ERIC BRUNSON

(Eric Daniel "Rick" Brunson)

 

Eric Brunson alla presentazione con Bucci

nato a: Syracuse (USA)

il: 14/06/1972

altezza: 193

ruolo: playmaker

numero di maglia: 16

Stagioni alla Virtus: 2003/04

 

È ARRIVATO RICK BRUNSON

di Marco Martelli - La Repubblica - 25/03/2004

 

«Vi chiedo le vostre preghiere per tutti coloro che soffrono, per tutti coloro il cui senso di sicurezza è stato minacciato. Prego che costoro saranno confortati da un potere più grande di ciascuno di noi, con le parole del salmo 23: Anche se cammino nella valle delle tenebre, io non ho timore perché Tu sei con me». Così parlò George W. Bush agli Stati Uniti, l’11 settembre 2001. E così avrebbe parlato, il presidente americano, alla notizia del taglio di Rick Brunson, dieci giorni fa, da parte dei Chicago Bulls.

È chiaramente uno scherzo, una gag, pure un po’ macabra, che compare nella home page del sito RickBrunson.com, costruito da un gruppo di fan del nuovo playmaker della Carisbo, in arrivo oggi a Bologna: da Bush a Sabatini, il passo è fatto. Ironico, pungente e tremendamente sarcastico, il sito è un inno al Brunson «benchwarmer» (scaldapanchine), universalmente riconosciuto come «journeyman» della Nba: un giramondo, insomma. Scorrendo le pagine del sito, listato a lutto per l’uscita di scena dalla Nba, si trovano perle di tutto rispetto: in quella delle statistiche, ad esempio, si accostano le cifre di Brunson a quelle dei più grandi leader. Nei punti segnati, i 38.387 di Chamberlain affiancano i suoi 483: «A 2,5 punti a gara, mancano 15162 partite per raggiungerlo. O 185 stagioni». Dal sito si esce divertiti: un po’ meno, forse, se si pensa alla sua nuova mansione. Ma a rendere il ritratto meno pittoresco e più tendente alle attitudini cestistiche, basta qualche frase di Bill Cartwright, suo coach a Chicago: «È un esempio enorme per i giovani che ogni giorno lo vedono lavorare: non li aiuta solo a parole, ma mostrando loro come si lavora. E quando ha avuto la possibilità di giocare è stato straordinario».

Uomo tranquillo, che ha la madre come modello spirituale e persona che più ammira al mondo, sposato con due figli, in arrivo anche loro a Bologna per Pasqua, Rick Daniel tenta per la prima volta la carta europea. Ha alle spalle quattro anni di Ncaa a Temple (91-95), come compagno di squadra di Eddie Jones e Aaron McKie. Non è mai stato scelto dalla Nba, che assaggerà poi dal '97, dopo un anno in Australia e uno in Cba, firmando con Portland (38 partite, 4,3 punti e 2,6 assist in 16’, col 36% da tre). Viene quindi la parentesi a New York, due stagioni a 835 mila dollari complessivi, da terzo play dietro Charlie Ward e Chris Childs (54 partite, 1,6 punti e 1,3 assist). E poi si comincia a viaggiare: Miami, Boston, ancora Knicks, una stagione da 591 mila dollari a Portland (59 gare, 2,1 punti, 1,9 assist) e, l’anno scorso, 700 mila dollari nei Bulls (37 gare, 3,2 punti, 2,2 assist). Poi Toronto, ancora Chicago e il taglio.

Adesso, finalmente, la Virtus, per centrare la promozione in A1. E dimostrare che la panchina non è «la casa di Rick», come cianciano i suoi terribili webmaster. Da oggi può provarci: lo presentano alle 13.30 in azienda da Sabatini, poi provano a tesserarlo e, così facendo, sarà Bucci a decidere chi, a Ragusa, giocherà e chi no.

