1974-75

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

Allenatore Giovanili: Agostino Dovesi.

PROMOZIONE - JUNIORES - CADETTI

articolo fornito da Claudio Corticelli

 

Tutto mutato nella Sinudyne che partecipa quest'anno al campionato di promozione; la società virtussina ha infatti sciolto la formazione juniores dell'anno passato, tenendosi i più promettenti Bonamico e Valenti, ora stabili in serie A e disseminando nelle B e C della penisola i vari Pedrotti, Malaguti, Cesini, Santoro. La formazione di quest'anno invece è composta di giovanissimi del 1958 e la società ha inteso buttarli allo sbaraglio in questo campionato di Promozione proprio per fare acquisire loro un genere di esperienza diversa dai campionati giovanili a cui contemporaneamente partecipano.

I giovani di Martini puntano soprattutto al campionato cadetti che inizierà a febbraio: per accedere alle fasi interregionali, trampolino di lancio per quel titolo nazionale che due anni fa proprio della squadra virtussina, dovranno vedersela con i temibili cugini dell'Alco. Intanto con la stessa squadra sono giunti anche alle finali provinciali juniores dove ovviamente hanno minori probabilità e con alcune vittorie si sono scrollati dall'ultima piazza del campionato di promozione dove non intendono assolutamente più sedersi.

Vediamo dunque chi sono questi ragazzi su cui poggiano le speranze dei tifosi bolognesi per l'avvenire del basket della nostra città: innanzitutto Cantamessi proveniente da Montecatini dove l'anno scorso a soli 15 anni militava nella locale squadra di serie C e non come comparsa, bensì fino a meritarsi un ruolo fisso nel quintetto base. Il giovane playmaker ha indubbiamente della stoffa e tratta la palla con rara abilità; è già l'undicesimo uomo a disposizione di Peterson e dunque sovente si allena con la prima squadra: se non si monterà la testa dovrebbe avere un avvenire assicurato.

L'altro virgulto che i talent-scout virtussini hanno portato a Bologna (i rimanenti sono tutti della nostra città) è Buzzetti di Morbegno di Sondrio. Giocatore ancora da scoprire, ma potenzialmente molto forte; anche lui come Cantamessi ha trovato una certa difficoltà di inserimento nel gioco bolognese nelle prime gare disputate.

L'altra punta di diamante è Generali, torre della formazione, già convocato nelle selezioni di Cortina, giocatore ancora molto impulsivo e sovente da disciplinare, ma che mostra notevoli capacità di apprendimento. Poi abbiamo Bertuzzi, gran tiratore e come tutti i cecchini capace di grosse performance come di giornate totalmente negative. Poluzzi, molto grintoso in difesa e ottimo in entrata e nei movimenti senza palla, poi Canna dotato di una grande intelligenza di gioco, purtroppo non aiutato da un fisico ancora molto gracile. Musoilesi, folletto della squadra, implacabile nei raddoppi e nel marcamento aggressivo del portatore di palla avversario cui riesce spesso ad annebbiare le idee di costruzione di manovra; unico neo, non piccolo peraltro, l'altezza irrilevante.

Questi gli elementi base su cui Martini sta lavorando con impegno curando soprattutto la difesa e l'uno contro uno in proiezione futura senza tenere conto dei risultati immediati nel campionato di Promozione.

 

ALLA SINUDYNE IL TITOLO ZONALE CATEGORIA JUNIORES

di Gent. Stadio - 29/04/1975

 

Dopo ventotto partite e cinque mesi di gare, la Sinudyne si è aggiudicata il titolo zonale juniores, vincendo il durissimo girone finale.

Impegnata pure in Promozione durante il girone eliminatorio, la compagine di Martini ha controllato gli avversari imolesi, lasciando che il Marazzi si aggiudicasse la prima posizione e mantenendo il secondo posto che le ha permesso l'accesso al girone finale, al quale hanno preso parte le prime due classificate dei cinque giorni eliminatori.

La marcia nelle finali sarebbe stata certamente imbattibile, se la compagine di Martini non fosse stata priva, verso la fine, di Valenti, infortunato, Bonamico e, a volte, anche di Generali e Cantamessi. L'hanno peraltro sostenuta Grossi, Poluzzi, Canna, Buzzetti, Toselli, Guidi.

