GIUSEPPE FUMAGALLI

 Peppino Fumagalli (a sinistra), con Achille Baratti e Raffaello Zambonelli durante la cerimonia di nomina a presidente onorario

(foto tratta da Il Mito della V Nera)

 

Nato a: Monza

il: 1928 - 09/03/2015

Stagioni in Virtus: 1966/67 - 1967/68 - 1968/69

FRANCESCO BERTOLINI

(foto tratta da bologna.repubblica.it)

Nato a: Bologna

il: 15/08/1955

Stagioni in Virtus: 2015/16

 

FUMAGALLI PRESIDENTE ONORARIO

tratto da Il Mito della V Nera

 

Pallacanestro Candy anno secondo.

...

Per il "patron" della ditta abbinata, signor Peppino Fumagalli, viene coniata una nuova carica, quella di presidente onorario della sezione (nota di Virtuspedia: in realtà già Gilberta Minganti era stata Presidente Onorario).

A sinistra Peppino Fumagalli, consigliere delegato della Candy, e a destra Gaezzo Dondi Dall’Orologio, Presidente della Pallacanestro Candy, subito dopo l’atto di nascita della nuova Società

(foto fornita da Maurizio "Chuck" Benetollo e Ronberto Bergogni)

“LA CANDY ASPIRA AL SECONDO POSTO”

Fumagalli e Zambonelli sono d’accordo, ma nel loro intimo credono forse in qualcosa di più… Sip l’acquisto numero uno. L’americano sarà giudicato dopo le prime partite. Un dissapore col Simmenthal per la questione di Fantin

di Luigi Vespignani -  Stadio – 31/08/1966

 

Aria di rinnovata euforia in casa Candy dopo la nomina del nuovo Consiglio Direttivo. A chiedere quale sarà il piazzamento della squadra nel prossimo campionato si Serie A si sentono risposte caute nell’apparenza ma significative nella sostanza.

Dice Fumagalli, presidente onorario: “Sarà un campionato di transizione, per inserire gradualmente gli uomini nuovi nella vecchia intelaiatura, ma quest’altr’anno la meta sarà quella dello scudetto”. Aggiunge Zambonelli, presidente effettivo: “Un secondo posto credo proprio che sia una meta accessibile”. Conclude Dondi, presidente uscente: “Certamente i traguardi cui accederà la nuova Candy saranno di soddisfazione per tutti gli sportivi”.

Ma dietro ai loro sorrisi si intravede una speranza ben più audace. Dove potrà arrivare in effetti questa nuova Candy? E quale è stata la sostanza dei rivoluzionamenti in sede dirigenziale e tecnica? La domanda è imbarazzante, perché chiama in causa una gestione ormai alle spalle e la pone a confronto con una che inizia. La poniamo al rag. Lello Zambonelli.

“Mio primo dovere è quello di ringraziare Dondi per ciò che ha fatto in questi anni insieme con i suoi collaboratori. Di questi ultimi alcuni sono rimasti tra di noi evitandoci pericolosi noviziati. Quando accettai la presidenza lo feci soltanto perché Dondi mi promise il suo aiuto. Fumagalli, mio cugino Gabrielli ed io, contiamo su di lui per la soluzione dei problemi più ardui. È una nuova dimostrazione – se dimostrazione occorreva – di qual uomo d’onore sia Galeazzo Dondi”.

  • Quale sensazione produsse in Lei la proposta del presidente della SEF Virtus di affidarle le redini della Sezione autonoma Candy?

“La gioia di poter tornare alla pallacanestro attiva (sono trent’anni che la mia vita è piena di basket) fiu immensa. Ma con essa sorsero i pensieri e le meditazioni. Con Gabrielli riflettemmo a fondo prima di accettare incarichi tanto onerosi. Perché oggi l’evoluzione della pallacanestro impone ad un presidente di affrontare complesse situazioni che non vertono più unicamente nel campo sportivo, ma che entrano nel mondo dell’industri: gli abbinamenti ne sono una lampante dimostrazione”.

  • Quali i suoi rapporti con la Candy di Brugherio?

