LEROY HURD

(LeRoy Hurd III)

LeRoy Hurd al tiro da fuori

nato a: Pascagoula (USA)

il: 26/05/1980

altezza: 202

ruolo: ala

numero di maglia: 31

Stagioni alla Virtus: 2009/10

statistiche individuali del sito di Legabasket

biografia su wikipedia

 

LEROY HURD

di Marco Bogoni per Virtuspedia - ottobre 2009

 

La nuova ala della Virtus Bologna, LeRoy Hurd, è un vagabondo del basket italico. Dalla prima volta in cui ha messo piede in Italia sono passati 5 anni, un lasso di tempo notevole nella breve vita agonistica di un cestista. Hurd si è innamorato del nostro paese, ma mai di una città o una società in particolare se è vero che non si è mai soffermato per più di una stagione presso lo stesso club.

Hurd nasce a Pascagoula, nel Mississippi, il 26 Maggio 1980 nella città che ha dato i natali ad un giocatore molto conosciuto dal nostro campionato: Melvin Booker, il playmaker che più volte, nelle scorse estati, è stato accostato alla Virtus. Leroy viene, fin da bambino, allevato a pane e sport da suo padre LeRoy Senior che lo sprona ad eccellere nelle attività sportive. Possiamo affermare che il primo allenatore e personal trainer di Hurd è stato proprio il padre che lo costringeva ad allenarsi anche di notte sfruttando la temperatura mite del Mississippi. Il rapporto tra LeRoy Junior e LeRoy Senior può essere accostato a quello tra le sorelle Williams e il loro padre-padrone Richard che mise ad entrambe una racchetta in mano quando avevano solo quattro anni. Tali atteggiamenti padronali possono aver messo fin da subito troppa pressione su dei figli ancora adolescenti, ma i risultati che Hurd e le sorelle Williams hanno ottenuto nei loro rispettivi sport fanno capire come i loro padri avessero già percepito quel talento che andava solo coltivato e fatto germogliare. Tornando ad Hurd, il neo bianconero riesce ad avere buoni risultati nel football, nell’atletica leggera e ovviamente anche nel basket. Giocando come quarterback per Moss Point High School la sua squadra perde solo un'incontro ma di lì a poco LeRoy, crescendo in altezza, decide di indirizzare tutti i suoi sforzi verso la pallacanestro e lo fa con ottimi risultati.

Vince il titolo di Stato da leader della sua squadra, tanto da essere votato come miglior giocatore del Mississippi. Nella sua stagione da senior a Moss Point, tra una partita e l'altra, per non perdere il feeling con l’atletica leggera, stabilisce il record scolastico nel salto in alto (2,05 m). Successivamente si trasferisce in Florida per poter giocare nei Miami Hurricanes. Grazie anche alle sue giocate, Miami vince il titolo della Big East e accede al torneo NCAA, spingendosi fino alle Sweet Sixteen, ma dopo due anni, nel 2002, cambia college e migra all’Università di San Antonio finendo nel roster dei UTSA Roadrunners. A causa di questo cambiamento di ateneo Hurd è costretto a rimanere fermo un anno, proprio come il suo neo compagno di squadra Collins. A San Antonio Hurd mette a referto 19,4 punti e 8 rimbalzi di media. Questi numeri, però, non gli consentono di venire scelto al Draft NBA e così scende al piano di sotto in D-League nei Columbus Riverdragons (la squadra, nell’agosto del 2005, si è trasferita ad Austin prendendo la denominazione di “Toros”, diventando una società satellite dei San Antonio Spurs e può vantare di aver avuto nelle proprie fila l’ex ferrarese Allan Ray e l’ex virtussino Keith Langford). Con i Riverdragons Hurd realizza 10 punti e cattura 3,7 rimbalzi a gara, prima di concludere la stagione 2004/05 con i francesi dello Chalons. Nel campionato francese, Duke, il nomignolo affibbiatogli da mamma Sheron, accanita fan di John Wayne, disputa 7 gare a 10 punti e 6,3 rimbalzi di media.

