GIANFRANCO LOMBARDI

(dirigente)

Dado G.M. assieme a coach Tanjevic nella sfortunata ultima stagione di Madrigali

 

 

nato a: Livorno

il: 20/03/41 - 22/01/2021

Stagioni alla Virtus: 2002/03

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VIRTUS, FABBRICA DI SORPRESE. IL MANAGER È DADO LOMBARDI

di Walter Fuochi - La Repubblica - 18/06/2002

 

Imprevisto e stupefacente, il colpo di scena di casa Virtus scuote la città bianconera all’ora di pranzo. Sarà Dado Lombardi il nuovo direttore generale: ex giocatore grandioso, ex allenatore di molti porti, pure ex telecronista, ora che gli hanno offerto un nuovo lavoro, ha preso servizio ieri mattina all’Arcoveggio. Alle 14 la notizia era sull’Ansa. Ufficiale. «La Virtus Pallacanestro Bologna ha affidato l’incarico di direttore generale a Gianfranco Lombardi». Da dentro, spiegano subito che ha grinta, sa di basket e vanta un grande passato bianconero.

Così è se vi pare. E anche se non vi pare. L’ennesimo giorno più lungo della Virtus, di questo logorante anno infinito, va raccontato per cronologie. Cronaca nuda, fatti separati dalle opinioni, scegliete voi. Il senso dei fatti dovrà chiarirsi meglio, per commentare, anche se oggi incombe il seguente due più due: arrivato Lombardi, scelto dal presidente senza consultazioni, non potrà che andar via Messina. Treviso è lì che aspetta e anche se Madrigali ribadisce che l’allenatore la Virtus ce l’ha, ed è l’amatissimo Ettore, qualcosa tocca. Muri di gomma, sorrisi squadernati e dichiarazioni ufficiali non ce la fanno a dissipare l’impressione di comunicazioni difficili. In fondo, ha voluto andarsene lui: se questa sarà la frase che ascolteremo domani, non chiederemo una quota esagerata.

Dunque, ieri di buon mattino, Lombardi è all’Arcoveggio da Madrigali. Viene diffusa la notizia, nonché la biografia, carica di glorie. Livornese, classe '41, Gianfranco Dado Lombardi giocò in Virtus dal ‘59 al ‘70. Fu due volte capocannoniere della A. Pezzo grosso dell’Italia azzurra alle Olimpiadi di Roma. Eccetera eccetera, tutto noto. Di pomeriggio, ha appuntamento Messina. Del Dado ha saputo in mattinata, al telefono. Ne resta sorpreso: esordio assoluto a parte, nel ruolo, se si fa un sondaggio a mondo basket, sulle affinità elettive dei due futuri braccio e mente, s’incassano perplessità, nell’ipotesi migliore. Il coach va in Cto e lì colloquiano distesamente in tre: lui, Madrigali e Lombardi. Ken Grant, l’agente di Messina, è in corridoio quando arrivano i cronisti. Intorno alle sei, Lombardi va da loro, Messina esce senza far parola, Madrigali si unisce al Dado coi cronisti. Quel che dice Lombardi è qui sotto, che Messina non si fermi è solo un indizio, infine Madrigali ripete, in sintesi, le cose di giovedì, sul coach.

E cose inedite, ovvio, su Lombardi. «Non ne ho parlato con nessuno, è l’unico modo per non far correre le voci. Ho chiamato Dado domenica, l’ho trovato entusiasta, lunedì mattina era qui. Virtussino da una vita, persona deliziosa e capace. Era il mio giocatore preferito, allora, e forse anche questo ha inciso. Il tifoso è tifoso. Magari oggi tutti vorrebbero Danilovic manager. Adesso Lombardi è un dirigente esordiente, ma questo non mi crea perplessità. Ginobili, Jaric, Smodis, io stesso: tutti esordienti, l’anno scorso. Non ci sono uomini perfetti, neanche Dado lo sarà, ma vogliamo fare una grande società e una grande squadra. E abbiamo inserito una persona di peso, il cui peso non deve stare addosso a nessuno, ma fornire soluzioni. Con Messina. Che tornerà mercoledì e riparleremo. Lui è il nostro allenatore, ha due anni di contratto, anche se oggi non s’è parlato d’estensione. Ancora non ci credete? Se volete lo firmo qui. Messina è l’allenatore della Virtus». Basta la parola, per carità, ma i dubbi restano. Treviso è dietro l’angolo, Brunamonti avrà anche posto accanto a Lombardi (Madrigali dixit), ma a Roma ne avrà di più, Consolini è già un candidato per il dopo. Ma solo fatti, oggi. Non opinioni. Quelle, a presto.