Ne hanno approfittato Marazzi e San Carlo per aggiudicarsi due partite che premiano due tra le compagini più interessanti e prestigiose della categoria; la prima una delle favorite dal pronostico, forte dei Franceschi, Amanti, Menarini, Bernardi,m Ghiacci, la seconda autentica rivelazione del campionato, con i Cantergiani, Stagni, Bellini. Regolare la marcia dell'Alco, anche se un poco deludente; resta l'impegno ovviamente positivo dei Melloni, Di Pietro, Castaldini. Bene anche la Vulcal: i giovani di Giardini, in special modo Berti e Zuppiroli, maturano di volta in volta.

Hanno completato il quadro delle finaliste il San Lazzaro dei Bassi, Chittaro, Gelsomini, la Vis di Capponcelli, la Ducati (che non sempre ha schierato i giovani impegnati in Promozione), la Quick Frites (ottimi Gnudi e Righini) e lo Spartaco di Azzi.

La classifica finale: Sinudyne punti 32, Marazzi punti 30, Alco punti 26, Vulcal e San Carlo punti 22, San Lazzaro punti 14, Vis e Ducati punti 10, Quick Frites punti 8, Spartaco punti 6.

La Sinudyne nei prossimi giorni, 1 e 2 maggio, sarà impegnata a Firenze nelle eliminatorie interzonali, contro il Loano, il Foligno e il Barcas Livorno.

 

 

ANCHE IL TECNICO È UN "BIMBO" NELLA SINUDYNE CADETTI

tratto da "Il Folio" - 21/06/1975

 

La comitiva della Virtus Sinudyne cadetti parte oggi alla volta di Monteroni, in provincia di Lecce, dove, a partire da lunedì, si svolgeranno le fasi nazionali del campionato cadetti. È stato, per la squadra bolognese, un anno denso di soddisfazioni (vittoria nel campionato juniores, vittoria nel campionato cadetti e questo da un bel po' d'anni non si verificava) e perciò è tangibile la bontà del vivaio virtussino che trova così la sua giusta collocazione nell'arengo nazionale.

La squadra è allenata da un giovane tecnico non ancora ventiquattrenne, Roberto Martini, che dopo un anno come aiuto allenatore di Zuccheri, ha deciso di tentare da dolo. La società ha avuto fiducia in lui ed i risultati si sono visti. A settembre dello scorso anno vennero radunati i giocatori bolognesi ad eccezione di Cantamessi per la ripresa della attività. Si cominciarono gli allenamenti asfissianti per impegno fisico e mentale e, da allora, è nata una squadra affiatata che ha come punto di forza la difesa individuale, che viene praticata indifferentemente a tuttocampo o dietro e poi, da questa piattaforma, si snoda un contropiede molto pericoloso o un attacco organizzato con soluzioni di uno contro uno.

Esaminiamo ora i componenti la squadra uno per uno, ricordando che tutti hanno 17 anni.

PIETRO GENERALI (2,04 Pivot). Nazionale, è il punto di forza sotto i tabelloni, lotta generosamente e con buona tecnica. Sarà sicuramente in Puglia uno dei migliori.

GIOVANNI POLUZZI (1,86 ala-pivot). È giunto in forma quest'ultimo mese, dopo che una serie di incidenti lo aveva più volte bloccato: difende con tecnica e cattiveria, si lavora il secondo lungo avversario e, pur rendendogli una buona parte di centimetri, ha sempre reso moltissimo. Ottimo tiratore in attacco, ha delle difficoltà nel controllo della palla.

MARCO BERTUZZI (1,86 ala). Proveniente dalla Vigor, dove era considerato un divetto, con Martini ha messo la testa a posto, ha capito che doveva sacrificarsi ed è diventato l'uomo capace di effettuare partite strepitose. Difende molto bene, ma deve ancora velocizzarsi.

FRANCESCO CANTAMESSI (1,86 play). Proveniente da Montecatini, dove aveva disputato un intero campionato di serie C, ha avuto difficoltà iniziali di ambientamento. È senz'altro un possibile giocatore di serie A tra qualche anno, a patto che maturi come uomo e che affini la tecnica offensiva e difensiva. Da seguire negli anni venturi.

CLAUDIO MUSOLESI (1,68 play). È il paperino della squadra. È capace di fare impazzire il play avversario rubandogli dieci palloni in un minuto o di far piangere chi difende su di lui con le sue entrate funamboliche o il piazzato dalla lunga. Peccato per l'altezza...!

