STAGIONE 2002/03

 

M. Brunamonti, Consolini, Belinelli, Smodis, Frosini, Rigaudeau, Grandi, D. Andersen, Becirovic, Tanjevic, Gagneur, Graziano, Barlera, Brkic

(foto tratta dai microfilm de Il Resto del Carlino)

Virtus Bologna

Serie A1: 14a classificata su 18 squadre (13-34)

Play-off: non ammessa

SuperCoppa: finalista (0-1)

 

N. nome ruolo anno cm naz note
6 Ruslan Avleev A 1976 198 RUS  
7 Derrick Dial P/G 1975 195 USA dal 23/10/02
8 Marco Belinelli G 1986 192 ITA  
9 Yannick Gagneur A 1980 198 FRA  
10 Mladen Sekuralac P/G 1981 204 YUG  
11 Charlie Bell G 1979 191 USA  
12 Alessandro Frosini A/C 1972 209 ITA  
13 David Andersen A/C 1980 213 DAN  
14 Antoine Rigaudeau P 1971 201 FRA fino al 16/01/03
15 Eric Murdock P 1968 186 USA dal 31/01/03
16 German Scarone P 1975 190 ITA dal 23/10/02
17 David Brkic A 1982 210 ITA  
18 Matjaz Smodis A 1979 205 SLO  
19 Luca Vitali P/G 1986 201 ITA  
20 Dejan Koturovic C 1972 210 SLO dal 17/10/02
  Paccelis Morlende G 1981 188 FRA senza disputare nessun incontro
  Matteo Brunamonti P 1984 185 ITA  
  Andrew Rice A 1980 205 GB dal 24/04/03 al 05/05/03
  Stefano Attruia P 1969 178 ITA fino al 05/12/02
  Albert Miralles C 1982 207 SPA fino al 28/11/02
  Cal Bowdler C 1977 207 IRL fino al 28/10/02
  Grigorij Khizhnyak C 1974 216 UCR senza disputare nessun incontro
Solo amichevoli: Paolo Barlera, Sani Becirovic, Slaven Markovic, Alessandro SerriUmberto Zucchini, Joey Beard
Solo allenamenti: Michael Niebling, Alejandro Escudero
             
  Bogdan Tanjevic All     YUG fino al 27/12/02
  Valerio Bianchini All     ITA dal 27/12/02
  Giordano Consolini ViceAll     ITA  

 

Partite della stagione

Statistiche di squadra

Statistiche individuali della stagione

Giovanili

IL FILM DELLA STAGIONE

Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

La stagione 2002/03 comporta molti cambiamenti: quando sembrava ormai vicino alla riconferma parte in direzione Treviso Ettore Messina, Roberto Brunamonti dimissiona quasi in contemporanea e si accasa alla Virtus Roma. I due episodi sono immediatamente susseguenti alla nomina di Gianfranco Lombardi come General Manager. Ginobili e Jaric vanno in Nba, se ne va anche Griffith, come pure Bonora. Arrivano Beard, un lungo che ha fatto faville due stagioni prima a Rimini, ma si infortuna subito e a febbraio, senza avere mai giocato (salvo una breve apparizione in un'amichevole a gennaio contro il Castel Maggiore) viene ceduto alla Viola Reggio Calabria. Prima di lui era stato messo sotto contratto triennale Grigorij Khizhnyak, accordo rescisso prima ancora di vederlo. Infortunio immediato anche per il francese Pacellis Morlende, che ha in comune con i precedenti il fatto di non aver mai messo piede in campo. Giocherà invece, un altro francese, Gagneur, arrivano poi Bell, reduce dallo scudetto con Treviso, Miralles, un giovane spagnolo formatosi nella Joventut Badalona, che resterà fino a novembre, quando sarà ceduto in prestito in lega due a Rimini, Bowdler, un irlandese già prima scelta degli Atlanta Hawks, che avrà vita ancora più breve, girato a Siena a fine ottobre, il quotato russo Avleev, il giovane talento serbo Sekularac, preso dopo che Binelli ha rifiutato il ritorno in Virtus, per un ruolo di chioccia, alla Carera dell'anno prima, e Stefano Attruia. Confermati Smodis, Rigaudeau, Frosini, il sempre più emergente Belinelli e Brkic. In corso di stagione poi ci saranno numerosi cambiamenti, in partenza, come già accennato, e in entrata. Dopo i tanti infortuni della stagione precedente, le cose non iniziano bene: Beard s'infortuna subito in allenamento e deve essere operato al piede sinistro, Becirovic accusa un problema alla caviglia nella prima amichevole, vinta contro Reggio Emilia a Porretta (86-79 con 14 punti di Frosini e 12 di Bell e Andersen) e si ferma 15 giorni, poi è il turno di Morlende che sta fermo 20 giorni per un tirotto al crociato. Nel torneo di Urbino le V nere perdono contro Pesaro e Siena giungono quarte nel torneo vinto da Treviso. A Rimini vincono i padroni di casa, mentre la Virtus è terza dopo aver perso da Reggio Emilia e battuto Pesaro, poi i bianconeri vincono il torneo di Messina, battendo Capo d'Orlando e in finale i padroni di casa, con l'esordio di Sekularac e il rientro di Rigaudeau (15 punti) fermo nella finalina di Rimini per una contrattura. Nell'atto conclusivo Miralles segna 14 punti con 6 su 7 e 8 rimbalzi, Frosini 17, conditi da 8 rimbalzi e 4 stoppate, in doppia cifra anche Andersen (14) e Bell (13). Nella supercoppa a Treviso gira il ginocchio di Rigaudeau verso la fine del terzo quarto con la Virtus già in caduta, dopo avere retto per metà gara (23-15 al 10' e 39-35 all'intervallo). A fine terzo periodo Benetton avanti 67-53 e alla fine divario pesantissimo, 100-72, ma, a parte il guaio del francese, V nere menomate, senza Becirovic, Beard, Avleev, Morlende e Smodis, ancora fermo dalla stagione precedente. Per i veneti 31 punti di Edney e 17 di Bulleri (con 6 su 7 di cui 3 su 3 da tre). Per i bianconeri 21 punti di Bell in campo per 40', ma la stanchezza gli fa anche perdere 8 palloni. Si difende Andersen con 12 rimbalzi e 11 punti.

Contro l'Olimpiakos esordio di Avleev. Rigaudeau, il cui infortunio è meno grave del previsto, si mette in calzoncini, ma non entra, come pure Sekularac, mentre Beard e Morlende sono in borghese. Bowdler c'è, fa più falli che punti, ma poi dovrà essere operato (45 giorni di stop); da maggio a settembre sotto i ferri Smodis, Becirovic, Beard e Bowdler, con possibile imminente l'operazione di Morlende, dopo il contenzioso con il medico francese. La Virtus gioca alla pari, è spesso anche avanti (dopo il 15 pari del 10', 29-25 a metà gara, 38-29 al 25', 48-46 al 30'), ma alla fine vincono i greci 63-67. Applausi per il capitano Rigaudeau e per il baby Belinelli. Sospetta microfrattura per Bell, ma all'esordio contro Reggio Calabria c'è, però mancano Smodis, Rigaudeau, Bowdler, Becirovic, Beard e Morlende. La Virtus parte 16-2 al 6', ma al 10' il divario è già dimezzato. All'intervallo lungo la Viola è a meno 4, 35-31, e al 30' un solo punto divide le due squadre, 52-51 (ma i calabresi avevano pareggiato a quota 37 al 24' e superato sul 46-47 al 28'). Il peggio però deve ancora venire, 54-61 a 6'30, 59-65 a 2'30". Due triple di Bell (18 punti, 8 rimbalzi, solo 6 su 17 al tiro ma tanta leadership), poi due assist per Frosini (11 punti e 9 rimbalzi nel giorno del suo compleanno) che prima accorcia (69-68), poi in lunetta segna il primo ma sbaglia il secondo, Avleev a 23" cattura il rimbalzo d'attacco e realizza in lunetta il libero vincente, 70-69. Negli ultimi 23" due falli della Virtus (non in bonus), poi una difesa energica su Rombaldoni che fallisce l'ultimo tiro. A Fabriano ancora senza 6 giocatori, la Virtus parte anche bene, 19-24 al 10', ma ad inizio secondo quarto subisce un parziale di 35-8 (40-12 contando la fine del primo periodo) che porta i marchigiani sul 54-32 al 19' e la gara è praticamente chiusa. Poco dopo è 'intervallo e Bologna si trova sotto 56-37, con 22 punti segnati da Bell (ne aveva già 13 sul 14-20, massimo vantaggio felsineo, nel corso del primo quarto), unico a salvarsi, che poi si fermerà lì. Fabriano che ne aveva segnati 58 nella trasferta contro Cantù, ne segna 56 in soli 20'. Verso la fine del terzo periodo bolognesi a meno 37, 80-43, al 30' 82-50 e alla fine 103-68. Contro Napoli rientra Rigaudeau e segnerà 14 punti in 27' (più del previsto), con 2 su 5 da tre, 1 su 4 da due, 6 su 6 ai liberi; con il francese il protagonista è il solito Bell, 27 punti, 3 su 8 da tre, 6 su 15 da due e, anche per lui, 6 su 6 in lunetta. Buona la partenza bolognese, 29-21 al 10', ma nuovamente l'inizio del secondo quarto è agghiacciante, un parziale di 2-18 porta i campani avanti sul 31-39. Reazione bolognese e pareggio a metà gara, 43-43. Sekularac non rientra più in campo per una contusione allo sterno, ma la Virtus sembra allungare, 59-54, la Pompea però reagisce e torna avanti sul 62-63; il terzo quarto termina 64-64. Grazie anche ad una tripla di Rigaudeau e ad uno schiaccione volante di Bell, le V nere riescono a staccare gli avversari e a vincere 83-79. Oltre a Sekularac infortunio anche per D. Andersen (in campo tra i napoletani anche l'ex bianconero Michael Andersen), in un inizio stagione devastato dagli infortuni. Rigaudeau, dopo lo scrimmage contro il Bignami, invita tutta la squadra a cena, mogli e fidanzate comprese, per cercare di cementare il gruppo Per gli allenamenti arriva Slaven Markovic, un'ala di 2 metri, classe '79, la stagione precedente in NCAA nella Wisconsin University, ma resterà poco, ma ha il tempo di perdere lo scrimmage contro Castel Maggiore a Casalecchio, perché Andersen è in campo a Varese, dove le V nere cominciano bene, 8-13 al 5', ma poi i locali rimontano e sorpassano, 23-21 al 10'. La gara continua per un po' punto a punto, poi tra il 16' e il 20' un parziale di 10-2 porta i lombardi a chiudere la prima metà gara avanti 43-33. Nei primi minuti del terzo quarto un parziale di 0-7 riavvicina i bolognesi, 45-42. Due triple di Sekularac, che aveva giocato due anonimi primi quarti, e due liberi di Frosini permettono ai felsinei di chiudere il terzo quarto sul 59-59. L'inizio dell'ultimo periodo è tutto della Metis, un 11-0 che chiude la gara, risultato finale 90-75. In doppia cifra Andersen con 17 punti, Bell 13 e Rigaudeau 11. L'esordio in coppa contro l'Asvel Villeurbanne (ex squadra di Tanjevic con la quale Boscia ha ancora un contenzioso aperto), comincia in salita, 20-28 al 10', grazie ad un parziale di 2-14. Nel secondo quarto Bologna sorpassa con 2' torridi di Rigaudeau, 2 triple e canestro più aggiuntivo, poi Gagneur con due fiondate da tre lancia le V nere sul 41-33 al 16', parziale di 21-5. I problemi nel settore lunghi, terzo fallo di Andersen al 17' e di Frosini al 19', con Miralles che gioca con una frattura al setto nasale rimediata nell'ultimo allenamento, fanno rientrare i francesi, 43-42 al 20'. Nel terzo quarto parziale al passivo di 0-15 e Asvel che vola sul 45-59 al 26'. Al 30' bolognesi a meno 12, 56-68. Rigaudeau trascina i suoi, 15 punti nell'ultimo quarto per le Roi, ma, esausto, fallisce il tiro del pareggio e Bologna perde 84-88, tra le contestazioni a Madrigali. Il capitano chiude con 24 punti, 4 su 5 da due, 4 su 7 da tre, 4 su 6 ai liberi, 2 assist e 26 di valutazione. Bell segna 20 punti, con 4 su 8 da due, 2 su 4 da tre e 6 su 8 in lunetta. Nulli gli acquisti principali dell'estate, Sekularac e Avleev. Intanto la Virtus torna sul mercato e punta a Koturovic, Dial e Scarone. Il ginocchio di Andersen non è ancora a posto e lo costringe a fermarsi 3 settimane. Contro Roseto, con Danilovic tra gli spettatori, reazione dei bolognesi, anche se dopo molta sofferenza: gli ospiti chiudono avanti i primi tre quarti, rispettivamente 22-23, 40-47 e 60-61. La difesa bolognese consente agli avversari di tirare nei primi due quarti con il 65% (82% da due). Le prospettive per l'ultimo periodo non sono buone, anche perché, oltre ai tanti assenti, hanno 3 falli Avleev, Frosini e Brkic; invece le V nere sprintano e Rigaudeau (12 punti con 2 su 4 da due, 2 su 6 da tre e 2 su 2 ai liberi) mette la tripla della fuga decisiva, 78-70, poi la gara si chiude 84-75. Migliore in campo Frosini, 21 punti, con 8 su 12 e 5 su 7 in lunetta, più 14 rimbalzi, di cui 10 offensivi. Bene anche Avleev, 19 punti, 4 su 6 da due, 1 su 1 da tre e 8 su 8 ai tiri personali, suoi anche i primi 6 punti della Virtus. Lotta e segna anche Bell, 13 punti, anche se con solo 4 su 18 al tiro (4 su 4 però ai liberi). A Madrid a mezzanotte Koturovic, neo campione del mondo con la sua nazionale, appena acquistato, raggiunge la squadra e il giorno dopo breve allenamento e partita. Il Real parte bene, Herreros attacca Brkic e segna 5 dei primi 7 punti spagnoli, 7-2. I madrileni vanno poi sul 20-13 al 7'. È da poco più di un minuto entrato Koturovic che segnerà 14 punti (con 6 su 11 dal campo e 2 su 4 ai liberi con anche 8 rimbalzi), Sekularac disputa la sua migliore gara fin qui (15 punti, 4 su 6 da due, 1 su 4 da tre e 4 su 5 in lunetta), come pure Attruia, 13 punti con 5 su 5 da due e 1 su 2 da tre, Avleev segna (11 punti con 3 su 6 da due, 1 su 1 da tre e 2 su 4 nei personali) e si fa sentire a rimbalzo, ne cattura 7 come Bell (19 punti, 5 su 8 da due, 1 su 7 da tre e 6 su 7 ai liberi); così, grazie anche alla difesa a zona, Bologna arriva a sorpassare con Bell, 38-40, e il +2 si conferma anche, poco dopo, a metà gara, 40-42, dopo avere chiuso sotto il primo quarto 25-23. Nel terzo periodo Bologna allunga con Koturovic che scava il primo solco, 55-61, poi Attruia a 3" dalla sirena di fine quarto segna da 9 metri, 59-67. I padroni di casa provano a rientrare, ma 4 punti filati di un Frosini, fin lì evanescente, e 5 di Bell, con la saggia amministrazione di Rigaudeau, permettono alla Virtus di uscire vittoriosa dal Raimundo Saporta, 73-81.

