OSCAR GUGLIOTTA

Oscar Gugliotta in contropiede in una partita di Coppa

nato a: S. Domingo (DOM)

il: 01/01/1982

altezza: 193

ruolo: guardia

numero di maglia: 13

Stagioni alla Virtus: 2005/06 - 2006/07

statistiche individuali del sito di Legabasket

 

RADUNO VIRTUS, LE INTERVISTE

di Bruno Trebbi e Enrico Faggiano - www.bolognabasket.it - 19/08/2005

 

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Oscar Gugliotta: “È un salto davvero grande, molto pesante, una responsabilità che il coach e il vice coach mi hanno voluto dare. Apprezzo la cosa: pensavo alla A2, ora ho una possibilità da fare fruttare. Un mio identikit? Sono un buon atleta, difendo bene e contro di me è difficile andare via. Questi sono i miei punti di forza; in attacco, ho un buon 1vs1, jump shot e tiro sugli scarichi. La V mi ha chiamato 40 giorni fa, dicendomi di stare pronto mentre cercavano i titolari. Poi abbiamo concluso una settimana fa, con un contratto di un anno più opzione per il secondo. Dalla B1 mi porto esperienza e stagioni concluse con i playoff”.

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SORPRESA GUGLIOTTA. NATO ALL'OLIMPIA, HA GIOCATO IN B

tratto da Il Resto del Carlino - 20/08/2005

 

Spiccava, ieri pomeriggio, all'Arcoveggio, l'esuberanza di Oscar Gugliotta. La Virtus ha puntato su questo moro di 23 anni, nato a Santo Domingo, per il ruolo di guardia che parte dalla panchina. Oscar, prodotto del vivaio dell'Olimpia Milano, ha giocato a Monza in B2, per poi salire in B1 con Treviglio, Lumezzane e Vanoli Soresina. Un mese e mezzo fa l'abbiamo visto anche al Playground.

GUGLIOTTA, OSCAR A SORPRESA: "CONTENTO, NON APPAGATO"

Arriva dalla B1, ma è diventato subito protagonista: "Per talento un abisso tra i due campionati ma io voglio sempre migliorare. La V nera tappa per crescere non punto d'arrivo. Portaluppi il mio idolo"

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 13/09/2005

 

È una delle tante magie della Città dei Canestri. Jack Zatti, idolo dell'Aquila, appese le scarpette al chiodo, ha cercato una nuova vita a Santo Domingo. Viaggio contrario a quello di Oscar Gugliotta che a Santo Domingo è nato il 3 gennaio 1982 e che, all'ombra delle Due Torri, oggi cerca minuti e fama. Oscar, cresciuto nelle giovanili dell'Olimpia Milano prima di passare poi per Monza, Treviglio, Lumezzane e Soresina, è uno che non ha paura di nulla.

Oscar, il primo impatto con Bologna com'è?

" È una sensazione positiva, sono emozionato. Mi trovo in un grande club e, sottoc erti punti di vista, è come vivere un sogno. È il sogno che avevo nel cassetto".

Dalla B1 alla serie A è un bel salto, vero?

"Dal punto di vista fisico le differenze sono minime. Anche in B1 si trovano atleti tosti. La differenza la fanno il talento e la tecnica. Il gap è notevole".

Anche per uno cresciuto nell'Olimpia?

"Sì. Anche se a Milano ho avuto la possibilità di confrontarmi con grandi allenatori. Là ho cercato di prendere spunto da esempi migliori".

Facciamo qualche none.

"Facciamolo".

I suoi allenatori?

"A Milano?".

Proprio così.

"Corbani, Crespi e Gavrilovic, che ho avuto la fortuna di incontrare nuovamente qua".

Il giocatore che avrebbe voluto emulare?

"Portaluppi, un esempio per tutti".

Ha già preso le misure di Bologna?

"Per ora no. Ho preso casa a Castel Maggiore. Bologna la scoprirò giorno dopo giorno. E scoprirò anche che cosa significa il derby".

