STAGIONE 1968/69

 

Cosmelli, G. Giomo, Neri, Mora, Marisi, Zuccheri, Lombardi, Rundo, Buzzavo, Skalecky

 

Candy  Bologna

Serie A: 10a classificata su 12 squadre (9-22)

Coppa Italia: eliminata ai quarti di finale (3-4)

 

FORMAZIONE
Gianfranco Lombardi (cap.)
Giorgio Buzzavo
Massimo Cosmelli
Augusto D'Amico
Giorgio Giomo
Adolfo Marisi
 Enrico Mora 
Giuseppe Rundo
Luigi Serafini
Alfredo Skalecky
Ettore Zuccheri
Riserve: Giorgio Calzoni, Piero Girolami, Andrea Marchesi, Roberto Neri, Sandro Renzi
Solo amichevoli: Paolo Cucchi, Marco CuppiniFranco Nanetti, Alberto Rago, Jim McKean, Giuseppe Buschi (in prestito dal Brugherio), Antonio Mastrangelo (in prestito dal Brugherio), Cesare Nava (in prestito dal Brugherio)
 
Allenatore: Jaroslav Sip, dal dicembre 1968 Renzo Ranuzzi e Mario De Sisti

 

Partite della stagione

Statistiche individuali della stagione

Giovanili

GLI ATLETI DELLA VIRTUS OTTENGONO SUCCESSI NELLO STUDIO

Stadio - 06/08/1968

 

Note positive per un gruppo di giocatori della Candy che hanno coronato i loro studi con successo. Pellanera, Cosmelli e Zuccheri si sono diplomati all'Isef con 110 e lode; Giomo si è laureato in chimica industriale; Buzzavo si è diplomato perito elettrico.

Note liete che meritano citazione. Non altrettanto dicasi per i dirigenti che da parecchio tempo a questa parte non hanno nessuna buona notizia da comunicare. I tifosi, si sa, hanno fretta...

 

LA CANDY (ANCORA SENZA USA!) CAMBIA FACCIA

di Gianfranco Civolani - Giganti del Basket - Ottobre 1968

 

La Candy Virtus cambia faccia, almeno al vertice. Zambonelli e Gabrielli lasciano ed entre a vele spiegato l'avvocato Porelli, un tipo perentorio e deciso, stando a quel che si dice in giro.

Il Consiglio risulta alleggerito e in pratica ci sarà l'investitura di Dino Costa (formalmente direttore sportivo) e "vicario-con-pieni-poteri" del presidente. L'allenatore sarà Sip. Inutile a questo punto andare a tirar fuori vecchie argomentazioni, l'ex vice-presidente Gabrielli aveva già deciso di esonerare il trainer ceko. E per questio io stesso dichiarai che Sip doveva cambiare aria. Non aveva più la fiducia del Grande Capo. Ma ora le cose sono cambiate. Sip non è la soluzione ottimale, è risaputo. Ma era legato da contratto fino al 1969. E poi il nuovo presidente ha fiducia nel trainer e Dino Costa è sempre stato un leale collaboratore di Sip.

Ma la squadra? Confermati - e a giusta ragione - Lombardi, Cosmelli, Pellanera, Rundo, Zuccheri e Buzzavo. Ceduti Raffaele, Rago e Calebotta. Acquistato l'eccellente Giomo II in cambio del fratello (che però andrà al Leacril solo in prestito). Rientrerà infine dalla Becchi (fine prestito) Marisi.

A grandi linee questa campagna-acquisti mi trova consenziente. Ovvio che occorrerebbe una buona ala. ma il problema è un altro. Il problema è quello di sostituire degnamente Swagerty. Buoni elementi yankees sono in arrivo per provini vari, primo fra tutti quel McKean che però pare sia ammalato in eterno. Ma attenzione: l'americano del prossimo anno sarà deterimnante, nel bene e nel male, perché con un americano O.K. la Candy potrà anche finire tra le prime tre. Con un pivot USA di mezza tacca si toccherà appena il sesto-settimo posto.

