DOPO IL CAMPO

 

Molti ex-giocatori della Virtus sono rimasti nell'ambiente della pallacanestro, una volta appese le scarpe al chiodo, ma altrettanti hanno trovato strade completamente diverse. Eccovene una carrellata, ma molte di queste informazioni potrebbero essere ormai obsolete. Se trovate degli errori e volete aggiornarci, come al solito siete i benvenuti.

 

  • Alessandro Abbio, dopo una carriera che l’ha visto, dopo la sua lunga e ricca di allori parentesi virtussina, vagabondare tra Spagna e serie inferiori italiane, è rientrato a Bologna per allenare i giovani della Polisportiva Masi. Tornato nel natìo Piemonte, è poi rientrato a dirigere le giovanili Virtus.
  • Renato Albonico scelse di giocare per la All’Onestà di Milano perché voleva diplomarsi all’ISEF, avendo già chiaro in testa il suo futuro professionale. Il basket, come era la norma ai suoi tempi, lo vedeva innanzitutto come un divertimento e i soldi che questa attività gli portava in tasca li considerava più che i primi stipendi una specie di “mantenimento agli studi”. Trovò quindi impiego come insegnante di educazione fisica che era ancora nel pieno dell’attività agonistica e conseguentemente le scelte delle squadre nelle quali militare sono sempre state condizionate anche da questo aspetto. Ora è in pensione e anche se non hai mai cercato di fare carriera nell’ambiente cestisticico, più o meno l’ha sempre frequentato, dall’associazione Pensare Basket al far conoscere il basket ai carcerati della Dozza grazie ad una meritoria iniziativa sociale.
  • Mario Alesini, storico asso della Virtus scudettata degli anni ’50 e della Nazionale in un’epoca in cui ai giocatori gli si trovava un lavoro come contropartita per giocare, è stato allenatore per alcuni anni in Serie A e quando smise di giocare lavorò nella ditta del suocero.
  • John Amaechi, dopo essere tornato a giocare in Nba ed essersi ritirato, è passato alla storia per essere stato il primo ex-giocatore Nba a fare outing sulla propria omosessualità, esperienza sulla quale ha pubblicato un libro. Da allora ha svolto il ruolo di psicologo ed educatore per un reality show, ha lavorato come commentatore televisivo sportivo per la BBC, esperto di argomenti economici per la radio della BBC e come attivista politico per i diritti della comunità omosessuale. È inoltre membro attivo di un’associazione che costruisce centri sportivi in tutta l’Inghilterra per diffondere la pratica dello sport.
  • Fabrizio Ambrassa, dopo aver iniziato nelle giovanili, allena i Crabs Rimini in DNB. Ma forse non tutti sanno che può vantare anche delle esperienze cinematografiche: ha recitato nelle pellicole “Così è la vita” del trio Aldo, Giovanni e Giacomo (in cui interpreta Platone) e “Tutti gli uomini del deficiente” scritto dalla Gialappa’s Band in cui il suo ruolo è quello di un giocatore ebreo di pallacanestro.
  • Anche Massimo Antonelli, guardia tiratrice per ben 7 stagioni dal ’69 al ’78 è rimasto legato al mondo del basket: è l’ideatore del Music Basket, un innovativo metodo di allenamento che usa la musica per insegnare i fondamentali della pallacanestro, e di Tam Tam Basketball, Associazione nata per generare un impatto positivo sulla vita dei ragazzi e delle ragazze, nati in Italia da genitori provenienti per lo più dalla Nigeria, con una particolare attenzione all’inclusione sociale attraverso lo sport.
  • Valerio Bianchini, oltre all’attività di allenatore che l’ha portato a tenere clinic anche in paesi improbabili come India e Sri Lanka, prima di rientrare in Italia e fare l’opinionista sportivo, aprì un ristorante italiano in Malesia.
  • Gus Binelli, dopo la militanza virtussina da record che copre quasi per intero due decenni, ha dapprima giocato nelle serie minori per poi portare di nuovo sul campo la sua enorme esperienza in qualità di allenatore.
  • Il bislacco George Bisacca, allenatore voluto da Porelli nella speranza di ripetere il colpaccio fatto con Dan Peterson, era un avvocato ed è tornato a fare l’avvocato una volta malamente terminata la sua avventura virtussina. Forse sarebbe stato meglio che non avesse mai interrotto quell’attività.
  • Brett Blizzard ci aveva fatto credere di aver smesso, dando il via ad un’attività di insegnante privato di basket e di commentatore televisivo delle vicende della sua squadra ai tempi del college. Poi è tornato a giocare e questi impieghi forse li ha solo momentaneamente rinviati.
  • Marco Bonamico, dopo essere stato in passato color commentator a fianco di Franco Lauro nelle telecronache Rai e nonché imprenditore nel settore del fitness e dei locali notturni, è stato per 12 anni l’apprezzato presidente della LegaDue.