A Livorno la squadra non ripete la bella prestazione, nonostante un bell'inizio che l'aveva portata sullo 0-7 dopo 1'26" e ancora avanti a fine primo quarto, 16-21. Nei secondi 10' Giachetti segna 9 punti in 6' e porta avanti i suoi, 36-31. Da lì è un sicuro incedere toscano, 63-50 al 30' e +16 casalingo al 31'26", quando comincia una grande rimonta bolognese, guidata da Bell, coadiuvato da Rigaudeau, e così la squadra di Tanjevic ritorna in gara, 73-72 a 22", ma negli ultimi secondi decide la maggiore precisione della Mabo in lunetta e così la gara si chiude 77-73. Non bastano i 19 punti di Bell, i 17 di Rigaudeau, i 13 di Koturovic e i 10 di Frosini. In vista c'è un tuffo nel passato: la gara di coppa a Belgrado, contro il Partizan di Danilovic, poi la Benetton a Casalecchio, ovvero V nere contro Messina. Intanto arrivano anche Dial e Scarone. Con l'ingaggio dell'americano sono 5 (Dial, Sekularac, Avleev, Bell e Koturovic) gli extracomunitari e saranno 6 con il rientro di Smodis, mentre in campo ne possono andare solo 4. Prima dell'arrivo di Koturovic, Dial e Scarone già Madrigali e Lombardi avevano affermato che la Virtus aveva speso il budget più alto di tutta la serie A. I risultati non saranno in proporzione. In coppa grande esordio di Dial (entrato al 5'), 27 punti in 31', con 5 su 9 da due, 3 su 5 da tre e 8 su 12 ai liberi, con anche 7 rimbalzi. Lo spalleggia Bell, entrato in quintetto ma già con 3 falli nel corso del primo quarto, 21 punti in 33', 5 su 10 da due, 2 su 5 da tre e 5 su 6 in lunetta; va in doppia cifra anche Frosini con 11 punti. Buono anche l'esordio di Scarone (8 punti, 1 su 2 da due, 1 su 1 da tre, 3 su 3 nei personali), i due nuovi sembrano lì da tempo. Partono subito bene i bolognesi, 8-13 al 4'38", Belgrado ci prova con la zona, ma la Virtus allunga, 15-29 al 10' e 29-53 al 20'. Nel terzo periodo gli slavi producono un parziale di 14-3 e si avvicinano un po', 43-56; ma Bologna regge con una tripla di Rigaudeau, una schiacciata in contropiede di Frosini e un tap-in stellare di Dial, al 30' 49-63. Negli ultimi 10' i padroni di casa continuano il loro sforzo ed arrivano a meno 8, 60-68 a 6'52" ma negli ultimi 5' i bolognesi riportano il vantaggio in doppia cifra, grazie a Bell (triple del +11 e del 65-79 a 2'50") e chiudono 73-86. Contro Treviso la Virtus è trascinata da Rigaudeau (14 punti, 1 su 3 da due, 4 su 6 da tre e 2 assist) e Frosini (17 punti con 8 su 10 e 1 su 2 in lunetta), nei primi due quarti da Bell (15 punti totali anche se con 5 su 17 dal campo, ma con 4 su 4 nei liberi) e da Avleev (12 punti, 4 su 5 da due, 1 su 3 da tre, 1 libero su 1 e 5 rimbalzi, migliore dei suoi in questa voce insieme a Dial) fino al suo quarto fallo. Bologna, dopo un iniziale 10-17, con un parziale di 13-2 si porta sul 23-19 e da lì controlla la gara, 30-23 al 10', 49-40 a metà partita, 65-56 al 30', addirittura 72-58 su una piroetta di Bell, quando però inizia un parziale Benetton di 2-16 per il pareggio a quota 74. A 2'30" Rigaudeau mette la tripla dell'81-77, ma Langdon replica e Edney avrebbe anche i liberi del sorpasso ma ne segna uno solo, 81-81. Le Roi trova Koturovic, 83-81, ma poi il francese perde palla per 5" su rimessa, Stojic e Nicola falliscono le triple del sorpasso, Langdon commette il quinto fallo su Koturovic, Dejan mette un libero su due, ma in poco più di un secondo Treviso può solo prendere il rimbalzo, 84-81. Bowdler passa a Siena. Contro lo Slask le V nere partono con Dial, Bell, Brkic, Avleev e Frosini. Equilibrio iniziale, poi gli ospiti vanno sul 15-22, Bologna risponde con un parziale di 8-0, 23-22 (la fine del primo quarto vedeva ancora i polacchi sopra 21-22). Ancora parità a quota 23, 36 e 38, poi con Avleev la Virtus allunga e chiude la prima metà gara avanti 43-39, ma è nel terzo quarto lo strattone, nonostante la zonaccia avversaria, i felsinei, con Rigaudeau prima, poi con due triple di Bell, passano dal 55-51 al 67-51 con un 12-0. Sei bolognesi in doppia cifra, tutti con almeno il 50% dal campo: Bell, 18 punti, 7 su 12 dal campo e 2 su 2 dalla lunetta, 12 di Dial, 5 su 10 e 2 su 4 ai liberi, 11 per Koturovic (4 su 8 e 2 su 2 ai personali) e Avleev (4 su 8 e 2 su 4 ai liberi, con ben 10 rimbalzi), 10 per Sekularac con 4 su 8 e per Frosini, 4 su 7 e 2 su 3 in lunetta. Commovente lo striscione "Il dolore non ha colore. Ciao Micio" a ricordare Blasi, bandiera Fortitudo, ma che un'estate si era anche allenato in ritiro con la Virtus, scomparso in un incidente stradale. Dopo la vittoria in Coppa cena a casa Madrigali per tutta la squadra. Contro Trieste sta fuori nelle rotazioni degli extracomunitari Sekularac. L'inizio gara è tutto triestino, 8-17 al 9', poi il primo quarto si chiude sul 10-17, con la Virtus al 24% al tiro. Nel secondo periodo show di Bell, che segna 16 punti (20 dei primi 35 bianconeri sono suoi, poi non ne segnerà altri, sporcando anche le percentuali, 7 su 18 dal campo e 3 su 5 in lunetta) ed è il protagonista del parziale di 18-2 che porta avanti con sicurezza le V nere. A metà gara Bologna conduce 38-30. La Virtus poi rallenta e gli ospiti arrivano a meno 1, 42-41, ma gli uomini di Tanjevic riprendono in mano le redini dell'incontro, grazie anche a 5 punti filati di Dial (17 in totale, 7 su 16 ma anche 8 rimbalzi) 57-47 al 30'. Senza storia gli ultimi 10', la gara termina 74-56. In doppia cifra anche Avleev, 13 punti con 5 su 9 al tiro, 3 su 3 ai liberi e 9 rimbalzi, migliore rimbalzista della partita, e Koturovic, 12 punti, 5 su 10 e 2 su 3 dalla lunetta, con anche 6 rimbalzi. Scarone si sblocca con la prima tripla in campionato (una l'aveva segnata in coppa). Morandotti torna alla Virtus come responsabile dei rapporti con i tifosi. A Istanbul, contro l'Ulker ex squadra di Koturovic, Avleev c'è ma non è in grado di giocare per una borsite al tendine d'Achille accusata in riscaldamento, Rigaudeau è a mezzo servizio, ma rientra Andersen. Il migliore bianconero e l'ultimo ad arrendersi è Frosini, 21 punti, con 10 su 15 e 1 su 2 dalla lunetta. Sekularac, sacrificato in campionato per rispettare il numero di extracomunitari, in Turchia è in quintetto. Partono meglio i padroni di casa, 21-12, ma i bolognesi rispondono con un 2-12, grazie a Frosini e due triple di Bell (20 punti, 5 su 9 da due, 3 su 5 da tre e peccato per l'1 su 4 ai liberi), portandosi avanti 23-24. I primi 10' terminano subito dopo con Bologna sotto di 1, 25-24. I bolognesi vanno avanti anche 37-41 e sono sotto di un punto al 20', 46-45. Fin qui 16 punti di Bell. Nel terzo periodo, con le V nere avanti 59-60, i turchi piazzano un 9-0 firmato dagli ex pesaresi Booker e Blair. Al 30' per gli emiliani 9 punti di ritardo, 73-64, poi la Virtus crolla negli ultimi 10' e la gara finisce 105-78. Decisivo nella seconda parte anche Praskevicius, autore di 18 dei suoi 21 punti nei secondi 20'. Brutte percentuali di Dial, autore di 12 punti. A Roma prima volta della Virtus contro Brunamonti dal 1981-82. Il primo quarto termina 25-23, con 11 punti di Myers, vanamente inseguito prima da Bell, poi da Rigaudeau. Nel secondo periodo lo prende in consegna Attruia e lo blocca, così i bianconeri vanno avanti 30-33 e chiudono il quarto sopra di 9, 32-41, con Myers sul blocco dei cambi ma senza riuscire ad entrare. Con un 14-3 di parziale i romani sorpassano, 46-44, e continuano la fuga fino al +9, 62-53, con Myers (37 punti alla fine, con 4 su 5 da due, 6 su 10 da tre, 11 su 11 ai liberi e una grande difesa su Bell) che fa impazzire Dial. Poco dopo termina il terzo quarto sul 63-56. Con due canestri pesanti di Scarone e con Bell la Virtus si riporta a ruota, 68-67, è ancora a meno 2, 77-75 a 15" dalla sirena, ma la squadra capitolina chiude vittoriosa per 81-75. Per i bolognesi in doppia cifra Bell, 15 punti, Scarone, 12, Andersen, 11, Dial e Koturovic 10. Di questi solo quest'ultimo ha però percentuali superiori al 50% dal campo, 4 su 5. Quarta sconfitta consecutiva in trasferta in campionato e la prossima, dopo il CSKA in coppa, è il derby fuori casa.

Nasce la figlia di Bell e Brkic si ferma 3 giorni per una contusione al collaterale mediale del ginocchio sinistro. Il CSKA perde dopo 58" Songaila e la Virtus chiude il primo quarto sul 25-19, è avanti anche al 20', 46-44, con Dial e Bell che hanno realizzato 24 punti in totale con soli tre errori. Bolognesi sotto al 30', 64-66, ma subiscono poi uno 0-9 che li fa sprofondare a meno 11 al 34', 64-75. Rimonta della squadra di casa che, con la tripla di Bell da 8 metri, pareggia a 46". Errore di Gatling da sotto, ma Bell forza e commette fallo su Holden a metà campo, il giocatore russo mette i liberi, poi ancora un errore dell'americano bianconero, Avleev cattura il rimbalzo, ma viene stoppato da Khryapa e Mosca vince 83-85. Non bastano ai bolognesi 25 punti di Dial, 8 su 10 da due, 2 su 5 da tre e 3 su 3 in lunetta, né i 15 di Bell, 2 su 5 sia da due che da tre e 5 su 7 ai liberi. Avleev segna 16 punti, col 33% sia da due che da tre e 7 su 9 nei personali, ma cattura 9 rimbalzi. In doppia cifra anche Frosini con 12 punti e Andersen con 10. Solo un punto e 0 su 5 al tiro per Rigaudeau in 23'. Nel derby le V nere chiudono avanti il primo quarto 16-17, ma è nel secondo che allungano, 33-43 al 20'. Ancora incrementato il vantaggio al 27', 46-59, quando Tanjevic inserisce un deleterio Attruia, insiste su Koturovic, 4 punti e 2 rimbalzi in 23', dimenticandosi in panchina Avleev, 11 punti, 5 su 5 da due, 0 su 1 da tre e 1 libero su 1 con anche 5 rimbalzi. In un attimo la Fortitudo rientra a meno 4 in 100" e, dopo aver chiuso il terzo quarto sul 56-62, sorpassa sul 66-65 al 34' e va sul +12, dopo un parziale di 33-8, 79-67, vincendo poi 80-71. Per ironia della sorte il derby perso da Tanjevic (per sua stessa ammissione) provoca l'esonero di Boniciolli da parte della Skipper. In doppia cifra anche Bell con 18, Rigaudeau con 13 e Frosini con 11. Tanjevic a colloquio con la squadra dopo la serie di sconfitte. Frosini si ferma 3 giorni per una contrattura paravertebrale in sede dorso lombare, mentre qualche giorno in più si arresta Brkic, ancora dolorante al ginocchio sinistro. I due saltano l'amichevole a porte chiuse contro il Bignami Castel Maggiore, privo a sua volta di Barlera, Ghiacci, entrambi con la nazionale, Abram e Levin. Un test articolato in 5 tempi da 10' e arbitrato da Facchini, Ramalli e Filippini. La vicenda contrattuale di Becirovic assume i toni del giallo, dopo l'infortunio i denari hanno smesso di correre, si cercava un accordo tra giocatore e società, poi Sani ha avviato un lodo arbitrale, che diventerà famoso come il lodo Becirovic e costerà molto caro alla V nera. La società risponde risolvendo unilateralmente il contratto. Miralles va in prestito a Rimini fino a fine stagione. Scrimmage contro Ferrara, in cui militano gli ex Luca Ansaloni, Fabio Ruini e Gianluca Ghedini. Eventi familiari, nascita della figlia di Frosini e matrimonio di Koturovic. Mentre il primo non ha effetti diretti sulla squadra, il secondo rende il giocatore italiano, liberando un posto per gli extracomunitari, ma uno dovrà restare fuori perché viene tesserato Smodis in procinto di rientrare. In vista di Milano Dial ha riportato una contusione al ginocchio destro, ma è in campo, Scarone una contrattura alla coscia sinistra e Attruia una contrattura al polpaccio destro; gli ultimi due non sono disponibili. rientra però Brkic e Becirovic è accanto alla panchina Virtus, la questione non è ancora risolta. Presentato anche l'house organ con Morandotti art director: con il nome V nere che riprende quello del giornale anni '90. Parte forte la Pippo, 0-5 poi è Rigaudeau a firmare il 6-5. Trascinati dall'ex bianconero Sconochini, i milanesi tornano avanti 11-12, ma un parziale di 13-0 lancia Bologna sul 24-12, dopo aver chiuso il primo quarto 21-12. I lombardi non demordono e rientrano con Sconochini (12 punti nel secondo quarto) 33-30, ma all'intervallo lungo è saldamente al comando la squadra di Tanjevic, 44-36, che poi con un 12-2 allunga ancora, 60-45, chiudendo il terzo quarto, poco dopo, sul 62-49. Le V nere tornano sul +15, 66-51, ma l'Olimpia, grazie alla 1-3-1 e al passaggio in panchina di Rigaudeau, grande protagonista della gara con 23 punti (7 su 9 da due, 1 su 3 da tre, 6 su 6 in lunetta, 4 rimbalzi e 3 assist, 26 di valutazione), si riavvicina a 3'38" sul 72-65, ma è una tripla di sua maestà Rigaudeau a smorzare le speranze degli ospiti, la gara finisce 81-73. Buon contributo di Dial, 15 punti, e di Frosini (10 punti nei primi 20'), Bell e Koturovic, tutti a 12 punti. Mentre Morandotti pensa a come portare la Virtus nelle scuole, Smodis è pronto per il rientro nella gara di Atene e viene risolto il contratto di Attruia. Contro l'Olimpiakos Rigaudeau ripete i 23 punti (al Pireo 3 su 6 da due, 4 su 5 da tre e 5 su 5 ai liberi, 5 rimbalzi e 3 assist) segnati contro Milano, ma è troppo isolato, solo Dial, Bell e D. Andersen raggiungono il limite più basso della doppia cifra, 10. Il francese nel primo quarto non sbaglia un tiro, segna 10 dei primi 12 punti bolognesi, poi due falli costringono Tanjevic a inserire Dial, ma le V nere continuano ad avere fluidità offensiva e vanno sul 12-21, prima di chiudere i primi 10' avanti 16-23. Nel secondo periodo (dopo 1' entra Smodis, ma non ha l'abitudine all'agonismo), però, i bolognesi segnano solo 7 punti (5 del capitano) e stanno 5' senza realizzare (sbloccati da una bomba sempre di Rigaudeau), così un parziale di 11-0 porta avanti l'Olimpiakos, che poi incrementa ancora e va sul 37-28. Harissis fallisce da 8 metri la tripla del +12 interno e con 2 liberi Rigaudeau limita i danni al riposo, 37-30, con metà dei punti felsinei della sua stella francese. Nel terzo quarto la Virtus pareggia al 24' con Bell e Andersen, 40-40, poi greci riprendono le redini della gara con un 12-2, 52-40, e al 30' sono avanti 57-48. Nell'ultima frazione uno 0-8, costruito soprattutto con due triple del solito Rigaudeau e con la difesa a zona, riporta gli italiani a meno 3, 59-56, ma poi Bologna sparisce e la partita termina 80-66. A Tanjevic viene rinnovata la fiducia a termine, ma la gara di Udine non volge a sua favore, si tratta infatti dell'ennesima sconfitta esterna in campionato. Buona partenza bolognese: Rigaudeau, sebbene braccato da Mian e Thompson, con 7 punti filati porta i suoi sull'11-16, ma i friulani rimontano e chiudono il primo quarto sul 22-19, poi incrementano nel secondo, 27-21. Entra Smodis che segna in rovesciata, ma poi deve uscire per una botta alla mano malata. Il secondo quarto vede comunque i bolognesi a ridosso degli avversari, 39-38. Udine va sul 53-46 con 6 punti di Thompson, ma la Virtus rimonta e chiude il terzo quarto a meno 2, 55-53. In avvio di ultimo periodo pareggio di Andersen, poi la gara continua punto a punto e al 40' punteggio di 68 pari, con Mian che sbaglia l'appoggio da sotto e si va all'overtime. Bolognesi sul +4, poi una tripla di Smodis a 55" sembra decisiva, ma Stern pareggia. Rigaudeau, in campo 41', stecca la tripla e Vujacic sulla sirena dà la vittoria a Udine. Il migliore realizzatore felsineo è Koturovic con 15 punti, seguono Rigaudeau e Bell con 14, Andersen con 11 e Smodis con 10. Pillastrini con Pesaro portò qualche mese prima all'esonero di Messina, poi rientrato, ora alla guida di Udine non è ancora fatale al successore di Ettore, Tanjevic. Virtus che collezione la sesta sconfitta nelle ultime 7 gare tra campionato e coppa.

Arrivano a sorpresa le dimissioni di Lombardi (rimane vice-presidente non operativo) e Frosini non parte per la Francia a causa di una caviglia dolorante. Contro l'Asvel le V nere ritrovano la vittoria che in Europa mancava da un mese e mezzo. Segnano Bell e Andersen, ma i transalpini pareggiano 4-4 e sorpassano sul 10-9, per poi andare sul +8 con un 8-0, 21-13. Bologna chiude il primo quarto a meno 6, 24-18, ma si ritrova a meno 9 poco dopo, 29-20. Due azioni di Sekularac e una tripla a fil di sirena di Dial danno il pareggio all'intervallo lungo, 40-40. Partenza a razzo dei bolognesi nel terzo quarto, dal 43-44 passano 5'30" perché i francesi realizzino (0-14 per la Virtus in questo lasso di tempo), 45-63 (con parziali di 5-23, 16-43 tenendo conto anche del secondo periodo). Il terzo quarto termina 51-67, ma in avvio di ultima frazione Bologna vola al +20, 51-71 (22-51 il parziale). Sciocchezze di Bell e i locali si avvicinano con un 7-0, 58-71, ma i bolognesi controllano e vincono 74-88. Dial il migliore, 21 punti, 5 su 9 da due, 3 su 5 da tre e 2 su 4 ai liberi, con anche 9 rimbalzi. Seguono poi Bell con 18, Koturovic 16 e Rigaudeau 13. Contro Avellino, dopo avere chiuso avanti il primo quarto 24-22, le V nere si perdono e al 20' sono sotto 36-44. Nel terzo periodo gli irpini si issano al 38-49 con una tripla di Giovacchini. Fin qua la Virtus ha avuto contributi da Rigaudeau (19 punti finali, 4 su 9 da due, 2 su 3 da tre, 5 su 6 in lunetta, 5 rimbalzi, 5 assist, 25 di valutazione) e qualcosa da Andersen e Smodis (entrambi a 10 punti totali). Sul 42-49 commette il 4° fallo Bell ed entra Scarone, una fortuna per i bianconeri, perché German chiuderà con 16 punti, 1 su 3 da due, 4 su 5 da tre, 2 su 3 in lunetta e 7 rimbalzi. Così Rigaudeau pareggia a quota 51, i bolognesi sorpassano sul 53-52, Dial fa uno schiaccione in tap-in e la Virtus si trova sul +5, 57-52, parziale di 19-3. Poco dopo termina il quarto, 57-54, ma ormai Bologna è lanciata e vince 85-70. Non c'è da festeggiare, però, perché al 36' Bell s'infortuna e sarà il quinto operato da maggio, dopo Smodis, Beard, Becirovic e Bowdler. Per lui stagione quasi finita (3 o 4 mesi la prognosi) a causa della lesione collaterale mediale con distacco capsulare posteriore del ginocchio destro. Si cercherà di recuperare Avleev e ci sarà spazio per Sekularac anche in campionato. Sublussazione alla spalla per Andersen che deve saltare due gare. Contro il Real partenza in salita, 3-12, poi le V nere reagiscono, Smodis sorpassa, Sekularac recupera e schiaccia, Matjaz da tre chiude un parziale di 12-0 e un parziale di 31-4, porta Bologna sul 34-16 (il primo quarto si era chiuso 20-18). Nel secondo periodo al Real occorrono oltre 6' per segnare il primo canestro. La marcia bianconera continua, Frosini firma il 42-21 con il parziale che è divenuto 39-9 e anche Sekularac e Avleev paiono ritrovati. Gli spagnoli con un 16-30 si riportano sul 58-51. Rigaudeau e Smodis colpiscono dall'arco e Bologna torna a +14, 77-63 (il terzo periodo si era chiuso 71-60), gli iberici rispondono, 77-68, ma Smodis firma l'82-69 e Dial dà l'ultima spallata, 88-71, poi la gara termina 92-81. Il migliore è Smodis, 23 punti, 4 su 8 da due, 3 su 6 da tre e 6 su 7 ai liberi, 5 rimbalzi e 23 di valutazione. Dial segna 18 punti, 4 su 5 da due, 3 su 4 da tre, 1 su 2 ai liberi, 4 assist, 21 di valutazione. Rigaudeau realizza 17 punti, 3 su 5 da due, 3 su 3 da tre e 2 su 2 ai personali. In doppia cifra anche Frosini, 12 punti, 5 su 8 da due e 2 su 2 ai liberi, conditi da 7 rimbalzi. Dopo le 6 sconfitte in 7 gare, sono arrivate 3 vittorie di fila. Prima della gara contro Cantù una gara cadetti delle due squadre, per ricordare Chicco Ravaglia. Tra i grandi, l'Oregon parte meglio, 11-18, poi un parziale di 15-2 a cavallo dei due quarti (al 10' 19-20), porta i bolognesi sul 26-20, ma Jones infila 5 triple in faccia a Scarone, segna 17 dei 19 punti lombardi in questo periodo e all'intervallo si è 39-39. I canturini allungano e al 30' guidano 57-69, ma il peggio deve ancora arrivare, 59-77 al 32'32". Smodis, Frosini e Rigaudeau fanno un 13-0 in 4' e Bologna è a meno 5, ma insiste: la rimonta finale, da -18 a -2 con quattro possessi falliti con tiri da tre, due liberi gettati da Dial e una persa di Scarone a -31", resta in gola a Bologna che non sfrutta il digiuno canturino negli ultimi 7'. Rigaudeau arriva a meno 2 a 18" ma vince Cantù 77-81. Il migliore è Frosini con 16 punti, 8 su 11, peccato lo 0 su 2 dalla lunetta, ma soprattutto è incredibile che spesso Tanjevic lo tenga giù per avere in campo il fantasma di Koturovic. Anche per Dial 16 punti, 2 su 4 da due e da tre, ma solo 6 su 10 ai liberi. Rigaudeau segna 15 punti con 4 su 9 da tre e 3 su 4 in lunetta. Smodis realizza 12 punti con 3 su 5 da due e 2 su 6 da tre. Nullo Scarone. Tanjevic viene esonerato, al suo posto Bianchini, che esordisce a Pesaro, dove viene accolto meglio dai locali che dai tifosi della sua squadra. Valerio mette subito 4 punti fermi, Rigaudeau, Dial, Smodis e Frosini, occorre trovare il quinto. Nelle Marche rientra Andersen Dopo un primo quarto equilibrato, 21-19 interno, Pesaro vola a +12, 41-29 al 17'50" e chiude i primi 20' sul 47-39. Nel terzo quarto recupero bianconero e al 30' le squadre sono vicinissime, 68-67. Nell'ultimo periodo la Virtus comincia con un 2-11 e va al comando 70-78, con uno strepitoso Smodis, ma Beric con 8 punti ricuce lo strappo e sull'88 pari segna Gigena, Sekularac perde palla e Rigaudeau commette il quinto fallo, Gigena mette un solo libero e Dial fallisce a 2" la tripla del pareggio. I migliori: Smodis 26 punti, 8 su 8 da due, 2 su 5 da tre e 4 su 5 ai liberi, 3 rimbalzi e 29 di valutazione, Rigaudeau 24 punti, 6 su 7 da due, 2 su 4 da tre, 6 su 6 in lunetta, 5 rimbalzi e 22 di valutazione. Andersen segna 9 punti con 3 su 4 da due e in lunetta, Frosini 8 con 4 su 5. Dial realizza 13 punti ma ha 2 su 8 sia da due che da tre, preciso solo ai liberi, 3 su 3. Sekularac ha giocato sotto la sufficienza, mentre Koturovic e Avleev hanno visto il 2° tempo dalla panchina. Per l'ultimo, in particolare, l'aria è da bocciatura definitiva. Non può essere un' ala piccola e come ala grande ha davanti uomini più esperti ed efficaci. Lo ammette Bianchini e lo lasciano intendere i movimenti di mercato che danno Antonio Granger di ritorno in Virtus o l'arrivo di Guyton, con il taglio del russo, ma in realtà Avleev rimmarrà fino alla fine.

