LAURO BON

 

nato a: Monfalcone (GO)

il: 02/03/1961

altezza: 200

ruolo: ala

numero di maglia: 15

Stagioni alla Virtus: 1989/90 - 1990/91 - 1991/92

statistiche individuali del sito di Legabasket

palmares individuale in Virtus: 1 Coppa Italia, 1 Coppa delle Coppe

 

 

DERBY EMILIANO A REGGIO CON BON "PROMOSSO" NUOVA STELLA DI BOLOGNA

di Leonardo Iannacci - L'Unità - 11/10/1989

 

Quarta giornata dì campionato e primo turno infrasettimanale della stagione. Le partitissime della giornata sono quelle di Roma tra Messaggero e Ranger e di Livorno tra Enimont e Benetton. La Philips - vedova Iavaroni - sfumata la possibilità di ingaggiare
l'ala dei Detroit Ricky Mahorn, aspetta il "sì" di un altro asso statunitense. Il nome è top-secret, per ora si conosce solo l'ingaggio. 800.000 dollari e il ruolo, quello di ala alta.
Il personaggio del giorno non è un riccone americano, ma un italiano dal nome buffo: Lauro Bon, 28 anni, gregario di lusso arrivato alla Knorr dopo un lungo tirocinio a Forlì. Dall'anonimato dell'A2 ai riflettori del basket di vertice, Bon ha conosciuto solo a 28 anni i grandi palcoscenici. La telefonata «storica» che può cambiare una vita arrivò una mattina d'estate. "Ricordo come
se fosse ieri quel 7 luglio 1989 - sorride Bon -. Prima l'addio di Villalta a Bologna dopo 13 anni, poche ore dopo la mia investitura ufficiale da parte della società bianconera e la consegna della maglia numero "15". Ho toccato il cielo con un dito, passare alla Knorr dopo sei anni di provincia mi sembrava un sogno".
Friulano di Monfalcone, Lauro Bon ha cominciato piuttosto tardi a giocare ad alto livello. Debuttò a 22 anni nella San Benedetto Gorizia e di quel primo anno da "pro" conserva ricordi tutt'altro che piacevoli: "Prendevamo certe batoste. Ricordo in particolare una sconfitta incredibile proprio a Bologna. Allora la Virtus si chiamava Granarolo, avrebbe vinto lo scudetto quell'anno. Bene, ci rifilò 45 punti di scarto (nota di Virtuspedia: 52 punti di scarto, 111 a 59). Brunamonti mi sembrava un folletto imprendibile. Per fortuna che adesso è mio compagno di squadra".

Bologna, quindi, nel destino di questo friulano che nei quattro anni passati a Forlì pensava di essere già perduto per il basket di vertice. "Quella esperienza mi ha maturato come giocatore e anche come uomo. La capacità tipica dei romagnoli di sdrammatizzare, di vivere con serenità ogni momento della giornata mi hanno aiutato tantissimo. E in questo devo ringraziare il mio ex allenatore Pancotto. Però a Forlì pensavo di essere tagliato fuori dal grande giro, ormai non ci pensavo più".

La chiamata della Knorr - alle prese con un dopo-Villalta difficile da gestire - arriva quindi inaspettata per questa ala bassa dotata di un ottimo tiro da tre. «Villalta è una delle colonne storiche della pallacanestro italiana e a Bologna era una specie di «totem», dentro e fuori dal campo. All'inizio ho tremato, poi ho capito che non dovevo inseguire la sua ombra ma cercare di mostrare ai bolognesi il miglior Bon. Solo quello. Dopo i 29 punti segnati domenica al Messaggero mi sono sentito dire: "Hai tirato dalla stessa posizione di Villalta, hai trovato la sua piastrella». Ho risposto: "No, ho solo trovato quella di Lauro Bon...».

