STAGIONE 1995/96

 

Moretti, Carera, Binelli, Bonner, De Piccoli

Abbio, Orsini, Coldebella, Komazec, Morandotti, Soro, Brunamonti

 

Buckler Bologna

Serie A1: 1a classificata su 16 squadre (23-32)

Play-off: semifinalista (3-6)

Coppa Italia: 3a classificata (4-6)

Euroleague: eliminata nel girone degli ottavi di finale (8-16)

Supercoppa: VINCENTE (1-1)

Open: finalista (2-3)

 

N. nome ruolo anno cm naz note
4 Roberto Brunamonti P 1959 192 ITA  
5 Arjan Komazec A 1970 200 JUG  
6 Claudio Coldebella P 1968 196 ITA  
7 Alessandro Abbio G 1971 193 ITA  
8 Orlando Woolridge A 1959 205 USA  
9 Paolo Moretti G/A 1970 200 ITA  
11 Augusto Binelli C 1964 211 ITA  
13 Riccardo Morandotti A 1965 200 ITA  
14 Flavio Carera C 1963 206 ITA  
12 Tullio De Piccoli C 1964   ITA  
15 Francesco Orsini P/G 1973 190 ITA  
15 Anthony Bonner   1968 203 USA dal 10/12/95 al 21/02/96
  Daniele Soro   1975   ITA dal 03/12/95 al 27/04/96
             
  Alberto Bucci All     ITA  
  Lino Frattin ViceAll     ITA  
  Roberto Nadalini ViceAll     ITA  

 

Partite della stagione

Statistiche di squadra

Statistiche individuali della stagione

Giovanili

IL FILM DELLA STAGIONE

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

Dopo i tre scudetti e la partenza di Danilovic, arrivano due nuovi stranieri, il cannoniere Komazec da Varese e Orlando Woolridge da Treviso. Considerata la lunga assenza di Moretti, arriva da Udine la promessa Orsini, reduce da un'operazione al ginocchio, e De Piccoli, già nel corso della stagione precedente papabile sostituto di Battisti, giunge finalmente in bianconero. Bucci sostiene che sia la squadra più forte mai allenata, in realtà l'assenza prolungata di Moretti, che non tornerà più ai suoi livelli, l'infortunio di Orsini e, soprattutto, un rendimento inferiore alle attese dei due stranieri, smentiranno l'allenatore bolognese. Prima uscita al Valtellina Circuit, Komazec si blocca al primo allenamento per una leggera distorsione alla caviglia destra, Morandotti è fermo per una contrattura, ma la Buckler supera l'Iraklion Creta 71-56, top scorer Orsini con 17 punti, ci sono da registrare però due altri infortuni, Woolridge subisce una contusione al ginocchio e Binelli lamenta una contrattura all'inguine. Menomata, la squadra di Bucci cede all'Efes 74-57, ma in questa seconda gara ci sono altri guai, una distorsione alla caviglia sinistra per Carera e dolori al ginocchio operato per Orsini. La terza gara viene annullata perché la Virtus ha troppi giocatori indisponibili, ma si sfiora l'incidente diplomatico, perché i belgi del Charleroi per la sfida con i Campioni d'Italia hanno scomodato anche la televisione belga. Alla fine si opta per giocare 20 minuti in esibizione. Orsini prova in riscaldamento, ma deve rinunciare. Così sono disponibili solo 5 giocatori, i 4 piccoli Brunamonti, Abbio, Coldebella, Soro e il lungo De Piccoli. Nei 20 minuti giocati Bologna esce sconfitta 47-66 e conquista un solo rimbalzo d'attacco con Soro. Nel torneo Vasco Martini a Castelfiorentino, in semifinale la Buckler batte Montecatini 96-87 con 23 punti dei due stranieri. Partita a strappi, con Bologna che prende qualche punto di vantaggio, ma i toscani sono sempre pronti a rientrare. All'intervallo Virtus avanti 47-39, con 15 punti di Orlando, ma Montecatini non si rassegna e a poco dal termine è sul 90-85, solo nel finale i bianconeri acquisiscono la certezza del successo. In finale, contro Milano, sono i lombardi a condurre, 37-42 all'intervallo, ma i bolognesi reagiscono, impattano a quota 71 al 33'; prevalgono però solo negli ultimi secondi, infatti a 21 secondi dalla sirena il punteggio è 89-88, ma l'Olimpia pasticcia in attacco e Orsini la punisce. Finisce 93-88 e le Vu nere si aggiudicano il torneo.

Esordio in Coppa Italia contro Rimini e partenza sprint di Binelli, che nel 9-2 iniziale firma 8 punti. Al 10' Bologna conduce 23-9 e ha difeso benissimo senza commettere falli. L'emozione dei nuovi, la breve preparazione, però, fanno emergere qualche problema e i romagnoli pareggiano sul 25-25, sorpassano, si portano sul 31-37 e chiudono il tempo avanti 38-42. Veemente l'inizio ripresa della Buckler, un 16-0 che indirizza l'incontro: 80-67 il finale con una buona ipoteca sul passaggio del turno. Al ritorno la Virtus si salva con le triple di Coldebella e Orsini e qualche acuto di Woolridge, ma dopo avere tremato. Infatti i romagnoli chiudono avanti il primo tempo 45-40, allungano a inizio ripresa sul 47-40 e arrivano addirittura al +10 a 100 secondi dalla fine. Due triple sbagliate dai locali permettono alla Buckler, che ha tenuto Binelli in panchina per problemi alla schiena, di uscire sconfitta 87-80 e di guadagnarsi la qualificazione grazie ai 13 punti di vantaggio accumulati all'andata. A Siena, nell'andata dei quarti, sul 12-12, Komazec è in panchina con tre falli e zero punti segnati, ma un ottimo Woolridge, che già aveva segnato i primi 8 punti bolognesi, propizia un parziale di 0-17 in 6'30", che lancia le Vu nere verso una facile affermazione. Al 17' i toscani si avvicinano leggermente, 26-40, ma all'intervallo sono nuovamente a meno 19, 29-48. La ripresa è uno show di Komazec, il quale conduce la sua squadra al +30, sul 31-61, oltre ad annullare Vidili (0 su 9 al tiro dal campo e zero punti), poi al 66-109 finale, che proietta praticamente già Bologna nella final four. Recuperato Binelli, stavolta a guardare i compagni dalla panchina è rimasto Orsini. Primo tempo di Woolridge e secondo di Komazec, per i due alla fine, rispettivamente, 28 e 24 punti. Recuperato Orsini per il ritorno, una formalità dopo il punteggio dell'andata, in panchina, al posto dello squalificato Bucci, c'è Frattin, che al 15' ha già inserito tutti i 10 bianconeri, la Virtus conduce di 7, ovvero di 50 nel doppio confronto e Komazec ha segnato 15 punti, uno al minuto (finirà con 24). All'intervallo, sul 35-27, 21 dei punti senesi sono stranieri. La partita si trascina stancamente fino al 63-56 finale.

Arriva il giorno della prima edizione della Supercoppa, in programma a Casalecchio, dove già i bianconeri hanno disputato le gare interne di Coppa Italia per i lavori in corso al Palasport. Dopo 7 minuti Williams ha 3 falli e al 15' la Virtus è già a +24, con Woolridge immarcabile in velocità, Morandotti protagonista occupando le mattonelle dell'assente Moretti, con Carera che spegne Rebraca, l'unico trevigiano a provarci, con Coldebella che vince il confronto con il rientrante Bonora. Al 20' sono ancora 24 i punti di vantaggio, 55-31 e ripresa senza storia con Bologna che si aggiudica il trofeo vincendo 90-72. Woolridge, 26 punti, vince il premio Menichelli riservato al migliore giocatore della gara. Treviso sempre perdente a Bologna, diciannovesima sconfitta consecutiva. La Supercoppa  al sabato, fa affrontare alla Virtus la Madigan Pistoia nella prima di campionato di lunedì. Woolridge e Komazec (provato per un brevissimo tempo anche come secondo lungo), rispettivamente con 24 e 30 punti, sono i maggiori artefici del successo, più sofferto di quanto non dica il 102-78 finale. All'intervallo Buckler avanti 51-37, ma con un paio di parziali di 0-7 e 4-16 a loro favorevoli i toscani risalgono al 35'30" sul 50-61, poi al 29' sul 59-65. Bucci ricorre a Brunamonti e Carera per risolvere la pratica. Si va in Lombardia ad affrontare Milano 2 dell'ex vicepresidente della Virtus Lefebre. Bologna vola subito in 58" sull'0-8, suggellato da Coldebella. Un altro parziale favorevole di 0-6 all'11', porta i bolognesi sul 20-31, che diventa 41-58 alla pausa. Come già nelle gare precedenti, la difesa non proprio imperforabile delle Vu nere, consente agli avversari dei parziali favorevoli, così l'Ambrosiana al 32' è a un solo punto, Bucci si rivolge, come spesso in tali frangenti, a Brunamonti e la squadra lo ripaga con un parziale di 2-15, finisce così 76-92. Contro la Scavolini sono ancora due potentissimi strappi a regalare la vittoria alla Virtus, in mezzo a lunghe pause; nel primo tempo, dopo un inizio equilibrato, sul 15-17 un 15-0 propiziato da Komazec (21 punti con 5 su 8 da due, 2 su 2 da tre e 5 su 6 ai liberi), capace di penetrare e confezionare tre azioni da tre punti, che unite a un fallo antisportivo a Pieri e un tecnico a Bianchini, portano la Buckler sul 30-17. Dopo che i marchigiani, approfittando dei tre falli di Komazec, costretto in panchina, sono rientrati al 17' sul 45-39, all'intervallo sul 53-47 e al 22'45" sul 57-55, i bianconeri, trascinati da Woolridge (29 punti con 9 su 12 da due e 11 su 16 ai liberi), che aveva da poco sbagliato una schiacciata subito punita dal canestro di Labella, producono un parziale di 25-9 in 6', grazie anche all'apporto di Morandotti. Proprio Riccardo è, insieme ai due stranieri, il maggiore artefice della vittoria, con 15 punti, frutto di un 5 su 7 da due, 1 su 1 da tre, 2 su 2 dalla lunetta e una grande difesa su Daniel. Buoni anche gli 11 rimbalzi di Binelli e la spinta di Coldebella e Brunamonti.

Turno preliminare di Euroclub a Tallin: sono sempre i due stranieri i protagonisti, il croato con 27 punti, l'americano con 23. Era però cominciata male, con  i padroni di casa in vantaggio e Orlando richiamato in panchina dopo un 1 su 4 al tiro, sostituito da Carera, rimasto poi in campo anche quando è sceso Binelli. La Buckler, grazie soprattutto a tre giochi da tre punti di Komazec, sorpassa e vola via con un parziale di 4-19. Quando entra Brunamonti la gara è già sotto il controllo dei bolognesi. Al 16' si è sul 21-33 e Woolridge, riscattando l'inizio infelice, ha infilato 10 punti con un 5 su 5 al tiro. Binelli ha segnato due canestri inportanti, ma il 25-39 del 20' è soprattutto opera straniera. Nella ripresa una fiammata di Komazec porta i bolognesi sul 38-56 e la gara si chiude 65-81. A Siena i toscani partono con Mian su Coldebella, Vidili su Abbio, Iacopini su Komazec, Mills su Woolridge e Turner su Binelli; con queste marcature riescono a tenere in scacco inizialmente Bologna, che ha Komazec con due falli al 4‘ sul 12-9. Woolridge e una tripla di Coldebella costruiscono il parziale di 0-7 che porta la Buckler sul 12-16, la Mens Sana si riavvicina sul 19-20, ma con l‘ingresso di Morandotti e Abbio i bianconeri scappano, 19-29; entrano Brunamonti e Orsini, però, dopo che Iacopini ha riportato sotto i sui, 33-37, è Coldebella a fissare il 35-41 alla pausa. Komazec inizia il secondo tempo come il primo, terzo fallo poi il quarto con un tecnico. Fortunatamente Woolridge, nonostante una contrattura alla coscia, e Coldebella confezionano il 6-1 che fa ulteriormente allungare i bolognesi, 43-55 al 26' Al 31'30", sul 52-60, Bucci ordina il pressing a tutto campo e le Vu nere vanno subito sul 58-70. Reazione di Siena che si riporta a meno 7, 63-70, ma, nonostante Mills sbagli liberi per avvicinarsi ulteriormente, la squadra di casa arriva poco dopo sul 67-72, Binelli segna un solo libero e Iacopini a 20" dalla sirena realizza la tripla del 70-73. Ci pensa Coldebella a chiudere i giochi, 70-75. Nel ritorno con Tallin, la Virtus parte male, è sotto 22-31 all'11'30" e per fortuna c'è Komazec che segna 11 punti in 11' e ha 14 punti e 6 rimbalzi al 15', quando la Buckler sorpassa 34-33. Il croato va in panchina a rifiatare, poco dopo lo segue Binelli, gravato di tre falli, ma Brunamonti innesca Woolridge e Abbio, così con un filotto di 6 punti, Bologna comanda all'intervallo 42-45. Gara ancora in equilibrio fino al 29'30", sul 59-57, quando la Virtus vola sul 74-58, con un parziale di 15-0, propiziato soprattutto dai 9 punti di Komazec, che alla fine ne segna 27 come all'andata. La gara termina 91-83. Abbio ha sempre problemi alla spalla e pensa ad una possibile operazione a fine stagione, mentre Moretti spera di rientrare per il Mc Donald's Open di Londra, ma non ce la farà. Proprio per l'impegno londinese la Virtus anticipa la sesta giornata, prima della quinta; il 12 ottobre arriva a Bologna l'Olitalia Forlì. La Buckler si presenta con Coldebella, Abbio e Carera appena rientrati dagli impegni con la nazionale (in una delle gare, contro la Slovenia, l'8 ottobre, i tre sono risultati i migliori realizzatori rispettivamente con 12, 13 e 15 punti). Partenza in salita per i bolognesi, 6-9 al 4'30, 9-13 al 6', 23-28 al 14', con i giocatori di casa che soffrono a rimbalzo, concedendone troppi in attacco ai romagnoli. Bucci prova i due lunghi italiani, Binelli e Carera, ma Flavio commette tre falli in 2'. Quando nella stessa azione Monti commette fallo, Melillo prende tecnico e Komazec segna dall'arco, Bologna riesce finalmente ad andare al comando, 33-30 al 15'30". Il tempo si chiude con un 1 contro 1 di Abbio, sul 43-39. Morandotti (aiutato dai cambi sistematici) ha limitato a 1 su 10 al tiro Niccolai, che poi finirà con 15 punti, ma solo 5 nei primi 30', nei quali c'è stata gara. A inizio ripresa Woolridge guida i bianconeri a un parziale di 11-0, che li issa sul 54-39. L'Olitalia torna a meno 8, sul 70-62, con palla in mano, ma non si avvicina ulteriormente e una schiacciata di Orlando spezza le speranze ospite, finisce 81-72. Woolridge, con 12 rimbalzi è l'unico a limitare il dominio ospite sotto i tabelloni. A Treviso la Virtus parte spedita, 10-18 al 6' e 16-24 al 10' quando scende tra i trevigiani Bonora, che accusa già 3 falli ed è in balia di Coldebella, per Claudio 3 su 3 dall'arco in questa gara. Con la zona la Benetton piazza un 11-2 e passa a condurre 27-26 al 12'30". Abbio, 4 su 6 alla fine, ma con 5 perse e 0 recuperate, sostituisce un non molto preciso Woorlidge, per Orlando al termine 17 punti con 5 su 12, e al 13'30", sul 29-29 Brunamonti prende il posto di Coldebella, con già 3 falli a carico, e proprio il capitano realizza una tripla, dopo che Komazec si è fatto stoppare da Chiacig e ha preso tecnico, così i bolognesi si trovano nuovamente avanti 34-37. Morandotti segna 4 punti, dando il suo contributo anche al punteggio oltre a quello nella marcatura di Williams (costretto a 7 punti e 4 su 11 nei primi 20' nonostante Riccardo avesse iniziato con due falli immediati) e nella battaglia dei rimbalzi vinta dai bolognesi: nel 17-21 del primo tempo Ricky ne ha catturati 6 e nel 33-39 finale ne ha al suo attivo 7, migliore dei suoi. Un bel gioco a due Brunamonti-Carera chiude le segnature bolognesi della prima frazione, poi Williams fissa il punteggio sul 43-45 all'intervallo. Primo tempo sulla spinta di Komazec (9 su 15 totale), secondo trascinati da Abbio e Virtus che s'invola 58-69 al 29'30", ma Treviso non ci sta e con la terza tripla di Williams, svegliatosi nel finale, pareggia 79-79 a 2'43" dalla sirena. I padroni di casa sembrano avere l'inerzia della gara, ma Bologna regge ed è ancora avanti 83-84 a 36" dalla fine, quando il pur ottimo Morandotti commette prima fallo sul canestro di Williams e poi, sulla rimessa in zona di attacco, consegna allo stesso americano il pallone, decretando la sconfitta della Buckler 87-84.

