PIETRO ARADORI

Aradori il giorno della presentazione (foto tratta da www.virtus.it)

nato a: Brescia

il: 09/12/1988

altezza: 196

ruolo: guardia

numero di maglia: 21

Stagioni alla Virtus: 2017/18  - 2018/19

statistiche individuali del sito di Legabasket

biografia su wikipedia

nato a: Sassari

il: 05/05/1995

altezza: 184

ruolo: playmak

KLAUDIO NDOJA

Ndoja in palleggio (foto tratta da corrieredibologna.corriere.it)

nato a: Scutari (Albania)

il: 18/05/1985

altezza: 201

ruolo: ala

numero di maglia: 13

Stagioni alla Virtus: 2016/17 - 2017/18

biografia su wikipedia

nato a: Sassari

il: 05/05/1995

altezza: 184

ruolo: playmak

palmares individuale in Virtus: 1 Champions League

ARADORI SI PRESENTA: “CERCAVO UNA CASA PER RESTARCI A LUNGO, VIRTUS SEGAFREDO È UNA MEGAVILLA”

di Max De Panfilis - www-virtus.it - 17/07/2017

 

Il capitolo bianconero della carriera di Pietro Aradori comincia ufficialmente in una soleggiata tarda mattinata di luglio, nello scenario classico della Porelli. Gli spalti gremiti da tifosi (saranno oltre 200), staff dirigenziale quasi al completo e figure storiche della Virtus (Canna, Albonico), da mezz’ora prima dell’arrivo del talento bresciano sono il chiaro segnale che la passione e l’entusiasmo per la Virtus Segafredo Bologna sono alle stelle. A neanche un mese dalla trionfale cavalcata chiusa in gloria a Trieste, il popolo virtussino si è ritrovato numeroso per salutare l’arrivo del nazionale italiano, primo grande colpo di mercato per la ritrovata serie A. Vestirà la numero 21, sempre usato quando non è possibile per lui indossare la numero 4 che, nel caso delle VuNere, è sacra e non
 
Prende la parola il presidente Alberto Bucci: “Siete tantissimi, qualcuno forse ha rinunciato o è tornato dalle vacanze per venire a dare il primo saluto a Pietro”.
 
“É un Nazionale, abbiamo cercato il meglio sulla piazza, è sempre migliorato, ha sempre dato qualcosa in più in tutta la sua carriera. Chi vuole migliorare fa sempre qualcosa in più, le performance sempre migliori sono indice di un giocatore con un atteggiamento diverso da chi magari ha statistiche sempre buone ma sempre uguali”.
 
“La società ha destinato budget importante per lui. Siamo orgogliosi di averlo qui, oggi parliamo di lui, non vedo l’ora che sia l’1 ottobre e che cominci il campionato, prima Pietro sarà con l’Italia è finalmente, sotto la maglia dell’Italia, da oggi ci sarà una V, quella delle VuNere.
 
Poi è il turno di Pietro Aradori che, visibilmente sorpreso di tanta folla, prende il microfono: “Ciao a tutti, grazie per le splendide parole. Non mi aspettavo questa accoglienza, ho cercato di rispondere a tutti in questi giorni sui social, ma siete veramente tantissimi. Perché la Virtus? Voglio trovare una casa stabile e fermarmi tanto tempo, ma questa sembra una mega villa più che una casa, a Bologna si sta creando qualcosa di grande e mai avrei pensato di andare in una squadra appena salita dalla A2. Ma questa è la Virtus. E quando si è palesata l’occasione, non ci ho pensato un attimo”.
 
Continua, rispondendo a domande dal pubblico: “La Virtus l’ho vissuta da piccolo, voi lo sapete meglio di me cos’è la Virtus, io sono carico, per migliorarmi e dare qualcosa in più a voi e a me stesso. Vengo dall’esperienza di Reggio Emilia dove si puntava forte su italiani, il nucleo italiano ti aiuta soprattutto nei momenti di difficoltà, questo fa la differenza, poi si vince solo giocando meglio degli altri tutti assieme, italiani e stranieri”.
 
