CLIFF LEVINGSTON

(Clifford Eugene Levingston)

Levingston in passaggio

nato a: San Diego (USA)

il: 04/01/1961

altezza: 203

ruolo: ala/centro

numero di maglia: 12

Stagioni alla Virtus: 1993/94

statistiche individuali del sito di Legabasket

biografia su wikipedia

 

È LEVINGSTON IL COLPO KNORR

di Walter Fuochi – La Repubblica – 16/07/1993

 

Cliff Levingston, ala-pivot di 32 anni e 202 centimetri, ex Paok Salonicco, è il nuovo americano della Knorr. Sostituisce Bill Wennington e affianca Danilovic, in una squadra che conserva otto decimi del team dello scudetto: Savio ha preso il posto di Marcheselli. Con Levingston, che ha firmato ieri e sarà presentato oggi a Bologna, la Knorr si rafforza e punta decisamente all'Europa. Dieci anni nella Nba, prima scelta di Detroit nell'82 (col numero 9), il gigante di San Diego è un eccellente difensore e rimbalzista, adatto a una squadra forte in attacco sugli esterni. Levingston non è un accentratore, lo dicono pure i 7 punti di media in una carriera Nba conclusa da rincalzo di lusso a Chicago (due titoli accanto a Jordan, '91 e '92). In Europa Levingston era arrivato la scorsa stagione, ma il contratto col Paok, che sta ridimensionando i programmi, è stato rotto in anticipo. Bologna, che prima aveva cercato Radja, gli ha fatto firmare un triennale per 3,3 milioni di dollari globali.

 

STRANAMORE E LA MURAGLIA (INTERVISTA AD ALBERTO BUCCI)

tratto da "3 volte Virtus" di Werther Pedrazzi

 

...

Sistemato l'assetto dunque si parte, con cinque vittorie consecutive, tanto più che, ad affiancar Danilovic, come straniero, era arrivato un vecchio califfone: Clifford, detto Cliff, Levingston ex pro di Chicago, drago delle schiacciate, atleta vivace ed irruente, un anno in salamoia al Paok di Salonicco.

"Quando arrivò, Cliff, ci diede subito una mano (12 punti a partita e 10 rimbalsi), sembrava entusiasta, giocò ottimamente anche all'Open di Monaco... Qualche volta aveva un po' di mal di schiena. E lo facemmo visitare dal professor Padovani, neurologo al bellaria: qualche puntura ogni tanto per disinfiammare, un poco di riguardo, niente di grave. Molti giocatori italiani - fu il responso del professor Padovani - sono messi molto peggio".

Intanto in Spagna, contro il Badalona, la Virtus perde e c'è il primo screzio, tra Cliff e Sasha. Che si apostrofano apertamente. La solita storia: con questo qui non si becca palla - s'incazza Levingston -  e intanto ho anche mal di schiena. Qualcuno annusa un filo di manfrina...

"Improvvisamente il mal di schiena si fa sempre più insistente, Cliff avanza dubbi sulle terapie - chissà cosa ci mettete, in quelle punture? - Perde lo smalto, che poi è quasi tutto, per uno che basa il gioco sull'atletismo. Allora gli diciamo: vai pure fino in America, a farti visitare. Da lì risponde che lo devono operare. Gli proponiamo il compromesso: di tornare per giocare solo in Euroclub. Fu allora che mi disse la fatidica frase: quando smetterò, voglio ancora riuscire a piegarmi, per giocare con i miei nipotini, non rischio niente, non se ne parla. Tanto Cliff aveva il culo nel burro: degli ottocentomila dollari di contratto ne aveva presi una buona metà anticipati. In campo non si era mai tirato indietro, la mia impressione è che fu mal consigliato, e assimilava troppo l'Italia alla Grecia...".

...

 

LEVINGSTON: ADDIO BOLOGNA

di L. Br. - L'Unità - 22/12/1993

 

Si profila un vero e proprio «braccio di ferro» contrattuale tra la Buckler campione d'Italia e Cliff Levingston, l'ala-pivot rientrato dagli Usa dove si è fatto visitare da medici di sua fiducia per i dolori alla schiena che gli hanno fatto saltare le ultime due partite di campionato. Levingston - che è lo straniero più pagato del basket italiano ed ha già incassato 525.000 dollari sul milione e 200 mila annuale - ha insistito nella sua scelta di sottoporsi ad un intervento chirurgico: una scelta che lo toglierebbe di squadra fino al termine della stagione ma che non farebbe venir meno, secondo la sua interpretazione del contratto, lo stipendio. Di diverso avviso, naturalmente, il presidente della Buckler Alfredo Cazzola e i medici della società.