MAURIZIO GROSSI (1,94 pivot). È uno dei due cambi di Generali, entra raramente in campo, ma quando gioca dà tutto. Generoso, altruista, serio, ha compiuto una prodezza nella finale contro l'Alco nel mese scorso realizzando un tap-in decisivo.

STEFANO MURATORI (1,82 play-ala). È un giocatore utilissimo per qualsiasi squadra: difende bene, salta ai rimbalzi, ha un buon tiro dalla media, ma ha soprattutto una decisione non comune nel prendersi le responsabilità realizzative.

STEFANO CANNA (1,96 ala-post). Ha un solo grande problema: quello del potenziamento fisico. Con la palla sa fare molto, è sgusciante in entrata e sta mettendo su un discreto tiro da lontano. Deve però fare ancora molta strada.

DANIELE TOSELLI (1,94 ala). Giocatore utilissimo in difesa dove francobolla sovente l'esterno più pericoloso, sa in attacco giocare molto per la squadra ed è bravo sui rimbalzi offensivi.

GIOVANNI GUIDI (1,73 play). È una pedina di una certa importanza nelle partite in cui occorre un aumento di ritmo: lui e Musolesi, pur abbassando il quintetto, danno più incisività al tuttocampo.

ANDREA CHIAPPARINI (1,95 pivot). Non ha fatto molte apparizioni in squadra per motivi scolastici. È comunque un buon rimbalzista difensivo.

ROBERTO MARTINI (allenatore). Ha iniziato la carriera da giovanissimo, dopo una non troppo gloriosa attività come giocatore. Al primo anno d'attività sfiorò il titolo juniores del CSI finendo sconfitto, con il Castiglione, dalla rivale Vulcal per un solo punto. Al suo secondo anno venne il primo successo: compì il miracolo portando in promozione il Bulls. Lo scorso anno, poi, portò il Murri alla salvezza dopo una serie di infortuni e di partite perse col minimo scarto. Contemporaneamente fece da assistente a Ettore Zuccheri. Questa stagione è stata poi la migliore di tutte. È aspirante allenatore da due anni.

Infine ROBERTO CARPANO e EMILIO MERLO PICH sono i due assistenti che hanno aiutato Martini nel suo lavoro di quest'anno. Meritano una giusta citazione.

