ANDREA LUCHI

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Stagioni alla Virtus: dal 2007/08 al 2008/09

 

ANDREA LUCHI

da www.basketnet.it: I 50 nomi influenti del basket italiano

 

General Manager della Virtus Bologna, ha già battuto un record venendo riconfermato.
Prima di lui, infatti, Sabatini non aveva mai rinnovato il contratto a fine stagione ai suoi predecessori Bottai, Zanca, Faraoni e Santucci. Lui, invece, è riuscito a guadagnarsi la fiducia di un patron così esigente, anche al termine di un'annata non proprio positiva. Merito di un curriculum comunque importante, dove ha saputo cogliere risultati anche in piazze di secondo piano. Il suo esordio da GM, dopo dieci anni da giornalista, è nel 1995 a Montecatini che porta in sei stagioni in serie A, ai playoff e in Korac. Quindi, dopo la parentesi di Messina, l'occasione alla Scavolini, che, nel 2003, arriva alla finale di Coppa Italia e alla qualificazione in Eurolega. Dopo la promozione in A con Scafati e l'onesta salvezza a Sassari, l'approdo a Basket City.

 

"LA VIRTUS COSTRUITA CON TESTA E CUORE"

Il gm Luchi: "Talento e motivazioni, così abbiamo scelto gli uomini del riscatto"

di Massimo Selleri - Il Resto del Carlino - 26/08/2008

 

"La Virtus che è stata costruita - spiega il general manager bianconero Andrea Luchi da Castelnuovo Garfagnana dove òa squadra è in ritiro - è il frutto di un grande lavoro. Renato Pasquali e il suo staff hanno visionato centinaia di partite dei campionati europei, dell'Nba e delle elghe minori americane. Questa approfondita operazione di scouting ci ha permesso di non lasciare nulla al caso e tutti i giocatori che sono arrivati sono stati oggetto di un'attenta valutazione. Il riscatto, che giustamente il proprietario Claudio Sabatini vuole offrire ai nostri tifosi per saldare quel debito che si è aperto nella passata stagione, è una cosa che non può nascere da un'invenzione o da un'occasione, ma deve necessariamente fondarsi su delle basi solide".

Qual è stata la trattativa più complessa?

"Le trattative sono sempre facili e difficili allo stesso tempo. Spesso si dà molto peso al lato economico ma io credo che il lato psicologico e quello motivazionale abbiano altrettanta importanza. Chiaramente è difficile competere con chi può offrire il doppio dei tuoi soldi, se però le differenze sono minime allora è il resto che conta parecchio. Noi ad esempio abbiamo cercato di far capire a tutti i nuovi arrivati quale era la nostra situazione, un club dalla grande tradizione e che voleva riscattare la passata stagione. Nel campo delle motivazioni spesso le parole non bastano ma è necessario trasmettere qualcosa: fin dalle mie prime comunicazioni con i possibili "acquisti" ho sempre cercato di comunicare il mio orgoglio di lavorare in una società come la Virtus e di come il farne parte ti ponga costantemente sotto esame".

Parlando di prove, l'arrivo di Boykins sarà un esame per tutti voi.

"È uno dei motivi per cui non facciamo proclami ma predichiamo tanta cautela. Lui verrà in una realtà completamente nuova ed inevitabilmente, sia dentro che fuori dal campo, dovrà cambiare il modo di fare alcune cose nonostante in America gli siano sembrate giuste e normali fatte in una maniera diversa. Bisognerà avere pazienza e non sorprendersi per un suo fisiologico periodo d'adattamento in cui a volte sembrerà smarrito".

Come sta procedendo il ritiro?

"Stiamo vivendo un clima che è un misto tra l'entusiasmo e il senso di responsabilità. A tutti è chiaro che è Pasquali ad avere in mano la situazione, nella selezione dei giocatori avevamo dato molta importanza anche al loro carattere e al loro ruolo di porsi all'interno della squadra. Il gruppo si sta formando e fin qui abbiamo avuto la conferma di non esserci sbagliati".