La stagione 2005/06 è il momento dell’approdo in Italia e l’inizio del suo personale tour nella nostra Penisola che lo ha portato fino alla Virtus. A convincere Hurd a sbarcare nel Bel Paese è stato anche il suo concittadino Booker che aveva già provato la stessa avventura con le canotte di Pesaro e Milano. LeRoy si fa le ossa in LegAdue a Montegranaro, la stagione è una cavalcata trionfale che si conclude con la promozione in SerieA. Hurd è uno dei protagonisti di quella Sutor grazie ai 19,4 punti e 8,5 rimbalzi di media a partita. Dopo un anno di apprendistato nella seconda lega italiana, l’uomo del Mississippi, è pronto per giocare in Serie A. Teramo nell’estate del 2006 è la più lesta ad assicurarsi i suoi servigi e Hurd la ripaga con 10 punti e 4,7 carambole a gara. Nella stagione successiva, a Rieti, il neo virtussino migliora le sue cifre: 14,2 punti + 6,4 rimbalzi dicono i tabellini. In terra reatina Hurd viene allenato proprio dal quel Lino Lardo che ora ritroverà sulla panchina della Virtus.

Del neo coach bianconero il moro dice: ”è una persona fantastica che prima di pensare alla pallacanestro ha grande rispetto per la persona senza confondere i ruoli: lui rimane allenatore e noi restiamo i giocatori. Sono molto contento di ritrovarlo”. A confermare gli ottimi rapporti che ci sono tra Hurd e Lardo vi è il fatto che è stato proprio l’allenatore delle Vu Nere a volere fortemente l’americano alle sue dipendenze. Nella scorsa stagione Hurd ha giocato nella Scavolini Pesaro e, garantendo 14,1 punti e 4,5 rimbalzi di media ogni volta che scendeva in campo, è riuscito ad acciuffare l’accesso ai playoff all’ultima giornata. Nei quarti di finale la Scavolini si è dovuta piegare davanti allo strapotere della Montepaschi Siena, ma Hurd è riuscito ad uscire a testa alta specialmente in Gara2 quando ha fatto registrare 34 punti (con 4 su 8 da 3 punti), 7 rimbalzi e 3 palle recuperate.

In estate il GM Faraoni ha strappato Hurd alla concorrenza di Caserta e Varese. La squadra campana è allenata da Pino Sacripanti, mentre quella lombarda è guidata da Stefano Pillastrini. Entrambi i coaches hanno allenato in passato Hurd (Sacripanti a Pesaro e Pillastrini a Montegranaro) e il fatto che rivolessero l’ala del Mississippi alla propria corte è un segnale di come il neo-virtussino si sappia far amare dai propri allenatori. Hurd indosserà la canotta numero 31 e la numerazione della Virtus per la priva volta nella sua storia supererà la terza decina. Il record del numero più alto, prima dell’approdo dell’ala di Pascagoula, era detenuto da Reyshawn Terry con la canotta #24. Hurd potrà portare alla causa virtussina tanta energia da sprigionare sul parquet.

Ala forte di soli 202 cm, sa crearsi spazio sotto canestro grazie al suo fisico roccioso, degno del miglior Mister Olympia. Nelle prime apparizioni in bianconero Hurd ha mostrato le sue qualità, ma anche gli aspetti negativi del suo gioco come la discontinuità. Ha alternato prestazioni convincerti come contro Teramo e Biella ad altre più anonime come contro Siena e Venezia. Il grave infortunio di Collins costringerà tutti i componenti della Virtus ad elevare il proprio standard per riuscire a supplire la mancanza dell’ex Carife e per facilitare l’inserimento del playmaker sostituto. Hurd dovrà rendere più costante la sua pericolosità offensiva per mascherare l’infortunio di colui che doveva essere una delle principali bocche da fuoco della Virtus 2009/10. Inoltre lui, insieme ai suoi compagni di reparto, dovrà sconfiggere, prima degli avversari, anche lo scetticismo che avvolge il pacchetto dei lunghi della Virtus di coach Lardo. Se ci riuscirà, forse, il suo lungo pellegrinaggio di questi ultimi 5 anni avrà trovato la sua meta finale: Bologna.