  • Lauro Bon è balzato agli onori della recente cronaca virtussina dapprima per aver procurato a Sabatini il main sponsor Canadian Solar, società per la quale lavora con compiti commerciali, e poi per aver contattato, tramite la sua pagina fan, Kobe Bryant: un metodo forse banale ma sicuramente efficace, visto i fiumi di inchiostro che tale vicenda ha fatto versare alla stampa italiana.
  • Mario Boni è stato un opinionista televisivo per Sky che non passava inosservato per la schiettezza dei suoi commenti e conduttore di una trasmissione radiofonica sulla radio che allora si chiamava Futur Show Station, di proprietà di Sabatini. Ora scrive di basket oltre ad essere anche scout per l'Aris Salonicco ed aver fondato la "Mario Boni basket school". Attualmente è vicepresidente dell'Associazione Giocatori.
  • Fresco di dimissioni dall’Astana campione in Kazakhstan e quindi ancora nell’ambiente per chissà quanto tempo ancora, Matteo Boniciolli ha, provocatoriamente, da tempo promesso che avrebbe aperto un’edicola in Finlandia. Chissà che non mantenga la parola…
  • Davide Bonora, fresco di ritiro da una lunga attività agonistica, ha già messo il piede nel mondo del basket con le vesti da dirigente come team manager per la Virtus Roma. Ora lavora per un’agenzia di procuratori.
  • L’indimenticato, dai tifosi, capitano Roberto Brunamonti, dopo aver avuto ruoli da dirigente e, temporanei, da allenatore in Virtus, ha ricoperto compiti dirigenziali alla Virtus Roma. Di recente è tornato a Rieti dapprima nella Nuova Sebastiani Rieti e ultimamente presso la Willie Basket Rieti dove ricopre il ruolo di Responsabile Tecnico.
  • Alberto Bucci, al di fuori degli incarichi dirigenziali avuti in ambito cestistico, si è dato alla politica: da candidato sindaco tra le file della Casa delle Libertà alle elezioni comunali del 2006 ha ottenuto il 40,2% dei voti a Rimini dove è stato allenatore e, in seguito, dirigente.
  • Giorgio Buzzavo, giocatore importante negli anni ’70 ritiratosi abbastanza precocemente dall’attività agonistica, ha subito coniugato sport e lavoro, lavorando per aziende importanti in questo ambito come la Lotto e la Spalding. In seguito è diventato Presidente della Benetton Basket, della Sisley Pallavolo ed amministratore delegato della Verde Sport S.p.A., società della galassia dell’importante gruppo imprenditoriale trevigiano che proprio in questo periodo ha appena terminato la sua avventura nel mondo del basket.
  • Charly Caglieris, indimenticato playmaker che ha portato le sue Virtus a tre scudetti, tre secondi posti in campionato e una finale di Coppa dei Campioni, è un insegnante di educazione fisica (professione iniziata a svolgere quando era a Bologna) e, se non fosse stato per la recente riforma delle pensioni, avrebbe già salutato i colleghi per godersi il meritato riposo. Ma anche per lui il richiamo dello sport che tante soddisfazioni gli ha dato è stato irresistibile: per anni è stato General Manager dell’Auxilium Torino, una società che dava molta importanza al vivaio e che nel periodo in cui Charly vi ha operato ha dato al basket italiano atleti come Riccardo Morandotti, Alessandro Abbio, Stefano Vidili e Davide Pessina.
  • Achille Canna, dopo aver vinto un paio di scudetti da giocatore, è stato Direttore Sportivo per 15 anni, dal 1983 al 1998, vivendo da una posizione privilegiata lo scudetto della Stella e gli scudetti dell’epoca di Danilovic.
  • Francesco Cantamessi scelse di abbandonare il basket giocato in anticipo rispetto a quanto avrebbe potuto fare: a 29 anni, con la concreta possibilità di trovare ingaggi in Serie A, non trovando posto nelle squadre di Bologna, scelse di smettere coi ritmi del basket professionistico per un sicuro posto impiegatizio e una maggiore vicinanza alla famiglia.
  • Claudio Coldebella è un altro che è rimasto legato al mondo della palla a spicchi: dopo un’iniziale esperienza come vice-allenatore che aveva fatto credere che avrebbe calcato ancora, benché in giacca e cravatta e non in pantaloncini e canotta, i campi da basket, ha poi sviluppato la sua carriera dietro una scrivania, come da sua reale aspirazione. Dopo una prima stagione superlativa a Caserta, è emigrato a Treviso poco prima che Benetton uscisse dal basket causandone la chiusura. Ora è il Direttore Generale della Lega Nazionale Pro (la vecchia LegaDue). In passato, assieme a Danilovic, aveva aperto il negozio di articoli sportivi Playground, vicino al Palasport di Piazza Azzarita.
  • Poliedrico artista da mezzo secolo, Paolo Conti, che in precedenza era stato un valente rappresentante delle V nere e della Nazionale. Il figlio Leonardo Conti, dopo una brillante ascesa nelle giovanili, disputò due stagioni nella prima squadra, rispettivamente con Cosic e Hill allenatori. Ha partecipato alla vittoria della Coppa Italia 1989. Protagonista con Attruia di un rocambolesco viaggio nella Jugoslavia in guerra, raccontato nel bel libro di Lorenzo Sani, Vale Tutto, nel dopo basket, è divenuto critico d'arte e ha aperto una galleria d'arte a Milano.