Che cosa le ha chiesto Markovski?

"Di dare sempre e comunque il 100 per cento. Di giocare con il cuore e con l'anima".

Sulla carta d'identità troviamo giocatore di basket e...

"Sono soprattutto un difensore. Ma gioco d'anticipo, cercando di attaccare l'avversario nella sua metà campo, quando sono in difesa".

Un atteggiamento insolito: da dove viene?
"L'ho imparato prima a Milano e poi ad Arese".

La Virtus è un traguardo?

"Sono ambizioso, è un passo avanti. E non mi accontento mai. Penso sempre che si possa fare meglio".

Questa è la sua grande occasione?

"Ripeto, è uno step per proseguire. Cerco sempre di crescere e di migliorare ogni volta che posso".

In queste amichevoli ha destato buona impressione e il coach l'ha utilizzata spesso.

"Ho cercato di fare quello che lui mi ha chiesto".

Presto dovrebbe arrivare English. Gli spazi, per lei, sono destinati a restringersi.

"L'ha scelto e voluto il coach, è senza ombra di dubbio un ottimo elemento. Sono stimolato dall'idea di potermi confrontare con lui giorno dopo giorno. Di potermi allenare. Ma non sono venuto qua solo per osservare gli altri".

Lei non sembra aver paura di nulla.

"Mi metto in discussione, giorno dopo giorno. L'obiettivo, ora, è ritagliarmi uno spazio, avere qualche minuto per poter dimostrare di essere utile alla causa. Sono sereno, perché durante la mia carriera ho sempre lottato per ottenere qualche minuto in più".

 

"IO E LA VIRTUS SIAMO IN DEBITO"

Gugliotta dalla B1 alla Nazionale: "Con questa maglia diventare più bravo è un obbligo". Il paisà bianconero, rivelazione della passata stagione, è pronto per la nuova avventura: "Sto lavorando molto sul tiro e sul palleggio: crescere tecnicamente è il primo obiettivo. Mi spiace che Bluthenthal sia andato in Fortitudo, stiamo costruendo una squadra per fare meglio della passata stagione. Il pubblico ci è sempre stato vicino, gli dobbiamo qualcosa: ricambierò l'applauso che mi è stato rivolto il giorno del raduno"

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 21/08/2006

 

C'è Vukcevic, la cui esperienza e il cui carisma sono fuori discussione. Ma gli occhi dei tifosi Virtus che transitano per l'Arcoveggio o per il Cierrebi sono tutti per lui, il moro di SantoDomingo, italianissimo però, che ha conquistato tutti, un anno fa, con la sua fisicità e il suo spirito di sacrificio. Così bravo, Oscar Gugliotta, da aver ricevuto una chiamata in azzurro (come riserva a casa) e aver convinto Zare Markovski e Claudio Sabatini a prolungargli il contratto. L'accordo con la Virtus, in scadenza il 30 giugno 2007, è stato posticipato al 2008. oscar, 24 anni, sa che sta per cominciare una stagione ancora più importante di quella che l'ha preceduta.

Gugliotta, in questo momento, è lei il "grande vecchio" della Virtus.

"Per me è un onore essere qua e indossare questa maglia. Essere anche quello con maggiore esperienza mi riempie d'orgoglio".

Come l'applauso nel giorno del raduno al Cierrebi?

"Sinceramente non mi aspettavo un'accoglienza del genere il primo giorno. Spero d ricambiare al più presto l'affetto dei nostri tifosi".

Si guardi indietro: cosa ha funzionato e cosa, al contrario, non l'è piaciuto?

"Facile. La cosa migliore è aver scelto la Virtus un anno fa. E aver avuto la possibilità di giocare. Avrei voluto giocare i playoff. Quelli sono mancati a tutti".

Dalla Virtus in azzurro, almeno ai primi raduni premondiali.