 

VIRTUS NELLE MANI DI HURD

di Claudio Limardi – Corriere dello Sport – 01/12/2009

 

Quando la Virtus vince LeRoy Hurd segna 12,6 punti a partita; quando perde si ferma a 12,3. Insomma, differenze minime, insignificanti, sciocchezze. Ma i dati assumono un altro significato nel momento in cui si va a fondo. Nelle cinque gare vinte della Virtus, Hurd ha tirato con il 50% da due e il 40% da tre, numeri da tiratore affidabile. Nelle tre che la Virtus ha perso, "Duke" ha tirato con il 30,8% da due e il 25% da tre. 11/38 complessivo. Significa che il tiro di Hurd fornisce un bel termometro per valutare le chance di vittoria della squadra di Lino Lardo. Nelle prime quattro  partite di questo torneo in cui la cosa più difficile sembra disegnare un ruolo per la Virtus, non abbastanza bella per essere considerata una grande non così brutta da diventare già un problema, nelle quattro gare iniziali (tre vinte), Hurd ha fatto 14/26 da due e 5/12 da tre perfettamente in linea con le aspettative. LeRoy è un tiratore occasionale dall'arco e un giocatore che da due di norma ha percentuali buone ma non travolgenti perché non è il classico lungo che tira solo nell'ultimo metro. Da allora cos'è successo?  Nelle quattro gare seguenti (due vittorie) ha fatto 9/30 da due e 2/10 da tre. È passato da 19/38 a 11/40. Più o meno stessi tiri ma quasi la metà dei canestri. Il minutaggio non è cambiato molto: Hurd ha giocato solo 22 minuti a Varese, il suo minimo stagionale, ma giocando una gara onorevole (13 rjunti). Ha comunque avuto spazio e responsabilità. Quindi non ci sono variazioni che possano aver inciso sul suo rendimento. Lardo lo conosce bene, il minutaggio è quello, i tiri sono quelli, le responsabilità le stesse di sempre.

L'unica differenza è Viktor Sanikidze, che teoricamente avrebbe dovuto fare solo il suo cambio e invece oggi quel ruolo gli sta stretto. Il georgiano è passato dai 21 punti in cinque partite ai 35 delle ultime tre in cui ha fatto 10/19 da due e tirato ben 16 liberi complessivi. Tra Varese, Avellino e Caserta, Sanikidze ha giocato 85 minuti, quasi 30 di media, molti di più di quelli preventivati. La crescita di Sanikidze ha costretto Lardo ad adattare la rotazione e lo spazio in più è senza dubbio meritato. Può darsi però che Hurd lo abbia sofferto? Difficile dirlo. Complici le due gare in cui Diego Fajardo non è stato utilizzato qualunque spazio Sanikidze abbia rastrellato non l'ha fatto ai danni dell'americano ma dell'assente spagnolo. I minuti di Hurd non sono cambiati, semmai è d'ora in avanti che la distribuzione degli spazi  sarà oggetto di attente valutazioni da parte del coach, ma è da escludere che quella di Hurd sia una crisi preventiva. Più probabile si tratti solo di un appannamento. Hurd segna quanto doveva segnare (12,5 punti) e prende i rimbalzi

che ci aspettava che prendesse (6, più dell'anno passato a Pesaro), sono le medie di tiro che non vanno bene, soprattutto il 41,1% totale da due punti, mediocre per un due metri che tira sette volte a partita. Ma è importante che la Virtus lo rimetta in fretta dentro la stagione perché il prossimo ciclo di partite è delicato: tra Ferrara e Cantù bisogna fare dei punti, perché poi comincia la volata per le Final Eight e oggi la Virtus è nel mucchione. Quanto a Sanikidze, se il recupero di Vukcevic fosse più lento di quanto auspicato scatterebbe anche l'ipotesi di riesumarlo come ala piccola,

ruolo nel quale finora in sostanza ha giocato solo in Supercoppa a Siena per ovviare all'assenza di David Moss. Ora sarebbe un modo per poter spostare Moss in posizione di guardia. Roba da pochi minuti, ma per una gara, quella di  Ferrara, potrebbe succedere.