Con l'anno nuovo arriva a Bologna Biella e torna al Palazzo Lucio Dalla, abbraccia Bianchini, che lo ha definito l'unico pezzo esportabile di Bologna insieme ai tortellini. Contestazioni a Madrigali, assente, mentre per Bianchini si confondono applausi e fischi. Koturovic è in tribuna per un problema al tendine d'Achille, mentre Brkic è nei cinque al posto di Avleev. La squadra ospite parte meglio, 9-17 al 6', con 11 punti di Thomas; entrano Scarone (16 punti con 3 su 5 da due, 2 su 5 da tre, 4 su 4 in lunetta) e Smodis (15 punti con 6 su 7 da due e 1 su 1 da tre, più 10 rimbalzi, nonostante la caviglia acciaccata) e la Virtus piazza un 9-2 e rientra a ruota degli avversari. Il primo quarto termina 20-23, ma nel secondo Biella segna solo 4 punti, 2 con Di Bella e 2 con Thomas; sul 25-25 Ramagli toglie Di Bella e inserisce Carraretto e dopo in campo c'è solo la squadra di casa. Il parziale dei secondi 10' è di 22-4 e all'intervallo lungo Bologna conduce 42-27. La forbice si allarga nel terzo periodo, 63-37. La gara termina 89-65. Migliore realizzatore Andersen con 17 punti, 5 su 10 dal campo e 7 su 8 in lunetta. In doppia cifra anche Dial, 10 punti, ma sempre con percentuali abbondantemente sotto il 50%, però anche 10 rimbalzi. A Siena ancora senza Koturovic, si difendono Rigaudeau, 19 punti, 4 su 6 da due, 3 su 6 da tre, 2 su 3 ai liberi, Smodis 16 punti, 2 su 2 da due, 3 su 5 da tre e 3 su 6 in lunetta; Dial dà il suo contributo di punti, 18, ma tira 6 su 18 dal campo. Benino Andersen, 9 punti e 7 rimbalzi, e Frosini 8 punti e 5 carambole, entrambi con 4 su 8. 8 punti anche per Scarone, ma il tutto è insufficiente: dopo un primo quarto chiuso 21-20, per tre minuti del secondo i toscani stanno all'asciutto, ma Bologna segna solo un libero con Smodis e allora la Mens Sana riparte, 35-27. Rigaudeau risponde con 6 punti in due azioni, ma poi commette il terzo fallo e deve uscire; la Montepaschi allunga, 42-33 e qui Smodis sbaglia due liberi, la gara sembra sfuggire, invece i bolognesi producono uno 0-5 e si va alla pausa lunga sul 42-38. A inizio terzo quarto Smodis commette il 4° fallo e i toscani ne trovano giovamento andando sul +15, 58-43, la Virtus torna a meno 9 con due liberi e il possesso palla, ma Scarone fallisce entrambi i tentativi in lunetta e così la gara scivola via inesorabilmente nelle mani di Siena che vince 95-80, dopo aver chiuso il terzo quarto sul 68-58. Al termine del girone d'andata Virtus decima e Fortitudo nona, entrambe fuori dalla Final Eight della Coppa Italia. Per le V nere un'assenza dopo essersi qualificate nelle ultime 6 edizioni, con 5 finali e 4 successi. Ottava sconfitta di fila in trasferta in campionato e con Becirovic ormai tagliato fuori, Beard mai stato disponibile, Morlende rispedito al mittente, Gagneur impiegato quasi solo in riscaldamento, Bell rotto e Sekularac sempre più acciaccato, urgerebbe tornare sul mercato, anche perché Rigaudeau saluta e va nell'NBA a Dallas. Sarebbe legato da contratto fino al 2004, ma la società bolognese non se la sente di trattenerlo, per quanto ha dato alla causa bianconera, ma forse anche per liberarsi di un contratto oneroso. Contro il Partizan, gara delle emozioni: l'ultima gara di Antoine con le V nere coincide con l'incontro contro la squadra del suo vecchio compagno di squadra Danilovic, e l'ottima prestazione di Belinelli, costituisce un trivio speciale tra passato presente e futuro, in uno dei momenti storici più difficili per la Virtus. Comunque contro i serbi, dopo il canestro dello 0-2 di Vujanic, la formazione bolognese si mette in moto: Dial segna la tripla dell'8-6, Rigaudeau quella del 14-8, i primi 10' si chiudono sul 20-14, Avleev in contropiede firma il +11, 33-22 e all'intervallo Bologna comanda 42-29; il primo canestro del terzo quarto è di Krstic, 42-31, ma poi i belgradesi stanno 8' a secco e i bolognesi allungano fino al +28, che è anche il distacco del 30', 66-38, fissato sulla sirena da Dial. Protagonista di questo allungo imperioso anche Belinelli, entrato al 23' e presentatosi con assist, canestro (53-32) e tripla (63-36, per lui 7 punti totali). All'inizio dell'ultimo periodo la squadra di Bianchini si addormenta e subisce un parziale di 0-15, 66-53, ma i felsinei chiudono senza patemi, 81-64, dopo aver salutato a 56" il francese (migliore marcatore dei suoi con 18 punti, 3 su 6 da due, 2 su 3 da tre e 6 su 6 in lunetta) in partenza, anche con uno striscione: "Di qua o di là... sarai sempre Le Roi". Anche standing ovation di 10' e il capitano la raccoglie con un giro di campo, costellato da abbracci a compagni e tifosi. In doppia cifra anche Dial, 16 punti, e Sekularac, 10 punti. Per Andersen 10 rimbalzi. A Reggio Calabria esordio da capitano per Frosini (mentre in NBA con Rigaudeau c'è in pratica un quintetto di ex Virtus: Jaric, Amaechi, Ginobili e Nesterovic) e regia affidata a Belinelli. Subito i padroni di casa vanno avanti, 18-10 e 24-16 al 10'. Il secondo quarto lo comincia meglio Bologna, la tripla di Avleev porta i felsinei a meno 3, 24-21. Eubanks e Mazzarino producono un 8-0 e la zona 2-3 dei reggini permette ai calabresi di andare sul 39-23 (parziale di 15-2), poi sul 52-33, punteggio di metà gara. Andersen (13 punti), Dial (19) e Smodis (20, con anche 5 rimbalzi) riavvicinano le V nere, 63-52 al 27'. Un 8-0 interno e uno 0-8 esterno, chiuso da due liberi di Sekularac lasciano il distacco invariato, 71-60 (il terzo quarto si era chiuso nel frattempo 71-58). Allunga la Viola ma Scarone prova a tenere a galla la Virtus, 76-63. Un tap-in di Sekularac su errore di Dial avvicina ulteriormente i petroniani, 80-72. Segna ancora Scarone (8 punti), ma il fallo sistematico a cui ricorre la squadra di Bianchini non produce effetti, vincono i padroni di casa 86-79. Senza Avleev, distacco parcellare a livello della falange prossimale del secondo dito della mano sinistra con prognosi di 15 giorni, la Virtus va in Polonia, dove non bastano Andersen e Scarone per evitare la sconfitta. David segna 26 punti, con 10 su 22 dal campo e 6 su 6 dalla lunetta (ma era partito con 16 punti in 17' con 7 su 13 al tiro), con 7 rimbalzi, German ne realizza 20, con 4 su 8 da due, 2 su 5 da tre e 6 su 6 ai liberi, con 5 rimbalzi; Smodis si ferma a 9 punti e 6 rimbalzi. Dial non ha fornito un contributo offensivo palpabile (8 punti, 4 dei quali a babbo morto in 38 minuti giocati con il 36% al tiro per un 4 di valutazione), gli esterni, già in sofferenza numerica, hanno prodotto un 3/17 nel tiro pesante che suona come una condanna. Koturovic, impiegato solo 6', con zero punti e tre falli. Un' altra bocciatura per Mladen Sekularac, che pure aveva dato segni di vita nel primo tempo (7 punti in 18'), ma quando c' è stato da lottare per restare aggrappati al match, è affondato miseramente. L'11-6 dei padroni di casa veniva ribaltato con uno 0-6 tutto di Andersen (8 punti in fila). Bologna era però sotto al 10', 20-16, ma tornava avanti nel secondo quarto, chiuso 35-38 e volava sul +10 (49-59 a 1'15" dalla fine del terzo periodo con un 8-0 tutto di Scarone). Le gambe diventavano pesanti, i tiri dai 6.25 dello Slask, sui quali la difesa virtussina non arrivava più a chiudere con la brillantezza dei primi 20', andavano a bersaglio con lo scatenato Giedraitis; un 6-0 per chiudere il periodo 55-59, che diventava un 18-4  (67-63 a 4' 35" dalla fine), poi un 31-9 e i bolognesi, a meno 12, dovevano difendere a quel punto il +16 dell'andata. Gara chiusa sul punteggio di 80-72. Contro Fabriano al 5' la Virtus è sotto 9-11, ma riesce a chiudere il primo quarto 20-17. Sono però i marchigiani a condurre le danze, passano avanti 22-27 e lo sono ancora al 20', 38-41. Faticosamente i bolognesi agguantano gli avversari, 58-58 al 30' e, finalmente, riescono a prendere un vantaggio con due triple di Avleev, 68-62, poi amministrano e vincono 82-72. Miglior realizzatore Dial, 20 punti, 7 su 12 da due, ma 1 su 6 da tre e 3 su 6 in lunetta, meglio Smodis, 15 punti, 3 su 3 da due, 3 su 4 da tre, anche se 0 su 2 ai liberi; 12 punti li segnano Frosini, di cui 10 consecutivi, con 6 su 13 e un libero fallito, e Andersen con 3 su 6 e 6 su 6 nei tiri liberi, mentre 11 sono quelli di Brkic, 3 su 5 da tre e 1 su 1 da due.

In occasione della sosta amichevole contro il Castel Maggiore, con esordio di Murdock, mentre Dial e Andersen non ci sono e Smodis è via con la nazionale. Koturovic viene premiato come miglior bomber, 27 punti, Frosini come miglior giocatore, 21 punti, ma dopo una gara equilibrata (parziali 20-20, 37-38, 58-58, 77-77 con massimo vantaggio Virtus sul punteggio di 8-14 e massimo scarto a favore dei padroni di casa sul 29-22) vince "Bologna 3" per 89-84 dopo un tempo supplementare, a cui si era giunti con un recupero dei padroni di casa grazie a una tripla di Williams. I documenti di Murdock arrivano all'ultimo momento e l'americano può scendere in campo contro l'Ulker e mettere a segno 15 punti; meglio di lui fa Koturovic con 18 (7 su 8 e 4 su 4 ai liberi) e in doppia cifra vanno anche Frosini con 12 e Smodis con 11, ma la Virtus è sempre sotto, 14-25 al 9', 17-25 al 10', 39-49 al 20', 53-66 al 30'; Murdock ci prova con un minuto intenso, tripla e penetrazione, ma la gara è sempre in pugno ai turchi che chiudono 68-88. Scoppia il caso Frosini: il suo procuratore lamenta una scarsa considerazione di Bianchini per Ale; con queste premesse la squadra va a Napoli, dove il capitano segna 10 punti in 36'. Subito 0-5 con tripla di Avleev (11 punti finali) e piroetta di Koturovic (10 punti ma solo 3 rimbalzi in 25'), ma è un vantaggio effimero, i campani vanno avanti 22-11. Un parziale di 2-12 con anche 5 punti filati di Scarone (16 totali), porta le V nere sul 24-23 (24-19 al 10'); anche questo, però è un fuoco di paglia, la Pompea scappa sul 42-29, chiude la prima metà gara sul 43-31, raggiunge il +15 con un auto-canestro, 50-35, sale a +23 e vince in scioltezza 90-68. A Mosca non c'è Andersen per un colpo alla spalla, è presente invece Murdock, nonostante un problema alla schiena, farà però su e giù dalla panchina senza mai entrare in partita; anche Dial è deludente. I russi partono subito forte, 21-12 all'8', 24-14 al primo stop, 32-16 al 13', 40-22 al 17'. Qui comincia il recupero bolognese fino al 49-44 (all'intervallo lungo il punteggio era 43-28), con un parziale di 9-22, con anche un paio di penetrazioni di Murdock. La squadra di casa si riprende e chiude il terzo quarto sul 58-48, controlla poi la gara fino all'80-65 finale. Smodis parte con 1 su 7 da sotto nei suoi primi tentativi vicino a canestro, ma poi fa anche una serie di canestri pesanti, arriva a 26 punti, con 6 su 13 da due, 4 su 5 da tre e 5 su 7 ai liberi. La sconfitta dello Slask garantisce comunque ai bolognesi l'accesso alla top 16 con una giornata d'anticipo. Sabatini fa una proposta a Madrigali (che ha messo in vendita la società), poi si ritira dalla trattativa, anche per la presenza di una fantomatica cordata, che però dopo un lungo tira e molla rinuncia, troppo gravosa la situazione Becirovic. Beard va a Reggio Calabria ed è in programma Virtus - Varese. I primi 20 minuti sono dei lombardi: 12-14 al 10', 28-37 un attimo prima dell'intervallo; Dial schiaccia sulla sirena, porta i suoi a meno 7, ma soprattutto suona la carica, infatti nel terzo quarto le V nere con piglio, spinte da un pubblico caloroso, elogiato a fine gara anche da Bianchini, sorpassano, 43-41 con tripla di Scarone e volano poi sul 52-42 al 30', con un parziale di 24-5 (22-5 nel terzo periodo, con dentro un 17-0). Gli ospiti non mollano, arrivano a meno 3, 60-57, ma un'altra bomba di Scarone li ricaccia a meno 6; Gorenc segna 2 liberi per il 63-59, poi realizza anche il 64-62 a 26" ma un deludente Murdock (1 su 6 e 4 perse 3 punti con lì) fa l'unica cosa buona della sua gara segnando i liberi vincenti (4 su 4 in lunetta per lui alla fine), permettendo ai suoi di vincere 67-64. Miglior marcatore Dial con 16 punti, anche se con solo 4 su 10 al tiro, poi Frosini con 14, 5 su 10 e 11 rimbalzi, Scarone 11, con quelle fondamentali 2 triple, Smodis 10, con un cattivo 4 su 13, ma ben 13 rimbalzi catturati. Per Varese male Meneghin, 1 su 8 e un'infelice frase finale: "I soliti ladri". Contro l'Olympiakos in tribuna c'è Jerry West, olimpionico a Roma nel 1960, poi un titolo da giocatore e 6 da presidente coi Lakers. Parte bene Bologna, 20-9, con Smodis prima e Avleev dopo  che mettono la museruola a Demarco Johnson, poi la zona greca permette la rimonta agli ellenici, 24-26 al 10'; nuova accelerazione bolognese, 38-29 al 20' e più 14, sul 45-31. Al 30' il divario è lo stesso del precedente intervallo, 52-43, poi i felsinei allungano nuovamente, 57-43, prima di chiudere con un incredibile parziale negativo di 16-34 e perdere 73-77, con tantissimi errori tra cui 2 rimesse consegnate da Koturovic agli avversari. I migliori realizzatori sono Murdock con 20 punti, Dial 15, Koturovic 14 (con 9 rimbalzi) e Frosini 10. A Roseto al 5' si è sul 6-5, poi i locali allungano, 25-15 al 10', con Ranniko che, grazie anche alle due triple finali è già in doppia cifra. Il secondo quarto è tutto bolognese, parziale di 10-21 e petroniani avanti 35-36 a metà gara; nel dettaglio, un parziale di 0-9 l'ha issata sul 30-33, tripla di Brkic. In apertura di terzo periodo altra bomba di Ranniko e fiammata di Moloch, ma la Virtus è viva e chiude avanti al 30' 50-53. La squadra di Bianchini insiste e va sul 57-62, ma poi i bolognesi commettono errori e con l'ennesima tripla di Ranniko i rosetani sorpassano, 63-62, al termine di un parziale di 6-0. Avleev perde palla in attacco, poi Frosini, Murdock e lo stesso Avleev fanno 1 su 2 in lunetta; anche Ranniko li imita ma l'ultimo attacco di Bologna si spegne con la palla persa da Murdock a 5", finisce 69-67 e non arriva ancora la prima vittoria in trasferta in campionato, giunge invece la prima nella storia di Roseto contro la Virtus. Frosini miglior marcatore con 17 punti (5 su 7 e 7 su 10 in lunetta e anche 5 rimbalzi), poi Smodis con 10 più 8 rimbalzi.