"Quella chiamata è stato un bel premio. Qualcosa che, lo ammetto, era al di là dei miei obiettivi stagionali. Ma se sono stato preso in considerazione da Recalcati lo devo a Markovski, alla Virtus e a tutti i miei compagni. Da dolo non ce l'avrei fatta".

E adesso?

"Spero di continuare. La Virtus mi ha prolungato il contratto. Io voglio crescere e magari convincere Recalcati per il futuro".

Nota dolente, il tiro.

"Vero. È un problema che mi porto dietro dalle giovanili. Ho sempre puntato molto sul mio atletismo. Ma da due anni sto lavorando per migliorare, sia nel palleggio sia nel tiro".

Palleggio? Vuole proporsi come play?

"No. Però vorrei essere in grado di gestire il pallone tranquillamente in caso di una difesa pressing. Posso dare una mano a portare la palla dall'altra parte del campo, poi ci pensa il play".

E al tiro?

"Allenamenti supplementari, al mattino e al pomeriggio- anche mille tiri, per migliorare la sensibilità".

Gliel'ha chiesto Markovski?
"No, il coach mi ha dato solo il benvenuto. Non abbiamo parlato del futuro. Ma io voglio crescere".

Evtimov e Crosariol si stanno allenando con lei: impressioni?
"Bravissimi ragazzi. Faremo un buon campionato. Migliore di quello precedente".

Un anno fa non si poteva nominare la parola playoff. E oggi?

"Non lo facevamo per un paio di motivi. Gli obiettivi erano altri e poi c'era un po' di scaramanzia. E poi la palla è rotonda. Lo so che è un modo di dire, ma nel basket, come nello sport, non puoi dare mai nulla per scontato".

Come Bluthenthal alla Fortitudo?

"Ci sono rimasto un po' male. Avevo legato molto con lui, mi spiace che abbia fatto questa scelta".

Di Bella sostiene che lui non 'avrebbe mai fatta.

"Dibo è un grande. Per lui il basket è tutto. Gioca con il cuore, come me".

Lui in Giappone.

"L'ho sentito prima dell'esordio con la Cina. Faccio un tifo infernale per lui e per la nazionale".

Dove arriverà l'Italia?

"Mi auguro il più lontano possibile. È un'Italia giovane e piena di talento".

In Giappone c'è pure Michelori, altro suo nuovo compagno.

"Lo conosco bene, siamo cresciuti a Milano".

E Giovannoni?

"Non lo conosco personalmente, ma l'ho visto sul campo: ottima impressione".

Mancano ancora un paio di giocatori a questa VidiVici: preoccupato?

"Sinceramente no. Abbiamo uno staff di prim'ordine che si occupa di queste cose, dormo sonni tranquilli".

Parliamo di derby?

"Abbiamo perso due volte l'anno scorso: è chiaro, dobbiamo rifarci".

Il derby è una partita come tutte le altre?

"Avere un'idea del genere è una sciocchezza. È qualcosa di più duro, intenso".

I tifosi Virtus sperano nel sorpasso e lei?

"La squadra è stata costruita per essere competitiva ai massimi livell. Vedremo, alla fine, se saremo davanti noi o loro".

Cosa promette ai tifosi?

"Che io e i miei compagni daremo sempre il mille per cento. Dobbiamo sdebitarci: ci sono sempre rimasti vicini in qualsiasi situazione".

PARLA GUGLIOTTA

di Bruno Trebbi - www.bolognabasket.it - 30/11/2006

 

