FRANCO MARIANI

Franco Mariani, uno dei tre cestisti della Virtus caduti in guerra (foto tratta dal libro "Il mito della "V" nera")

nato a: Bologna

il: 25/04/1926 - 27/08/1944

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ruolo:

numero di maglia:

Stagioni alla Virtus: 1943/44

(in corsivo la stagione in cui ha disputato solo amichevoli)

 

LUCIANO TREVISI, FRANCO MARIANI E ANTONIO ROSINI: I TRE CESTISTI DELLA VIRTUS CADUTI IN GUERRA

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

Quando scoppia la seconda guerra mondiale la Virtus pallacanestro è ancora molto giovane: i primi tornei disputati sono di una decina di anni prima, i primi campionati disputati fuori dai confini cittadini sono appena di circa un lustro. Quindi le vicende dei suoi giocatori impegnati in guerra riscontrano un interesse legato a una stretta cerchia di persone; non come, per esempio per il Bologna calcio, già assunto a glorie nazionali ed europee, i cui protagonisti hanno raggiunto una grandissima popolarità e le tracce, più o meno evidenti, lasciate da coloro che sono stati impegnati in guerra, o comunque toccati drammaticamente dalle vicende belliche, ha dato luogo nel secolo successivo ad un'ampia letteratura, come per l'allenatore Arpad Weisz e i giocatori Dino Fiorini e Mario Pagotto. Non poteva avvenire altrettanto per i portacolori delle V nere dei canestri, soprattutto se i protagonisti dei combattimenti rispondono a nomi che giocavano nelle giovanili o avevano al massimo sfiorato la squadra maggiore. Parliamo dei tre ragazzi della Virtus pallacanestro, Luciano Trevisi, Franco Mariani e Antonio Rosini, caduti in guerra su opposte fazioni, come capitò a tanti compagni di squadra di tante società, fino a pochi giorni prima a inseguire gli stessi obiettivi e le stesse ambizioni, poi su strade opposte che spesso conducevano alla stessa tragica fine. Di Luciano e Franco si trovano al massimo, nelle pubblicazioni storiche più attente, una mesta riga che ne sottolinea l'assenza alla ripresa dell'attività agonistica, in quanto periti in guerra, di Antonio nulla. Virtuspedia ha cercato di approfondire la storia di questi tre giocatori, fino ai loro ultimi momenti di vita. Luciano Trevisi, nato a Bologna il 13 maggio 1922, faceva parte delle giovanili bianconere e lo ritroviamo nella formazione che affronta nelle stagioni 1938/39 e 1939/40 il campionato G.I.L. (gioventù italiana littoria), uno dei tornei (l'altro era il G.U.F., gruppi universitari fascisti) che il fascismo aveva affiancato ai classici tornei per divulgare l'attività sportiva e farne uno strumento di propaganda; questi tornei erano disputati da squadre cittadine e, appunto quelle bolognesi, sia del G.I.L., che del G.U.F., erano in gran parte costituite da giocatori della Virtus. Fu così che Trevisi si trovò a giocare nel G.I.L. Bologna, insieme ad altri virtussini, alcuni dei quali diverranno campioni d'Italia negli anni successivi, come Gianfranco Bersani, Cesare Negroni, Marino Calza, Gianfranco Faccioli; gioca insieme anche a Raffaello Zambonelli, giocatore prima della guerra, poi brillante dirigente. Nella seconda stagione il cammino della squadra bolognese è brillante, tanto da giungere alle finali di Abbazia, nella provincia di Pola, nell'attuale Croazia. I bolognesi ci arrivano insieme alle squadre di Milano, Trieste e Napoli. Dopo aver perso contro i lombardi e i giuliani, i petroniani si riscattano battendo, il 5 maggio 1940, per 41-31 i campani, guadagnandosi la terza piazza. In quest'incontro Trevisi mette a segno 4 punti e sono i suoi ultimi su un campo di basket, perché Luciano non potrà seguire le orme dei suoi compagni. Nell'estate successiva ha infatti inizio la campagna del Nordafrica, nella quale Trevisi è impegnato come sottotenente. Qui troverà la morte il primo giorno di agosto del 1943, 81 giorni dopo la resa delle forze italo tedesche e della fine della campagna del Nordafrica, o perlomeno questa è stata la data in cui è stato registrato il suo decesso. Franco Mariani ha un fratello più grande, Alberto, classe 1921, che ha già disputato amichevoli con la prima squadra nel 1938/39; due stagioni dopo, a conflitto già iniziato, è nella seconda squadra Virtus che disputa il Campionato di Divisione Nazionale B e fa anche un'apparizione nella squadra maggiore che partecipa al campionato di Serie A (diventerà poi apprezzato arbitro internazionale). Lo ritroviamo nel 1944, esattamente il 31 marzo ad un allenamento della prima squadra in Santa Lucia; in quell'occasione c'è anche il giovane fratello Franco. Insieme a loro, oltre ai già citati Bersani e Cesare Negroni, ci sono altri bianconeri che conquisteranno allori tricolori e faranno la storia della Virtus pallacanestro, come Carlo Cherubini e, soprattutto, Giancarlo Marinelli e Venzo Vannini. C'era un ottavo giocatore, già compagno di squadra di Vittorio Gassman nel Parioli e nella nazionale, Fulvio Ragnini. Franco Mariani si stava affacciando quindi alla prima squadra, ma la sua storia cestistica finì praticamente sul nascere e la sua stessa vita terminò, troppo presto, poco tempo dopo a Monte San Pietro. Perirà con lui anche il cognato di Alberto, Antonio Rosini (per tutti Tonino), che pure giocava nelle giovanili Virtus ed era compagno di Franco, non solo sui campi di gioco, ma anche nella lotta partigiana. Luciano Trevisi perì lontanissimo dalla palestra di via Castiglione, Franco Mariani e Antonio Rosini a una manciata di chilometri, ma tutti lasciarono orfana la Virtus di tre cestisti, di tre ragazzi, che meritano di essere ricordati. Nel 1946, in memoria di Franco e Antonio, si disputò a Bologna la Coppa Mariani e Rosini, vinta dalla Virtus, davanti a Timo, Gira, Asip, Matteotti e Sempre Avanti.