Intanto si attende per metà marzo il rientro di Bell, pronto a ricominciare gli allenamenti. Andersen, causa influenza, deve rinviare la risonanza magnetica per i problemi alla spalla sinistra. Anche Koturovic è costretto a fermarsi per il male di stagione e deve saltare lo scrimmage contro Pesaro, che a sua volta è priva di Beric e Pecile. Vince Bologna 88-80, trascinata da Avleev e Frosini, con punteggi alla fine dei primi tre quarti, rispettivamente, 21-22, 39-46 e 61-59. Per Andersen stagione finita, si deve operare. Arriva in prova il lungo danese Niebling, che serve soprattutto a far recuperare Koturovic, colpito dall'influenza, affrontandolo in allenamento. Contro il Maccabi Dejan è il migliore, 18 punti, con 9 si 13 e 8 rimbalzi. Dieci li mettono a segno Murdock, Dial, Brkic e Smodis, a 9 si ferma Scarone, ma la Virtus soffre, anche perché Avleev, partito in quintetto, non effettua un tiro in 13', si fa notare solo per i 6 rimbalzi. Dopo la tripla di Smodis, un parziale di 0-11 indirizza la gara. Le V nere reggono, 19-22 al 10', grazie a una tripla di Dial da 15 metri sulla sirena, dopo che Tel Aviv era tornato a +8, 38-43 a metà partita (ma la Virtus con i tiri di Murdock aveva impattato a 35 e con Dial a 38 con un libero, sbagliandone uno altrimenti sarebbe stato sorpasso), poi scivolano a meno 13, 53-66 al 30', tornano a meno 4, 67-71 a 4'27", ma non danno mai la sensazione di potercela fare e vincono gli israeliani 73-83. Frosini lamenta un dolore al ginocchio ma contro Livorno c'è., in una gara di grande sofferenza; Virtus sotto 22-24 al 10', 44-45 al 20' (ma Bologna si era issata sul 36-28 dopo un 11-1 con buon apporto di Smodis), 58-63 all'ultima pausa, 62-71 sulla tripla di Cosley, poi, dopo un piccolo recupero bolognese, un 6-0 concluso dalla tripla di Gagneur per il 68-71, di nuovo i labronici allungano 71-78 a 3'30". Bologna a meno quattro, 76-80 a 2'. Le V nere trascinate da Scarone, 14 punti, 3 su 7 da tre, 1 su 1 da due, 3 su 6 ai liberi, 7 rimbalzi, 4 recuperi, ma sopratutto i 7 punti nel finale, con i due liberi del meno 2, la tripla del sorpasso a 54" e, dopo il contro sorpasso Mabo, la penetrazione del decisivo 83-82 a 26", che la Mabo non riesce a sfruttare per reagire. Per Dial 18 punti in 37', con 7 su 13, stesso punteggio per Smodis con anche 7 rimbalzi e in doppia cifra vanno anche Murdock con 13 e Koturovic con 11. Per qualche giorno arriva in prova Alejandro Escudero, esterno spagnolo di 195 cm, un paio di gare anche a Imola nel 1998-99, ma non lascerà traccia. Andersen viene operato a Villa Laura e non in Australia come inizialmente previsto. In Eurolega, contro la Benetton di Messina, vanno in doppia cifra solo in due, Dial con 15 punti e il migliore in assoluto, Brkic, 17 punti, 4 su 5 da tre, 2 su 4 da due e 1 su 1 in lunetta, più 6 rimbalzi, solo Koturovic (9 punti e 9 rimbalzi) fa meglio in questa voce. Trevigiani avanti 18-23 al 10', ma nel secondo quarto le V nere passano al comando 35-34, però un parziale di 0-9 vanifica lo sforzo e al riposo si va sul 35-43. Nel terzo quarto i veneti vanno sul +16, Bianchini ordina la difesa a zona e Bologna recupera fino al meno 7 grazie anche a qualche giocata di Koturovic, 59-66, nell'ultimo periodo (il terzo si era concluso 51-61), ma gli ospiti controllano e vincono 70-82. Dial è in condizioni precarie, ma all'ultimo momento recupera e c'è a Treviso, dove rientra Bell ed è pienamente ristabilito anche Frosini. A parte la tripla iniziale di Smodis per lo 0-3 e uno 0-10 tutto di Dial tra fine primo quarto e inizio del secondo quarto, i primi due periodi sono un calvario per le V nere: 34-19 al 10' (ma era stato 34-16 poco prima, poi la Virtus arriverà al 34-26 con la Benetton a secco per 4'30", ma la prima rimonta finisce lì anche perché Frosini commette il terzo fallo), 54-33 a metà gara. Qui si sveglia la Virtus che arriva al meno 12 del 30', 66-54; al 35' Murdock segna il 75-68, il meno 7 dopo essere stata a meno 23; i locali tornano a +12, ma Scarone con una tripla (e sbaglia l'aggiuntivo) riporta Bologna a meno 7, con 2'13" da giocare, ma i veneti riescono a controllare la contesa fino all'82-70 finale. Dial gioca 36', segna 16 punti con 6 su 12 e al suo attivo ha anche 6 rimbalzi e 6 assist; a 15 si fermano Murdock (6 su 8, 3 rimbalzi e 6 recuperi) e Frosini (7 su 11). Per Koturovic 8 punti e 12 rimbalzi; 8 li segna anche Scarone e Smodis ne mette a referto 7. A Trieste il primo quarto è equilibrato, 20-17, poi i bolognesi scompaiono nel secondo con 4 palloni consegnati agli avversari che ne traggono vantaggio per scappare e se non ci fosse Bell ad avere un sussulto segnando una tripla e due liberi il divario sarebbe più ampio del 47-33 dell'intervallo. Il terzo periodo è tutto della Virtus che rientra sul 59-54. Ad inizio ultimo quarto Frosini segna il 59-56, poi le V nere restano a ruota, sorpassano anche sul 64-65 a 2'30", poi rimangono aggrappate alla gara coi liberi fino al 69-68 del 39' e al 71-70 a 12"; Maric segna il primo libero, sbaglia il secondo ma Kelecevic segna a rimbalzo il 74-70 finale. Il migliore dei bolognesi è Koturovic, 19 punti con 8 su 13 e 10 rimbalzi; Murdock ne segna 15, 3 su 6 e 9 su 9 ai liberi, ma cala nel finale; 9 punti per Bell, ma solo 2 su 9 al tiro, anche se 4 su 4 ai liberi. Scade intanto la data entra la quale Madrigali aspettava offerte per l'acquisto della società.

Contro Roma Scarone taglia le 300 gare in serie A. Nel parcheggio i Forever Boys consegnano un pallone firmato a  Brunamonti, che in campo riceve una targa e uno striscione a lui dedicato: "I presidenti passano, i miti restano". Poi si gioca e la Virtus Bologna lo fa bene per metà gara: 26-20 al 10', 49-43 al 20', dopo che un filotto di Bell aveva fruttato anche il +9 sul 49-40; nel terzo quarto i bianconeri segnano solo 9 punti (3 negli ultimi 3"), di cui 8 con Frosini (14 alla fine), che poi viene troppo dimenticato in panchina, e la Virtus Roma sorpassa con Myers e scappa, 58-64 al 30'. Emblematico quello che succede sul 62-66: Murdock recupera 3 palloni, ma nelle prime due occasioni sbaglia l'entrata e al terzo tentativo scarica a Koturovic che fa passi. Finisce così 76-84; oltre a Frosini, 5 su 6 da due, 4 su 6 in lunetta e 8 rimbalzi, l'ottimo Smodis, 19 punti (5 su 7 da 2 su 2 da tre e 3 su 3 ai liberi, con 5 rimbalzi). In doppia cifra anche Bell con 12 e Dial con 11. Quest'ultimo deve saltare la trasferta a Vitoria (comunque dei tre USA uno avrebbe dovuto star fuori, essendone permessi solo due nella manifestazione); è comunque in buona compagnia, infatti non partono nemmeno Scarone, Frosini e Smodis, entrambi con infiammazioni al tendine rotuleo del ginocchio, di cui soffre anche Sekularac che invece giocherà; c'è, anche se malconcio Avleev. Spagnoli avanti 8-3, ma i bolognesi rimontano e vanno sopra 10-14. Dopo che il primo quarto è terminato sul 28-25 per i padroni di casa, l'ultimo vantaggio bolognese si registra sul 33-35, con due liberi di Avleev. A metà partita 48-39, poi al 30' 73-47 e gara terminata sul 93-73, con massimo svantaggio bolognese di 27 punti. Si salvano Koturovic, 23 punti con 9 su 12, 5 su 10 ai liberi e 6 rimbalzi, e Brkic, 15 punti, 4 su 6 da tre, 1 su 2 da due e in lunetta, con 7 rimbalzi; nessuno degli altri sa far meglio di loro per punti e rimbalzi. Dial in dubbio anche per il derby, mentre scoppia la grana Murdock, che non si presenta all'allenamento. Lelli intanto scarica le responsabilità d'ora in avanti per il caso Becirovic, perché Sani abbandona il fisioterapista indicatogli da Lelli. Il derby si affronta senza Smodis (e ovviamente Andersen), con un Murdock impresentabile (6'), con Frosini limitato dai falli. La Virtus è soprattutto Dial, 25 punti con 7 su 11 (5 su 8 da due e 2 su 3 da tre) e 9 su 12 in lunetta, con 7 rimbalzi, e per 30' Bell (dopo forza troppo), 19 punti (5 su 17 dal campo, 0 su 6 da due e 5 su 11 da tre, 4 su 4 ai liberi). Questo basta per condurre il primo quarto, 23-18 dopo i primi 10', per restare incollati negli altri due, 42-45 al 20' e 61-64 al 30', recuperando anche divari importanti, ma non per vincere la gara, che va alla Fortitudo per 70-82. Causa guerra la gara di coppa contro il Maccabi si gioca a Salonicco: restano a casa Murdock (finora con lui 2 vinte e 12 perse), Frosini e Smodis, Scarone invece è della gara, nonostante un problema alla mano destra, come pure Kotirovic, in forse per un dolore alla schiena. Sekularac è protagonista con 19 punti, 4 su 8 da due, 2 su 3 da tre e 5 su 6 ai liberi. Koturovic segna 16 punti (6 su 13 e 4 su 4 in lunetta) e cattura 8 rimbalzi, in doppia cifra anche Belinelli, 12 punti. La Virtus regge 30' (27-16, 46-39 e 66-54 i parziali), poi sprofonda e perde 98-71. La Virtus ha faticato a entrare in partita, primo cesto di Scarone (da 3), dopo 3'30", tenendo grazie al tiro perimetrale, cedendo però troppi cesti facili da dentro l´area. Dal 16 pari dopo 7', sempre firmato da una tripla di German, i campioni d´Israele hanno cambiato passo, piazzando un eloquente 11-0 in tre giri di lancetta. Chiaro l´andazzo dopo il primo quarto, la forbice si è aperta subito dopo (38-21), ma negli ultimi 5´ con la zona, un quintetto sperimentale (Avleev pivot) e soprattutto 5 centri dall´arco la Virtus ha reagito, portandosi sul 45-39. Poi il Maccabi ha gestito in forte progressione la penultima e l'ultima frazione. In vista del posticipo di lunedì a Milano in forse Frosini e Smodis, entrambi alle prese con i guai al ginocchio. A Milano partono meglio i padroni di casa, con 8 punti di Naumoski (ne farà 9 dei 13 della sua squadra nel primo quarto), ma risponde Avleev che ne segna 10 sui 16 della Virtus, che chiude i primi 10' sul 13-16 (purtroppo poi il giocatore bianconero ne realizzerà solo 2 nel resto della gara). Due triple di Niccolai rilanciano i lombardi, che sorpassano con un'altra bomba, stavolta dell'ex Coldebella, 36-35: la zona di Bianchini viene così abbandonata e Bologna torna sopra al 20', 36-39. L'Olimpia produce nella prima parte del terzo quarto un 8-0, 46-41; i bolognesi evitano il ko con Dial e Avleev. Belinelli viene inserito in regia ma in questo periodo Naumoski fa 16 punti (saranno 48 alla fine in 45') e al 30' il punteggio è 60-53. Scarone fa 11 punti tra il 33' e il 40', tra cui il +3 a 37" che pareva la partita. No: due liberi di Naumoski, uno di Fro, uno di Petar, uno di Dial, due di Petar. 80 pari e supplementare senza luce. I milanesi allungano, 89-85, Scarone fallisce la tripla del meno 1 e Kidd schiaccia le ultime speranze bolognesi, vince Milano 94-87. Bianchini elogia la squadra e fa autocritica per la box and one schierata nell'overtime. Dial era riuscito a limitare Naumoski, ma dopo il quarto fallo dell'americano sul macedone è andato Scarone che ha sofferto molto. German migliore realizzatore dei suoi con 22 punti, poi Dial con 15, Frosini con 13 e Avleev 12, ma sparito dopo il primo quarto.

I 4 "stranieri" che giocano contro Udine sono Dial, Avleev, Smodis e Bell, restano fuori Murdock e Sekularac. Dopo 31 giorni di digiuno le V nere tornano alla vittoria. Scarone ne segna 28, con 6 su 8 da due, 5 su 8 da tre, 1 su 1 ai liberi, 8 rimbalzi e 8 recuperi, migliore realizzatore e rimbalzista delle V nere, Bell e Dial ne segnano 15 e Smodis 10. Bologna parte forte, 21-10 con 12 punti di Scarone (14 nel primo quarto), ma poi si ferma e Allen sorpassa, 24-26, dopo un parziale di 3-16. Stavolta con la zona la Virtus si riprende e chiude avanti a metà gara, 42-34, dopo un parziale di 13-3. Ripresa. Subito un gol del Germano reale, poi appare anche Bell in contropiede e la Virtus dilata un +11, mostrando soprattutto tenuta difensiva. Scarone invece ha una dinamo infinita: segna il +13 da tre (e sono 26), poi recupera in tuffo una palla e volerebbe, oltre le transenne, in braccio al presidente (se ci fosse), infine sul +16 di Smodis, lucra pure lo sfondo sull´ultimo attacco udinese, 65-49. Nell'ultimo quarto Smodis, Bell e Dial pongono fine alla contesa, 73-53, e la gara si chiude 82-65. Ad Avellino stesso schieramento; primi 10' equilibrati, 25-23, poi nella prima metà del secondo quarto gli irpini allungano, 41-30, dopo un 12-0, e al 20' sono avanti 50-40 e 65-56 al 30'. A 7'45" sono ancora 8 i punti di vantaggio del campani, 68-60. Qui inizia il recupero bolognese con un parziale di 2-11 che permette alla squadra petroniana di passare al comando, 70-71 con Koturovic. Avellino reagisce con due triple, di Vanterpool e Grguruvic (in mezzo c'è quella di Dial), ma la Virtus avrebbe ancora la palla per vincere, però Scarone e Bell falliscono, 77-76. Dial ne segna 24, in 40', Smodis 20 e Frosini 13. Smodis viene squalificato per 2 giornate per tentata aggressione agli arbitri a fine gara, ma dopo il ricorso della Virtus, la squalifica viene dimezzata, così il giocatore potrà essere presente nella trasferta contro Cantù, pagando la penale. Bell intanto accusa una sofferenza al quadricipite destro e salta l'inutile gara di Eurolega. Contro il Tau il palasport è deserto e fa tristezza pensare che solo 2 anni prima fu la sfida che assegnò il titolo europeo alla Virtus. Scarone segna 28 punti, Koturovic 14, Sekularac 13, Frosini 11 e Dial 10, ma la squadra italiana regge solo due quarti, 24-26 al 10' e 49-53 al 20'; a inizio terzo periodo Scarone mette la tripla del meno 1, 52-53, ma qui Bologna subisce un parziale di 0-16, termina il terzo quarto 61-80 e perde 85-110. Quando Belinelli va sul cubo dei cambi, lo scarso pubblico applaude, Bianchini la prende come un'offesa personale e fa un gesto di stizza: qui inizia la contestazione al tecnico. Cantù raggiunge l'anno di imbattibilità casalinga contro una Virtus che non ha mai vinto in trasferta in questo campionato. Dial segna 28 punti e cattura 7 rimbalzi, Scarone ne realizza 19, Smodis 10 (ma non gioca il secondo tempo per infortunio). Le V nere dominano il primo quarto, 20-30 al 10', quando Bianchini viene espulso per proteste. Bologna regge fino a fine terzo quarto (46-47 al 20', 67-68 al 30'), poi cede 92-83. La lombosciatalgia di Smodis non richiede intervento chirurgico, ma probabilmente la sua stagione è finita. Nell'ultima ininfluente gara di Eurolega a Treviso, con la squadra veneta priva di Edney, i bianconeri mancano ovviamente di Andersen e Smodis, ma dalla gara di Avellino è fuori anche Brkic per una contrattura muscolare e che qui rientra ma senza giocare, inoltre è presente per onor di firma anche Koturovic, che non riesce neppure a fare riscaldamento; poi dopo 4 minuti subisce un infortunio muscolare anche Scarone. Al posto di Smodis, come non comunitario c'è Sekularac. Netto successo della Benetton con parziali 30-17, 51-33, 78-58 e finale di 98-76. Dial 26 punti, Avleev 14, Belinelli 13 e Sekularac 10; poi Frosini 9 e Gagneur 4, non segnano Scarone (nei pochi minuti rimasto in campo) e Bell (11 minuti). Solo 8 i giocatori impiegati. Si è così chiusa, finalmente, questa insignificante Top 16 della Virtus: un cappotto 0-6 inglorioso che, gonfiato a 10 dalle quattro sconfitte finali della prima fase, è la serranda calata sull´Europa bolognese. Non c´era mai stata una fine così prematura, almeno nelle ultime cinque stagioni. Quella giocata è stata infatti la partita consecutiva numero 128 (91 vinte, 37 perse) della Virtus in Europa: un record, o giù di lì, se si pensa che, dal ´98 in poi, la squadra bianconera ha sempre giocato una finale. In due parole: finiva la coppa e finiva la Virtus. Stavolta, è finita la Virtus e la coppa va avanti, in palio per altri. Sono dunque quattro le edizioni di Eurolega ('98, '99, '01, '02) e una in Saporta, nell´anno di purgatorio (2000), in cui l´allora Kinder era sempre arrivata in fondo: 5 finali, due vinte e tre perse. Il viaggio senza interruzioni iniziò il 18 settembre 1997. Contro la Scavolini i grandi protagonisti sono Dial, 27 punti, con 10 su 17 in 39' (6 su 9 da due, 4 su 8 da tre e 3 su 5 in lunetta), e Bell, 28 punti con 12 su 16 (9 su 11 da due, 3 su 5 da tre e 1 su 1 ai liberi) e 5 recuperi. Avleev gioca un ottimo primo tempo, in cui segna tutti i suoi 11 punti, con 5 schiacciate e una bomba, per lui anche 9 rimbalzi. Il primo quarto si chiude sul 20-17, il secondo 52-39, con 28 punti dei marchigiani segnati da Gilbert. Nel terzo quarto la Scavolini recupera qualcosa fino al 57-49, poi però subisce un 10-2 fino al 67-51. In questa fase si vede soprattutto Bell capace di segnare un filotto di 10 punti e così si spengono le speranze ospiti. Netto successo per 97-81. Per il recuperato Scarone 13 punti.