 

VIRTUSSINO DA UNA VITA, CORONO IL MIO SOGNO

di Walter Fuochi - La Repubblica - 18/06/2002

 

Giacca e cravatta, alla sua terza (o quarta) vita cestistica, dopo 14 anni da giocatore, 22 da allenatore e qualche centinaio di partite commentata in tv, Dado Lombardi parla da direttore generale della Virtus alle sei della sera, in Cto, l’azienda del presidente. Una decina di cronisti, più o meno lo conosciamo tutti da una vita. Le domande sono ovvie, si possono tralasciare per comodità. Il succo è quanto segue. Le espressioni di gioia per un incarico così prestigioso, e probabilmente inatteso per lo stesso Dado, sono intuibili. «Corono il sogno della mia vita, da quando nel ‘58 venni a giocare alla Virtus e prima, avevo 11 anni, ero pure venuto a vederla in Sala Borsa, una volta, con mio padre. Quest’incarico chiude un’epoca. Per allenare ero stanco, anche se avevo avuto due offerte, la Rai aveva un progetto bellissimo, ma la Virtus è di più, soprattutto per me».

«Ringrazio Madrigali, di cuore, sono strafelice di essere nella squadra più importante d’Italia. Entro con umiltà, non farò proclami, sono pronto a lavorare tantissimo e mi riconosco la grinta giusta. Quando Porelli scelse Messina come allenatore della prima squadra, ebbe un’intuizione meravigliosa. Scoprì il miglior allenatore d’Italia. Spero che Madrigali possa dire di me, un giorno: ho trovato un buon dirigente. Vero, non l’ho mai fatto, ma questo non mi spaventa. Nessuno nasce laureato. Ho avuto una chance, vorrei esser giudicato sui fatti e non sui pregiudizi. Datemi tempo, ma brucerò le tappe».

«Faremo una grande Virtus. In accordo con Messina. Guidata da Messina. Abbiamo già cominciato a parlare della squadra. Sì, una volta dissi che avrei pagato per allenare la Virtus. Ora non più, perché non alleno più. E in ogni caso stavolta prendo soldi. Contratto? Non lo dico. Aperto. Mi auguro un lungo connubio, ho 61 anni, non sognavo più di allenare». «Chi allenerà qui? Per me, Ettore Messina. Per Madrigali pure. Ne sono contentissimo. È il migliore, con lui faremo una squadra fortissima».

 

LOMBARDI: "CAPISCO I TIFOSI, MA SERVE PAZIENZA: LA NUOVA SQUADRA SARÀ BELLISSIMA"

 "La centralità bolognese era anomala: è giusto che altre realtà emergano"

di Andrea Tosi - La Gazzetta dello Sport - 04/08/2002

 