Si va a Londra per l'Open, ancora senza Moretti, fermato stavolta, al momento dell'atteso rientro, da un attacco influenzale. Battuto 112-103 il Maccabi di Chambers e 102-96 il Real Madrid, la Virtus si trova di nuovo di fronte una squadra NBA, gli Houston Rockets, privi di Olajuwon, ma con Drexler e quel Chucky Brown, che detiene il record ex aequo di maglie di squadre NBA indossate, avendo giocato in 12 diverse franchigie. I bolognesi, pur dovendosi adattare alle azioni da 24 secondi e al campo più lungo di 5 metri, alla terza gara di 48 minuti disputata in tre giorni, reggono per metà gara alla pari degli statunitensi e vincendo alla fine la battaglia dei rimbalzi 40-38. Addirittura nel primo quarto prendono 7 punti di vantaggio, rintuzzati da Houston con un parziale di 10-0 solo grazie alla zona press 1-3-1. Al primo intervallo si è ancora 30-30, a metà gara la Virtus è sotto di 8, 64-57, cede nel terzo quarto, terminato 96-77 e recupera qualcosa nell'ultima frazione, chiudendo sconfitta 126-112. Woolridge e Komazec vengono inseriti nel quintetto ideale e, rispettivamente con 91 e 86 punti nelle tre giornate, superano il record precedente di McAdoo, che negli Open a sei squadre si era fermato a 80 (anche se in quelli a 4 squadre del 1987 e 1989 aveva segnato medie rispettivamente di 40 e 39 punti). Arriva a Bologna il Barcellona in Euroclub e il primo tempo (40-47) è tutto catalano, i blaugrana riescono infatti a limitare Woolridge e Komazec, così devastanti in questo inizio di stagione. I due stranieri risulteranno comunque decisivi nella parte finale della gara, terminata con 22 punti a testa, dopo rispettivamente il 2 su 6 e 3 su 10 de primo tempo. La Virtus regge grazie a Coldebella, 19 punti con 7 su 9 dal campo, con l'utilità di Morandotti, con Binelli, già tre falli all'8', ma decisivo nel finale e col solito contributo di Brunamonti e Carera, per poi esplodere nel secondo tempo, 50-26 il parziale, andando a vincere 90-73. Poi il 29 ottobre è tempo di derby col rientrante Myers nella Fortitudo, dopo oltre 5 mesi di assenza, mentre nella Virtus è ancora fuori Moretti, che un anno prima, il 30 ottobre 1994, in assenza di Danilovic era stato il match winner con 26 punti. Anche questa volta la firma sul successo è italiana, con Woolridge opaco (comunque 17 punti, ma due soli canestri nella ripresa) e Komazec (28 punti) decisivo solo nella parte centrale del, secondo tempo, a condurre le danze sono Coldebella, che limita Djordjevic, Morandotti, ma soprattutto Brunamonti e Carera: il capitano segna 10 punti in 6' nel primo tempo, con due canestri da due e due triple, senza errori e, dopo che i primi 20 minuti si erano chiusi sul 42-41, nei 7' della ripresa realizza, sull'unico tiro scoccato, il canestro pesante del 70-59 che sembra chiudere la gara; Carera, dopo la reazione Fortitudo, con un parziale di 1-9 che a un minuto dal termine porta la F sul meno 3, 71-68, è il protagonista del finale, con la stoppata a Djordjevic e l'unico punto della sua gara, quello che fissa il finale sul 76-73.

A Zagabria emozionante la visita di Brunamonti e Carera sulla tomba di Cosic. La partita sembra alla portata dei bianconeri, anche perché il Cibona è privo di Mrsic, reduce da un intervento chirurgico, ma premiato prima della gara come migliore giocatore del campionato precedente. Accolto da un applauso Komazec alla sua prima apparizione in Croazia da avversario. Subito Bologna sullo 0-5, poi la risposta croata, 6-5, ma la Buckler riprende immediatamente le redini dell'incontro, 12-21 al 7', 20-31 all'11' e 30-39 poco prima del 14', quando Komazec ha già segnato 20 punti. Bene anche Binelli e Woolridge che, oltre a segnare, hanno già costretto i lunghi Zuric e Alihodzic a tre falli. Al 19', sul 39-44 Zuric arriva al quarto fallo, ma al 20' Bologna ha solo due punti di vantaggio, 46-48, perché il Cibona si è tenuto a galla con il tiro pesante (alla fine 48% su 25 tentativi) e la Virtus ha punti praticamente solo da Komazec, Woolridge e Binelli, rispettivamente con 22, 14 e 8. Gli altri 4 punti sono frutto di un canestro di Coldebella e due liberi di Abbio. Inoltre nessun contropiede dei bolognesi in tutta la prima frazione. Nei primi 8' della ripresa per i bolognesi ben nove palle perse e un solo canestro, Carera in tap-in di sinistro, Komazec deve sedersi per 6' in panchina, perchè gravato di 4 falli. Così al 31', sul 64-56, Bucci si affida alla zona, ma le cose non migliorano, 75-63 al 17', con i bianconeri che fin qui hanno segnato solo 15 punti, meno di uno al minuto. Un ultimo sussulto, un parziale di 0-7, li riporta sotto, 75-70, ma Mulaomerovic segna la tripla della staffa e la gara finisce 79-72, con le Vu nere che forse hanno pagato anche le 7 gare disputate in 18 giorni. La Virtus arriva a Reggio Calabria da Zagabria, dopo 26 ore di viaggio, 16 di pullman e 10 distribuite tra voli e soste in attesa in aeroporto. Gara nervosa, con 52 falli. Woolridge (19 punti) a corrente alternata con 12 punti nel primo tempo, ma opaco nel secondo, Komazec con 13 punti nella prima frazione, frutto di un 4 su 5 al tiro, ma nella ripresa un solo tiro dal campo e sei dalla lunetta (e in totale anche 6 perse contro 4 recuperate), tanto che alla fine Coldebella e Abbio (rispettivamente 18 punti con 5 su 10 e 13 con 5 su 9) hanno insolitamente effettuato più tiri di lui e Binelli, ottimo su Sanders, con sei ha scoccato gli stessi suoi tentativi. Primo tempo con vantaggi massimi di 5 punti, 9-4 al 2'30 per la squadra di casa e 15-20 all'8' per gli ospiti. All'intervallo calabresi avanti 41-40 con 25 punti su 40 dei bolognesi realizzati dai due stranieri. Nella ripresa maggiore partecipazione degli italiani al tiro. Al 23'34" espulsione di Morandotti per proteste e la squadra si compatta, grazie soprattutto agli italiani, Coldebella, Abbio e Carera (8 recuperate). La Viola scappa, ma nonostante la stanchezza, la Virtus produce in 4 minuti un parziale di 6-21 andando a vincere di 8 punti, grazie alla forza del gruppo, 105 di valutazione di squadra, sfruttando anche i problemi di falli altrui, con Sanders, Prato, Santoro e Li Vecchi già fuori contro il solo Binelli tra i bianconeri. Bella vittoria prima della sosta, su un campo ancora imbattuto, con Abbio decisivo nel finale con 2 canestri, una tripla e un assist per Woolridge. Durante la pausa, con Coldebella, Abbio e Carera in nazionale per le qualificazioni europee, la Buckler affronta un triangolare a Imola con i padroni di casa della Casetti e l' Olitalia Forlì, strutturato su gare di 24 minuti, divisi in due tempi da 12; è l'occasione per il rientro di Moretti, che segna 21 punti (con quattro triple), 11 nella gara vinta con Imola e 10 in quella persa con Forlì. Secondo posto finale per Bologna. Contro Varese si torna finalmente in Piazza Azzarita ed è anche il giorno del rientro di Moretti. Esce dai dieci Orsini che può quindi sottoporsi a un'operazione di pulizia al ginocchio operato. Moretti entra al 13', sbaglia subito due tiri, mentre Vescovi contro di lui segna 5 canestri, ma nonostante questo Bologna va sul +11; la Cagiva rimonta fino al 44-40, poi una tripla di Abbio fissa il punteggio alla pausa, 47-40. Woolridge alterno, 22 punti, Komazec 24, ma anche 5 recuperi e 6 assist, ma i lombardi arrivano a meno uno sul 68-67. Moretti si riabilita e torna quello che tutti ricordano, segna la tripla del 71-67, poi fornisce un assist ad Orlando e, quando gli avversari ritornano a un possesso di distanza, sul 74-71, realizza un'altra tripla, ergendosi a match-winner, 8 punti in 13 minuti con un recupero e un assist, ma appunto le giocate decisive. Finisce 88-76, con Varese che non riesce più a reagire, avendo fuori per falli Petruska, Morena e Meneghin. Le valutazioni di squadra, 110-61, non rendono l'idea della difficoltà del successo.

Contro il Pau Orthez partenza in salita, 7-11, poi con il contropiede la Virtus rimonta piazzando un parziale di 7-0, per il 14-11. Binelli regge bene sotto, ma i transalpini tornano avanti. Coldebella è strepitoso, 28 punti, ma fa anche viaggiare la palla e, quando entra Abbio, Claudio va su Daye (i francesi hanno un quintetto oltre i due metri) e così, con un parziale di 18-2, si passa dal 16-23 al 34-25. Gli ospiti reagiscono arrivano vicini sul 38-36 e chiudono il tempo sotto 43-38.  Al 22' Morandotti commette il quarto fallo, poco dopo anche Daye (il terzo e un tecnico). Al 26', con 4 liberi di Komazec Bologna va sul 58-46, ma non basta, Pau recupera e si va all'overtime. Con Daye, 18 punti, e Smith, 20 punti, fuori per 5 falli, per la Virtus dovrebbe essere facile avere la meglio, ma Rigaudeau, 17 punti nei 40 minuti, raddoppia e segna tutti i 17 punti francesi del supplementare costringendo la Buckler alla sconfitta 99-102. Protagonista negativo Komazec che sbaglia il tiro della vittoria, poi sull'altra occasione, commette passi a 10" dalla fine. La Buckler tende a sprecare vantaggi, +13 al 30' nell'ultima gara persa col Pau, un +11 nella sconfitta con Treviso, ma anche nelle vittorie, contro Varese un altro +11 ridotto a +1, prima che Moretti togliesse le castagne dal fuoco, e contro la Fortitudo sempre un +11 a 6' dal termine ha prodotto una vittoria in volata di soli 3 punti. A Milano, contro l'Olimpia, purtroppo va anche peggio, Morandotti è su Bodiroga, poi ci andrà mezza squadra, Coldebella soffre Gentile, l'ultimo pareggio è al 6, 13-13, all'8' sul 23-17 Komazec commette il terzo fallo, 2 in attacco, la Philips arriva al +12 sul 50-38, prima che la Virtus rimonti qualcosa e chiuda il tempo sul 50-43. La ripresa è un calvario, se la difesa non aveva funzionato benissimo nel primo tempo, si squaglia nel secondo, fino al 92-66 del 35', che richiama gara 4 dei precedenti playoff, quando Bologna tornò da Milano con un -25. Poco conta il 3-18 finale che fa concludere l'incontro sul 94-85. Si salva con, 12 punti, solo Moretti, che procede il suo percorso di ritorno alla forma migliore. Seconda sconfitta consecutiva e comunque, dopo l'Open di Londra, uno scadimento di forma, ma il preparatore Colombini rassicura, la stessa cosa era successa l'anno prima, 3 sconfitte in 4 giorni, dopo la sfida con Charlotte. Si va a Lisbona, contro un Benfica in un palazzo con pochi spettatori. Conceicao ha un polmone malmesso e allora in campo ci va Cruz, che però ha tre falli dopo 2'39". Entra allora Conceicao che nei primi 20 minuti sfida Orlando, 12 punti per Woolridge e 10 per il portoghese, ma l'americano, con nessun rimbalzo catturato nella prima frazione, ha sulla coscienza il predominio dei padroni di casa sotto i tabelloni, 15-11 all'intervallo. Nonostante questo Bologna parte forte, 9-19 all'8' e, su una tripla di Moretti, al 36' c'è il massimo vantaggio esterno, 22-38. Qui la Buckler va in affanno, il 37enne Lisboa con una tripla porta i suoi a meno 8 alla pausa, 36-44, parziale di 14-6. Il Benfica inizia altrettanto bene la ripresa, con un 13-4 (27-10 a cavallo dei due tempi), arrivando addirittura al sorpasso, 49-48. Komazec con 7 punti filati riporta le Vu nere sul 60-70 al 31, ma non è finita perché Binelli, migliore dei lunghi, ha 4 falli al 34', Komazec non tiene Lisboa che continua a infilare triple, si soffre a rimbalzo e così i bianconeri si vedono raggiunti al 37' sul 77-77. Nel finale Bucci si affida a Binelli e Carera, anche perché Woolridge ha subito un colpo alla mano, ma a 1'41" Gus commette il quinto fallo e rientra Orlando sul punteggio di 80-81. Moretti e Komazec non si intendono, Conceicao sbaglia da tre, poi poco dopo si riscatta e pareggia sull'83-83 e Moretti diventa ancora una volta decisivo, segnando da centro area a 2 secondi e tre decimi. Per i bolognesi solo 12 punti dalla panchina, tutti di Moretti, con Carera a zero tiri in 23', Brunamonti e Abbio, rispettivamente con 4 e 5 minuti, senza particolari iniziative. Per Woolridge, colpito da una gomitata avversaria a rimbalzo, la diagnosi è di frattura pluriframmentaria scomposta al quinto metacarpo della mano destra, fuori per 50 giorni. Prima gara senza Woolridge in casa contro Trieste. In quintetto c'è Moretti, che sarà il secondo migliore marcatore bolognese con 14 punti, il primo è però lontanissimo, Komazec, con...51, seconda migliore prestazione di sempre in maglia Virtus in campionato dopo i 59 di Calebotta. Arijan sbaglia solo 5 tiri, 17 su 20 da due, 1 su 2 da tre e 14 su 15 ai liberi, ma anche lo scorrere del punteggio del primo tempo è da record: 21-0 al 7', 35-2 al 10', 44-6al 13', 62-23 al 20', con valutazione 101 per la Buckler e l'Illy a meno 3. Secondo tempo senza storia, finisce 115-69. Per gestire l'assenza di Orlando, 15 minuti i campo per De Piccoli, tanti quanti Binelli.

Per sostituire Woolridge in campionato viene ingaggiato Anthony Bonner, prima scelta Nba da Sacramento, poi passato ai Knicks di New York, ma in coppa occorre continuare a giocare con un solo straniero e arriva il Maccabi capoclassifica. Con il nuovo assetto la Virtus difende meglio e ha più equilibrio. Chambers, oltre 20.000 punti in Nba, viene marcato prima da Komazec e poi da Carera e la marcatura è efficace, perché l'ex professionista viene limitato a 5 punti, con 2 su 9 dal campo, dopo lo 0 su 14 della settimana prima contro il Barcellona; Komazec, però, non si applica solo in difesa, ha 20 punti all'intervallo, con 6 su 8, 6 rimbalzi, 1 recupero, 3 assist e 33 di valutazione, contro il 32 di tutto il Maccabi. È proprio Arijan, sul 10-10, a produrre il parziale di 8-0 che porta Bologna sul 18-10. Alla pausa 57-40, frutto di un 66% da due e 57% da tre, prevalenza a rimbalzo, 18-11, +3 nel saldo recuperate-perse. Al 27' Komazec va in panchina, applauditissimo, con 29 punti (rientrerà poi arrivando a 32): nei primi 67 minuti senza Orlando, 80 punti. Due minuti dopo va in panchina per 5 falli l'ottimo Binelli, 14 punti, sull'81-58. La gara si chiude sul 95-77, con gli israeliani spazzati via,  pagando l'assenza del playmaker Goodes, infortunato, mal sostituito da Katash, mentre Jamchy, assente a Londra, dove il Maccabi, pur sconfitto, si era difeso meglio, non è più un fattore decisivo. A Verona gara numero 449 in campionato con la maglia Virtus per Brunamonti, che raggiunge così Villalta in testa alla classifica delle presenze in bianconero; c'è anche l'esordio di Bonner, che però si trova catapultato in un nuovo contesto e gioca una partita opaca, 4 punti e 3 rimbalzi. Non fa molto meglio Komazec, limitato dalla difesa scaligera, solo 12 punti per il croato, con un solo canestro su cinque tentativi nella ripresa. Contro una Mash trascinata da Iuzzolino, 25 punti, con 4 triple e 11 su 11 ai liberi, un superlativo Binelli, 18 punti, con 8 su 9 da due e 2 su 2 ai liberi, tiene comunque avanti Bologna fino a 1'34", quando la Mash pareggia con una tripla di Dalla Vecchia, poi la Buckler non riesce più a tornare avanti e cede 80-78, nono finale perso allo sprint nelle ultime due stagioni; nella serata grigia degli stranieri, oltreoceano Danilovic trascina i Miami al successo 92-94 a Phoenix, segnando 30 punti, 6 su 9 da tre, 3 su 6 da due, 6 su 6 ai liberi, 4 rimbalzi, 4 assist: una grande prestazione, nonostante le 7 palle perse, che acuisce i rimpianti. In coppa c'è da affrontare il Panathinaikos, che ricorda a Komazec la sua peggiore esperienza in carriera; nei bianconeri, già privi di uno straniero, Carera gioca con una frattura al pollice della mano destra. Trascinata dal suo unico straniero, la Buckler in tre minuti vola sul 14-6, ma poi subisce un parziale di 4-18 e si trova sotto 18-24. Binelli commette tre falli veniali su Vrankovic e un quarto in attacco, Komazec ne ha tre al 13', così i greci raggiungono anche il +7, grazie più a Ekonomou e Yannakis, rispettivamente 25 e 15 punti alla fine, che non all'ex cannoniere Nba Wilkins, che chiuderà con 12 punti. Moretti e Brunamonti riportano vicino Bologna 31-33, ma è un fuoco di paglia, il tempo si chiude 34-42, con i bianconeri che, dopo i 14 punti nei primi tre minuti, ne hanno segnati 18 nei restanti 17. Più 10 per gli ospiti in apertura di ripresa, le Vu nere provano a resistere con una tripla di Komazec e un 2+1 di Moretti, ma Morandotti al 25' ha quattro falli. Moretti sbaglia da solo il canestro del meno quattro e Ekonomou punisce dall'arco. Gli ellenici volano sul 44-55, ma con un quintetto offensivo la Virtus rimonta e Morandotti schiaccia il meno quattro, 53-57, Komazec da centro area porta i bolognesi sul meno due al 33', ma gli italiani vedono gli avversari allontanarsi ancora. Al 39' Coldebella per il nuovo meno due, 66-68, ma le speranze Virtus si spengono sul tiraccio di Abbio. Contro la Virtus Roma, Carera resta a riposo, Brunamonti tocca i 450 gettoni di presenza con la maglia bianconera in campionato, diventando il più presente di sempre, raggiungibile solo da Binelli arrivato a 408; Bonner fa un po' meglio che a Verona, ma è Binelli che regge il reparto lunghi con 37 minuti in campo, anche perché De Piccoli fa 4 falli in tre minuti. Il compito di realizzatori spetta a Komazec e Coldebella rispettivamente con 30 e 22 punti, di cui 18 e 14 nel primo tempo, capaci anche di bucare la zona romana nel secondo tempo, dopo che la prima frazione si era chiusa sul 56-50. Finisce 100-89. Per Komazec 8 su 11 da due, 3 su 3 da tre e 5 su 5 ai liberi, per Coldebella 6 su 10 da due, 2 su 3 da tre e 4 su 5 ai liberi e Virtus prima al giro di boa. A Madrid Carera gioca anche se ha il pollice rotto e la mano destra gonfia. Parte bene la Virtus, 23-27 al 13', ma Antunez, l'unica alternativa ai lunghi Arlauckas e Savic che nel primo tempo realizzano rispettivamente con 16 e 14, 30 dei 40 punti degli spagnoli, con due triple lancia il parziale di 15-4, che porta il punteggio sul 38-31 in meno di 5'. Il primo tempo finisce 40-37, ma al 31' Binelli commette il quarto fallo e Bucci è costretto a schierare un quintetto piccolo a zona, Coldebella, Brunamonti, Moretti, Komazec e Carera, il Real ne approfitta per piazzare un 12-2. Al 34' Coldebella esce per 5 falli, ma al 37' Buckler ancora incollata, 68-67. Le speranze crollano solo sul 74-71, quando Brunamonti serve un pallone in parterre e la gara termina 76-71. Con Woolridge che deve rientrare a febbraio e Orsini a gennaio, preoccupano le condizioni del ginocchio di Abbio, che fortunatamente non è da operare, come rivela la visita del dottor Lelli.