Nel tentativo di agganciare i playoff viene ingaggiato per le ultime due gare Andrew Rice, australiano di passaporto inglese, che dovrà aiutare sotto a sopperire all'assenza di Smodis. Gagneur si rende protagonista di una scazzottata in allenamento e viene messo fuori squadra. Ne fa le spese anche Bianchini, intervenuto per placare gli animi e uscitone con un braccio ingessato. A Biella (fuori Frosini, oltre ad Andersen e Smodis) le V nere partono bene, con un buon Rice, e vanno sopra 13-22; ma Scarone dopo 9' per un guaio al ginocchio destro è stato costretto per un po´ a curarsi in spogliatoio. Si stavano vedendo le uniche cose decenti. Avleev sfruttava la forza in area, Dial e Bell tiravano dritto, Rice, appena entrato, ne metteva 4 in 45" (saranno 6 alla fine). Bolognesi avanti anche alla prima pausa, 19-23. Reggono anche nei due quarti successivi, conclusi rispettivamente 45-42 e 67-61, ma all´ultimo secondo del terzo quarto la Virtus era sotto di tre  ed è cominciato il tracollo. Di lì, è stato un 30-1, fino al 94-62, in 8´21", con un libero di Avleev, 0/13 dal campo e una resa istantanea, quasi incredibile. Primo cesto di Brkic a 1'20", 2/17 nel periodo. La diciassettesima sconfitta esterna su 17 in campionato è un meno 35, 104-69. Bell, 14 punti, Avleev e Koturovic 12, Dial 11, riescono ad andare in doppia cifra. Contro Siena Frosini non c'è la fa, ma Scarone sì ed è commovente, segna 22 punti (5 su 9 da tre, 2 su 2 da due, 3 su 4 ai liberi e 4 rimbalzi, 19 punti nei primi 17'), migliore realizzatore dei suoi insieme a Dial (4 su 10 da tre, 4 su 6 da due, 2 su 3 in lunetta e 5 rimbalzi), segue poi Koturovic con 18. Avleev 9 rimbalzi ma 6 palle perse. La Virtus parte bene, 27-21 al 10', arriva con una bomba di Dial al massimo vantaggio, 52-35, dopo un parziale di 21-4, con triple e volate di Dial e Scarone, poco prima dell'intervallo, al quale si va sul 53-38. I toscani si avvicinano ulteriormente, 72-68 al 30'. Nell'ultimo periodo si completa la rimonta del Montepaschi, uno 0-5 provoca il sorpasso di Ford, 72-73 (10-31 il parziale sul pressing di Siena), poi gli ospiti vincono 86-97. Prima volta fuori dai playoff (e ne entravano 12) per le V nere, quattordicesimo posto, ma solo grazie alla classifica avulsa, che le posiziona davanti ad Avellino, Livorno e Udine a quota 26, con più punti della sola Fabriano ultima a 8. In estate però, arriverà il peggio.

 

 

 

MESSINA LASCIA, MADRIGALI RADDOPPIA

www.telebasket.it - 21/06/2002

 

10 trofei in 9 anni: questo il fatturato di Ettore Messina alla guida della Virtus. Quello che dalla stampa straniera era stato etichettato con l'appellativo di "Messina case" è ora al suo epilogo. Se ne va, Messina, lascia la Virtus dopo un anno travagliato ed una settimana di eventi incredibili. O credibili, se volete. Il comunicato stampa diramato dalla società è stata la pietra tombale sulla sua esperienza a Bologna, fin'ora l'unica nazionale a parte. Messina, ostaggio e al tempo stesso ospite indesiderato in casa Virtus, nonostante quel comunicato che, pur decantandone le grandissime doti, di fatto suonava sarcastico sulle "richiestissime ed invidiatissime prestazioni". Si parte da qui, da un comunicato e da quanto dichiarato da più parti intorno, dentro ed ai vertici del club: Ettore Messina è il migliore allenatore d'Europa, ci siamo sentiti dire, strano poi che questo nuovo viaggio della Virtus cominci privandosi delle invidiatissime prestazioni.

Messina se ne va, non sarebbe un problema così grosso in condizioni normali, tutto può accadere, per carità; ma che le dimissioni arrivino al termine di una commedia dove di fatto la società, il presidente Madrigali, ha giocato (e vinto) una partita a scacchi in modo da mettere l'allenatore con le spalle al muro non lascerà il tutto senza seguito, o per lo meno senza la necessità di spiegazioni, crediamo. Via Brunamonti prima, via Messina ora. Le due cose separate hanno valore relativo, insieme pesano quanto due carichi da undici. Ovvio che nell’economia della partita si sia giocato a carte quasi scoperte: Messina blindato da una proposta di ulteriore prolungamento, i vice blindati come Messina chiede. Salvo poi ricevere la notizia della nomina del Direttore Generale, Dado Lombardi, non concertata; senza entrare nel merito della nomina in sé per sé e di quanti e quali problemi possa avere creato la scelta del personaggio, senza entrare nei privati e personali non idilliaci rapporti tra Dado e Messina, di fatto però Lombardi appare (solo) come uno degli strumenti di cui si è servito chi in realtà ha giocato la partita a scacchi contro Ettore.

Tanto quanto il comunicato di mercoledì; quei fatti hanno in realtà smascherato le intenzioni reali di Madrigali. Messina può anche andare, se crede, ma non si dica che noi non abbiamo fatto di tutto per trattenerlo. La si legge così, dal di fuori. Tutto perfetto, solo il piccolo particolare che la commedia dura da una settimana, ed in mezzo c’è stata anche una bella (e contraddittoria in alcune sue parti) conferenza stampa. Troppo tempo per non sviscerare i fatti anche nei loro angoli più reconditi, troppo per non vedere che di fatto la situazione che mise Madrigali spalle al muro lo scorso marzo adesso ha messo Messina sull’uscio. Messina chiude con la Virtus, ma forse non con Bologna, anche se qui si entra nel campo della suggestione più che della logica delle cose; la Virtus nuovo corso riparte con, come primo presupposto, la rinuncia all’allenatore decantatissimo e richiestissimo. Strano a dirsi, ma è così. è il primo passo di una stagione che inizia con due pesantissimi addii, ciò di cui molta gente chiederà spiegazioni. Tante curve per andare dritti, nello stesso punto; tanto valeva parlare chiaro. In bocca al lupo a chi va, buon lavoro a chi resta.

ETTORE MESSINA UFFICIALIZZA LE SUE DIMISSIONI

www.telebasket.it - 26/06/2002

 

Ettore Messina ha diffuso oggi il seguente comunicato stampa:

“Comunico che ho ritenuto opportuno formalizzare le mie dimissioni da allenatore della Virtus Kinder. Desidero salutare, con affetto, i miei più stretti collaboratori e nello stesso tempo mi è difficile trovare parole adatte ad esprimere appieno la gratitudine che provo per tutti coloro che mi hanno sostenuto con incredibile calore in questa bellissima avventura, aldilà dell’abituale rapporto tra chi tifa e chi fa sport. Ho potuto avvertire, nei miei confronti, un sentimento di affetto, di stima e di rispetto, indipendentemente dai risultati sportivi, semmai più forte nei momenti difficili. Tutto questo renderà per me indimenticabili gli anni passati alla guida delle V nere. Ve ne sarò per sempre grato.”

Ettore Messina

 

TANJEVIC ABBRACCIA LA VIRTUS

La Repubblica - 16/07/2002

 

«Io vengo dalla Francia, là tutti si danno sempre la mano, è una bella abitudine, vero?», dice Boscia Tanjevic entrando negli uffici della Virtus all'Arcoveggio, sorridente e abbronzatissimo, cordialmente proteso verso tutti. Sembra uscito da un film di Kusturica, con quella camicia bianca sui pantaloni rossi e il giubbotto blu (in fondo deve diventare la nuova bandiera, no?), più il massiccio anello che gli cinge il mignolo. Lo precede Dado Lombardi - completo blu da matrimonio, sguardo e tono della voce da anniversario -, che presentando Boscia parla tre minuti e usa venti volte l'aggettivo "grandissimo". Grandissimo l'allenatore che c'era e non c'è più (e anche il dirigente ex giocatore), grandissimo l'allenatore che c'è, grandissimo il presidente, grandissimi i giocatori che sono andati via, grandissimi quelli che verranno. Di piccolino, insomma, c'è solo questo ufficio adattato a sala stampa, che ospita l'atto di fondazione della nuova Virtus, col ghigno furbo di Tanjevic dietro la scrivania e le sue prime parole bianconere.

«Qui il compitino non è proprio facile facile, me ne rendo conto, perché si tratta di continuare a vincere. Ma se fosse stato facile, non avrebbero chiamato un tipo tosto come me. Perché io un po' tosto credo di esserlo davvero, dopo tanti anni e tante esperienze. Ma questa è una prima volta anche per me, mai mi era capitato di dirigere un club così forte, con tanta storia alle spalle. Ho vinto anch'io, ma sempre partendo da posizioni di maggiore debolezza. Questa volta parto in prima fila, ed è una bella, grande, soddisfazione. Oltre a vincere vorrei anche restare, però, non come mi è successo altre volte, di vincere e poi dover andare via. Una moda che hanno inventato quelli della Stefanel, e proseguito al Villeurbanne…».

Il suo non facile compitino, ma lui lo sa meglio di noi, sarà reso perfino più difficile dal clima di scollamento che vige al momento tra pubblico e società. «Io ho bisogno del pubblico, senza il loro appoggio non potrà mai essere la stessa cosa. Ho sempre visto il pubblico virtussino capire di basket e stare al fianco della squadra, quindi non vedo perché dovrebbe cambiare da quest'anno. Se poi serve che scarichino rabbia o delusione su di me, va benissimo, prendo tutto. Del resto non sono mai partito col pubblico al mio fianco, o quasi mai. Poi, quando andavo via, li avevo tutti con me».

Ma come sarà la Virtus di Tanjevic? Che giocatori vorrebbe, con quale fiocco li terrà insieme dopo gli anni delle torride difese a cui tutti si aggrappavano quando c'era da vincere? «Io voglio buoni atleti, disponibili e di talento, e ne arriveranno ancora sei o sette. La difesa? Ma anche a me piace molto difendere, sapete? Anzi, credo che ai giocatori vada insegnato proprio quel gusto, che tanti pensano solo sia fatica. Però so anche che se difendi, difendi, difendi e poi non fai mai canestro, vinci poco».

Due parole sull'amato allievo Boniciolli («ha fatto un grandissimo risultato, è giusto e logico che sia rimasto»), altre due ancora su se stesso: «Non ho chiesto garanzie quando mi ha chiamato la Virtus, alla Virtus si viene e basta. Però so già che questo sarà il club più forte che mi è mai capitato di allenare».

«Fatemi dire ancora solo due parole - ha poi chiosato il Dadissimo Lombardi, mentre Boscia fuggiva in spasmodica cerca del suo sigaro -: ho letto e sentito tante cose, ma io che sono legato profondamente alla Virtus, avendoci giocato posso dire da protagonista, su una cosa posso rassicurare tutti i virtussini: non tradiremo 130 anni di storia, anzi li onoreremo al meglio. Quindi partiremo per vincere tutto, come ci hanno insegnato i nostri predecessori». Tutto non sarà necessario, qualcosa forse sì.

TIFOSI E MADRIGALI, PACE DIFFICILE

Il Resto del Carlino - 14/09/2002

 

Tre ore di confronto, con trecento tifosi. Serata calda, cominciata quando mancavano tre minuti alle 18, all'Arcoveggio, per capire gli umori di una piazza che, nonostante la campagna acquisti (nove giocatori nuovi), sembra non nutrire troppo amore nei confronti della Virtus. Lo dimostrano le cifre sugli abbonamenti. Approssimativi, certo, ma per la prima volta confermati dal numero uno bianconero, Marco Madrigali. «Il dato esatto non ce l'ho, ma la stima 2.500-2.600 è verosimile».

E il numero esatto non ci sarà nemmeno mercoledì prossimo, quando la Virtus affronterà al PalaMalaguti l'Olympiakos. La gara è riservata ai soli abbonati, ma la Carisbo – dicevano ieri i tifosi all'uscita – che dell'evento è il primo sponsor (e la Cassa di Risparmio di Bologna potrebbe essere veramente il primo marchio bianconero per il campionato), sta distribuendo inviti omaggio. Difficile, dunque, mercoledì, conoscere il numero degli abbonati. Più facile, ieri sera, toccare con mano la rabbia e l'esasperazione di molti tra i presenti.

«Non ho avuto le risposte che mi aspettavo. Per questo non mi abbono», dice un tifoso che assicura di avere la tessera dal 1976, anno del primo scudetto bianconero dell'era moderna. Ma il motivo di attrito maggiore, all'Arcoveggio (i cronisti fuori dai cancelli non possono che riportare le due 'campane'), è legato alla figura di Brunamonti, uno dei grandi assenti. Perché l'attrito? Perché Madrigali – e su questo il presidente conferma – ha tracciato, ai tifosi, l'identikit del perfetto direttore generale comunicato all'ex tecnico Messina: «Onesto, virtussino e in perfetta sintonia con Ettore». E a questo punto le voci discordano: secondo i tifosi ci sarebbe stato un coro spontaneo – «Brunamonti» -, per Madrigali, invece, non ci sarebbe stata unanimità di consensi.

La figura del digì, ricoperta da Dado Lombardi, resta un elemento cardine per capire che forse, in questa stagione, Madrigali non sarà poi così presente al palazzo. «Non sarò a Genova per la Supercoppa. Mercoledì? Non lo so. Lunedì partirò per Londra. Se ce la faccio...». Ma nelle due stagioni precedenti il presidente non è mai mancato, nemmeno nella serata madre di tutti gli attriti. «Ho deciso di assumere un direttore generale – spiega – proprio perché non mi mancano gli impegni. E non potrò godermi la squadra come avrei voluto».

Aleggiano gli spettri di Messina e Brunamonti. E davanti agli occhi c'è una campagna abbonamenti che non ha soddisfatto le attese. Non sarebbe stato meglio abbassare i prezzi delle tessere? «Se esistesse una formula esatta l'avrei già applicata. Questo è marketing, non matematica. Non è una scienza esatta. Si spera sempre di fare bene e, anche quando c'è il tutto esaurito, qualche scontento rimane». Madrigali, però, spera, o meglio si augura, di aver convinto qualcuno nell'incontro di ieri, anche se non fa previsioni sul numero finali degli abbonati: che si concretizzi, per la prima volta, il sorpasso degli abbonati dell'Aquila? «Ma la gente – dice il presidente – deve abbonarsi nel nome della Virtus. Se manca fiducia nel sottoscritto per informazioni non vere pazienza. Ma la squadra ha bisogno di fiducia perché è un gruppo giovane. Serviranno un paio di mesi per vederli giocare bene assieme, ma la squadra c'è». E mercoledì, al PalaMalaguti, potrebbe materializzarsi lo sponsor. Carisbo, appunto.

 

TANJEVIC: "VIRTUS SENZA REAZIONI, SPERO TORNI RIGAUDEAU"

La Repubblica - 28/09/2002

 

Impossibile dimenticare o esorcizzare: la batosta di Fabriano resta pesante anche a freddo. La Virtus surclassata è un fatto sensazionale, pure per i diretti interessati. Boscia Tanjevic, il giorno dopo, s'è presentato umanamente giù di corda. Le tremende novità hanno sorpreso anche lui.

In quasi trent'anni di carriera da coach non ricordo una sconfitta di 35. Ne presi 28 la passata stagione e 28 poco fa in Supercoppa: un numero magico, al contrario.

Una sberla del genere e poi da Fabriano...

Non vedo differenze, 35 son sempre 35. Loro hanno giocato benissimo e trovato in noi dei complici perfetti. Il dramma sono state le palle perse, che hanno tramutato l'insicurezza generale in panico, togliendoci ogni possibilità di difendere. E più Fabriano cresceva più la Virtus si sgonfiava.

S'è visto. Ma un tentativo per evitare almeno la mattanza non si poteva fare?

Questo mi ha preoccupato. Non c'è stata nessuna reazione. Nel secondo tempo sarebbe stato giusto provare a far qualcosa. Ma i giocatori erano delusi di loro stessi e si sono fatti travolgere dalla valanga. La buona partenza è stata una trappola, che ha sparso la convinzione che sarebbe bastato uno che facesse sempre canestro, senza pensare subito a difendere.

Tutti sulle spalle di Bell non si può stare, contro nessuno, ma i crolli dopo inizi decenti sembrano una regola.

Un effettivo calo di forze alla fine c'è. Ci stiamo lavorando e almeno su questo in allenamento si vede qualcosa.

Molto poco però in partita. Il gruppo non potrebbe cadere nell'angoscia che la Virtus vera è quella di giovedì?

Non siamo quelli. La nostra espressione odierna è migliore, malgrado le difficoltà. Ma già da domani credo che non arriveremo al peggio di Fabriano. Lì la Virtus s'è sfaldata.

Si vergogna ancora, come ha dichiarato nel dopo gara?

Certo. Io sono l'allenatore che ha perso di 35 e ho voluto interpretare anche il sentimento dei giocatori. Non è stato uno sfogo, bensì una constatazione. Il nostro problema attuale rimane il tempo: una preparazione così non l'ho mai fatta, dovremo arrangiarci.

Tra i singoli, Sekularac e Avleev sembrano piovuti da un altro mondo.

