SCOONIE PENN

(James Donell Penn)

Una bella immagine di Scoonie

nato a: New York (USA)

il: 09/01/1977

altezza: 178

ruolo: playmaker

numero di maglia: 5

Stagioni alla Virtus: 2009/10

statistiche individuali del sito di Legabasket

biografia su wikipedia

 

LA VIRTUS FA LA FIRMA CON PENN

di Massimo Selleri - Il Resto del Carlino - 23/09/2009

 

La Virtus si è accordata con Scoonie Penn. La firma sul contratto arriverà nella giornata di oggi, ma l’intesa sulla cifra dell’ingaggio e sulla durata è già stata raggiunta. Il playmaker trentaduenne con alle spalle una buona carriera in Italia - dove ha vestito le maglie di Trieste, Roma e Pesaro - e una altrettanto ampia in Europa, tra Efes Pilsen, Olympiacos e Cibona Zagabria, rimarrà sotto le due torri fino a metà gennaio, con la possibilità di prolungare il suo accordo estendendolo per tutto l’arco della stagione.

Toccherà quindi a lui sostituire Andrè Collins, l’esterno statunitense che 15 giorni fa si è infortunato alla mano destra durante il ritiro di Tirrenia. Oggi il giocatore eseguirà un’altra visita di controllo, dove verrà deciso l’iter terapeutico da seguire: l’intervento chirurgico pare essere scongiurato e non è escluso che già ai primi di dicembre possa toccare la palla e di lì a poco essere di nuovo in campo.
Sempre ieri la Virtus ha deciso di riaprire la campagna abbonamenti e da domani i tifosi della V Nera potranno tornare a sottoscrivere le tessere che permettono l’ingresso alla Futurshow Station. La notizia era nell’aria già da un po’ di giorni: dal raduno in poi erano stati parecchi i messaggi indirizzati alla società bianconera con la esplicita richiesta di dare una prova d’appello a tutti quei tifosi che erano rimasti dubbiosi tra la cessione del club e una squadra allestita con un programma di minima, visto il poco entusiasmo del patron Claudio Sabatini.
Passata la delusione per la disaffezione del pubblico registrata nell’ultima parte della scorsa stagione e pungolata anche dalle spiagge della riviera adriatica, alla fine la proprietà non solo ha allestito una signora squadra, ma la presenza operativa del general manager Massimo Faraoni e del coach Lino Lardo, ha anche dato l’idea di una vera e propria progettualità.

 

SCOONIE PENN

di Roberto Cornacchia per virtuspedia - Ottobre 2009

 

Arrivato per ultimo per sostituire l’infortunato Andrè Collins, non è certo una novità sugli schermi italiani ed europei. James “Scoonie” Penn è nato a Brooklyn, nei pressi di New York il 09/01/1977 ed è un playmaker di m 1.78 per 80 chili. Inizia a giocare nella Salem High School e il quadrienno universitario lo disputa in due diversi college, cosa per fare la quale ci si costringe a star fermi un anno e che pare accomunare gli stranieri virtussini di questa stagione: sia Andrè Collins che LeRoy Hurd hanno infatti effettuato la stessa non comune scelta. Dapprima al Boston College, si mette subito in luce venendo votato Rookie dell’anno ed inserito nel quintetto ideale della All-Big East Conference. Riconoscimento che ottiene anche l’anno successivo, stagione in cui porta gli Eagles alla vittoria della Conference, risultandone anche l’MVP. Dopo lo stop, riprende alla Ohio State University: una scelta che, come per i suoi neocolleghi bianconeri, si rivelerà fruttuosa. Nel nuovo ateneo Scoonie ha modo di mettersi maggiormente in vista poiché, a fianco di Michael Redd che ora fa la star in Nba e col quale è rimasto intimo amico, costituisce un coppia di esterni molto forte che conduce la propria squadra alle Final Four del torneo NCAA nel 1999. Due stagioni ad alto livello che lo portano ad essere nominato nel terzo quintetto All-America in entrambe le annate, nonché giocatore dell’anno nella prestigiosa Big Ten Conference nella prima delle due. Consegue anche un altro trofeo piuttosto singolare, il Frances Pomeroy Naismith Award che premia il giocatore dalla statura sotto i 6 piedi (cioè inferiore ai 183 cm) migliore dell’anno: un premio che è stato ritirato da atleti come Mugsey Bogues, Tim Hardaway, Tyus Edney, Jameer Nelson, Nate Robinson e l’appena visto da queste parti Earl Boykins. Conclude la carriera ad Ohio State come maggior realizzatore di tiri da 3 punti nella storia dell’università, nonostante le due sole stagioni. Queste prestazioni che gli valgono la chiamata al secondo giro, col numero 57, da parte degli Atlanta Hawks.

