ANDREA BINELLI

Andrea Binelli scende in campo

nato a: Bologna

il: 12/04/1991

altezza: 199

ruolo: ala

numero di maglia: 5

Stagioni alla Virtus: 2005/06 - 2008/09

statistiche individuali del sito di Legabasket

 

PICCOLO BINELLI CRESCE

Andrea, 13 anni, figlio del grande Gus campione della Virtus, convocato tra gli azzurrini. Papà Augusto: "È felice per questa chiamata, gli ho detto di divertirsi. Ma di non montarsi la testa"

di Alessandro Gallo - il Resto del Carlino - 29/01/2005

 

Ventiquattro convocati, a Cervia e Cesenatico, dal primo al sei febbraio. Una convocazione che riguarda i nati nel 1991 e il centro regionale nord Italia, nell'ambito del progetto di qualificazione nazionale. Tre i bolognesi convocati, Luca Credi della Fortitudo; Riccardo Rossi dell'As Malaguti San Lazzaro e un altro ragazzino il cui cognome ci riporta indietro di qualche anno (nemmeno tanti, per la verità). Già, perché il terzo giovanotto preso in considerazione dallo staff tecnico nazionale si chiama Andrea, gioca nella Virtus 1934 (è allenato da Daniele Cavicchi) e di nome fa Binelli. È proprio il figlio di Gus, oggi a Cento, in B1, deciso più che mai a ripercorrere le orme paterne. Del babbo, intanto, ha preso una certa predisposizione alla crescita: Andrea, che compirà 14 anni il prossimo 12 aprile, è già alto 186 centimetri. E i tecnici, chissà mai per quale motivo, gli hanno già affidato una canotta particolare, quella numero 11. Quella di babbo Augusto, quella di un giocatore della V nera che, per primo, alzò al cielo, da capitano, una Coppa dei Campioni. Era l'aprile 1998 e Andrea, in quel periodo, forse non pensava ancora alla pallacanestro.

"È contento per questa chiamata - spiega Augusto - ma non è il caso di montarsi la pesta. Per me l'importante è che faccia sport. E che si diverta".

Con questi presupposti, senza imposizioni e senza pesanti eredità sulle spalle, si potrebbe anche andare lontano. Intanto a livello di convocazione, Andrea ha pareggiato il conto con papà: "Non ricordo - commenta Augusto - ma anch'io sono stato convocato una prima volta a 14-15 anni. Come gioca Andrea? Come quelli della sua età. Molto passing game, dentro e fuori, tiro e palleggio. Non è un play, è l'unica certezza che abbiamo". Il babbo è orgoglioso - "come lo sono di Giulia e di Thomas Noah" precisa Gus -, ma parco nei consigli. "Io - insiste - gli ho detto di divertirsi. Non sono il tipo di genitore oppressivo. Né verso Andrea né verso i suoi allenatori. È giusto che faccia lo sport che più gli piace, che gli permetta di affrontare certe esperienze. Se avrà bisogno di qualche consiglio sarò qui pronto, ma ora è giusto che giochi e che si diverta". Ma il divertimento, nel caso di Andrea, deve andare di pari passo con il talento. Ereditato, ovviamente, da papà Augusto. E così piccoli Binelli crescono...

Riserve a casa altri virtussini (1934, che si occupa dei più giovani): Alessandro Lenzi, Riccardo Moraschini e Claudio Tommasini (altro figlio d'arte, il padre, Aldo, vinse il titolo nel 1976).

E COL NUMERO 11 BINELLI JUNIOR "LA MAGLIA EREDITATA DA PAPÀ"