Mladen sta subendo la nuova realtà. È giovane, ma io facevo giocare play fisso Bodiroga a 19 anni, ed era meno esperto di lui. Per Sekularac è cambiato il modo di giocare e anche il livello del campionato, che in Jugoslavia è più basso. In questo momento altri, come Attruia, non hanno il passo. Mladen migliorerà, deve assorbire il nuovo ambiente e trovare la forma. Lo stesso vale per Avleev, che è pesante e gli ci vorrà un po' per mettersi in moto. E tutti hanno ancora bisogno di digerire il gioco.

La situazione da incerta è diventata drammatica. Tanjevic oggi incontrerà Madrigali: per dirsi cosa?

Col presidente, che a Fabriano ci ha detto le giuste parole, ed è stato grande, parleremo del momento. Si discuterà dei problemi, ma per quanto mi riguarda non cercheremo altra gente. I rinforzi arriveranno da dentro. Rigaudeau ha iniziato a fare qualcosa col pallone, ma ne ha risentito. Spero di averlo domani, ma non sono sicuro.

Di fronte avrete Napoli, che avrà un impatto atletico simile a Fabriano. Si rischia.

Sarà una partita pericolosa, come tutte, adesso. Già Reggio ci aveva messo alle corde. Mi sembrano coperti in tutti i ruoli. La nostra lotta contro il tempo continua.

 

 

Quarta giornata, 6 ottobre 2002: riscaldamento a Varese, mentre Belinelli si appresta a schiacciare, Rigaudeau si allontana, simbolica immagine del francese che nel gennaio successivo lascerà la Virtus (foto fornita dall'opinionista tv Alessandro Stagni)

 

IL MOMENTO NERO DELLA VIRTUS

di Walter Fuochi - La Repubblica - 11/10/2002

 

Scortata dall'ultimo sigaro una malinconica pizza di mezzanotte, le luci ormai spente fra i tavoli di Marco in zona Fiera, Boscia Tanjevic deve aver visto davanti a sé, dopo l'Asvel, molto vuoto. Tutto si raddrizza, ad ottobre, nello sport, ma che ci siano pochi puntelli su cui far leva, in questa Virtus, dev'essere ormai un incubo pure per chi la governa, e non solo per chi la patisce al palasport. Non meno bene doveva sentirsi Marco Madrigali, tornando a casa, appena scosso dalla contestazione dei tifosi a Casalecchio. Il presidente era uscito dal campo protetto dai guardaspalle, tra urla ed insulti volgari; e aveva raggiunto gli spogliatoi per dire ai propri colonnelli che d'ora in poi si dovrà parlare in giro meno possibile. Non solo questo, ovvio, se è in vista l'ennesima rivoluzione copernicana. Due giocatori sono in arrivo, qualcuno dovrà giocoforza uscir di scena e pure nella stanza dei bottoni ci saranno verifiche da affrontare: già traballano poltrone importanti e galoppano candidature. Intanto, sui diversi fronti, divampano piccoli e grandi fuochi.

La contestazione. Bisogna partire di lì, e allora bisogna ripartire dal famigerato 11 marzo dell'esonero di Messina. Fu più corposa, allora, anche perché riflessa da un'arena gremita, ma non è stata meno significativa stavolta: in fondo, i tremila d'oggi sono quelli che un patto di fiducia l'avevano voluto rinnovare. Malcontenti anche loro. Vale ripeterlo, la partita coi lionesi non l'ha persa Madrigali, ma se alla sirena il tappo della protesta è saltato per lui significa che è il presidente, per la gente, a riassumere l'emblema dell'attuale dissesto virtussino. Del resto, sue sono state le scelte: sia degli uomini partiti, sia di quelli arrivati. E figlie di queste scelte sono ora la vita da fortezza assediata di un club che vede nemici ovunque (e che ieri ha tirato su altri ponti levatoi), la desertificazione di un'arena in cui confinano solo umori come diffidenza, freddezza e ostilità, il disagio di una squadra che patisce questa cornice, essendo già di suo un quadro sbilenco.

Il gruppo. L'enigma di oggi è capire se, al di là degli uomini da recuperare, o di quelli da arruolare, la Virtus ha fallito la scelta di quelli che dovevano esserne il ceppo, ossia di chi è arrivato per rilevare Ginobili e Jaric (e Becirovic). Tra Avleev che non tira (3 colpi in tutto coi francesi) e Sekularac che non gioca (6' in campo, scelta di Tanjevic, per non azzerarne la pencolante autostima), è dura battezzare il meno inserito. E allora si focalizzano i ricordi di un russo capace di buoni bottini, però di rado nelle partite forti, e s'ingrossa il sospetto che Sekularac non sia solo un talento momentaneamente smarrito, ma un giocatore 'normale' preso invece, nel progetto e nella spesa, per essere un big. Bell infine gioca da solo, anche se talvolta c'è da capirlo. Chi gli è accanto manco gioca. Adesso si vuole aggiungere Dial, che per chi lo conosce è un progetto di play mai sbocciato, un attaccante anche più vario di Bell, però pure di problematica osmosi con Charlie. Fra chi è ai box, è ormai tragica (e francamente mai vista) l'ecatombe dei lunghi, con una punta di gravità nell'assenza ormai cronica di Smodis. Nel frattempo, il reparto boccheggia e, ridotto a due soli pezzi, rischia di liquefarsi: i 5 rimbalzi in due di Frosini e Andersen, spazzati via dai chili di Evtimov e Gulyas, sono una spia accesa, anche se con l'Asvel è andata sotto tutta la Virtus, davanti solo quando entravano le 'bombe'. Poi, di quelle è defunta.

Infine, il calendario. Sin qui era dolce, ora viene il duro. Così, le 4 partite perse (-28 Treviso, -35 Fabriano, -15 Varese, -4 con l'Asvel) e le due vinte (+1 Viola, +4 Napoli) formano la minacciosa linea grigia d'uno stesso tracciato nitido e logico. Peggio di questa Virtus, adesso, c' è poco in giro.

Il presidente Madrigali contestato dalla curva (foto tratta da L'Unità)

VIRTUS, GROSSI CAMBIAMENTI IN VISTA

www.telebasekt.it - 16/10/2002

 

Vuoi per una serie interminabile di infortuni, vuoi per i risultati un po' altalenanti, ma anche per riparare errori piuttosto grossolani commessi dal nuovo front office virtussino durante l'estate, il club bianconero ha deciso di tagliare Mladen Sekularac, la giovane stella yugoslava firmata poche settimane fa, dopo che aveva rinunciato ad un contratto coi Dallas Mavericks. Nel frattempo è stato raggiunto l'accordo con la guardia statunitense Derrick Dial che ha già sostenuto le visite mediche e ritornerà al più presto a Bologna. Ma non è finita, German Scarone dovrebbe vestire la maglia bianconera lasciando il Montepaschi Siena, grazie ai buoni rapporti tra il Presidente Madrigali ed il Procuratore Generale mensanino Ferdinando Minucci.

Nel ruolo di centro ha invece firmato un contratto per questa stagione lo yugoslavo Dejan Koturovic recente protagonista di un eccellente campionato del mondo con la nazionale Yugoslava medaglia d'oro. Dunque la Virtus si rifà il trucco, ma non sempre, si sa, molti cambiamenti durante la corsa fanno bene. Da un lato va detto che il buon Tanjevic fece la stessa cosa lo scorso anno, con grande successo a Villleurbanne, ma non sempre le ciambelle riescono col buco. Sorge spontanea una domanda, ma che fine hanno fatto tutti i grandi talenti annunciati e sbandierati ai quattro venti all'inizio dell'estate? Ci riferiamo ovviamente ai vari Morlende, Gagneur e - perché no - anche al povero Mladen Sekularac, che paga per colpe non sue.

 

TANJEVIC: "NON MI SENTO SOTTO ESAME"

di M. Martelli - La Repubblica - 08/12/2002

 

Boscia Tanjevic, si sente sotto esame?

No, sarei un principiante se lo fossi. So che la vita d'un allenatore presenta diverse possibilità, ma sotto esame lo sono stato quando avevo 25-27 anni. Anzi, neppure allora.

Un passo indietro. Cosa non ha funzionato ad Atene?

L'attacco. La nostra difesa è stata sopportabile: loro hanno tirato col 43%, e attaccando un po' meglio avremmo vinto. Ma, a parte Antoine, non s'è segnato: e 66 punti non bastano. Bell aveva male al gomito, dopo un colpo in allenamento, e non ha trovato i soliti punti. Dial è stato castigato in difesa e scoraggiato in attacco. Con Scarone, che a Udine recupero, potevamo avere più organizzazione, e qualche punticino.

È rientrato Smodis, ma in coppa si va a referto in 12. Ci sarà anche a Udine?

Certo. Matjaz deve crescere come minutaggio e abitudine a giocare. Altra storia in allenamento, dove arrivano meno colpi. In palestra mi piange il cuore vederlo patire: lui è capace di giocare sopra il dolore, se soffre lì vuol dire che è veramente tanto. Speriamo che cresca al più presto, perché ne abbiamo bisogno: buon tiratore da fuori, buon realizzatore sottocanestro, eccellente passatore. E anche discreto difensore.

Smodis è della vecchia guardia. Come Frosini, come Rigaudeau: gente che si batte per la maglia. Non sembra così per i nuovi della Virtus.

Può darsi che questi siano ancora alla ricerca di mentalità vincente e spirito del non arrendersi mai. Purtroppo non l'hanno ancora dimostrato. Ma io sono paziente, lo sono sempre stato. Ai giocatori chiedo soprattutto sforzo, che ormai deve superare il 100%. Adesso serve il 110%. Coi greci abbiamo dato il 95, loro il 105, giocando la miglior partita dell'anno.

Udine è ultima, ma ha il vento in poppa. Che partita sarà?

Un partita molto importante. Non abbiamo mai vinto in trasferta, e già questa è una cosa strana. Loro sono una squadra abbastanza buona, che non vale la posizione che ha ora. Due vittorie nette gli hanno dato umore alle stelle. Conosco bene tutti: da Mian e Li Vecchi, che ho avuto in nazionale, al piccolo Vujacic, a Zacchetti. Thompson lo conosco dai tempi dell'Estudiantes, Mikhailov dalla nazionale russa. Conosco meno Alexander. In ogni caso, questa la partita dove dimostrare coraggio e carattere. Bisogna cercare la vittoria a tutti i costi.

 

SI È DIMESSO DADO LOMBARDI

www.virtus.it - 11/12/2002

 

Gianfranco Lombardi ha presentato in data odierna, per motivi familiari, le dimissioni dal ruolo di direttore generale della Virtus Pallacanestro Bologna. La società ha accettato le dimissioni dalle funzioni operative, ringrazia il signor Lombardi per il lavoro svolto finora e lo invita a rimanere col suo incarico di vice presidente all’interno del Consiglio di Amministrazione. La funzione di direttore generale viene assunta, ad interim, dal dottor Stefano Mazzoni, attuale amministratore delegato della Virtus Pallacanestro Bologna.

 

CHARLIE BELLE OPERATO MERCOLEDÍ

www.virtus.it - 16/12/2002

 

La risonanza magnetica, eseguita oggi, ha evidenziato che Charlie Bell ha riportato una lesione del collaterale-mediale e della capsula posteriore del ginocchio destro. Il giocatore sarà operato nella giornata di mercoledì 18 dicembre dal dottor Alessandro Lelli, ortopedico di fiducia della Virtus Pallacanestro Bologna, a Villa Laura. La prognosi è di circa 3-4 mesi.

 

ESONERATO TANJEVIC, È BIANCHINI IL NUOVO ALLENATORE!

www.virtus.it - 27/12/2002

 

La Virtus Pallacanestro Bologna comunica di aver sollevato dall'incarico di capo allenatore della prima squadra il signor Bogdan Tanjevic. La società ringrazia il signor Tanjevic per la grande professionalità ed umanità dimostrate alla guida della Virtus. Da oggi il ruolo di capo allenatore della Virtus Pallacanestro Bologna è assegnato al signor Valerio Bianchini.
Nato a Torre Pallavicina (BG) nel 1943, Valerio Bianchini vanta una lunga e prestigiosa carriera da allenatore. Ha vinto tre scudetti: nel 1981 con Cantù, nel 1983 con il Banco di Roma e nel 1988 con la Scavolini Pesaro. Al suo attivo inoltre ci sono: la Coppa delle Coppe nel 1981 e la Coppa Europa nel 1982 con Cantù, la Coppa Europa e la Coppa Intercontinentale, entrambe nel 1984, con Roma e la Coppa Italia con la Fortitudo nel 1998.

ECCO BIANCHINI, REAZIONI DI TIFOSI E SQUADRA

La Repubblica - 28/12/2002

 

«Non ci stiamo», è il pensiero dei tifosi. Stavolta non è la cacciata di un allenatore a provocare il mal di pancia, ma il nome del successore. Arrivati in CTO per assistere alla presentazione di Valerio Bianchini, alcuni hanno infatti lasciato la sala riunioni, proseguendo nel parcheggio il dissenso forte scoppiato poco prima. «Sarà sempre contestato. Lo odiamo dagli anni '70, non sarà mai l’allenatore della Virtus», dice Luca, componente del gruppo Forever Boys. Anche Claudio, sempre dei Forever Boys, è dello stesso avviso: «L’abbiamo insultato per 30 anni: non è degno di sedere sulla nostra panca. L’ambiente che troverà non gli piacerà». Decisa anche Arianna, che non dimentica il passato: «Lui professionista? Un professionista non parla male delle altre squadre per anni e anni». Interviene di nuovo Luca: «È un opportunista. Se Messina allenasse anche 50 anni a Treviso, non mancherebbe di rispetto alla Virtus. Il nuovo allenatore deve imparare che i tifosi si ricordano della parole».

Così si comincia subito a parlare di 'nuova contestazione', dopo quella seguita all’esonero dell’11 marzo scorso: «Abbiamo fatto tornare Messina: così facciamo andare via Bianchini». Parole troppo a caldo, forse, ma che danno l’idea dell’umore nerissimo del popolo bianconero. Prova a sdrammatizzare Fabio: «Mi aspettavo un cartello: Siete su scherzi a parte...». Poi, terminata la conferenza, rimbomba il parere di altri tifosi. Gianluca Bovinelli, del Gruppo Vincere, i più vicini alla linea presidenziale: «È sempre stato anti-Virtus, è chiaro che non parte benissimo. Questo non vuol dire che lo insulteremo, ma la sua unica prova è il campo. E con lui la squadra, che da ora non ha più alibi». Mirko è ancora allibito: «Mi aspettavo di vedere chiunque, tranne lui». Il presidente Madrigali, come ha spesso fatto, ha poi tentato di spiegare le sue ragioni ai tifosi. Ai presenti, però, le parole del presidente sono sembrate una riedizione di quelle pronunciate il marzo scorso. «Se ci sarà una contestazione civile, è legittimo che la facciate: ognuno ha il diritto di esprimere il suo parere», ha chiuso comprensivo.

Al mattino con Boscia, al pomeriggio con Bianchini. Così i giocatori hanno subito sperimentato la nuova rivoluzione di Madrigali. È Frosini a commentarla, proprio lui che con il Vate, ai tempi della Fortitudo ebbe qualche polemica: «Quello era un momento amaro, avevamo appena perso lo scudetto, è passato del tempo. Comunque ora la proprietà ha fatto certe scelte e io gioco per la squadra, chiunque l’alleni. Cambiare allenatore due volte in nove mesi? Ci saranno motivi validi che sa il presidente. Di certo la squadra non ha reso e questo ha condizionato la scelta di oggi. Non abbiamo più alibi e siamo in discussione anche noi. Finora, tra l’altro, non siamo stati uniti». Anche Rigaudeau ha commentato la svolta: «L’abbiamo saputo a fine allenamento, dal presidente. Noi dobbiamo giocare e basta. Questo è un momento difficile e mi sento colpevole anche io. È come una mia sconfitta. Ora dobbiamo ripartire da zero. Bianchini? Di nome lo conosco».

 

La Virtus alla Palestra dell'Arcoveggio dopo l'arrivo di Bianchini

BIANCHINI: "A NOI LO SCETTRO"

di Francesco Forni - La Repubblica - 29/12/2002

 

A Roseto il dirigente Bianchini aveva il compito di fare «casting», creare la squadra e poi consegnarla al coach. Adesso torna alla sua vocazione principe di direttore d’orchestra: oggi dovrà far giocare la Virtus a Pesaro (18.15) in una sfida che si preannuncia tosta, anche se non si gioca più nell’attico. Non poteva esserci esordio più emblematico: Bianchini ha la cittadinanza onoraria di Pesaro dal 1988, anno dello storico, primo scudetto e con la Scavolini è quello che ha vinto più partite, 188. Basta e avanza per far capire che lui in riva all’Adriatico non è il coach, ma un’icona.

E dalle simbologie Valerio non si stacca. «La Virtus deve ricominciare e questo passo si chiama 'riconquista’. Bisogna riprendersi lo scettro. Per farlo occorre avere il controllo del territorio e Pesaro indubbiamente ne è parte importante. Assieme a Bologna ha salvato il basket dopo i fasti degli anni '80». Non si dilunga più di tanto sui ricordi, il coach bianconero è alle prese con il «casting» a Bologna, che è da far funzionare al più presto. «Questo gruppo eredità il rigore e la precisione di Messina e la genialità di Tanjevic. Debbo cercare di sfruttare queste due cose, riportandole a un buon livello di funzionalità. Si devono formare gli uomini che consentano il grande ricambio dopo i fasti passati».

E come si presenterà Bianchini al ritorno in panchina? «Da due anni facevo il dirigente, ma seguivo da vicino tutte le fasi tecniche. Insomma, non sono di ritorno da una spedizione archeologica... ». Che Virtus sarà? «Il nostro play è Rigaudeau, uno che pensa basket ai massimi livelli. Al suo fianco Dial, che è complementare e intercambiabile. Sotto Smodis e Frosini. In ala piccola da vedere chi tra Sekularac, Avleev e il talentuoso Brkic». Come è andato il primo incontro con i giocatori? «Con Avleev al momento dobbiamo capirci guardandoci negli occhi: ho sentito gli altri in attesa di qualche cosa... ma non ci sono rivoluzioni in vista. Cerco di fare ragionamenti elementari: mi piace mischiare, ma solo i liquori per i cocktails». L’organico è completo? «Tra un po’ riavremo Beard, un tipo interessante. Devo valutare. Durante la pausa dopo il 5 gennaio vedremo che fare. Ma non cercheremo il salvatore della patria: qua la patria bisogna onorarla. E come ogni casting dovrà essere equilibrato. Come in Titanic: di fianco a Di Caprio non poteva starci una bellissima, avrebbe tolto appeal alla star». E chi è il Leonardo bianconero? E qui la battuta del Vate sale al massimo: «Sono io, naturalmente».