Ma la sua carriera Nba non prende piede: troppo piccolo e con poche frecce offensive nella sua faretra. “Colpa di Magic Johnson e dei cambiamenti che lui ha portato” dirà in un’intervista riferendosi all’aumentata statura delle point guards “anche se so che ora potrei giocarci in Nba”. Ben presto Scoonie capisce che la sua America è l’Europa e non avrà a pentirsene. Autentico giramondo dei canestri, comincia il suo peregrinare nei vari campionati del Vecchio Continente: da quando ha preso il primo aereo per iniziare la sua carriera professionistica fuori dagli Stati Uniti, Scoonie non è mai restato nella stessa squadra per più di una stagione. Anzi, un paio di volte ha cambiato canotta in corsa, arrivato a collezionare 11 maglie diverse in 9 stagioni, prendendo parte ai campionati di 6 nazioni differenti, più un pezzo di stagione nella D-League.

Comincia proprio in Italia, nella Telit Trieste, dove sta in campo quasi 36 minuti a gara, sfiorando i 18 punti di media. Purtroppo al termine del girone d’andata, subito dopo aver messo a segno 36 punti nel “derby” contro Udine, si spappola il ginocchio contro Varese: stagione finita. Le buone cose messe in mostra non passano inosservate e a novembre viene ingaggiato a gettone (quindi non è una novità per lui) dalla Wurth Roma che deve far fronte all’infortunio di Jerome Allen. Poco più di due mesi nella formazione capitolina, dove in 9 gare supera i 26 minuti a gara e segna quasi 12 punti di media. Al rientro del titolare, Scoonie torna in patria e termina la stagione negli Asheville Altitude, la squadra affiliata agli Oklahoma City Thunder.

Ritorna in Europa, per un biennio nelle terre ex-jugoslave. Prima stagione alla Stella Rossa di Belgrado, squadra della quale ricorda soprattutto i tifosi più appassionati che abbia mai visto. In seguito passa ai croati del Cibona Zagabria con i quali conquista lo scudetto ma soprattutto disputa la prima Eurolega, giocando 30 e passa minuti e segnando quasi 14 punti ad allacciata di scarpe, con il 42,4% da oltre l’arco.

L’anno successivo comincia la stagione nelle fila dei greci del Makedonikos Kozani che prendono parte alla Uleb Cup. A dicembre però lascia, cercato dalla Scavolini Pesaro. È una Scavolini un po’ in subbuglio quella nella quale capita: costruita attorno a Sale Djordjevic, che a febbraio se ne andrà con destinazione Milano, Hanno Mottola e tre ex-virtussini come Charles Smith, Marko Milic e Alessandro Frosini. In panchina c’è un’altra nostra conoscenza, Phil Melillo, esonerato a metà stagione per far posto a Marco Crespi. Scoonie in 19 presenze, sta in campo quasi 34 minuti e ne mette 15 a sera.

