carlino - 26/08/2002
"I miei obiettivi? Uno solo: essere uomo Virtus". Il ventenne David Brkic ha idee precise e non fa voli pindarici neanche dopo le belle parole che coach Tanjevic ha speso su di lui. È entrato in quintetto contro Reggio Emilia ed ha giocato con grande determinazione e freddezza.
"L'ho saputo solo pochi minuti prima della palla a due che sarei entrato subito in campo. Ho cercato di nasconderlo, ma ero molto emozionato. Sì, anche soddisfatto per la gratificazione che mi ha dato il coach dopo aver visto il mio impegno negli allenamenti". Il giovane talento virtussino fin da quando Messina lo richiamò dal prestito al team di Vienna ha sempre offerto prove positive ed ha evidenziato un evidente crescendo che ha portato la società a confermarlo nonostante le numerose richieste. "So che sono giunte offerte da squadre di A1 e A2, ma mi risulta che i miei dirigenti non abbiano mai aperto delle trattative per cedermi e questo mi stimola a dare sempre il massimo". David Brkic sarà dunque una pedina utile a Tanjevic anche dopo l'arrivo di Bell e di una altro esterno (Meneghin?). "So che avrò un minutaggio non alto, ma starà a me dimostrare di meritarne sempre più. Come ho detto il mio obiettivo non è l'NBA, sinceramente non ci penso proprio e sarebbe follia il contrario, ma arrivare ad essere considerato un uomo Virtus, come è ora Rigaudeau. Essere cioè un giocatore fondamentale per la squadra e magari un giorno un simbolo delle V nere".
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DAVID BRKIC, PROTAGONISTA DECISIVO
di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 01/10/2003
Decisivo come mai gli era successo. La prima volta è sempre dolce: David Brkic vorrebbe che non fosse l'ultima. Perché il pubblico dell'altra sera gli ha fatto scoprire emozioni nuove.
IL KILLER. «Gregory mi marcava da un po'. Lui è più piccolo: Ticchi mi ha dato fiducia e non ho avuto paura. Sentivo che quei palloni sarebbero finiti dentro. È stata la prima volta, anche perché in passato…».
LA SCELTA. «Ho accettato di scendere in Legadue perché avrò più minuti. Se stai in campo 5 minuti non puoi sbagliare, mai. Contro Pavia, invece, nel primo tempo ho perso molti palloni, banalmente. Ticchi ha continuato ad avere fiducia in me, io nelle mie possibilità».
PELLE D'OCA. «Ho giocato male, all'inizio, non mi aspettavo tanta gente. Ero felice, lo eravamo tutti, ma sentivamo la pressione. Così ho fatto qualche errore di troppo, ma non ero né deluso né arrabbiato. Ero lucido».
IL TRIANGOLO SI'. «Il sistema di Ticchi mi ha conquistato. Ci vorrà tempo per capirlo, ma coinvolge tutti. È chiaro che uno come Cummings avrà più responsabilità, minuti e tiri. Ma questo è un sistema che dà modo a tutti di sentirsi parte di un gruppo. È il sistema dei Lakers, così mi preparo… (il tono è scherzoso, ndr)».
IL TALLONE D'ACHILLE. «Faccio fatica a difendere sulle ali piccole. Me la cavo meglio con i quattro, che in Legadue non hanno tanti chili addosso. Ma posso migliorare, mi alleno con questa squadra da un paio di settimane».
LE ORE PICCOLE. «Mi hanno riferito quel che ha detto Sabatini in tivù, me l'ha ripetuto. Credo fosse un discorso preventivo. Durante l'estate, qualche volta, ho fatto le ore piccole, è vero. Ma ero in vacanza, mi ha visto Scariolo… Adesso non c'è più tempo per fare le ore piccole».
LO SPAZZONE. «Mi porto dietro quell'episodio dello spazzone, anche se quell'attrezzo non è mai passato dalle mie mani. Hanno continuato a rinfacciarmelo. Ora spero si ricordino degli ultimi minuti dell'altra sera».
GLI OBIETTIVI. «Il primo posto è difficile, ma ai playoff può succedere di tutto. Noi siamo una buona squadra e quando impareremo il sistema, con uno straniero in più…».
CASERTA, PIÙ TALENTO CON BRKIC
La Gazzetta dello Sport - 26/02/2008
Figlio di genitori di origine serba, è nel giro azzurro di Recalcati. Gran talento, lungo atipico, forte a rimbalzo, ha mano morbida ed è pericoloso anche da tre punti. Nel '98-99 comincia a giocare nel vivaio della Virtus Bologna e a 16 anni viene convocato in prima squadra. Dopo una breve parentesi all'Arkadia Traiskirchen, in Austria, si riunisce alla Virtus. Dal 2003 gioca nel campionato di Legadue dove veste le maglie di Castelmaggiore, Rimini, Ferrara, Imola e Fabriano, prima di passare a Pavia. In questa stagione viaggia a 11,2 punti e 6,1 rimbalzi di media. Nonostante la stazza, Brkic sa muoversi come una guardia. Dice di lui il tecnico pavese Giancarlo Sacco: «Deve solo imparare ad avere una maggiore mobilità di piedi e più grinta in penetrazione». Dice di sé David: «Preferisco giocare lontano dall'area, ma mi capita di fare anche il pivot. Il mio modello? Smodis, che ho conosciuto ai tempi della Virtus. Gli anni che ho trascorso a Bologna, con Messina e Consolini, sono stati quelli in cui sono cresciuto di più. Ora mi sforzo di arricchirmi nei movimenti spalle a canestro. La serie A? preferisco restare in Legadue giocando con continuità, divertendomi».