GIAMPIERO SAVIO

Giampiero Savio in palleggio (foto tratta dal libro "3 Volte Virtus")

nato a: Udine

il: 06/11/1959

altezza: 192

ruolo: guardia

numero di maglia: 7

Stagioni alla Virtus: 1993/94

statistiche individuali del sito di Legabasket

biografia su wikipedia

palmares individuale in Virtus: 1 scudetto

 

DAL GRANDE CALDO ALLO SCUDETTO

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

Nella sua unica stagione alla Virtus, Giampiero Savio segnò 254 punti in 67 gare ufficiali, ma rimangono soprattutto impressi alcuni momenti: nel derby passato alla storia come quello del "Grande Caldo",  con le V nere che infliggono il distacco record in una stracittadina alla Fortitudo, 101-60, nel ritorno degli ottavi di finale di Coppa Italia, Giampiero con 13 punti è il terzo realizzatore delle V nere, dopo i 24 di Danilovic e i 15 di Levingston. Uguaglierà quel bottino in un'altra partita famosa, questa meno felice per i colori bianconeri, quella di capodanno, con il famoso canestro di Gentile da un canestro all'altro che costrinse la Buckler al supplementare e alla sconfitta. Savio fece meglio solo in un'occasione, 14 punti, stavolta in Eurolega, il 9 dicembre 1993, nell'85-65 contro l'Efes Istanbul. Da ricordare anche i 6 punti segnati ai Phoenix Suns nell'Open di Monaco e lo scudetto vinto contro la Scavolini nel mese di maggio.

I SAVIO, FRATELLI VERDIANI

Otello e Giampiero, talenti della pallacanestro udinese

tremilasport.com - 19 /022010

 

 

“Mi avvicinai al basket per induzione – confessa Giampiero Savio, considerato il più forte cestista udinese di tutti i tempi insieme a Galanda e Cescutti – , sulle orme di mio fratello Otello, di sei anni più grande, appropriandomi spesso,

facendolo molto arrabbiare, del bel materiale sportivo che riceveva in dotazione dalla Snaidero”. Si, quando Otello Savio, classe ’53, faceva i suoi esordi, nei primi anni Settanta, nella mitica formazione arancione e i selezionatori della giovanili azzurre si erano già accorte di lui, Giampiero, nato nel ’59, era ancora un ragazzino che giocava a calcio nei campetti e non aveva ancora deciso quale strada sportiva intraprendere. Fino a quando non si iscrisse ad uno dei corsi per piccoli cestisti alle prime armi tenuto da Nino Cescutti, rispondendo poi all’invito di Mario Blasone di confluire nelle file della Patriarca. “Devo molto a Mario – evidenzia l’ex giocatore di molte blasonate formazioni italiane -. Inizialmente mi facevano giocare sotto canestro ma lui seppe trasformarmi in guardia, un ruolo più congeniale alle mie possibilità fisiche e tecniche. E i risultati alla lunga diedero ragione a entrambi”. Che Blasone avesse visto giusto lo testimonia il curriculum del suo allievo, passato nelle giovanili della Snaidero, con cui vinse il titolo italiano juniores nel ’76 sotto la guida di Flavio Pressacco, e successivamente a Fabriano, Torino, Reggio Calabria, Verona (dove vinse coppa Italia e coppa Korac), Virtus Bologna (con scudetto nella stagione ’93/94) e Biella, con anche molte presenze azzurre. Ed anche le cifre a parlare chiaro a suo favore: 517 le sue presenze in serie A, con 5300 punti segnati alla media di 10,6 a partita e record individuale di 32 nell’82 a Reggio Calabria (3/4 da 2, 5/7 da 3 e 11/12 nei liberi). Un campione a tutto tondo come lo fu d’altra parte anche il fratello Otello, oggi direttore di banca, che dopo la Snaidero calcò i parquet di serie A anche a Gorizia e Venezia. “Abitavamo a Udine con i nostri genitori, Pia e Jago – ricorda Giampiero – in via Sesto in Sylvis, una laterale di via Marsala. Otello frequentava lo Zanon, dove si diplomò in ragioneria, ed io, dopo gli inizi nello stesso istituto, preferii trasferirmi in un liceo linguistico. Mio fratello giocava da play puro e, come fanno di solito i minori, io cercavo di emularlo e ne facevo un punto di riferimento, cos» come ammiravo molto Carlo Recalcati”. E quando per Giampiero giunse la chiamata delle mitiche “scarpette rosse” del Simmenthal, lui optò invece per la Piccola Patria. “Rubini mi braccava, voleva portarmi a Milano dove già c’erano Fabbricatore, Roberto Bardini e Francescatto, ma a me non andava di allontanarmi da casa cos» presto e preferii la Snaidero, dove c’era una dirigenza di stampo familiare con la quale mi trovavo a mio agio. In arancione facevo gli straordinari, giocando con Cadetti e Juniores e rispondendo talvolta alle chiamate della prima squadra. I miei genitori e mio fratello mi seguivano, insomma alla Snaidero stavo davvero bene”. Una famiglia dalla chiara impronta verdiana, quella dei Savio, con il nonno Girolamo, appassionato di lirica, a chiamare i tre figli Jago, Desdemona e Otello, che mor» durante la seconda guerra nell’affondamento della nave sulla quale era imbarcato e in onore del quale al primogenito venne imposto il nome dello zio. E i fratelli cestisti ad essere accomunati dalla stessa passione sportiva anche se non dal medesimo carattere. “Mio fratello, com’era mio padre, è più pragmatico e riflessivo – testimonia Giampiero – mentre io, come mia madre, ho un carattere più istintivo e portato a dire pane al pane, senza troppi giri di parole”. Entrambi, ora, fanno parte dell’associazione Apu ieri, che sta organizzando per aprile una rimpatriata udinese di grandi campioni. “Da Pellanera a Cescutti, da Melilla a Gergati alle glorie femminili sarà un grande incontro – anticipa Giampiero Savio -. E poi via a Madrid, a giocare contro i grandi degli anni d’oro”.