Il nome di Franco Mariani inciso su una lastra nel Sacrario del Cestista al Santuario della Madonna del Ponte a Porretta

IN RICORDO DI FRANCO MARIANI E ANTONIO ROSINI, VIRTUSSINI E PARTIGIANI

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 25/04/2020

 

Franco Mariani nacque il 25 aprile 1926 a Bologna. Suo fratello Alberto, classe 1921, disputò amichevoli con la prima squadra nel 1938/39. Due stagioni dopo, con la seconda guerra mondiale già in atto, Alberto Mariani fece parte della seconda squadra Virtus che iscritta al Campionato di Divisione Nazionale B. Sempre nel 1940/41 si guadagnò anche un'apparizione nella squadra maggiore, unico suo gettone di presenza nel massimo campionato italiano. Il 31 marzo 1944 partecipò ad un allenamento della prima squadra in Santa Lucia; con nomi che fanno parte della storia delle V nere, come Gianfranco Bersani, Cesare Negroni, Carlo Cherubini, Giancarlo Marinelli e Venzo Vannini. C'era anche un giocatore che era stato compagno di squadra di Vittorio Gassman nel Parioli e nella nazionale, Fulvio Ragnini. A completare il gruppo di otto atleti era presente il fratello di Alberto, Franco Mariani, che cominciava ad affacciarsi, quindi, alla prima squadra, ma la sua storia sportiva finì praticamente sul nascere e la sua stessa vita terminò troppo presto. Infatti, se per Alberto il conflitto mise un brusco freno alla carriera di cestista, al fratello andò molto peggio: il primo poté riprendere la sua vita nella pallacanestro e divenne poi arbitro internazionale, trovandosi anche ad arbitrare la sua Virtus in vari tornei; il secondo perì in piena lotta partigiana, in località Fondo Vigo a Monte San Pietro il 27 agosto 1944. Con lui morì anche Antonio Rosini, detto Tonio, che era cognato di Alberto Mariani, infatti quest'ultimo aveva sposato Leda, sorella di Antonio. Rosini era stato compagno di Franco nelle giovanili delle V nere, ma condivideva con lui anche l'impegno su un fronte ben più impegnativo e pericoloso. Facevano entrambi parte del quinto battaglione Rosini della prima brigata Irma Bandiera Garibaldi: Franco con funzione di capo di SM di compagnia, Tonio era invece vice comandante di compagnia. Avevano, rispettivamente, diciotto e vent'anni. Franco e Antonio sono ricordati nel Sacrario di Piazza Nettuno e una targa rende loro omaggio anche nel Sacrario del Cestista al Santuario della Madonna del Ponte di Porretta Terme. Il 10 marzo 1946 al campo della piscina coperta dello stadio di Bologna, in memoria di Franco e Antonio, si disputò la Coppa Mariani e Rosini, vinta dalla Virtus, davanti a Timo, Gira, Asip, Matteotti e Sempre Avanti. Il 25 aprile 2020, Festa della Liberazione, si celebra anche il novantaquattresimo anniversario della nascita di Franco Mariani: un doppio motivo per celebrarlo, accomunando nel ricordo anche Antonio Rosini.