"Brum Brum" Brunson contro Ferrara

LA VIRTUS PRESENTA IL NUOVO PLAYMAKER

www.virtus.it - 25/03/2004

 

Scattate le foto di rito, con la casacca numero 16 griffata Virtus Carisbo, il nuovo arrivato ha raccontato le sue prime impressioni da giocatore delle Vu nere. “Sono venuto alla Virtus - ha detto - perché sapevo che condurre in alto questa squadra è un’impresa importante, che valeva la pena tentare. So anche che la società ha una grande tradizione, e voglio aiutare a riportare la squadra ad altissimo livello”. Per l'ex giocatore dei Bulls, è la prima volta in Europa: "Sono un play vecchio stile – ha detto Rick - Mi piace giocare duro e cercare di vincere. Per me è una sfida venire in Europa, ma non penso più all’Nba: voglio giocare, divertirmi e vincere qui. Quanto all'Italia, so che ci ha giocato Joe Bryant, il padre di Kobe, - ha continuato Brunson - e questa è già una garanzia. In più Pete Myers, che era mio assistente allenatore, mi ha parlato di Bologna, dicendomi che è una delle migliori città del paese". Le ultime parole di Brunson sono per il suo passato tra i pro: “Anche se non sono stato mai scelto, ho comunque giocato 7 anni in Nba. E so che il basket europeo si è avvicinato molto a quello americano. Ci sono, infatti, giocatori europei che mi hanno impressionato. Come Nowitzki, Parker e Manu Ginobili”. Dopo la citazione per l’ultimo grande eroe recente della storia bianconera, Brunson si è accomiatato poter sostenere già oggi il primo allenamento con i nuovi compagni, sotto la guida di Alberto Bucci e dello staff tecnico bianconero.

Eric “Rick” Brunson è nato a Syracuse il 14 giugno del 1972. Playmaker di 193 centimetri, ha frequentato la Temple University, da cui è uscito nel 94/95, dopo due anni di NCAA. Il primo anno fuori dal college, stagione 1995/1996, lo ha passato in Australia, nelle fila degli Adelaide Super Sixers con 21,6 punti e quasi 6 assist di media. I Quad City Thunder e i Connecticut Pride sono le due squadre CBA in cui ha militato prima di firmare, nel 1996/1997, per i Portland Trailblazers. Per Rick, che aveva avuto brevi esperienze di preseason a Orlando e ai Knicks, si trattava della prima chiamata tra i pro: in oltre 16 minuti di media, ha giocato 38 partite con i Blazers, con 4,3 punti a partita. Lasciati i Blazers, ha fatto ritorno in CBA ai Connecticut Pride, per poi trasferirsi a New York, dove ha disputato complessivamente 54 partite tra il 98/99 e il 99/00. Dopo una parentesi ai Boston Celtics e di nuovo a New York, Brunson è tornato a Portland, dove, nel 2001/2002, ha giocato 59 partite con 2 punti e 2 assist di media. La firma con i gloriosi Chicago Bulls è del settembre 2002: con la maglia numero 9 della franchigia che fu di Michael Jordan, è sceso in campo 54 volte, di cui 17 nel 2002/2003, e 37 in questa stagione.

Le sue medie NBA sono di 10 minuti, 2,5 punti, 1,2 rimbalzi e 1,8 assist in 190 match: il suo high score è di 19 punti contro i Los Angeles Lakers, il 4 febbraio del 1998, in maglia Blazers. Nella stagione corrente ha avuto un high di 12 punti a dicembre contro i Detroit Pistons, mentre contro i L.A. Clippers, il 27 gennaio, ha messo a referto 10 assist.

 

VERO, È LA MIA PRIMA VOLTA IN EUROPA MA HO GIA' CAPITO CHE COS'È LA VIRTUS

di Marco Martelli - La Repubblica - 26/04/2004

 

Puntuale e munito del prezioso visto, Rick Brunson è atterrato ieri al Marconi, impattando da subito con la realtà Virtus. Nel pomeriggio ha svolto le visite mediche e incontrato i nuovi compagni, per il primo allenamento in bianconero. E nella mattinata, nella sede del Gruppo Sabatini a Cadriano, s'era presentato alla stampa.

Da tre mesi cercavamo il play ad hoc per la nostra squadra - ha attaccato il patron -: per portarlo qui, quando abbiamo saputo che i Bulls l'avevano rilasciato, il lavoro è stato enorme. Per questo ringrazio Marco Santucci, che si è dannato giorno e notte.

È stato poi il turno di Brunson.

Sono qui per giocare a basket e non è importante il punto della stagione in cui sono arrivato. Sono un play puro e mi piace giocare duro. Non vengo con la Nba in testa: ora penso all'Europa, dove voglio giocare e divertirmi.