L’anno successivo ritorna al Cibona Zagabria e, di nuovo, vince il titolo. In Eurolega viaggia a 33 minuti per 14,6 punti che nelle Top16 balzano a 34 per quasi 23 punti, il tutto condito da un 40,5% dai 3 punti, un po’ sorprendente dopo il 26% tenuto fin a quel momento. La vetrina del Cibona dà i frutti sperati: ai vertici della carriera, viene ingaggiato da una delle formazioni più forti e spendaccione d’Europa, l’Olympiacos Pireo. Pini Gershon è appena arrivato e, in previsione delle Final Four di Euroleague da disputarsi ad Atene, costruisce una formazione ambiziosa: a fianco del trottolino americano ci sono Henry Domercant, Alex Acker, Arvydas Macijauskas, Ioannis Bouroussis e Sofoklis Schortsanitis. Una corazzata, che però si fa eliminare dalla Coppa nazionale e pure dall’Eurolega, dagli spagnoli del Tau. Non resta che il campionato per cercare di risollevare la stagione, ma di fronte ci sono gli eterni rivali del Panathinaikos, peraltro freschi vincitori dell’Eurolega. Una serie finale estremamente combattuta, una delle più belle della storia del campionato greco, dove i verdi di Obradovic hanno il vantaggio del campo. In gara-3 i Reds sfiorano l’impresa perdendo di un solo punto, ma alla fine chi gioca in casa riesce sempre a mantenere il servizio e il Panathinaikos vince in gara-5.

L’anno seguente Penn indossa la maglia dell’Efes Pilsen, formazione tra le più ambiziose del rampante basket turco, a dimostrazione dell’ormai consolidato status di Euroleague top player acquisito. Del resto, sono 5 stagioni consecutive che prende parte al maggior torneo europeo e non è mai sceso sotto la doppia cifra di punti segnati. La formazione, guidata da David Blatt gioca bene, ma quando devono andare in trasferta a Belgrado, dove l’ambasciata statunitense sconsiglia i propri cittadini di recarsi, Woods, Drew e Wright si rifiutano di unirsi. La società non tollera questo comportamento e li esonera, rovinando il giocattolo. Tra i successivi arrivi per tappare le falle, anche Dewarick Spencer, fresco dall’aver ricevuto lo stesso trattamento a Bologna. Durante la regular season di Eurolega sta in campo quasi 30 minuti, che nelle Top16 crescono fino a quasi 36, con 12,5 punti a partita e uno sfavillante 44% dalla linea dei 3 punti. Merita anche un paio di MVP of the week, prima dell’epurazione dei reprobi a stelle e strisce. In campionato invece i numeri si abbassano, soprattutto per i punti segnati dove, dopo diverso tempo, torna in singola cifra: meno di 7 punti a gara.

La stagione appena trascorsa lo vede indossare la canotta del BC di Kiev, in Ucraina. Scoonie viaggia a 28 minuti a gara e sfiora la doppia cifra agli ordini di coach Sasa Obradovic. A febbraio la società, causa problemi economici, decide di tagliare tutti gli americani: quando la Virtus l’incontra in EuroChallenge, ormai a roster ci sono solo i volenterosi giocatori locali.

L’infortunio di Andrè Collins, vera pietra angolare della ricostruenda Virtus di Lardo, scompagina i piani iniziali e spinge la società bianconera a correre ai ripari. Dopo una ridda interminabile di nomi e quando ormai veniva dato per concluso, nonostante Lardo storcesse un po’ il naso, l’accordo con Hollis Price, ecco la firma di Scoonie. La sua scelta, in considerazione della particolare situazione virtussina, è stata tutt’altro che semplice: un po’ perché Collins è il giocatore attorno al quale si è costruita l’ossatura della squadra e un po’ perché quando Moss otterrà l’agognato passaporto bulgaro, si potrà mettere in roster un ulteriore extracomunitario e logica vorrebbe che tale giocatore fosse quello già firmato per sostituire Collins. 

Playmaker puro, piccolo ma fisicamente tosto, il suo arrivo conferma il “fil rouge” che lega i nuovi arrivi stagionali: tutti hanno ha già calcato i parquet della penisola e sono conosciuti per essere professionisti integerrimi, caratteristiche morali che coach Lardo ha preteso, forse anche prima di quelle tecniche. Tiratore discontinuo, alterna gare e stagioni in cui bombarda dai 3 punti ad altre in cui non raggiunge il 30%, ma va detto che non è il tiro dalla lunga la sua unica arma per mettere punti in carniere. Ha buona velocità, grande controllo di palla e del corpo: abilità che sfrutta per penetrare a canestro e procurarsi tiri liberi nei quali normalmente viaggia a percentuali superiori all’80%. In difesa sopperisce alla mancanza di centimetri con una struttura fisica potente, in grado di tenere anche contro giocatori più alti ma mentiremmo nel definirlo un mastino. Costituisce un’incognita il suo stato di forma, essendo un giocatore massiccio per la sua statura e assente dai campi di gioco dallo scorso febbraio.