A suo giudizio quali saranno le prossime gerarchie del campionato italiano?

"È molto difficile fare una graduatoria. Sicuramente stando ai nomi che sono arrivati il livello del campionato dovrebbe essersi alzato dopo due anni di stanca, ma aver fatto un buon mercato è solo una buona fondamenta, poi serve altro per costruire la casa. Siena, comunque, rimane un gradino sopra tutte le altre perché con grande lungimiranza mantiene sempre lo stesso telaio, inserendo solo uno o due giocatori importanti a stagione".

CRISI VIRTUS, SABATINI CACCIA TUTTI: VIA BONICIOLLI, GIOVANNONI E LUCHI

Il Resto del Carlino - 28/05/2009

 

L'eliminazione ai quarti di finale dei playoff ha fatto esplodere la situazione in casa Virtus:  Matteo Boniciolli non è più l’allenatore della Virtus Bologna. E Andrea Luchi non è più il general manager. Lo ha ufficializzato la stessa società con due distinti comunicati apparsi sul sito. “Virtus Pallacanestro Bologna - si legge - comunica che si è concluso il rapporto professionale con Matteo Boniciolli. La società ringrazia il coach per il lavoro svolto e gli rivolge i migliori auguri per il futuro”.

Praticamente identica la nota relativa all’ormai ex manager Luchi, verso il quale la Virtus esprime riconoscenza “per il grande contributo umano e professionale dato alla società e gli augura un futuro ricco di successi”. Boniciolli si era seduto sulla panchina della Virtus Bologna il 10 novembre scorso al posto dell’esonerato Renato Pasquali, firmando un contratto di due anni.

Ma ad andarsene è anche il capitano Guilherme Giovannoni: pure quest’ultimo addio è stato reso noto dal club con una nota sul sito: “Virtus Pallacanestro Bologna comunica di aver interrotto il rapporto professionale con Guilherme Giovannoni - si legge - La società ringrazia Gui per l’impegno e la professionalità dimostrati durante questi anni e gli augura un affettuoso in bocca al lupo per un futuro ricco di soddisfazioni”.

 

LUCHI: «STAGIONE IN MALORA DOPO IL KO IN CASA CON SIENA»

di Elisa Fiocchi - Corriere di Bologna - 06/06/2009

 

Andrea Luchi, lei lascia la Virtus dopo due anni da General Manager. Come ha reagito alla decisione del patron Sabatini?

Il mio era un rapporto in scadenza, ci siamo salutati in maniera civile ed educata, non è stato né un addio né un arrivederci, ma un congedo sereno senza porte sbattute in faccia. Resta il mio quattordicesimo anno di carriera portato avanti fino alla fine, ne sono orgoglioso.

Eppure nell'ultimo mese, già circolavano le voci del suo possibile successore, un po' di amarezza deve averla provata...

Le voci c'erano e mi arrivavano naturalmente, non solo quelle riguardanti la mia posizione. Non aiutavano certo a mantenere la concentrazione generale, eppure ho cercato sempre di non distogliermi dal lavoro, quell'ufficio era la mia prima casa. Ho fatto uno sforzo umano e sovrumano ogni giorno, ero un po' l'equilibratore della Virtus.

Lei, Boniciolli, Giovannoni congedati tutti alla svelta, all'indomani dell'uscita dai playoff. Perché?

Non voglio giudicare lo stile, certamente sono stati addii inconsueti come modalità.

Due anni con Sabatini: com'è stare al suo fianco?

Non mi è stato difficile. Ha talento e idee, ama la Virtus e con la sua personalità non ti annoi mai. Mi ha sempre portato rispetto, anche nei momenti di scontro s'è dimostrata una persona schietta e pulita, non rancorosa, capace di mettere subito tutto alle spalle. Nei riguardi della squadra, dopo alcune sconfitte, era capace di togliere la pressione e sdrammatizzare, non è un pregio da poco. Certo, il salto di qualità sarebbe stato riuscire ad operare con un pizzico in più di equilibrio e di pazienza in ogni situazione.