 

CANDY: CINQUE PROBLEMI E UN AMERICANO

di Gianfranco Civolani - Giganti del Basket - Novembre 1968

 

Cinque grossi problemi per la Candy 1968-69. Vediamoli uno ad uno. Problema primo: niente più Swagerty. E nemmeno McKean, pivot fenicottero, tiratorino okay, uomo da quindici-venti punti tranquilli per match, se lo si assiste come si deve. Ma - si sono domandati Costa e soci - come difende questo McKean? E quanti rimbalzi becca sotto i suoi tabelloni? Swagerty era l'uomo ad hoc per la Candy, McKean rappresenta forse l'anti Swagerty. E allora chi prenderà i rimbalzi per la Candy? Lombardi, Pellanera e chi? Nossignori, così non va. E allora sotto con Al Skalecky, che McGregor assicura quasi identico a Swagerty. Purché non sia solo una brutta copia. Per adesso è disallenato e non in gran forma. Si vedrà a giorni cosa succederà. Si fa anche il nome di Aiken.

Problema secondo: certe incompatibilità riaffioreranno? Taluni uomini non simpatizzano, è storia vecchia. I contrasti non esploderanno?

Problema terzo: manca quanto meno un'ala a questa Candy. Laombardi e Rundo, eccoe le due-ali-due. Ma se Rundo busca l'influenza? E se Lombardi si storce una caviglia?

Problema quarto: tre difese (Cosmelli, Pellanera, Giomo II) meritano di partire in quintetto-base. Uno di questi giocatori  a turno dovrà sacfrificarsi. Troppo contrasto con la penuria di ali.

Problema quinto: Sip è stato confermato, e allora viva Sip. Ma il fatto ha un vago sapore interlocutorio. Sip ha il permesso di soggiorno che gli scadrà fra un anno esatto. Dunque Sip tornerà in Ceco nel '69. Che spinta potrà avere, non essendo direttamente interessato al futuro della squadra? Direte: chi ha il coraggio di affrontare questi problemi? Proviamo proprio con Dino Costa, direttore sportivo, gran Richelieu della Candy.

Primo problema - dice Costa - Non abbiamo ancora l'americano sicuro. Il fatto è che quest'estate non s'è potuto programmare in aticipo. McKean: provato e scartato, andava bene in attacco, ma non bastava. ora proviamo Skalecky. Potrebbe andar bene oppure no. Eventualmente ne proveremo un altro. meglio far la figura dei fessi (per dir così) per altri quindici giorni che farla per tutto il campionato. Problema secondo: l'anno scorso nessuna rivalità è esplosa, tutto è marciato bene. perché non dovrebbe essere ancora così? Terzo problema: Marisi può fare bene all'ala e anche Buzzavo. Quarto problema: le difese che abbiamo che le invidiano in parecchi. Problema numero cinque: Sipo gode della nostra completa fiucia. Ha piena autonomia tecnica, è un uomo serio e coscienzioso. Non è il caso di fare un processo alle intenzioni.

D'accordo, parliamo ora di prospettive concrete...

Pellanera, Rundo e Buzzavo giocheranno sicuramente meglio che nella stagione passata. Giomo II vale quanto meno il fratello. E in più avremo marisi. Dipenderà dunque dall'alericano. Con un buon vice-Swagerty potremmo essere terzi o quarti.

Rundo, Skalecki, Serafini, Lombardi, Buzzavo

G. Giomo, Cosmelli, Mora, Zuccheri, Marisi

LA PARTITA DELLA VENDETTA

di Brunigulfo Forte - Giganti del Basket - Febbraio 1969

 

A Cantù si continua dunque a giocare alla Palestra Parini, un capannone che i recenti rimodernamenti e rifacimenti hanno però abbellito e elevato a un rango quasi degno del titolo italiano dell'Oransoda. Facciamo qui una lunga coda per il biglietto e andiamo a vedere la partita. È la partita della vendetta.

Più ancora che le sconfitte subite nelle primissime partite di campionato, l'Oransoda si è vista compromettere definitivamente questo suo "campionato con lo scudetto" dalla battuta d'arresto impostagli dalla Candy, che in quel momento si presentava in crisi (con relativo cambio di guida tecnica, da Sip a De Sisti-Ranuzzi, e altri pasticci), nell'incontro di Bologna.