Oscar Gugliotta si è concesso ai cronisti per una breve presentazione della partita:
La partita con Milano è fondamentale per il nostro futuro immediato, perché può darci la giusta fiducia dal punto di vista mentale. La stiamo preparando con grande impegno in palestra, e faremo di tutto per vincere.
Cosa pensi dell’Armani Jeans?
è una squadra molto forte, profonda e talentuosa. Occorrerà la nostra miglior difesa, perché è da una buona difesa che nasce tutto, anche l’attacco.
è già un esame per questa Virtus?
Non lo so, questo campionato è molto equilibrato e strano. Molte delle cosiddette “grandi” hanno già perso parecchi colpi. Per cui dobbiamo stare attenti ogni singola partita. Ad esempio tra poco incontremo Montegranaro, che ha già fatto soffrire parecchie squadre sulla carta superiori. Nessuna partita va sottovalutata.
Ripensando a Siena, c’è più soddisfazione per aver giocato alla pari o rimpianto per il finale?
Sicuramente rimpianto, perché abbiamo avuto un’occasione d’oro e non l’abbiamo sfruttata. In ogni caso siamo anche contenti perché era una partita proibitiva e l’abbiamo giocando alla pari, mostrando buone cose in difesa e anche in attacco.
Martedì hai fatto 5/6 da tre…
Era una partita particolare, non so se è ripetibile, però sto lavorando molto su questo fondamentale, e i progressi si vedono. Se domenica c’è l’occasione e sono libero io tiro.
Su chi andrai in “missione speciale” domenica? "Non lo so, Milano è piena di grandissimi attaccanti. Ma io sono pronto per marcare chiunque deciderà il coach”.

 

IL MOMENTO MAGICO DI OSCAR GUGLIOTTA

di Enrico Faggiano e Bruno Trebbi – www.bolognabasket.it - 02/02/2007

 

Oscar Gugliotta è uno dei giocatori più in forma della Virtus. Non fa problemi se deve stare a lungo in panchina, ma se chiamato risponde sempre presente, ed è pronto a mordere con la sua difesa. Ultimamente gli capita spesso di giocare parecchio, con buoni risultati, tanto da essere diventato uno dei beniamini dei tifosi...
“Sono contento che la gente mi valuti ogni volta in modo positivo – dice Oscar – e di certo non posso negare che leggere i buoni voti sui giornali mi faccia veramente piacere. E so che, pur non esprimendo sempre ottime cose in attacco, riesco sempre a dare qualcosa alla squadra, lavorando duro in difesa. Però la concentrazione sul lato offensivo del gioco aumenta, perché voglio migliorare questa mia lacuna. E piano piano posso dire che i frutti si stiano vedendo, quest’anno sono arrivato anche in doppia cifra”.
Tu vieni dal basso, dalla B1. Sei la prova che pescare nelle minors conviene? “Nelle minors ci sono parecchi ragazzi che non hanno possibilità di salire, perché le società non li vogliono lasciare, escludendoli così da piccoli sogni, ma anche perché le squadre di alto livello sembrano sempre più interessate a fare scouting all’estero che non in Italia, e non vogliono scommettere: non sono io che devo giudicare, ma conosco tanta gente che meriterebbe una chance”.
Il tuo minutaggio è aumentato notevolmente quest'anno... “Non mi aspettavo così tanti minuti, lo ammetto, anche perché parlando con Zare sapevo che questo non era nei programmi iniziali. Però le cose stanno andando bene, e sto meritando la fiducia del coach, che è uno che non regala nulla. E mi fa felice sapere che gioco per miei meriti, e non per assenze o altri problemi. Fino ad ora è stato un ottimo campionato, e ci stiamo riprendendo dopo un momento di sbandamento fisico e la brutta prova di Girona. Io cerco di dare il massimo, ricordando che qui se la squadra va bene, allora vanno bene anche i singoli, perché nessuno guarda prima a sé che non al gruppo”.
Cosa pensi delle prossime finali di Coppa Italia? “Sarà una bella esperienza, e mi chiedo perché non provare a vincerla, dato che siamo in ballo. Cercheremo di far bene alla prima partita, e poi di andare passo per passo, pur sapendo che giocare tanto in pochi giorni è uno sforzo. Non voglio sbilanciarmi, ma cercheremo di arrivare fino in fondo”.
Cosa ti aspetti dal futuro? "Niente è impossibile, ricordando da dove arrivo. Però, oggi come oggi, Nazionale ed Eurolega mi sembrano due paroloni enormi. Speriamo di arrivarci, comunque”.