“Ho firmato per 3 anni sperando siano molto di più, voglio migliorare ogni anno e migliorare la parte di bagaglio tecnico sicuramente e anche quella caratteriale. Qui Si parla di una grande squadra, se vanno in porto le trattative che sappiamo puntiamo a tornare alle coppe direttamente senza Wild card e mettere di nuovo  la Virtus dove merita di stare”.
 
Del mondo Virtus ricordo alcune cose, io sono un 1988, ero piccolo ma ricordo Danilovic, Marko Jaric, con cui ho giocato a Siena, Griffith, Abbio.
Messina mi ha allenato al preolimpico l’anno scorso, è un grande coach, non vedo l’ora di ricominciare fra poco e far meglio, lui è un allenatore pretenzioso e se segui quello che dici giochi, sei un suo uomo ed è fantastico”.
 
“Ho sentito di sfuggita coach Ramagli, che conosco molto bene pur non avendoci mai giocato, giocavo però sotto Bechi a Biella che era un suo assistente, mi piace come sfrutta il talento dei suoi giocatori, è una bravissima persona, un bravissimo coach, faremo ottime cose assieme. Della squadra conosco Klaudio Ndoja (dalle giovanili a Casalpusterlengo), bravissima persona, Guido Rosselli avendoci giocato un’estate in Nazionale assieme e avendole sfidato infinite volte, spero rimanga”.
 
Dopo il ringraziamento a Sbezzi, arriva la domanda su Gentile: “Ale è un mio grandissimo amico, tanti estate in Nazionale, prima ancora che il giocatore è un grande ragazzo sia fuori che dentro il campo, Siamo due giocatori che si fanno rispettare entrambi sul parquet e se riesce a venire qua io sono super contento”.
 
Renato Albonico ricorda ad Aradori che quaranta anni fa si ridusse lo stipendio per venir in Virtus da Venezia e si complimenta con il 21 bianconero per aver fatto la stessa scelta.
 
A chi gli chiede cosa serva per diventare come lui, Pietro spiega che l’unica risposta è il lavoro: “Migliorare è dura, lavorare sui punti deboli non è semplice, spesso da giovani devi fare scelte, spesso hai voglia di uscire con amici, fare altro, non andare sempre in palestra. Invece se vuoi diventare un giocatore, a prescindere da che allenamenti ed esercizi fai, devi avere l’atteggiamento giusto, è quello che fa la differenza”.
 
Tocca a Luca Baraldi ringraziare la grande famiglia Virtus, la stampa e i tifosi, e conclude con il giusto proclama: “Noi siamo qui per vincere!”
 
Sulle note propiziatorie del “Nessun dorma”, Aradori si concede alle foto, alle TV e ai suoi nuovi sostenitori. “All’alba vincerò” ha portato ad un anno indimenticabile appena concluso, si ricomincia allo stesso modo.

IL MESSAGGIO SU FB DI ARADORI DOPO LA PRESENTAZIONE

 

Fin da bambino seguivo la pallacanestro di tutto il mondo. L'NBA, l Europa ma soprattutto l'Italia. Quando in Italia eravamo il miglior campionato d'Europa e ci giocavano i migliori giocatori.

E in quegli anni, per tanti anni, c'era una squadra che dominava in Italia e in Europa e anche se , ovviamente, non poteva vincere ogni volta, se la giocava sempre e comunque fino all'ultimo. E questo vuol dire mentalità, grande mentalità.

In quella squadra giocavano campioni come Jaric, Danilovic, Ginobili, Abbio, Sconochini, Rigaudeau, Smodis, Griffith e ancora prima Brunamonti.

Ed oggi essere accolto in una fantastica maniera da tifosi di una società con questa storia, tradizione e passato mi rende orgoglioso e, se possibile, ancora più carico di quello che già non ero.

Farò di tutto e metterò tutto me stesso per portare di nuovo la Grande V nera nelle zone che merita e dove deve stare.

Grazie Virtus per la giornata di oggi.

Aradori in entrata (foto tratta da www.virtus.it)

ARADORI: "QUI È DA PELLE D'OCA, VOGLIAMO RIPORTARE LA VIRTUS DOVE LE COMPETE. OBIETTIVI FINAL EIGHT E PLAYOFF"

tratto da bolognabasket.it - 21/09/2017

 

In occasione della sua prima giornata a Bologna e del allenamento con la maglia Virtus, Pietro Aradori è stato intervistato dai giornalisti di Stadio, Carlino e Corriere di Bologna.
Ecco una sintesi delle sue parole.