La Virtus ha diffuso una nota che prelude a strascichi contrattuali e giudiziari: «Dato che i medici sociali ed i consulenti esterni hanno confermato una indisposizione che non impedisce, né compromette lo svolgimento dell'attività sportiva, ne deriva che il rifiuto totale, dal parte di Levingston, di svolgere qualsiasi attività prevista dal contratto, e non dipendendo per di più il fatto lamentato da incidente di gioco, ne consegue un inaccettabile rifiuto di osservanza del rapporto contrattuale con ogni conseguenza relativa». E questo equivale a dire:  se Levingston non cambia idea verrà «tagliato» e al suo posto arriverà un altro americano. Tutto con il reale rammarico di tifosi e dirigenti della Buckler visto che questa rottura con lo statunitense rischia di compromettere tutta la stagione della Virtus. Nemmeno l'ipotesi di utilizzare l'ex Nba solamente in Euroclub è stata rivisitata. Se prima(Levingston e Buckler) erano vicine ad un accordo di questo tipo, adesso sembrano lontane mille miglia. E Bucci, il tecnico bolognese, si è apprestato a chiudere la vicenda con un appello al suo presidente: «Per la partita contro la Stefanel Trieste vorrei avere il nuovo straniero in campo. Anzi vorrei averlo a disposizione il 27 dicembre, alla ripresa degli allenamenti». Si parla di un possibile arrivo di Shoene. «È il primo nome che mi viene in mente per sostituire Levingston».

Sulle tacche (foto tratta dal libro "3 Volte Virtus")

UN PRETORE TURBA IL BASKET '4 MILIARDI AL PIVOT LICENZIATO'

La Repubblica – 30/01/1996

 

Quattro miliardi, poco meno. Tanto dovrà pagare la Virtus Bologna a Cliff Levingston. Non per giocare a basket, ma per non aver giocato: la cifra è stata infatti stabilita, a titolo di risarcimento, da un pretore del lavoro. Il pivot americano aveva disputato 10 partite di campionato e 4 di Euroclub, nella stagione 1993-94, quando venne 'tagliato', per un mal di schiena. è quello il cuore della lite: Levingston chiese di potersi operare, per rientrare qualche mese dopo, la Virtus sostenne che bastava una terapia per continuare a giocare. Il rapporto si spezzò, la Buckler chiamò Schoene e vinse il campionato, Levingston andò dagli avvocati: un lodo della giustizia sportiva gli diede torto, il pretore del lavoro Federico Governatori gli ha dato invece ragione, dichiarando "illegittima la risoluzione del rapporto di ingaggio sportivo". E ha fatto questi conti: 1.670.000 dollari (oltre 2 miliardi e mezzo) per corrispettivi non pagati, altri 21 mila dollari (33 milioni e mezzo) per rimborsare trasloco e viaggi, più rivalutazione e interessi legali dal 21 dicembre '93: è il dato 'ballerino' che, secondo i legali di Levingston, fa ascendere il totale a quasi 4 miliardi, mentre Alfredo Cazzola, il proprietario della Virtus che ieri ha rinviato per questa bufera la nomina di Bucci presidente, si ferma intorno ai 3. La sentenza è esecutiva, ma la Buckler ha annunciato che impugnerà la decisione: la strategia è esplorare ogni grado di giudizio e spedire un assegno così pesante, in America, più tardi possibile. Intanto, sostengono i legali del club, l'azione di Levingston fu avviata quando era ancora pendente il giudizio sportivo: che poi riconobbe "lo scioglimento del contratto per impossibilità sopravvenuta della prestazione". E qualche conto non torna. Un milione di dollari e un milione e cento erano gli importi del biennale di Levingston, che già ne percepì 600 mila nei primi (e unici) tre mesi italiani. E che l'anno scorso, giocando a Denver nella Nba, ne prese altri. 650 mila dollari, dice la Virtus. E in ogni caso: quanti stipendi andrà a prendere il signor Levingston, per la stessa stagione?

