FIERO GANDOLFI

(Franco Gandolfi)

Fiero Gandolfi, prima giocatore poi dirigente

Nato a: Bologna

Il: 08/04/1940 - 09/05/2015

Stagioni alla Virtus: presidente dal 1971 al 1976

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NORDA DA QUARTO POSTO COME PRIMO TRAGUARDO

Intervista al presidente Fiero Gandolfi

di Gianfranco Civolani - Bologna Basket - 1972

 

Perché non avete acquistato nessuno?

"E chi avremmo dovuto acquistare?".

Bergonzoni ad esempio-

"Il concetto era questo: se capita la possibilità di prendere un grosso elemento, non ci tireremo certo indietro. Ma di grossi elementi non ce n'erano. Bisson? Avrebbero voluto in cambio Serafini, semmai. E ricordo per inciso che Serafini è un pivot, gioca già in Nazionale e ha solo ventuno anni".

Messina avrebbe voluto Bergonzoni.

"Ogni allenatore ha i suoi desideri ed è sacrosantamente giusto che li manifesti. Ma non abbiamo ritenuto opportuno spendere una ventina di milioni per un giocatore come Bergonzoni. E poi abbiamo fatto un ragionamento di questo tipo: prendiamo Bergonzoni, e forse scaliamo un posto in classifica. Ma appunto quel posto in classifica ci costa sui venti milioni e al tempo stesso dobbiamo cedere in prestito Sacco. Così invece Sacco avrà parecchie opportunità e almeno a fine campionato sapremo cosa il ragazzo vale".

Come pensate di piazzarvi?

"In teoria siamo squadra da quarto posto. Meglio dire: noi e altre due o tre squadre ci giocheremo il quarto posto".

E in pratica?

"In pratica un campionato dipende da mille sfumature. Esempio: la catena di infortuni che ci ha colpito in precampionato. A Venezia Bertolotti non ha giocato e Serafini era reduce da un lungo periodo di inattività. Mi si lasci credere che con Serafini e Bertolotti in condizioni normali a Venezia i due punti sarebbero stati nostri".

Forse saranno vostri ugualmente.

"Il reclamo? Se il Regolamento viene violato, noi cosa ci possiamo fare? Abbiamo cercato di vincere la partita sul campo .Ma il giorno prima del match avevamo telefonicamente avvertito i dirigenti della Splugen pregandoli di provvedere per il meglio con le misurazioni previste. Loro si sono infischiati di tutto e allora che scandalo c'è se in forza di una palese violazione regolamentare il risultato viene invalidato?".

Che importanza ha per voi un quarto - quinto posto?

"Tanta e nessuna. Perché noi dirigenti della Norda non siamo mica rassegnati ad essere tagliati fuori a vita dalla lotta per lo scudetto. E qui mi spiego: sappiamo di avere una buona squadra. Fra l'altro la Norda è la compagine più giovane e più alta del campionato. Alle spalle abbiamo un vivaio altamente qualitativo e poi il club ha un bilancio sano; insomma, la situazione economica della società è solidissima. La tifoseria ci segue con sempre maggiore affetto. A quota quarantacinque milioni abbiamo dovuto chiudere la campagna abbonamenti e comunque avremo tremila abbonati fissi per ogni partita. Insomma abbiamo il dovere di costruire una squadra da scudetto. E appunto a fine annata gradiremmo sapere cosa manca al nostro telaio per poter vantare certe ambizioni. Ecco perché dico che il piazzamento in sé e per sé non è un fatto drammatico. Il problema è un altro: quanti punti totalizzeremo, quale sarà il distacco dalle primissime? Questi saranno i dati di fatto che andranno attentamente seguiti, valutati e verificati".

Non la preoccupa una certa fragilità difensiva?

"Sì, certo, mi preoccupa, ma vorrei anche sottolineare che se si deve perdere una partita meglio perderla novantacinque a novanta, non fosse altro per lo spettacolo".

Non sarebbe meglio vincere settantadue a settanta?

"Ma si capisce, che sarebbe meglio. Però oggi come oggi tutti sono diventati bravissimi nel fare paniere e allora bisogna essere capaci di vincere anche a livello dei novanta punti".

L'anno prossimo comprerete qualcuno?

"Quest'anno abbiamo investito un certo numero di milioni nel reperimento e poi nell'acquisto di alcuni giovani talenti. E dunque sappiamo anche noi che l'anno prossimo probabilmente dovremo provvedere per la prima squadra ad alto livello. Ma è inutile parlare ora di queste cose. Si tratterà di vedere a tempo debito quali saranno state le nostre carenze e quali giocatori saranno messi sul mercato. Poi ci faremo sentire, non c'è dubbio".

Qualche altra dichiarazione programmatica?