“Fra la mia industria e quella lombarda esistevano già solidi rapporti. La più approfondita conoscenza personale con Peppino Fumagalli mi ha portato ad individuare in lui un imprenditore di primissimo ordine e un giovane che nello sport è destinato a diventare un grosso dirigente. Beata la Virtus che ha potuto legare la sua Sezione Pallacanestro ad uno sportivo di rango com’è appunto Fumagalli. Io, Gabrielli e Fumagalli abbiamo predisposto un programma di rafforzamento della Candy: e lo spirito di lealtà che ci guida mi fa pensare che raggiungeremo i nostri scopi e che Bologna riavrà una fortissima squadra in un termine sufficientemente breve”.

  • A proposito di “squadrone”, un giudizio sulla Candy di oggi.

“Siamo forti, sulla carta, almeno come gli altri. I risultati dipenderanno dal pivot americano Mills, per il quale il giudizio definitivo potrà essere emesso soltanto dopo le prime partite. Per quanto ha lasciato intravedere finora si può comunque assicurare che sarà un forte attaccante, e che non gli farà difetto l’intelligenza del gioco. Occorrerà vedere quanto tempo gli necessiterà per ambientarsi nella nuova società di appartenenza e con i nuovi compagni. In questo momento non è ancora il fuoriclasse eccelso in cui qualcuno forse sperava, ma è pur sempre un giocatore di ottime qualità”.

  • E degli altri “acquisti”?

“Con Rundo e Raffaele, ol che con l’americano, abbiamo rinforzato enormemente la squadra. L’immissione di uomini nuovi potrà anche provocare inizialmente qualche scompenso; ma la squadra c’è. E che squadra! È bene che i nostri sostenitori lo sappiano senza inutili giri di parole. Potremo trovare qualche difetto di ambientamento e di affiatamento, ma gli uomini ci sono. Possiamo puntare senz’altro al secondo posto, per poi il prossimo anno fare ancora di più”.

  • Affiatamento fra gli uomini, ha detto. Ecco un argomento che ci sta molto a cuore…

“Ho inteso parlare di affiatamento tecnico. Quello umano è stato immediatamente raggiunto, con lo spirito di comprensione e di sportività che ha animato sempre la luminosa storia della Virtus. Qualche incomprensione c’è stata ed è inutile farne mistero, perché cose del genere succedono anche nelle migliori famiglie. Ma quello che conta è che immediatamente l’armonia è tornata e che tutti i giocatori, dimenticando gli interessi e le ambizioni personali, hanno ora per primo ideale la bandiera della vecchia Virtus”.

  • Come giudica Sip dopo la prima fase preparatoria?

“Sip è l’acquisto più importante dell’anno perché in lui abbiamo riscontrato – e riscontriamo giorno per giorno – preparazione tecnica eccellente e doti morali altrettanto ammirevoli. È un preparatore fuori dal comune. In pochi giorni, tanto per fare un esempio, è riuscito a portare Lombardi alla pienezza di rendimento: oggi “Dado” pesa 96 chilogrammi, soltanto uno in più di quelli che aveva fatto registrare a Roma in occasione delle Olimpiadi. E quel che valga un Lombardi in forma è inutile che sia io a sottolinearlo”.

  • E i giocatori come lo giudicano?

“Sip ha un vero e proprio ascendente sui giocatori. Li fa lavorare intensamente e non c’è nessuno che si lamenti. Evidentemente ha saputo unire il divertimento alla preparazione, cosicché tutto procede con armonia autentica”.

  • Durerà questo clima idilliaco, o ai primi venti di fronda torneranno i dissapori?

“Sono convinto che tutto continuerà come oggi. Non c’è motivo di supporre diversamente. Ad ogni modo noi nomineremo (forse primi fra tutti nell’ambiente della pallacanestro italiana) un direttore sportivo che sollevi Sip dai piccoli problemi della vita di ogni giorno; un direttore sportivo che faccia da “trait d’union” tra i giocatori e la presidenza. Si ha diritto di lavorare in pace come tecnico, senza occuparsi degli argomenti di contorno. Deve godere sempre della fiducia di tutti i suoi giocatori: non deve essere temuto, ma stimato. Proprio come sta verificandosi adesso”.