Vendetta, tremenda vendetta, dunque. I campioni d'Italia, stavolta, dovrebbero farcela, la Lombardi e compagni tenteranno certamente di mettere a segno il grosso colpo. Interessantissimo sarà il nuovo duello fra Burgess e Skalecky, due americani fra i meno appariscenti (anche se Bob spesso mette in mostra il colpo di classe che fa scattare il pubblico) eppure più utili alle loro squadre. Chi avrà la meglio fra i due yankees? Stiamo a vedere.

 

QUATTRO SORPRESE POSITIVE, 5 DELUSIONI, 3 CONFERME

Giganti del Basket - Maggio 1969

 

...

La Candy non aveva "quadri" a sufficienza. Inoltre, il suo solo lungo (Skalecky) è di tipo "gregario", non un primattore. Troppa quindi la responsaibilità caricata sulle spalle ancora da consolidare di "Giometto": i risultati erano dunque condizionati alle prove dei soliti Lombardi e Cosmelli. Quando i due big insieme o alternati hanno avuto delle "panne" o non sono stati aiutati dagli altri nel minimo indispensabile, è stato buio pesto. Il cambio dell'allenatore a campionato in corso ben di rado dà frutti. Ranuzzi e De Sisti hanno confermato la regola, non ottenendo certo più di Sip.

Sotto gli occhi di Zuccheri, Skalecky stoppa Bergonzoni in uno dei due derby entrambi persi (foto tratta da Giganti del Basket)

SORPASSO ELDORADO

di Gianfranco Civolani - Giganti del Basket - Maggio 1969

 

Succede qualcosa di nuovo nella Bologna-basket: dopo oltre dieci anni di egemonia, la gloriosa Virtus passa il testimone a qualcun altro. C'è insomma l'Eldorado-miracolo che sfreccia davanti ai cugini. Li fa secchi nei due derbies, li relega a complesso di secondo piano e dunque passa a condurre e termina il torneo davanti. Poche lunghezze, d'accordo, ma quelle poche lunghezze sono tante. Spiego il perché: anzitutto provatevi a ingaggiare un americanone come Schull e a doverne poi fare a meno per metà campionato. E infine l'Eldorado realizza il suo obiettivo primario che non è tanto quello di finire prima della Candy, quanto viceversa un altro: sottrarre fans ai cugini, spostare l'asse del tifo, calamitare masse, affascinare e catturare nuove leve, fare esplodere insomma una politica societaria lungimirante, proiettata in prospettiva.

La Candy incontra la sua peggior stagione dal dopoguerra ad oggi e con tutto ciò riesce a conservare gran parte dell'affetto delle sue schiere. L'Eldorado realizza coi fatti una nuova frontiera. Appena ieri la Bologna-basket faceva pollice verso alla vetusta Fortitudo. Novanta fans su cento per la Candy, ma ieri. Oggi siamo a settanta contro trenta, più o meno e non diremmo che il futuro contempli un recupero delle posizioni perdute.

Come fu che la Candy franò? Come fu che l'Eldorado piacque così incondizionatamente?

Siamo qui per questo. Per valutare, per suggerire. Seguiremo una procedura di questo tipo: prima le dichiarazioni autentiche dei due trainer, poi una sintetica disamina di quel che accadde e di quel che potrà accadere. E quindi un'analisi della stagione dei singoli. Saranno diagnosi espresse con un voto dall'uno al dieci. Una procedura delicata,forse indigesta a qualcuno. Ma al tempo stesso una procedura doverosa, sicuramente ben accetta al lettore.

Dice Lamberti: "Finalmente abbiamo toccato con mano certi traguardi. Quando Schull mi è venuto a mancare, ho proprio temuto il peggio. Ma sono venuti fuori i miei pupi. Sapevo che sarebbe stata questione di tempo. I bimbi sono cresciuti, si sono responsabilizzati. Dove saremmo arrivati con Schull valido per tutto il campionato? Dietro a Ignis e Simmenthal, penso".