A Pistoia la Buckler fa crollare l'imbattibilità del campo toscano. Gara equilibrata, 46-46 all'intervallo, poi Bologna allunga, 66-74, ma Ancillotto trascina i suoi che raggiungono e sorpassano i bolognesi. Al 39' Pistoia, sul più 2 e palla in mano, potrebbe chiudere i conti, ma il pur ottimo Thomas si lascia sfuggire il pallone e Komazec può così pareggiare dalla lunetta. Nel supplementare la Virtus scappa 90-100, ma i toscani hanno la forza ancora di reagire chiudendo sotto solo di un punto, vincono le Vu nere 103-104. Ottima gara di Bonner, 26 punti, 12 su 23 da due, 2 su 4 ai liberi e 16 rimbalzi; in doppia cifra anche Komazec con 19, Coldebella con 17, Brunamonti con 15 e Moretti con 12. Binelli va a Barcellona, convocato per la Selezione Europea che deve sfidare la squadra catalana in occasione dell'addio al basket di Juan Antonio San Epifanio, in programma nel giorno di Santo Stefano; Gus realizza il primo canestro della gara, sei dei primi tredici punti della selezione, la schiacciata sulla sirena di fine primo tempo e in totale mette a segno 9 punti, conquistando anche molti rimbalzi, in una gara che la selezione europea domina e vince 118-92. Nelle file del Barcellona gioca Cuki Galilea, approdato in Virtus l'anno successivo, e tra gli invitati della serata è presente anche Eduardo Kucharski, allenatore delle V nere per tre stagioni a inizio anni '60. Contro l'Ambrosiana Carera va a referto ma senza entrare in campo. Primo acuto al 14', con Bonner che schiaccia al volo su invito di Moretti. Siamo già negli ultimi 8 minuti del primo tempo, quando il punteggio passa da 23-21 al 61-35 dell'intervallo, con un parziale di 38-14. Komazec, 32 punti, con 8 su 8 da due, 4 su 6 da tre e 4 su 4 ai liberi, e Bonner, 25, con 11 su 15 da due, 3 su 4 ai liberi e 9 rimbalzi, i migliori. Bene anche Binelli, 16 punti, 6 su 9 da due, 4 su 5 ai liberi e 10 rimbalzi. Morandotti fuori per 3 settimane per una lesione alla retina. A Barcellona Orlando nei dieci a referto, ma senza entrare in campo, più una vicinanza ai compagni che un recupero a tempo di record; in panchina c'è anche Cazzola, che ha appena annunciato la messa in vendita della Virtus. Il menomato Carera può garantire sol 3 minuti e allora il peso della gara lo sopportano soprattutto Moretti con 39 minuti, 30 punti, 5 su 8 da due e da tre e 5 su 7 ai liberi; Binelli con 37 minuti, 8 punti e 14 rimbalzi che permettono a una Virtus piccola di impattare con 31 la gara sotto i tabelloni, Komazec, che gioca anche da secondo lungo, 36 minuti con 27 punti, 12 su 16 al tiro (solo 2 su 5 ai liberi purtroppo); Coldebella 36 minuti, 15 punti e 6 assist; il resto, a parte il minuto di Soro, se lo dividono Abbio, 21 minuti e 6 punti con due importanti triple, Brunamonti, 12 minuti e una gran difesa, De Piccoli, che entra in quintetto e gioca 15 minuti. Partono forte i catalani, 8-0 dopo 2', ma Bologna recupera, spesso con 4 piccoli e la difesa a zona, e al 16' Abbio con un tiro pesante sorpassa, 39-42, poi con un'altra tripla Picchio porta le Vu nere al massimo vantaggio, 46-51, prima che il tempo finisca 50-51, con un tiro dall'arco di Djez sulla sirena. Nella ripresa i catalani provano a fuggire, ma la Bucler non si arrende neppure al quinto fallo di Komazec, 83-77 a 2'04" dalla fine; con tre triple di Coldebella e Moretti reagisce e sull'ultima di Paolino sorpassa, 87-88 a 8" dalla conclusione. Karnishovas sbaglia, ma Godfread a rimbalzo realizza il tap-in dell'89-88 che costringe una Virtus bellissima alla sconfitta. A Pesaro, dove la Virtus non vince da quasi 10 anni, Komazec gioca, seppure reduce da due allenamenti saltati, ma i marchigiani non stanno meglio, Thomson in tribuna e Magnifico quasi inutilizzabile (2 soli minuti in campo). La Buckler parte fortissimo, 10-17 al 6'30", 13-27 a metà tempo e 15-30 poco dopo, con gli avversari doppiati. Komazec e Bonner vanno a sedere con tre falli e Bologna si blocca, con un parziale di 28-10 la Scavolini va sul 43-40, prima che Moretti, salito dalla panchina, metta la tripla del pareggio, 43-43 all'intervallo. I marchigiani continuano la marcia a inizio ripresa e vanno sul 48-43, con un parziale di 5-0 (a cavallo dei due tempi 33-13), poi Rossi lamenta una distorsione alla caviglia e i bolognesi sorpassano con Moretti. Al 25' Komazec commette il quarto fallo, ma grazie a Coldebella e ancora a Moretti, le Vu nere raggiungono due volte il +7, ma al 34' la gara è ancora in bilico, 66-69. Bucci rischia Komazec e dispone i suoi a zona, Binelli colpisce e Pesaro segna l'ultimo canestro a 4'40" dalla fine. Vincono i bianconeri 72-86 con uno strepitoso Binelli, 27 punti, 12 su 17 dal campo, 3 su 4 dalla lunetta, 14 rimbalzi e 3 recuperi. Doppia doppia anche per Bonner, 17 punti e 10 rimbalzi, seppure non molto preciso, 8 su 18 da due e solo 1 su 5 ai liberi. Coldebella, 39 minuti in campo, 11 punti, 4 recuperi e 5 rimbalzi. In doppia cifra anche Moretti con 16 punti e Komazec con 13. Morandotti viene operato alla retina e quindi si allungano i tempi di recupero. Contro il Cibona partenza in salita, 13-18 al 6', poi, con un parziale di 10-0, all'8'30" Bologna è avanti 23-18, con già 15 punti di Komazec (alla fine 38). Carera entra presto per difendere meglio il canestro, ma la difesa bianconera non è aggressiva (al 9' un solo falo contro 8 degli avversari) e nel primo tempo la Virtus soffre la precisione avversaria dall'arco dei croati, 6 triple contro 0 dei bolognesi, e patisce anche a rimbalzo, 13-17; così, nonostante il 57% al tiro, la Buckler è sotto 41-42 alla pausa. Nel secondo tempo Coldebella, 13 dei suoi 15 punti nei secondi 20', e il solito splendido Binelli degli ultimi tempi trascinano i bolognesi. Al 28' Moretti sigla il 62-54 che ribalta anche la differenza canestri, al 32' gli italiani sono già 72-57, al 37' 83-64 e alla sirena 95-73. Da segnalare l'applauso del pubblico a Cazzola per cercare di trattenerlo dai suoi intenti di abbandono. Contro Siena bel primo tempo dei bolognesi, 48-35 con ottime percentuali di tiro, 70% sia da due che da tre e 88% ai liberi. Nella ripresa, al 26, sul massimo vantaggio delle Vu nere, 63-44, Turner realizza una tripla di tabellone, che dà il via a un parziale di 4-19, con la Buckler che conserva solo 4 punti di margine, 67-63. Poi però la Virtus riesce a controllare la gara e concludere vittoriosa 79-73. Komazec effettua solo 5 tiri in 32 minuti e chiude con 11 punti, ma a trascinare la squadra ci sono Binelli, 15 punti con 7 su 7 da 2 punti, e Moretti, 6 su 10 dal campo e 1 su 1 ai liberi con anche 3 assist. Solo un tempo efficace invece per Bonner. A Pau per la sfida con l'Orthez, decisiva per mantenere speranze di qualificazione in Europa ci saranno sia Komazec, nonostante il danno subito alla caviglia destra contro Siena, sia il rientrante Woolridge. La vigilia è, però, movimentata dall'annuncio di Bucci nuovo presidente a partire dal 29 gennaio, mantenendo, naturalmente, anche l'incarico da allenatore. I francesi sono senza Daye e al 10', sul 17-20 perdono anche l'altro americano Smith. La Virtus, con Carera in quintetto, è nel pieno del parziale di 6-23, che ribalta l'11-4 in un 17-27, che lascia ben sperare. Al 12' entrano Woolridge per Carera e Abbio per Komazec; i transalpini ne approfittano per piazzare un 13-2, quasi tutto di Rigaudeau con una tripla di Gadou, e al 18' sono avanti 30-29, anche se Bologna chiude il tempo sopra 30-31. Al 23' un tecnico e il quarto fallo di Coldebella costano 5 punti, così l'Orthez vola sul 44-36, ma non ha energie per chiudere, così un libero di Abbio porta la gara ai supplementari, 63-63. Nell'ultimo minuti un tiro pesante di Rigaudeau (28 punti), che già aveva deciso il supplementare dell'andata, porta le squadre sul 71-67, che è il preludio del finale, 74-69. Virtus sicuramente stanca per le rotazioni ridotte, ma soprattutto per il grottesco viaggio d'andata. La società bianconera aveva programmato il viaggio nel giorno stesso della partita, che coincide proprio con uno sciopero dei vigili del fuoco, di cui si sapeva da una decina di giorni. Comitiva (oltre alla squadra, giornalisti al seguito e 31 tifosi) quindi bloccata al Marconi per sei ore e mezzo, con aeroporto aperto solo per voli dalle isole, voli di stato e di emergenza. Inizialmente si pensa di ovviare con due velivoli da 8 e 9 posti, lasciando a terra giornalisti e tifosi, poi Verona e Venezia danno la loro disponibilità, ma quegli aeroporti vengono chiusi per nebbia. Un Focker 28 Air Sicilia, di nome Mary Poppins arriva in ritardo a Roma da Palermo e viene subito destinato a Bologna, ma sarebbe il 41° a partire. Il sindaco di Bologna Vitali telefona al collega romano Rutelli, per cercare di accelerare le procedure e, miracolosamente il Mary Poppins parte prima degli altri 40 aerei e arriva a nel capoluogo emiliano, da dove per le 15 è prevista la partenza per la Francia. Il decollo avviene in realtà alle 15,30 e così, a sole tre ore dalla gara la squadra arriva a destinazione.

Contro Treviso Woolridge è in borghese, gioca ancora Bonner e si sente: 9 su 13 al tiro (0 su 5 dalla lunetta, però), 14 rimbalzi e una ottima marcatura su Rebraca. Abbio è in quintetto per marcare Williams, ma produce anche punti, 14 alla fine, che fanno comodo, anche perché Komazec (25 punti nell'arco di tutta la gara) segna solo due canestri nei primi 14' e Coldebella e Moretti sono in giornata no. Al 10' sul 17 pari, D'Antoni inserisce Gracis per Bonora e la Virtus ne approfitta per portarsi sul 28-19. All'intervallo Bologna avanti 43-36, ma al 31' Treviso è ancora a meno 1, 59-58; a questo punto Brunamonti e Carera effettuano il break che sembra decisivo, 73-63 al 35'. Al 38' la Buckler conduce ancora di 7 e di 6 a 32" dalla fine, ma i veneti non demordono e provano a ribaltare la gara come già fecero all'andata. Bonora sigla la tripla del meno 3, 78-75 e, dopo un passi di Komazec, Bonner fa fallo su Pittis che realizza i liberi a 14" dalla sirena, Komazec in contropiede riporta a +3 i suoi, 80-77. La Benetton ha il pallone del pareggio, Williams è braccato e ci prova Pittis, ma la palla viene respinta dal ferro e il suo nuovo tentativo sul rimbalzo lungo non ha fortuna, finisce 80-79, con gli inutili liberi di Rebraca sulla sirena. Importante la supremazia dei bolognesi a rimbalzo, 37-27 nella ventesima sconfitta consecutiva dei trevigiani contro la Virtus a Bologna, dove fin qui non hanno mai vinto. Leggera distorsione alla caviglia per Binelli, ma contro il Benfica ci sarà. Continuano i dubbi se confermare Bonner, che ha offerte da San Antonio, Minnesota e Phoenix, o inserire il recuperato Woolridge. Contro il Benfica partono meglio i portoghesi, 2-7 dopo 2'20", ma un 15-0 in 4 minuti propiziato da uno scatenato Carera (10 punti alla fine) mette subito le cose a posto, 17-7. Al 9', sul 24-12 entra Orlando, che sembra ripetere l'opaca prova della trasferta francese, anche se negli ultimi 10' minuti, a gara risolta, si riprenderà arrivando al 40' con 21 punti. Così i lusitani tornano vicini, 40-35, ma bastano una buona difesa, un 3 su 3 di Moretti dall'arco, buone cose di Coldebella e Binelli e al 25' la partita è chiusa, 68-49, dopo avere chiuso il primo tempo sul 57-44. Finisce 97-81, ma i risultati dagli altri campi impongono altre tre vittorie nelle gare restanti per potersi qualificare. A Forlì i romagnoli segnano il primo canestro, ma poi la Virtus domina: 9-17 e, dopo un riavvicinamento dei locali sul 20-22, un nuovo allungo, 24-33, poi 39-49 all'intervallo. Al 30' bolognesi avanti 54-72 e vittoria per 82-101, tirando con il 74% da due punti. Ottimo, come spesso in questa prima parte di stagione, Binelli, 16 punti con 8 su 11, 9 rimbalzi e 4 stoppate, benissimo Komazec, 33 punti con 12 su 15, e il solito utilissimo Bonner, che cancella Kenny Williams, segna 17 punti e cattura 8 rimbalzi. Alla vigilia dell'importante partita di Tel Aviv, mentre sta guarendo la frattura di Carera, visita di Danilovic (infortunato) a Bologna, mentre  si apprende che Panathinaikos - Virtus dell'8 febbraio si giocherà a porte chiuse, per decisione della Fiba, per gli incidenti del dopo gara nella sfida dei greci con l'Orthez e arriva la tegola della decisione del pretore del lavoro che dà torto alla Virtus nella battaglia legale con Levingston, con la società bolognese condannata a pagare 4 miliardi all'americano. La gara con il Maccabi è la prima di un trittico di tre sfide di fuoco, le altre due sono il derby e appunta la trasferta ellenica. In Israele si va con Coldebella che soffre di una borsite al gomito e coi soliti problemi di Abbio, inoltre Binelli parte in panchina, in quanto vittima di problemi intestinali. Carera e Woolridge sono in quintetto, ma il reparto lunghi, già privo di Morandotti e con Orlando non ancora la 100%, è vistosamente menomato. Bologna parte bene, 16-22, poi un parziale di 21-2 ribalta tutto, 37-24, con la Virtus che in 6 minuti segna solo un 2 su 4 ai liberi con Coldebella. Il primo tempo si chiude sul 45-36, grazie a Brunamonti, Abbio e alla zona, poi nella ripresa la Buckler è trasformata: dopo due minuti entra anche Binelli e a trarne vantaggio è sopratttutto Orlando, che al 29' firma il sorpasso, 56 a 57. Con anche l'apporto di Moretti, 15 punti totali, i bolognesi prendono vantaggio e al 37'30" con una tripla Komazec porta i suoi sul 71-77, ma subito dopo esce per cinque falli. Ci pensano allora Abbio e Coldebella a siglare i tiri pesanti che tengono a distanza gli israeliani, poi a 5" dalla fine segna i liberi della staffa Moretti, già giustiziere qui la stagione precedente, per il terzo blitz consecutivo della Virtus in casa del Maccabi; finisce 83-86.