Anche le altre star faticano. Pesaro non sta andando bene, insegue a due punti in classifica: s’è fatta un rinforzino sabato scorso ad Udine, ma è ancora ad altissimo rischio di rimanere fuori dalle strainvocate Final Eight di Coppa Italia. Fin qui è stata molle in difesa, ma anche in attacco non ha fatto vedere miracoli. Richardson e McGhee sono stati fin qui i più costanti, ma nessuno dei due tocca il 50% dal campo e passa i 15 punti di media. Beric sarebbe la prima punta, ma ha dato la scossa solo in Friuli otto giorni fa con 30 punti. Tutto da verificare.

 

LA NBA VUOLE SUBITO RIGAUDEAU

di Walter Fuochi - La Repubblica - 07/01/2003

 

Antoine Rigaudeau ha un’offerta dalla Nba, esattamente dai Dallas Mavericks, e potrebbe decidere di lasciare subito la Virtus. In società hanno tenuto un vertice ieri sera, ovviamente in forte allarme: stanno cercando due pezzi nuovi per puntellare la squadra, decima in classifica e appena esclusa dalle finali di Coppa Italia, e se viene a mancare chi, finora, ha tenuto in piedi la baracca, l’impresa del nuovo tecnico Bianchini diventa ancor più disperata.

Per Rigaudeau è la seconda tentazione Nba, e stavolta d’impulso americano: particolare non secondario, se si crede alle rivincite dell’orgoglio. L’altra volta fu nell’estate ‘99 e divenne un viaggio frustrante. Antoine doveva andare ai San Antonio Spurs, ma gli allora campioni Nba (e oggi padroni di Ginobili) gli diedero appena un’occhiata distratta. A pochi giorni dal campionato, Rigaudeau fu riaccolto dalla Virtus: più volentieri da Messina che da Cazzola. Posto che la sua volontà sia di partire, la palla rovente passa ora al club, che dovrà scegliere tra allestire una difesa serrata del giocatore, sotto contratto (questo più altri due anni, sugli 1,2 milioni di dollari), oppure cederlo, laddove ne ravvisasse la ferma volontà di andare. La voce rimbalzava da domenica sera sui tam tam di radiomercato, innescata da un sito di Dallas, nel quale si tratteggiava l’identikit di un misterioso giocatore europeo col quale rinforzare i Mavericks, primi nella Nba e in odor di titolo.

Versatile, straniero, sui due metri, ruolo 2-3, con un buon tiro e trattamento di palla, ci sono molti tratti del francese. Ma soprattutto ieri, lungo la giornata, la notizia ingrossava ulteriori, anche se ufficiose, conferme, sia in Italia che negli States. Ora non ci sarà che da attendere sviluppi, a partire da domani sera, quando la Virtus giocherà in Eurolega: già, contro il Partizan di Danilovic, ex compagno di Rigaudeau in una Virtus messiniana sempre più ridotta, anche nei lasciti. Dallas, oggi in pieno boom, è un club che guarda molto al mercato europeo, dalla scoperta del fenomeno Nowitzki alla scelta al secondo giro, l’ultima estate, di Sekularac (e, dunque, in rapporti con la Virtus). L’uomo di punta del management è Donnie Nelson, figlio del coach Don: ha fatto, Nelson jr., l’assistente alla nazionale lituana, si vede spesso in Italia, non manca mai alle finali europee o alla Summer League di Treviso.

Ove la trattativa portasse dunque alla partenza di Rigaudeau, a metà del suo sesto anno bianconero, la Virtus dovrebbe rafforzare il suo lavoro di restauro della squadra: aggiungendo infatti i due pezzi già evocati da Bianchini, e sfilando all’edificio l’architrave, ne andrebbe infatti trovata un’altra. Poi, a parte le qualità individuali, Rigaudeau ha un peso, nel quintetto di cui è capitano e leader, ben oltre la statura tecnica e quest’inizio grandioso, benché inutile, di stagione. Infine, un suo divorzio avrebbe un’eco certamente forte su una tifoseria che, alla partenza di molti uomini simbolo della Virtus, ha già opposto vibrate prese di posizione.

In Virtus ieri tutto taceva, almeno sul proscenio. C’è stato doppio allenamento e si dovrebbe avere domani il rientro di Koturovic e Sekularac, del quale il dottor Lelli ha detto ieri, in breve, che non ha nessun malanno alla caviglia, solo qualche remora in testa. Sul mercato, ancor prima che scoppiasse la grana Rigaudeau, la priorità era per un playmaker da sommare subito al centrocampo: sentiti i nomi di Andre Woolridge (ex Udine) e di Pepe Sanchez, che Bianchini cercò già di avere due anni fa a Milano. Di passaporto spagnolo, l’argentino farebbe risparmiare quell’ultimo visto per extracomunitario che ormai vale oro e potrebbe servire per l’ala: Dallas, per esempio, libererebbe McCloud, già con Bianchini a Pesaro nel '94, quando s’attaccò nella famosa rissa con Coldebella.

 

IL TRIVIO BOLOGNESE

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

Il trivio è un tipico incrocio bolognese: quello più famoso era quello di Porta Ravegnana, dove in realtà confluivano più strade, ma possiamo ricordare, tra i tanti, anche quello tra via Castiglione e via Orfeo, o quello tra via Farini, via Barberia e via Collegio di Spagna. Anche in campo cestistico ne possiamo rammentare uno che dimostra che a volte, non solo nello sport, le strade si incastrano in maniera singolare. Era l'8 gennaio 2003, la Virtus stava vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia: dopo i fasti del Grande Slam, dopo anni di campioni protagonisti con la V nera sul petto, la società stava vivendo un  periodo travagliato: con Becirovic ormai tagliato fuori dalla società (dopo l'infortunio i denari avevano smesso di correre, si cercava un accordo tra giocatore e società, poi Sani avviò un lodo arbitrale, che diventerà famoso come il lodo Becirovic e sarà tra le cause dei guai bianconeri), Beard mai stato disponibile, Morlende rispedito al mittente, Gagneur impiegato quasi solo in riscaldamento, Bell rotto, Sekularac e Avleev molto al di sotto delle aspettative, tanti giocatori in transito, due allenatori quotati come Tanjevic e Bianchini, impotenti di fronte al declino anche economico della Virtus. In questo panorama arrivò anche l'offerta proveniente da Dallas a Rigaudeau per tentare l'avventura NBA. Le Roi sarebbe legato da contratto fino al 2004, ma la società bolognese non se la sente di trattenerlo, per quanto ha dato alla causa bianconera. Il calendario dell'Eurolega prevede per l'8 gennaio 2003 un incontro suggestivo: arriva a Bologna il Partizan del presidente Danilovic, autentico dominatore per sei stagioni a Bologna, dal 1992 al 1995 e dal 1997 al 2000, con in mezzo la parentesi americana. Di fronte avrà la Virtus, capitanata per l'ultima volta, da Rigaudeau, in procinto di partire per gli Stati Uniti. Lo Zar contro Le Roi, fino a poco tempo prima coppia sontuosa capace di portare la Virtus ai suoi massimi livelli, due personaggi il cui legame derivava da una stima profonda. È proprio Rigaudeau a mettere la tripla del 14-8 che lancia la fuga bolognese e il francese sarà il migliore realizzatore dei suoi, con 18 punti, 3 su 6 da due, 2 su 3 da tre e 6 su 6 in lunetta, prima di uscire dal campo a 56 secondi dalla fine, per una standing ovation che dura 10 minuti, con giro di campo, costellato da abbracci a compagni e tifosi, mentre lo saluta anche uno striscione: "Di qua o di là... sarai sempre Le Roi". La galoppata della Virtus aveva avuto il suo apice nel terzo quarto, quando dal +11 del 42-31, le V nere erano volate al 66-38 del 30'. Tra i protagonisti di questo allungo imperioso anche Belinelli, entrato al 23' e presentatosi con assist, canestro (53-32) e tripla (63-36), mettendo insieme alla fine 7 punti. Marco è come se avvertisse la necessità di andare subito a riempire il vuoto che stava per lasciare il suo capitano, e scese in campo con il piglio del veterano. Due giorni prima era stato il trionfatore del classico Torneo Cadetti di inizio anno, svoltosi a San Lazzaro: aveva condotto la Virtus, allenata da Marco Sanguettoli, al successo, battendo nel girone Scavolini Pesaro, Virtus Siena e San Paolo Ostiense Roma, poi in semifinale i Crabs Rimini e di nuovo i senesi in finale; Belinelli era stato l'assoluto dominatore, risultando anche il capocannoniere e l'mvp del torneo. Tornando alla gara di Eurolega, il risultato finale di 81-64 è solo un dato statistico, che non racconta le emozioni di quella serata, con in primo piano tre campioni che in modi differenti hanno toccato il pianeta dell'NBA, ma che sono legati in maniera significativa alla storia della Virtus.

 

 

IL RE È ANDATO, LA VIRTUS PURE

La Repubblica - 13/01/2020

 

Le trasferte restano un tabù per la Virtus in campionato: ieri, ha dovuto cedere alla Viola quello che realisticamente va considerato uno scontro diretto. Pessimi nel primo tempo, volonterosi nel finale, i sudditi del Re ormai lontano non ce l'hanno fatta. Giusto così, Reggio ha dato di più, trovando buoni punti da tutti e resistendo alla reazione finale: uno zuccherino per sperare, ma intanto i punti esterni continuano a non arrivare. Magra consolazione, la Virtus almeno non ha mollato: dal 60-76 del 33' è risalita al 75-80 a 1'40" dalla fine, grazie a una tripla di Scarone. Partita quasi riaperta, considerando pure che German aveva segnato il suo primo canestro al 33' e che Smodis non ne ha messi nell'ultimo quarto, anche per problemi di falli. Qualche buon assolo di Dial ed Andersen (il canguro a canestro solo nel secondo tempo) e un sussulto di Sekularac hanno fatto il parziale, stroncato però da un cesto di Eubanks: il 75-82 a 1' ha virtualmente chiuso il discorso.

Il vecchio JJ, rientrante, ha segnato 9 punti nel quarto finale, tenendo in piedi i suoi già tremolanti. Per Bianchini una prova meno peggio del solito, ma è chiaro che manca sempre un riferimento nel gioco, non solo per i punti, ma a tutto campo. Qualcosa la Virtus aveva provato pure nel terzo quarto, dopo un primo tempo colabrodo, puntando sui lunghi: Smodis ed Andersen hanno cominciato il periodo con 15 punti in coppia, rimontando sino al 52-63 al 26'. Ma è subito arrivata un'altra raffica di tiri pesanti, chiusa da Mazzarino, che ha scritto il 52-71 a 25" dalla terza sirena. Nello spazio di un'azione, prima Koturovic ha trovato un gioco da tre punti e Dial ha rubato sulla rimessa piazzando il tiro pesante. Bagliori di speranza, troppo deboli dopo una prima parte da bandiera bianca.

Infatti era cominciata male, con la Viola che ha subito trovato confidenza in attacco, mentre la Virtus si è attaccata al solito Smodis, e a poco altro. Prima Lamma poi Rombaldoni (subìti da Scarone) sono riusciti a recapitare buoni palloni sia in area a Tomidy e Williams che ai tiratori Ivory ed Eubanks. Tutto secondo i piani di Lardo, non quelli di Bianchini, che ha visto i suoi segnare solo tre volte dal campo nel primo periodo. Il contatto è stato perso quasi subito (10-16 al 6'), una spallata di Tomidy ha firmato il primo svantaggio in doppia cifra (12-22 all'8'). C´è stata una rincorsa sino a -3 (21-24 al 21'), ma lì è di nuovo crollato tutto. La Viola ha trovato punti da tutti: ossia, ognuno ha preso buoni tiri che entravano. Ed è arrivata la grandinata: 6 bombe neroarancio in 7', che prima hanno lanciato un 15-2 (23-39), e poi, con due triple di Lamma, che hanno portato a sfiorare il ventello al passivo poco prima dell'intervallo. 52 punti subiti (col 69% da due ed il 63% da tre concessi) sono stati il peccato capitale. Nella tempesta Dial con un paio di triple ha provato ad arginare, ma è stato un tampone da poco, per una situazione, via da Bologna, ormai classica. Bianchini ha provato i cambi, ma niente da fare. Le palle perse ed errori assortiti di Koturovic hanno tolto ogni possibilità di rimanere almeno in scia e a niente sono serviti i 10 rimbalzi presi nei primi 20' nell'area avversaria. Possessi preziosi non sfruttati.

 

BENVENUTO MURDOCK, STANZA NUMERO 13

di Wlater Fuochi - La Repubblica - 20/01/2003


Accostando domani la reception del Grand Hotel Virtus, Eric Murdock si vedrà consegnare la chiave numero 13. Tanti sono, con lui, i giocatori arrivati quest'anno, a forgiare un grigio, seppur momentaneo, decimo posto: e se ne aspetta un quattordicesimo, l'ala, che dovrà essere comunitaria e, possibilmente, buonina (dalla Grecia offrono Kakiousis). Di questi 13, quattro sono già usciti di scena (Morlende, Miralles, Attruia, Bowdler), più due del vecchio gruppo: Rigaudeau l'americano esordiva stamane alle 6 in Nba, in Seattle-Dallas, e Becirovic il lungodegente, appiedato dal club, è in attesa di lodo sul suo contratto rescisso. Detto che sono saltati pure un direttore generale (Lombardi, 17 giugno-11 dicembre: totale 178 giorni) e un allenatore (Tanjevic, 15 luglio-26 dicembre: totale 165, partite vinte 12, perse 12), non resta che riassumere il viavai, in ordine di apparizione.

1) Gagneur. Fu il primo acquisto (23 luglio), scovato da Tanjevic nelle promettenti serre francesi. Fa tappezzeria, forse è l'unico caso di n.e. cronico con passaporto straniero, ma è ancora lì. Dimenticabili i suoi 25' nell´intero campionato, più vivide, benchè vane, due triple in coppa con l'Asvel. Mistero gaudioso.

2) Morlende. All'indomani, addì 24, ecco il francesino numero due: un play già pronto, garantiva Boscia. Si fece male a Porretta (fine agosto), s'è trascinato per un po' un guaio al ginocchio che non voleva operare, ora gioca a Digione. Mai visto in bianconero, ma la situazione contrattuale potrebbe perfino riproporlo quest'altr'anno.


3) Avleev. Pompato all'arrivo (11 agosto) come uno dei migliori giocatori d'Europa, non s'è mai inserito, anche per barriere idiomatiche, ed è da tempo in offerta, se qualcuno lo prendesse. S'era pure ammaccato un indice, anziché star fuori 15 giorni è rientrato sabato sera, dando zero. L'unica partitona che stava giocando era il derby: sparì in panchina. Fra campionato e coppa gira a 6,5 punti di media (in 23' in Italia e 33' in Europa, col 33% dal campo). Un anno fa, all'Ural, ne faceva 18.6, col 65% da due, il 55% da tre, l'82% ai liberi...

4) Beard. Preso il 17 agosto, rotto al primo allenamento in Appennino, sarebbe pronto, ma non entra. Si potrebbe infilarlo in qualche scambio, e francamente stipendiare un quinto lungo sarebbe troppo. Altra maglia mai messa.

5) Miralles. Giovanotto spagnolo, assunto a fine agosto in piena epidemia di pivot, usato per 10 partite in campionato (1.2 punti), ha ripiegato ora su Rimini in A2, nella squadra del suo procuratore Capicchioni. Ci gioca 18' a match e ci fa 9 punti di media, ma ne ha sfornati 23 ieri a Imola, in un derby trionfale.

6) Bell. Pure lui arriva a fine agosto, liberato da Treviso scudettata e non catturato dalla Nba. Preso per fare gol, puntarelli ne garantiva: 16.2 in campionato, 17.6 in coppa, però sparacchiando troppo: 38% da due e 35 da tre in Italia, 56 e 30 in Europa. Poi s'è fatto male (con Avellino), e senza prima punta, per la Virtus, è stato anche peggio. Tornerà per marzo-aprile.

7) Attruia. Fantastico solo a Madrid (la legge dell´ex...), capace di un 1/12 da tre in campionato, giocando 10' a partita. Ha divorziato e potrebbe finire a Trapani, in A2, con Binelli.

8) Sekularac. Travolto dall'etichetta irresponsabile con cui lo presentano il 2 settembre (un nuovo Danilovic con più passaggio), e dal mandato insostenibile di doverne, da playmaker, guidare cinque, quando sarà dura bastare a sé stessi, Mladen non ha mai convinto ed era finito fuori squadra in campionato come quinto extra e ripescato per il crack di Bell. In 9 gare di campionato fa 5,5 punti in 22', col 39% da due e il 29% da tre. 6.3 di media in coppa in 18'. Poichè così brocco non può essere, si continua a cercare l'interruttore. Però adesso gli è venuto il mal di pancia.

9) Bowdler. Visto solo in Supercoppa, poi rotto e riaggiustato, poi spedito a Siena, dove si esibisce meglio in coppa che in campionato: 4.9 punti contro 2.2, in 16' e in 10' d'impiego. Nulla di memorabile, insomma.

10) Koturovic. Il pivot campione del mondo arriva a metà ottobre, debutta (benino) a Madrid, raccoglie ora 9 punti a partita in Italia, 7.7 in Europa e un dissenso ormai chiassoso da una platea che vorrebbe vederci più durezza.

11) Dial . Preso per fare il play, essendo invece più guardia, debutta con 27 puntoni a Belgrado, piace perché si sbatte, salta, corre e ha una faccia da persona seria, ha il solo problema che fa cesto quando può. 13.4 punti in campionato e 16.5 in Eurolega sono sostanza discontinua, rispetto a una forma sovente spettacolare; e sono scarsi, in Italia, pure il 43% da due e il 25% da tre.

12) Scarone. Lo mandano i fratelli senesi, dopo eterne convalescenze, ed è ancora un play vero, che però tesse al suo ritmo, difende così così, tira meglio da tre (45%) che da due (33%).

13) Murdock. Prossimo innesto e primo della gestione Bianchini (giorni 24 a oggi, vinte 3, perse 4). Faccia nota in città, mani pure, per aver militato nel cortile di fronte. Correva l'anno '96-97, venne al posto di Crotty, mentre la Fortitudo passava da Scariolo al Vate. Giocò 26 partite per 35' di media, con 19.1 punti, il 52% da due, il 37% da tre, il 70% ai liberi. Perse uno scudetto, con la Benetton, all'ultimo tiro (anzi tre, tutti sbagliati: due Myers, uno lui). Segni particolari bolognesi: non ha mai perso un derby (4 su 4 nel '96-97, stando nell'allora cosca vincente).

 

DAVID ANDERSEN, STAGIONE FINITA

www.virtus.it - 25/02/2003

 

"Gli ulteriori accertamenti ai quali è stato sottoposto David Andersen – spiega il dottor Alessandro Lelli, ortopedico di fiducia della Virtus Pallacanestro Bologna - hanno confermato la lesione capsulare alla spalla sinistra, il giocatore dovrà essere quindi sottoposto ad intervento chirurgico. La prognosi è di 5 mesi circa". David Andersen sarà operato la prossima settimana in Australia dal dottor Greg Hoy, specialista nella chirurgia della spalla.

