PIETRO GENERALI
Pietro Generali nel 1980 (Foto Giganti del Basket)
nato a: Bologna
il: 19/10/1958
altezza: 207
ruolo: centro
numero di maglia: 12
Stagioni alla Virtus: 1974/75 - 1975/76 - 1978/79 - 1979/80 - 1980/81 - 1981/82 - 1982/83
statistiche individuali del sito di Legabasket
palmares individuale in Virtus: 2 scudetti
GENERALI MANTIENE LE PROMESSE
T.L. - Giganti del Basket - Marzo 1979
Pietro Generali, due metri e zorocinque (qualcuno dice almeno zerosette), pivot, ventun'anni bolognese, è forse una delle novità più interessanti della Sinudyne dei mille problemi di questa prima parte del campionato.
Tornato da Mestre dopo due anni di prestito con un biglietto da visita di tutto rispetto (538 punti realizzati, 245 rimbalzi catturati, 56,6% di percentuale al tiro, con 235 su 415) era atteso dalla platea bolognese con grande curiosità. E Pietro nelle apparizioni del girone di andata ha fatto vedere, o meglio ha fatto intendere, che con giovani del suo calibro le Vu nere hanno certamente avvenire. A metà campionato Generali ha realizzato 61 punti giocando mediamente qualcosa di più di un tempo a partita con una percentuale al tiro del 49 per cento. Molti lo ricorderanno (parlo ai non bolognesi) in una partita di coppa trasmessa in televisione quando su lancio in contropiede di Charly Caglieris, Pietro ha dato dimostrazione di essere quel grande atleta che è, eseguendo un numero alla Dalipagic schiacciando a canestro con violenza entusiasmando tutto il palasport.
"Pietro è uno dei più promettenti lunghi italiani" dice di lui Dan Peterson, che lo conosce bene "è veloce di mani, di braccia e di gambe, è un grande atleta. Certo è che deve migliorare nei fondamentali ,a potenzialmente è uno die giocatori con maggiore futuro". è difficile fare paragoni con altri giocatori già affermati, ma se ci è concesso diremmo che Generali ha una certa rassomiglianza con Meneghin (è un augurio!).
Chi lo conosce bene poi ricorda che Pietro a Mestre si è sposato, è maturato anche come uomo e quindi ha tutte le carte in regola per diventare qualcuno.
ANDRANNO A MOSCA I QUATTRO DEL '58?
di Luca Argentieri - Giganti del basket - Dicembre 1979
Anno del signore 1958, bisestile: l'Italia è in netta ripresa economica; i Celtics di Bill Russel e Tom Heinsohn iniziano la serie di trionfi nei "Pro"; nasce in Svezia la stella del più grande calciatore di ogni tempo, Pelé; il Simmenthal di Rubini trionfa nel campionato italiano di basket; Sandro Gamba ala delle scarpette rosse si prepara a vestire l'azzurro olimpico di Roma, guidato da Paratore e Primo; in quattro diverse città italiane vedono la luce, fra gli altri, Roberto Castellano, Marco Solfrini, Pietro Generali, Roberto Premier.
Anno del signore 1979; sono passati ventun'anni. L'Italia è in crisi, Heinsohn allena l'Isolabella, Pelè non gioca più, il Simmenthal ha lasciato i palazzetti, Rubini non siede più in panchina, Paratore e Primo sono ricordi a tinte azzurre, sandro Gamba il loro erede. Premier, Solfrini, Generali e Castellano sono i quattro moschettieri che lanciano la loro sfida a suon di canestri. Mosca '80 è vicina, ad un passo: pare che per loro ci sia posto, l'opinione pubblica freme, i quattro scalpitano per un posto al sole, anzi all'ombra dell'orsacchiotto Mitchka. Senza accampare pretese, guai, senza dichiarazioni roboanti, guai: hanno la testa sulle spalle, giocano fiduciosi e fiduciosi attendono novità.
1958, classe di ferro? Pare di sì. Tant'è che Sandro gamba, appena l'altro mese, spiegava ai Giganti: "Al torneo in Svizzera ci sono due o tre posti per le novità..." Ipse dixit. La brigata gioventù ha letto, ha sorriso, si è fregata le mani. Fuori le unghie, fuori la grinta, ora o mai più.