La Virtus affronta il derby con 4 punti di vantaggio in classifica, ma dopo il canestro di apertura di Binelli al 16", è sempre sotto: al 5'30" 18-8, recupera con un parziale di 0-6, arriva poi fino al 32-31, ma la Teamsystem con un 10-1 la ricaccia indietro 42-31. Il primo tempo si chiude sul 46-36 e il 5-0 di inizio ripresa determina un punteggio di 51-36 (parziale a cavallo dei due tempi 19-5). Al 36'30" si registra il divario massimo sul 74-58 e la gara si chiude sul punteggio di 82-71. Decisivi Myers e Djordjevic, 27 punti a testa e 12 liberi ciascuno, su 17 tentativi per l'italiano, percorso netto per il serbo, su cui fatica un Coldebella anche poco efficace in regia. Oltre a Claudio non in serata neppure Moretti e Bonner; per l'americano, lamentatosi alla fine della maleducazione del pubblico, 13 rimbalzi e 7 recuperi, ma 4 su 11 al tiro e 1 su 6 ai liberi. Woolridge negli spogliatoi sottolinea polemicamente che avrebbe giocato meglio lui. Gara decisiva per la Coppa ad Atene a porte chiuse. Parte bene Bologna, 3-10, con Komazec sugli scudi, poi però il croato si eclisserà, chiudendo con 12 punti, frutto di un 5 su 11 al tiro. Quando escono Yannakis e Wilkins, per Korfas e Alvertis, i greci impattano, 14-14, al 14' fanno registrare il primo vantaggio, 20-19, poi vanno a +5, 31-26. Reagisce la Buckler con due triple di Moretti, una di Coldebella e un canestro di Woolridge, catturando il rimbalzo dopo la stoppata subita da Vrankovic, che confezionano un parziale di 0-11, 31-37. Il tempo si chiude sul 34-37. Nella ripresa Alvertis ed Ekonomou segnano i 14 punti che portano Atene sul 48-42 al 24'. Binelli da fuori, Moretti e Orlando quando la difesa ellenica si apre fanno respirare Bologna, 54-54 al 28'. Il Panathinaikos passa a zona e in sette attacchi le Vu nere realizzano solo un cesto con Binelli, così si trovano nuovamente ad inseguire 62-56. I padroni di casa potrebbero chiuderla, ma sbagliano 4 tap-in consecutivi, così gli italiani risalgono con Abbio e Komazec sorpassa al 37', ma il canestro è annullato per fallo di sfondamento, come pure sfondamento commette Woolridge poco dopo ed è il suo quinto fallo. Moretti prolunga l'agonia segnando una tripla a 23", ma finisce con il punteggio di 72-69. Per la Virtus rimangono pochissime speranze di qualificazione, legate anche a incastri di risultati altrui nell'ultima giornata e i bolognesi tornano a casa anche con un distorsione tibiotarsica ad una caviglia di Abbio. Bonner vola negli Stati Uniti per la cerimonia di ritiro della sua maglia da parte della sua Università. Contro Reggio Calabria per la Virtus, chiamata al riscatto, è un crescendo: 7-1 dopo 90", 14-4 al 4', 31-10 al 10 e 61-35 all'intervallo, sulla tripla di Brunamonti. Senza storia anche la ripresa, con Bologna che chiude vittoriosa 122-89, tirando con il 70% da due punti e il 53% dall'arco, mandando i dieci giocatori a segno, anche il rientrante Orsini e il sostituto di Abbio, Soro, entrambi con 5 punti. Il mattatore è però Bonner, 35 punti, 15 su 17 da due, 5 su 8 ai liberi (5 centri consecutivi dopo i primi 3 errori, per uno che proveniva da un 2 su 12 nelle ultime tre gare), 11 rimbalzi, di cui 6 in attacco, 4 palloni recuperati e 2 assist, per un 51 di valutazione. Nelle prime quattro edizioni della nuova Eurolega, la Virtus si è sempre fermata alle soglie della final four, ma ha sempre superato il girone a otto squadre, approdando ai quarti di finale. Questa è la prima volta che i bolognesi non riescono a qualificarsi. Non sarebbe servita neppure una vittoria contro il Real Madrid, ma l'uscita è molto mesta, un 96-115 senza appello. Assoluto protagonista Arlauckas, 63 punti, 24 su 29, 11 rimbalzi, 4 recuperi, 2 assist, 82 di valutazione sui 149 di tutto il Real, contro il 79 dei bianconeri, nei quali si salva solo Woolridge, applaudito, 33 punti, con 12 su 19 e 8 rimbalzi. Male Komazec, fischiato, secondo canestro su azione al 21'30" sul 41-62, non bene Moretti, 2 su 4, poco da Abbio nei 15' giocati, ma con l'attenuante della caviglia malconcia.

Altra sconfitta a Varese, dove Bologna parte male, 17-11, ma con due triple di Abbio e Coldebella la Buckler impatta 19-19. Komazec è molle in difesa e svagato in attacco e i lombardi vanno sul 47-30 al 17'30", con la squadra di Bucci che difende male e getta palloni, ben 11 nella sola prima frazione. Il primo tempo si chiude sul 49-35. Nei secondi 20 minuti i bianconeri si rimettono a difendere, si risveglia Komazec e i bolognesi si riportano a meno sei per due volte, però al 24'30" c'è il quarto fallo di Coldebella e al 32' c'è il crac del ginocchio di Binelli. Due canestri di Brunamonti e uno di Carera portano la Virtus ancora più vicina sul 71-67, ma è l'ultimo suo sussulto, vince Varese 96-83. Si salvano solo Brunamonti, Moretti e Carera. Un mese di stop per Binelli. Arriva Milano in campionato e per un risentimento inguinale Brunamonti va in panchina, ma senza scendere in campo.  La vigilia si è consumata nell'incertezza se tagliare Bonner o Woolridge, ma spunta l'ipotesi di un taglio di Komazec, considerato l'infortunio di Binelli e le ultime prove non brillanti del croato, che però contro l'Olimpia parte bene (sarà poi limitato dai falli); nei primi 10 minuti segna 13 punti infilando il compagno di nazionale Bodiroga, a cui non ne concede alcuno e quando il giocatore della squadra milanese scende, la Virtus conduce 28-18. Ci sono però anche altri protagonisti, Moretti batte Blackman con due canestri più fallo, Coldebella aziona il contropiede e Bonner è un muro anche per le lunghe leve di Fucka, cosi si va sul 32-20. Poi Bucci deve rimescolare le carte, al 16' Komazec commette il terzo fallo, così il tempo si chiude con un 41-38 avaro per Bologna. Dopo 90 secondi di ripresa il croato di Bologna arriva al quarto fallo e va in panchina;i milanesi sorpassano e arrivano al più sei. Rientra Komazec e al 37' Coldebella pareggia, al 38' a impattare è Orsini con un tiro pesante, 76-76, ma lo sprint penalizza la Buckler, frenata anche da un antisportivo severissimo. Si va alla pausa e Bucci ne allena solo 4: Morandotti, vicino al rientro, Orsini, De Piccoli e Soro. Assenti per l'All Star Game i nazionali Abbio, Moretti, Carera e Coldebella (che non giocherà), i selezionati per gli stranieri Woolridge e Bonner, mentre l'altro selezionato Komazec è con la nazionale croata. All'All Star Game Woolridge segna 21 punti ed è l'MVP, 14 i punti di Bonner. Un turno di squalifica per Komazec dopo le proteste nei confronti degli arbitri contro Milano, mentre il rientro di Binelli, operato al ginocchio sinistro dal dottor Lelli, è previsto per il 9 marzo. Cazzola polemicamente, nella sua battaglia contro i vertici minaccia di non mandare i suoi giocatori in nazionale se l'accompagnatore sarà Bulgheroni che, essendo proprietario, si trova, secondo il patron virtussino  in conflitto d'interessi. A Trieste, con Binelli ancora fuori, Brunamonti in panchina, ma senza entrare, Abbio ed Orsini non ancora al meglio, vanno registrati i ritorni di Morandotti, con appositi occhiali, e di Woolridge, perché Bonner lamenta una fascite plantare. Komazec e Coldebella, alla fine rispettivamente 32 e 17 punti, spaccano il match. Per Claudio c'è anche il superamento di quota 3000 punti in serie A, al 2'30" sul 2-9. Al 9' sul 16-26 entra Morandotti, che segnerà 7 punti con un positivo impatto, tra le altre cose un suo gioco da tre punti su rimbalzo d'attacco al 13', porta Bologna al massimo vantaggio, 22-44. Meno positivo il ritorno di Orlando, 10 punti, con 4 su 11 al tiro e soli 2 rimbalzi, contro Gironi, l'anno prima in serie D, che realizza 8 punti, con 2 su 5 al tiro, 4 su 5 dalla lunetta, 6 rimbalzi e 2 recuperi, non sfigurando affatto contro Big O. Fine primo tempo sul 34-54. La ripresa fa segnalare solo i 16 minuti di De Piccoli e la regia di Orsini, 7 punti per lui e punteggio finale 83-94. La Virtus riesce ad allenarsi un giorno finalmente al completo, ma poi ad Abbio esce la spalla.

Contro Verona, nell'anticipo del sabato, dominano Komazec, 33 punti, e Woolridge, 26, i quali lasciano agli italiani solo 8 canestri in 40 minuti, tra cui due triple di Coldebella e tre di Moretti. Claudio è un altro grande protagonista della gara, limita Iuzzolino e quando gli scaligeri, dopo essere stati sotto 38'30", finiti anche a meno 14 al 31', rientrano sull'85-79, a 43" dalla fine segna la tripla definitiva. Finisce 94-85, vittoria che il giorno successivo vale il primato, con la Fortitudo sconfitta ai supplementari a Reggio Calabria. Alla fine si decide di tenere Woolridge, dopo l'ottima prova contro Verona e Bonner torna negli Usa; per lui 12 gare, 16,6 punti di media, 9,5 rimbalzi, 20,9 di valutazione, 59,2% da due punti, 46,5% dalla lunetta (il suo tallone d'Achille) e 28-32 di saldo attivo palle perse e recuperate. Trasferta a Roma all'ultima giornata per mantenere il primato prima della fase orologio. Komazec viene surclassato da Sconochini, il croato ha tre falli al 9'30", quando Hugo ha già segnato 15 punti (saranno 20 alla fine, contro i 9 del bianconero). Con Brunamonti e Abbio assenti, la Virtus non regge, finisce sotto 33-23 al 20', segna solo 36 punti nei primi 30', perde 40-36 la battaglia ai rimbalzi, dove si distinguono solo Carera con 9 e Coldebella con 7. Morandotti riesce a togliere un po' di spazio a Sconochini, Moretti ha qualche sprazzo e così la Buckler limita i danni ma perde la gara 69-60 e lascia il primo posto alla Fortitudo. Semifinale di Coppa Italia al Forum di Assago contro la Stefanel che gioca quindi in casa, la Buckler è sempre senza Abbio e Brunamonti; Morandotti ha tre falli dopo 2'08" e sul 14-14 Gentile (19 punti alla pausa con 5 triple) segna in 20" due tiri dall'arco e la Buckler si trova in un attimo sotto 25-17. Al 13' Binelli commette il quarto fallo sul 35-24 e poco dopo i milanesi hanno 13 punti di margine, 38-25. Reagisce la Virtus, chiude il primo tempo sotto 48-43 e a inizio ripresa sorpassa 51-52, con qualcosa da Woolridge, molto più da Coldebella e qualche sprazzo di Moretti, quando Komazec (19 punti finali ma spentosi troppo presto) al 30' arriva a quattro falli. A 6'20" dalla fine Coldebella (15 punti alla fine) porta i suoi avanti, Komazec rientra ma commette subito il 5° fallo e poco dopo è imitato da Gentile, sul 73-73. A 90" dalla sirena la Stefanel ha tre punti di vantaggio, ma, dopo concludendo una lunga sequenza di falli e liberi la Virtus impatta a 9" con Moretti, 82-82 e subito dopo Bodiroga spareggia segnandone uno solo. Coldebella ha l'ultimo tiro, che si spegne sul ferro, finisce 83-82. Morandotti nel tunnel si scatena contro gli arbitri e prende due giornate di squalifica, che sconterà nella finale per il terzo posto e nella prima gara della fase ad orologio. La Buckler si aggiudica la finalina, 109-99 contro Pesaro (54-46 all'intervallo), una gara che potrebbe aprire una finestra sull'Europa, ma che viene presa come un allenamento, 35 triple scoccate, nessuno uscito per 5 falli, anche se Carera riesce ad infortunarsi al dito già fratturato mesi prima; al posto di Morandotti c'è nei dieci Brunamonti, ovviamente senza potere entrare in campo. Mentre la Virtus era impegnata in Coppa Italia, la Fortitudo perde a Siena e così i bianconeri nel recupero contro Roma possono riprendere le redini del comando, perse proprio nella precedente gara di campionato nella capitale. Komazec gioca un gran primo tempo, 24 punti con 10 su 12 al tiro (saranno 31 alla fine con 12 su 15), così all'intervallo Bologna è avanti 52-34 (nella sfida precedente le Vu nere ne avevano segnati 60 in 30'). Sconochini, che tanto aveva fatto male alla Virtus a Roma, si limita con i falli, due dopo 150", tre al 9' e quattro alla fine del primo tempo. Woolridge, dopo un primo tempo opaco, segna 8 punti a inizio ripresa, saranno poi in totale 17, e fa capire che non ci sono speranze per i capitolini. Altro protagonista è Moretti, 23 punti con 7 su 9. La gara finisce 92-74. Si arriva al derby, chi vince prende i due punti e il doppio confronto e a farlo è la Fortitudo, 87-71, trascinata da Gay, 15 punti e 17 rimbalzi (quanti ne catturano insieme Binelli, Woolridge, Carera e Morandotti), Djordjevic, 22 punti, e Myers, 27 punti, di cui 17 nel primo tempo, poi limitato dai falli, già 4 al 22'. Virtus sotto 47-30 all'intervallo, 70-47 al 32'30", poi una bella reazione, fino alla tripla di Woolridge che la riporta a meno 9, 77-68, ma il divario era troppo rilevante per sperare di recuperare. Torna al comando della classifica la squadra di Scariolo.

A Trieste al 4', sull'8-5 per i padroni di casa, la Virtus piazza un parziale di 2-16 in 10' che la issa al comando, 10-21; break di cui sono artefici Binelli, che soffre Crudup in difesa ma è molto efficace in attacco, e Komazec, che segna 20 dei suoi 25 punti della serata nel periodo in cui la partita non è già decisa. Al 18' fa il suo rientro in campo Brunamonti, autore di un canestro in contropiede. Da segnalare anche i 9 punti di De Piccoli, mentre la gara, dopo il primo tempo chiuso sul 33-49, è già chiusa al 30'30", sul 50-74. Finisce 71-93. La Benetton al ventunesimo viaggio a Bologna, riesce a vincere, 73-87. Dopo un primo tempo tutto dei veneti, 35-45, quando la Virtus è in rimonta, 46-47, sul quarto fallo di Binelli, Bucci prende tecnico, Williams segna i due liberi, poi tripla di Ambrassa e in 5 minuti i verdi segnano 5 tiri pesanti, tre con Williams e uno a testa Ambrassa e Pittis, così al 30'30" i veneti sono nuovamente lontani, 58-69. Entra Morandotti, 1 punto in 9', Binelli segna 5 punti ma al 36'30" commette il quinto fallo, Bologna è aggrappata al match, 67-71, ma è l'ultima volta, Treviso scappa via. Perde anche la Fortitudo a Forlì e la Virtus mantiene ancora speranze di poter arrivare prima. A Verona, però i bianconeri faticano molto, Carera è in quintetto ma la Mash vola 18-10, in 90 secondi Bologna ricuce, 18-17; Komazec sorpassa, 25-26, con uno dei 4 canestri della sua gara. Coldebella (15 punti) francobolla Iuzzolino, che alla fine ne segnerà comunque 32, Woolridge è formidabile in attacco (34 totali, 21 nel primo tempo con 7 su 11 e 8 falli subiti), ma la difesa Buckler fa scappare Verona, 51-44 alla pausa, con 7 rimbalzi offensivi dei veneti. Komazec oltre alla poca pericolosità offensiva, all'intervallo ha tre falli ed è stato deficitario nella difesa iniziale su Londero (17 punti al 20' e 30 alla fine). In apertura di ripresa 3 contropiedi falliti, il quarto fallo di Komazec e 6 rimbalzi offensivi degli scaligeri, portano la squadra di casa a +10. Bucci prova Morandotti terzo lungo e Coldebella guida la rimonta fino al meno 4 palla in mano. Il quinto fallo di Carera riabbassa il quintetto, anche perché Binelli non ce la fa per una botta al gomito. Triple in sequenza di Iuzzolino, Longobardi e Londero e di nuovo bolognesi a meno 11, 77-66 al 30'. Gli emiliani rientrano con triple di Orlando e Moretti, 30 alla fine i punti di Paolino). Moretti pareggia a quota 94. Nel supplementare la vince il quintetto degli ultimi rimasti: Moretti, Orsini, Binelli (con un braccio fuori uso), De Piccoli e Morandotti; quando quest'ultimo esce per cinque falli sul 101-101 a 80" dalla fine i bolognesi escono vittoriosi in 4, sorretti da Moretti, 30 punti in 38 minuti, in campo insieme ai tre che hanno, inclusi questi ottanta secondi, minore minutaggio e meno punti realizzati nella gara, Orsini 3 minuti e nessun punto, De Piccoli 9 minuti e due punti, Binelli 14 e 4, meno di Carera (15 e 4), Brunamonti (23 e 6), Morandotti (25 e 6), Komazec (20 e 10), Coldebella (38 e 15), Woolridge (40 e 34), tutti usciti per falli. Sono soprattutto un Binelli stoico e un Moretti scatenato a confezionare l'impresa. decisivo passi di Iuzzolino a 11": 108-109. Intanto a Bologna passa la Cagiva, trascinata da un decisivo Ravaglia (13 punti in 32', 2 su 3 da due, 2 su 2 da tre) in prestito a Varese ma di proprietà Virtus, contro la Fortitudo; la Buckler torna così al comando della classifica. Ultima gara contro Pistoia. Si festeggiano le 100 gare in A di Komazec, le 450 di Morandotti e il compleanno numero 37 di Brunamonti. Con un parziale di 15-2, la Buckler sale al 30-19 al 12', con triple di Brunamonti e Coldebella. Pistoia prova con la zona, superata in velocità, con il pressing, battuto dalla coppia Brunamonti - Coldebella. Woolridge segna solo 2 punti nel primo tempo (finito 45-37), ma lascia Barlow a due tiri e 3 punti nella prima frazione; poi nella ripresa Orlando realizza 13 punti con 5 su 6 da 2 e 3 liberi a segno su 3; due tuffi del solito generoso Carera e al 24' Bologna è sul 60-39. Per Komazec, dopo la grigia prova di Verona, 30 punti, 11 su 13, 6 su 6 ai liberi e 5 assist. Bene anche Coldebella, 16 punti, 6 su 6 ai liberi, 5 falli subiti, zero commessi, 5 recuperi e 26 di valutazione. Termina 103-87 e per il quarto anno consecutivo la Virtus affronta i playoff da prima testa di serie.

