SPONSOR

di Franco Arturi - "Il mito della V nera 2 - 1971-1994"

 

Dici Virtus e si apre un mondo. Il suo linguaggio, ereditato da una lontana infanzia, è popolato da altri nomi onusti di tradizione: Juventus, Pro Patria, Rari Nantes, Robur et Fides, Vis... Il latino serve per fissare una realtà nella storia e renderla comunque incancellabile. Quei nomi hanno un potere di suggestione, evocano epoche, rappresentano una continuità. La vita nasce con un nome: noi esistiamo univocamente da quando, in modo sostanziale e simbolico, diventiamo un nome. Da questa realtà non può sfuggire certamente il grande basket che anzi, proprio per questo motivo, ha un problema di riconoscibilità e forse di identità nel nostro Paese.

Per motivi prima di sopravvivenza e di affermazione, infatti, la nostra pallacanestro ha venduto da sempre ciò che aveva di più sacro dopo l'anima: i nomi. Ed ecco gli sponsor e la loro rutilante "realtà virtuale": mutevole, forse necessaria, addirittura indispensabile, magari meritoria, ma certamente anche apportatrice di problemi.

Il modello cui la nostra pallacanestro si ispira da sempre è quello americano. Ma se anche prendiamo in considerazione una realtà sportiva più vicina, cioè il nostro calcio, ne possiamo trarre la stessa considerazione: la popolarità di uno sponsor sale in proporzione alla sua riconoscibilità e al suo radicamento nella tradizione. I Celtics, i Lakers, il Milan, l'Atalanta e le mille altre squadre che popolano la nostra vita non cambiano mai denominazione, salvo rarissime eccezioni. E tutto viene tramandato di padre in figlio, da una raccolta di figurine all'altra, da una stagione alla successiva. Questa realtà non può essere sottovalutata in alcun modo: chi lo fa, commette un errore e può, in prospettiva, risultare anche molto grave. Anche perché, simbolismo dei nomi a parte, il concetto racchiude anche inaccettabili considerazioni di gestione economica: l'apporto finanziario dello sponsor nel basket italiano è prevalente, laddove un riequilibrio delle entrate (pubblico, diritti televisivi, merchandising) sarebbe esattamente il segno di una nuova poderosa espansione.

Detto questo, non è il caso di odiare gli sponsor, è ovvio; il principio di realtà deve comunque prevalere. E in Italia senza sponsor la pallacanestro sarebbe ancora tale, cioè non si sarebbe trasformata prima in basket e poi in basket-spettacolo. Tuttavia è altrettanto certo che la situazione ideale è quella di cambiare denominazione ogni due-tre anni. Anche da questo punto di vista la Virtus è una pioniera; le "V nere", la divisa, la ragione sociale Virtus sono un punto fermo nel panorama sportivo nazionale. Qualcosa che va al di là anche dei confini cestistici. Se ne apprezzerà l'importanza ancor di più mano a mano che passeranno gli anni e - perché no - anche i secoli.

Ciò che già oggi sembra un valore, cioè l'identità della Virtus (cromatica, passionale, culturale), s'è affermato in anni in cui la mercificazione dei nomi delle squadre era un percorso obbligato e quasi trionfante. Un esempio? Chiedete all'avvocato Porelli, nume tutelare del basket Virtus, quali condizioni pose a Roberto Dorigo, amministratore delegato della Knorr, nel momento di stringere il rapporto di sponsorizzazione. Vi risponderà col suo consueto tono perentorio, che i punti fuori discussione erano quattro: i colori bianco e nero, la "V" sul petto, il divieto di ingerenza nella gestione tecnico sportiva, il divieto di scritte pubblicitarie all'interno del Palasport. Dorigo accettò senza fiatare, consapevole del significato di quella scelta. Del resto, si potrebbe pensare di sponsorizzare il Papa con la Coca Cola? Chi si azzarderebbe a compiere un gesto tanto blasfemo? E del resto Porelli rinunciò a diversi contratti più ricchi pur di conservare gelosamente questo prezioso angolo di "virtussinità".

Le leggende nascono anche da questi momenti, apparentemente marginali. La macchina del tempo l'abbiamo sognata tutti almeno una volta nella vita. Potremmo chiederla in prestito in questa occasione per proiettarci ben dentro il terzo millennio: il basket, siamo certi, esisterà anche in questo scenario futuribile; a Bologna, naturalmente, con le sue torri, la sua gente e la sua cultura; forse perfino la Fortitudo (ci passata questa battuta, vero amici virtussini?)

Ma noi puntiamo grosso se vi diciamo che la sponda bianconera della pallacanestro del 2.500 si chiamerà Virtus. Soltanto Virtus.