  • Massimo Cosmelli, a lungo in coppia con Dado Lombardi nel lungo periodo in cui la Virtus arrivava sempre seconda senza riuscire a strappare uno scudetto alle allora dominanti squadre lombarde, è stato General Manager di lungo corso per la Scavolini Pesaro, con la quale ha vinto scudetti e coppe.
  • Claudio Crippa è ormai un esperto dirigente: dopo aver iniziato come General Manager nella Verona che sparì subito dopo, in seguito ha ricoperto lo stesso ruolo per il Basket Livorno, fino alla chiamata dell’amico e suo ex allenatore Ettore Messina in qualità di General Manager e Responsabile dello Scouting presso la potente CSKA di Mosca che sotto le direttive dell’ex coach virtussino dominò in Europa. Dal 2009 è scout europeo per i San Antonio Spurs.
  • Predrag Danilovic è ancora nel mondo del basket: come ogni virtussino degno di essere definito tale sa perfettamente, è presidente del Partizan di Belgrado, la squadra per la quale, nonostante fosse nativo di Sarajevo, volle fortissimamente giocare, benché la cosa gli sia costata due anni di squalifica. Sicuramente meno tifosi sanno che Sasha è uno dei membri di Group Seven, un’organizzazione non-profit che trova fondi per i bambini della ex-Yugoslavia, assieme agli ex-compagni di Nazionale Vlade Divac, Sasha Djordjevic, Zeliko Rebraca, Dejan Bodiroga e agli ex-virtussini Zoran Savic e Zarko Paspalj.
  • Il mitico Galeazzo Dondi Dell’Orologio, giocatore degli albori e poi in seguito apprezzato dirigente, fu uno stimato dentista.
  • Christian Drejer, l’elegante lungo danese che ha avuto una carriera condizionata, e non tutti glie lo hanno riconosciuto, da un infortunio alla caviglia occorsogli al primo anno di college, s’è dovuto ritirare ad appena 26, dopo quattro interventi chirurgici. Dopo un’iniziale ruolo di appoggio al coach della Nazionale Danese nell’ambito del settore giovanile del suo paese, ora pare lavorare come insegnante per una Business School in quel di Dubai.
  • Terry Driscoll, dopo aver rifiutato l’offerta di Porelli all’indomani del doppio scudetto da allenatore perché giudicata troppo bassa, se ne tornò negli Stati Uniti. Dapprima lavorò per anni per un'azienda americana nel settore dell'abbigliamento sportivo, in seguito divenne Direttore Atletico del College of William & Mary, incarico che ricopre tuttora.
  • Nikos Ekonomou ha tentato la carriera di allenatore in Grecia, ma è stato esonerato dopo appena 11 gare dall’Olympiada Patrasso. Da allora ne ho perso le tracce.
  • Vittorio Ferracini giocò una sola stagione a Bologna ma il suo addio generò moltissime polemiche, creando un caso diplomatico tra Porelli e Bogoncelli per una scrittura privata non rispettata dai milanesi. Che sia stato per questa esperienza vissuta sulla propria pelle che Tojo è poi diventato un apprezzato procuratore di giocatori. Tra i suoi assistiti giocatori come Denis Marconato, Gianmarco Pozzecco e Stefano Rusconi.
  • Maurizio Ferro, dal passato più fortitudino che virtussino, ha avuto un’intensa vita cestistica anche dopo aver appeso le scarpe al chiodo. Nel suo ultimo anno giocò a Rimini assieme ad un allora imberbe Carlton Myers che aiutò a crescere. Poi grazie alla sua amicizia entrò in Fortitudo come allenatore e scout, scovando atleti come Stefano Mancinelli, Marko Jaric, Piazza e Morri.
  • Alessandro Frosini, appena smessa la canottiera da giocatore per la Trenkwalder di Reggio Emilia ha subito preso posto come Direttore Sportivo, collaborando alla fresca conquista del ritorno in A1.
  • John Fultz, che è in pratica italiano d’adozione, attualmente è un’insegnante di inglese ed è reduce dall’aver pubblicato un interessante libro sulla sua avventura sportiva e umana che coincise col boom cestistico di Bologna.