Si parte con le gare a eliminazione diretta e si ricomincia da dove si era finito, Virtus - Pistoia. Sono i 19esimi playoff per Brunamonti ed è record. Gara diversa dalla precedente, toscani avanti al 17' 23-35, all'intervallo 32-42, con un ottimo Irving Thomas, visto a Bologna ai tempi di un Wennington spesso a rischio taglio, autore nella prima frazione di 20 punti e sono 25 quando deve lasciare per una distorsione al 26' sul 47-49. Woolridge, 18 punti con 8 su 12 al tiro, segna canestri importanti, il 67-67 e poco dopo il sorpasso. Komazec difende bene su Ancillotto, ma non produce tantissimo in attacco, pur sempre 21 punti (per il croato 6 su 8 da due e ai liberi e 1 su 1 nelle triple con anche 5 assist), ma soprattutto 6 degli ultimi 8, quando Bologna sprinta, nonostante le uscite per falli di Carera e Binelli. Fondamentali una tripla di Moretti in risposta a una di Minto, che aveva fatto scappare Pistoia 62-66 a 3'40", il sorpasso di Woolridge, 69-68 a 2' e un canestro su rimbalzo d'attacco di Coldebella, per il + 3 a 40", 73-70. Finisce 77-74. Nel ritorno a Pistoia non c'è Brunamonti, contrattura al polpaccio sinistro, invece è presente Orsini, nonostante gli acciacchi. Thomas dopo 4 minuti cade e, per il riacutizzarsi dell'infortunio di Bologna, deve uscire; Crippa è a mezzo servizio per noie a un ginocchio. La Virtus parte forte, 0-5 al 1', i toscani reagiscono, 6-7 al 3', ma sono sorretti solo da Ancillotto, 27 punti; infatti all'11' Moretti con un tiro da oltre l'arco porta i bianconeri sul 18-27 e due triple in sequenza di un Komazec a corrente alternata (22 punti), fissano sul tabellone il 22-34 del 16'. All'intervallo si va sul 33-38, ma al 22' la gara è in parità, 38-38, con un parziale di 16-4 tra prima e dopo l'intervallo. Komazec e Morandotti hanno 4 falli (come anche Capone nella squadra di casa), ma le Vu nere si portano sul 42-50 al 28'. Ultimo sussulto della Kleenex che si smorza quando Minto fallisce il tiro pesante del pareggio sul 48-51. Con il contropiede sospinto da Coldebella, 20 punti, i bolognesi si portano sul 52-61 al 35' e vincono 68-81. A sprazzi anche Woolridge, autore di 17 punti. Contro Milano Brunamonti non recupera, Orsini ha una tendinite, entrambi saranno in panchina, ma non entrati come De Piccoli. Sempre fuori Abbio, Morandotti rientra in quintetto e Moretti fa il sesto uomo con compiti di regia, viste le assenze. La Buckler gioca un buon primo tempo, ma raccoglie all'intervallo solo un 42-38, anche a causa del 6 su 11 ai liberi. In questa prima frazione 25 punti dei lunghi, 9 Binelli, 7 Woolridge, 6 Morandotti e 3 Carera, i quali però ne segneranno solo 7 nella ripresa, quando Milano rimonta e scappa, 51-61 al 29' (dal 31-24 del 14'30", un parziale di 20-37), trascinata da Bodiroga, 26 punti e 15 rimbalzi. Nella ripresa Morandotti gioca solo 5', Bucci lascia più spazio a Moretti, che però non si accende mai; la Virtus dei secondi 20' minuti è quasi tutta Komazec, 10 dei 25 tiri bianconeri del secondo tempo sono suoi e il croato (30 punti finali) prima lancia le Vu nere alla rimonta con un parziale di 9-0, portandole a meno 1, poi, dopo un nuovo allungo milanese, con una tripla riporta i suoi a meno due, sul 72-74, ma la Stefanel riesce a concludere vittoriosa 75-82. Dopo 28 vittorie consecutive in casa nei playoff, dalla sconfitta nel derby dell'88, la Virtus torna a perdere in casa nelle sfide post season. All'uscita dal campo un pezzetto di plexiglas ferisce l'arbitro Cazzaro e il campo di Piazza Azzarita viene squalificato, ma la società paga la penale di 8 milioni per congelare la squalifica. A Milano i padroni di casa dominano, ma la giocata che stronca la Virtus sono 5 punti di Portaluppi in un secondo, quando il ferro ha respinto la tripla del possibile meno 1 di Moretti; Portaluppi segna da tre, poi, sulla rimessa sbagliata di Binelli segna in entrata. Da lì l'Olimpia, che aveva chiuso il primo tempo avanti 44-35, vola con la 1-3-1 sul 58-40 al 25' e sull'82-59 al 36'30". Per le V nere è la quinta sconfitta stagionale coi milanesi. I due stranieri iniziano la ripresa in panchina e Orlando, positivo solo nei primi 10', terminerà anche la gara a sedere, mentre Komazec fa bottino solo a gara chiusa. Male Coldebella e Moretti, Brunamonti prende anche un tecnico, Morandotti è trasparente, Carera cattura solo 3 rimbalzi, ma almeno ha 4 su 6 al tiro. Nonostante le 7 palle perse, il migliore è Binelli, 8 su 11 al tiro, 4 su 5 ai liberi, 9 rimbalzi e 3 recuperi. In gara 3 sugli spalti di piazza Azzarita c'è anche Danilovic. La gara comincia male come le precedenti, Bodiroga scappa a Coldebella, segna 10 punti e porta o suoi sull'11-18. Poi con la difesa, che costringerà i milanesi a un 19 su 56 al tiro, Bologna piazza un 23-8 in 10' e scappa. All'intervallo Buckler avanti 48-37, con il 61 % al tiro, 25 fallì subiti, 19 libero e 3 recuperi. Al 26' e al 27' Komazec e Coldebella commettono il quarto fallo e vanno a sedere, ma i bianconeri controllano, anche perché quando i meneghini provano a rientrare, Moretti con una tripla riporta i bolognesi a +11, poi segna due canestri nel finale. Bene Woolridge, 14 tiri e 6 fallì subiti, 19 punti e 7 rimbalzi, lasciando fare bottino a Fucka solo nel finale con un modesto 5 su 13. Tutti, però, mettono il loro mattone: Binelli cattura 13 rimbalzi; Komazec blocca Blackman, Morandotti spegne Bodiroga, che dall'8', quando viene preso in consegna da Riccardo, alla fine, segna solo 4 punti; Brunamonti guida la squadra contro la 1-3-1 e permette a Coldebella di prendersi 15 minuti di pausa; il quale Coldebella non ha più tiro, ma non perde palloni, ne recupera 5 e confeziona 2 assist; dei canestri importanti di Moretti abbiamo detto, Carera in tuffo lancia un contropiede importante. In gara tre parte bene la Buckler, 4-11 al 4', poi Milano comincia a difendere, impatta a quota 19 e poco dopo sorpassa, 23-21. All'intervallo, sul 40-34, si capisce già che la Buckler non avrà la forza per reagire, infatti la Stefanel s'impone 77-56.

Dopo tre titoli consecutivi, la Virtus conclude al terzo posto, dopo la stessa Milano e la Fortitudo. Cazzola annuncia il ritorno alla presidenza. Ultima stagione in bianconero per due grandi protagonisti degli ultimi anni: Coldebella e Moretti vanno in Grecia. Claudio arrivato promessa, cresciuto al fianco di Brunamonti, se ne va dopo anni di successi, play titolare, con un posto in nazionale. Paolino, dopo essere diventato protagonista decisivo nelle conquiste della squadra, paga il gravissimo infortunio patito nella penultima stagione, dopo il quale ha fatto vedere sprazzi del giocatore che era stato, ma senza poter avere la medesima continuità; soprattutto, però, è l'ultima stagione nel basket giocato e nella sua Virtus di Roberto Brunamonti, che ha segnato 14 stagioni, scudetti e coppe, successi che non dicono come sia stato uno dei più grandi di sempre. Lo ritroveremo mietere altre vittorie da allenatore e da dirigente, ma è per quello che ha mostrato sul campo da gioco che è stata ritirata la sua maglia numero 4, una delle tre che appese all'Unipol Arena, ci ricordano sempre che, come cantavano i tifosi, in uno di quei cori in cui la spontaneità si sposa alla essenza più vera delle cose, "C'è solo un Brunamonti". 

LA PRIMA VOLTA NON SI SCORDA MAI

Il trionfo datato 16 settembre 1995. Venticinque anni fa, all'Unipol Arena, andò in scena la prima edizione della Supercoppa Italiana. Di fronte, Virtus e Treviso. A sollevare il trofeo, capitan Brunamonti...
di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 27/08/2020

 

Il basket italiano, dopo la lunga interruzione per il covid-19, riprenderà con la Supercoppa italiana a fine agosto. Si tratta di un trofeo messo in palio dal 1995. In diciassette delle prime diciannove edizioni la manifestazione era programmata tra la vincitrice del campionato e della Coppa Italia. Quando era la stessa squadra ad aggiudicarsi i due titoli, il trofeo veniva messo in palio tra chi aveva vinto lo scudetto e la finalista della coppa nazionale (è successo in sette occasioni). Due uniche eccezioni fino al 2013, anno della Supercoppa revocata a Siena: nel 2000 parteciparono tutte le squadre di A1 e A2, ad eccezione della Viola Reggio Calabria, impegnata in un torneo a Buenos Aires (le due squadre prime classificate nel campionato e nella Coppa Italia precedente furono ammesse direttamente alla Final Four, le altre venticinque disputarono un girone, ottavi e quarti di finale per raggiungere Fortitudo e Benetton Treviso nella finale a quattro); nel 2001 si giocò una Final Four tra le prime quattro squadre di serie A1. A partire dal 2014 di nuovo una Final Four, disputata però dalle finaliste del campionato e della Coppa Italia. Nel 2020 la Supercoppa sarà la più lunga, dopo quella del 2000: le sedici squadre di serie A sono state divise in quattro gironi e le vincitrici saranno ammesse alla Final Four. La prima edizione della Supercoppa si disputò il 16 settembre 1995 tra la Virtus Bologna, reduce dal suo terzo scudetto consecutivo, e la Benetton Treviso, vincitrice della Coppa Italia. La gara si giocò a Casalecchio, in casa della squadra campione d’Italia, a causa dei lavori in corso al Palasport. Agli ordini degli arbitri Teofili di Roma e Cicoria di Milano scesero in campo i quintetti formati da Coldebella, Komazec, Morandotti, Woolridge e Binelli per i bianconeri e da Bonora, Williams, Pittis, Rebraca e Chiacig per i colori uniti. Dopo sette minuti Williams aveva tre falli a suo carico e al 15' la Virtus era già a più ventiquattro, con Woolridge impressionante per velocità, concretezza e spettacolarità, Morandotti protagonista occupando le mattonelle dell'assente Moretti, Carera impegnato a limitare Rebraca, unico trevigiano a contrastare l’onda bianconera e Coldebella ad avere vita relativamente facile sul rientrante Bonora, non ancora la meglio. Al 20' erano ancora ventiquattro i punti di vantaggio, 55 a 31 e la ripresa non ebbe storia con Bologna che si aggiudicò il trofeo vincendo 90 a 72. Orlando Woolridge, 26 punti, vinse il premio Menichelli riservato al migliore giocatore della gara. Per le V nere che in maggio avevano chiuso la prima era Danilovic vincendo lo scudetto proprio contro i trevigiani, un altro trionfo, l’ennesimo contro Treviso, che fino a quel momento era ancora senza vittorie a Bologna, sponda Virtus. L’entusiasmo che circondava la Virtus era crescente: anche grazie all’arrivo di Komazec da Varese, dove aveva impressionato per le sue capacità realizzative, e da Treviso di Woolridge, che nella stagione precedente, prima di un infortunio che ne condizionò le prestazioni, aveva reso la Benetton quasi invincibile. Il successo in Supercoppa della squadra di capitan Brunamonti sembrò così di buon auspicio sia per la stagione, sia come esordio nel nuovo trofeo. In realtà l’annata 1995/96 non riservò grandi altre soddisfazioni, se non il secondo posto nell’Open di Londra dietro gli Houston Rockets: fuori nel girone di Eurolega e solo un terzo posto in Coppa Italia. Non meglio sono andate le successive esperienze in Supercoppa: nel 1997 le Treviso si prese la rivincita al Palaverde contro le V nere che si erano aggiudicate la Coppa Italia 1996/97 in finale contro Cantù; l’anno dopo la Fortitudo, che aveva vinto la Coppa Italia, ma ancora scossa dall’eliminazione in Eurolega e dall’essersi vista sfuggire il primo scudetto che sembrava ormai vinto, sempre contro la Kinder, si consolò battendo i cugini nella Supercoppa disputata a Casalecchio (eccezionalmente il trofeo per il migliore giocatore andò a un giocatore della squadra sconfitta: quell’Alessandro Abbio che, proprio da pochi giorni è tornato alla Virtus come responsabile del settore giovanile); nel 1999 fu Varese, fresca vincitrice della stella del decimo scudetto, a battere la Virtus, che proprio contro i varesini aveva vinto la Coppa Italia; nella stagione seguente, la più lunga edizione della Supercoppa vide la squadra di Messina approdare all’atto finale, ma fu sconfitta da Roma, vedendosi sfuggire l’unico trofeo di quell’annata che la vide trionfare in Coppa Italia, Eurolega e campionato, il famoso grande slam; nel 2001 le V nere furono sconfitte in semifinale da Treviso di cinque punti, nella Final Four di Genova; sullo stesso campo la sfida secca dell’anno dopo andò anche peggio, con un meno ventotto accusato dai bolognesi che si erano qualificati in quanto vincitori della Coppa Italia; da finalisti di quest’ultima furono, invece, ammessi alla Supercoppa del 2008 e del 2009 contro Siena e furono altre due nette sconfitte, rispettivamente per 87 a 65 e 82 a 64. In tutto nove partecipazioni e un solo successo, quello della prima edizione, quando fu Brunamonti a sollevare il suo ultimo trofeo da giocatore.

Il tabellino della Supercoppa 1995:

Virtus Bologna: Coldebella 11, Komazec 15, Morandotti 14, Woolridge 26, Binelli 3, Carera 11, De Piccoli 2, Abbio 5, Brunamonti 3, Orsini n.e.

Benetton Treviso: Bonora 6, Williams 20, Pittis 19, Rebraca 18, Chiacig 5, Bon 2, Gracis, Pessina 2, Bulleri, Colladon n.e.


 

Brunamonti alza la Supercoppa...

...e Woolridge il trofeo per il migliore giocatore

Gagliardetto del Torneo Open di Londra (foto fornita da Giorgio Lanfranchi)

BOLOGNA CAPITALE DEL CANESTRO: «BUCKLER FAVORITA»

di Paolo Fosoni - L'Unità - 16/09/1995

 

Tutti contra la Buckler Bologna, non per cattiveria o per accanimento personale, ma semplfcemente perchè la squadra felsinea ha vlnto gli ultimi tre scudetti. Domani inizia il campionato, anche gli «altri» chledono un po' dl gloria. A cominciare dal secondo club dl Bologna, la Teamsystem Fortitudo, arenatasi nella passata stagione in semifinale. Per non parlare poi della Benetton Treviso, ultima squadra a cucirsi il «tricolore» sul petto prima dell'era-Buckler, i veneti sognano rivincite, poiché chi arriva secondo - come appunto i trevigiani l'anno scorso - è pur sempre uno sconfitto. Non esistono più le «scarpette rosse» a Milano - esigenze di sponsor e la memoria storica se ne va - ma l'Olimpia cerca disperatamente di instaurare un nuovo ciclo di successi, con la benedizione della Madonnina, mentre a Pesaro i tifosi della Scavolini con nostalgia sfogliano gli almanacchi degli anni Ottante: domani si parte, tutti sono già schierati sulla linea di partenza, anzi a bordo parquet. Tutto pronto? Non proprio, come ammonisce Sergio Scariolo, bresciano di 34 anni, allenatore della Teamsystem Bologna.

