ALDO TOMMASINI

nato a: Novara

il: 25/09/1953

altezza: 207

ruolo: centro

numero di maglia: 14

Stagioni alla Virtus: 1974/75 - 1975/76

biografia su wikipedia

palmares individuale in Virtus: 1 scudetto

 

 

ALDO TOMMASINI

tratto da Yearbook 1974/75

 

Di solito quando i giornali danno le misure dei giocatori, si sbagliano di qualche centimetro in eccesso e capita spesso che un giocatore vicino ai due metri venga spacciato per un due metri e rotti. Capita più raramente che qualche giocatore, quando gli si chiede l'altezza, quasi per vergogna, abbassi la sua reale statura di due o tre centimetri. Questo è il caso di Aldo Tommasini che, fino allo scorso anno,  si è sempre spacciato per due e sei, sette al massimo, e che invece misurato e rimisurato dai tecnici della Sinudyne è risultato essere assai vicino ai due metri e dieci di Serafini. Per Aldo Tommasini, pivot di belle speranze, approdato alla corte di Peterson, questa è stata una bella sorpresa, una delle tante che la Sinudyne potrebbe riservargli quest'anno. Per Tommasini, quest'anno a Bologna è veramente importantissimo.

Sembra che il ragazzo abbia capito che un'occasione così raramente gli si presenterà ancora. Dopo le tristi esperienze con l'Ignis, la carriera alla rovescia che lo aveva portato in C, sull'orlo dell'abbandono, a Torino, il nostro Aldo l'anno scorso a Brugherio ha dimostrato a tutti i suoi (ex) denigratori quante e quali possibilità lui abbia.  A Brugherio Tommasini ha disputato sicuramente un valido campionato, il migliore della sua breve e burrascosa carriera ad altalena. Adesso è il momento in cui l'altalena è in alto, e Aldo sta facendo di tutti perché vi resti.

A Bologna per la verità sono entusiasti dei progressi e dell'impegno mostrati da "Tom II" in allenamento. Inoltre hanno cominciato ad apprezzare tutti i pregi di cui aveva parlato Mangano. Tra i pregi spicca l'eccezionale velocità di base, per un giocatore di quella stazza, l'ambidestrismo assoluto, che gli consente di tirare da diverse posizioni in assoluta scioltezza anche con il sinistro, l'ottima "mano" e la predisposizione al gioco uno-contro-uno fronte a canestro. Inoltre, nei movimenti da pivot puro, anche se Tommasini non ha ancora un'assoluta padronanza, spicca un ottimo uncino e una serie di finte notevoli. I suoi difetti sono tutti raccolti nel suo carattere ancora fragile, non ancora temprato a dure battaglie sotto i tabelloni, ad un morale di cristallo, ad una tendenza ad abbattersi e ad esaltarsi per troppo poco, nonché in una ancora non perfetta consapevolezza degli enormi mezzi fisici e tecnici di cui dispone. Tommasini come giocatore non ha raggiunto neanche il cinquanta per cento del suo rendimento, visto che, nonostante non sia più un ragazzino, è giovane cestisticamente. Praticamente a Bologna ricomincia per lui una seconda vita. Certo saprà farsi valere.

Tommasini al tagliafuori sul rimbalzo di McMillen. Benelli e Antonelli osservano

(foto tratta dall'Archivio SEF Virtus)

IL BLOG DEL COACH: ALDO TOMMASINI

di Dan Peterson - 27/10/2020

 

Aldo Tommasini, un pivot di 210 cm, ha fatto due stagioni con noi alla Virtus Bologna, 1974-76, facendo parte della squadra che ha vinto lo scudetto il secondo anno. Aldo è stato, sostanzialmente, un cambio per Gigi Serafini, 210 cm pure lui, ma un Nazionale con un’Olimpiade alle spalle e pronto per fare il secondo. Aldo ci dava qualità contro Gigi in allenamento, avendo un grande fisico e grandi mezzi atletici. Ovvio, i suoi minuti sono stati limitati. Ma quando andava in campo, sapeva stare ‘dentro se stesso’ e non cercare di fare troppe cose. Nel 1975-76, per ringraziare il mio secondo quintetto (il ‘Quintetto Bianco, per la canottiera double-face) per il grande lavoro in allenamento, li ho portati al notissimo ristorante Rodrigo, come miei ospiti. Cioè, Aldo, Massimo Sacco, Mario Martini, Marco Bonamico e Piero Valenti. Hanno fatto un ‘danno’ notevole! Poi, il primo quintetto (quello ‘rosso’) manda Terry Driscoll per ‘arrabbiarsi’ con me: “E NOI?  SIAMO CITTADINI DI SECONDA CLASSE?” Oddio!  Non l’avessi mai fatto. Dico, “OK, se vinciamo il Derby (poule scudetto), vi porto.” Siamo partiti 11-24 dopo 10 minuti. Poi, abbiamo rimontato e vinto dopo un supplementare, 84-81.  Allora si va da Rodrigo con Terry Driscoll, Gigi Serafini, Gianni Bertolotti, Charley Caglieris e Massimo Antonelli. Ovvio, loro cinque hanno stressato la cucina del Rodrigo oltre ogni limite. Altrettanto ovvio, non potevo dire nulla. Avevano vinto il Derby, no?  Quindi, tutto OK. Il giorno dopo, avevamo allenamento. Aldo arriva. Si butta sulla panchina, dov’ero seduto io, con una faccia da depressione bipolare, una tristezza indescrivibile. Sono cascato io dentro il tranello! Dico, “Aldo! Cosa c’è?  Cos’hai?” Aldo: “Coach. Il Quintetto Rosso; ANTIPASTO!” Poi, ride con gioia e va a fare due tiri.  Il suo momento è venuto il primo anno, 1974-75. Gigi Serafini aveva subito una frattura del piede destro nell’ultimissima partita della stagione regolare. Dovevamo cominciare la post-stagione senza di lui. Il cosiddetto ‘poule scudetto’ aveva 8 squadre, le prima 6 dall’A-1 e le prime due dall’A-2. Quindi, 14 partite. Aldo è partito in quintetto le prime sette di quelle partite e ha giocato anche bene, visto che abbiamo fatto 4-3 con lui titolare. Poi, Gigi è tornato. Ho fatto l’errore di farlo giocare troppo presto, prima che avesse il ritmo-partita. Siamo arrivati a 8-6, pari merito con l’Olimpia per il terzo posto. Molto merito di Aldo.