Dice Ranuzzi: "Ho preso in mano la squadra quando la situazione era assai poco allegra. De Sisti e io abbiamo cercato di lavorare in profondità. I risultati non ci hanno dato conforto gran che, ma posso dire che il recupero di Zuccheri e i netti progressi registrati da Buzzavo e Marizi e anche la maturazione di Giomo sono elementi utile per un'attendibile valutazione della Candy del futuro."

Dicevo: come fu? Anzitutto l'Eldorado: ha un trainer con una capoccia grande così. E i bimbi sono esplosi. Eogni uomo - impiegato nel posto giusto - ha finito per rendere il centuno per cento. E Gary Schull è stata la molla prima che ha fatto scattare tutto il congegno e sarà sicuramente la ciliegia sulla torta l'anno prossimo.

Già,il '69-70: la Fortitudo ha magre finanze. Se la ditta non concede alla Fortitudo almeno dieci milioni in più, allora come sarà possibile fare qualche valido acquisto? Lamberti in questo momento ha tutto da perdere, parliamoci chiaro. L'ossatura della squadra sarà la medesima. Un quarto-quinto posto finale anche l'anno prossimo sarà l'obiettivo logico della società. Ma volete mettere questa Eldorado con un Bariviera o un Bisson in più?

La Candy: ha scontato la non grande influenza di Skalecky, l'eclissi di Rundo, forse anche un certo clima di rassegnazione. Eppure non sono personalmente convinto che lasquadra valga solo un ottavo-nono posto. Resto dell'idea che il telaio sia da centro-testa. Comunque occorre trovare un abbinamento solido, un americano che, oltre a prendere i rimbalzi, segni (un tipo alla Schull, eh...) e un esterno-davanti valido in difesa. Ma niente castelli in aria: una Candy da scudetto non la si improvvisa in un amen. Qualche altra cosa vorrei dire, qualche altro suggerimento mi sta sulla punta della lingua, ma preferisco fermarmi qui. Dico che vedrei bene, anzi benissimo, un Paratore in panchina, ecco.

 

VALUTAZIONI INDIVIDUALI

COSMELLI: a mio avviso da un campionato spaziale. Peccato lo faccia quando la più parte dei compagni è ferma in panne: 8 1/2.

LOMBARDI: gli vogliamo chiedere concentrazione e grintaccia all'infinito? Il grande Mac sopravvive al suo mito ed è già tanto. Difetta di ritmo. Si vota maggiormente al gioco di squadra. Ma le accensioni sono un po' meno frequenti: 7 1/2.

ZUCCHERI: ritrovala grinta, il tiro, la speranza. Si ripropone all'attenzione del basket d'oggi: 7.

GIOMO: sfreccia in partenza, rifiata e torna fuori. Impossibile pretendere di più da un bimbo che viene dalla C. Ma i mezzi sono notevolissimi: 7-.

BUZZAVO: progressi palpabili. Diventerà un campione? Forse no, ma aspettiamo a dirlo. Tempo al tempo, almeno: 6+.

SKALECKY: tanti rimbalzi, scadente impostazione al tiro, difficile intesa sul piano delle relazioni umane. Americano decoroso, ancorché niente affatto determinante: 6.

MARISI: discreta impostazione difensiva, tiro un po' spurio. Personalità in evoluzione: 6.

RUNDO: sale e scende. Difficile giocare ala destra in una Candy che gioca prevalentemente sulla sinistra. Assimilazione ostica di certi schemi. Difesa fallosa. Annata molto grigia: 5 1/2.

RANUZZI-DE SISTI: lavorano, cuciono e ricuciono. Non trascurano nulla. Ma non cambiano gran che le cose: 6. La Candy ancora una volta sfugge di mano ai trainers che si succedono. Leggi Kucharski, Alesini, Sip e Ranuzzi-De Sisti. Un uomo solo cambiò la Candy: Armadione Swagerty. E non era certo un allenatore...

Comincia a delinearsi la Virtus del futuro con Gigi Serafini (foto tratta da Giganti del Basket)

DECISIVA L'USCITA DI JELLINI

di Sergio Perbellini - Corriere dello Sport - Collezione Lamberto e Luca Bertozzi - 27/01/1969

 

La volontà di vincere della Candy - più che la tecnica di gioco - ha piegato i "rossi" del Simmenthal, usciti peraltro dal Palazzo dello sport bolognese battuti in maniera netta, forse più di quanto non dica il punteggio.