Sulle foto dei grandi della Virtus in palestra. Fa impressione, fa venire la pelle d’oca, vogliamo riportare tutti assieme la Virtus dove le compete, iniziando dal campionato italiano e poi chissà, se sarà possibile anche in Europa.

L’impatto è stato ottimo, ci sono belle ambizioni, è stata costruita una grande squadra. Ora ci dobbiamo conoscere, il gruppo è nuovo, io mi unisco adesso e darò il meglio possibile. Sono in buone condizioni, tre-quattro giorni di riposo sono serviti.

Sull’accoppiata con Alessandro Gentile. Siamo stati tanti anni insieme in Nazionale, ci conosciamo alla perfezione, sono contento di poter giocare con lui.

Sulla preparazione della Virtus. L’ho seguita, sia pure da lontano. Ora scoprirò man mano in questi giorni, ma non credo ci saranno problemi di adattamento o intesa. Ci sono dieci giorni per prepararci, due partite nel week-end.

Sull’Europeo. Una bellissima esperienza, non credo fosse possibile, al di là di qualche miracolo, fare meglio di così, considerato il livello delle avversarie.

Sugli obiettivi della Virtus. Ci sono grandi aspettative su di noi e spetta a noi ripagarle, è chiaro che noi abbiamo un obiettivo intermedio, la partecipazione alle Final Eight di Coppa Italia e poi quello di entrare nelle prime otto a fine stagione, e quindi disputare i playoff. Lì può succedere di tutto, perché sono davvero un campionato a parte.

 

ARADORI: "L'ATMOSFERA CI HA CARICATO ANCORA DI PIÙ, SIAMO SOLO ALL'INIZIO. MOLTO CONTENTO PER PAJOLA"

tratto da bolognabasket.it - 10/10/2017

 

Pietro Aradori è stato sentito da Paolo Di Domizio durante il Virtus Day Time in onda su Radio Bologna Uno. Ecco le parole della guardia bresciana.

Nella vittoria con Capo D’Orlando, molti meriti vostri: “Abbiamo sicuramente fatto una gran bella partita, mettendo in campo tanta energia come dovevamo fare perché era la prima in casa. Eravamo già carichi ma siamo stati ancora di più caricati dalla fantastica atmosfera. Capo D’Orlando era alla quarta partita in dieci giorni, è vero, però avevano battuto di trenta punti una squadra di livello come Saratov, quindi nulla era scontato. Noi abbiamo fatto la nostra partita e abbiamo portato a casa una bella vittoria.”

Quali sono gli aspetti su cui dovete ancora lavorare? “Sicuramente partiamo da una base molto solida che è la nostra difesa fisica, con tanti giocatori grossi che mettono il fisico e questo è un nostro punto a favore molto importante. In attacco dobbiamo conoscerci meglio, giocare di squadra, spesso lo facciamo, a volte un po’ meno ma sono cose che possono succedere soprattutto ad inizio stagione. Dobbiamo, dunque, lavorare in particolare su questo.”

In mezzo a tanta esperienza, domenica un’ottima prestazione del giovane Alessandro Pajola: “Ha giocato davvero bene. È entrato e ha subito messo tanta pressione sul playmaker, ha fatto girare la squadra. Sono contento per lui, ha fatto un bell’esordio e gli auguro di fare partite ancora migliori.”

Dopo due settimane piene di allenamento, il feeling con coach Ramagli? “Abbiamo un ottimo rapporto: non mi ha chiesto niente di particolare, mi ha chiesto di essere me stesso e giocare la mia pallacanestro, di difendere forte. Domenica oltre alla mia partita in attacco mi ha fatto i complimenti soprattutto per la prestazione difensiva e questo mi fa piacere, mi sprona sempre a fare meglio. Siamo solo all’inizio, sono passate solo due settimane dal mio arrivo e perciò si può solo che crescere e migliorare insieme.”