 

CARA VIRTUS, CHE TRISTEZZA

di Dan Peterson - la Repubblica - 01/03/2003

 

Ho letto, con grande tristezza, del deserto a Casalecchio per la partita Virtus-Maccabi, un replay (anche se a distanza di 22 anni) della finale di coppa dei Campioni del 1981, persa all' ultimo istante, per un solo punto dalla Virtus. La cronaca ha riportato (forse) 800 persone in un impianto da 8000 posti. Si è anche detto che la campagna abbonamenti per le Top 16 di Eurolega ha avuto meno di 400 tessere vendute. Già ero triste per la faccenda Messina dell' anno scorso, per il fatto che una società con 15 scudetti non abbia trovato uno sponsor, per il vedere un grande allenatore come Bianchini raccogliere i pezzi di una squadra frantumata. Ma è il fatto del pubblico che mi colpisce di più. Il mio primo anno alla Virtus come coach, era il ' 73-74, giocavamo a Piazza Azzarita. Avevamo 2500 abbonati. La capienza dell' impianto era di 7000 posti. Avevamo il 97% esaurito. Vuol dire che, per ogni partita, avevamo una media di 6790 persone presenti... nonostante il blocco delle auto per l' austerity molte domeniche! Tutto questo per merito dell' avv. Porelli, il genio dietro la «mania» del biglietto per la Virtus. L' anno successivo, con Tom McMillen, è successo il finimondo. Pandemonio il primo giorno del rinnovo. Chiusi gli uffici. Il giorno dopo si aprivano i botteghini al palazzo. Durante la notte. Porelli e altri hanno numerato altri 1000 posti. Morale della favola: 3500 abbonamenti venduti in due ore. Lista d' attesa di 600. L' anno successivo, ' 75-76, Porelli numera 4500 posti. Stracciati in un' ora. Lista d' attesa: 1000. Una spirale così fino ad avere 5750 abbonamenti e la paranoia a Bologna. Nei divorzi, litigavano per gli abbonamenti. Nei testamenti, lasciavano tutto in eredità. Peggio, ancora, una coppia andava in vacanza, dimenticando il rinnovo (entro 3 giorni o i tuoi posti andavano ad altri), e rientrava scoprendo che non aveva più i posti. Telefonate a Porelli con lacrime. Panico nelle strade. Gente che si abbonava anche alla Fortitudo pur di vedere il basket. E io, con orgoglio, facevo parte di tutto ciò. Che scene! Ora, quando mi chiedono come stanno andando le cose alla Virtus, riesco a parlare dei fatti tecnici. Ma faccio fatica per la questione del pubblico. Come mi ha detto qualcuno, sono come uno che ha perso una persona cara in un incidente stradale e la gente mi chiede di quella persona. Trovo tutto di una tristezza indescrivibile. La Virtus. Senza sponsor. Senza squadra di vertice. Senza Piazza Azzarita. E senza il suo pubblico. Allucinante.

 

VIRTUS, A BIELLA UN INDEGNO -35

di Francesco Forni - La Repubblica - 27/04/2003

 

Impossibile far peggio: la Virtus è stata indegna, oltre ogni decenza. La stagione in trasferta per fortuna è finita, con un record imbattuto e uno eguagliato. Le 17 sconfitte (e zero vittorie) sono il massimo del minimo, peggio dell'altro picco negativo, toccato nel '71, quando si spareggiò per la salvezza, ma un colpo esterno, a Udine, fu fatto. Il record eguagliato è il –35: come nel macello di Fabriano, ma pure d'allora, perchè tutto è franato in un quarto, l'ultimo, sintesi d'ogni nefandezza. Quel crollo finale è stato il degno coronamento dell'anno orribile. Poi, è vero, c'è ancora un colpo da sparare con Siena. Non cambierà, comunque vada, il quadro orrido visto a Biella.

All'ultimo secondo del terzo quarto la Virtus era sotto di tre, 61-64, quando ha incassato la piroetta di Di Bella. Di lì, è stato un 30-1, fino al 62-94, in 8'21", con un libero di Avleev, 0/13 dal campo e una resa istantanea, quasi incredibile. Primo cesto di Brkic a 1'20", 2/17 nel periodo. È riemersa per l'ennesima volta la verità: questa Virtus non è una squadra e ogni difficoltà puntualmente la travolge. Tutto davanti a Madrigali e allo staff dirigenziale, con un tifoso bianconero che all'ultimo minuto è sceso dagli spalti per ingiuriare Bianchini (anche dopo la conferenza stampa): ma ormai occhi, orecchie e cervelli in panchina, e pure in campo, chissà dov'erano. Biella, intanto, vinceva il suo scudetto, e Ramagli, nell'euforia generale, chiedeva l'autografo ai suoi giocatori.

Bianchini è parso rassegnato, davanti a un tracollo indifendibile. «Siamo arrivati con degli handicap, lo scarto subìto è esagerato. Scrolliamo le spalle davanti ai colpi del destino e cerchiamo tutto nell'ultima giornata, altro non si può». Nessuno si salva in questo massacro e nonostante l'inizio all'insegna della sportività sugli spalti (Virtus applaudita, non ironicamente) e dell'equilibrio nel gioco, i 30 sarcastici Forever Boys avevano già cattivi presagi. «Aprile '98 - Aprile '03, dalla paella alla brace» intitolava lo striscione. E poi: «Nascondete lo spazzone, nascondete lo spazzone!». Ancora più diretti con Madrigali, «Te ne vai o no...», e uno striscione offensivo giustamente rimosso dagli addetti biellesi. Dopo si sarebbero sfogati con tutti, all'uscita dal campo, giocatori e dirigenti: e sciocco Koturovic a rispondere con dei baci al vento. Pullman scortato al casello dalla polizia, infine: l'ultimo tocco.

Tutto pare disfatto, anche se la sorte avversa, al solito, c'è stata. In borghese Frosini, a Scarone ha detto male dopo 9', quando un guaio al ginocchio destro l'ha costretto per un po' a curarsi in spogliatoio. Si stavano vedendo le uniche cose decenti. Avleev sfruttava la forza in area, Dial e Bell tiravano dritto, Rice, appena entrato, ne metteva 4 in 45". Le positività davano un bel 22-13, intaccato però presto da Belcher, Soragna e dall'entrata nel secondo quarto di Di Bella, ancora una volta leprotto imprendibile. Reagendo con Koturovic, la Virtus ha però incassato 15 punti negli ultimi 5' del periodo, subendo troppi scippi di palla, rimanendo dentro al match, ma perdendone l'inerzia. Visti i precedenti, la sconfitta si poteva già presagire lì, a metà corsa. La catastrofe no.

 

EUTANASIA DI UNA VECCHIA SIGNORA: RICOSTRUIRE SARÀ DURA

di Wlater Fuochi - La Repubblica - 04/05/2003

 
La Virtus peggiore degli ultimi trent´anni ha finalmente chiuso la sua agonia: se l'eutanasia è un atto di pietà, Varese ha iniziato a graziarla e Siena ha finito. Bastava il primo atto del copione, presto dipanato a Masnago: una Skipper molto più travolta che complice ha issato subito a eroe della notte Meneghin, uno che a Bologna ha rivincite sospese ovunque. In realtà, la storia bianconera non è sprofondata dopo pochi minuti delle gare di iersera, ma tanto tempo fa. Per non perdere il primo play-off della sua storia, la Virtus doveva vincere in trasferta. Non è successo e da quel drastico 0-17 il resto è disceso come un torrente. Rapido e limpido. Ma tutto ciò rimane contabilità da ragionieri, un'arida partita doppia che neppure sfiora l'affresco cupo e grandioso di un fallimento epocale, perpetrato e subìto, in pari modo, dalla Virtus più scombinata di sempre. Una squadra monca e pure disgraziata, allestita con insipienza e ritoccata con superficialità da una società che, abbandonata da metà pubblico incattivito, e ancora ieri sera assente all´ultimo atto, ha poi scelto di vivere separata in casa da tutto e tutti. Maldestramente sfrattato Tanjevic, Bianchini ha poi prestato, da capro espiatorio, spalle già passate per mille tempeste, ma impulsi tecnici ridotti al minimo. La squadra intanto perdeva pezzi per strada. Troppi per reggere.

Quanti pastrocchi siano stati combinati è stato illustrato in corso d'opera da chi ha insistito a far critica e non propaganda. Chiuso ora il cerchio, e già palesata una volontà di ricostruzione, ne andranno verificati uomini e progetti, obiettivi e scadenze. Madrigali chiederà nuove aperture di credito, la spettabile clientela valuterà le sue proposte, l´opinione pubblica vigilerà con attenzione su quanto la Virtus allestirà per tener su il proprio nome in Italia e in Europa. E se ai piani alti del basket si mormora di rinuncia ai diritti di Eurolega, meglio chiarirsi subito. Sarebbe il primo, clamoroso piede messo in fallo.

 

LA VIRTUS PEGGIORE DEGLI ULTIMI TRENT'ANNI

di Walter Fuochi - La Repubblica - 05/05/2003

 

I fatti. Mai arrivata così indietro: quattordicesima. Mai perse tante partite: 35 su 54, fra campionato e coppe. In breve: una vinta ogni tre. Mai stata fuori dai play-off, in 27 anni. Tutta in una volta, è arrivata questa valanga, addosso alla vecchia Virtus. Continuando a farsi del male e scorporando la disfatta sui tre fronti, ecco i tre poster. Quel campionato lì, morto sabato notte, sempre lontano da tutto, e soprattutto da uno straccio di vittoria in trasferta (0-17, mai successo). Quella Coppa Italia lì, fuori perfino dalla Final Eight. Quell’Eurolega lì, piovuti per caso nella Top 16, ma poi, di quelle 16, unici a non vincere neppure una partita.

LE OPINIONI. Mai vista una Virtus così sfortunata: di 23 giocatori transitati, si sono più o meno rotti tutti, anche se sono state quattro le defezioni drastiche. Delle 54 partite citate, Andersen ne ha saltate 31, Smodis 23, Bell 20. In più, è scappato Rigaudeau, negandosi alle ultime 28. Infine Murdock, dopo 14 gare, l’hanno messo in ferie: faceva meno danni. Mai vista una Virtus così malfatta (da Lombardi e Tanjevic) e peggio ritoccata (con Murdock, appunto): di 23 contratti, un viavai da mal di testa, da salvare al massimo 5-6. Da salvare, che non vuol dire da tenere. Mai vista una Virtus giocare davanti a mezzo palazzo, per non dir meno, separata dalla città, vilipesa dai suoi tifosi, sbeffeggiata da quelli altrui. Opinioni, appunto. Ma fatti e opinioni concordano: è la peggior Virtus degli ultimi trent’anni. La peggiore di sempre? Parere: no. Quella del '71 (6 vinte, 18 perse: 25%) si salvò dalla B agli spareggi, questa non ha rischiato retrocessioni. Alleluja, se vi pare.

I NUMERI. 19 vinte, 35 perse: 12-11 Tanjevic, 7-24 Bianchini. Quattordicesima: mai così indietro, dacché la Signora gioca a basket (1934: il peggio, tre volte decima). La Virtus ha chiuso sul penultimo gradino della classifica, davanti alla sola Fabriano, ma risulta la prima, per differenza canestri, del quartetto che la contiene a 26. Se interessa: 14.a Virtus, 15.a Avellino, 16.a Livorno, 17.a Udine. Ri-alleluja.

LA SOCIETA’. Scarnificata in corso d’opera (Lombardi fuori dopo 100 giorni, Macchiavelli, ex braccio destro di Madrigali, oggi in lodo), pare sul punto di cambiare l’attuale formula: tutti gli uomini (e le donne) del presidente. Procedono i colloqui per un general manager.

GLI ALLENATORI. Boscia ha vinto più del Vate, ma aveva una squadra. L’ultima di Bianchini era francamente impresentabile: con Siena, cinque titolari contro dieci, vincere sarebbe stato un miracolo (o un favore). Tanjevic aveva avuto anche giorni belli: per la gloria, la vittoria su Treviso; per la pagnotta, i colpi di Madrid, Belgrado, Lione, praticamente acchiappando la Top 16, cui poi Bianchini è arrivato per inerzia. Il Vate ha battuto solo squadrette di pari fascia, pagando la svolta Rigaudeau (e poi la controsvolta Murdock). Dare del fellone al francese, capitano fuggiasco dalla nave in tempesta, è un legittimo esercizio critico, ma se questo era un club dove c’era la fila per venire, e adesso si taglia la corda, bisognerà anche chiedersi perché. Difficile pensare che Bianchini resti, malgrado i contratti. Il suo epitaffio di sabato notte è stato amaro, sarcastico, sferzante e in buona parte condivisibile. Che la squadra sia stata una n.n. mai adottata, patendo un’ostilità ambientale che si tagliava col coltello, è un fatto. Poi, se ce ne fosse ragione o meno, è oggetto di dibattito. Però così era.

I GIOCATORI. 19 ne sono andati a referto (coi bimbi Belinelli, Brunamonti e Vitali), in realtà 23 ne sono passati, coi lungodegenti Becirovic, Morlende, Beard e Bowdler. Su le palette. Sekularac e Avleev sono stati misteri dolorosi. Il Bell di Treviso, in un congegno sano, non era il Bell di qui. Frosini e Smodis hanno combattuto con malanni e nostalgie, Andersen s’è rotto presto, Rigaudeau ha salutato, Attruia ha tappato un buco, Gagneur si trovava anche a Castelguelfo, Brkic è un fuscello, Miralles in A2 qualcosa ha fatto, e forse andrà rivisto, così come Rice. Murdock è diventato il peggiore spot contro la Cba («diffidatene, vale i Giardini Margherita»), Koturovic ha tanti limiti. Ad alti e bassi, Dial non ha lesinato energie e serietà: da rivedere, in un gruppo meno sgonfio. Scarone è tornato un giocatore. Può fare solo il titolare, come si sa da un pezzo, come cambio si deprime (vedi Siena), quel che va deciso è se, da titolare, dà garanzie oppure no.

IL PUBBLICO. Da cinquemila e rotte tessere a poco più di duemila è stato, da subito, l’ammanco più gravoso (con lo sponsor), e non solo di cassa. Se a rifare una squadra bastano dieci giocatori, a riconquistare tremila paganti ci vorrà di più. Intanto, trasparenze da atollo corallino, se proprio le opacità dell’ultimo anno hanno inquinato tanti rapporti. Anno solare, sì: oggi, 5 maggio, la Virtus giocava una finale europea. Oggi, 5 maggio, è già in ferie.

 

MI RITORNI IN MENTE: PUNTATA 11

di Bruno Trebbi - www.bolognabasket.it - 27/03/2013

 

La peggior Virtus dell’era recente, senza andare a scomodare quella che fece gli spareggi per non retrocedere, è ovviamente quella della stagione 2002/03, ultimo e disastroso anno della proprietà Madrigali. Si veniva da una stagione difficile, con il famoso esonero di Messina e la ribellione del pubblico, che di fatto aveva costretto Madrigali a reintegrare l’allenatore. Finale di Eurolega persa (suicidio, potremmo dire), semifinale scudetto. Poi cambia tutto.

Arriva come GM Dado Lombardi, che Madrigali definisce onesto, virtussino e che va d’accordo con Messina, il qualer parlando in estate coi giornalisti racconta di avere in mano Anthony Parker, e di avere fatto offerte a Richard Jefferson, fresco di finale NBA e a Raja Bell. Tutto perfetto, e infatti Messina se ne va poco dopo, direzione Treviso. Arriva Boscia Tanjevic, allora. E, dato che i vari Ginobili, Jaric, eccetera se ne sono andati pure loro, arrivano giocatori vari, alcuni di nome (Charlie Bell), altri onestamente improponibile (Attruia), e anche quel Mladen Sekularac definito il nuovo Danilovic, con più passaggo. Ed è anche più bello.

Insomma, già dalla presentazione si poteva capire che qualcosa non andava. E la fiducia della gente era totalmente sparita. Non a caso i tifosi, per la prima volta dopo una vita, disertarono in massa la campagna abbonamenti, convinti che l’unico modo per liberarsi di Madrigali fosse colpirlo economicamente. Nella seconda fase di Eurolega, a cui la V si qualifica nonostante un filotto di sconfitte a fine girone, gli abbonamenti staccati saranno una trentita, e si giocherà in un clima surreale. La stagione è surreale: la Virtus non vince nemmeno una trasferta in tutto il campionato, esordendo con un -30 in Supercoppa a Genova (contro la Benetton) e un -35 (103-68) infrasettimanale a Fabriano, poi miseramente retrocessa. In casa invece si partì anche decentemente, battendo anche la Treviso di Messina, grazie anche al nuovo innesto Derrick Dial. Qualcuno dopo quella partita disse questa Virtus non è inferiore alla Benetton… E infatti…

Le cose vanno a sud abbastanza rapidamente, in maniera direttamente proporzionale alla mancanza di bonifici bancari sul conto corrente dei giocatori. C’è un derby in cui Pozzecco dà via 14 assist e poi fa il gesto del sigaro in faccia a Tanjevic. Via lui, arriva Bianchini. Girandola di giocatori, chi può se ne va, come Rigaudeau che va a fare la comparsa in NBA. E viene riesumato Eric Murdock, col quale Bianchini sogna di ricreare il contropiede di Boston anni ‘60. Intanto attorno tutto precipita, con atmosfera tipo ultimi giorni di Pompei: ci sono giornalisti a cui viene tolto l’accredito e partono anche querele da parte societaria. La rissa Gagneur-Brkic con Bianchini che si mette di mezzo e si rompe il braccio per un colpo di spazzolone è la degna ciliegina su una torta avariata che più avariata non si può.

Nonostante tutto questo, la Virtus si gioca i playoff, quell’anno estesi a dodici squadre. Con anche l’ultimo acquisto, il carneade Rice, i bianconeri salgono a Biella. Primo quarto avanti, -2 a metà e -6 al 30’. C’è partita, insomma. Come no: finisce 104-69, tanto per capire che voglia c’era di fare la post-season: e fuori tra giocatori e tifosi finisce a nomi e uova, soprattutto con Koturovic, quello il cui passaporto italiano era l’ultima perla di Dado Lombardi, silurato a dicembre. La stagione termina con le Vu Nere – per tutto l’anno senza sponsor – al penultimo posto in coabitazione. Per fortuna Fabriano è retrocessa da tempo, e il rischio di scendere di fatto non c’è mai. Non pagando però non si va da nessuna parte: dopo due mesi, si salta per aria, e la causa scatenante è il famoso lodo Becirovic.

 

La stagione è finita ma sta per iniziare un'altra "stagione": quella più brutta, quella dei tribunali e delle sentenze, quella che vedrà la gloriosa Virtus cadere nella polvere, essere abbandonata da tutti per poi essere riacciuffata per i capelli. Clicca qui per rileggere di quei tristi giorni.