 

DAI CANESTRI ALLA RESISTENZA IL MARTIRIO DI MARIANI

Il cestista virtussino fucilato dai fascisti a 18 anni

di Luca Sancini -  La Repubblica - 27/04/2020

 

"Gli atleti dovranno trovarsi domani alle 17 alla palestra di Santa Lucia. I convocati sono: Dondi, Marinelli, Bersani, Vannini, Alberto e Franco Mariani. Dirigerà l'allenamento l'arbitro internazionale Ugolini". Così il Carlino il 30 marzo del '44 annuncia il raduno della Virtus per disputare il campionato ridotto alle squadre del Nord, in partenza di lì a poco. Due allenamenti alla settimana, mercoledì e venerdì alle 17, e c'è anche Franco Mariani, il baby del gruppo, tra i virtussini che saranno il nerbo della squadra che vincerà poi quattro scudetti consecutivi. Con lui si allena anche un giovane, Carlo Muci, un Pozzecco della pallacanestro del dopoguerra, che la sua carriera la farà poi nel Gira, l'altra squadra di Bologna che sorge dopo la Liberazione.

Per la famiglia Mariani la pallacanestro è una religione. Virtussini e innamorati del basket, Alberto, il fratello, sarà poi uno dei più noti arbitri internazionali e Franca Antonia, la nipote che nel nome porta il suo ricordo, una delle protagoniste del basket femminile a Bologna, giocando tra serie A e B, anche nelle squadre del presidente Gianfranco Civolani. Gli studi, gli allenamenti, per Franco la guerra sembra lontana. Ma l'esercito di Salò chiama e lui, in una lunga lettera alla famiglia, spiega che dirà no, "prendendomi per mano la vita". Sono, per tanti ragazzi, i giorni i cui si può decidere un destino. Restare dalla parte delle autorità, cercare, nel caso suo, una fetta di privilegio come atleta e pensare solo alla pallacanestro, o prendersi i rischi di una vita alla macchia? Franco passa alla clandestinità e alla Resistenza, insieme ad Antonio Rosini, il fratello della fidanzata di Alberto, che gioca nelle giovanili della Vu. I due operano sulle colline nella zona di Monte San Pietro e Castello di Serravalle, sconvolte il 27 agosto del '44 da un rastrellamento eseguito dalla Guardia nazionale repubblicana comandata dai capitani Zanarini e Pifferi. Partigiani e civili sono rinchiusi in un'ottantina dentro la chiesa di Monte San Pietro. Per i sette trovati con le armi in pugno, c'è la pena della fucilazione. A Franco e Antonio, quando il giorno dopo vengono caricati su un camion verso Bologna, scappa un sorriso e una speranza. Forse c'è solo la prigione di San Giovanni in Monte nel loro destino, ma durante il tragitto ecco l'ordine: Scendete! Una scarica di mitra chiude la loro vita. I fascisti danno l'ordine di lasciare i loro corpi sul selciato per ore, a monito degli altri. Il 25 aprile del '45 Franco avrebbe compiuto 19 anni. Come ha ricostruito il sito Virtuspedia, nel '46 si disputò il torneo "Mariani e Rosini", che la Virtus vinse.

Mariani sorride nella foto, che nell'archivio dell'Anpi lo ricorda come combattente dal 1 maggio al 27 agosto 1944, capo di stato maggiore della Brigata "Irma Bandiera". Forse stava pensando ad un futuro da campione dentro Sala Borsa, il virtussino che scelse una vita da libero, lasciando cadere un pallone che non poté più riprendere tra le mani.