ARADORI: CHI DICE CHE IO E GENTILE NON POSSIAMO GIOCARE INSIEME NON GUARDA LE PARTITE. SE MIGLIORIAMO LA GESTIONE DEI VANTAGGI TROVEREMO BELLE VITTORIE

tratto da bolognabasket.it - 08/11/2017

 

Pietro Aradori – che dopo sei giornate viaggia a 15.8 punti di media tirando col 54% da due, 40% da tre e 94% ai liberi, è stato intervistato da Luca Aquino sul Corriere di Bologna.

Ecco un estratto delle sue parole:

Ho trovato un bellissimo ambiente, ottimi compagni di squadra e una società super pronta che sa dove vuole arrivare. Mi sono inserito gradualmente, cercando di migliorare e conoscere sempre meglio le persone con cui ho a che fare.

Le partite con Venezia e Milano. Sono state due sconfitte diverse. Con Venezia l’avevamo praticamente vinta, loro sono stati bravi a tornare in partita ma sono stati più i nostri demeriti per aver sprecato un ottimo vantaggio. A Milano è stata una partita difficile in attacco per tutti noi, la difesa dell’Olimpia non era mai stata di quel livello nelle uscite precedenti. Siamo comunque arrivati a giocarcela negli ultimi possessi, se miglioreremo la gestione dei vantaggi troveremo delle belle vittorie anche in trasferta su campi difficili come quello di Milano.
L’ultimo quarto sembra il punto debole? A volte fai la scelta giusta e la palla esce, altre quella sbagliata ma la palla entra. Ritorno sempre lì: se siamo bravi ad andare avanti di 15-16 punti, poi dobbiamo esserlo anche nel mantenere quel vantaggio.

I tanti spunti positivi di queste prime sei giornate. Siamo più avanti di quanto mi aspettassi nella nostra metà campo, la nostra difesa ha raggiunto un buon livello in poco tempo. Abbiamo un ottimo amalgama, giochiamo bene assieme con tanti giocatori di talento che vanno nella direzione giusta e non è sempre così facile. Le cose positive superano quelle negative, anche se c’è l’amaro in bocca per un paio di partite in più che avremmo dovuto vincere per il gioco che abbiamo espresso. Sono lezioni, ci fanno capire che nulla viene facile e che dobbiamo conquistarlo sul campo.

Sull’etichetta ricorrente, che Gentile e Aradori sono difficili da far giocare insieme. Ci sono poche persone che la pensano così e magari non guardano nemmeno le partite. Non è assolutamente un problema, lo sanno tutti in squadra e lo sa chi vede e capisce di pallacanestro.

 

ARADORI, SERATA SPECIALE: "RINASCITA? IO SONO SEMPRE AL SERVIZIO DELLA SQUADRA"

tratto da www.virtus.it - 03/01/2018

 

Una serata speciale per Pietro Aradori. 25 punti in 34 minuti, con 6/7 da due e 3/6 da tre, e ancora 7 rimbalzi e 3 assist, per un 31 di valutazione che la dice lunga su quello che il capitano della Nazionale ha mostrato in campo. Riflettori puntati, giustamente, su di lui.

“E’ stata una vittoria difficile, alla fine di una partita sporca, ma avevamo di fronte una squadra allenata bene, che sa giocare a pallacanestro. Vogliamo centrare il traguardo della Final Eight di Coppa Italia, dovevamo vincere e l’abbiamo fatto. Ora ci attendono altre due sfide, la prima in trasferta su un campo difficile come quello di Avellino”.

“Dopo queste tre vittorie di fila, ci dicono che siamo più squadra. Ci sta. Però non sempre va tutto bene quando vinci e tutto male quando perdi, molte partite le abbiamo perse all’ultimo tiro. Quello che so è che questa è la strada giusta, dunque guardiamo avanti”.

“Questa Virtus ha due italiani che sanno giocare da leader? Credo sia un bello spot, anche se non dobbiamo dimenticare che i nostri americani sono di assoluto valore. Se ci sono giocatori italiani in grado di fare la differenza, magari di restare diversi anni nello stesso club, la gente può affezionarsi, e forse cresce anche il numero di ragazzi che decidono di dedicarsi a questa disciplina”.