 

Lauro Bon in palleggio (foto tratta da VNere)

BOLOGNA STILE "BON TON"

di Franco Vannini - L'Unità - 22/04/1991

 

La Knorr vince agevolmente contro la Clear (96-76), ma praticamente non c'è mai stata partita per i brianzoli. Avvio alla grande della Knorr (che si presenta senza Brunamonti colpito da febbre in nottata; dall'altra parte non c'è Bosa). Dopo due minuti e mezzo è già 12 a 2 per Bologna. Le diavolerie tattiche di Messina bloccano in difesa ogni iniziativa avversaria; in avanti Richardson avvia il festival del tiro da tre, imitato da un Bon che tira fuori un primo tempo da spettacolo (5 su 5 da 2, 3 su 6 da 3, 4 rimbalzi) e si conferma protagonista assoluto del pomeriggio domenicale dei felsinei.
La Clear vive soltanto sugli spunti di Mannion, all'avvio controllato da Coldebella. Dopo cinque minuti Marzorati è già in panchina per tre falli, lo sostituisce un Rossini dal quale non arriva alcun contributo, perde subito due palloni (crescerà nella ripresa, a partita ampiamente compromessa). Dopo 6' è già 24 a 9 per i bolognesi che mostrano una mira eccezionale: da tutti c'è buon
apporto: Johnson sono i tabelloni in attacco è incisivo, alla pari di Binelli. Anche Bon è inarrestabile, imitato da Richardson.
Solo nella seconda parte del primo tempo, tra i canturini, Mannion ha l'appoggio di Gianolla. Comunque il primo tempo si chiude sul 59 a 37.
Buon impegno da entrambe le parti anche nella ripresa, ma è sempre la Knorr a dominare, anche se all'avvio si «vede» Pessina. 73 a 49 all'ottavo. Un minuto dopo Bologna perde Binelli per cinque falli, ma il dettaglio non modifica l'andamento del match. Mannion, che aveva avuto qualcosa da "dire" con Binelli, non segna più; il suo primo canestro della ripresa lo realizza dopo circa 14 minuti. Ma è proprio l'americano di Cantù a determinare le condizioni per piazzare un parziale di 10 a 2. È una fiammata che la Knorr spegne velocemente con il duo Richardson-Bon. Poi anche Coldebella dà il suo contributo e per Bologna è davvero una festa che si chiude sul 96 a 76. Knorr, dunque, motivatissima e concentrata. Straordinario protagonista Lauro Bon che alla fine chiude con 6 su 8 da due, 4 su 9 da tre. 5 rimbalzi e due palloni recuperati. Stupendo nei recuperi Richardson: 4 palloni arpionati, 4 assist e 5 su 7 da tre. Ma al di là di queste annotazioni individuali c'è da dire che tutta la squadra ha girato splendidamente, anche se era priva della sapienza tattica di Brunamonti. La Clear è stata troppo presto travolta. Come dicevamo, solo Mannion ha tenuto testa a Bologna nel primo tempo, mentre Rossini si è visto unicamente nella ripresa e altrettanto Pessina (9 rimbalzi e 4 su 10 nel tiro, ma nella prima parte a segno una sola volta). Insomma, è stato un pomeriggio da dimenticare per i brianzoli che cercheranno giovedì sera a Cantù di «pareggiare» il conto. Alla Clear restano quaranta minuti per tenere accesa la fiammella della speranza nei play-off e puntare tutto alla «bella», di Bologna di domenica prossima.

TANTI AUGURI PER I 60 ANNI DI LAURO BON

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 02/03/2021

 