  • Josè Cuki Galilea, che a Bologna non poté esprimere il meglio di sé causa un brutto infortunio, tornato in Spagna e dopo aver cessato l’attività da giocatore è diventato dapprima allenatore nella “cantera” del Barcelona all’epoca in cui il General Manager era il suo ex-compagno virtussino Zoran Savic. Dopo gli studi in Sports Administration e la guida di una cordata che non è riuscita ad acquisire una società spagnola, ora è un apprezzato opinionista sportivo e fondatore di una società che si occupa di eventi sportivi.
  • Vittorio Gallinari già ai tempi in cui indossava la canotta bianconera era un grande appassionato di Borsa e si destreggiava con abilità nei meandri non privi di insidie della finanza. Quasi naturale è stata la sua trasformazione in qualità di procuratore del ben più talentuoso figlio Danilo ma anche di molti altri volti noti alla tifoseria virtussina, da Lino Lardo a Diego Fajardo.
  • Germano Gambini, dopo essere stato per anni una delle colonne virtussine in campo, divenne poi presidente-proprietario della Fortitudo, grazie alle possibilità economiche, per quanto non floridissime, garantitegli da due avviati negozi di ottica. Le sue Fortitudo, sicuramente meno ricche di quelle di Seragnoli e abituate a “fare l’ascensore” tra A1 e A2, hanno comunque regalato ai propri tifosi giocatori come Artis Gilmore, Nino Pellacani e Jack Zatti.
  • Clemon Johnson al rientro dall’Italia fu insegnante di materie economiche e allenatore per una high school a Tallahassee, in Florida. In seguito ha allenato per quattro anni nella University of Alaska Fairbanks e dal 2011 è diventato coach nell’ateneo nel quale giocò da collegiale: Florida a&M.
  • Il compianto Fletcher Johnson, da tempo scomparso, fu per anni uno stimato cardiochirurgo: completò gli studi all’Università di Bologna, anzi fu proprio questa possibilità che la dirigenza virtussina della fine degli anni ’50 sfruttò per portare a Bologna un giocatore del suo valore.
  • Cliff Levingston, andatosene insalutato da Bologna con tanto di causa legale con Cazzola, è un allenatore ormai da una dozzina di anni. Ha allenato i Dodge City Legend della USBL venendo eletto Allenatore dell’Anno ma dovette rinunciare la stagione seguente a causa di una condanna a 4 mesi per non aver pagato gli alimenti per il figlio. Tornato in attività fu vice per gli Harlem Globetrotters e poi head coach dei St. Louis Flight della ABA. Poi allenò i Gary Steelheads della CBA e nel 2007 sostituì Michael Ray Richardson alla guida degli Oklahoma Cavalry, quando Sugar venne sospeso per i motivi di cui leggerete proseguendo.
  • Gianfranco Lombardi ha avuto una lunghissima carriera di allenatore in A1 e A2, senza vincere mai scudetti ma ottenendo molte promozioni e in generale spesso più quanto il materiale umano a sua disposizione facesse ritenere lecito aspettarsi. Virtussino da sempre, arrivò anche a manifestare la volontà di allenare la Virtus a costo di pagare di tasca sua: il coach di allora, Ettore Messina, non la prese benissimo. Se non riuscì mai a realizzare il suo sogno come allenatore, in seguito ebbe modo di sedersi dietro una scrivania virtussina, quella da General Manager nell’ultimo, disgraziato, anno della gestione Madrigali.
  • Il sempre pettinatissimo Kyle Macy, tornato negli Stati Uniti cominciò la carriera di allenatore nel basket universitario, il minimo che ci si poteva aspettare da uno coi suoi fondamentali perfetti. Dapprima allenò la Morehead State University dalla quale diede le dimissioni dopo una stagione disastrosa, nonostante le 8 stagioni precedenti avesse sempre avuto un record vincente, lamentandosi delle poche risorse che l’istituto dedicava al basket. Divenne quindi allenatore di un team femminile universitario di tennis e color commentator per le partite della sua alma mater Kentucky. Nel frattempo è anche stato General Manager per la squadra degli East Kentucky Miners della defunta CBA e dei Bluegrass Stallions della ugualmente defunta ABA.