"Una sola: ringraziamo sentitamente il nostro grande pubblico. E preghiamo di portare pazienza ancora un attimo. I nostri tifosi sognano lo scudetto e io dico che prima o poi allo scudetto bisognerà pensarci nella mente. Ma le grandi squadre non si costruiscono dalla mattina alla sera. Occorre programmare a medio e lungo termine. E mi pare che noi della Norda comunque stiamo programmando. Per l'oggi, per il domani e soprattutto per il dopodomani".

 

FIERO GANDOLFI

tratto da Yearbook 1974/75

 

È decisamente uno dei presidenti più "cestizzati" di tutta la pallacanestro italiana, se non altro per i suoi concreti trascorsi agonistici. È anche il più... alto dei presidenti in attività, dunque, uno dei più "qualificati".

Fiero Gandolfi è nato a Bologna 34 anni fa (che sia anche uno dei presidenti più giovani). È sposato, ha due bimbe. Sulla carta d'identità c'è scritto industriale: opera nel ramo della carne suina, il che, per un emiliano, non può non essere un merito. Due anni fa, in occasione di quella simpaticissima baldoria che è la festa del basket bolognese, organizzata dal gruppo degli arbitri felsinei, mise in palio un porcellino vivo il quale, grufolante e impaurito, fece il suo trionfale ingresso nella sala fra smoking, abiti lunghi e "all stars" (quelle di Fultz).

Gandolfi ha iniziato a giocar a basket molto giovane, a quattordici anni. Altrettanto giovane era quando appese le scarpette al chiodo per completare gli studi. Ha sempre militato, è pacifico, fra le fila della Virtus, giungendo fino alla prima squadra. Nel '58 la sua massima gloria sportiva: venne selezionato per essere visionato quale possibile P.O.

E in quei tempi, in Nazionale (quella stessa Nazionale che si sarebbe classificata quarta alle Olimpiadi) giocavano personaggi come Vianello, Lombardi, Calebotta, Riminucci, Pieri, Vittori, Gamba...

Detiene un record invidiabile: quello delle segnature. In una partita realizzò la bellezza di 52 punti.

Dal 1970 è presidente della Virtus. La sua biografia sembra più quella di un cestista che non di un dirigente. Ma è un record anche questo.

 

Gandolfi con Peterson e Fultz nella stagione 1973/74; sullo sfondo si riconosce Zuccheri (foto fornita dai Maturi Baskettari)

www.virtus.it - 10/05/2015

 

La famiglia di Virtus Pallacanestro perde un figlio appassionato e fedele. Se ne è andato, all’età di 75 anni, Fiero Gandolfi, che fu prima giocatore poi presidente, negli anni della rinascita “porelliana”, dal 1971 al 1976, e sempre con la V nera sul petto e nel cuore. Da giocatore iniziò giovanissimo, arrivando nel giro della prima squadra, dove giocò due partite nella stagione ‘57/58 (dopo aver fatto cose egregie nelle categoria giovanili, compresa una storica partita da 52 punti realizzati) e si mise in luce tanto da essere selezionato per essere visionato quale possibile probabile olimpico per Roma 1960.

Altrettanto giovane, appese le scarpette al chiodo per completare gli studi, ma all’inizio degli anni Settanta si trovò, chiamato dall’avvocato Porelli, al vertice della società come presidente. Furono anni di rinascita, con lui al timone: la Virtus di Fultz, che vinse la Coppa Italia nel 1974, quella di McMillen e poi di Driscoll (con Dan Peterson come denominatore comune), che vinse lo scudetto nel 1976, dopo vent’anni di attesa. Da imprenditore di razza, ha dedicato la sua vita lavorativa al ramo immobiliare, con grande successo. Fiero era, tra l’altro, zio di un altro grande talento dello sport bolognese, Alberto Tomba, che di recente ha ricordato in un’intervista al nostro sito di aver ricevuto proprio da lui l’eredità della passione per la V nera.

Virtus Pallacanestro si stringe con affetto, in questo momento di immenso dolore, alla moglie Anna Rosa, alle figlie Simona e Stefania a tutta la famiglia di un grande virtussino. Oggi, prima della partita Dolomiti Trento-Granarolo Bologna, verrà osservato un minuto di silenzio in suo ricordo.

 

GANDOLFI = VIRTUS

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

Da tutti conosciuto come Fiero Gandolfi, in realtà aveva come primo nome Franco. Era figlio di Fermo, che aveva come fratelli Franco, Fiero e Forte (c'era anche una sorella, Fosca), a testimonianza della marcata matrice virtussina della famiglia: infatti le quattro F, che compaiono nello stemma della Virtus a fare da cornice alla V nera, stanno proprio a significare fermo, forte, franco e fiero.