HURD, BOMBER MANCATO DELLA V NERA

di Elisa Fiocchi – Corriere di Bologna – 03/12/2009

 

Dalla partita contro Milano fino all'ultima sconfitta con Caserta, l'impatto dell'ala americana LeRoy Hurd non è stato forte come ci si aspettava. Coach Lardo lo ha definito un giocatore orgoglioso, capace di reagire a questo momento negativo. Nelle ultime quattro partite le sue performance sono state deludenti.

Che cosa non va?

Ogni giocatore ha i suoi periodi belli e brutti. Personalmente non c'è niente che non va, mi sento bene, affatto demotivato. Questo è il basket ed è solo un momento in cui non sto giocando come vorrei.

I! suo non è un problema di inserimento nella squadra. Lei è un uomo di Lardo, conosce bene il suo gioco.

No infatti, e sento la sua fiducia. In questa settimana ci ha chiesto di rimanere concentrati su ciò che dobbiamo fare: contro Caserta abbiamo commesso tanti errori che dobbiamo assolutamente correggere in un match difficile come sarà la trasferta di Ferrara.

Da uno a dieci, a che punto è Hurd?

Direi sette. Mi sento bene e sono sicuro arriverò dove voglio arrivare. Le persone mi dicono quella partita hai giocato bene, quell'altra male. Ma la verità è che siamo solo all'inizio, è tutto in divenire e anche il mio contributo alla Virtus crescerà.

Anche perché i numeri finora dicono che quando lei gioca bene, la Virtus vince...

Lo so. Cercherò di migliorare ancora. Sono felice qui, vivo benissimo a Bologna. Ogni cosa all'interno della società è professionale, il pubblico è caloroso, i miei compagni sono anche amici. La stagione è lunga...

Gli infortuni a catena quanto hanno inciso sull'andamento della squadra?

Sono stati determinati, soprattutto in fase di allenamento in cui non siamo tutti presenti. Dobbiamo tenere duro, mentalmente e fisicamente, e tirare fuori più forza del necessario. Non possiamo di certo piangere sui nostri infortuni, ma essere pronti a giocare con chi è disponibile, anche con i ragazzi giovani. La Virtus ha il pregio di avere un buon gruppo di giocatori, andiamo d'accordo e c'è chimica. Non si trova in tutte le squadre.

Oltretutto in questa stagione siete solo in tre americani, con Collins out. Sente maggiore responsabilità?

L'assenza di Collins ha spostato molto, ma una squadra non consiste solo di americani. Che ce ne siano dieci o uno, bisogna comunque ruotare e giocare di squadra. Non sento pressioni particolari.

Coach Lardo ha dato molto spazio a Sanikidze, sfruttando il suo buon momento e ovviando all'infortunio di Fajardo. Questi cambiamenti in corsa hanno condizionato il suo approccio alla gara?

Rispetto le rotazioni e quando il coach decide di farmi salire sul campo cerco di fare il mio lavoro al massimo. Lui sa che sono sempre disponibile.

Come sta reagendo la squadra dopo il k.o contro Caserta?

Stiamo lavorando molto duramente, martedì abbiamo avuto una sessione pesante. Dobbiamo tornare a vincere e restare uniti: Caserta ancora brucia, ma ogni insuccesso ha la stesso valore, così come è stato brutto perdere con Biella e Milano.

Vincere almeno uno dei due prossimi match, contro Ferrara e Cantù, è importante anche per la qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia. È un vostro obiettivo?

Certamente, noi vogliamo vincere. Stiamo faticando per colpa degli infortuni, ma ripeto, la squadra c'è, e ha dimostrato nei momenti di difficoltà di sapersi rialzare e restare unita.