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 11/11/2005


Ventiquattro anni dopo, ecco l’esordio, in bianconero, di un altro Binelli. Si chiama Andrea, ha 14 anni, è figlio di Augusto (e Silvia).
E Andrea, che domenica andrà nei dodici perché premiato per meriti sportivi (è iscritto al primo anno all’istituto tecnico commerciale Rosa Luxemburg), batterà persino papà Gus (foto grande). Già, perché Augusto esordì con la Virtus nell’aprile 1981, finale scudetto tra Sinudyne Bologna e Squibb Cantù. Augusto, che all’epoca indossava un’insolita maglia numero 7, fu gettato nella mischia (in panchina c’erano Renzo Ranuzzi e come direttore tecnico il professor Aza Nikolic), perché quella Virtus, iellatissima, aveva perso Jim McMillian poi, nella prima sfida in Brianza, aveva dovuto fare i conti con il ko del brasiliano Marquinho.
Il risultato? Il debutto di quel ragazzone di sedici anni e mezzo del quale si diceva un gran bene.
Domenica, a mezzogiorno, nella sfida con la capolista Siena, a soli 14 anni d’età, Andrea batterà il babbo. Almeno come esordio, perché i numeri di Gus sono impressionanti. Si va dalle 564 presenze in maglia bianconera (solo in campionato: nessuno come lui) alle medaglie appuntate sul petto, capitano dal 1996 al 2000, cinque scudetti, cinque Coppe Italia, una Supercoppa, una Coppa delle Coppe e una Coppa dei Campioni (la prima, alzata da capitano, nell’aprile 1998, a Barcellona). Dopo il gettone in bianconero, Andrea dovrà rispondere alla convocazione in azzurro con l’under 16 (insieme con il compagno Filippo Baldi Rossi).
Papà Augusto, che oggi a 41 anni gioca a Cento, in B1, non è cambiato.
“Sono orgoglioso – dice – del fatto che Andrea possa indossare una maglia che per me ha significato tanto. Non so se mi commuoverò: domenica, però, al PalaMalaguti lo accompagno io. La Virtus gli ha fatto un regalo stupendo”.
Difficile capire se il baby Binelli ricalcherà le orme del padre.
Augusto non si sbilancia. Punti in comune tra me e lui? Mi tengo stretta una frase che mi disse il professor Grandi. Diceva che Andrea aveva il mio stesso modo di correre. Io ho avuto la fortuna di andare negli Stati Uniti, per perfezionarmi. Ne ho parlato con Andrea: ho ancora amici e agganci da quelle parti. Per ora è presto. E’ giusto che si diverta».
E che giochi. Binellino, che proprio l’altro giorno si è misurato, tocca i 191 centimetri. Sul petto lo stesso numero di papà, l’11, fuori la stessa riservatezza. «Mi considero fortunato per due motivi – racconta Andrea -. Perché domenica sarò a referto e per la convocazione in azzurro. Ho tenuto l’11, in campo, perché è una sorta di eredità che mi ha lasciato papà. Mi fa uno strano effetto pensare che avrò la possibilità di esordire, almeno a referto, prima di lui. La Virtus ha sempre fatto parte della nostra vita».
Si concede una battuta, Andrea (tra i suoi miti Danilovic), rispondendo a un quesito. Non avrà mica ereditato l’abitudine del padre ad accumulare tre falli dopo otto minuti di gioco. “Non sono così falloso – commenta – e non sospettavo nemmeno questa inclinazione di papà”. Che in campo non era cattivo (non lo è nemmeno oggi, a Cento), ma generoso. E un generoso di 215 centimetri che finisce spesso nel mirino dei fischietti.

 

I PRIMI MINUTI IN SERIE A DI BINELLI JR.

www.virtus.it - 21/04/2006

 

Andrea Binelli contro Bargnani. Fallo. Fischio. È questo che si ricorderà forse per tutta la vita il 15enne bianconero, colui che ha polverizzato tutti i record. Mai nessuno aveva debuttato così giovane nel massimo campionato di serie A. Markovski lo ha mandato in campo negli ultimi secondi della partita tra Benetton e VidiVici e lui senza timore reverenziale si è catapultato sul campione trevigiano che è sulle copertine dei giornali americani. Un debutto importante, un record da segnalare quello di Binelli.

Del resto Andrea respira basket da quando è nato: suo padre, Augusto è stato un grande campione della Virtus, uno di quelli che ha fatto la storia di questa società. Generalmente buon sangue non mente e il figlio infatti (grazie al suo talento) si è guadagnato subito un ruolo nella Virtus U16 guidata da Giordano Consolini.

Una grande emozione, una soddisfazione per tutto lo staff della Virtus che crede nei giovani e che ne segue la crescita: vedere un quindicenne in campo tra tanti campioni rende consapevoli che la scelta fatta è stata azzeccata. L'attenzione che la società bianconera pone nei ragazzi è massima come dimostra il progetto "Primo a Scuola in Prima Squadra". Andrea è riuscito a guadagnarsi un posto nei 12 di Markovski grazie alla sua media scolastica: un bel 7 guadagnato sui banchi dell'I.T. Luxemburg.

Un esempio per tutti gli altri: per giocare a basket non serve solo avere "una buona mano".