  • Walter Magnifico, virtussino per una stagione ma sicuramente più ricordato per la sua lunga milizia con la Scavolini Pesaro, ha allenato il Foligno in Serie C. Poi è rientrato a Pesaro come dirigente.
  • Il robusto Emilio Marcheselli, autore di una memorabile partita di play-offs contro la Fortitudo assente Brunamonti per infortunio, da anni allena a Baricella.
  • Mario Martini, per un paio d’anni agli inizi degli anni ’80 è stato direttore sportivo nella Virtus. Cessato il rapporto intentò una causa per avere arretrati e contributi versati. Poi si è dato al commercio.
  • Terrell McIntyre, la cui carriera in bianconero è stata breve e condizionata dal problema fisico che l’ha obbligato ad un prematuro ritiro, si fa ancora vedere in giro, essendo passato di recente da Bologna a salutare i suoi ultimi compagni di squadra: l’ennesima dimostrazione di doti umane non banali che ne faranno, unitamente a quelle tecniche che non hanno bisogno di presentazioni, un allenatore di qualità non appena troverà la situazione giusta. Nell’attesa si occupa dei suoi investimenti.
  • Tom McMillen, la cui carriera sportiva e umana pare ricalcare curiosamente quella di Bill Bradley, solo con meno successo (Bill in Europa vinse la Coppa dei Campioni col Simmenthal, Tom nulla; Bill in Nba vinse il titolo, Tom ebbe una dignitosa carriera; Bill è diventato senatore, governatore ed è stato ad un passo dal diventare un candidato presidenziale del Partito Democratico), è diventato un importante uomo politico eletto al congresso degli Stati Uniti dall'87 al '93 per il Partito Democratico e in seguito ha fondato un'azienda nel settore della sicurezza. Coi suoi 210 centimetri di statura detiene il curioso record di parlamentare più alto nella storia del paese.
  • Ricky Minard ha aperto in North Carolina un’agenzia immobiliare, la Minard Group.
  • Il poliedrico Riccardo Morandotti, da sempre personaggio che non limita i suoi orizzonti a quelli cestistici, aprì una libreria dedicata allo sport quando ancora indossava la canotta bianconera. Dopo averla trasformata nella casa editrice Libri di Sport è ancora nel mondo della carta stampata.
  • Paolo Moretti è un valido e rampante allenatore. Partito dal settore giovanile della Virtus Siena, in poco tempo ha conquistato palcoscenici ai più alti livelli, come quello di Livorno in Serie A.
  • Il grande Asa Nikolic, era detto il Professore non solo perché emanava autorità e rispetto su chiunque, ma proprio perché tale presso l’università di Belgrado, un ruolo che aveva anche ai tempi del suo approdo presso la Virtus e che non fu certo qualcosa che lo aiutò a calarsi nell’esigente realtà virtussina, costringendolo a fugaci apparizioni e relativamente lunghi periodi di assenza.
  • Matteo Panichi, ai tempi in cui era giocatore eterna promessa mai definitivamente sbocciata, ora è un preparatore atletico in Serie A.
  • Zarko Paspalj, che secondo l’immarcescibile Sergio Tavcar in realtà era un ex-giocatore già a 25 anni causa lo stile di vita non proprio da atleta, alla non veneranda età di 46 anni continua a fumare due pacchetti di sigarette al giorno, come quando giocava, nonostante abbia già avuto quattro infarti. Ufficialmente è un dirigente sportivo: dal 2009 è vice-presidente del Comitato Olimpico della Serbia.
  • Maurizio Pedretti, scomparso nel 2018, è stato un responsabile commerciale.
  • Marco Pedrotti è un assicuratore.
  • Corrado Pellanera, giocatore della Virtus degli anni ’50 e ’60 per ben undici stagioni nonché della Nazionale, per anni è stato un valente allenatore, anche in serie A, e nonostante l’età lavora ancora (consulente giovanili per Teramo fino a qualche tempo fa) grazie anche ad una forma fisica davvero invidiabile.
