LUIGI GRANDINI

Luigi Grandini

(foto tratta da "Il Mito della V Nera" 1871-1971 di A. Baraldi e R. Lemmi Gigli)

Nato a:

il:

Stagioni in Virtus:

FRANCESCO BERTOLINI

(foto tratta da bologna.repubblica.it)

Nato a: Bologna

il: 15/08/1955

Stagioni in Virtus: 2015/16

 

GRANDINI, FEDELE ALLA SUA VIRTUS

tratto da "Il Mito della V Nera" 1871-1971 di A. Baraldi e R. Lemmi Gigli
 
A primavera 1949, dimissionario il presidente Lambertini, folte nubi tornano ad addensarsi ai vertici della società (la SEF Virtus) in coincidenza dell'assemblea indetta per il 27 marzo nei locali della Banca Popolare. Torna a galla la questione dell'impianto di via Valeriani e con essa la posizione non troppo univoca del suo nuovo proprietario (e nostro consigliere) comm. Dall'Ara, che fra l'altro ha imposto un affitto retroattivo e non aderisce alla richiesta di intitolare il campo al nome del suo creatore, il compianto presidente Alberto Buriani. La discussione, accantonata in sede assembleare, scoppia nuovamente in seno al consiglio uscito fresco fresco dalle elezioni, con presidente Agostino Mezzetti e membri Baracchi, Brini, Dall'Ara, Dotti, Goldoni, Lambertini presidente uscente, Gaetano Maccaferri, Marinelli, Masetti, Miliani, Negrini, Osti, Arrigo Sarti, Cesare Sarti e Tamburi. Conclusione, Mezzetti non accetta la presidenza e con lui si dimettono Lambertini, Maccaferri, Miliani, Negrini e Tamburi. Tutto è rinviato di conseguenza all'assemblea straordinaria che la sera del 19 aprile, nella Sala dei Fiorentini (dirige come sempre l'avv. Renzo Calvi), elegge per acclamazione a presidente il comm. Mario Negroni, ancora una volta sensibile all'appello della sua vecchia Virtus. Lo affiancano venti consiglieri: cav. Aurelio Brini, che anzi durante l'indisposizione del presidente dirigerà di fatto la società, ing. Gustavo Baracchi, Agostino Mezzetti, signora Tosca Buriani, comm. Renato Dall'Ara, Renato Dotti, rag. Carlo Fischer, Astorre Fontana, comm. rag. Luigi Goldoni, dott. Luigi Grandini, Vittorio Masetti, comm. Giuseppe Miliani, rag. Ivo Monari, cav. Bruno Negrini, cav. Carlo Osti, rag. Recchioni, comm. Arrigo Sarti, comm. Cesare Sarti, comm. Guido Tamburi e avv. Guido Tarozzi. Segretario generale l'ing Baracchi, nominato poi in settembre presidente del Comitato Provinciale del C.O.N.I. e quindi rimpiazzato per il 1950 alla segreteria della Virtus dal dott. Luigi Grandini, mentre Garulli e Marinelli vanno a completare lo schieramento dirigenziale. Queste al 31 dicembre 1949, le forze della società: benemeriti 3, sostenitori 22, effettivi 444, allievi 510.

MARINELLI, VANNINI E GRANDINI SI SONO DIMESSI

di Roberto T. Fabbri - Stadio - 02/07/1955

 

Come si rileva nell'elenco dei componenti il C.D. della Virtus-Minganti non figurano più i nomi del dr- Grandini, che assolveva l'incarico di segretario, di Venzo Vannini e di Giancarlo Marinelli, questi vicepresidente. Si rileva inoltre che il nimero dei membri del C.D. da nove è stato portato a sette: una modifica che proprio non ci riguarda.

Quello che ci sorprende è che dalla Società siano usciti principalmente due uomini quali Marinelli e Vannini che della Virtus sono sempre stati considerati la bandiera; specialmente Marinelli. Le ragioni? Per il dr. Grandini e Vannini ci è stato dichiarato che la causa va ricercata esclusivamente in "motivi di lavoro"; per Marinelli invece si dice, ma non è confermato né dalla Società né dall'interessato, che la ragione debba ricercarsi in disparità di vedute tecnico-organizzative tra Marinelli e Mezzetti e che il primo per non creare comprensibili imbarazzi abbia preferito ritirarsi non presentando più la sua candidatura.

Quando si verificano casi come questi è difficile delimitare i confini dei contrasti e stabilirne la loro entità. Si rischierebbe di fare il processo alle intenzioni e comunque tentare di indagare più profondamente ci porterebbe molto lontano. Auguriamoci invece che non vi sia mai bisogno di rivangare nel passato. Tuttavia non possiamo fare  ameno di esprimere l'opinione che a nostro avviso si doveva fare di tutto perché Marinelli e Vannini non se ne andassero; e pensiamo che la possibilità di trattenerli non mancasse. Con la buona volontà e nello spirito dello sport tutti i contrasti si appianano. Diversa la situazione del dr. Grandini, il quale per l'alto ufficio occupato in provincia effettivamente si trova nelle condizioni di non potersi dedicare alla società come avrebbe voluto.

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