La prima volta che Lauro Bon arriva a Bologna è il 5 gennaio 1984. Veste la canotta di Gorizia e quel giorno se lo ricorda molto bene: le V nere lanciate verso l'accoppiata scudetto della stella-Coppa Italia rifilano 52 punti alla malcapitata San Benedetto, 111 a 59. Lauro segna 7 punti. Al termine del campionato Gorizia retrocede; Bon resta un altro anno in Friuli poi si trasferisce a Forlì, sempre in A2, categoria nella quale si costruisce la fama di tiratore implacabile. Nell'estate 1989 Villalta e Bonamico lasciano la Virtus e c'è bisogno di forze fresche e punti nelle mani. Le prime arrivano da Coldebella, per quanto riguarda i punti si spera proprio in Bon. Così Lauro arriva in una squadra dove i campioni e i vecchi marpioni del parquet comunque non mancano, da Brunamonti a Sugar Richardson, da Clemon Johnson a Binelli, poi Sylvester e Gallinari. La fase di adattamento non dura molto: il 22 settembre, nella terza giornata del girone di Coppa Italia segna 22 punti all'Alno Fabriano, consentendo alla Virtus di vincere di 12 punti. Un risultato chiave, perché alla fine del girone bolognesi e marchigiani contano entrambe cinque vittorie e una sconfitta; la Virtus prevale per differenza canestri totale e allo spasimo si qualifica per il turno successivo. La Coppa che alla fine finirà nella bacheca bianconera dipese anche da quella bella prestazione e quei 22 punti del neo arrivato.

 

Dieci giorni dopo, alla quarta di campionato Bon rifila 29 punti all'ambizioso Messaggero Roma, sconfitto a Bologna 98-89. Il 5 dicembre le V nere, dopo aver superato il turno preliminare di Coppa delle Coppe, affrontano l'esordio nel girone contro lo Zalgiris: Bologna vince 102 a 79 e il numero quindici ne segna 26. Per Bon è un buon periodo di forma, dodici giorni dopo, quando la Virtus vince 105 a 70 a Livorno, i suoi punti sono 25 con 6 su 6 da oltre l'arco. Il record di punti segnato dalla Virtus nella sua storia è 122, raggiunto in tre occasioni: la terza fu il 14 gennaio 1990 contro l'Irge Desio (ferma a 91) e il maggiore realizzatore dei bianconeri in quell'occasione fu proprio Bon con 24 punti. Due settimane dopo lo stesso bottino contribuì al successo 93-89 contro Reggio Emilia, mentre i 27 che aveva segnato a Tel Aviv il 16 gennaio non bastarono a evitare la sconfitta al supplementare, 96-95. Il 6 febbraio, nel ritorno contro gli israeliani ne fece due in meno, ma la Virtus conquistò un successo superfluo, in quanto era ormai acquisita la qualificazione alla semifinale, nella quale, due settimane dopo ospitarono il Paok per la gara di andata, ma prima Forlì tornò a portare fortuna a Lauro, perché il 14 e 15 febbraio, le V nere trionfarono nella Final four di Coppa Italia.

 

Tornando alla gara con i greci occorre raccontare gli ultimi cinque minuti quando la Virtus scatenata passa da più sei a più venti trascinata da Brunamonti e Bon, entrambi autori di venti punti. Un successo che è un'ipoteca sulla finale, ma bisogna andare nella bolgia di Salonicco, dove Sugar gioca magistralmente e segna 35 punti, ma Lauro gli è degna spalla con 23 punti a bersaglio. I due sono i maggiori artefici di una sconfitta contenuta in soli sei punti di scarto e che proietta la Knorr nella finale che la Virtus conquista il 13 marzo contro il Real a Firenze. Nelle finali di Coppa Italia e Coppa delle Coppe Bon non disputò grandissime gare, ma  mise a segno canestri importanti nella fase finale degli incontri quando il traguardo sembrava vicino ma non arrivava mai. Tantissime le belle prestazioni anche nella stagione successiva, ma se ne possono scegliere alcune: l'impresa del 9 dicembre contro Cantù, quando una Virtus priva di Richardson, Johnson e Brunamonti prevalse per 80 a 76 con 23 punti di Bon e 25 di Binelli; poi i 34 punti che Lauro segnò nel 98 a 70 contro Reggio Emilia due giorni prima di Natale (8 su 9 da due, 5 su 10 da tre e 3 su 5 in lunetta); i 26 nella stretta vittoria a Treviso il 10 marzo (69-71); i 29 contro Trieste il 30 marzo (95 a 78 per la Knorr); i 27 in gara uno dei quarti di playoff contro Cantù (battuta 96-76), 6 su 8 da due, 4 su 9 da tre, 3 su 3 ai liberi, 5 rimbalzi e due palloni recuperati (con un primo tempo da 5 su 5 da 2, 3 su 6 da 3 e 4 rimbalzi).