Un tema caldo dell' estate dei canestri è la strana involuzione delle due società bolognesi, fino a ieri i potentati più forti del nostro basket e oggi alle prese con un problema comune: un vistoso calo di appeal generale sul mercato e nell' interesse della gente. Soprattutto dei loro tifosi che dai siti Internet lanciano messaggi di forte dissenso sulle politiche di disimpegno e immobilismo (Fortitudo) e di rivoluzione (Virtus) dei club, entrambi tesi a calmierare i budget. Così si dice che Bologna rischi un declino simile a quello di Atene. Ne parliamo con i diretti interessati, cominciando dal club più vincente, la Virtus. «Per addentrarci meglio nella problematica di questo regresso, per me solo momentaneo, del basket bolognese bisogna considerare che tutto il mondo dello sport è in crisi e che in particolare la pallacanestro sta cambiando radicalmente pelle e costumi - attacca Dado Lombardi, all' esordio come dirigente e chiamato subito ad affrontare una drastica mutazione del club nell' organico e nelle strategie -. Oggi, coi nuovi vincoli di mercato e col caos delle regole, non è più possibile costruire una squadra come quella del Grande Slam. Non c' è più la liberalizzazione dell' anno passato. A questa situazione devono adeguarsi tutti, anche la Virtus, ma ciò non vuol dire che vogliamo cambiare anche mentalità e il ruolo che ci compete. Abbiamo scelto di fare una squadra diversa da quella irripetibile che ha centrato 4 titoli su 6 in 2 stagioni. Capisco che i tifosi siano confusi e amareggiati nel vedere che alcuni grandi personaggi di quella Virtus ci hanno lasciato. Ma vorrei che, affetto a parte, la gente superasse questo cambiamento nel nome della Virtus, capisse cioè che i giocatori e gli allenatori passano ma quello che resta e che rimarrà sempre è il club con la sua tradizione. Quando Porelli mi cedette alla Fortitudo, sembrava dovesse scoppiare il finimondo. Poi sono passati altri campioni: Driscoll, Cosic, Richardson, Danilovic. Adesso tocca a Ginobili. Ma l' amore per la Virtus ha superato ogni addio e ogni polemica. E nel momento dei dubbi il vero tifoso si è sempre compattato col club. Questa è la forza della Virtus, che non finirà mai. Sono convinto che tra 5 anni anche questo passaggio sarà dimenticato. E' finita una Virtus bellissima, quella dello Slam non esiste più, adesso vogliamo costruirne un' altra insieme. Diversa, perché sarebbe un grave errore se tentassimo di ripetere il progetto del Duemila, verremmo schiacciati dal paragone. Questo è il mio messaggio ai tifosi». Adesso, dopo gli arrivi di Tanjevic, Khiznjak, dei 2 francesini e di un possibile nuovo colpo (non McDonald, ma Delfino e/o Langhi e di un play guardia dai tagli Nba), il Dado può chiedere fiducia. «Quando Madrigali mi offrì questa poltrona non sapevo se ne sarei stato all' altezza, ho accettato per senso di sfida. La decisione di non avviare subito la campagna abbonamenti è stata mia, volevo tempo per stemperare gli animi e tornare a respirare un clima di serenità e simpatia attorno alla Virtus, e volevo dare ai tifosi qualche nome sui quali riflettere. La avvieremo il 26 agosto quando spero di avere chiuso la squadra. Ci manca solo un giocatore da primo quintetto. Non so se avremo meno abbonati rispetto all' anno passato, un calo fisiologico ci sarà, ma alla fine penso che tanti tifosi torneranno a noi. Il mio richiamo va al vero tifoso virtussino per il quale l' abbonamento è concepito come un atto di fiducia, passione e amore per la V nera, cioè gli ideali che fanno da sempre parte del nostro patrimonio». Un altro problema è che Bologna sembra abdicare al suo trono. «Per troppo tempo il fatturato delle due bolognesi ha rappresentato il 60% di quello di tutta la serie A - conclude Lombardi andando controcorrente -, era una situazione troppo anomala che non giovava al movimento. Così si è generata una fortissima aspettativa che ha allargato a dismisura i budget e che adesso è diventata una pressione insostenibile sui bilanci dei due club con conseguenze negative presso i tifosi. Perciò dico che non sarebbe affatto male se Bologna perdesse la sua centralità magari a beneficio della nascita di nuovi poli. Seguo con favore la crescita della Roma di Toti, della Milano di Corbelli, della Napoli di Maione. Ce ne vorrebbero dieci così e il basket ritroverebbe grande slancio. Perdere la corona di città guida dei canestri non significa rinunciare a essere competitivi. La Virtus vuole continuare a vincere, ma in un contesto più normalizzato, senza sentirsi rinfacciare una stagione fallimentare per avere conquistato "solo" un titolo su tre».

IL DERBY, PARLA LOMBARDI

di Alessandro Gallo - Il resto del Carlino - 16/11/2002


Due debuttanti che non possono passare inosservati, Dado Lombardi e Zoran Savic. Due esordienti che hanno diversi punti in comune ma che — l'aggiornamento è di ieri — sono divisi da una differenza sostanziale. Il primo, il Dado, può parlare; Zoran, invece, è costretto, per la decisione presa sette giorni fa, a tacere. I punti di contatto? Entrambi “rookie” a livello dirigenziale, vice presidente nonché direttore generale il bianconero, general manager il biancoblù. In più hanno alle spalle diversi derby giocati e, tutti e due, con le due diverse anime della Città dei Canestri.

Lombardi, il derby è…

È una partita che riveste sempre un'importanza particolare per Bologna. Uno spettacolo straordinario: mi auguro che sia un derby corretto e che lo vinca la Virtus. Anzi, più che un augurio è una speranza.

Ricorda il suo ultimo derby da giocatore…

Li ricordo tutti, uno per uno: fantastici, sfuggivano a qualsiasi pronostico. Chi stava meglio, era in salute e aveva tutte le carte in regola per vincere, in genere, perdeva. Partite comunque irrinunciabili per gli appassionati di questa città.

L'anno scorso, di questi tempi, lei era l'uomo che forniva, agli spettatori televisivi italiani, qualcosa in più alle telecronache di Franco Lauro. Oggi, complice lo sciopero dei giornalisti, il derby sarà una cosa per pochi intimi.

Beh, mi dispiace per il resto d'Italia, ma al PalaDozza saremo tanti.

Ricorda quel 19 marzo 1972?

Che accadde?

Le cronache dell'epoca narrano che ottomila persone assistettero alla vittoria dell'Eldorado che espugnò il campo della Norda. Per lei, con la maglia Fortitudo, solo due punti. Ma senza quelli sarebbe stato supplementare, la gara finì 59-61.

Saranno stati due punti importanti.

Lei e Savic, storie curiose non trova?

Ho una proposta.

La faccia.

Il derby ce lo giochiamo io e lui, sul parquet.

Ancora in campo?