Come in tutti i romanzi che si rispettano, la strada dei nostri quattro paladini è tutt'altro che spianata: l'avvio di campionato non vede brillare né Solfrini l'intellettuale, né Premier il "selvaggio", né il riflessivo Castellano; meglio di loro "Genny" Generali, che pero gioca coi minuti contati, Gamba, in una dichiarazione a Tuttosport, li "rimanda" così, d'acchito, dopo un primo frettoloso esame. "Sarà meglio rivederli - borbotta - per adesso andiamo peggio del previsto". Per la brigata '58 punta nel vivo reagiscono, come in ogni scuola che si rispetti, i gfenitori cestistici, ovvero i rispettivi coaches.
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Se poi aggiungiamo a queste anche le scuse di papà Driscoll sul suo protetto Generali, il quadro è completo. Papà Driscoll spiega che il suo "Genny" non può frequentare troppo la scuola, perché i fratelli maggiori Cosic, McMillian, Bertolotti, Villalta, sono talmente bravi e ormai fanno l'università, per adesso tocca a loro. "Genny" deve avere pazienza, e ne ha tanta, ma il suo momento è vicino. E immediatamente citiamo Peterson: "Ma vi rendete conto - diceva - che la Sinudyne è talmente forte da poter lasciare in panchina Generali, uno che sarebbe nei quintetti di tutte le altre società italiane? Vi rendete conto o no?". Nel frattempo Generali da Bologna afferma: "Datemi quaranta minuti e vi solleverò il mondo!" parafrasando Archimede. Il suo pensiero è di facile interpretazione: insomma, si dice "Genny" un minuto qua, uno là, un cambio su, uno giù, e non si carbura mai, al massimo dei giri, e chi glie lo spiega, a Gamba, che il "Genny" è una forza della natura?
"Del resto - continua Generali - quando gioco dieci minuti li gioco a superlivello, mi devo accontentare. è un bel dire che altrove sarei in quintetto, lo so anch'io. Ma invece sono a Bologna, campione d'Italia, ho i miei vantaggi, anche economici, il che ha la sua importanza. Se mi rammarico è perché vorrei avere a disposizione più tempo in campo, per poter giocare tranquillo e mostrare a chi di dovere quanto valgo".
E bofonchia qualcosa contro quel paio di stranieri che sono tanto utili, ma c'è poco da fare, un posto lo tolgono, agli italiani. E fa un esempio"Se c'era uno straniero solo, Bonamico mica lo mandavano a spasso per l'Italia, se lo tenevano ben stretto, a Bologna". Fin qui "Genny", che alla Nazionale pensa per sentito dire, e non fa proclami, non si presenta in prima fila. Dice un gran bene di Solfrini, e qui comincia la sfilza di reciproci complimenti, quanto è bravo quello lì, sì ma pure quello là, e in fondo ammette che i giovanotti da competizione sono pochi ma buoni: sono, insomma, i quattro del '58. E che, se tutto va come dovrebbe, Mosca resta in forse, ma Los Angeles no, Los Angeles è proprio terra loro.
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Stesso atteggiamento di Driscoll, sull'argomento Generali: "è un tipo di giocatore ideale da allenare, perché è disciplinato, intelligente ed impara con velocità straordinaria. Purtroppo, e a me dispiace, non è possibile impiegarlo in maniera più intensa, ma lui queste cose le capisce. E ogni volta che è entrato in campo mi ha sempre soddisfatto pienamente. Un ragazzo d'oro". Che può diventare un ragazzo azzurro? "L'argomento è delicato. Ma Generali dovrebbe essere preso in considerazione, se non altro per la sua eccezionale autodisciplina e per le capacità elastiche di apprendimento. Una convocazione per lui sarebbe una manna, Gamba può conoscerlo bene, lui conoscerebbe gli altri, ed avrebbe oltretutto il vantaggio di ritrovarsi Caglieris, Bertolotti, Villalta, lo stesso Bonamico. Per una Nazionale del futuro è l'ideale, per scadenze più vicine dipende da Gamba, io posso solo dirgli che di Genny ci si può fidare".