IL SOGNO INFRANTO DI ROBERTO REBECCHI

di Francesco Tomei - La Gazzetta di Modena - 22/02/2007


Nella galleria dei carpigiani con un passato importante c'è anche Roberto Rebecchi, impiegato comunale che ha giocato nella Virtus Bologna, il team più prestigioso della pallacanestro italiana. La sua è stata una carriera interrotta precocemente da un brutto incidente stradale.
Una partita in tv non riesce a guardarla. Fa troppo male, ancora. Un male d'amore per lo sport che gli regalò dei sogni, a cui rinunciò per un femore in briciole. Ma nella storia della società italiana di basket più importante della Storia c'è anche lui. Carpigiano, talento da vendere: Roberto Rebecchi, un anno indimenticabile vissuto nella Virtus Bologna.
Aveva 17 anni, siamo nel 1976. Roberto nella città dei Pio studia e gioca con la canotta de 'La Patria". Bene. Nessuno lo nega; molti cominciano a chiedersi se per lui ci possa essere un futuro sotto canestro. Un giorno arriva la risposta, preceduta da qualche presenza interessata alle partite in cui è impegnato. Sino all'ultimo rimane in ballo Cremona. E una compagine che si sta prendendo di forza un posto al vertice del panorama italiano: la 'V nera" bolognese, targata Sinudyne. Guidata in panca da Dan Peterson, un coach che presto diventerà sinonimo del vocabolo 'leggenda" nel dizionario del basket.
Il santone stars and stripes allena la prima squadra, ma tiene d'occhio regolarmente la formazione giovanile dove Rebecchi, nel ruolo di ala grande, prova a farsi largo. A proposito: gli allenamenti con i 'grandi" sono molto utili a riguardo. Si sgomita per mostrarsi all'altezza, per lasciare un ricordo nel cervello del mister. Il ragazzo di Carpi ci riesce. Contemporaneamente vive un'esperienza di vita fantastica. «Via da casa ma non lontano, - racconta Roberto - stavo nella foresteria del club insieme a compagni e alla gente che veniva da fuori, tra cui naturalmente Peterson. Un'atmosfera molto bella, nata dopo l'inizio ovviamente un po'duro». Non mancano anche libri e laboratori. Sono quelli di odontotecnica, il ramo scelto per non allontanare la scuola dai propri orizzonti. Fila liscia, la vita di Roberto, fila via tra un derby con la Fortitudo, «anche a livello juniores era molto sentito» e le lezioni.
Arriva la fine della stagione, foriera di sogni per la ripresa. Casacca bianconera tonalità futuro, tonalità gloria. Ma il futuro arriva un po' troppo rapidamente, con un ghigno maldestro e cattivo. In macchina con un amico, un incidente stradale apre un incubo: il femore saluta. Aprendo la via ad un intervento al 'Rizzoli", seguito da mesi di gesso e amarezza in gola.
Passano i giorni, per Roberto cambiano i colori dell'estate. Passa la nuvola che poteva portarlo nel cielo del basket. Perché gli altri continuano ad allenarsi, dentro ad un periodo che può cambiare la vita. Lui scalpita e tolta la sgradita corazza bianca prova a sentirsi. Qualcosa non gira come prima. La nuvola si allontana in modo definitivo. La vita prosegue con il lavoro da idraulico, la pallacanestro si prende la pausa che non doveva. La leggenda Virtus deve andare avanti e non aspetta. Strappato ad un sogno, ma non all'amore per il ferro: Roberto gioca altri anni tra C2 e Promozione. Quando ne ha 29 è tempo di chiudere; solo ogni tanto partitelle con gli amici. Giusto per guardare ancora quel cerchio, dove mandare un altro cerchio a finire, con gli occhi ad accompagnarlo.
Il suo ricordo più bello è l'«ambiente della Virtus», i suoi ricordi di quel periodo tornano anche quando è nel sonno. «Mi sogno le partite, mi sogno gli allenamenti». Il basket. Un amore fortissimo, che ora, soddisfatto addetto comunale, immagina nostalgico. Guardarlo in faccia gli fa ancora troppo male.



 

UN INCIDENTE FERMÒ L'ASCESA DI REBECCHI, L'ALA CHE PIACEVA A PETERSON

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 09/03/2021

 

Metà anni '70. Ad allenare le V nere a Bologna c'è Dan Peterson, che ha riportato la Virtus a vincere qualcosa dopo 18 anni, la Coppa Italia 1974. A Carpi c'è un ragazzo, Roberto Rebecchi, che è alto due metri e gioca ala nella locale "La Patria", il cui presidente era il compianto Floriano Gallesi, tifoso Virtus, arbitro internazionale di pallavolo e per una stagione presidente del Carpi calcio (a lui è anche intitolata la Palestra Comunale carpigiana). In Virtus sentono parlare di questo ragazzo, lo vanno a visionare e lo portano nel capoluogo. Rebecchi arriva alla gloriosa Virtus nello stesso periodo del suo coetaneo Mario Porto, di cui sarà, ovviamente, compagno di squadra. Roberto vive nella foresteria del club, gioca per una stagione nelle giovanili bianconere, si emoziona nel disputare i primi derby, si allena a volte con la prima squadra e l'allenatore americano ha gettato l'occhio su di lui. A Roberto sembra una favola, ma non solo manca il lieto fine, anche l'inizio s'interrompe troppo presto.

Nell'estate successiva a quella stagione, in auto con un amico, ha un incidente: rottura del femore e periodo lungo lontano dai campi. La pallacanestro corre e la Virtus non può aspettare, ma soprattutto il colpo fisico e psicologico per Roberto è troppo forte. Tornerà a giocare, in C2 e in Promozione, dove per due anni è allenato da Lucio Bertoncelli, già giocatore delle giovanili Virtus, nipote di Dario Bertoncelli e figlio della cugina di Sergio Ferriani detto Gino, due campioni che hanno portato alle V nere gloria e scudetti; a 29 anni, però, Rebecchi dice basta. Il ricordo di quell'annata in bianconero è dolce-amaro: una bellissima esperienza, ma velata dal rimpianto di cosa sarebbe potuto essere, senza quel maledetto incidente.