  • Si mormora in giro che il Simmenthal non abbia visto di buon occhio certi contatti con Fantin, che il nuovo consiglio avrebbe avuto di recente.

“La voce è giunta anche a me e me ne dispiace. Nessuno di noi ha preso contatti con Fantin per cercare di strapparlo ad altre squadre. Io intendo comportarmi come l’amico di sempre, e improntare la mia attività alla massima correttezza. Sono convinto che la lealtà sportiva sia sempre la dote migliore. Da qui e da Brugherio fugheremo senz’altro l’ombra  che hanno avuto i milanesi. Ci tengo davvero!”.

PRESIDENTE, CHE NE DICE?

Giganti del Basket - Aprile 1968

 

(Risponde Peppino Fumagalli, Presidente della Candy)
Premesso che la determinazione di concedere un abbinamento a una squadra è di per sé la prova di credere nella validità del basket, quale peso ha avuto nel suo caso l'interesse sportivo e quale quello pubblicitario nella scelta del suo abbinamento?

Davanti ad una scelta un'industria deve sempre guardare al proprio interesse: è quindi chiaro che un abbinamento sportivo in genere è determinato da un interesse pubblicitario o di prestigio per l'azienda. Nella valutazione della scelta entra però, secondo me, come componente notevole, la passione sportiva di chi deve decidere.

Oggi alla luce delle sue esperienze, consiglierebbe un abbinamento di basket come una buona operazione pubblicitaria al fine di aumentare il prestigio di un marchio?

Un abbinamento al basket, come penso in tutti gli altri sporti, è valido se la squadra conquista dei successi interessanti; in caso contrario, il gioco non vale la candela.

Ritiene gli attuali rapporti giocatore-società soddisfacenti ed impostati in modo tale da evitare i pericoli del professionismo?

Sì, perché i giocatori non sono in realtà dei professionisti.

Nel momento attuale, al fine di contribuire alla sempre maggior espansione del basket, ritiene più utile migliorare subito la spettacolarità delle esibizioni o potenziare con un'azione a lunga scadenza i vivai giovanili?

Dipende da quando si vuole ottenere questa espansione. Se si vuole un'espansione immediata, bisogna puntare sulla spettacolarità delle esibizioni; se invece non esiste termine di tempo, è più logico puntare sui vivai giovanili. Oggi si agisce in tutti e due i casi, e ciò grazie all'apporto delle industrie abbinate.

Ritiene le teletrasmissioni di basket, nella loro attuale quantità e periodicità, utile per portare il grosso pubblico ai palazzetti?

Con l'attuale andamento di trasmissioni televisive il pubblico non resta molto influenzato. Oggi il pubblico va ai palazzetti attratto dai nomi dei giocatori e dal miglioramento spettacolare del gioco.

Crede che giovi di più allo sviluppo della pallacanestro in Italia un'intensa attività internazionale delle squadre di club o delle rappresentative nazionali?

Sono senz'altro per una maggior attività internazionale delle squadre di club. Nelle rappresentative nazionali figurano in genere i soliti giocatori, i migliori, mentre con le squadre di club si può senz'altro allargare la rosa di interesse nazionale.

Ritiene "I Giganti del Basket" sufficientemente informato ed in condizione di influenzare la scelta della politica nella pallacanestro?

Ogni pubblicazione può influenzare la scelta di una qualsiasi politica in cui opera, quando questa rivista offra dei suggerimenti interessanti e delle critiche costruttive.

Ritiene più utile per la politica dell'Unione avere una propria pubblicazione periodica o appoggiarsi alla stampa specializzata già esistente per divulgare i propri problemi?

In questo particolare momento, l'Unione non ha bisogno di alcuna pubblicazione (e tanto meno se la può permettere).

In una recente riunione all'Hotel Gallia di Milano, è stato ripetutamente detto che nei rapporti tra CONI, Federazione e Unione non esistono discordanze tecniche ed organizzative. Lei è di questo parere?

Se è stato detto così evidentemente è vero. Il fatto però che non esistono discordane non vuol dire che tutti debbano pensare allo stesso modo; con l'evolversi dei tempi nascono delle situazioni diverse di quelle generalmente usate.