All'inizio se ne vedranno delle belle, molte squadre non sono a posto, anche perché la Nazionale militare ha tenuto fuori molti giocatori per più di un mese, alcune squadre sono state fortemente penalizzate, ma non voglio fare polemiche. COmunque, varie squadre hanno cambiato moolto, ci metteranno del tempo a trovare una propria identità. Prima fra tutte la Buckler.

Ma la Buckler resta sempre la superfavorita, secondo lei, Scariolo?

Sì, se non altro perché ha vinto lo scorso anno. Ha ceduto Danilovic, ma si è rafforzata moltissimo con Komazec e Woolridge. Avendo cambiato molto, avrà bisogno di un po' di tempo per entrare in forma.

Quali le altre pretendenti per lo scudetto?

Credo le solite: Benetton, Treviso, noi della Teamsystem, Scavolini Pesaro, Mash Verona e forse Stefanel Milano.

Bologna si ripropone come capitale del basket italiano?

Sì.

Bologna, Treviso, Verona, Pesaro: il basket vince dove il calcio non va. È una coincidenza?

No, non credo. Ma è anche riduttivo considerare automatico questo passaggio. Subentrano tanti fattori. Comunque penso che nelle grandi metropoli come Milano e Roma per il basket si apiù difficile prendere piede, perché gl iinteressi sono tantissimi, non solo sportivi, ed è quasi impossibile creare un polo di interesse intorno ad una squadra di absket. Naturalmente possono esserci tante eccezioni.

Parliamo della Fortitudo Bologna. L'anno scorso fu la squadra sorpresa, quest'anno però Vincenzo Esposito se n'è andato per cercare fortuna in Nba. Ma è arrivato Carlton Myers dall'A2...

Non voglio fare troppi discorsi sulle individualità. Esposito è un giocatore dotato di grandi qualità tecniche e fisiche ed ha un grande temperamento, Myers è un odei migliori giocatori italiani, ma non l'ho ancora visto all'opera. È infortunato, deve stare fermo ancora un mese e mezzo. Ha i numeri per essere un grande campione, non solo un grande talento. Quando tornerà in campo, verificheremo se l'anno in A2 a Rimini gli ha fatto bene o male.

Esposito non è l'unico italiano quest'anno sbarcato in Nba: anche Rusconi ha scelto il basket "prof" americano. E agli ultimi Europei il basket azzurro si è piazzato subito alle spallle delle grandi. Dopo anni di torpore la pallacanestro italiana è forse in crescita?

Sì, non c'è il minimo dubbio. Si sta affermando una generazione di giovani interessanti, che non sono però all'altezza della squadra che vinse l'oro agli Europei di nantes nel 1983, quella di Meneghin e Marzorati. In mezzo c'è stato un periodo brutto di stasi per il basket azzurro. Ma ora è cambiata la metalità, c'è più disponibilità ad imparare. E i risultati poco alla volta migliorano.

Pensa che entro breve l'Italia maschile possa raggiungere i livelli dell'Italia femminile, seconda agli Europei a giugno?

Purtroppo no. Immaginare la nazionale azzurra seconda in Europa nel giro di pochi anni mi risulta difficile. Anzi, impossibile.

Houston - Virtus all'Open di Londra (foto  fornita da Daniela Ballotta)

OPEN, LA BUCKLER DIETRO HOUSTON

di Walter Fuochi – La Repubblica – 23/10/1995

 

C'è ancora la Buckler dietro la Nba. Al McDonald's Open di Londra, Bologna ha perso solo la finale contro i campioni di Houston (126-112), così come due anni fa a Monaco cedette solo a Phoenix (112-90). È stato un buon torneo, quello dei bolognesi: subito vincenti sul Maccabi 112-103, poi sul Real Madrid (102-96), in una partita equilibrata ed aspra, quasi da Euroclub. I 48' di gioco in tre giorni filati, i 5 metri di campo in più, l'energia fisica dei Rockets, pur privi di Olajuwon, si sono avvertiti in finale, quando Bologna ha retto bene nel primo quarto (30-30) ed anche nel secondo (57-64), perdendo contatto solo quando Drexler (25), premiato come miglior giocatore del torneo, Cassell (23) e Brown (22) hanno potuto allungare. Woolridge ha segnato 34 punti nella finale, e 91 in tutto il torneo, ben giocato anche da Komazec (86), Coldebella e Carera. Gli australiani di Perth sono arrivati terzi davanti al Real, il Maccabi quinto, sugli inglesi di Sheffield.

 

 

QUANTE VITE, BRUNAMONTI

di Walter Fuochi – La Repubblica – 30/10/1995

 

Coi denti, benché abbia comandato 39 minuti su 40, la Buckler s’è tenuta il derby: cioè ha retto l’assalto della Teamsystem, la forza nuova, alla sua gloriosa cittadella. Poteva finire, dopo tanto equilibrio, in mille modi: la Virtus ha avuto il torto di non uccidere (sul +11 a 5’ dalla fine, 70-59, segnando di lì in poi solo 6 liberi); la Fortitudo quello di non afferrare una nemica che pure era vicina, spesso barcollante, vulnerabile. Ai punti, almeno, meritava la Buckler. Le due ultime fischiate inaspriscono i rimpianti della Fortitudo: che le ha avute entrambe contro. La Bologna con lo scudetto, che giocava in casa, in un clima accettabilmente disteso, ha vinto a centrocampo, benché i ritmi blandi fossero quelli preferiti dalla concorrenza. Ma Coldebella ha ingabbiato a lungo Djordjevic, tagliandone i collegamenti con la squadra, e Brunamonti l’eterno ha sparato dentro 13 punti in 13 minuti, un 5/5 che ha spaccato il derby. Era il numero 24 d’una carriera approdata ormai a 36 primavere, picco di vecchiaia di una squadra sulla quale Giorgio Seragnoli, il proprietario concorrente, aveva posato le sue osservazioni: il capitano deve aver girato con il ritaglio in tasca...

Per il resto, partita di Komazec (10/18), che nel giorno più delicato ha bucato il suo bozzolo psicologico di erede di Danilovic e contraltare di Woolridge, uomo-show invece incartato in una gara blanda e sprecona (6/16). I canestri del croato nella ripresa sono quello che la difesa di Scariolo, che pure aveva ammortizzato il resto, non è riuscita a digerire. Venti minuti tondi ha morsicato pure Myers, che rientrava dopo 5 mesi: entrato nel primo tempo, con la squadra annaspante a -8, l’ha riportata, di slancio, in parità. Nella ripresa ha attaccato con coraggio, scelto non sempre bene, segnato e sfarfallato: come prima volta, senz’altro bene, per il futuro molto da assestare, ma si sapeva. La Fortitudo ha perso ieri quando la palla stagnava nelle mani di Myers (4/10) o del Djordjevic (6/16) braccato da Coldebella, e s’è dimenticata di Gay, il migliore (7/11, 13 rimbalzi).

La Buckler ha fatto più fughe: 10-3, lasciando la Fortitudo a digiuno per 5’30’’. Poi 21-12. Lì la Teamsystem è riuscita a rallentare i ritmi, a evitare il contropiede che è l’arma letale dei nemici e ad ottenere le poderose spallate di Gay contro i trasparenti pivot nemici. Quasi pari all’intervallo, con 4 centri filati di nonno Brunamonti, la partita ci restava per tanta ripresa. Scoprendo Komazec, bomber del nuovo allungo (un 11-0 per il 62-51 con un altro black out di 5’ della Fortitudo), la Buckler asserragliata nel suo fortino contava di aver domato una Teamsystem confusa. Invece, sul 70-59 di Brunamonti, c’era ancora vita per Djordjevic e Myers e buio per la Virtus, che attraversava i 6’ finali senza canestri su azione. Sbagliava molto Woolridge, la Fortitudo risaliva 71-68, quando andavano in onda le due stoppate al veleno. Carera su Djordjevic in contropiede: buona per gli arbitri. Djordjevic su Coldebella al tiro: cattiva. La prima sul 71-68 (avanti), la seconda sul 73-71 (quinto fallo di Sasha, 75-71 dell’altro in lunetta, tutti a casa). Da moviola e da dividere Basket city, fino al prossimo derby. Bello, per intensità, e pulito, si spera, come questo.

 

STRAORDINARIO WOOLRIDGE, LA BUCKLER PIEGA VARESE

L'Unità - 20/11/1995

 

Al suo rientro in campo a distanza di oltre sei mesi dalla rottura del tendiine d'Achille, Paolino Moretti è stato in grado di mettere il suo sigillo sulla vittoria della Buckler. I bolognesi, in realtà, sono stati davanti per tutta la partita ma proprio quando la cagiva si era fatta sotto minacciosa nella seconda metà della ripresa, Moretti ha infilato due bombe determinanti, la prima al 13' riportando a quattro le lunghezze di vantaggio della Buckler, la seconda al 16' ricacciando Varese a -7. E come se non bastasse a 3' dalla sirena ha costretto Meneghin, uno dei migliori di Varese (dopo un avvio stentato, 17 punti con 6/6 nei liberi, 5/11 dal campo, 6 rimbalzi e 5 recuperi) a commettere il quinto fallo sul 78/72. E i falli hann oinciso parecchio a svantaggio della Cagiva che vista l'assenza dell'infortunato Pozzecco ha una panchina corta: per cinque falli sono dovuti uscire anche Petruska e Morena, cioè il centro titolare e il suo cambio. Nella serata del ritorno al restaurato Palazzarita, la Buckler ha cominciato la partita subito forte: 17-7 al 6' grazie a Binelli (discreta la sua prova) e al solito Komazec (autore di un primo tempo da incorniciare con 5 su 6 dal campo e 3/3 nei liberi nei primi 20', 24 punti alla fine). Morandotti nel primo tempo ha quasi cancellato Edwards che poi è uscito nella ripresa chiudendo con 21 punti (11/12 nei liberi).

Vescovi anche ieri sera molto positivo, ha però tenuto Varese(che era finita anche a -11 al 15') in partita con sei punti di fila negli ultimi minuti del primo tempo e solo una bomba di Abbio sulla sirena ha permesso alla Buckler (disastrosa nei liberi 19/32) di andare al riposo con sette punti di vantaggio. È ancora Vescovi in avvio di ripresa a pilotare la rimonta varesina: una sua bomba ha rimesso in equilibrio l'incontro all'8'30" (59-59). A questo punto Orlando Woolridge ha fatto vedere qualche numero del suo repertorio riportando davanti, ma sempre di misura, Bologna. Poi Moretti ha infilato le due bombe, praticamente azzerando le speranza della Cagiva. Ad un minuto dalla sirena un tiro da tre di capitan Brunamonti ha scritto la parola fine (86-74) sulla partita.

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Paolo Moretti marcato da Andrea Gracis

MAGIA MILANO, CRISI BUCKLER

di Walter Fuochi - La Repubblica - 27/11/1995

 

Va in frantumi la Buckler Bologna, s'esalta la Stefanel, infierendo sui cascami altrui con una quasi-perfezione. E se il re bolognese è finalmente nudo, per una concorrenza che ora si è fatta famelica, Milano recupera i panni di grande sfidante. "È un momento così, l'anno scorso andava peggio", minimizza Bucci, tracciando il parallelo lungo, per non doversi soffermare su una sera di sventatezze. Ma ieri ha bevuto solo succhi amari: Bologna ha comandato 4-0, e per il resto ha solo assistito, stracciata in difesa come l'avesse travolta un Tir. Al 92-66, +26 a 5' dalla fine, la Stefanel s'è messa a torearla, con le veroniche dietro la schiena, e la Virtus, cioè Coldebella, ha ritrovato almeno un barlume d'orgoglio per prenderne meno.

Del suo crack si possono fare tante letture, tranne una, quella dei numeri: si scoprirebbe che ha tirato meglio della Stefanel (58% contro 56%). In realtà, non è esistita. La crisi dei campioni nasce in difesa e aveva già allarmato giovedì in Coppa, quando il Pau le aveva scaricato davanti a casa un sacco con 102 punti. Ieri la Stefanel ha marciato per quasi tutta la partita alla media dei 110: ha mollato il gas solo nel finale. È un peccato che gli impacci della Bukler facciano più sorpresa e più titolo delle bellezze della Stefanel, davvero enormi, ieri. Forse confinavano con una difesa-budino: in ogni caso Milano le ha veramente inflitto ogni cosa. Bodiroga, su cui si sono alternati tutti, ha sparato senza sosta: 9/14 con 4/5 da tre, saltando i difensori come paletti. Rolando Blackman, asso ritrovato, ha scalpellato la partita con un 6/7 nel primo tempo, quando era vera. Fucka è stato il solito quiz insolubile per la Buckler (che ci aveva perso partite rovinose nell'ultimo play-off): 6/7 per lui, inseguito dal morbido Woolridge. Gentile, infine, ha fatto suonare l'orchestra, subito, portando a spasso Coldebella sui bordi di una difesa che, senza aiuti, si liquefa. E ha colpito quando serviva (6/12): in avvio di ripresa, quando la Buckler ha osato qualcosa, a -5, le ha picchiato in testa due "bombe" che hanno aperto la voragine. è difficile fare invece le pagelle di Bologna. O facilissimo. Tutti male, qualcuno malissimo: Komazec (5/10) e Woolridge (8/15 ma 2 rimbalzi) soprattutto.

Che non sia giorno di fili spinati, sulla trincea, si fa per dire, della Buckler, si capisce subito. Milano fa 10 canestri sui primi 12 tiri, e indubbiamente muove bene la palla: ma la Virtus sta proprio a guardare. Il suo 4-0 iniziale dura un secondo, e il terzo fallo di Komazec (due sfondamenti) dopo 8' è un allarme pesante. Non è tanto in attacco, però, che i campioni stentano: un canestraccio, bene o male, lo tirano fuori spesso anche dai peggiori grovigli. La Stefanel è invece limpida, terribile nella sua semplicità, che vale, al riposo, un 20/29: Blackman sfoglia tutto il manuale del tiratore, Bodiroga ha pazienza, prima che mira. Bologna si salva da un primo tracollo (38-50), andando al riposo su un -7 neanche tragico (tre punti di Moretti, il meno peggio). Sogna di aver vita in avvio di ripresa, ma dura un attimo. Adesso Bologna è prima con due squadre, alla pari. Ma sembra, a chi insegue, molto più vicina.

 

E BRUNAMONTI AGGANCIA VILLALTA

Capitan Buckler gioca oggi la gara n. 449 in bianconero.
"Vivo il presente senza voltarmi indietro" dice Robby.
Il segreto di Robby: "Non ho ascoltato le Sibille: dicevano che ero finito..."

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 10/12/1995

 

Ancora campionato, dopo le fatiche di Coppa. Ancora il duello a distanza tra Virtus e Fortitudo, tra il capitano Roby Brunamonti e Dan Gay. La Buckler a Verona gioca il "jolly" Bonner, dopo che Orlandone Woolridge si è chiamato fuori per l'infortunio alla mano. Molta curiosità per vedere come AB reagirà al severo esame proposto dalla Mash Verona, altrettanta eccitazione nel vedere Brunamonti salire sul "tetto" della Virtus. Con la partita di oggi, infatti, il capitano raggiunge 449 presenze in campionato con la maglia delle V nere, lo stesso primato di Villalta, che a questo punto, però, non può fare nulla per difendersi. E Brunamonti che dice, guardandosi indietro?

"Per il momento - ribatte il capitano - preferisco guardare al presente. Certo che mi sembra di salire una scala, ma non so quanto sia alta, quanti gradini ci siano ancora dopo questi 449".

Una bandiera, un punto di riferimento, forse l'unico vero playmaker che ci sia in Italia (un artista del contropiede e del gioco in velocità, a dispetto degli anni) che rimane attaccato tenacemente alla sua maglia. Il suo segreto? Prima di tutto la semplicità e l'altruismo - "Siamo tutti curiosi di vedere Bonner all'opera, ma vogliamo poter riavere presto anche Orsini, uno da Virtus, "credetemi", racconta - e poi...

"Come faccio a mantenermi su questi livelli? Tante volte ho letto e sentito dire che ero finito, che non avrei potuto reggere altre pressioni, altre partite. Non ho creduto a queste voci e, molto semplicemente, ho continuato ad allenarmi con lo stesso entusiasmo".

 

BUCKLER, L'AMARO ADDIO DEL PRESIDENTE

Clamoroso annuncio di Cazzola: "Sono deluso, vendo tutto"

di Luca Bottura - 03/01/1996

 

E venne il giorno del gran rifiuto. Alfredo Cazzola, presidente della Buckler Bologna e - tra gli altri saloni - organizzatore del Motor Show, ha annunciato ieri a Bologna di voler vendere il suo gioiello cestistico. Il prezzo? Non è noto, ma soltanto du emesi fa lo stesso imprenditore valutò la società campione d'Italia (una sorta di Juve dei canestri) tra i 25 e i 30 miliardi.  A diffferenza di altri gesti del genere - spesso non concretizzati, come insegnano i precedenti di Pesaro e Treviso - il proprietario dell'antica Virtus offrei ai potenziali acquirenti un bilancio in attivo, reso tale da un annuale appuntamento di fine agosto: quello con gli oltre 8 miliardi della campagna abbonamenti e i 3 e 300 milioni della sponsorizzazione. In scadenza, ma con due possibili abbinamenti già in lista d'attesa: Camst e Malaguti.