La gara interessante e spettacolare, giocata di fronte ad un pubblico imponente, è stata scintillante soprattutto per il tono agonistico delle contendenti (il quintetto di casa, poi, deve gran parte del successo alla sua grinta).

Tuttavia, come si è detto, dal punto di vista tecnico, non si può affermare che sia stata una grandissima partita quella di oggi. La tattica poi adottata dal "pressing a tutto campo" era forse più congeniale ai milanesi, tanto è vero che nella prima parte della gara la Candy è passata ad una difesa "a zona".

Comunque è stato proprio nella ripresa - dopo un esasperato equilibrio durato oltre 35 minuti - che i cestisti petroniani traducevano il loro massimo sforzo, riuscendo a portarsi in vantaggio, un vantaggio che lievitava di quel tanto sufficiente a permettere alla Candy uno "sprint" disinvolto e sicuro nelle ultime battute.

Per i milanesi il punto cruciale dell'incontro doveva verificarsi al 9' della seconda decisiva frazione, quando Jellini, dopo una splendida gara, era costretto ad uscire per cinque falli,

Il play-maker non aveva segnato molto, ma aveva dato una spinta notevole alla sua formazione, aveva saputo imprimere un ritmo eccezionale al gioco, distribuendo "a mitraglia" palloni su palloni a Masini e Tillman che, tirando dall'esterno anziché forzare la zona della lunetta, riuscivano a segnare parecchi canestri.

Al momento dell'uscita di Jellini le sorti della gara dovevano variare: in quel nono minuto, la squadra milanese conduceva 50 a 45. Riminucci che prendeva il posto di Jellini, pur esordendo con un canestro "vecchia maniera", non riusciva poi, col passare del tempo, a dare il necessario apporto ai suoi compagni e tutto il quintetto affievoliva la sua proiezione offensiva, diventando più nervoso e indeciso in difesa.

E dall'altra parte? Dall'altra parte si stava assistendo ad un finale "mostruoso" di Lombardi, benissimo coadiuvato da uno Zuccheri determinante (Zuccheri era entrato soltanto all'inizio del secondo tempo) e da un Cosmelli che riusciva col suo gioco personalissimo a far sbandare la difesa avversaria di quel tanto necessario per produrre appunto lo squilibrio di cui si parlava all'inizio.

Crescendo Lombardi assistito benissimo da Zuccheri, crescendo Cosmelli, si produceva poi anche il risveglio di Skalecky.

Come si è detto della Candy i migliori Lombardi, Zuccheri, Cosmelli (con cinque minuti stupendi anche di Skalecky). Del Simmenthal bravissimo Jellini, molto discontinuo Brumatti, e ottimi Masini e Tillman, ma, come si è detto, non alla distanza.

L'arbitraggio, soprattutto di Luglini, è stato incerto e a volte addirittura persecutorio soprattutto nei riguardi di Lombardi.

Tratto da "100MILA CANESTRI - Storia statistica della Virtus Pallacanestro" di Renato Lemmi Gigli

 

Abbinamento in crisi, formazione rivoluzionata. Se ne va Pellanera, arriva il secondo Giomo, l'americano è Skalecky. Per Porelli, appena chiamato alla presidenza, il compito si prospetta subito difficile. Vinto il Trofeo degli Oscar, i primi rovesci portano all'esonero di Sip e al varo della coppia Ranuzzi-De Sisti. Situazione sempre allarmante rimediata alla meno peggio col terz'ultimo posto e un'unica vittoria fuori casa (sul fanalino di coda).