  • Scoonie Penn arrivò da noi all’ultimo momento, in sostituzione dell’infortunato Andre Collins, quando sembrava avesse già iniziato il suo post-carriera agonistica in qualità di assistente allenatore in qualche college americano. La cosa l’ha fatto desistere da questo proposito avendo in seguito accettato le offerte dell’Olympiacos del Pireo, dove aveva già giocato in precedenza, e più recentemente con la Prima Veroli in LegAdue. Carriera da allenatore probabilmente solo rinviata.
  • Di Dan Peterson tutti sanno delle svariate attività intraprese dopo aver allenato e vinto tanto sia per la Virtus che per altre società: storico commentatore di basket americano, e non solo, in televisione e protagonista di spot pubblicitari per il Tè Lipton a suo modo indimenticabili, è anche un apprezzato conferenziere.
  • Concetto Pozzati dopo essere stato un protagonista delle giovanili della Virtus, avere giocato amichevoli con la prima squadra nelle stagioni 1952/53 e 1954/55, e aver militato nella Reyer Venezia, è divenuto un pittore di fama internazionale. È rimasto però sempre legato alla pallacanestro, tanto da rivederlo, qualche tempo prima di morire (ci ha lasciato il 1 agosto 2017) all'Unipol Arena, nonché alle riunioni degli antichi baskettari. Un legame, quello con il basket, che Concetto non ha mai negato: "Anche l’essere stato un giocatore professionista di basket in serie A – nella Virtus Bologna poi nella Reyer Venezia – ha contribuito alla mia crescita artistica”.
  • Branislav Prelevic, che a Bologna non ha lasciato un ricordo sfavillante al punto che molti ricordano più la sua pancetta che altro, presso la squadra greca del Paok è invece considerato una specie di divinità vivente: tali sono i suoi meriti come giocatore che è stato naturale farlo allenatore, General Manager e ultimamente anche Presidente.
  • Maurizio “Riccio” Ragazzi lavora in ambito pubblicitario.
  • Michael Ray "Sugar" Richardson ha finora avuto anche da allenatore una carriera piuttosto turbolenta. Dal 2004 al 2007 è stato head coach degli Albany Patroons della CBA, fino a quando nel 2007 non venne sospeso per commenti ingiuriosi nei confronti degli ebrei, un caso giornalistico forse un po’ montato perché Sugar, rifacendosi a certi triti stereotipi, più che criticarli sembrava quasi apprezzarli. In seguito ha allenato gli Oklahoma Cavalry dai quali venne esonerato mentre, successivamente, alla guida dei Lawton-Fort Still Cavalry vinse il titolo del 2008 e 2009 della Premiere Basketball League, giungendo in finale nel 2010, dove si fece cacciare a 3” dalla fine dei tempi regolamentari di gara1, persa ai supplementari, per proteste verso gli arbitri. L’anno successivo, cioè nella stagione che è appena terminata, ha accettato l’incarico di guidare i London Lightning della National Basketball League of Canada con la quale lo scorso marzo ha vinto il titolo e il premio di Allenatore dell’anno.
  • Antoine Rigaudeau, dopo aver iniziato come General Manager in Spagna, continua a vivere nella penisola iberica ma in un’intervista recente ha dichiarata di seguire poco il basket attualmente, anche se non esclude di tornare ad occuparsene in futuro.
  • John Roche, tornato in Nba dopo l’esperienza virtussina, al termine dell’attività agonistica ha lavorato in uno studio legale, mettendo a frutto la laurea in legge conseguita mentre giocava nei Nuggets.
  • Giuseppe Rundo, che comunque ha continuato a rimanere legato al basket allenando nelle leghe minori del bolognese, è diventato medico.
  • Viktor Sanikidze nel 2020 è diventato parlamentare in Georgia.