“Come mi sento? Bene, ma non sono mai stato male. Il tiro può entrare o uscire, ma so fare anche altro in campo. Ricordate quando in una partita Ray Allen fece 0/14? Beh, io non voglio assolutamente paragonarmi a lui, ma è un esempio per dire che si continua a guardare avanti. Io sono al servizio della squadra, come faccio da anni e spero di fare per tanti anni ancora. Perché adoro questa città, mi ci sono diplomato dieci anni fa, mi piace la Virtus e voglio continuare così”.

 

ARADORI: "PER L'OBIETTIVO PLAYOFF L'ORGANICO È SUFFICIENTE, UN GIOCATORE IN PIÙ SERVIREBBE PER ALZARE L'ASTICELLA"

Tratto da bolognabasket.it - 15/03/2018

 

Pietro Aradori è stato ospite a Sport Club su èTV. Sono stati affrontati tanti argomenti, questi i più significativi che potete trovare all’interno della puntata: Ho scelto la Virtus piuttosto che Torino perché mi è stato presentato un progetto ambizioso e molto diverso da quello di tante squadre neopromosse, il fatto che me lo abbia presentato un personaggio del calibro di Luca Baraldi mi ha convinto definitivamente sulla validità del percorso che mi era stato prospettato.
All’inizio abbiamo avuto qualche problema, c‘erano gerarchie e ruoli che dovevano essere chiariti, ci siamo guardati in faccia e parlati, il chiarimento è arrivato ed è arrivata una serie di vittorie. In tutto questo molto importante è stato l’intervento della società che ci ha chiarito che nessuno se ne sarebbe andato ed ha dato certezze a tutti noi. Alla Virtus non serve un altro giocatore per allargare le rotazioni durante le partite, giocando 1 volta a settimana otto giocatori sono più che sufficienti, il problema lo abbiamo negli allenamenti dove, non essendo mai al completo, non riusciamo mai ad allenarci al massimo e questo si ripercuote sulle partite. Siamo una neopromossa, non ricordo squadre, neppure la Juventus che, salite dalla categoria inferiore, sono state subito in grado di lottare per lo scudetto.
Per l’obiettivo playoff l’organico è sufficiente, se vogliamo alzare l’asticella un giocatore in più serve ma per entrare nelle otto la squadra è già attrezzata così.
È giusto che la Virtus rientri in Europa, il suo percorso porta all’Eurolega, per ora la Champions è un ottimo rientro anche perché, a livello tecnico, non c è differenza con l’Eurocup.

ARADORI: "MI SONO SENTITO SUBITO VIRTUSSINO. A FINE STAGIONE VORREI ALZARE UN TROFEO"

tratto da bologna basket.it - 04/10/2018

 

Pietro Aradori è stato sentito da Luca Sancini per Repubblica. Un estratto dell’intervista.

“Personalmente fin dalle prime partite mi sono sentito subito virtussino. Sono alla seconda stagione e farò di tutto per migliorare e renderla speciale. Se puntano su di me come giocatore simbolo mi sta benissimo.
Il derby dove ero assente? Chi ha vissuto quelli veri mi ha detto che mancava l’atmosfera, da una partita amichevole non potevano restare molto colpiti. Piuttosto, ai ragazzi nuovi è già entrato dentro che in questa città la pallacanestro è importante.
Il gruppo mi piace. C’è voglia di emergere, giocatori affermati ma che hanno ancora voglia di migliorarsi, una caratteristica che rende questa squadra diversa da quella dell’anno scorso. C’è fame, e questo è un buon antidoto per reagire alle difficoltà, anche se speriamo che non capitino troppo spesso.
A fine stagione vorrei alzare un trofeo. Non è facile, ma portare una coppa alla Virtus sarebbe un motivo di grande orgoglio. Per me, per la società e per i tifosi. Dura, ma mettiamola tra gli obiettivi.
Ale Gentile? Ci sentiamo spesso, so che ha molte offerte per la prossima stagione. Vuole giocare in Europa, una squadra la troverà”

ARADORI: "MI SENTO VIRTUSSINO, HO FEELING COL PUBBLICO E L'ATMOSFERA DEL PALADOZZA"

tratto da bolognabasket.it - 23/11/2018

 

Pietro Aradori è stato intervistato sul Resto del Carlino.
Ecco un estratto delle sue parole.