 

Lombardi, Rundo, Buzzavo, Skalecky, Zuccheri

Marisi, R. Neri, Mora, Cosmelli, G. Giomo

(foto fornita da Paolo Gandolfi)

Tratto da "Virtus - Cinquant'anni di basket" di Tullio Lauro

 

Nel campionato 1968/69 in Italia c'è molto fermento e la Virtus, la gloriosa Virtus, trema profondamente. Al termine del torneo infatti, avrà al suo attivo solo 18 punti, 4 in più della squadra che la segue in classifica e che retrocede in serie B, 9 vittorie e 13 sconfitte, lontana 18 punti dall'Ignis Varese che torna a vincere il campionato. L'americano è Alfredo Skalecky, dal carattere introverso e dal rendimento mediocre. La squadra non fa meglio: 1521 punti segnai (69,1 di media) e 1544 subiti (70,1 di media) per il secondo saldo negativo della storia Virtus del dopoguerra. Dell'annata negativa fa le spese il coach Jaroslav Sip che viene sostituito nel corso dell'anno dalla coppia Ranuzzi/De Sisti. Nella classifica dei marcatori Lombardi tiene ancora con dignità e arriva al 9° posto con 418 punti (19 di media). Ma il '68 della Virtus ha un suo leader: Gianluigi Porelli.

VIRTUS DEBOLE MA AMMAZZAGRANDI: DOPO L'IGNIS, IL 26 GENNAIO 1969, GRAZIE A UN GRANDE LOMBARDI CADDE ANCHE IL SIMMENTHAL

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 26/01/2021

 

Dopo avere battuto l'Ignis (alla fine del campionato campione d'Italia con 34 punti) alla sesta giornata, le V nere si ripeterono con il Simmenthal, secondo al termine di quella stagione con 32 punti. Torniamo indietro di cinquantadue anni. Iellini esce per cinque falli al nono minuto della ripresa. In quel momento le scarpette rosse conducono 45 a 50. Al posto del playmaker dei meneghini entra Riminucci, che esordisce subito con un canestro, ma poi perde di sostanza. Nella squadra bianconera prende il sopravvento uno strepitoso Lombardi, ben coadiuvato da Zuccheri, entrato solo nel secondo tempo, e da Cosmelli, con il suo gioco imprevedibile. Sale di tono anche Skalecky e la Candi riesce a prevalere anche oltre il punteggio finale, 71 a 64. Nonostante i brillanti successi contro le prime due della classifica finale, la Virtus terminò terzultima con nove vittorie in ventidue partite.

Virtus Candy Bologna: G. Giomo 5, Mora n.e., Lombardi 22, Zuccheri 7, Rundo 2, Buzzavo 4, Marchesi n.e., Marisi 2, Cosmelli 16, Skalecky 13.

Olimpia Simmenthal Milano: Iellini 5, Brumatti 14, Papetti n.e., Masini 19, Fantin 5, Riminucci 2, Gazzotti n.e., Tillman 13, Cerioni 6, Serratini n.e.


 

LA PRIMA "MARATONA" DELLE V NERE FU SFORTUNATA 52 ANNI FA

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 02702/2020

 

Nella stagione 1968/69 ormai da oltre dieci anni non era più ammesso il pareggio e, quando le squadre erano in parità allo scadere, era stato adottato il tempo supplementare, da ripetersi ad oltranza in caso di ulteriore uguaglianza nel punteggio. Mai era capitato alla Virtus di dovere giocare più di un supplementare, invece il 2 febbraio 1969 si trovò a giocarne addirittura tre. Ecco la cronaca di quel giorno. In programma per l'undicesima giornata, ultima di andata, Snaidero Udine - Virtus Candy Bologna, diretta dagli arbitri Gino e Bruno Burcovich di Venezia. Le V nere, fin qui sempre sconfitte in trasferta, prendono subito un buon vantaggio; all'intervallo conducono di cinque punti, 27 a 32. A cinque minuti dalla fine sono avanti addirittura di dodici punti, 41 a 53: il tabù sembra sfatato, ma invece si assiste a una vera e propria crisi, come quella del ciclista che vede il traguardo vicino, ma non ha più forza nelle gambe. La squadra di casa vede l'avversario in difficoltà e opera un vero e proprio forcing, arrivando a ridurre ad un solo punto il divario quando manca un minuto alla fine. Alla sirena finale le due squadre si ritrovano sul 60-60, grazie al canestro finale di Bisson che toglie ai felsinei la possibilità di gioire per il successo.