  • Zoran Savic è stato General Manager presso il Barcelona ma la disastrosa esperienza alla Fortitudo di Sacrati gli ha un bloccato il prosieguo di quella carriera. Ora è un procuratore, avendo fondato l’agenzia Invictus: nella sua scuderia Xavi Pascual, Milan Macvan, Lazaros Papadopoulos, Roger Grimau e Pervis Pasco.
  • Hugo Sconochini, per il quale può valere la stessa premessa fatta per John Fultz su una ormai acquisita italianità, è opinionista televisivo per Sky.
  • Il simpatico Gigi Serafini lavora nel settore dell’edilizia sportiva, fornendo materiale per palestre e strutture sportive. Nel suo lavoro gli è anche capitato che qualche cliente abbia ammesso di essere stato uno dei tifosi pesaresi che lo ricopriva di insulti ogni volta che la Virtus andava in trasferta da quelle parti.
  • Matjaz Smodis, da poco ritiratosi, ha aperto una scuola di basket.
  • Keith Swagerty possiede e alleva cavalli nello stato di Washington.
  • Mike Sylvester, dopo aver allenato a livello di leghe semipro e scolastico, ora che è Direttore della Logistica per un'azienda che distruibuisce generi alimentari, allena come volontariato.
  • Jan Van Breda Kolff, figlio di un grandissimo coach e autentico allenatore in campo ai tempi dello scudetto della Stella, non poteva esimersi dal diventare a sua volta uno che insegna basket. La sua carriera sembrava destinata ad un successo crescente: dapprima coach per un paio d’anni a Cornell, poi due college prestigiosi come Vanderbilt (6 anni) e Pepperdine (2 anni con uno sfavillante record di 47 W e 18 L). Poi a St. Bonaventure la sua carriera subì un brusco stop a causa di una vicenda di reclutamento truffaldino di un giocatore in base ad un certificato scolastico risultato poi falsificato. Van Breda Kolff venne in seguito riconosciuto all’oscuro del fatto ma per un po’ rimase fuori dal giro. Nel 2009 tornò su una panchina, quella dei Nashville Broncos della ABA, squadra che poi cambiò nome in Music City Stars prima di chiudere nel 2010.
  • Renato Villalta aveva smesso di seguire il basket, dedicandosi alla sua attività nel campo dell'abbigliamento e alla maratona. Come tutti saprete, di recente è tornato ad occuparsi di basket in qualità di dirigente della Virtus.
  • Roberto Violante, ala nel giro della Nazionale che giocò in Virtus nel ‘74/’75, per anni ha allenato nel settore disabili fino a ricoprire il ruolo di Coordinatore Tecnico Nazionale di Special Olympics Italia.
  • Dusan Vukcevic, in teoria, in base ad un accordo che aveva preso con Sabatini, a quest’ora avrebbe dovuto essere seduto dietro ad una scrivania dell’Arcoveggio, ma poi la voglia di giocare e la consapevolezza di aver ancora qualcosa da dire su un parquet gli ha fatto rinviare questa scelta. Nella sua ultima stagione a Verona chiese la risoluzione consensuale del contratto per rientrare a Belgrado per seguire una faccenda personale, cosa che pare essere il preludio all’inizio del suo periodo post-agonistico.
  • Bill Wennington, che dopo aver vinto lo scudetto è andato a mettersi al dito degli anelli Nba, è attualmente commentatore di basket radiofonico per i Chicago Bulls.
  • Jure Zdovc, giocatore di straordinaria intelligenza che non è sufficientemente rimasto impresso nelle cortecce cerebrali dei tifosi virtussini unicamente perché ebbe la sfortuna di capitare nel periodo di interregno tra gli Imperatori Sugar e Sasha, ha messo a frutto la sua grande comprensione del gioco diventando un ottimo allenatore, al momento uno dei giovani coach più in ascesa del Vecchio Continente visto che alla guida dello Spartak di San Pietroburgo è stato recentemente nominato Allenatore dell’anno dell’Eurocup.
  • Ettore Zuccheri, benché abbia allenato la stessa Virtus e comunque per anni nel bolognese, in particolare a Budrio, già all’epoca della sua esperienza sulla panchina bolognese era un insegnante di educazione fisica.