«E vincere», incalza Sabatini. Mancino, ottimo difensore e giocatore corale, l'ex Bulls porterà con sé ordine ed esperienza.

Per me l'Europa è una sfida: non prevedo il futuro, ma se mi piace potrei anche costruirmi una carriera qui. Il basket è diventato globale e, come tutto il resto del mondo, anche l'Europa si è avvicinata alla Nba. Ho parlato con tanti di questa nuova esperienza: Pete Myers, ad esempio, mio allenatore a Chicago (giocò pure in Fortitudo e, con Bucci coach, alla Scavolini, ndr). Lui mi ha confermato che Bologna è una delle città migliori d'Italia. Poi, Joe Bryant, il papà di Kobe, ha giocato qui e la sorella di Kobe era a scuola con me.

Europa, quindi. E Italia con la Virtus.

La grande tradizione della Virtus è una delle ragioni per cui sono qui: mi hanno raccontato cos'è successo la scorsa estate e cercare di riportarla in alto è una mia sfida.

E a chi gli chiede se ha un modello cui ispirarsi, il nuovo americano non ha dubbi.

Nessuno in particolare: voglio solo essere Rick Brunson.

S'assesterà, saltando Ragusa, poi l'esordio, fra cinque giorni, al PalaMalaguti con Fabriano.

 

BRUNSON C'È E FA LA DIFFERENZA

di Marco Martelli - La Repubblica - 01/04/2004

 

Presa per mano dall'ultimo arrivato, dopo un avvio piuttosto sonnecchiante, e una pausa che, a cavallo degli ultimi due quarti, poteva farla crepare, la Virtus piazza il colpo di reni e piega Fabriano, incassando la terza vittoria filata di questo suo orologio: la metà morbida del calendario è stata virata, ora arriva quella più complicata. Si parte domenica, a Jesi, contro una Sicc che ha fatto il colpaccio, sotto nel primo tempo, riesumando i fantasmi reggiani. Qualche fantasma l'ha visto anche la Carisbo, partita moscia e mai svegliatasi in difesa. Poca voglia di sbattersi, in avvio, scoperta a rimbalzo d'attacco contro il duro Antonio Smith, lenta nel recuperare sui ribaltamenti fabrianesi e graziata, sui pick and roll Morri-Barac, dalla mano fredda del lungo croato. Nonostante tutto, la difesa patisce meno del patibile, e sulle spalle dei lunghi, Podestà e Pelussi (9 dei primi 14 punti locali), l'attacco riesce a rimanere a galla, contro una Fabriano costantemente a 2-3. Si tocca al massimo un -3 (14-17), mentre sul 10-13 era già entrato Rick Brunson, partito dalla panchina come previsto, e buttato dentro dopo 7' per sbrigare Cummings del compito di pilota. Subito due falli, poi Brunson infila i guanti vellutati per servire i compagni: prima Smith, poi due volte Pelussi, e la Virtus sprinta avanti, godendo sui tanti errori marchigiani (Morri più Nicholas, 2/13 in 20' ). Dal 20-19 di inizio secondo quarto, Smith ne fa 9 in 3', poi Brunson 6 in 2' dando un comodo 37-25. Ancora Charlie, da 3, infila il massimo vantaggio del primo tempo (42-27, +15), firmando il 12esimo filato, senza errori, del suo secondo quarto. Ripresa. Arriva il drammatico terzo di Brunson, dentro ci va McCormack. C'è tempo per il +19, poi arriva il blackout: 5 punti in 5', mentre di là Nicholas prende fuoco, sifonando il 4-19 che rimette in strada Fabriano. La zona imbriglia la Carisbo, poco ci capisce McCormack e gli unici tiri puliti arrivano da Pelussi (ma sono ferri). A fine terzo periodo, 62-58. Ultimo, mentre Bucci rimanda dentro Brunson. Barac arriva, con tripla, al - 1 (65-64). Podestà fa +3, Brunson stoppa Cinciarini va di là e la mette da 3 (70-64). Morri va dentro nel burro (70-66), di là replica di nuovo Rick, guidando il 12-0 in 2' che chiude tutto. 82-66, con tre triple di Niccolai, due volte armato dal nuovo compagno. Finita, ma con tanta fatica.