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Pietro Generali nel '79 (Foto Giganti del Basket)
IL GIGANTE DI BOLOGNA
Superbasket - 13/11/1980
Pietro Generali è uno degli "argento" di Mosca. è uno dei principali artefici dello scudetto 1980 della sua squadra. Ma è anche una delle più grosse sfingi di questo inizio di campionato. A Rieti, in una partita vinta largamente dalla sua formazione, ha giocato quattro minuti, come un rincalzo qualunque, come un bambino che si mette a referto tanto per completare i dieci.
Dietro l'eclissi momentanea di Generali possono esserci state delle cause individuali, ma ci sono state soprattutto delle difficoltà di coesistenza nella Sinudyne di quest'anno. FIn dall'estate, anche sulla spiaggia, i tifosi delle Vu nere si chiedevano come sarebbero andati d'accordo i tre galli nel pollaio (gli altri due hanno anch'essi l'argento addosso). Un accordo tecnico, beninteso, ché per il resto non ci sono problemi. Generali fu nel trio che decretò l'ostracismo a Cosic, ma di questo non si deve rammaricare più di tanto, giacché il vescovo ben difficilmente sarebbe rimasto a Bologna, preferendo riprendere la cura d'anime in patria. Però è vero che la nuova fisionomia assunta quest'anno dal drappello felsineo trasformato in "Saccarina Band", ha posto problemi ed ostacoli al marcantonio della Dotta. Non è tuttavia il caso di esagerare nelle angustie. è anzi il caso di invidiare Zuccheri: quanti suoi colleghi vorrebbero avere una squadra che può vincere a Rieti pur prendendosi il lusso di impiegare un Generali solo quattro minuti!
DI trasformarlo in pilastro arretrato perché faccia il gioco di Cosic, a noi non sembra il caso. Prima di tutto perché Generali non è portato a quel tipo di impiego; e secondariamente perché non l'ha prescritto il medico che il basket si debba per forza giocare col pivot (o con un "lungo") che si trasforma in play avanzato. Il basket si può giocare in mille maniere: l'importante è trovare il modo di utilizzare al meglio i giocatori di cui si dispone. Ed è appunto questo, a proposito di Generali, il busillis che deve risolvere Zuccheri perché anche contro la Pintinox, in una partita che i campioni hanno facilmente vinto, Generali in campo ci è stato pochino. Solo dieci minuti di onesto lavoro sotto le plance mentre il palazzetto di piazza Azzarita esplodeva per le prodezze di Marquinho, che contro i bresciani sfogava la rabbia di tante critiche mosse sulla sua pelle molto prima del lecito. Ed i 40 punti di Marquinho e i 26 di Villalta, Generali per tre quarti li ha visti dalla panchina. Il suo antagonista Bonamico, quello reo di avergli soffiato il posto, ha volteggiato per il campo ancora una volt più del rivale. Certo che squadra che vince non si cambia e la Sinudyne sembra non aver mai giocato così bene come nelle ultime giornate. Ed ecco perché questo è il momento più nefasto per ritoccare, cambiare, cercare di inserire un giocatore d'indubbio valore come Generali in un meccanismo che gira come un orologio. Ma certa la Sinudyne ci ha abituato a stranezze di questo genere: parte male, perde ed ecco che Marquinho si trova subbissato di critiche alle quali ha risposto per le rime contro la Pinti. Ora occorre che Saccarina trovi il modo per rilanciare Generali perché non tutti hanno la tempra d'acciaio per resistere ai momenti bui e perdere per strada un talento come il nazionale, potrebbe far smarrire ai campioni d'Italia quella caratteristica che, abilmente sfruttata da quel marpione di Driscoll, aveva permesso alle Vu nere di vincere due scudetti filati.