Rispetto all’inizio siamo una squadra migliorata grazie al lavoro in palestra, nel nostro cammino ha recitato una parte importante il calendario: in Europa le prime due le abbiamo giocate in casa e abbiamo preso fiducia, mentre in campionato le tre squadre sulla carta più forti, Milano, Venezia e Avellino, le abbiamo già incontrate, e di queste due erano fuori casa. Il vantaggio preso ad Avellino è stato perso con Cremona, ma nel complesso penso che siamo su un’ottima strada per raggiungere i nostri obiettivi.

Lei sembra aver trovato la migliore condizione. Non è una questione di condizione, ma di preparazione. Inizi con la tua squadra, poi vai via con la nazionale, e ritorni con nuovi compagni: trovare subito l’intesa non è automatico. Non siamo dei robot, ci sta che anziché fare 20 punti ne fai solo 10, però, se alle spalle c’è una squadra solida riesci ad andare oltre queste difficoltà e vinci come è successo a noi.

Si sente un giocatore della Virtus o un virtussino? Quando sono arrivato mi sentivo un giocatore della V nera e con il tempo ho iniziato ad affezionarmi, ad avere feeling con il pubblico e a sentire mia l’atmosfera fantastica del PalaDozza. Già a metà dell’anno scorso mi sono sentito più virtussino che giocatore della Virtus. Ho scelto Bologna per il blasone e perché il progetto mi sembrava molto serio. Vedendo come lavora Luca Baraldi oggi avrei meno dubbi di allora e direi sì subito. Non è solo una persona competente che porta la sua esperienza maturata in ambienti che sono avanti rispetto alla pallacanestro, ma è un vero uomo di sport. Il percorso che ha disegnato riporterà la V nera ai massimi livelli.

 

ARADORI: "LA VIRTUS STA TORNANDO IN ALTO E IO SONO ORGOGLIOSO DI ESSERE QUI"

tratto da bolognabasket.it -19/05/2019

 

Pietro Aradori è stato intervistato dal Resto del Carlino.
Un estratto delle sue parole.

Il bilancio di quest’anno è positivo, nonostante tutte le cose che sono successe e tutti i cambiamenti che sono avvenuti. Siamo riusciti a portare a casa una Coppa prestigiosa. Siamo partiti con l’idea di passare il primo turno, poi l’asticella è stata alzata alla final four e alla conquista del trofeo. Questo percorso non era scontato e se a maggio di un anno fa qualcuno ci avesse detto che avremmo vinto la Champions League lo avremmo preso per matto. Al contrario ci siamo riusciti, quindi, anche se non abbiamo prodotto la stessa qualità in campionato, direi che la stagione è stata positiva.

Il pubblico virtussino è molto esigente, ma allo stesso tempo generoso: ti porta alle stelle quando le cose fanno bene e altrettanto velocemente ti fa precipitare in basso quando vanno male. Ti dà tanto e ti è molto vicino anche nel quotidiano e ti fa sentire a casa. È una accoglienza bella senza invadenze. L’altra cosa che mi ha sorpreso è quanto i tifosi spendono per seguire la squadra sia in campionato che in coppa. Non sono cose scontate e non vanno sottovalutate.

L’anno prossimo ci sarà il derby. Ci voleva perché questa partita dà una grande visibilità a Bologna e a tutta la pallacanestro italiana. Ricordo che quando si giocò in A2 tre anni fu l’evento dell’anno anche per la serie A. Sarà un momento fantastico e la nostra pallacanestro ha bisogno di partite del genere, sono eventi che vanno al di là del risultato sportivo.

Cosa stanno costruendo Massimo Zanetti e Luca Baraldi? Hanno tracciato e avviato un percorso concreto per riportare la Virtus in alto sia in campionato che in Europa. I tifosi probabilmente si aspettavano qualcosa di più da queste due stagioni, ma spesso i risultati di chi fa bene subito poi si trasformano in un fuoco di paglia. Arrivarci per gradi, invece, ti dà la possibilità di consolidare quello che hai fatto. Io sono molto orgoglioso di essere qui e ringrazio chi ha creduto in me per essere uno dei protagonisti delle squadre che hanno avviato questo progetto.