 

SPONSOR

in ordine cronologico

 

stagione sponsor campionato sponsor di coppa
1934 nessuno sponsor  
1935 nessuno sponsor  
1935/36 nessuno sponsor  
1936/37 nessuno sponsor  
1937/38 nessuno sponsor  
1938/39 nessuno sponsor  
1939/40 nessuno sponsor  
1940/41 nessuno sponsor  
1941/42 nessuno sponsor  
1942/43 nessuno sponsor  
1943/44 nessuno sponsor  
1944/45 nessuno sponsor  
1945/46 nessuno sponsor  
1946/47 nessuno sponsor  
1947/48 nessuno sponsor  
1948/49 nessuno sponsor  
1949/50 nessuno sponsor  
1950/51 nessuno sponsor  
1951/52 nessuno sponsor  
1952/53 nessuno sponsor  
1953/54  Officine Minganti *  
1954/55 Officine Minganti  
1955/56 Officine Minganti  
1956/57 Officine Minganti  
1957/58 Officine Minganti  
1958/59 Oransoda  
1959/60 Oransoda  
1960/61 Idrolitina  
1961/62 nessuno sponsor  
1962/63 Knorr  
1963/64 Knorr  
1964/65 Knorr  
1965/66 Candy  
1966/67 Candy  
1967/68 Candy  
1968/69 Candy  
1969/70 nessuno sponsor  
1970/71 Norda  
1971/72 Norda  
1972/73 Norda  
1973/74 Sinudyne  
1974/75 Sinudyne  
1975/76 Sinudyne  
1976/77 Sinudyne  
1977/78 Sinudyne  
1978/79 Sinudyne  
1979/80 Sinudyne  
1980/81 Sinudyne  
1981/82 Sinudyne  
1982/83 Sinudyne  
1983/84 Granarolo  
1984/85 Granarolo  
1985/86 Granarolo  
1986/87 Dietor  
1987/88 Dietor  
1988/89 Knorr  
1989/90 Knorr  
1990/91 Knorr  
1991/92 Knorr  
1992/93 Knorr  
1993/94 Buckler  
1994/95 Buckler  
1995/96 Buckler  
1996/97 Kinder  
1997/98 Kinder  
1998/99 Kinder  
1999/00 Kinder  
2000/01 Kinder  
2001/02 Kinder  
2002/03 nessuno sponsor  
2003/04 Carisbo  
2004/05 Caffè Maxim  
2005/06 VidiVici  
2006/07 VidiVici Europonteggi
2007/08 La Fortezza VidiVici
2008/09 La Fortezza  
2009/10 Canadian Solar  
2010/11 Canadian Solar  
2011/12 Canadian Solar  
2012/13 SAIE3 fino a febbraio 2013
2012/13 Oknoplast da marzo 2013
2013/14 Granarolo  
2014/15 Granarolo  
2015/16 Obiettivo Lavoro  
2016/17  Segafredo  
2017/18 Segafredo  
2018/19 Segafredo  
2019/20 Segafredo  
2020/21 Segafredo  
2021/22 Segafredo  
2022/23 Segafredo  
2023/24 Segafredo  

 

(*) L'Olimpia Milano era erede della Triestina Milano nata nel 1945, poi divenuta Pallacanestro Como nel 1946 e Olimpia nel 1947; poisi fuse con il Dopolavoro Borletti (fabbrica di sveglie e contachilometri) nel 1948 e ereditò inspiegabilmente la storia del Borletti, ma solo dal 1936 data del primo scudetto. Borletti era quindi uno sponsor un po' atipico, lo stesso Bogoncelli, fondatore della Triestina Milano affermè che Il primo sponsor reale dell'Olimpia fu la Simmenthal, nel 1956. In base a ricerche non troppo approfondite e quindi da verificare, il primo sponsor in assoluto in Italia, cioè una ditta esterna che porta dei soldi per vedere il proprio nome scritto sulle divise a scopo pubblicitario, dovrebbe essere stata la Milenka, distilleria di Asnago che pose il proprio nome sulle canotte dei giocatori di Cantù a partire dal campionato 1951/52. Il secondo sponsor fu le Officine Minganti (1953/54), seguito da Varese (sponsor Storm) la stagione seguente.

MEET & GREET ALLA PALESTRA PORELLI

tratto da www.virtus.it - 28/09/2023

 

Con l’inizio della stagione sportiva è ricominciata la stagione dei Meet & Greet riservati ai Partner di Virtus Segafredo Bologna. Sono degli eventi esclusivi in cui i partner virtussini hanno l’opportunità di incontrare dal vivo giocatori, giocatrici e staff di entrambe le squadre per una sessione di foto e autografi.

Quello di ieri sera è stato un Meet & Greet dal significato molto particolare, è stato infatti il primo dopo la duplice e storica vittoria delle due Supercoppe.