La stagione seguente per Bon è travagliata, tanti piccoli infortuni, poi l'operazione al menisco dopo la Final Four di Coppa Italia. Così Lauro deve saltare tutta la parte finale di stagione, i playoff, ma soprattutto, prima, la sfida con il Partizan per l'accesso alla Final Four di Eurolega. La Virtus, priva anche di Morandotti sfiorerà solo l'impresa, venendo sconfitta in volata nella bella dalla squadra di Djordjevic e Danilovic. Un peccato per le V nere e per Bon, che fece le cose migliori di quella stagione proprio nella coppa europea, disputando alcune ottime gare e aiutando la Knorr a qualificarsi per i quarti di finale conquistando addirittura il primo posto nel girone. Terminata la sua parentesi bolognese, Bon fece ancora belle cose a Livorno (con Richardson come compagno), anche un canestro vincente a Bologna contro i suoi vecchi compagni. Poi gli ultimi scampoli a Udine e Treviso. Bon è stato protagonista a Bologna nei primi anni di Messina allenatore: attaccante nato, rese di più nella Virtus spumeggiante dei primi anni, quelli di Sugar, ma riuscì a ritagliarsi un suo spazio anche nella terza stagione, quando l'avvicendamento Richardson-Zdovc fu emblematico di una metamorfosi che si stava completando nelle scelte del coach bianconero, con sempre più attenzione alla difesa.


 

LAURO BON

di Ezio Liporesi - Cronache Bolognesi - 02/07/2021

 

Quando Lauro Bon arrivò alla Virtus aveva alle spalle molta più esperienza di serie A2 che non del massimo campionato. Approdò, insieme al giovane Coldebella, in una squadra appena orfana di due giocatori storici come Bonamico e Villalta, ma restavano in bianconero giocatori vincenti come Brunamonti, Binelli, Sylvester, Gallinari, Richardson, Johnson. Era la Virtus del neo allenatore Messina, promosso alla guida delle V nere dopo anni passati a fare il vice di Bucci, Gamba, Cosic e Hill. Fu una grande stagione per la Virtus, con il trionfo in Coppa Italia e in Coppa delle Coppe, la prima coppa europea per i bianconeri, conquistata nella finale di Firenze contro il Real Madrid. La corsa scudetto si fermò invece nei quarti di finale, ma la formazione di Messina pagò la lunga assenza di Brunamonti, infortunatosi proprio nella finale europea, una mancanza che fece perdere posizioni in campionato, terminato a un quinto posto che non rendeva merito alla bella stagione delle V nere, sempre tra le prime anche in campionato. Bon alternò grandi partite ad altre meno appariscenti, ma quando si accendeva il suo tiro tramortiva spesso gli avversari, soprattutto combinato alle doti di Brunamonti e Richardson. Da ricordare i 43 punti totali segnati contro il Paok nella semifinale di Coppa delle Coppe, Nella stagione successiva le Coppe vanno peggio e la Virtus non approda alle fasi decisive, ma in campionato ottiene il terzo posto, uscendo in semifinale. Pregevole la gara di Lauro, 23 punti, il 9 dicembre 1990 contro Cantù, quando una Virtus priva di Brunamonti, Richardson e Johnson, batte gli avversari per 80 a 76. Due settimane dopo, contro Reggio Emilia fece registrare il suo bottino più alto, 34 punti. Nella terza stagione alla Virtus, un infortunio taglia fuori Bon dalla fase finale del campionato e dalla serie contro il Partizan per l'accesso alla Final Four di Eurolega. In totale per l'ala di Monfalcone 2048 punti in 150 partite disputate, uno dei ventisei giocatori ad avere segnato più di duemila punti in maglia bianconera.