Durante la lunga crisi offensiva, Hurd cerca di sopperire con la difesa, qui su Jumaine Jones

 

HURD È NEL MIRINO DI SABATINI, RISCHIO TAGLIO

di Claudio Limardi – Corriere dello Sport – 22/12/2009

 

LeRoy Hurd è un giocatore a rischio di taglio? Le cifre dicono di sì. La Virtus lo aspetta da un mese e mezzo. Lui dopo la partita di Varese si è spento. Contro Treviso è partito con grande animosità ma non ha retto. C'è sempre un motivo perché vada fuori partita, i falli, un tiro sbagliato, una palla persa. È al quarto anno in Italia, non aveva mai tirato tanto male da due (40%), non aveva mai perso tanti palloni (2,2) e nei due tornei precedenti segnava più di adesso (ora 10,7 di media ma sono circa 6 nelle ultime cinque uscite). Ma cinque partite sono sufficienti per bocciare un giocatore? Sabatini domenica sembrava propendere per la linea dura. Lardo e Faraoni, che credono nella continuità del lavoro, probabilmente hanno altre idee. Anche se il coach nell'ultimo quarto della gara con la Benetton di fatto l'ha scaricato a favore di Viktor Sanikidze. Sul piano tecnico tagliare Hurd avrebbe senso per prendere una guardia ma poi come completare il reparto lunghi, visto che Michele Maggioli (buono nel primo tempo, inutilizzato nel secondo) ha caratteristiche che evidentemente il coach non trova così convincenti (più tecnico che fisico, più da fioretto che da spada)?

VISTO - C'è anche un altro problema. La Virtus ha speso quattro visti per gli americani e uno per Sanikidze. Può usarne un altro, ma se lo facesse così presto poi sarebbe nelle mani della sorte per due terzi di stagione. Una via d'uscita può essere quella di puntare su un americano già in Italia perché non comporterebbe l'utilizzo del visto, un po' come ha fatto Treviso con KC Rivers. Ma prendendo una guardia il problema di coprire il buco sotto resterebbe e non sarebbe neppure economico (Treviso ha estratto 100.000 euro per farsi dare Rivers da Latina). Sanikidze è una sicurezza ma ha dei limiti e non può essere ingabbiato nel proprio compitino quindi non può garantire 30 minuti tutte le volte. Oppure si può cambiare Hurd con un pariruolo come sarebbe Andre Hutson, discusso a Roma, il quale però guadagna circa quattro volte quello che prende il virtussino. L'ingaggio di un italiano per il perimetro probabilmente è la sola scorciatoia possibile.

 

VIRTUS, HURD NON SI DISCUTE

di Claudio Limardi – Corriere dello Sport – 29/12/2009

 

LeRoy Hurd non è in discussione. Le sei partite di fila senza raggiungere la doppia cifra, il crollo delle percentuali

di realizzazione e la perdita progressiva di minutaggio a favore dell'emergente Viktor Sanikidze, nonché l'insoddisfazione pubblica del proprietario Sabatini, non hanno scalfito la sicurezza di Lino Lardo. Ieri il coach è intervenuto personalmente sulla questione. «Di voci ne circolano tante, noi non le ascoltiamo e lo aspettiamo, convinti che questa squadra abbia bisogno proprio di lui. Hurd lo conosco bene, non ha la mentalità del classico americano. Lui ha tirato la carretta dall'inizio, non ha mai saltato un allenamento, non ha mai mollato. Ora attraversa un periodo difficile, anche dal punto di vista fisico. Ma ho parlato con lui, mi ha chiesto maggiori responsabilità. Sente di potersi riprendere in fretta e vuole tornare ad essere incisivo», racconta il coach. Hurd anche contro Treviso era partito con grande veemenza ma come gli accade spesso da qualche tempo gli basta poco per uscire di scena mentalmente. Ma la Virtus dentro lo spogliatoio ha deciso di fare quadrato attorno alla sua ala forte.

 

VIRTUS, HURD RISCHIA TUTTO

di Claudio Limardi – Corriere dello Sport – 29/01/2010

 