PRESSING A TUTTO CAMPO
Superbasket - 28/05/1981
CARTA D'IDENTITA' | |
nome | Pietro |
cognome | Generali |
soprannome | Gene |
data di nascita | 19/10/1958 |
luogo di nascita | Bologna |
segno zodiacale | bilancia |
altezza | 2,08 |
peso | 100 |
numero di scarpe | 48 |
capelli | castani |
occhi | azzurri |
segni particolari | nessuno |
stato civile | coniugato |
domicilio | Bologna |
titolo di studio | studente in agraria |
lingue straniere | francese |
ruolo in campo | ala-pivot |
IL PROFILO | |
carattere | tranquillo |
pregio | onestà |
difetto | pigrizia |
complesso | nessuno |
mania | nessuna |
superstizione | nessuna |
hobby | calcio-ciclismo |
modo di vestire | casual |
LA CARRIERA | |
prima partita vista | Norda-Alco |
prima partita giocata | Norda-Alco |
prima vittoria | la stessa partita |
altre vittorie | due titoli italiani |
chi ti ha scoperto | Terrieri |
presenze in nazionale | 34 |
più bella partita giocata | Italia-Cuba a Mosca |
più grande emozione | vincere lo scudetto |
più grande soddisfazione | secondo posto a Mosca |
più grande ambizione | vincere la Coppa dei Campioni |
LE PREFERENZE | |
l'ora del giorno | 20 |
il giorno della settimana | sabato |
il mese | agosto |
la stagione | estate |
il numero | 10 |
l'animale | cane |
il colore | arancione |
il metallo | oro |
la vacanza | al mare |
il negozio | strumenti e apparecchiature di alta fedeltà |
la città italiana | Venezia |
la città straniera | Amsterdam |
la nazione | Stati Uniti |
IL MENÙ | |
aperitivo | bitter |
antipasto | prosciutto |
primo piatto | lasagne e tortellini |
carne | bistecca alla Fiorentina |
pesce | frittura mista |
contorno | insalata verde |
formaggio | emmenthal |
frutta | arancia |
dolce | tutti |
vino | Raboso |
LA CULTURA | |
lo scrittore | Carlo Cassola |
il poeta | - |
il pittore | Pablo Picasso |
il musicista | - |
lo scienziato | Leonardo da Vinci |
l'uomo politico | Henry Kissinger |
il quotidiano | il Giornale nuovo |
il settimanale | Gente |
il fumetto | Topolino |
il giornalista | nessuno in particolare |
IL MEGLIO DI SEMPRE | |
il libro | Il vecchio e il mare |
il film | I tre giorni del condor |
il disco | La collezione dei Beatles |
lo show televisivo | L'altra domenica |
l'impresa sportiva | 8,90 di Beamon in Messico |
il giocatore di basket italiano | Renato Villalta |
il giocatore di basket europeo | Creso Cosic |
il giocatore di basket del mondo | Julius Erving |
GLI SVAGHI | |
il cantante italiano | Lucio Dalla |
il cantante straniero | Billy Joel |
il complesso musicale | Beatles |
l'attrice italiana | Dalila Di Lazzaro |
l'attore italiano | Alberto Sordi |
l'attrice straniera | Barbara Bouchet |
l'attore straniero | Robert De Niro |
il comico italiano | Carlo Verdone |
la soubrette | Stefania Cassini |
il comico straniero | Woody Allen |
RICORDI DELL'INFANZIA | |
la favola | Cenerentola |
il gioco | mosca cieca |
la scuola | media |
gli insegnanti | la professoressa di lettere |
l'età decisiva | diciotto anni |
CHE EFFETTO FA... | |
essere un personaggio | non sono ancora un personaggio |
l'applauso del pubblico | è una cosa gradita |
i fischi del pubblico | fanno comprendere che qualcosa non funziona |
il dolore fisico | sopporto abbastanza bene nonostante sia pauroso |
il turbamento psicologico | è duro affrontarlo |
un complimento vero | fa piacere |
un complimento falso | si cerca di evitare chi te lo fa |
vivere in quest'epoca | ne sono soddisfatto |
rimanere soli | a volte serve |
la vittoria | alcune volte esalta troppo |
la sconfitta | si cerca di dimenticarla alla svelta |
il denaro | serve ma non è l'unica cosa della vita |
il passare degli anni | trascorrono troppo veloci |
PERCHÉ... | |
hai cominciato a giocare a basket? | a 13 anni ero alto 1,90 |
continui a giocare a basket? | ne ho fatto la mia professione |
PIETRO GENERALI: "IN CASA HO IL PALLONE DELL'ARGENTO DI MOSCA 1980"
di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 25/10/2006
Pietro Generali, in casa, conserva sia la medaglia d'argento vinta nel basket a Mosca 1980 sia il pallone della finale. "Ero andato alla partita con un ago, quelli per gonfiare e sgonfiare i palloni. Alla fine presi il pallone, lo sgonfiai velocemente e lo infilai nella borsa". Oggi quel cimelio del valore (affettivo) inestimabile è a casa Generali. Com'era 26 anni fa: rigorosamente sgonfio.