Ci sono state tante turbolenze in questa stagione, conclusasi poi amaramente. Troppe aspettative sulla squadra?

Il clima con cui è finita la stagione è stato ingiusto. Purtroppo abbiamo condotto una stagione bella per cinque mesi e brutta nel finale che ha portato a un'atmosfera di delusione.

Da dove sono nati i veri problemi?

Nella troppa emotività, nelle troppe distrazioni e nell'eccessiva fretta. Non abbiamo gestito bene il dopo Siena di campionato: il rammarico sta nell'essere rimasti bloccati a quella partita, quando il dovere era concentrarci sul presente e sugli obiettivi. Sono stati inseriti argomenti che hanno distratto il gruppo. Quando Boniciolli mise in spogliatoio la foto di Boykins e del fallo non fischiato, gli dissi che aveva avuto una bella idea ma che avremmo dovuto attaccare il fotogramma precedente, ovvero il rimbalzo catturato da Kaukenas, un modo per partire dalle nostre responsabilità: le sconfitte successive, Ferrara e Teramo, furono figlie di quel vespaio di polemiche.

Anche su Boykins si sono concentrate tante chiacchiere. Lei che ha pensato?

Che i panni sporchi si dovessero lavare in famiglia: Earl non ha mai fatto la prima donna perché aveva giocato 600 partite in Nba, il suo finale di stagione non è stato esaltante ma in tante gare è stato lui a mettere il sigillo, anche a Ostenda quando giocò con un piede fuori combattimento. Forse non abbiamo fatto abbastanza per mettere a proprio agio alcuni giocatori.

Langford invece, resterà?

Io posso confermare che Keith voleva davvero il rinnovo, poi non so cosa succederà.

Sabatini che vuole cedere la Virtus. Quanta verità c'è?

Dopo l'ultima partita l'ho visto molto deluso, anche per la questione abbonati, mi sembrava sincero. Ma sapendo quanto ama la squadra, penso resterà alla guida.

Con un budget ridotto, si vocifera.

La mia logica non è mai stata quella di partire dal budget, in campo prima ci vanno gli uomini. Poi succede che Biella elimina Roma ai playoff...

Il suo momento più angosciante alla Virtus?

L'anno precedente, prima della partita con Montegranaro quando perdere poteva significare compromettere la permanenza della Virtus in serie A. In carriera non ho mai vissuto la retrocessione, fosse avvenuta proprio alla Virtus, sarebbe stata la morte civile.

Quanta pressione si accumula a lavorare a BasketCity?

Ce n'è tanta ma è il sale e la benzina di ogni stagione. Adoro lavorare nei posti con grandi aspettative, tanti media e tifosi interessati.

E il derby Sacrati-Sabatini?

Indubbiamente sono presidenti con due stili diversi. Analizzando i risultati direi che l'operato di Sacrati è stato un k.o tecnico alla prima ripresa. In due anni non s'è capito nulla, con il piccolo dettaglio di una retrocessione. Sabatini in 5-6 anni ha già intuito tantissime cose della pallacanestro.

Adesso c'è il suo futuro da costruire. Novità?

È ancora tutto lontano per il momento. Fino a venerdì mattina, prima che Claudio mi congedasse, non ero interessato ad esplorare nuove alternative.

Chi si porta nel cuore della Virtus?

Ringrazio comunque Claudio e Fabio Sabatini per l'opportunità che mi hanno dato. Poi certamente non posso dimenticare i senatori, come li chiamo io, ovvero Roberto Rimondini, Gigi Terrieri, Romano Bertocchi e Giordano Consolini. Queste quattro persone mi hanno dato sempre fiducia in due anni di lavoro, loro incarnano il vero stile Virtus.