Cazzola ha detto stop dopo cinque anni (era diventato presidente nel novembre del 1990 spendeno intorno ai 12 miliardi) di successi, trre scudetti a fila, partecipazioni a raffica all'Euroclub - mai vinto, unico cruccio - e diversi "casi" affrontati con l'impeto del vincitore, dalla querelle con il verona sul cartellino di Coldebella, ai problemi cardiaci di Morandotti, passando per la diatriba sempre con il Verona sul pagamento di moretti. Oltre alla plateale lite dello scorso aprile con l'allora assessore allo sport del Comune di Bologna - Rosanna Facchini - per questioni di utilizzo del palasport. Quell'episodio, culminato in una sceneggiata davanti ai 7000 spettatori del Madison bolognese, gli procurò giudizi severi da parte dei media e, prendendo per buono il racconto di ieri, lo spinse a rassegnare le dimissioni a orologeria nelle mani del sindaco.

Due gli altri motivi ufficiali dell'abbandono. Il primo farà suonare un campanello nelle orecchie del presidente federale Petrucci - che subito si è attivato per incontrare Cazzola sabato a Bologna per convincerlo a ripensarci -  e del commissioner di Lega, Allievi: "Le tante regole del basket che sono aggirate o beffate in spregio dei principi dello sport, per vincere subito ho visto utilizzare metodi e persone al limite della legge". Il secondo tocca i concittadini, l'ingratitudine per il suo operato: "Arrivano continuamente critiche e consigli su cosa dobbiamo fare. C'è che mi scrive o mi ferma per strada per dirmi che debbo licenziare Bucci, cioè il coach che ha vinto du escudetti in fila e al quale ho già prolungato il contratto per altri due anni".

Per un mondo dei canestri già piuttosto precario, il forfait del suo presidente più ricco è un colpo serio. Bologna - anche sulla sponda Fortitudo, seppure con accenti diversi - costituisce un modello che è sopravvissuto al basket inutilmente miliardario degli anni '80 e quello sottostimato di oggi. Il 12 gennaio Cazzola si dimetterà anche da una Lega basket nella quale non ha mai trovato gli spazi creativi che cercava. Solo l'ottobre scorso disegnava la sua Nba italiana ,magari staccata dal Coni, in modo non dissimile da quanto l'amministratore della Juve Giraudo ha fatto qualche giorno fa. Ma alla Lega devono essere rimasti freddi, se anche ieri l'orami ex presidente virtussino si è lamentato di come in quel consesso "non siedano in massima parte i proprietari delle società, ma loro delegati senza autonomia decisionale".

I nomi dei possibili acquirenti sono ancora avvolti dalla nebbia. Bologna bianconera fu in passato timonata da Paolo francia, oggi direttore dei programmi radio Rai, abilissimo nel mettere insieme cordate sportive. Poco lontano da basket-city opera Angelo Rovati, già presidente della Virtus Roma, oggi all'Olitalia. Il presidente di transizione potrebbe comunque essere Achille Canna, oggi direttore sportivo, già sulla poltrona che conta ai tempi dell'avvocato Porelli, che ha definito "un grande casino per tutto il basket" le dimissioni di Cazzola. Che presto potrebbe dismettere anche Superbasket, l'unico settimanale di settore.

BUCKLER SOLA IN TESTA

di Luca Bottura - L'Unità - 08/01/1996

 

Dopo nove anni di digiuno, la Virtus vince a Pesaro con pieno merito. Ci riesce al termine di una partita condotta quasi costantemente in testa, in cui riequilibra le assenze altrui (Magnifico e Thompson) regalando agli avversari l'assenza di Morandotti, un Komazec in torrura prolungata col resto della squadra, un Carera con mano destra ingessata. Ci riesce, soprattutto, grazie a un Moretti quasi regista e a un Binelli quasi perfetto. Conreo, aveva un Costa sul viale del tramonto. Ma, come la suq squadra, è oggettivamente in forma. Tanto in forma da chiudere con 12/17 al tiro e 14 rimbalzi. Avversari a parte. Peccato il ko a fil di sirena a barcellona, giovedì scorso. Ma a questi livelli in Europa se ne può ancora parlare.

Cronaca: l'inizio è una discesa troppo ripida per una Buckler che ha in Bonner il trascinatore (10 punti subito, non lo tengono né COnti né dell'Agnello) e in Daniels l'unico avversario: 9 d'acchito anche per lui. Una discesa di quelle in cui finirebbe fuori strada persino Pantani, presente tra il pubblico a sostenere io suo amico Ario Costa. Un precipizio che culima sul 30-15 dopo sette minuti, e lì finisce. Bonner ridimensiona la propria mano alle cifre mdio-basse che era solito raccogliere nell'Nba, Komazec si autoesclude contro Pieri e contro Riva, il solo Binelli - chiuderà la frazione con la bellezza di 15 punti - regala a Bologna una certa pericolosità offensiva. Ecco allora che la Scavolini, quasi senza crederci, pian piano torna sotto. Approfitta dell'assenza di Cazzaro e Pozzana alla riunione tecnica in cui speigavano l'hand checking, sfrutta l'arbitraggio "virile", azzera lentamente il gap a rimbalzo. Specie quelli in attacco. E, grazie anche ad un paio di bombe del trottolino Rossi (più efficace Pieri in regia), piazza un parziale complessivo di 27-10. Risultato: a metà gara è 43-43. Con Coldebella e Komazec gravati di tre falli e una Virtus che già in avvio di ripresa conferma un'acquisita stipsi offensiva.

Secondo tempo: inerzia favorevole a Pesaro, che si interrompe quando ROssi perde l'uso della caviglia sinistra e va in panca. Bologna "risponde" con il quarto fallo di Komazec, dopo cinque minuti, quando la squadra di Bucci è tornata sopra sul 52-50. Evidentemente, però, il ragazzino di Pesaro era più importante della stella croata. La Buckler, ritrovato Coldebella e i suoi tiri pesanti, a metà ripresa è sopra 61-54. Conti non tiene Moretti, Moretti non tiene Conti. Ma il bianconero tira di più, Bologna corre, Pesaro può raggiungerla solo aumentando la velocità fino al parossismo. Non ci riesce. Moretti si scopre uomo-assist, Bucci ripesca dalla panca Binelli e Komazec, neppure il quarto fallo di Bonner sposta una partita già decisa. Dal 65 pari - a 7' dal termine - all'86-72 finale il passo è brevissimo.

Flavio Carera in gancio contro la Scavolini Pesaro

QUELLA COPPA SFUMATA IN AEROPORTO

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

Nelle prime quattro edizioni della nuova Eurolega, la Virtus si è sempre fermata alle soglie della final four, ma ha sempre superato il girone a otto squadre, approdando ai quarti di finale. La prima volta che la cosa non riuscì fu nella stagione 1995-96. Le speranze di accedere alle prime quattro posizioni svanirono praticamente alla decima delle quattordici giornate, con la sconfitta esterna contro il Pau Orthez, che arriverà quarto con 16 punti, 4 in più dei bolognesi. I francesi, che già avevano vinto al supplementare a Bologna, con uno strepitoso Rigaudeau autore di tutti i 17 punti transalpini nei 5 minuti addizionali, si ripetono in casa, ancora una volta dopo 45 minuti, con ancora una tripla decisiva di Le Roi. La Virtus è senza Morandotti, operato alla retina, presenta Woolridge alla prima gara dopo quasi due mesi e ha Komazec con una caviglia malconcia. I padroni di casa non stanno meglio, è fuori Daye e e al 10', sul 17-20 perdono anche l'altro americano Smith. La Virtus, con Carera in quintetto, è nel pieno del parziale di 6-23, che ribalta l'11-4 in un 17-27, che lascia ben sperare. Al 12' entrano Woolridge per Carera e Abbio per Komazec; i transalpini ne approfittano per piazzare un 13-2, quasi tutto di Rigaudeau con una tripla di Gadou, e al 18' sono avanti 30-29, anche se Bologna chiude il tempo avanti 30-31. Al 23' un tecnico e il quarto fallo di Coldebella costano 5 punti, così l'Orthez vola sul 44-36, ma non ha energie per chiudere, così un libero di Abbio porta la gara ai supplementari, 63-63. Nell'ultimo minuti un tiro pesante di Rigaudeau (28 punti), porta le squadre sul 71-67, che è il preludio del finale, 74-69. Virtus sicuramente stanca per le rotazioni ridotte, ma soprattutto per il grottesco viaggio d'andata. La società bianconera aveva programmato il viaggio nel giorno stesso della partita, che coincide proprio con uno sciopero dei vigili del fuoco, di cui si sapeva da una decina di giorni. Comitiva (oltre alla squadra, giornalisti al seguito e 31 tifosi) quindi bloccata al Marconi per sei ore e mezzo, con aeroporto aperto solo per voli dalle isole, voli di stato e di emergenza. Inizialmente si pensa di ovviare con due velivoli da 8 e 9 posti, lasciando a terra giornalisti e tifosi, poi Verona e Venezia danno la loro disponibilità, ma quegli aeroporti vengono chiusi per nebbia. Un Focker 28 Air Sicilia, di nome Mary Poppins arriva in ritardo a Roma da Palermo e viene subito destinato a Bologna, ma sarebbe il 41° a partire. Il sindaco di Bologna Vitali telefona al collega romano Rutelli, per cercare di accelerare le procedure e, miracolosamente il Mary Poppins parte prima degli altri 40 aerei e arriva a nel capoluogo emiliano, da dove per le 15 è prevista la partenza per la Francia. Il decollo avviene in realtà alle 15,30 e così, a sole tre ore dalla gara la squadra arriva a destinazione, chiaramente non nelle condizioni ideali per disputare un incontro così importante.

ORLANDO O AB, CHI È DA BUCKLER?

Virtus al Bivio. Woolridge e Bonner, una stella rimarrà a guardare. Si avvicina il giorno del "taglio": vediamo pregi e difetti di due americani che sono grandi amici.

di Allessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 25 febbraio 1996

 

Arijan Komazec - lo hanno ribadito il proprietario della Virtus Alfredo Cazzola e l'allenatore - presidente Alberto Bucci - resta. E allora queste due settimane diventano decisive per determinare chi, tra Orlandone Woolridge e Anthony Bonner dovrà rientrare nei ranghi.

La Buckler, fuori dall'Europa ma sempre in corsa in campionato (dovrà difendere il secondo posto dall'attacco della Stefanel e, contemporaneamente, cercherà di scalzare la Teamsystem dal trono) e in coppa Italia, dovrà dunque decidere che assetto darsi. Una scelta che passerà attraverso l'analisi delle condizioni di Augusto Binelli, operato al ginocchio sinistro dal dottor Lelli, indispensabile negli schemi difensivi e offensivi voluti da Bucci.

I due, che hanno legato fuori dal campo, in allenamento si "battono" con grande professionalità e per qualche ora, visto le voci che giravano, hanno sperato di ritrovarsi assieme, con la stessa maglia, anche in campionato. La conferma del croato (che tra l'altro ha un contratto biennale), però, li obbliga a lottare per uno stesso posto: vediamo quali potranno essere i criteri di scelta utilizzati dalla società.

 

Big "O". Il suo nome, un po' a sorpresa, in luglio, dopo che la Buckler aveva inseguito, invano, Walter Berry. Una scelta inattesa dopo che era stato citato fino alla noia il nome di Mike Brown che, ironia della sorte, è stato poi ingaggiato, a gettone, dalla Fortitudo in attesa del ritorno di Dan Gay. Bucci e Cazzola scelsero dunque Orlandone imboccando così una strada diversa. La Virtus, reduce da tre scudetti consecutivi, voleva offrire qualcosa in più ai suoi tifosi. Un basket spettacolo con difesa arcigna e pressing ripetuto e molta più libertà in attacco: con contropiedi conclusi da devastanti schiacciate.

Una ricetta che ha funzionato bene fino al McDonald's Championship, disputato a Londra, dopo aver vinto la Supercoppa (con Woolridge votato Mvp della serata) la Buckler ha cominciato a conoscere qualche sconfitta (in Europa) e il meccanismo spettacolo si è inceppato anche perché era impossibile pensare che i ragazzi di Bucci potessero reggere quel ritmo - che consentiva loro di "rullare" sistematicamente gli avversari - fino alla fine. E con le prime sconfitte sono arrivate puntuali le critiche, al posto di orlando, sostenevano i soliti bene informati, sarebbe stato necessario prendere un pivottone grande e grosso, capace di raccattare decine di rimbalzi e spaventare gli avversari. Inutile riparlarne ora, dal momento che a sostituire Orlando, infortunato, è stato chiamato Bonner. Orlando, fino a questo momento ha avuto il grande torto (se di torto si può parlare) di infortunarsi nel momento caldo della stagione, costringendo i compagni - per un regolamento assurdo e discutibile - a giocare gran parte dell'Euroclub con un solo straniero.

Woolridge, che ha giocato l'ultima partita in casa con il Real, può dare alla Buckler maggiore pericolosità in attacco, qualche conclusione dalla media distanza, schiacciate (anche se da quando si è rotto la mano destra non ha certamente forzato) e qualche invenzione nei momenti caldi. È uno, insomma, che non ha paura di prendersi delle responsabilità nella metà campo avversaria. Anche se sbaglia qualche conclusione di troppo.

Rispetto all'altro moro è più alto, ma questa caratteristica non gli serve più di tanto in fase difensiva. Orlando prova a difendere, ma si vede bene che nessuno, prima della Virtus, gli ha mai chiesto di ringhiare contro l'avversario diretto, di sbattere con coraggio contro qualche blocco o di pensare ai rimbalzi. Big "O", poi, ha il difetto di imprecare dopo un canestro sbagliato e di perdere quindi tempo per rientrare a dar man forte ai compagni. In più si prende qualche tiro di troppo, lasciando meno spazio ai compagni. Da non trascurare il fatto, però, che il suo contratto (l'agente è Mark Fleisher) è garantito fino al termine della stagione e la Virtus dovrà onorarlo anche in caso di taglio.

Un vero professionista, Mai una parola fuori posto nemmeno in allenamento ("Forse dipende dall'educazione che ho ricevuto" spiega lui), una presenza sotto canestro, un rendimento che gli ha permesso di diventare, da semplice sostituto che era, una vera e propria alternativa ad Orlandone Woolridge. AB Bonner, classe 68 (di 9 anni più giovane del connazionale), è sbarcato a Bologna all'inizio di dicembre. Dell'Italia, sicuramente, sapeva poco. Devono avergli detto che questo è il paese del sole e degli spaghetti e lui, sicuro dei suggerimenti che aveva ricevuto, si è presentato all'aeroporto Marconi con una giacchettina leggera in una mattinata freddissima. Elegante, sicuro, ma "basso". Tanto "basso" che la società stessa lo ha fatto rimisurare. Due metri e quattro centimetri sosteneva la guida della Nba. Di fatto alto come Morandotti (non più di 200 cm, dunque), ma con due gambe esplosive.

L'esordio di Anthony coincide con la sconfitta di Verona, ma il Moro comincia presto a farsi sentire e rispettare. Non ruba spazio ai compagni (non più di dieci - dodici tiri a partita), anzi, ne crea, perché sotto canestro, a dispetto dell'altezza, è una belva. Capacità di salto, senso della posizione e abilità nel tagliafuori ne fanno uno dei migliori specialisti del campionato: una manna, insomma, per la Buckler di Alberto Bucci, costretta, in passato, a dipendere solo dai lunghi tentacoli di Augusto Binelli e dalla caprbietà di Flavio Carera.

Approdato all'ombra delle Due Torri con le credenziali di Sasha Danilovic (che ha parlato con il suo coach americano Pat Riley, che ha allenato Bonner a New York) e con l'etichetta di difensore spietato, Anthony ha saputo ritagliarsi uno spazio importante anche in attacco, mostrando una buona mano e discrete scelte di tiro.

Fino ad ora ha "toppato" nel derby (dove per altro ha raccolto tredici rimbalzi e recuperato sette palloni) e a Varese, in ambienti particolarmente infuocati, ben lontani dunque dal suo concetto di professionismo, dove i tifosi si limitano a sostenere i propri beniamini. In difesa se la cava molto bene anche con avversari più alti - Fucka partiva con un vantaggio di almeno una dozzina di centimetri - grazie all'anticipo e a quel senso di squadra che caratterizza ogni suo movimento. Il suo contratto (il procuratore è Piero Costa) scadeva l'11 febbraio: la società, come da accordi precedenti, l'ha prolungato di un mese e ora deve decidere se arrivare fino alla fine del campionato oppure gettare le basi per la prossima stagione. Bonner, più limitato in attacco rispetto a Woolridge - e col tallone di Achille della scarsa precisione dalla lunetta, anche se sta migliorando, dopo un inizio choc -, risulta però essenziale, ed è probabilmente più vicino al concetto di basket che hanno Bucci e i suoi ragazzi.

TEAMSYSTEM, IL DERBY PIÚ BELLO

di Walter Fuochi - La Repubblica – 31/03/1996

 

La torre più alta, a Basket City, è oggi la Fortitudo detta Teamsystem: la Virtus, cioè la Buckler, è stata divelta, ieri, in un derby mai nato, almeno per il suo gioco ruminato e scomposto, una somma di cattive intenzioni sorrette pure da modesti furori agonistici. La Teamsystem, che la vigilia dava come contrada più sofferente, più amputata nell'organico e più ferita dalla batosta di Siena, si è invece stupendamente compattata intorno a Djordjevic e Myers, la coppia che ai suoi fedeli fa balenare promesse di scudetto. Djordjevic è stato il tessitore infaticabile di un gioco sempre limpido, mai banale, e tanto più veloce di quello nemico, soprattutto nel primo tempo. Myers, a quella goleada che già chiudeva i conti (47-30), aveva iscritto 17 punti, prima di cadere nel quarto fallo in avvio di ripresa: poteva essere un allarme, non ci fosse stato un cuscino di +19, una squadra che ha esaltato anche i gregari e, di là, una Buckler spenta e confusa, negli assi e nei rincalzi.