 


 

IL COMPLEANNO DI GIAMPIERO SAVIO TOP SCORER ITALIANO DELLA VIRTUS NEL DERBY DEL +41

di Ezio Liporesi -1000 cuorirossoblu - 06/11/2020

 

Giampiero Savio, 254 punti in 67 gare ufficiali nella sua unica stagione alla Virtus: una dimostrazione di come un giocatore può diventare importante anche partendo dagli ultimi posti del roster. In questo è stato sicuramente aiutato dalla grande esperienza accumulata in tanti anni di carriera. Ecco alcune perle di quella stagione 1993/94: nel derby passato alla storia come quello del "Grande Caldo", con le V nere che infliggono il distacco record (41 punti), in una stracittadina alla Fortitudo, 101-60, nel ritorno degli ottavi di finale di Coppa Italia, disputato il 16 settembre 1993, Giampiero con tredici punti è il terzo realizzatore delle V nere, il migliore degli italiani, dopo i ventiquattro di Danilovic e i quindici di Levingston: Brunamonti, Carera, Morandotti, Binelli, Coldebella e Moretti non riuscirono a segnare più di lui. Giampiero uguaglierà quel bottino in un'altra partita famosa, questa meno felice per i colori bianconeri, il giorno di capodanno, con il famoso canestro di Gentile da un canestro all'altro che costrinse la Buckler al supplementare e poi alla sconfitta. Savio fece meglio solo in un'occasione, realizzando quattordici punti, stavolta in Eurolega, il 9 dicembre 1993, nell'85-65 contro l'Efes Istanbul. Da ricordare anche i sei punti segnati ai Phoenix Suns nell'Open di Monaco e lo scudetto vinto contro la Scavolini nel mese di maggio.


 

GIAMPIERO SAVIO

di Ezio Liporesi . Cronache Bolognesi - 09/07/2021

 

Dopo lo scudetto 1993 la Virtus si trovò nella non facile posizione di dover migliorare un'ottima squadra. Si trovò un centro al posto di Wennington, ma era difficile fare aggiunte al reparto italiani, che contava già Brunamonti, Coldebella, Moretti, Morandotti, Carera e Binelli. Si cercò una guardia di esperienza, sapendo che dall'anno successivo il posto sarebbe stato poi di Abbio, prelevato da Torino quella stessa estate, ma lasciato a giocare ancora un anno nel capoluogo piemontese, dove Alessandro aveva già disputato vari campionati, per giocare in A2, poiché la squadra torinese era appena retrocessa. La scelta della Virtus ricadde su Giampiero Savio, udinese, classe 1959, proveniente da Verona, dove un paio di anni prima aveva vinto una Coppa Italia con in panchina Alberto Bucci. Aveva fatto parte anche della nazionale che aveva vinto il bronzo agli europei del 1985 in Germania. All'inizio di settembre la Virtus si trovò subito impegnata nella Coppa Italia: superata Padova con due vittorie nei sedicesimi di finale, le V nere si trovarono a dover affrontare il derby negli ottavi. All'andata, in casa biancoblù, il 12 settembre, vinse la Virtus 83 a 81, ma quattro giorni dopo la qualificazione era tutta da giocare. Invece no, perché la squadra allenata da Alberto Bucci, che proprio da quella stagione, terminata l'esperienza scaligera, era tornato alla Virtus per sostituire il suo antico vice dello scudetto della stella, Messina, partito da Bologna per andare ad allenare la Nazionale, azzannò la partita e la dominò fino a vincerla per 101-60, punteggio che non valeva solo la qualificazione ai quarti, ma anche il più grande scarto registrato in un derby, record tuttora imbattuto. Savio, che Bucci si era portato dietro da Verona, segnò tredici punti e meglio di lui fecero solo i due stranieri: il "nuovo" Levingston con quindici punti, e Danilovic con ventiquattro. Savio in quella stagione segnò 254 punti in 67 gare ufficiali, ma si rivelò soprattutto un'affidabile colonna, capace di piazzare sempre tiri importanti. Nel dettagio, Giampiero segnò 130 punti in 39 gare di campionato, 74 in 17 partite di Eurolega, 39 negli 8 confronti di Coppa Italia e 11 nelle tre sfide dell'Open di Monaco. Alla fine della stagione arrivò il titolo, dopo un faticoso playoff: 2 a 0 contro Treviso (ma al Palaverde ci volle un canestro allo scadere di Danilovic dopo un lungo inseguire), 2 a 1 contro Verona e 3 a 2 in finale con avversaria Pesaro.