La volata per i playoff è cominciata e la Virtus è attesa subito da una serie di scontri diretti. Prima quello di Porto San Giorgio, poi in casa con Biella e dopo i due punti facili con Napoli e le Final Eight si riparte con Teramo e Milano. Le prime cinque giornate del ritorno indirizzeranno il futuro bianconero in modo determinante. Ma c'è un giocatore che rischia più di tutti e ovviamente è sempre il solito, LeRoy Hurd. La Virtus l'ha aspettato e lo sta ancora aiutando. Lino Lardo l'ha avuto a Rieti e ricorda la straordinaria aggressività fisica di Hurd. In più ha messo al primo posto del suo concetto di squadra il gruppo. Quindi un giocatore in difficoltà è un giocatore da aiutare, non da tagliare. Il general manager Massimo Faraoni per cultura viene dai settori giovanili dove le squadre le costruisci d'estate e non cambiano mai durante l'inverno. Per lui un giocatore in difficoltà è un giocatore che merita solo più attenzione. Ma tutti e due sanno che la situazione è oltre il livello di guardia. Prima di Siena, la Virtus ha vinto tre partite di fila. In nessuna di esse Hurd è stato decisivo anche se a Cremona era andato meglio di altre volte. In pratica è dalla quinta di  campionato, quando fece 4/20 contro Milano sbagliando il tiro della vittoria nel supplementare che non si vede il vero Hurd. Il fatto che sia un bravo ragazzo, uno che non crea mai un problema, benvoluto nello spogliatoio,  paradossalmente è un problema: fosse stato diverso sarebbe stato più facile tagliarlo, ma così il rischio è togliere

dal gruppo un pezzo positivo e sostituirlo con uno che non si integra allo stesso modo. Una delle strade valutate è il lancio definitivo di Viktor Sanikidze, che in effetti ha risposto bene e qualche volta è già partito in quintetto al posto di Hurd. Ma il campionato è equilibrato, i margini di errore della Virtus sono modesti, il tasso di talento puro non è altissimo e relegare un americano al ruolo di cambio puro è un lusso che la Virtus non può permettersi. Quindi si torna al punto di partenza: che fare? Hurd risolverebbe tutto se già domenica si mettesse a giocare da Hurd. Ma è anche vero che da mesi le partite negative sono diventate crisi e le crisi sono diventate allarmanti. Con le Final Eight lontane

meno di tre settimane, la logica dice che se un cambio va fatto bisogna muoversi adesso. Non solo: dopo Montegranaro e Biella, la Virtus gioca con Napoli, quindi di fatto non giocherà in campionato per venti giorni, dal

7 al 28 febbraio. Insomma, ci sarebbe tutto il tempo, dopo due opportunità supplementari, di eseguire il taglio e inserire un sostituto, al limite accettando il rischio di una Coppa Italia zoppicante (realisticamente è più importante fare strada in campionato). La Virtus ha un vantaggio: Hurd non è un problema di ruolo, Hurd è un problema di

rendimento specifico. Quindi non deve modificare l'assetto della squadra o rimescolare le carte, le basta inserire un giocatore con qualità simili, di sicuro dello stesso ruolo e confidare in un rendimento migliore di quello dato da Hurd.

Soprattutto se il problema a questo punto è anche mentale. Il giocatore lo nega, Lardo è convinto che adesso senta un po' la pressione, Faraoni dice che ha smarrito fiducia specie in attacco perché le prove negative si sono accumulate. Può darsi che basti una prova convincente a restituirgli entusiasmo e autostima. Ma a questo punto deve fornirla subito, domenica. Dopo diventerebbe tardi. E il bello è che tutti alla Virtus sperano che si sblocchi sul serio.

 

HURD: «È VERO, SONO IN DIFFICOLTA'. VOGLIONO CACCIARMI? LO FACCIANO»

di Elisa Fiocchi – Corriere di Bologna – 10/02/2010

 

Leroy Hurd, come sta la sUa caviglia dopo la botta subita domenica contro Biella?

Bene, anche se all'istante mi sono spaventato molto perché non me la sentivo più. Poi mi hanno messo il ghiaccio e ho potuto terminare la gara. Adesso mi alleno regolarmente, è tutto passato fortunatamente.

E come si sente dopo essere uscito con una performance incoraggiante dalla gara che avrebbe potuto sigillare il suo addio alla Virtus?