IL DOPO BASKET DEI VIRTUSSINI, DALL'ARTE ALLA POLITICA, DAL CINEMA AI CAVALLI

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 27/12/2018

 

Cosa hanno fatto i giocatori della Virtus, una volta finita l'attività agonistica? Qui abbiamo elencato alcuni percorsi del dopo pallacanestro dei giocatori delle V nere, ponendo l'attenzione soprattutto su quelli che sono usciti dall'ambito basket.

Concetto Pozzati, dopo essere stato un protagonista delle giovanili della Virtus, avere giocato amichevoli con la prima squadra nelle stagioni 1952/53 e 1954/55, e aver militato nella Reyer Venezia, è divenuto un pittore di fama internazionale. È rimasto però sempre legato alla pallacanestro, tanto da rivederlo, qualche tempo prima di morire (ci ha lasciato il 1 agosto 2017) all'Unipol Arena, nonché alle riunioni degli antichi baskettari. Un legame, quello con il basket, che Concetto non ha mai negato: "Anche l’essere stato un giocatore professionista di basket in serie A – nella Virtus Bologna poi nella Reyer Venezia – ha contribuito alla mia crescita artistica”.

Anche il figlio Jacopo ha giocato nelle giovanili Virtus.

Poliedrico artista da mezzo secolo è anche Paolo Conti, che in precedenza era stato un valente rappresentante delle V nere e della Nazionale. Il figlio Leonardo, dopo una brillante ascesa nelle giovanili, disputò due stagioni nella prima squadra, rispettivamente con Cosic e Hill allenatori. Ha partecipato alla vittoria della Coppa Italia 1989. Protagonista con Attruia di un rocambolesco viaggio nella Jugoslavia in guerra, raccontato nel bel libro di Lorenzo Sani, Vale Tutto, nel dopo basket, è divenuto critico d'arte e ha aperto una galleria d'arte a Milano.

Tom McMillen fu un fantastico giocatore della Virtus nel 1974/75, detentore ancora della miglior media punti nella storia delle V nere; Il seguito della storia è roba da Nba, e poi alta politica. McMillen uscito da Maryland era già stato scelto al primo giro nel 1974 sia al Draft Nba dai Buffalo Braves che a quello Aba dai Virginia Squires. Rientrato negli States dall’Italia scelse la Nba. Giocò una stagione a Buffalo, poi una ai New York Knicks, sei agli Atlanta Hawks, tre ai Washington Bullets. In totale undici stagioni, 5914 punti, medie partita di 8.1 punti, 4 rimbalzi e 1.1 assist a partita. Dopo il ritiro dall’attività agonistica, la carriera politica. Eletto al Congresso in qualità di rappresentante del Quarto Distretto del Maryland nel 1987, restò in carica per tre mandati, fino al 1993. Nel 2011 è stato a capo del primo Cda della neonata President's Council on Fitness, Sports & Nutrition, voluta dal presidente Barak Obama di cui è stato uno dei Grandi Elettori. Coi suoi 210 centimetri di statura detiene il curioso record di parlamentare più alto nella storia del paese.

Keith Swagerty, americano bianconero nel 1967/68 oggi possiede e alleva cavalli da galoppo nello stato di Washington.

Franz Campi faceva parte della Sinudyne juniores che arrivò sesta alle finali nazionali di Capo d'Orlando, è poi divenuto un apprezzato cantautore.

Giuseppe Nannucci, scomparso nel 2000, fu un formidabile difensore nelle giovanili bianconere, poi abile imprenditore, continuando l'opera iniziata dal padre, che aveva fondato gli omonimi magazzini, punto di riferimento nel commercio musicale.

Massimiliano Burgin, nei cadetti nel 1980-81, è diventato reverendo.

Antonio Pasquali, allievi 1972-73, si è laureato in ingegneria negli Stati Uniti, per poi divenire progettista di impianti.

Andrea Tosi, allievi 1975/76 è divenuto giornalista sportivo.

Fabrizio Ambrassa, nella Virtus del grande slam, ha recitato nelle pellicole “Così è la vita” del trio Aldo, Giovanni e Giacomo (in cui interpreta Platone) e “Tutti gli uomini del deficiente” scritto dalla Gialappa’s Band in cui il suo ruolo è quello di un giocatore ebreo di pallacanestro.

Fletcher Johnson, scomparso nel 2008, due stagioni alla Virtus a fine anni '50, fu, dopo il basket, uno stimato cardiochirurgo.