 Il primo supplementare termina 66-66, il secondo 76-76. Senza storia gli ultimi cinque minuti che vedono la Virtus staccata, 84-78. Nei supplementari sono usciti per raggiunto limite di falli Sarti, Pellanera e Cescutti per la Snaidero, Giomo, Cosmelli e Skalecky per i bolognesi. Soprattutto la perdita dell'americano, che ha messo a segno 27 punti, ha condizionato gli ospiti, cui non basta un Lombardi venuto fuori nei supplementari, dopo quaranta minuti anonimi, e autore di 19 punti. Un'altra causa della sconfitta è l'imprecisione ai liberi: 12 su 34 per Bologna, 24 su 38, invece, per i lombardi. Altre due volte la Virtus si ritroverà a giocare tre supplementari: nei successi del 26 dicembre 2010 contro Cremona (116-100) e del 24 gennaio 2016 contro Brindisi (115-109).

 

Snaidero Udine 84: Melilla 12, Fiorini, Cella, Cescutti 12, Gergati 8, Sarti 8, Tomat, Bisson 10, Pellanera 15, Allen 19.

Virtus Candy Bologna 78: G. Giomo 4, Mora, Lombardi 19, Zuccheri 10, Rundo 7, Buzzavo 4, Calzoni, Marisi, Cosmelli 7, Skalecky 27.


 

QUANDO LA VIRTUS SI GIOCAVA LA SALVEZZA

Un precedente particolare contro Pesaro. Il 16 aprile 1969, in piazza Azzarita, i bianconeri batterono i pesaresi 80-57 alla terzultima giornata conquistando punti fondamentali per mantenere la serie A. Top scorer della sfida Cosmellion con 19 punti, 15 per Al Skalecki

di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 15/04/2022

 

Campionato 1968-69. A tre turni dalla fine, la classifica vede, nella parte più bassa, Butangas Pesaro e Virtus Bologna a 16 punti, Boario Padova a 12 e Ramazzotti Roma a 4 punti. I romani sono ormai destinati alla retrocessione, mentre Padova conserva qualche speranza di evitare la penultima posizione che designava la seconda squadra condannata a retrocedere. Nella terzultima giornata Bologna sponda Virtus e Pesaro si affrontano in Piazza Azzarita, chi vince si mette al sicuro da spiacevoli sorprese. Le Vu nere partono forte e sono già nettamente avanti all’intervallo, 44-29, poi vincono agevolmente 80-57: Cosmelli segna 19 punti, il giovane americano Al Skalecky 15, Rundo 12, Buzzavo 11 e Lombardi 10. Completano il punteggio i 7 punti di Marisi, i 4 di Giorgio Giomo e i 2 di Zuccheri. Dall’altra parte spiccano i 16 punti di Ferello, i 14 di Barlucchi e i 13 dello statunitense Bogad. Usciti per cinque falli Skalecky nella Virtus, Bertini e Paolini tra i marchigiani; questi ultimi, guidati in panchina dall’ex giocatore e allenatore virtussino Mario Alesini, con una lunga permanenza nella Virtus, dal 1954 al 1966, subiscono una grande batosta. Un sospiro di sollievo, invece, per gli uomini allenati da Renzo Ranuzzi e Mario De Sisti, subentrati a Sip dopo la quarta giornata, quando i bianconeri avevano collezionato una sola vittoria e tre sconfitte, facendo già presagire una stagione di grandi sofferenze. La Virtus perse poi le ultime due partite terminando mestamente decima e terzultima con diciotto punti, superata anche dalla stessa Pesaro, che invece colse due successi nelle ultime due gare; però le Vu nere erano salve ed a quel punto era tutto quello che contava. Padova terminò a quattordici punti e Roma restò a quattro e scesero entrambe alla categoria inferiore. Fu Lombardi il primo tra i realizzatori bianconeri di quella stagione con 418 punti, davanti a Massimo Cosmelli con 299 e Alfred Skalecky con 289, poi Giuseppe “Pippo” Rundo 151, Ettore Zuccheri 132, Giorgio Giomo 117, Giorgio Buzzavo 66 e Adolfo Marisi 45. Ci sono poi i due punti di Gigi Serafini ed Enrico Mora, mentre collezionarono presenze senza segnare punti anche Augusto D’Amico, Andrea Marchesi, Roberto Neri, Giorgio Calzoni, Piero Girolami e Sandro Renzi.