Komazec è finito due volte in panchina per punizione, Woolridge (7/14) ha dilagato a giochi chiusi, per non dire di Coldebella, leader appannato sia nelle rincorse a Djordjevic che nei tiri, o di Moretti, 3/11 e tanta vana fatica su Myers. Il successo della Teamsystem ha tre timbri vistosi e collegati. Rimbalzi. Velocità. Tiri da tre. Rileggendo il primo tempo, quello che conta: 25-14 i primi, da cui partivano le fiondate del secondo fattore-partita. E 6 "bombe" contro 0 la contabilità dei gol pesanti, partiti da cinque mani diverse, cioè da un coro che cantava insieme, con tattica chirurgica, colpendo con tutti. Poteva bastare quello, per vincere, invece c'è stato un secondo tempo in fotocopia, finché a 7' dalla fine la Fortitudo ha toccato il suo top (+23) e la Virtus s'è ricordata di dover onorare uno scudetto sulla maglia, risalendo fino a -9, quando mancavano 3'. Niente di cui spaventare gente che amministrava la sua serena superiorità, qualcosa per sé, al massimo, per non uscire sbriciolati da una battaglia impietosa, che ora riproduce, in testa alla classifica, una parità tutta bolognese con più forti venature biancoblù. Se si finirà così, alla pari (mancano 4 turni), la Teamsystem giocherà in casa le partite decisive per il titolo.

 

LA NOTTE DI VERONA

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

Due giornate alla fine della fase orologio, al comando, appaiate Fortitudo e Virtus, ma biancoblu primi in virtù del derby vinto proprio nella seconda fase, dopo la vittoria a testa della prima fase. Si gioca il turno infrasettimanale, a Bologna, contro la Teamsystem, passa la Cagiva, trascinata da un decisivo Ravaglia (13 punti in 32', 2 su 3 da due, 2 su 2 da tre) in prestito a Varese ma di proprietà Virtus; a Verona, però i bianconeri faticano molto, Carera è in quintetto ma la Mash vola 18-10, in 90 secondi Bologna ricuce, 18-17; Komazec sorpassa, 25-26, con uno dei 4 canestri della sua gara. Coldebella (15 punti)  francobolla Iuzzolino, che alla fine ne segnerà comunque 32, Woolridge è formidabile in attacco (34 totali, 21 nel primo tempo con 7 su 11 e 8 falli subiti), ma la difesa Buckler fa scappare Verona, 51-44 alla pausa, con 7 rimbalzi offensivi dei veneti. Komazec oltre alla poca pericolosità offensiva, all'intervallo ha tre falli ed è stato deficitario nella difesa iniziale su Londero (17 punti al 20' e 30 alla fine). In apertura di ripresa 3 contropiedi falliti, il quarto fallo di Komazec e 6 rimbalzi offensivi degli scaligeri, portano la squadra di casa a +10. Bucci prova Morandotti terzo lungo e Coldebella guida la rimonta fino al meno 4 palla in mano. Il quinto fallo di Carera riabbassa il quintetto, anche perché Binelli non ce la fa per una botta al gomito. Triple in sequenza di Iuzzolino, Longobardi e Londero e di nuovo bolognesi  a meno 11, 77-66 al 30'. Gli emiliani rientrano con triple di Orlando e Moretti, 30 alla fine i punti di Paolino).  Moretti pareggia a quota 94. Nel supplementare la vince il quintetto degli ultimi rimasti: Moretti, Orsini, Binelli (con un braccio fuori uso), De Piccoli e Morandotti; quando quest'ultimo esce per cinque falli sul 101-101 a 80" dalla fine i bolognesi escono vittoriosi in 4, sorretti da Moretti, 30 punti in 38 minuti, in campo insieme ai tre che hanno minore minutaggio e meno punti realizzati nella gara, Orsini 3 minuti e nessun punto, De Piccoli 9 minuti e due punti, Binelli 14 e 4,  meno di Carera (15 e 4), Brunamonti (23 e 6), Morandotti (25 e 6), Komazec (20 e 10), Coldebella (38 e 15), Woolridge (40 e 34) tutti usciti per falli; sono soprattutto un Binelli stoico e un Moretti scatenato a confezionare l'impresa. Decisivo passi di Iuzzolino a 11": 108-109. La Buckler torna così al comando della classifica, primo posto che conserverà anche nell'ultima gara interna contro Pistoia, terminando così, per la quarta volta consecutiva, prima dopo la stagione regolare. Non servirà per vincere il titolo, impresa riuscita nei tre anni precedenti, ma resta una pagina memorabile della storia delle V nere.

COLPO STEFANEL IN CASA BUCKLER

di Walter Fuochi – La Repubblica – 05/05/1996

 

La Stefanel ha sbancato il campo della Buckler, inviolato nei play-off dall'88: cioè 8 anni, 28 partite e 3 scudetti. Conduce ora 1-0 nella prima semifinale per lo scudetto: stasera c'è l'altra, Teamsystem-Benetton, sempre a Bologna, alle 20. La Virtus è durata un tempo (42-38), nel quale Milano ha avuto il merito di starle accanto, segnando più da tre che da due: 7 "bombe" contro 5 canestri da vicino. Con quelle, e con gli errori della Buckler dalla lunetta (solo il 59%, alla fine), la Stefanel ha potuto sorpassare, in un lucido avvio di ripresa (19-5 parziale): non la trainava più il solo Bodiroga (15 punti alla pausa), ma l'attacco era un'orchestra e Fucka un immarcabile primo violino (14 punti nella ripresa).

La Buckler si restringeva al solo Komazec, nel bene e nel male: per i canestri che, da -10, la riportavano a -1 (60-61 a 8'20"), e per gli errori finali che la condannavano a perdere. Gli altri, comunque, peggio: da Woolridge atterrito dai tentacoli di Fucka, a Moretti, a Coldebella, che neppure ha avuto ricambi da Brunamonti, inutilizzabile in panchina. Avevano avuto una buona partenza Binelli e Morandotti, ma la partita grigia ha poi inghiottito pure loro. Martedì la rivincita, incupita da un'altra dannazione che ammacca il morale di Bologna, più della verginità perduta o dello 0-4 stagionale con Milano. La Buckler non batte una grande dal 21 gennaio: e questo faretto illumina, più del resto, la sua spenta linea grigia di ieri, finita poi in bollori di spogliatoio. Alla notizia data in tv che avessero litigato dietro una porta chiusa, Bucci e Cazzola hanno replicato con indignatissime smentite.

 

BUCKLER, LA FINE DI UN'ERA

di Luca Bottura - L'Unità - 12/05/1996

 

Finisce nel modo più equo: Milano è la prima finalista e se lo merita. Nella circostanza, per un tempo abbondante, cerca di complicarsi la vita. Ma stavolta proprio non ci riesce. Per rinnovati meriti propri - di Cantarello, per sempio, che sotto canestro si riscopre competitivo - e per cotituzionali demeriti altrui. Quelli di una Buckler sull'orlo della rifondazione, frenata da due stranieri scelti male e dalla cunsunzione diffusa che nei playoff ha colpito uomini chiave. COme Moretti, che giusto un anno fa perdeva un tendine per strada e metteva le basi per un recupero affrettato. Come Coldebella, infine sfigurato nella sua arma migliore (la difesa) da un'overdose di partite e minuti.

Finisce, anche, con le lacrime di Roberto Brunamonti. Applaudito da un Forum d'incanto non più ostile. Sicuramente è la sua ultima stagione a Bologna, potrebbe essere anchq eualla dell'addio al basket. Cazzola, il patrono bianconero lo vorrebbe inzieme accanto ad Andrea fadini per "studiare" da general manager. Per mettere i suoi 21 campionati al servizio della squadra che verrà. Per evitare, com'è successo ieri, che il proprietario della società debba rilevare la "sscarsa fiducia" che la squadra ha messo nei playoff. Roma, però, ha già fatto un'offerta al capitano di mille battaglie. Come giocatore. Un'offerta che precluderebbe a Brunamonti un ritorno in Virtus. Per questo ha chiesto di riflettere.

Finisce, in ultimo, col veleno degli spogliatoi. Alberto Bucci se la prende coi censori a presa rapida, gli stessi che ora lo crocifiggono e a inizio stagione sospingevano lo show-time dei tricampioni. Orlando Woolridge invece se la prende con lui: "Ho girato tante squadre, ma mai ho visto un gruppo così dinunito e senza guida. Mi hanno trattato come Joe Binion (il colored della scorsa stagione, ndr), mi hanno chiesto soltanto di attaccare e poi non mi davano la palla. Ma io non sono Binion, sono Orlando Woolridge. Ho giocato e vinto nell'Nba". Se ne andrà, così come Komazec: "La mia stagione più frustrante".

Bologna inizia difendendo duro e aspergendo nel'aria del Forum la propria voglia di crederci ancora. Come in garatre, Bucci azzecca le marcature. Consegna Blackman a Coldebella, Bodiroga a Komazec, e manda sullo spento Gentile un non difensore naturale come Moretti. Risultato: dopo 4' scarsi, la Buckler è davanti 11-4, e persino Woolridge talvolta incrocia Fucka.

Milano invece quando Coldebella passa su Bodiroga, 7 punti del serbo e parità sul 19-19, mentre Morandotti (che su Dejan aveva difesa molto e bene in garatre) aspetta in panchina che venga il suo turno. Ma Bucci non mischia gli uomini, neppure dopo un time-out. Mette Moretti su Bodiroga e spera che passi, ma dopo 12' la partita gli impone la rivoluzione: dentro Carera (contro Fucka) e Morandotti. Inizialmente al servizio di una zonazzia aggressiva che lascia le cose come stanno. In equilibrio. Tanjevic risponde abbassando il quintetto, giù Cantarello, dentro De Pol. Poi, via Fucka e nuovo spazio a Cantarello. Senza riuscire a deviare la partita, che Bologna potrebbe girare se solo abbinasse ai rimbalzi (tanti di più degli avevrsari) una decorosa frequentazione con il tiro pesante. Invece, nulla. E il traguardo volante va  amilano, più abile a gestire rotazioni omologhe. Portaluppu per la Stefanel, un decoroso Brunamonti per la Buckler. Nullo, per fare un esempio, l'apporto di Carera. Marcato a tratti persino da De Pol (dieci centimetri e dieci chili in meno) senza prendere un rischio offensivo neppure per sbaglio. Sul più 6 col quale la partita riprende vita, pesa, in modo inequivoco, un'azione da cinque punti cuciti dagli arbitri nell'ultimo minuto della prima frazione: fallaccio di De Pol su Morandotti sotto le plance di Milano e, sul contropiede susseguente al mancato fischio, sfondamento dello stesso De Pol mutato nel terzo personale di Carera. Forse per questo Tanjevic si porta dietro l'aletta giuliana anche in avvio di ripresa, a mò di talismano. E funaziona. Milano vola via sulla pochezza offensiva altrui (un canestro Buckler nei primi 5'), sulla regia assennata di Blackman, sulle rinnovate difficoltà di Coldebella su Bodiroga.

Bologna ha un merito almeno, per un po'ì non si decompone nemmeno sui massimi vantaggi della Stefanel. Milano ha un demerito, getta nel cestino svariate possibilità di chiudere anzitempo, a suon di tiri pesanti gettati senza senno verso il canestro bianconero. A metà ripresa, contro ogni logica, la partita non è ancora finita. Il rompete le righe arriva a 7' dalla sirena, quando Komazec colpisce al cuore (con un'infrazione di 30") l'azione del -7. Prima, Bucci aveva inutilmente affidato a un quintetto tutto italiano i micron di speranza rimasti.

Orsoni, Colombini, Nadalini, Moretti, Carera,  Binelli, Woolridge, De Piccoli, Bucci, Frattin

Abbio, Orsini, Coldebella, Komazec, Morandotti, Soro, Brunamonti.

VENTI DI SUPREMAZIA

Per registrare la prima vittoria a Bologna, la squadra dei Benetton dovette aspettare il ventunesimo tentativo, il 6 aprile 1996. Prima di allora, imperava l'egemonia bianconera
di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 21/04/2021

 

Oggi il basket trevigiano non è più rappresentata ai massimi livelli dalla Pallacanestro Treviso, dagli inizi degli anni '80 identificata con la famiglia Benetton, poi uscita nel 2012 con conseguente rinuncia della società alla pallacanestro professionistica, ma da una nuova entità, l'Universo Treviso Basket, che la Virtus ha incontrato solo quattro volte: due in serie A2, una l'anno scorso e una nel girone di andata; tuttavia Virtus-Treviso, per gli sportivi riporta ancora alla mente le sfide tra le V nere e la Benetton. Era il 4 ottobre 1981, a Como Roberto Mancini, attuale allenatore della nazionale di Calcio, a sedici anni segnava il gol del 2-2, il suo primo con la maglia del Bologna. Ne segnò nove quella stagione, ma non servirono ai rossoblù per evitare la prima retrocessione in serie B. In quello stesso giorno del primo gol di Mancini, la Virtus, con 29 punti di Fredrick, sconfisse la Benetton Treviso, neopromossa. Nessuno sapeva che la squadra trevigiana sarebbe diventata di lì a pochi anni una realtà vincente della pallacanestro italiana, ma ancora meno si poteva prevedere che quello sarebbe stato il primo di venti viaggi dei colori uniti a Bologna per incontrare le V nere, uscendone sempre sconfitti. Quasi quindici anni dopo, il 21 gennaio 1996 il Bologna si ritrovava ancora in B, ma dopo una serie di saliscendi e battendo con una doppietta di Morello la Fidelis Andria si ritrovò in testa con Cesena e Pescara, preludio alla promozione che, a fine stagione, avrebbe riportato i bolognesi nella massima serie. Quello stesso giorno la Virtus sconfisse la Benetton con lo stesso scarto di un punto e un risultato quasi identico a quello del 1981: 80 a 79. Woolridge è in borghese, gioca il suo sostituto Bonner e si fa sentire: 9 su 13 al tiro (0 su 5 dalla lunetta, però), 14 rimbalzi e una ottima marcatura su Rebraca. Abbio è in quintetto per marcare Williams, ma produce anche punti, 14 alla fine, che fanno comodo, anche perché Komazec (25 punti nell'arco di tutta la gara) segna solo due canestri nei primi 14' e Coldebella e Moretti sono in giornata no. Al 10' sul 17 pari, D'Antoni inserisce Gracis per Bonora e la Virtus ne approfitta per portarsi sul 28-19. All'intervallo Bologna avanti 43-36, ma al 31' Treviso è ancora a meno 1, 59-58; a questo punto Brunamonti e Carera effettuano il break che sembra decisivo, 73-63 al 35'. Al 38' la Buckler conduce ancora di sette punti e di sei a 32 secondi dalla fine, ma i veneti non demordono e provano a ribaltare la gara. Bonora sigla la tripla del meno tre e, dopo un passi di Komazec, Bonner fa fallo su Pittis che realizza i liberi a quattordici secondi dalla sirena. Komazec in contropiede riporta a più tre i suoi, 80-77. La Benetton ha il pallone del pareggio, Williams è braccato e ci prova Pittis, ma la palla viene respinta dal ferro e il suo nuovo tentativo sul rimbalzo lungo non ha fortuna, finisce 80-79, con gli inutili liberi di Rebraca sulla sirena. Importante la supremazia dei bolognesi a rimbalzo, 37-27. Si tratta della ventesima sconfitta consecutiva dei trevigiani contro la Virtus a Bologna. Quelle venti vittorie bianconere sono così suddivise: due in Coppa Italia, una nella partita che assegnò la Supercoppa, proprio pochi mesi prima, nel settembre 1995, undici nella fase regolare di campionato e sei in quattro turni di playoff, tutti vinti dalle V nere: uno nel 2-0 che regolò i trevigiani negli ottavi di fianle del 1985, un altro nello stesso score nei quarti del 1995, due ciascuno nei 3-0 delle finali 1993 e 1995. La Benetton dovrà aspettare la fase a orologio di quel 1996, il 6 aprile, per ottenere, al ventunesimo tentativo, il primo successo in trasferta contro la Virtus.

SUPERCOPPA POI 102 PUNTI COME 26 ANNI FA

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 28/09/2021

 

Centodue. Sono i punti che la Virtus ha segnato all'esordio in campionato. L'ultima volta che le V nere superarono quota cento alla prima giornata fu nel 1995, era la Buckler guidata da Bucci. Curiosamente anche allora i punti messi a segno dai bianconeri campioni d'Italia furono 102 e la vittoria nella prima gara di campionato venne pochi giorni dal successo in Supercoppa. La Segafredo festeggia quindi due eventi che non si verificavano per la Virtus da 26 anni. Se quest'anno la Virtus ha battuto Milano in Supercoppa e Trento in campionato, nella lontana occasione precedente le vittime furono Treviso e Pistoia. Contro i toscani, battuti 102 a 78, ci fu una grande gara degli stranieri, con 30 punti di Komazec (11 su 16 da l campo e 6 su 7 in lunetta)  e 24 di Woolridge (9 su 13 e 6 su 8). Per trovare una Virtus più prolifica alla prima giornata occorre risalire a al 1981, quando la Sinudyne vice campione d'Europa, guidata in panchina dal professore Aza Nikolic, iniziò il massimo torneo nazionale con una vittoria contro Mestre per 103 a 85.