Quando la squadra vince, tutto ciò che conta è quello. Sapevo benissimo quanto era importante la sfida con Biella per me. Non nascondo che un po' di pressione l'ho accusata, come nelle precedenti partite. Ma non posso nemmeno pensare a tutte le cose che dice la gente su di me o che scrivono i giornali. Altrimenti non potrei stare concentrato in palestra e non farei il bene della squadra. Il fatto è che tanta gente giudica senza sapere nulla della pallacanestro. Mi arrivano critiche, confronti sul rendimento delle passate stagioni. Ma ogni anno è differente, le rotazioni cambiano, il numero di giocatori, il ruolo, i compiti. A Rieti giocavamo in cinque o sei, in Virtus ad esempio siamo in dieci giocatori.

Lei ha dovuto fare i conti con le dichiarazioni esplicite della società pronta a sostituirlo. Come ha reagito?

Non bene, ma se vogliono tagliarmi che lo facciano e me ne andrò. Adesso però sono ancora qui, e mi sento assolutamente parte della squadra.

Anche e soprattutto grazie all'intervento del coach che non ha mai smesso di darle fiducia.

Oltre ai miei compagni, Lardo è stato l'unico a difendermi e supportarmi in questo momento non facile e per questo gliene sono grato, ma al tempo stesso non mi ha stupito il suo atteggiamento: noi siamo i suoi giocatori, è normale che ci tuteli e ci conforti, tenendo unita la squadra. Il gruppo infatti è molto legato ma solo noi possiamo sapere quanto, perché è dentro la palestra, e non fuori, che noi lavoriamo ogni giorno e cresciamo.

Se dovesse descrivere questi mesi alla Virtus?

Fino a che la mia squadra vince, i miei problemi passano subito i secondo piano. Abbiamo vinto belle partite con Cremona, Pesaro, Roma. Chiaramente quando esci da due settimane pesanti, con la sconfitta di Siena e soprattutto quella di Montegranaro, bisogna lavorare per reagire e ognuno di noi deve farsi un esame di coscienza. Non ho ancora digerito la brutta partita con la Sutor, abbiamo completamente perso il controllo e non deve più succedere. Con Biella invece, a parte qualche alto e basso, abbiamo mantenuto la concentrazione».

Molti intravedono nel reparto americani l'anello debole della squadra. La infastidisce sentire queste critiche?

Onestamente non concepisco che si concentri tutta questa attenzione sugli americani, perché la squadra non sta in piedi solo con noi, come non è basata solamente sul contributo degli italiani. Io credo che solo alla fine della stagione si potrà veramente dire chi ha sbagliato cosa e perché. Americano o no. Adesso serve tempo per venire fuori, tante cose possono ancora cambiare.

Anche con Biella ci sono stati alti e bassi. Una costante di questa stagione Virtus?

Miglioreremo sotto questo punto di vista. È vero che io, David e Andre spesso non giochiamo con continuità. Magari sbagliamo alcune partite poi arriva la gara in cui diamo il meglio di noi. Questa squadra ha diverse armi a disposizione e in questo senso è un vantaggio. Io non vorrei avere in tasca sempre la stessa...

Giovedì prossimo comincia la Coppa Italia. Nel mezzo la trasferta di Napoli, per una partita contro dei ragazzini.

Abbiamo diversi giorni di stacco e per noi sarà un'opportunità per continuare a lavorare. Non esiste alcun rischio di adagiarci troppo. Ogni giorno ci alleniamo al cento per cento, sia che dobbiamo affrontare Siena, sia Napoli. È sempre una sfida tra noi della squadra prima che contro l'avversaria della domenica. Quindi sarà una settimana normale. Se Caserta sarà bloccata a Milano, potremmo anche raggiungere il terzo posto prima di sfidarla in Coppa Italia, sempre naturalmente battendo Napoli.

Come procedono le sue lezioni di italiano?

Sto migliorando rispetto allo scorso anno, anche se con i ragazzi della squadra parliamo principalmente in inglese. Però quando vado al supermercato o al ristorante cerco di spiegarmi in italiano. Se rivolgono domande in italiano, riesco già a capire.

Qual è il suo primo desiderio da qui fino alla fine della stagione?

Ciò che ora desidero è stare bene fisicamente. E che anche il resto della squadra si mantenga in salute, scongiurando gli infortuni vissuti in avvio di stagione. Credo sia la cosa più importante per noi adesso.