Scoonie batte Finley dal palleggio (foto tratta da www.virtus.it)

 

PLAYMAKER CERCASI

di Andrea Beltrama - 24/10/2009

La stagione della Virtus parte con un paradosso tecnico: la squadra è stata finora molto “lardiana”, per atteggiamento in campo e applicazione difensiva, ma difetta proprio nel ruolo dove il suo allenatore eccelleva in campo. Il playmaker. Parlare di registi al giorno d’oggi un po’ stona: rispetto all’epoca di Lardo i tempi sono cambiati. Si gioca una pallacanestro atletica e meno ragionata, dove un tiro rapido vale spesso più di uno buono ma costruito. Eppure, quello che alla Virtus è mancato a Biella è stato il contributo di Scoonie Penn, che quando avrebbe dovuto prendere la squadra in mano se l’è invece fatta scappare via. Si parla ancora di fischi arbitrali, ma le scelte dell’ex Ohio State nel finale di partita sono spesso state opinabili.
«Lo stiamo aspettando, ma mi è piaciuta la sua leadership» disse benevolmente Lardo dopo la vittoria con Montegranaro, esprimendo soddisfazione per l’operato del suo playmaker. Il coach della Virtus certo non è uno che va a parlare male dei giocatori in conferenza, per cui le parole vanno prese con giudizio. Eppure sembrava genuinamente contento, al punto che aggiunse, subito dopo, che i veri miglioramenti se li aspettava in difesa. «Più del lato offensivo, mi interessa che metta tanta pressione sul playmaker avversario. è tutta la nostra difesa ad aver bisogno di questo» commentò. A Biella, però, anche la prestazione in attacco ha lasciato varie perplessità.
Che Penn potesse essere subito pronto non se lo aspettava nessuno, a maggior ragione considerando l’età non più verdissima del ragazzo e il suo lungo periodo di inattività. Chiamato all’ultimo a tamponare l’infortunio a Collins, deve prima mettersi in forma e calarsi all’interno di un gruppo che lavora assieme da quasi due mesi. Soprattutto, deve trovare il giusto equilibrio tra soluzioni personali e giocate al servizio della squadra, finora entrambe insufficienti. Avere un giocatore capace di dettare i ritmi e di fare all’occorrenza canestro è una condizione imprescindibile per questa Virtus, che, Moss a parte, non ha certo un livello di talento incontenibile tra gli esterni e sta faticando tantissimo a trovare ritmo nel tiro da fuori.
Contro Napoli tornerà Koponen, che nella partita di esordio era stato positivo. Può portare palla, può prendersi iniziative e soprattutto sa mettere pressione in difesa, pur non avendo ancora trovato una collocazione propria. Il suo impiego in regia permetterà a Lardo di garantire al play USA meno minuti, chiedendogli nel contempo maggiore qualità. L’avversario potrebbe essere quello giusto per incominciare a trovare confidenza con sé stessi e con la squadra. Nessun play può prescinderne, soprattutto se gioca per Lino Lardo.

 

SCOONIE PENN ALL'OLYMPIACOS

www.bolognabasket.it - 02/01/2010

 

Non sarà la LegaDue la destinazione di Scoonie Penn, appena liberato dalla Virtus dopo aver, per quattro mesi, sostituito l’infortunato Andre Collins. Infatti, dopo aver avuto contatti con varie squadre (Casale Monferrato in primis, ma anche Jesi), il giocatore americano ha trovato un accordo con l’Olympiacos, dove aveva già militato tre anni fa. I greci hanno appena tagliato Von Wafer, e con Penn vanno a riempire la casella del regista back up di Theorodos Papaloukas. Vista però la situazione di Andre Collins, in dubbio a Cremona per influenza, la rescissione di Penn - che aveva contratto fino al 31 gennaio - può apparire frettolosa.