PIETRO GENERALI
di Ezio Liporesi - Cronache Bolognesi - 30/04/2021
Fa la sua apparizione in squadra già nel 1974/75 e l'anno dopo conta due presenze, una in stagione regolare e una nella Poule Scudetto, entrando così di diritto nei vincitori del settimo scudetto. Dopo due stagioni in prestito a Mestre, rientra alla base e vince due scudetti ma, soprattutto, sfruttando la vicinanza di Kresimir Cosic, esplode letteralmente. Nella prima stagione è un prezioso sesto uomo, 195 punti in 33 partite (la migliore prestazione i 15 segnati a Varese in stagione regolare nella roboante vittoria 68-87); in Coppa delle Coppe le sue migliori serate nelle due semifinali contro il Den Bosch, con 12 punti all'andata a Bologna vinta di dodici punti, ben 15 nella sfortunata gara di ritorno in Olanda, quando la Virtus perse di tredici lunghezze dopo due supplementari. Nel corso della seconda annata si guadagna anche il posto in quintetto scalzando capitan Bertolotti: per Pietro in 29 partite 270 punti, di cui ben 76 nei playoff (20 nella gara d'apertura del campionato vinta contro la Scavolini Pesaro, 28 nell'ultima giornata della prima fase contro l'Eldorado Roma, ma anche 13 in gara uno di finale scudetto); in Coppa dei Campioni ne infilò 17 nelle gare perse a Tel Aviv e Madrid e 18 nel successo interno contro gli israeliani. Nella stagione 1980/81 giocò tutte le 41 gare di campionato, segnando 360 punti, tra cui spiccano i 22 segnati nel derby di ritorno perso al supplementare, i 20 realizzati nella vittoriosa gara contro Siena, nella fase a orologio, ma soprattutto i 19, con i quali risultò il migliore marcatore delle V nere in una partita storica, la gara due di finale scudetto, nella quale la Virtus, senza stranieri, con otto giocatori su dieci cresciuti nel vivaio, sconfisse Cantù e la costrinse alla bella. Pietro fu grande protagonista anche in Coppa dei Campioni: nel primo girone segnò, rispettivamente 22 e 27 punti nelle vittoriose trasferte di Istanbul, avversario l'Eczacibasi, e di Sofia contro il C.S.K.A.; Nel girone di semifinale, che portò la Virtus alla finale di Strasburgo, preziosi furono i suoi 22 punti contro il Bosna Sarajevo, sia all'andata, vinta 92-85, sia al ritorno con il successo 101-105 al supplementare. 205 furono i punti segnati in quella Coppa. Nel 1981/82, 286 punti in 40 partite di campionato, con il picco dei 20 segnati alla penultima giornata della prima fase contro Brindisi. In Coppa delle Coppe 69 punti in otto gare. Più sottotono l'ultima stagione con 171 punti in 35 gare di campionato. Alla fine della sua parentesi cestistica nella sua città natale, 1759 punti in 229 partite, 34° nella classifica di ogni epoca come punti realizzati nella Virtus. Lasciò Bologna, ma giocò ancora ad alto livello, cinque stagioni a Caserta con la vittoria in Coppa Italia e quattro a Treviso con un nuovo titolo tricolore. Poi le esperienze a Padova e Cento. Brillante anche l'esperienza in Nazionale, con l'argento alle Olimpiadi di Mosca, in tutto 71 gare 458 punti.