Va bene, solo al tiro.

La distanza?

Il tiro da tre. Lui ogni tanto — sia chiaro che la mia è sola una proposta scherzosa — li sbagliava. Io da quella distanza l'ho sempre messa.

Pronostico?

Ma che pronostico volete che faccia. Sarà un derby come quelli passati, sofferti. Che magari troverà un protagonista insperato, proprio nelle ultime battute.

Derby equilibrato, dunque.

Lo vedo aperto a qualsiasi soluzione.

Dovesse indicare un giocatore speciale?

Dico Rigaudeau.

Che con il Cska ha sbagliato tutto.

È un essere umano. Se non sbagliasse mai sarebbe un robot. Lui ha un'esperienza straordinaria e il tocco di talento.

Ma chi perde, intanto, rischia di star fuori dalla final eight di Coppa Italia.

Di queste cose non voglio parlare. Per le questioni tecniche c'è Tanjevic. La mia, lo ripeto, è stata una chiacchierata di colore su questo derby che tutti aspetto. Posso aggiungere ancora una cosa.

Prego.

Sono sicuro che sarà una grande partita. E che vincerà la sportività di questa città.

SI È DIMESSO DADO LOMBARDI

www.virtus.it - 11/12/2002

 

Gianfranco Lombardi ha presentato in data odierna, per motivi familiari, le dimissioni dal ruolo di direttore generale della Virtus Pallacanestro Bologna.
La società ha accettato le dimissioni dalle funzioni operative, ringrazia il signor Lombardi per il lavoro svolto finora e lo invita a rimanere col suo incarico di vice presidente all’interno del Consiglio di Amministrazione.
La funzione di direttore generale viene assunta, ad interim, dal dottor Stefano Mazzoni, attuale amministratore delegato della Virtus Pallacanestro Bologna.

 

LOMBARDI LASCIA L'INCARICO

Il direttore generale si è dimesso, la società gli chiede di restare vicepresidente

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino 12/12/2002

 

...

Lombardi s'è già chiamato fuori. Fantabasket? No, un semplice comunicato che, ieri pomeriggio, annuncia la decisione assunta dal direttore generale (a questo punto ex).

...

Forse Lombardi parlerà oggi, per fornire maggiori dettagli sulla sua decisione, per certi versi improvvisa e inattesa.

...

"LASCIO IL MIO INCARICO CON IL SORRISO SULLE LABBRA"

Lombardi spiega le dimissioni: "Non è colpa della società, è mancata solo un po' di fortuna"

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino 13/12/2002

 

Pronto, Lombardi?

"Sono io, aspettavo una chiamata".

Cosa è successo, allora?

"Mi sono dimesso, tutto qua".

Beh, non è una decisione da poco.

"Mi sono trovato davanti a un bivio, per problemi legati alla mia famiglia. Sono andato dal presidente e gli ho esposto il problema. Voleva che restassi. Resterò come vice presidente, senza funzioni operative".

A molti è parso un "dimissionamento" pilotato.

"No. Anzi, ci tengo a precisare alcune cose".

Prego.

"Primo: la società non c'entra. Secondo: mi è sempre stata data ampia autonomia per lavorare. Terzo: non vado via perché ci sono risultati negativi, continuo a pensare che basti poco, a questa squadra, per diventare grande. E quarto: resto comunque nell'ambito della società. Me ne vado lasciando l'ultima perla: l'italianizzazione di Koturovic".

Dica la verità, Lombardi, lei si è pentito di aver accettato questo incarico.

"No. Si è trattata e si tratta di una cosa fantastica. E poi voglio sottolineare un altro aspetto: me ne vado con il sorriso sulle labbra".

Ha qualcosa da rimproverarsi?

"Mi rimprovero di n on aver avuto fortuna. Questa è una squadra, un gruppo, fantastico,che ha avuto troppi problemi. L'ho vista giocare davvero una sola volta, con la Benetton. E lì si è visto di che cosa può essere capace la Virtus. Quando i ragazzi si renderanno conto del loro valore non si fermeranno più. Me lo auguro per il presidente, che è un grande appassionato, per Boscia che ha un'onestà cristallina. Anche lui ha avuto grandi difficoltà ma la storia insegna che in questi frangenti lui riesce a dare il meglio di sé".

Il pubblico dimezzato da giugno ad oggi, come lo spiega?

"Sinceramente non lo so. Ho parlato con molti tifosi, per me si tratta di scelte inspiegabili. Anche perché, lo ripeto, il presidente ha fatto di tutto per questa squadra. Comprando tutti i giocatori proposti dal coach e che io sono andato a prendere. Ma resto qua. E domenica sarò al mio posto. A soffrire per questa società alla quale mi sento legato da quando avevo 10 anni e seguivo, in Sala Borsa, con mio padre".