IL RECORD DI CLIFF

di Claudio Limardi - Superbasket 14/20 marzo 1995

 

Nel video dedicato dalla CBS-FOX a Michael Jordan, c'è una scena che lo ritrae prima di una delle innumerevoli partite di playoff vinte alla testa dei Chicago Bulls. Si vede il mitico Air avvicinarsi al gruppo dei Bulls, abbracciarli e poi ascoltare, come tutti i compagni di squadra, il breve discorsetto motivatorio di... Cliff Levingston. Queste doti di motivatore, sempre entusiasta, pronto a sventolare l'asciugamano, a caricare la folla, sono servite a Cliff Levingston per ritrovare dopo due anni un posto nella Nba. Non capita spesso che un giocatore Nba esca dal giro per due stagioni e poi ritrovi un contratto (buono, 600 mila dollari), garantito, per di più in una squadra come i Denver Nuggets, giovane, in ascesa, qualche volta persino brillante. Anzi, nessun giocatore attualmente nella Nba attuale può vantarsi di essere rientrato dopo due anni di lontananza, che Cliff ha trascorso al Paok di Salonicco e poi alla Buckler. Un'esperienza brevissima quest'ultima (10 gare di campionato, 13,6 punti e 10,1 rimbalzi per partita), conclusasi con un brusco divorzio per un mal di schiena misterioso, un'operazione "veloce" e tante ipotesi come la voglia di rientrare negli USA, accesasi di colpo dopo le fantastiche esibizioni del McDonald's Open di Monaci.

Eppure, nella NBA Levingston è rientrato dalla porta di servizio, come free agent. Ha dovuto passare attraverso le forche caudine della Summer League, dov'era il giocatore più anziano in assoluto coi sui 34 anni. Cliff voleva mettersi in vetrina, dimostrare agli scout di essere pronto a tornare. Aveva scelto Denver perché coach Dan Issel (poi sostituito da Gene Littles e infine da Bernie Bickerstaff) voleva un uomo di esperienza, che guidasse i ragazzini e quindi c'era anche la possibilità di strappare un posto. In otto partite, giocando 29,4 minuti per gara, Levingston segnò 12,5 punti, con 7,5 rimbalzi. Così Issel ha rotto gli indugi e gli ha offerto un contratto per un anno, anche se Cliff ha atteso fino al 6 ottobre per firmarlo, sperando nel frattempo in un'offerta dall'Europa.

La media di impiego ai Nuggets è di poco superiore ai 9 minuti per partita, solo 5 volte è stato in campo più di venti minuti, ha un record di 11 rimbalzi e di 8 punti. Viene Impiegato, nella rotazione di Bernie Bickerstaff, dietro Rodney Rogers e Brian Williams, combattendo per qualche minuto in più con Tommy Hammonds. Indubbiamente è stato favorito dall'infortunio di LaPhonso Ellis, ala forte titolare, fuori per la stagione, che ha aperto minuti e spazio per un'ala in più. Levingston aveva giocato nella NBA - uscito da Wichita State - per otto stagioni, prima ad Atlanta, Detroit e infine a Chicago, dove in due anni aveva vinto due titoli. Da qui andò a Salonicco per una stagione controversa con coach Dusan Ivkovic, con il quale i rapporti si frantumarono subito in novembre quando Cliff lasciò la squadra per andare a ritirare l'anello di campione del mondo a Chicago, nonostante il parere contrario del tecnico. Col Paok aveva un contratto pluriennale, che venne stracciato. Le parti si lasciarono male, ma il fido agente Kirschenbaum - che Cliff assunse dopo aver divorziato da Lance Luchnick, un personaggio bandito in seguito dalla NBA per aver raggirato molti clienti, tra cui anche Maurice Cheeks, Charles Barkley e Terry Catledge - gli rimediò subito un triennale con la Buckler Bologna da oltre tre milioni di dollari, in scadenza solo il 30 giugno del 1996.

Dopo l'addio a Bologna, artoscopia alla schiena, il recupero totale, fatto salvo qualche massaggio in più rispetto ai giovani compagni di squadra. "Levingston - racconta Dave Krieger, del Rocky Mountain News, da New York, dove i Nuggets hanno giocato la scora settimana perdendo però di venti punti, 94-74 - era stato preso in prospettiva playoff. I Nuggets immaginavano di vincere 50 partite e di fare strada, Levingston avrebbe dovuto essere il veterano in grado di guidarli. Ma le cose non sono andate secondo le previsioni. La squadra ha cambiato manico tre volte, ha avuto infortuni e ora deve lottare per un posto nei playoff con Sacramento. Onestamente Cliff fa quel che può, anche a New York ha giocato 20 minuti, che sono più di quello che doveva giocare, ma oltre a Ellis si è fatto male anche Brian Williams. A Bickerstaff piace perché dà tanta energia e qualche rimbalzo, ma in attacco è limitato, avendo perso quella esplosività fisica che anni fa gli consentiva di ovviare alla carenza di centimetri".